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Frode milionaria e appalti truccati al Comune di Cosenza

COSENZA – Dalle prime ore dell’alba i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di
Cosenza, nell’ambito di due diverse indagini dirette dalla Procura della Repubblica di
Cosenza, stanno eseguendo delle misure cautelari reali e personali.La prima attività sta interessando i cosiddetti  appalti “spezzatino” del comune di Cosenza. Nello specifico le fiamme gialle stanno eseguendo tre misure interdittive della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di dirigenti/funzionari del comune di Cosenza ed una misura cautelare interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriale per un appaltatore cosentino. I reati contestati ai diversi indagati, per le singole fattispecie, vanno dalla corruzione per atto d’ufficio all’abuso d’ufficio. L’attività di indagine si è concentrata principalmente sui lavori affidati con il sistema del cottimo fiduciario dal Comune di Cosenza ad un numero ristretto di imprese, senza il rispetto dei principi di rotazione e di trasparenza, in violazione all’art.125 del D.Lgs. n. 163/2006 – cd. Codice degli appalti (oggi art. 217 D.Lgs.50/2016). L’analisi delle circa cinquemila Determine dirigenziali del Comune di Cosenza prese in considerazione hanno evidenziato anomalie nell’utilizzo della procedura di affidamento dei lavori in economia, nella non osservanza del principio di rotazione, trasparenza e parità di trattamento previsto al comma 8 dell’art 125 nonchè nell’affidamento dei lavori, molto spesso al di sotto dei 40.000 euro, ad un numero ristretto di operatori economici, anche in violazione del divieto di frazionamento previsto al comma 13 dell’art 125. Le indagini hanno altresì dimostrato come il mancato rispetto della normativa vigente in tema di affidamento dei lavori sia collegata all’ottenimento di altre utilità, per sè o per i propri familiari, da parte di alcuni dipendenti e dirigenti del comune di Cosenza. L’importo complessivo contestato, in riferimento ai lavori affidati da parte del Comune di Cosenza, nelle annualità dal 2012 al 2015, è pari ad € 2.150.595,00 (oltre IVA). Le indagini, svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, hanno consentito alla Procura della Repubblica di richiedere ed ottenere il provvedimento notificato in data odierna agli indagati.  Contemporaneamente i militari della Compagnia di Cosenza, stanno eseguendo un Decreto di sequestro per equivalente emesso dal G.I.P. presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica, per quasi tre milioni di euro nei confronti di quattro società responsabili di aver realizzato una frode fiscale milionaria attraverso l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Gli investigatori cosentini stanno sottoponendo a sequestro tutti i beni di proprietà delle società, ovvero i saldi attivi presenti sui rapporti finanziari, gli immobili situati in territorio calabrese e le quote sociali. Il sequestro scaturisce da una verifica fiscale svolta nei confronti di un azienda cosentina, attiva nel settore immobiliare, nel corso della quale venivano individuate operazioni commerciali “anomale” intercorse con altre sei società, operanti nel medesimo settore, di cui tre con sede in Cosenza e tre con sede “dichiarata” in Roma. Mirati accertamenti effettuati presso le sedi romane delle tre società permettevano di rilevare che le stesse erano meramente cartolari e che quelle effettive erano ubicate nella Provincia di Cosenza. A seguito di ulteriori approfondimenti contabili, svolti nei confronti delle società coinvolte nel meccanismo fraudolento, veniva rilevato l’inserimento in contabilità di fatture ed altri documenti falsi per diversi milioni di euro al fine di “gonfiare” fittiziamente i costi e ridurre gli utili dell’impresa. Falsi acquisti di edifici in costruzione, compravendite fittizie di immobili già costruiti, adibiti ad uso abitativo o commerciale, e finte realizzazioni di impianti o altre opere murarie su diversi fabbricati, attestavano false operazioni e costi in realtà mai sostenuti. Rilevata altresì la presenza di un contratto di appalto, stipulato tra due società coinvolte nelle indagini, con cui la prima demandava alla seconda la realizzazione di un importante complesso immobiliare, seppur quest’ultima era sprovvista della necessaria capacità operativa, poiché nel corso degli anni aveva assunto solo personale con mansioni amministrative. Tutte le società nei cui confronti venivano svolte le attività ispettiva risultavano gravate da una rilevante esposizione debitoria prevalentemente nei confronti dell’Erario e di Istituti previdenziali. La Procura ha avanzato istanza di fallimento per tre delle società interessate dal provvedimento, in ordine alle quali ha ottenuto dal Tribunale fallimentare la dichiarazione di fallimento per una e la riserva di decisione per le altre due. L’indagine rientra in un più generale contesto investigativo portato avanti dall’ufficio. Prosegue l’attività della Procura della Repubblica di Cosenza volta a garantire il rispetto delle leggi e l’osservanza delle norme fissate dal Legislatore volte a tutelare il libero esercizio delle attività imprenditoriali in condizioni di parità, eguaglianza e trasparenza.

