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Progetto “La Mantia” : per conoscere l’arte di Amantea

AMANTEA (CS) Incentivare la conoscenza delle peculiarità artistiche e architettoniche del centro storico. Partendo da questo presupposto il borgo antico, nelle giornate del 21 e 22 agosto prossimo, ospiterà la seconda edizione del progetto “La Mantia”. Si tratta, nello specifico, di un cartellone poliedrico di attività che si snoderanno lungo le strette vie che da corso Umberto I si inerpicano verso il castello, in uno scenario intenso e suggestivo come pochi. L’iniziativa, patrocinata dall’amministrazione comunale, vede collaborare diverse associazioni di volontariato: Tassello, Auser, Aquilone, Namastè, Borgo chianura, Delegata Gilda, Nua na sonamu, Camminando onlus, Bretia onlus, Alibas, Attivamente ed Emergency. Il programma, tra le altre cose, prevede la presentazioni di libri, le passeggiate nella parte vecchia della città, un itinerario alla ricerca dell’antica Temesa, mostre di pittura ed esposizioni fotografiche.

Amantea-Stemma

«Le due giornate – spiegano gli organizzatori – si completeranno con due diverse sagre a tema: la prima è dedicata al mare, mentre la seconda all’Africa. La contaminazione sarà il motivo portante dell’evento: uomini e donne che si muoveranno e si incontreranno, facendo scorrere la propria vita all’unisono».

Ma la manifestazione ha il merito di coinvolgere direttamente i migranti ospitati presso il l’ex hotel Ninfa Marina. Questi ragazzi fuggiti alla guerra che attendono i documenti per poter raggiungere familiari e amici nel Nord Europa collaboreranno alla pulizia del borgo antico. Un segnale tangibile di integrazione che dovrà essere rafforzato nel prossimo futuro.

L’arte della fotografia e l’evento Touch & try

 

CORIGLIANO CALABRO (CS) – L’evento è da anni considerato una tappa obbligata per i veri cultori dell’arte fotografica, pronti a darsi appuntamento nella suggestiva cornice del Castello Ducale di Corigliano per la tredicesima edizione del Corigliano Calabro Fotografia. Una manifestazione quella coriglianese che da tempo vede il supporto dell’associazione Cine Sud, di Francesco Mazza,

Francesco Mazza, Associazione Cine Sud
Francesco Mazza, Associazione Cine Sud

anche quest’anno pronta a dare il suo contributo per la divulgazione della cultura fotografica a servizio di professionisti ed amatori. Una mission che si realizzerà attraverso un’opportunità unica a livello nazionale che porterà la Calabria a divenire la capitale del “Touch&Try”, dando a tutti gli interessati l’irripetibile opportunità di avere a disposizione gratuitamente (e anche di poterli testare) in contemporanea all’interno di un unico evento, moltissimi prodotti dei marchi leader a livello mondiale in campo fotografico.

Un’opportunità unica perché riunirà, in un solo evento, la presenza in contemporanea della maggiori case produttrici di attrezzature fotografiche. Tutto questo viene fatto a favore della divulgazione della cultura fotografica. Uno sforzo che Cine Sud è lieta di realizzare per supportare un festival che in Calabria vede la presenza di fotografi professionisti ed amatoriali da tutto il meridione.

LIQMAG con le foto di artisti calabresi per Amarelli: La rivista sarà distribuita all’ Expo 2015

