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Franco Sergio spinge per una nuova legge sulle fusioni per tutelare i comuni più piccoli

COSENZA – «Mancanza di presìdi di prima istanza per la prevenzione sanitaria e nei servizi sociali per anziani, malati cronici e disabili, sistema viario disastrato, disattenzioni economiche verso scuole e  sicurezza municipale, assenza di manutenzione infrastrutturale, opere incompiute, trascuratezza del trasporto pubblico locale, incapacità di avviare progetti innovativi e. Sono i gap di funzionamento dei Comuni, favoriti da eccessiva frammentazione amministrativa municipale, generatrice di crescente polverizzazione delle risorse disponibili, nei confronti della quale occorre opporre un complesso organico di norme funzionali ad assicurare corretto riordino territoriale e sinergia con province e Regione». Parte da tale premessa la proposta di legge 244/10ª, su iniziativa dei consiglieri Franco Sergio ed Orlandino Greco, che ha avuto parere favorevole all’unanimità della 2ª Commissione Bilancio.

La proposta – “Riforma in materia di riordino territoriale delle circoscrizioni comunali, fusione e modalità di effettuazione dei relativi referendum consultivi” –, ha svolto un ulteriore passo in avanti il cui prossimo step finale è l’approdo in Consiglio regionale. Divenuta legge innoverà le disposizioni, ormai datate, della normativa vigente e che, notoriamente, non pochi problemi hanno creato agli ultimi processi di fusione.

Il documento intende superare le criticità che hanno portato alla nascita dei comuni di Casali del Manco e Corigliano-Rossano.

«Con l’attuale normativa, infatti – come si legge nella nota-, i cittadini non sono nelle condizioni di conoscere lo stato di fatto dei comuni coinvolti e, spesso il voto al referendum è stato dato con motivazioni di tipo “politico ed emotivo”, senza una reale cognizione della stabilità del nuovo ente. Viceversa il nuovo testo, consentirà ai cittadini di arrivare ad una scelta consapevole, perché l’istanza per l’istituzione di nuovi comuni dovrà essere accompagnata da uno “studio di fattibilità” contenente motivazioni giustificative dell’iniziativa sotto il profilo sociale, culturale, economico, patrimoniale, giuridico e organizzativo. Studio di fattibilità il cui modello di riferimento è “l’allegato A” della legge. Tale modello potrà essere redatto senza dispendio di risorse finanziarie con il supporto tecnico di un “Osservatorio sulle unioni e le fusioni” istituito presso il dipartimento enti locali della Giunta regionale.
In tal modo non si arriverà a processi di fusione frettolosi e privi di una visione a lungo termine e che garantiscano tutti gli attori istituzionali e sociali coinvolti. Secondo quanto prescritto dalla proposta, infatti, nel caso di creazione di nuovo ente si dovranno attestare: le condizioni finanziarie sufficienti, compatibilmente alle regole che disciplinano l’equilibrio economico, all’esercizio delle funzioni istituzionali e alla gestione dei servizi pubblici comunali; uno Statuto conforme per tutti gli enti interessati, che entrerà in vigore con l’istituzione del nuovo Comune e sarà modificabile solo dai competenti organi del nuovo ente. Altro punto fondamentale è che la proposta referendaria verrà accolta solo nel caso in cui si esprimerà favorevolmente la maggioranza assoluta degli aventi diritto per ciascun comune interessato, evitando così vere e proprie annessioni come avvenuto con Spezzano Piccolo nella fusione di Casali del Manco dove la maggioranza dei cittadini si era espressa per il “no”. I consiglieri Sergio e Greco hanno elogiato la “Fondazione Trasparenza” per il fattivo interessamento in fase di elaborazione».

La proposta (che verrà esaminata in Aula per l’approvazione finale), vuol incoraggiare processi di unione, costruendo, dal basso, la miglior forma possibile di riorganizzazione istituzionale. In tal modo la Calabria si doterebbe – dopo più di 30 anni – di un articolato che detta procedure adatte a favorire democraticamente le fusioni, nel pieno rispetto anche delle comunità di minori dimensioni demografiche e territoriali».

San Marco Argentano e Cervicati verso la fusione

SAN MARCO ARGENTANO (CS) – I comuni di Cervicati e di San Marco Argentano hanno avviato un progetto di fusione che potrebbe concretizzarsi entro poche settimane. Il consiglio comunale di San Marco Argentano ha già deliberato a favore, mentre è di prossima convocazione quello di Cervicati. La data del referendum consultivo sarà fissata dalla Regione Calabria, a valle delle delibere dei due consigli comunali.

