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Kings of Convenience, eleganza e atmosfera per il live del Castello Svevo

COSENZA – Sotto le luci di una location molto particolare e un’atmosfera unica, un momento di musica ricercato: i Kings of Convenience. Il concerto, tenutosi lo scorso venerdì grazie ad Archimedia Produzioni in collaborazione con il Castello Svevo di Cosenza, è stato introdotto da Ester Apa e Giampaolo Calabrese, che hanno ringraziato la grande partecipazione del pubblico proveniente dalla Calabria e da fuori regione. Un ringraziamento è stato dedicato, inoltre, dai Kings stessi all’unico spettatore proveniente dal Messico.

Kings of Convenience

Questo è stato il primo concerto in assoluto in Calabria per il duo norvegese, accolto con calore da un pubblico da sold out che ha riempito di applausi ogni momento del live. Erlend Øye e Erik Glambek Bøe, in Italia per il loro Quiet is the new loud, hanno celebrato i loro 15 anni di carriera con questo tour imperdibile.

Durante la serata sono stati ripercorsi i primi anni di musica del duo, con brani come Riot on an Empty Street, I’d rather dance with you e Misread. Tra un brano e l’altro Erlend Øye ha coinvolto il pubblico, con battute e aneddoti, parlando un buon italiano e rivolgendosi direttamente ai suoi spettatori. Erlend si è trasferito, infatti, da qualche anno in Sicilia e sta imparando ad amare il bel paese. I Kings, verso la fine del concerto, hanno coinvolto una fetta di fan a riunirsi sotto al palco per ballare e cantare assieme a loro. Sono stati eseguiti così i brani pop più ballabili del loro repertorio come Mrs Cold.

Kings of Convenience

Con il bis, i due norvegesi hanno incitato il pubblico a far sentire ancora più forte la loro presenza, ed ecco che viene eseguita Homesick, dove Erlend suona una tromba immaginaria con la bocca.

Folk, pop e indie rock, in un acustico che ha regalato forti emozioni sotto un cielo di stelle di una calda serata di luglio.

Miriam Caruso
Ph. Francesco Farina

 

Caccuri, le “Notti battenti” si animano al ritmo di “Sonati, sonaturi”

CACCURI (KR) – La Pro Loco di Caccuri promuove per 11, 12 e 13 agosto 2016 un concorso musicale dal titolo “Sonati, sonaturi” riservato gruppi di musica folk – etnica composti da un minimo di tre a un massimo di cinque artisti, a musicisti calabresi specialisti nella musica folk, etnica e di strada. I partecipanti saranno chiamati a esibirsi nel centro storico di Caccuri con pezzi di musica popolare, sia tradizionali che rivisitati od originali. L’esibizione dei gruppi partecipanti rientra nell’ambito della manifestazione “Notti battenti”, articolata in una “serata piccante”, una serata dedicata a “frisuli & sarde” e una alla “festa della birra.”

L’iscrizione è gratuita e va presentata alla Pro Loco entro il 25 luglio 2016. Il premio per il primo gruppo classificato è di 500 euro e prevede anche la partecipazione a un concerto nell’ambito della IV edizione della Festa d’Autunno nel Borgo del Castello, prevista per il prossimo ottobre.

 