LIQMAG-AMARELLI-290615 (2)ROSSANO (Cs): Le rughe profonde di una donna, la sua nonna, nella personale lettura antropologica che il giovanissimo Marco COSENZA fa della radice, rappresentano l’origine. I capelli di Medusa nell’opera di Stefania SAMMARRO vengono riproposti attraverso le radici attorcigliate della liquirizia, poste vicino ad uno specchio, simbolo dell’incanto. Riconoscersi – Albero – Divenire – Identità – Coltivare – Esistenze. Anna Lauria ricorre all’acrostico e al particolare tombolo costruito con i bastoncini di liquirizia per tessere la parola RADICE. – Sono, questi, i nomi e le corrispondenti performance artistiche classificatisi ai primi tre posti del contest di arte e cultura a km0 promosso dall’Associazione culturale CROSSMEDIA. Insieme ad “AMARELLI” a Milano, ci saranno anche i lavori di questi e di diversi altri creativi,  che andranno a riempire le 57 pagine della rivista N.9 di LIQMAG che sarà distribuita ad EXPO nel Padiglione Italia (che ha patrocinato l’iniziativa).LIQMAG-AMARELLI-290615 (1)

 

Pari merito al quarto posto per Gianmaria COMITO e Massimo MELICCHIO; pari merito al quinto posto perGabriele TOLISANO, Giuseppe PASTORE e Pasqualina TRIPODI. Tutte le opere presentate, con la descrizione e le note biografiche dell’autore, sono disponibili sul sito https://concorsoliquido.wordpress.com.

 

I risultati del concorso sono stati presentati e mostrati proprio presso il Concio AMARELLI, nei giorni scorsi, alla presenza degli artisti e degli organizzatori.LIQMAG-AMARELLI-290615 (20)

Oltre al padrone di casa Fortunato AMARELLI, che si è detto soddisfatto e orgoglioso dei risultati qualitativi e quantitativi delle opere presentate, c’erano anche il direttore responsabile della rivista di arte e cultura contemporanea  LIQMAG Piergiorgio GRECO e Fabiola COSENZA di Crossmedia. I loro interventi sono stati anticipati dall’esibizione di danza contemporanea di 5 ballerine, anche loro a Km0 (Rossano, Corigliano e Cosenza)

LIQMAG-AMARELLI-290615 (14)Dovevano essere solo 5 i vincitori. Ma gli organizzatori non se la sono sentiti di escludere questo o quel partecipante. Tutti meritevoli, nessuno banale. Oltre agli otto creativi vincitori la redazione di LIQMAG, considerato l’impegno, ha deciso, quindi, di dare maggiore spazio sulla rivista anche agli altri. Sono 57 le pagine del numero in uscita che sarà portato all’EXPO e distribuito nel Padiglione Italia

La fotografa Stefania Sammarro agli incontri della Commissione Cultura

Quando lo scatto sconfina nell’arte e non sai se ciò che hai di fronte è una foto o un dipinto. Fotografia e opera d’arte si mescolano in una sorta di felicissima crasi fino a confondersi. E’ quello che accade osservando gli scatti di Stefania Sammarro, giovane fotografa cosentina, ospite, nella Sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, della Commissione Cultura del Comune di Cosenza che le ha consegnato un riconoscimento per il suo talento e per essere riuscita ad imporsi anche in contesti internazionali, come testimoniano alcune sue fotografie che hanno guadagnato il passaporto per il Regno Unito.
Con la fotografia “L’Attesa”, ispirata dalla nonna paterna, dalla fede incrollabile, in attesa del nostos del suo amore lontano, si è aggiudicata il Sony World Photography Awards di quest’anno nella categoria “Giovani”, mentre un altro suo scatto, dal titolo “Superstizione”, è arrivato fino alla  Crypt Gallery di Londra. “Le mie fotografie rievocano una calma interiore apparente” – si affanna a ripetere Stefania Sammarro. Ma si tratta di figure femminili che dietro questo aspetto di apparente tranquillità, nascondono un animo pensante, attraversato da sogni, pulsioni, emozioni. La predilezione è per donne ritratte di spalle, calate in contesti che trasudano storia, come nel caso di ricorrenti ruderi, e che spesso evocano i non luoghi e le cattedrali nel deserto o quei capannoni dismessi di cui risulta quasi sempre punteggiato il paesaggio calabrese. Le sue figure femminili somigliano ad anime smarrite nei meandri delle tante incompiute della nostra Calabria.
E alla maniera di Robert Doisneau, Stefania ingaggia una battaglia disperata contro lo scorrere del tempo fissando con l’obiettivo i momenti irripetibili dell’esistenza. Alcune foto della Sammarro sembrano fotogrammi usciti direttamente da un film. D’altra parte la sua formazione accademica, laurea al Dams dell’Università della Calabria, indirizzo cinema, rivela questa sua quasi dipendenza dalla settima arte.