Si tratta della terza recente fusione in Calabria dopo l’istituzione di Casali del Manco e di Corigliano Rossano. E’ una fusione che vale più di 1,6 milioni di Euro all’anno. E’ questo, infatti, l’ammontare del bonus che lo stato italiano trasferirà all’ente che risulterà dalla fusione tra Cervicati e San Marco Argentano. Un bonus che sarà erogato per periodo di 10 anni, mobilitando, quindi, un volume addizionale di risorse superiore a 16 milioni di euro.

Di questo e dell’impatto sulla struttura delle entrate e delle spese del nuovo ente si è parlato in un incontro divulgativo che si è tenuto giovedì 22 Novembre presso la sala consiliare del comune di Cervicati.

Alcune preliminari valutazioni sul valore economico-finanziario della fusione sono state sintetizzate in una breve nota di OpenCalabria pubblicata su http://www.opencalabria.com/fusioni-tra-comuni-convegno-a-cervicati/ a cui si rimanda per approfondimenti.

Corigliano-Rossano, Scarcello: «Si cerca ancora di sabotare il processo di fusione»

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – «Abbiamo il fondato sospetto che le azioni di sabotaggio a danno del processo di fusione di Corigliano-Rossano non si siano fermate. Sapevamo e abbiamo piena consapevolezza,  da sempre, che il cammino di unificazione delle due realtà non sarebbe stato semplice e che, comunque, ci vorrà del tempo per rendere omogeneo l’apparato burocratrico-amministrativo. Ma nulla può giustificare la soppressione di servizi già esistenti o, peggio, l’insolenza con la quale si sta portando avanti l’azione di gestione straordinaria del Comune. Perché si fa questo?».

È quanto denuncia il coordinatore civico Corigliano-Rossano de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Vincenzo Scarcello, ritornando ad incalzare l’amministrazione commissariale del neo-comune Corigliano-Rossano non solo per l’opinabile gestione della vicenda legata al Piano strutturale associato della Sibaritide, quanto per la paventata chiusura anticipata del servizio di assistenza fisica nelle scuole.

«La legge 56/2014, quella che regola le fusioni dei comuni, per intenderci  – ricorda Scarcello – non è stata strutturata per togliere privilegi e diritti alle comunità amministrate. Semmai per razionalizzarli e migliorarli nel loro effetto. È, questa, una prerogativa essenziale non tanto per la politica, che sarà chiamata a governare questi processi in un secondo momento, quanto ora per la gestione tecnica. Che ha il dovere di avviare questa grande macchina operativa, a servizio dei cittadini, cercando di armonizzarla nel migliore dei modi possibili. Questo dovrebbe essere! Invece, quello abbiamo notato, in questo primo mese di attività del nuovo municipio, è la macchinosità di un commissario prefettizio ingessato, che inevitabilmente si ripercuote sull’intero apparato comunale. Perché questo atteggiamento ermetico e di chiusura? Perché, ad esempio, sospendere anzitempo con un telegrafico messaggio e senza motivazioni l’assistenza fisica nelle scuole? Un servizio che – ricorda il coordinatore del CCI – è da sempre uno dei fiori all’occhiello della rete sociale territoriale e si deve saper cogliere l’opportunità di estenderlo alle scuole di primo grado di tutto il territorio comunale per contribuire a dare sollievo alle famiglie e ai ragazzi diversamente abili, così come a tutelare la forza lavoro specializzata esistente. Per non parlare, poi, di come si sta gestendo la questione del PSA. Tutte le forze politiche e sociali, in modo trasversale, stanno chiedendo al Commissario prefettizio di soprassedere all’approvazione perché all’interno del piano mancano alcuni indirizzi essenziali per la nuova Città che possono essere dettati solo da un’amministrazione comunale democraticamente eletta. Ovviamente – conclude Scarcello – non siamo qui per fare le barricate o cercare lo scontro in un momento in cui la convergenza di forze e idee è essenziale, ma pretendiamo il dialogo per scongiurare che la vita della nuova Città nel prossimo anno possa essere gestita da un’oligarchia chiusa che, a nostro avviso, sta dimostrando di voler sabotare a tutti i costi il delicato processo di fusione».

 

Fusione Corigliano-Rossano, Oliverio sull’insediamento di Bagnato

Fusione Corigliano-Rossano, Oliverio: «Auguri a prefetto Bagnato per insediamento a commissario, ora percorso  di unificazione personale e servizi».