Frode allo Stato, Calabria al primo posto, Cosenza da bollino nero

CATANZARO –  In Calabria nel 2016 i casi di frode creditizia o emissione di cambiali e assegni a nome altrui perpetrati mediante furto di identità sono stati 1.277 con un +7,0% rispetto all’anno precedente. Lo rileva un report dell’Osservatorio sulle Frodi Creditizie e Furti d’Identità di Crif. “Rapportando il numero delle frodi sui volumi di credito erogato – è scritto in un comunicato – emerge che la Calabria scala la classifica passando dalla nona posizione alla prima. Il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Cosenza, con 451 casi che portano l’area territoriale ad occupare la 11/ma posizione nel ranking nazionale, seguita da Reggio, con 369 casi (15/ma posizione assoluta). Vibo è, invece, la provincia calabrese meno colpita da questo fenomeno criminale con 113 casi registrati nel 2016. Cosenza è anche la provincia ad avere fatto segnare anche la crescita più sostenuta in regione con un +39,8% rispetto al 2015. Forte incremento dei casi anche a Vibo Valentia (+22,6%)”.

Maglie Juventus contraffatte, sventata colossale frode. Sequestri anche in Calabria – VIDEO

COSENZA – Erano pronti ad invadere il mercato con migliaia di articoli con i simboli contraffatti delle due squadre di calcio finaliste della “Uefa Champions League”, proprio in vista della partita che questa sera decreterà la squadra campione d’Europa. Ma l’intervento della Guardia di Finanza di Torino ha sventato una colossale frode, nell’ambito dell’operazione “Leggenda”, il cui nome tre origine proprio dalla serigrafia della nuova t-shirt registrata dalla società Juventus, in occasione dei festeggiamenti per le ultime vittorie, ovviamente anche questa ambita maglietta è stata oggetto di contraffazione. Quattro i denunciati per la vendita di prodotti contraffatti, ricettazione e frode in commercio. Si tratta di un torinese, un biellese, un calabrese ed un veronese, originario di Potenza. Gli indagati gestivano una vera e propria industria dei pezzi taroccati, con base logistica nel canavese. Oltre 250mila gli articoli sequestrati dai finanzieri del Gruppo Torino, con il contributo dei colleghi del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza, del Gruppo di Ivrea e della Tenenza di Peschiera del Garda. La collaborazione tra i vari reparti della Guardia di Finanza ha permesso di smantellare l’intera organizzazione nel corso delle numerose perquisizioni effettuate in Calabria, Veneto e naturalmente in Piemonte. Oltre agli articoli contraffatti, è stato sequestrato anche il materiale necessario per produrre i falsi: due stamperie con macchinari a pieno regime, con plotter, stampanti, personal computer collegati in rete con relativi file dei loghi contraffatti, cucitrici e confezionatrici. Le operazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo sabaudo, hanno consentito di ricostruire l’intera filiera produttiva e distributiva della contraffazione, che era in procinto di realizzare una frode del valore di 2 milioni di euro che avrebbe creato un danno all’economia legale di 4 milioni di euro, considerando che il prezzo di vendita delle magliette contraffatte si aggira sui 10 euro, mentre quello delle T-shirt originali parte dai 20 euro raggiungendo cifre considerevolmente più alte.