stefania sammarro 4Nell’incontro della Commissione Cultura al “Rendano”, introdotto dal Presidente Claudio Nigro, è stato il consigliere Mimmo Frammartino a tratteggiare il profilo della fotografa.
“Stefania Sammarro – ha detto –  appartiene a quella schiera di giovani artisti di talento della nostra città che hanno operato una scelta precisa: restare a Cosenza e tentare di affermarsi con successo nel mondo delle arti per contribuire al riscatto della nostra terra. La Sammarro – ha proseguito Frammartino – ha una forte personalità per la straordinaria capacità che manifesta nel comunicare con la fotografia. Per lei fotografare è qualcosa di fisiologico. Il suo essere e sentirsi fiera di essere calabrese ha influenzato molto la sua formazione. Perché con ogni probabilità in un altro luogo non avrebbe realizzato gli straordinari progetti che ha realizzato qui. Si è scelta un alter ego, lo pseudonimo  di Ania Lilith, e cioè luce e oscurità, perché le sue foto vivono di contrasti ed il contrasto sta al centro delle sue visioni oniriche”. Subito dopo, è intervenuta la Vice Presidente dell’organismo consiliare Maria Lucente che si è detta molto colpita dagli scatti della Sammarro. “Le sue foto – ha precisato – ti lasciano la curiosità di  andare oltre. Il suo lavoro apre la strada a molte suggestioni ed è percorso da un colpo d’occhio magico, di quella magia difficilmente codificabile. C’è in lei una  ricerca dell’amore e dell’anima, rarefatta o difficilmente percepibile. Sono certa che ne sentiremo ancora parlare”.
Sono inoltre intervenuti il consigliere regionale Mauro D’Acri, la scrittrice Anna Laura Cittadino, l’attrice e regista Imma Guarasci, il giornalista Francesco Speradio, direttore responsabile del giornale on line “Nòtia” con il quale Stefania Sammarro collabora, e la psicoanalista Simonetta Costanzo.
Quest’ultima, con grande puntualità e competenza, ha scandagliato l’opera di Stefania Sammarro considerando le sue fotografie come percorse da un senso simbolico e che diventano metafore genetiche di un’esistenza. “Sono le immagini della sua anima – ha detto la Costanzo. Più che foto sono dei dipinti. Foto statiche, ma anche dinamiche e in esse lo spazio e il tempo si alternano in una sorta di circolarità. Dietro questi scatti – ha aggiunto Simonetta Costanzo – c’è una magna mater che dirige tutto. Così come c’è  l’esaltazione del dettaglio. Negli scatti di Stefania Sammarro Eros e Thanatos vanno insieme a braccetto, non sono opposti, ma sono due facce della stessa medaglia”.
Di poche, ma significative parole, la fotografa, quando al termine dell’incontro, le viene ceduto il microfono. Più che parlare preferisce che a farlo siano le sue fotografie. “Un viaggio, quello fotografico, iniziato tanti anni fa”. Definisce concettuale la sua fotografia “Quando le mie foto non vengono capite – confessa – per me è degradante”. Ringrazia la famiglia che l’ha supportata e sopportata e afferma candidamente di avvalersi di modelle-non modelle “perché le professioniste sono apatiche”. E porta a casa il riconoscimento che le arriva dalla sua città, forse più importante degli stessi apprezzamenti ricevuti alla  “Crypt Gallery” di Londra.