Con l’insediamento del Commissario prefettizio, Domenico Bagnato, è nato il nuovo Comune di Corigliano-Rossano, che con i suoi 78 mila abitanti diventa il terzo per popolazione della Calabria, dopo Reggio e Catanzaro.

La nascita del nuovo Comune – è scritto in una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale – è stata sancita con la vittoria del sì al referendum sulla fusione che si è svolto il 22 ottobre scorso.

Il prefetto Bagnato gestirà il Comune unificato fino alle elezioni amministrative del 2019. Nel suo primo giorno di lavoro Bagnato ha avuto un incontro con tutti i dirigenti per esaminare la situazione nei due Comuni ed avviare la risoluzione di tutte le criticità presenti.

«Rivolgo gli auguri di buon lavoro – dice il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio – al prefetto Bagnato e a tutti i funzionari, per arrivare nel modo migliore possibile all’unificazione del personale e dei servizi che il nuovo Comune dovrà rendere alla cittadinanza.

Si tratta di un percorso impegnativo che va nella direzione di un impegno e di un’attività politica e amministrativa che come Regione stiamo perseguendo dal momento stesso in cui ci siamo insediati».

Madeo: «Dalla fusione pretendiamo contenuti. Ora e non poi!»

CORIGLIANO (CS) – «Dall’odierna Conferenza congiunta dei capigruppo consiliari di Corigliano e Rossano emerge, ancora una volta, il clima di grande confusione e incertezza politico-amministrativa che si registra attorno alla cosiddetta fusione tra le due limitrofe realtà urbane e alla nascitura Città unica della Sibaritide che vedrà ufficialmente la luce il prossimo 31 marzo». È quanto dichiara Francesco Madeo, capogruppo del Movimento Aria Nuova – Riferimento Popolare all’interno del Consiglio comunale di Corigliano, il quale pone l’attenzione su temi particolarmente cari alla sua azione politica, ambiente in primis.

La posizione di Madeo

«Reputo inaccettabile, e penso di esprimere questo stato di malessere anche a nome di tanti miei concittadini, che alla vigilia di un così importante momento per il futuro del territorio e delle popolazioni interessate continui a permanere un’atmosfera di apatia o il più delle volte, peggio ancora, di superficialità. Dalla fusione che verrà – spiega Madeo – pretendiamo contenuti, in termini di chiari obiettivi e servizi strategici, e li pretendiamo ora e non poi, senza rinviare alle calende greche. Ne va della credibilità della stessa idea di Città unica e di quanti si sono impegnati per la sua realizzazione. Non è infatti possibile che ancora oggi, anziché soffermarsi su poche ma ben precise questioni, ci si continui ad arrovellare intorno alle chiacchiere, alla burocrazia, al dispendio di tempo ed energie per scrivere o modificare punti di uno statuto. Riteniamo sia invece ineludibile, oggi più che mai, affrontare unitariamente e all’insegna del confronto tematiche non più procrastinabili, quali ad esempio la scadenza del Psa, il futuro dei Por, tutto ciò che attiene all’ambiente pubblico e agli annessi servizi (ad iniziare dalla raccolta differenziata) durante la gestione commissariale ormai alle porte. Sono questi gli argomenti che toccano da vicino le condizioni di vivibilità del territorio da parte dei cittadini, i quali devono essere i veri protagonisti della stagione di radicale cambiamento in atto».

«Aria Nuova-Riferimento Popolare – prosegue il consigliere Madeo – non è disponibile ad ulteriori rinvii di simili questioni, alla perdita di tempo in nome di un vetusto politichese che non interessa la gente comune. La fusione porta con sé grandi interrogativi e necessità di sciogliere dubbi sui predetti strumenti di pianificazione territoriale, sull’intercettazione di finanziamenti pubblici, sulle scelte da assumere in materia ambientale. Su tutto questo dobbiamo confrontarci e assumere decisioni. Ora e non poi!»