A Le Castella la reunion dei gruppi folk provenienti da tutta Italia

Isola di Capo Rizzuto ( Kr) – Si è tenuta questo fine settimana, a Le Castella, la 35^ Assemblea Generale Ordinaria dell’UFI, Unione Folclorica Italiana. L’evento ha visto l’arrivo di circa 150 persone, in rappresentanza di oltre sessanta gruppi folk, provenienti da tutta Italia. La due giorni di Assemblea si è tenuta all’interno dell’suggestivo ambiente del villaggio “Baia degli Dei”, affacciato di fronte al maestoso Castello Aragonese, punto di forza del turismo calabrese. Promotrice dell’evento il Gruppo Folk “Magna Graecia” di Isola Capo Rizzuto, che dopo aver presentato la candidatura per l’assemblea, nei mesi scorsi si è visto accettare la proposta e si è subito messo a lavoro per la perfetta riuscita dell’evento. Per l’organizzazione di tutta la manifestazione, il gruppo folk isolitano è stato coadiuvato da altri quattro gruppi calabresi, tutti del reggino: La Ginestra di San Salvatore; I Peddaroti di Pellaro; Irizema di Bova Marina; I Lanternari di Bagaladi. L’assemblea conclusiva si è svolta domenica mattina, con inizio alle ore 9.00, dove è stato presente per i saluti anche il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Gianluca Bruno, accompagnato dall’assessore Carmine Parisi. Al termine dell’assemblea il presidente del Gruppo Folk, Salvatore Pullano, ci ha confessato le sue emozioni per quest’evento: “Siamo davvero felici per quanto realizzato in quest’avvenimento, tutto è andato bene e forse anche oltre le nostre aspettative. La cosa che più ci ha riempito d’orgoglio è stato l’aver ricevuto i complimenti di tutti, per le emozioni trasmesse, dopo un nostro spettacolo di benvenuto, sono quasi trent’anni che il nostro gruppo si esibisce e ormai dovremmo essere abituati ai complimenti e agli elogi, però quando arrivano da altri gruppi folk, da gente che lavora come noi, sono ancora più belli e ci rendono orgogliosi di quello che facciamo. Inoltre siamo felici perché le associazioni sono rimaste soddisfatte dell’organizzazione dell’evento e della location scelta, in molti non conoscevano le nostre coste e alcuni, dopo averle viste, hanno già prenotato presso la stessa Baia degli Dei un periodo di vacanze per l’estate, altri hanno promesso che torneranno. Quest’evento è servito anche come forma di promozione turistica, ogni regione d’Italia è stata presente all’assemblea con diversi gruppi”. Il presidente Pullano continua dichiarando che molte associazioni li hanno già inviatati ai loro festival: “Circa una trentina di associazioni hanno voluto i nostri contatti per inviatarci ai loro festival, già abbiamo fissato due date, a luglio saremo a Olbia in Sardegna, mentre a fine settembre ci sposteremo a Cavour in Piemonte”. Infine, in anteprima, il presidente annuncia un evento per la prossima festa di Isola: “Ci siamo candidati per l’UfiFest, il festival dei gruppi Folk, la nostra candidatura è stata accettata e si terrà durante la festa di Isola del 2017. Avremo un gruppo folk di ogni regione ospite nel nostro territorio, durante la festa patronale, saranno tre giorni di eventi che faremo tra Isola, Le Castella e un’altra località della provincia che ancora non abbiamo scelto. Il sindaco Gianluca Bruno ha dato già la sua disponibilità e si è detto felice per quest’evento. Voglio chiudere proprio ringraziando il sindaco e l’assessore Carmine Parisi per averci onorato dei loro saluti e per le belle parole spese durante l’assemblea”.

Linn Öberg: Respiro Svedese e Musica Ipnotica

COSENZA –  Non è facile trovarsi in una situazione che possa convogliare le emozioni di tante persone in un unico luogo. Provare gli stessi sentimenti che percepisce l’estraneo seduto accanto a te o il barman che ti prepara qualcosa da bere. Lo scorso giovedì, al Cafè Barrè, questo evento raro si è verificato in una forma tangibile e piacevole, durante il concerto di una band giunta in Italia dopo un lungo viaggio dalla Svezia. Parlo di Linn Öberg e della sua band, che con voce angelica e sonorità minimal ha conquistato il pubblico notturno cosentino.

L’evento, organizzato e promosso da Andrea Venneri, rappresenta uno dei tanti appuntamenti che daranno la possibilità di far conoscere artisti emergenti di grande talento, di provenienza nazionale ed internazionale, e la loro musica inedita.

Abbiamo chiacchierato con Linn Öberg, per scoprire un po’ del suo mondo e della musica fresca e ipnotica.

Ciao Linn, raccontaci come hai iniziato i tuoi primi passi nel mondo della musica.

Ho suonato le prime note al piano all’età di 6 anni. A cantare all’età di 8 e a 14 anni ho iniziato a scrivere canzoni.

Quali sono gli strumenti che hai scelto per caratterizzare il tuo sound?

Nei miei pezzi suono la chitarra acustica ed il mellotron. Inoltre, nel mio set, utilizzo la batteria, il piano, il basso ed adoro l’aggiunta dei cori.

Quali influenze musicali hanno concorso a creare il tuo stile?

E’ una domanda difficile. A me piace molto, ad esempio, Bon Iver o i First Aid Kit. Ma ho influenze che provengono da diversi artisti di tutte le nazionalità.

Com’è nato il progetto musicale “Linn Öberg”?

Ho iniziato da sola, suonando la chitarra. Poi ho sentito l’esigenza di creare qualcosa di più grande e ho chiamato altri musicisti per completare la mia band. Ci siamo così evoluti in un progetto che conserva una base acustica, anche se non come i precedenti lavori, ed una componente elettronica.