Allo specchio con Frida Kahlo, viaggio itinerante sulla collettiva che la narra

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I protagonisti del Convegno anche l’artista Eduardo Bruno (secondo da sinistra)

Una mostra su Frida Kahlo, un’artista del secolo scorso, che seppe trarre dalla sua sofferenza fisica, quella forza mentale che le permise di arrivare a essere una delle più affermate artiste del Surrealismo. Una serie di vicende dolorose della sua esistenza la porta a essere una delle eccellenti pittrici, ma fu anche scrittrice. Riproposta attraverso l’opera di numerose artiste e poetesse del territorio, oltre che di estimatori ed estimat11535920_10205998107888945_7536221230796597849_nrici di Frida, (tra cui la professoressa Marilù Pallone) presso la Torre Normanna di San Marco Argentano, Cs inaugurata dal Sindaco della Cittadina, Virginia Mariotti, lo scorso 20 giugno e che rimarrà aperta al pubblico  fino al 28 giugno prossimo, questa mostra sarà itinerante con tappa a Reggio Calabria e Altomonte nei mesi di Luglio ed Agosto prossimo. Gli organizzatori delle due serate di San Marco Argentano, dal titolo: “I colori dell’anima: Frida Kahlo”, il direttore artistico, l’artista, Morena Dipressa, la sociologa e delegata della Scuola di Poesia, del Preposto al Nobel Cavalier Silvano Bortolazzi, Esperia Piluso e l’Associazione Aletheia. Le due serate del 20 e 21 giugno scorso sono state aperte da un convegno presso la sala consiliare del Comune per poi spostarsi presso la Torre Normanna. Hanno presieduto, la consigliera comunale, Aquilina Mileti, il Sindaco della Città, Virginia Mariotti, Morena Dipressa, l’Assessore provinciale, l’onorevole Giulio Serra, Emilio Tricanico presidente dell’associazione Aletheia e l10996762_10205998125969397_5633697017595542005_na dottoressa Esperia Piluso, che ha concesso una sua intervista, ha moderato i lavori, il direttore della Voce della Calabria.it il giornalista Gianfranco Bonofiglio. Il reading poetico è stato diretto dalla Coordinatrice interregionale e presidente onorario della Calabria per la 10014665_10205998124689365_4743534680141435254_nScuola di Poesia, Lucia De Cicco, giornalista e autore di poesie. Sponsor della serata Barbieri di Altomonte, MMA di Cosenza, Senzafili. Org, Project assioteca, Birra Fridda Kahla, Centro Revisioni Gidercar, con il patrocinio della Provincia di Cosenza, della Provincia di Reggio Calabria, del Comune di San Marco, dell’Associazione Aletheia, della Proloco della Città, di Barbieri di Altomonte e della Scuola Unione Mondiale dei Poeti del Cavalier Bortolazzi. È stato redatto anche un catalogo con tutte le opere esposte degli artisti del territorio e non solo era presente anche un’artista Argentina e dell’Uruguay, con un’introduzione ripresa da Diego Rivera, artista che fu legato da sentimenti di s11535821_10205998136609663_258321291078002199_ntima e di affetto alla Kahlo e che ancora oggi appare come il suo miglior critico. Le artiste in catalogo, Adele Lo feudo, Rita Mantuano, la fotografa Carmela Paonessa, con una Frida allo specchio, così come lo specchio, rappresentò per tanti anni la finestra sul mondo per la Kahlo, Eleonora Cipolla, Erminia Fioti, Celeste Fortuna, con una Frida affacciata alla finestra, da cui il mondo dell’arte divenne il 11220862_10205998161290280_963508034627255513_nsuo volare pur non potendosi muovere per molto tempo dal suo letto di sofferenza a seguito di un incidente, Morena Dipressa, interessanti le sue opere, riportano piccoli oggetti e animali, così come soleva fare la stessa Frida nelle sue opere e con un tocco di simbolismo araldico, che l’artista rimarca tra sacro e profano, con riferimenti biblici oltre che storici, come il simbolo della Maddalena, e la farfalla che Frida amava tanto Maria Santoro, Franca Fragale, Marta Guida, Viviana Mazza, Tersa Boero, Francesca Procopio, Noemi Silvera. Questa,1467458_10205998179410733_3871983388745901148_n fanno sapere Esperia Piluso e Morena Dipressa, vuole essere una rivoluzione culturale ma, anche, una rivoluzione al femminile, che nasce proprio da un sodalizio tra una mente tecnica e artistica con una mente antropologica e poetica, come il tutto vive in un essere umano, tutto può vivere anche in una società strutturata come la nostra.