Fusioni, Graziella Algieri: «Fondamentale l’approvazione della proposta di legge di Orlandino Greco e Franco Sergio»

COSENZA –  «Le fusioni tra i Comuni- rende noto Graziella Algieri, responsabile di Italia del Meridione -nascono da una esigenza di risparmio di spesa e dalla necessità di fornire al territorio servizi qualitativamente e quantitativamente migliori. Queste devono essere progettate e devono prevedere investimenti ma anche una realtà amministrativa organizzata e capace di innovare e garantire servizi ai cittadini. L’incentivazione prevista dallo Stato per i processi di fusione è interessante, soprattutto per quelle già realizzate e il contributo straordinario, più volte modificato nel corso degli anni, è fissato, comunque, in misura non superiore a 2 milioni di euro per ciascun beneficiario. Le modalità e i termini per il riparto e per l’attribuzione dei contributi sono definite con apposito decreto che precisa la quantificazione del contributo annuale spettante a ciascun in base ai fondi erariali stanziati e dal numero degli enti che ogni anno ne hanno diritto, nel limite massimo dei suddetti fondi. Viene data priorità alle fusioni o incorporazioni aventi maggiore anzianità in caso di richieste di contributo erariale superiore ai fondi stanziati. La criticità, più volte precisata, per i Comuni conurbati è la difficoltà di rendere visibile nel bilancio l’utilizzo delle risorse straordinarie acquisite con la fusione, ovvero l’effettivo utilizzo in servizi e opere pubbliche. Ulteriore criticità è l’incertezza dell’ammontare effettivo, condizionato sia dallo stanziamento sia dal numero dei beneficiari, sia dalla tempistica. Necessario, pertanto, una basilare e corretta progettualità e l’introduzione di un vincolo di destinazione con preferenze per gli investimenti delle risorse derivanti dalla fusione, vincolo, oggi, inesistente la cui assenza, purtroppo, non ne garantisce l’effettiva realizzazione, ovvero, del miglioramento dei servizi. Necessario un progetto di fusione, un progetto innovativo con capacità di innovare sia quantità che qualità dei servizi. Inutile ribadire che nelle fusioni dei Comuni calabresi non esiste alcuna progettualità, studi specifici e non esiste, dunque, alcun dato concreto e valutabile come elemento oggettivamente positivo tendente a realizzare una buona fusione, con maggiore quantità e qualità di servizi. Non dimentichiamo la necessaria incentivazione anche da parte delle Regioni, come hanno previsto tutte le Regioni virtuose, per garantire la buona riuscita dei processi di fusione. Il TUEL fissa apposita incentivazione per promuovere il processo di fusione dei Comuni da parte delle Regioni. Incentivazione che la Regione Calabria non ha fissato. C’è da augurarsi, in allineamento alle virtuose, per garantire il successo del processo di fusione, la lungimiranza della Regione Calabria nel fissare il necessario contributo ai Comuni Calabresi già fusi o in procedimento di fusione. Tutte le altre virtuose Regioni Italiane, hanno programmato le fusioni dei piccoli Comuni. Ricordiamo che l’intento del Legislatore, di cui alla delega 42/2009, è sempre stato quello di risolvere la tematica dei “piccoli Comuni” che rischiano, per popolazione ridotta, a non avere un’adeguata erogazione dei servizi essenziali e un conseguente degrado del territorio.
Il caso dei Comuni Calabresi, Corigliano – Rossano, non di certo piccoli, fuoriesce dalla previsione e dall’intento del Legislatore Nazionale. Tutte le altre Regioni hanno accompagnato il processo di fusione da ponderosi, accurati, pregevoli studi di fattibilità. Tutte le altre regioni hanno fissato una elevata partecipazione dei cittadini e delle forze sociali. Ben noto il caso Corigliano – Rossano, ove, invero, non vi è mai stato un confronto politico tra i due Consigli comunali e di dialogo tra i due sindaci.