 

 

 

Frode nell’esercizio del commercio, denunciati

MONTALTO UFFUGO (CS) – I militari della Stazione di Lattarico hanno deferito in stato di libertà un 59enne di Montalto per il reato di “frode nell’esercizio del commercio”. L’uomo veniva fermato con il suo autocarro, durante un controllo alla circolazione stradale, con all’interno 31 bombole GPL per uso domestico destinate alla vendita porta a porta. Dalle verifiche condotte sono emerse anomalie sui documenti di trasporto oltre alla pericolosità in merito al trasporto del materiale altamente infiammabile. A bordo del mezzo sono stati rinvenuti 61 tappi di colore blu utilizzati come falsi sigilli relativi all’azienda di sua proprietà: il materiale è stato posto sotto sequestro.

Un episodio simile è accaduto anche ad una 32enne cosentina sempre per il medesimo reato. I militari, durante un controllo, hanno fermato il marito della donna. Dalla indagini è emerso che quest’ultima, in qualità di legale rappresentante di una società di fornitura GPL a Montalto, si era indebitamente appropriata di diverse bombole riempiendole e trasportandole senza i sigilli di garanzia: anche in questo caso il materiale è stato sequestrato.

Prodotti irregolari, sequestro della guardia di finanza

CROTONE – La Guardia di finanza ha sequestrato in Calabria oltre 8.500 prodotti fra cosmetici, apparecchiature elettriche, giocattoli, ferramenta e altro con falsa o mancante marcatura CE, o comunque privi o carenti dell’indicazione dei requisiti minimi di sicurezza previsti dalla normativa dell’Unione Europea e nazionale, a tutela della salute. Le fiamme gialle di Crotone, anche grazie alle analisi delle banche dati a disposizione del Corpo, hanno effettuato perquisizioni, accessi, ispezioni e verifiche delle merci che hanno coinvolto più reparti della Regione. In particolare i controlli dei finanzieri crotonesi prima e di quelli del Gruppo di Lamezia Terme poi, hanno portato al sequestro degli oltre 8.500 prodotti. Sette persone di nazionalità cinese sono state denunciate per frode in commercio attraverso l’illecita commercializzazione di merce non sicura.

Olio estero spacciato per italiano. Maxi operazione antifrode tra Puglia e Calabria

Olio 2TRANI (BA) – L’Ispettorato repressione frodi del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha condotto una vasta operazione, denominata in codice “Mamma Mia”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, in collaborazione con la Guardia di finanza, che ha portato al blocco di un vasto e collaudato sistema di frode, radicato in Puglia e Calabria, nel settore oleario. Sono otto gli indagati, accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali, connessi a un giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro, attestanti il commercio di 2mila tonnellate di olio certificato 100% italiano ma proveniente in realtà da altri paesi. La minuziosa e complessa attività di analisi degli investigatori ministeriali, ha permesso di accertare che tra il 2014 ed il 2015 oltre 2mila tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da Spagna e Grecia sono state commercializzate come olio 100% Italiano. Il complesso sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l’origine nazionale di olio extravergine di oliva. Il prodotto poi, arrivava presso ignari soggetti imbottigliatori pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato con la certificazione apparentemente regolare di made in Italy. Le persone coinvolte provvedevano poi a smaltire l’olio non italiano attraverso vendite fittizie a operatori compiacenti, anche esteri, al fine di farne perdere le tracce. Le ipotesi investigative sono state confermate anche da Organismi di controllo esteri. Alla luce di quanto emerso dalle indagini, su delega e sotto il coordinamento del dott. Antonio Savasta della Procura della Repubblica di Trani, con la collaborazione della Guardia di Finanza di Andria, Crotone e Gioia Tauro, sono stati eseguiti 16 sequestri e 12 perquisizioni. Nel corso dell’operazione è stata sequestrata un’ingente mole di documentazione e anche materiale informatico, attualmente al vaglio degli investigatori dell’Ispettorato repressione frodi. Le partite di falso olio 100% Italiano sono state rintracciate mediante la documentazione di vendita, mentre le quote ancora residue saranno ritirate dal mercato mediante un articolato sistema di richiamo dei prodotti irregolari.