Leggi le interviste allegate a questo articolo, di Lucia De Cicco:

Intervista alla sociologa Esperia Piluso

INTERVISTA a Eduardo Bruno

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In Commissione cultura l’Artista Carmela Paonessa

Screenshot_2015-06-18-21-40-07-1Nata a Gimigliano, Carmela Paonessa, in un piccolo paesino in ­provincia di Catanzaro, è cresciuta dai nonni per­chè i genitori vivevano e lavoravan­o in Piemonte, il padre nelle gallerie­ e la madre in fabbrica.

Come mai rimane con i nonni?

Desideravo ­crescere nel mio  Paese con le amichette, gli ­affetti più cari. Ma nel 1968 tornaron­o in Calabria i miei, perchè mio padre aveva­ contratto in miniera la silicosi e ormai­ i suoi polmoni erano irrimediabilmente ­compromessi. In paese riuscì a realizza­re il suo sogno creando un piccolo studi­o fotografico all’interno della stesa ca­sa di abitazione e diventa cosi il fotografo del paese, e io da bambina lo seguivo e lo aiutavo ne­i suoi lavori. Purtroppo ci lasciò all’­età di 49 anni e un vuoto di c­ui solo oggi riesco a parlare.Screenshot_2015-06-18-21-39-04-1

Però le lascia la passione per la fotografia?

Con lui ­andarono via tutti i miei sogni, in realta, i miei­ progetti di cui per anni non volevo parlare. Chiusa com’ero in me stessa e pensando a quell­o che avrei potuto fare e che non ho fat­to.

Quando arriva la svolta?

Tre anni fà, riprendendo tra le man­i una vecchia scatola di cartone, mi deci­do ad aprirla forse ero pronta ad affron­tare i miei dolorosi ricordi. Essa cont­eneva centinaia di foto ingiallite, vec­chie foto tinte a mano da me e da mio pa­dre. In mezzo a loro ho ritrovato una vecchia pellic­ola di me bimba poco più di due anni, do­ve correvo allegramente con i miei cugin­i e il mio vecchio cane ed era mio padre con ­il proiettore a riprendermi.

Torna la passione?

Quei ric­ordi hanno acceso in me un desiderio di ­riconciliazione con mio padre, un desid­erio di confronto ed ho capito, in quel m­omento che, il distacco non era mai avven­uto. Finalmente il mio dolore era cambi­ato, ma non svanito del tutto e così con l’aiuto d­i un’amica artista, Erminia Fioti, decisi ­di dedicare a mio padre una Mostra fotog­rafica, che si tenne alla Biblioteca Nazio­nale di Cosenza in un caldo pomeriggio di magg­io e la sua presenza, lì,  era forte. Decisi di esporre ­i suoi lavori ed esposi anche alcuni miei s­catti e fu allora che incominciai a lavo­rarci seriamente con passione.

Screenshot_2015-06-18-21-38-26-1Quali soggetti predilige?

Mi inter­esso, soprattutto, della “violenza sulle donne” ma anche ­di catarsi, convinta come sono che dopo il dolore, il conflitto, arriva il periodo catartico, dove ­elaborare le nostre sofferenze.

Quando arriva il premio Commissione Cultura della Città di Cosenza?