Come componi i tuoi pezzi?

Spesso inizio improvvisando con la chitarra e registrando le mie sperimentazioni. Nel riascoltare le registrazioni, se mi piace qualcosa inizio a cercare una melodia e a scrivere un testo.

Come potresti definire il tuo genere?

Anche questa è una domanda molto difficile. Penso possa definirsi come Alternative/Pop con influenze Folk. Comunque musica indipendente.

Durante il concerto, la tua esibizione mi ha colpita per l’enorme trasporto che trasmetti con la tua musica. Quali sensazioni provi mentre canti?

Cerco di rievocare le stesse emozioni che ho provato mentre scrivevo i brani, fino a trovare le sensazioni che hanno dato loro vita.

Qual è la tematica principale che accomuna i pezzi del tuo nuovo album “When You Go”?

Ci sono tante canzoni d’amore. Amori prosciugati e separazioni. Roba forte! Sento il bisogno di scrivere quando penso molto a queste tematiche, cercando di comunicare ciò che provo alle persone che mi ascoltano.

Componi quando sei felice o quando sei triste?

Non riesco a scrivere quando sono troppo felice, ma neanche quando sono troppo depressa. Devo trovare una via di mezzo, rispettando i miei pensieri.

 

Miriam Caruso

ph. Francesco Farina

 

 

I VILLAZUK SPADRONEGGIANO NEL B-ALTERNATIVE LIVE FESTIVAL

 

 Il panorama musicale di Cosenza è vivo e vasto perché i musicisti (o presunti tali) che cercano la fama sono tanti e ogni tipologia di ascoltatore rischia di essere accontentata. I generi proposti sono infatti molteplici: indie, alternative, country, folk, punk, rock, ska, reggae, cantautorato, pop.

Chi riscuote più consensi però sono le band ancorate alla tradizione popolare del folk e della taranta. Tra queste spiccano i Villazuk, provenienti da Casale Bruzio, formati da Domenico Scarcello, Andrea Minervini, Eugenio Ferraro e altri musicisti. Il gruppo musicale si è esibito durante il “B-Alternative live Festival”, una serata organizzata in uno dei parcheggi dell’ Università della Calabria e patrocinata dall’ assessorato alla cultura della provincia cosentina.

Prima di loro, passate le 23, il cantautore calabrese di San Lucido Federico Cimini ha intrattenuto un corposo numero di spettatori con le sue canzoni dalla melodia scanzonata e dai testi di impegno sociale non troppo cattivi. Il ragazzo dai folti capelli ricci e dalla barba incolta è poco conosciuto, nonostante da anni vaghi nel Belpaese per divulgare il suo pensiero di legalità e buona politica.

Ma il pubblico fremeva per i Villazuk che, come fanno i divi del rock di una volta, si sono fatti attendere (un po’ troppo) e hanno finito il loro concerto verso le due di notte. La band ha fin da subito saputo coinvolgere il pubblico, che per quasi due ore ha continuato ad applaudire, saltare, pogare, cantare e ballare. I ragazzi calabresi, reduci dall’ uscita dell’album “Meno male Robertino”, si sono dimostrati ancora una volta ottimi intrattenitori.

Quest’ultima qualità va loro riconosciuta. Hanno una buona padronanza scenica, un ritmo molto orecchiabile e sanno cosa vuole il pubblico calabrese. Perciò lo accontentano, riempiendolo di suoni che un po’ ammiccano alla Bandabardò  e troppo rimandano alla cultura country e folkloristica. I loro testi, tra l’italiano e il dialetto calabrese, compresi i successi  “A colorare libertà”, “Nun t’affissà”, sono chiari e fantasiosi e trasmettono alla gente incazzata dalla politica un consiglio: anche se tutto va male, bisogna sperare. Peccato che non specifichino in chi o in cosa.

I  Villazuk sono comunque amati e non si può sostenere il contrario. Dal punto di vista musicale sono poco avvezzi alla sperimentazione. Ogni volta che tentano un’invasione in un genere diverso dalla loro formazione musicale e da tutto quello che li ha consacrati, indietreggiano dopo pochi passi ritornando nel sound più familiare. Più che esperimenti, i loro sono deboli abbozzi.

“Nun c’affissiamo” però sui discorsi melodici e tecnici. Nella società dello spettacolo, dove il tempo per ragionare viene impoverito, è anche (e non solo) importante  divertirsi, sudare, creare idoli da non poter mai criticare e tornare a casa contenti.  I Villazuk riescono a riempire le piazze e a soddisfare il loro pubblico, chapeau !