Tra le Regioni virtuose basta prendere ad esempio la Lombardia: ha previsto anche le modalità e la progettazione della fusione per incorporazione fissata dalla Legge Delrio, mentre la Calabria resta ancorata alla vecchia Legge 13/83. Ha fissato la presentazione della domanda di fusione “corredata da adeguato progetto”. Ha fissato la partecipazione dei cittadini e delle forze sociali ed economiche presenti nel territorio, ovvero una fase preliminare di confronto tra le Amministrazioni Comunali e i cittadini. Alla luce delle osservazioni nei 60 giorni di pubblicazione del progetto di fusione, i Comuni approvano eventuali controdeduzioni, oppure, qualora prevalga l’orientamento contrario della proposta sarà necessario interrompere il procedimento. Inutile ricordare che tutta questa virtualità, questa forma di partecipazione, al fine di garantire il buon andamento del relativo procedimento, è totalmente assente nei procedimenti di fusione dei Comuni calabresi. La proposta di Legge di Orlandino Greco e Franco Sergio, in riforma alla obsoleta Legge Regionale 13/83, parte da 4 indiscutibili principi e regole necessarie per garantire il buon andamento del processo di fusione, per come fissa la stessa Legge Delrio che parte dal processo di riordino territoriale basato sui principi del buon andamento ( art 97 Cost.) ed adeguatezza funzionale (art. 118 Cost.)
1) Prima Regola necessaria per affrontare una giusta fusione, prevedere gli studi di fattibilità, fissati da tutte le Regioni. 2) Seconda Regola, la previsione di un quorum. La reale partecipazione dei cittadini è fondamentale in un Paese democratico. Basta prendere ad esempio il caso Corigliano – Rossano che ha visto una partecipazione al referendum del 32,97%, 12.507,00 votanti su 38.236 aventi diritto hanno deciso le sorti di una città. L’astensionismo e la disaffezione al voto è un fenomeno da considerare e affrontare. Una tematica seria e delicata che potrebbe portare allo smantellamento della democrazia. Non potendo costringere l’intero corpo elettorale a recarsi alle urne, il quorum diventa necessario. Non dimentichiamo, a tal uopo, le vedute del Costituente Mortati. Per Mortati il referendum era uno degli istituti atti a “a far sì che il popolo non sia una istanza pura e semplice di preposizione ma divenga invece un organo di decisione politica, chiamato a dire la sua parola decisiva quando si presentano questioni di vasto rilievo politico”. Il Costituente, congiuntamente ad altri illustri suoi colleghi, all’Assemblea Costituente del 21 gennaio 1947, hanno chiarito e precisato l’importanza di una percentuale di quorum a garanzia della democrazia ed hanno ribadito: “che ammettere un referendum al quale abbia partecipato uno scarso numero di elettori, si ammette un principio che può essere gravido di conseguenze molto importanti e pericolosissime”. 3) Terza Regola, la sommatoria dei voti tra i comuni interessati al referendum, il noto articolo 44 della Legge Regionale 1983 impropriamente modificato. Non può esistere, per decidere una fusione, il calcolo di una sommatoria dei Comuni interessati. La volontà singola dei Comuni va, assolutamente, rispettata. La decisione dei singoli Comuni diventa vincolante. Il mancato rispetto della volontà popolare del singolo Comune che decide di non fondersi con gli altri, diventa arbitrio e restano “cittadini senza scettro”, lo scettro della sovranità, come nell’assurdo caso di Spezzano Piccolo. 4) Quarta Regola, la previsione di escludere, nel rispetto della sovranità popolare, i Comuni che non hanno votato favorevolmente alla fusione e ridare agli stessi “lo scettro della sovranità”, oggi arbitrariamente soppressa.
Nel testo di riforma presentato da Greco e Sergio, che la Regione avrebbe già dovuto approvare prima di avviare i processi di fusione, come le Regioni virtuose del centro e del nord le quali dapprima hanno fissato le regole e poi avviato le procedure, solo un lettore miope non vede la volontà positiva di avviare i processi di fusione, processi però fatti bene, con progettualità e diretti a garantire una effettiva volontà dei cittadini e una effettiva realizzazione del miglioramento dei servizi.
“Il rispetto del principio di partecipazione delle Comunità locali è diretto a garantire l’autonomia degli enti minori nei confronti delle stesse Regioni per evitare che queste possono addivenire a compromissioni dell’assetto preesistente senza tenere adeguato conto delle realtà locali e delle effettive esigenze delle popolazioni direttamente interessate” (Corte Costituzionale sentenza 453/1989). La lungimiranza che ci si aspetta dalla Regione Calabria è quella di predisporre, nell’immediatezza e in adeguamento alle Regioni virtuose, riforme e incentivazioni, necessarie per garantire procedimenti di fusione fatte bene, con effettivo e tangibile vantaggio e miglioramento dei servizi per i cittadini ed evitare “compromissioni dell’assetto preesistente senza tenere adeguato conto delle realtà locali”» .