Ho alles­tito numerose mostre, ed è proprio in un­a di queste, che i miei lavori hanno susc­itato l’interesse della Commissione Cult­ura Città di Cosenza. Emozionata e fel­ice di ricevere questo conferimento come Art­ista.

Però è amante anche della cucina…

Mi occupo di cibo, poiché penso che esso sia davvero fondamental­e nella nostra vita, da esso prendiamo ­l’energia per vivere e il cibo è cultura, stimolo, piacere. La cucina è storia, geografia, vita sociale e culturale, lav­oro e gratificazione, scienza, arte, salu­te e peccato. Ho partecipato a varie tra­smissioni cucinando in diretta e scrivo ­di cibo su “Senzafili”, un sito online.  Inoltre preparo rosoli con ricette benedettine. 

Ritornando alla fotografia…Screenshot_2015-06-18-21-38-45-1

Le mie foto sono anche sul sito di Isabel­la Rauti Hand off woman. E continuerò a fotograf­are la vita, gli stati d’animo, il do­lore, la sofferenza delle donne. Continuerò a raccontare ma, soprattutto, ­a raccontarmi attraverso i miei scatti fotografici.

Lucia De Cicco

Convegno Amantea (Cs): Ritessere emozioni costruttive con la mediazione familiare

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Dottoressa Cristina Ciambrone
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Giusy Osso

Si terrà presso l’Hotel Mediterraneo di Amantea, il prossimo 27 maggio a partire dalle 15,30, il convegno pubblico “Ritessere emozioni costruttive con la mediazione familiare, aiuto alla coppia e alla famiglia in crisi. Modera il tavolo dei lavori, la giornalista Francesca Rennis, del comune di Amantea e saranno presenti, Giusy Osso e il Sindaco Monica Sabatino. I relatori, Cristina Ciambrone, mediatrice familiare con il tema “Amore alla fine dell’amore, la mediazione familiare”; l’avvocata, Olga Frassetti, mediatore familiare Aimef con il tema “Comunicare efficacemente: per un’ecologia della comunicazione nella coppia”, quali le strategie per un confronto costruttivo ed elaborazione del conflitto, dal disagio alla consapevolezza alla visione di sé. Il criminologo, Sergio Caruso, e pedagogista che relazionerà su 10997027_10205535950936588_6202371923956798866_o“Family murder, il delitto intra-famigliare”, conflitti relazionali, nuclei di patologie, distonie pedagogiche. L’assistente sociale, Rossella Lo Prete, che discuterà sul ruolo del servizio sociale e le nuove dinamiche familiari in caso di separazioni. Alla fine saranno consegnati gli attestati di partecipazione, con mostra fotografica di Carmela Paonessa, l’evento prevede dei crediti formativi per Avvocati e assistenti sociali, per informazioni e prenotazioni rivolgersi ai numeri 3381922775/3493046315

 Lucia De Cicco

Le cittè attraverso l’obiettivo della fotocamera

COSENZA – Dal 17 gennaio al 6 febbraio 2015 si terrà una mostra fotografica organizzata dall’associazione “L’impronta”. Gli autori, Salvatore Lembo, Gaetano Paraggio e Franco Sortini, indagano con stile personale il paesaggio, sia esso urbano, marino o rurale. Città analizzate con lo spirito del viaggiatore solitario, la radice del paesaggio che viene messa in costante relazione con la “contaminazione” che l’essere umano impone ai territori in cui vive, insieme ad una ricerca estetica. Tutto questo si potrà assistere all’esposizione dei tre fotografi salernitani.

Tutto pronto per l’evento InsideOFF a Lamezia Terme

“Nel preciso istante in cui l’obiettivo cessa di essere un semplice strumento e diventa un mezzo per svelare valori, passioni e vite di gente comune nasce InsideOFF.” E’ in questo modo che viene definito il progetto fotografico ideato da Riccardo Altieri in collaborazione con Antonio Renda e Raoul Ventura, giovani lametini che hanno voluto immortalare in 21 scatti oltre 40 persone che hanno partecipato entusiasti al progetto, mostrando ogni sfaccettatura della propria vita di fronte ad un obiettivo.