A Catanzaro frode fiscale per 900 mila euro

Catanzaro ( Cz) – Sono due le società di servizi “cartiere”, finite nel registro degli indagati. Le due aziende  emettevano verso terzi fatture attestanti la fornitura di beni e servizi falsi. A scoprire il fatto,il  gruppo della Guardia di finanza di Catanzaro.
L’attività dei finanzieri, che ha accertato una frode per 900 mila euro, ha consentito di far emergere l’esistenza di un sodalizio di imprese, operanti nel catanzarese, che ha realizzato un giro di certificazioni di rapporti commerciali, mai avvenuti, al fine di consentire alle imprese coinvolte indebiti vantaggi di natura fiscale.
Le indagini, avviate nel 2014, hanno permesso di individuare alcune aziende risultate destinatarie di fatture false utilizzando i dati identificativi di soggetti estranei alla frode o addirittura inesistenti. Individuato anche un imprenditore, operante nel catanzarese, che oltre ad utilizzare le false fatture, ha realizzato un autonomo sistema di emissione di false certificazioni fiscali, utilizzando dati di due soggetti economici ignari del ruolo di emittenti.

Allacci abusivi a rete idrica, 3 denunce

Corpo forestale dello Stato scopre furto d'acqua potabile a Reggio CalabriaREGGIO CALABRIA – Si erano collegati abusivamente alla rete idrica cittadina di Reggio Calabria ma sono stati scoperti. Tre intestatari delle utenze B.M.A. di 67 anni, B.P. (75) e M.A. (77), sono stati denunciati dal Corpo forestale dello Stato per furto d’acqua. Gli agenti, assieme a tecnici comunali, nel corso di controlli per il contrasto al fenomeno hanno individuato tre abitazioni collegate fraudolentemente con un rubinetto alle condutture di alimentazione a monte dei rispettivi contatori.

Ottenevano fondi per corsi mai realizzati: 8 denunce a Crotone

CROTONE – La Guardia di Finanza di Crotone, ha sequestrato conti bancari e beni immobili pari ad un importo di 714.000 nei confronti degli amministratori di una società di persone operante nel settore delle costruzioni: otto le persone denunciate. I finanzieri hanno monitorato l’iter relativo all’impiego di risorse comunitarie, erogate tramite la Regione Calabria, destinate ad incentivare le imprese nell’incremento occupazionale. guardia-di-finanza-1

Ad eccezione di un solo lavoratore, i dipendenti  non hanno risconosciuto le firme apposte sui registri delle presenze, dichiarando di non aver partecipato ad alcun corso di formazione. Inoltre, la stessa assunzione dei neo dipendenti è apparsa irregolare, trattandosi di personale già impiegato in altre aziende riconducibili agli stessi soggetti arrestati. I lavoratori, da quanto appurato dagli investigatori, erano stati licenziati poco prima di essere assunti dal nuovo soggetto societario, al solo fine di ottenere il finanziamento. Molti di questi non avevano i requisiti tali da poter essere considerati appartenenti alle categorie svantaggiate.

 

 

Truffa per 700 mila Euro: 4 Denunce

soldi-euro-id9901CORIGLIANO CALABRO (CS) – La Guardia di Finanza di Corigliano Calabro ha scoperto un truffa da 700 mila euro ai danni della regione Calabria.

Quattro le persone denunciate, per frode, truffa e reati fiscali, provenienti da tre società del settore edile che hanno fatto risultare false fatture allo scopo di ricevere fondi della regione per lo svolgimento di corsi di formazione a persone diversamente abili.

I fondi erogati, destinati al progetto e quindi a favorire l’occupazione, non sono mai stati investiti per lo svolgimento dei corsi.