 

Referendum su fusione Corigliano-Rossano: pubblicati gli atti sul Burc

CORIGLIANO- ROSSANO (CS) – Sono stati pubblicati oggi sul Burc gli atti relativi al referendum consultivo regionale sulla fusione dei Comuni di Corigliano e Rossano.

Prosegue, dunque, il cammino procedurale verso la creazione di un nuovo Comune denominato Corigliano-Rossano.

In particolare, nell’edizione odierna del Bollettino ufficiale della Regione Calabria, sono stati pubblicati tutti gli adempimenti realizzati dall’Ufficio regionale per il referendum presso la Corte d’Appello di Catanzaro a partire dal risultato della consultazione che ha avuto luogo lo scorso 22 ottobre scorso e, con la quale, la maggioranza dei cittadini che hanno votato si è espressa favorevolmente alla fusione dei due Comuni.

L’ufficio Regionale per il referendum ha certificato che i sì a Corigliano sono stati 7.674 e i no 4.833; a Rossano 12.715 sì e 791 no, dichiarando parere favorevole su quanto sottoposto a referendum.

Verso la fusione, gli assessori di Rossano rimettono il mandato

ROSSANO (Cs) – «Verso la Fusione Rossano – Corigliano, col solo obiettivo di consentire al sindaco il massimo della libertà nell’apprestarsi ad affrontare la nuova fase, ristrutturando la Giunta, rimodulando le deleghe o creandone di nuove o, ancora, predisponendo ogni altro strumento utile, stamani, a seguito di ampia e serena discussione, gli assessori hanno rimesso il loro mandato nelle mani del primo cittadino.

A darne notizia è lo stesso Stefano Mascaro che apprezzando la sensibilità dimostrata ringrazia gli assessori Aldo Zagarese, Dora Mauro, Nicola Candiano, Angela Stella, Giovanni De Simone e Serena Flotta riservandosi ogni decisione all’esito delle verifiche che nei prossimi giorni farà in vista della predisposizione dell’agenda delle cose da fare, secondo le priorità e la consequenzialità logica e cronologica degli atti. Riunitasi per condividere una riflessione sul risultato referendario di domenica 22 scorso, la Giunta Municipale ha convenuto sulla straordinarietà del processo e dell’obiettivo in atto tra le due città. 

«La fusione con Corigliano – è stato ribadito dagli assessori – era ed è il perno del programma elettorale col quale il Sindaco Stefano Mascaro si è presentato alla consultazione della Primavera 2016, definita letteralmente la madre di tutte le questioni, consapevole che il suo mandato avrebbe avuto una durata più breve in relazione al raggiungimento dell’obiettivo, dimostrando così grande generosità».

«Ora – dichiarano Zagarese, Mauro, Candiano, Stella, De Simone Flotta – si è ad un punto di svolta, cambia completamente la prospettiva: dall’amministrazione della Città di Rossano al governo di un processo di grande cambiamento, una vera e propria fase costituente, con la conseguenza che nel tempo che risulterà utile prima dello scioglimento del Consiglio e del previsto commissariamento dei due comuni, occorrerà predisporre ogni atto che lo favorisca e lo rafforzi. Ciò – concludono – in un contesto di nuovi rapporti con il consiglio comunale di Rossano, con la Città di Corigliano, in sinergia con la Regione Calabria ed in sintonia con le realtà sociali dell’unica grande realtà».

Fusione Corigliano-Rossano: a breve una riunione tra le due giunte

CORIGLIANO – ROSSANO(CS) -A darne notizia sono i Sindaci di Rossano Stefano MASCARO e di Corigliano Giuseppe GERACI che già lunedì 23 scorso hanno avuto modo di vedersi e fare propria un’analisi congiunta e costruttiva sia del chiaro risultato referendario favorevole alla fusione sia delle sue prospettive nel breve e medio termine. «Si apre adesso – ribadiscono i due Primi Cittadini – un percorso articolato di verifica nel merito e nel metodo di stretta sinergia tra le due istituzioni interessate e tra i due apparati amministrativi, attraverso un confronto serrato con la Regione Calabria e che sarà utile anche – per studiare e programmare insieme tutte le necessarie forme per un futuro, maggiore coinvolgimento della società civile».

Corigliano, maggioranza consiliare: «Avanti con la fusione!»

CORIGLIANO (CS) – Fusione, guardare avanti e proseguire insieme il percorso che le Città di Corigliano e Rossano dovranno affrontare perché si giunga presto all’unità urbana, sociale ed economica della nascente nuova area. È questo l’auspicio dei Gruppi Consiliari di Maggioranza del comune di Corigliano che nei giorni scorsi hanno incontrato il sindaco Giuseppe Geraci e il presidente del Consiglio Pasquale Magno.

Durante il confronto si è preso atto dell’esito favorevole delle urne dalle quali è scaturita la volontà della comunità dei coriglianesi di fondersi con quella rossanese. «Pur in presenza di una campagna referendaria che ha visto emergere diversità di opinioni di voto – affermano i consiglieri – l’indiscutibile esito favorevole, induce a guardare avanti e a proseguire con la fusione».