In una intervista esclusiva per Ottoetrenta.it, l’ideatore Riccardo ci ha spiegato: “Il nome InsideOFF nasce dal fatto che tutte le persone fotografate sono in qualche modo collegate all’ OFF Officine Sonore (un noto locale di Lamezia Terme, ndr). Abbiamo contattato questi amici che hanno voluto aprirci il loro mondo, facendosi fotografare nelle loro case, nella loro vita quotidiana o nei posti di lavoro. Questo ci ha permesso di immortalare i più svariati posti della città, anche i più intimi: aeroporto, palazzetto, teatro, parchi, uffici, bagni e perfino camere da letto!” – ci racconta entusiasta.
“Il nostro più grande desiderio è stato fin dal principio quello di coinvolgere quante più persone possibili, ma il tempo non ce lo ha permesso, dunque all’interno della nostra esposizione saranno presenti venti scatti, tutti realizzati in location strettamente collegate ai soggetti.

E’ quindi la volta dei ringraziamenti: “Ci teniamo a ringraziare particolarmente l’OFF Officine Sonore per la disponibilità mostrata di fronte al progetto e a Salvatore Perri che ci permetterà di esporre i nostri lavori il 5 Gennaio all’interno del Teatro Grandinetti in occasione della presentazione del progetto “Io mi racconto” del professor Antonio Perri. Chiaramente, un ringraziamento speciale va a tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa!

“Il nostro scopo è quello di coinvolgere tantissime persone, direttamente e indirettamente, offrendo alla città nuovi spunti, idee e punti di vista riguardo alla vita quotidiana e a tutto ciò che ci circonda in ogni istante!” – ci confessa infine Riccardo.

Una chicca in anteprima per i nostri lettori: “Durante i giorni dell’esposizione chiunque potrà votare le loro foto preferite! Ogni scatto, infatti, avrà un QR CODE allegato e basterà utilizzare una qualsiasi app QR CODE per smartphone per conteggiare il voto! E per chi non avesse l’app, metteremo a disposizione i nostri telefoni!”

Appuntamento dunque il 2-3-4 Gennaio presso l’ OFF Officine Sonore, via San Giovanni a Lamezia Terme e il 5 Gennaio al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme per la visione di questi scatti, di cui vi mostriamo il backstage in anteprima qui in basso.

Roberto Tarzia

   

Condivisi: Moda, foto e teatro raccontano le maschere

LAMEZIA TERME (CZ) –  “Il romanzo meraviglioso nasce dalla capacità del romanziere di interpretare le maschere degli uomini attraverso la sua maschera-psiche per farne i volti dei suoi personaggi.” Con queste parole, di Aldo Busi nel Manuale del perfetto Papà, è possibile spiegare in breve la mostra di arte organizzata dall’associazione lametina inoper@, con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme, che Sabato 15 e Domenica 16 Marzo ha animato la splendida location di Palazzo Nicotera.

Un mix di arte che va dalla fotografia alla pittura, passando per la moda, la scultura, il teatro. Artisti calabresi che hanno voluto mettersi in gioco per esprimere la loro visione della “Maschera”, il tema centrale della mostra espositiva “Condivisi”.

Già dai primi gradini del palazzo si respira un’aria di mistero e di farsa, tipica del periodo carnevalesco terminato pochi giorni fa. Ad accogliere il pubblico, Ilaria e Alfonsina, alcune modelle mascherate con il trucco, che camminano e sfilano tra sale del palazzo e tra le persone, accompagnandole e indossando gli abiti della celebre stilista lametina Elena Vera Stella, l’artista che crea capi per modelle, ma anche per persone comuni che vogliono un abito d’ Alta Moda, perché “la moda va sfruttata per esprimere se stessi e comunicare quell’Io che spesso si vuole nascondere dietro una maschera.”



Nella prima sala risalta subito all’occhio l’idea originale e innovativa di Riccardo Altieri e Antonio Renda, fotografi, che per la mostra scelgono uno shooting fotografico formato da location cittadine in bianco e nero, su ciascuna delle quali è impressa, con un eccellente lavoro di grafica, una maschera differente, tratta da celebri film del passato (tra cui The Mask, Batman, Hannibal Lecter, Pinocchio). Ma il nesso non è casuale, ha un senso ben definito (la maschera di V per Vendetta sul parco Peppino Impastato, come lotta alla criminalità ne è un esempio) ed è reso più comprensibile dalle citazioni che accompagnano ogni fotografia. La stanza scura è illuminata solo da luci colorate che danno una prospettiva camaleontica alle foto, donando un effetto molteplice ed assumendo quasi un significato diverso ad ogni colore.

Franz Mazza, fotografo, opta per uno shooting classico: la figura umana. E sopratutto il volto, “perché ogni volto, in sé, è una maschera; ossia, ogni individuo si rapporta alla “massa” nel modo in cui questa lo descrive. Ma ogni individuo ha più caratteri e più sfaccettature. Ci consideriamo “uno”, mentre la società ci considera “nessuno” o “centomila” a seconda della maschera che indossiamo.”

 

Damiano Cerra, fotografo, sceglie l’identità femminile: “la donna costretta dalla cultura e dalla società in cui vivono, a recitare il ruolo che gli viene assegnato.” E allora, nei suoi scatti la maschera è intesa come vestito che, una volta indossato, costringerà la donna a mettere in atto comportamenti a ruoli definiti: la donna forte e combattente come una guerriera amazzone; la donna sensuale a tutti i costi, ammaliatrice di uomini; la donna di casa, colonna portante della famiglia.

 

Ferdinando Cimorelli, pittore e scultore, guarda il contenuto della maschera: le sue sculture in arte pop, ritraggono soprattutto dei teschi. In particolare, da un ceppo di quercia (nella foto, in alto a sinistra), l’artista scava all’interno per mettere in risalto una metà di cranio, a voler indicare che ” anche se tutti indossiamo una maschera, scavando scavando, siamo tutti uguali.”

 

 

 


Riccardo Tropea
, pittore, indaga e spazia tra varie culture. Le sue opere, infatti, richiamano da un lato la mitologia greca (Pan, Zeus e Apollo), e quindi quel teatro greco dove le maschere servivano a caratterizzare il personaggio e dare un suono più udibile alla platea, fino a raggiungere i confini della Terra con i Maori ed il loro Moko: il tradizionale tatuaggio con cui questa popolazione dipinge i propri volti. “La maschera si fa identità. Una maschera che non cela, ma rivela; una non-maschera capace di raccontare la storia di un uomo. I segni vengono aggiunti man mano che l’uomo cresce e descrivono la sua vita, il suo lavoro, la discendenza e il clan di appartenenza.”

Conclude la mostra, Achille Iera, giovane attore lametino, impegnato in una eccezionale interpretazione di un monologo tratto dall’opera “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello. Interpretazione resa ancora più affascinante da un blackout tecnico. E allora, l’ombra proiettata su un muro da una luce artificiale, impressiona: un uomo che parla, racconta qualcosa; un uomo che non è nessuno, perché ad eccezione del contorno, della forma, è tutto nero, senza dettagli; ma è anche centomila, perché ciascuno degli ascoltatori, in quell’ombra, può vederci se stesso.

L’associazione inoper@ ringrazia il Comune di Lamezia Terme, gli artisti che hanno partecipato, Igers Lamezia Terme e quanti hanno contribuito con qualche offerta e con la propria presenza a questa mostra culturale.
All’evento hanno partecipato gli assessori Giusi Crimi e Rosario Piccioni, oltre che al Sindaco Gianni Speranza.

 


Roberto Tarzia