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Faceva affari con le cosche, sequestro milionario ad imprenditore

CROTONE – Beni immobili e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 10 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del Comando provinciale di Crotone a carico di Natale Garofalo, imprenditore ritenuto dagli investigatori in affari con la ‘ndrangheta crotonese.

L’operazione è stata denominata “Lea”, in ricordo di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009 e le cui dichiarazioni sono state utilizzate anche nell’indagine che ha portato alla confisca. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione misure di prevenzione su richiesta della Dda catanzarese – ha riguardato quattro aziende operanti nel settore edile, situate a Petilia Policastro e Crotone, un immobile nel milanese, sede amministrativa di un’attività economica pure confiscata, oltre a rapporti bancari, cassette di sicurezza, titoli, libretti di risparmio, buoni fruttiferi intestati all’imprenditore ed alla moglie Maria Cardamone.

25 anni fa l’omicidio dei carabinieri Fava e Garofalo. Commemorazione a Reggio

REGGIO CALABRIA  – Nel corso di un’iniziativa ospitata nella Scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria, è stato ricordato l’omicidio dell’appuntato Antonino Fava e del carabiniere Vincenzo Garofalo a 25 anni dall’agguato perpetrato da un commando della ‘ndrangheta nei pressi dello svincolo di Scilla dell’autostrada Salerno Reggio Calabria.

All’iniziativa hanno partecipato il Procuratore di Reggio Giovanni Bombardieri, il Procuratore generale Bernardo Petralia e il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri.

In particolare Bombardieri ha parlato di «tre efferati attacchi per un unico disegno eversivo» facendo riferimento, oltre agli omicidi di Fava e Garofalo, anche agli attentati del primo dicembre 1993 all’appuntato Silvio Ricciardi e al carabiniere Vincenzo Pasqua, e all’agguato del primo febbraio 1994 contro una seconda pattuglia del nucleo radiomobile composta dal brigadiere Salvatore Serra e dall’appuntato Bartolomeo Musicò, che scamparono miracolosamente alla morte.

Le parole di Marco Siclari

«Esiste una lotta silenziosa che i nostri uomini dell’Arma portano avanti, ogni istante, con il loro lavoro mettendo a rischio la loro stessa vita. Oggi a Scilla in tantissimi hanno ricordato, 25 anni dopo la loro morte, i due Carabinieri Fava e Garofalo assassinati brutalmente da chi all’ora come oggi, pensa di poter soffocare il nostro paese. Un ricordo da tenere vivo e che nessuno potrà mai spegnere». Così il senatore forzista Marco Siclari che, a Roma per motivi istituzionali, ha mandato un messaggio di vicinanza a tutta la città che oggi celebra il ricordo dei due carabinieri uccisi 25 anni fa.
«Il sacrificio dei due militari non sarà vano perché il loro esempio continuerà a infondere la speranza che i criminali non vinceranno mai. Grazie al Comando provinciale dei Carabinieri, alla Procura, a tutti gli organizzatori ed i partecipanti che  permettono di mantenere vivo il loro ricordo e insegnano ai più giovani che il rispetto delle istituzioni e della legge è il sentiero da seguire e che lo Stato e la giustizia vincono sempre sul male», ha concluso il senatore azzurro.

Foto: Ansa Calabria

Top Volley Lamezia, «Ad Aversa daremo il massimo»

LAMEZIA TERME (CZ) – Serviva per il morale e per restituire la giusta convinzione nei propri mezzi. Per partire subito con il piede giusto e per non rischiare troppo mercoledì sera in gara2. La vittoria piena in gara 1 contro Aversa segna il ritorno al successo senza nessun regalo da parte della Conad che dopo la serie di ben sei 3-1 (inflitti o subiti) in questi play-off promozione in A2, finalmente piazza un convincente 3-0.

LA SODDISFAZIONE DI GAROFALO

«Siamo contentissimi del risultato, ci voleva proprio – riconosce il posto 4 Costantino Garofalo –  è una vittoria importante arrivata contro una squadra costruita come noi per vincere e centrare il salto di categoria. Aversa ha grandi individualità, giocatori fisicamente tutti ben piazzati e molti potenti, oltre che tecnici. Quando incontri squadre così fisiche, che forzano molto al servizio, bisogna stare sempre concentratissimi, sempre sul pezzo. Noi abbiamo fatto in pieno ciò che dovevamo fare. Abbiamo sporcato tanti palloni a muro, non abbiamo abbassato mai la guardia e siamo venuti fuori da grande squadra. Mi compiaccio con tutti i miei compagni perché abbiamo fatto davvero una bella partita. Ne avevamo bisogno e ne avevano bisogno i nostri tifosi».

Ottima la prova di tutti e ottimo l’apporto dello schiacciatore cosentino, schierato da Nacci sin dall’inizio e capace di chiudere con un 75% di efficacia in attacco e un’ottima prova anche in ricezione, oltre che, come sempre, in battuta.

«Abbiamo giocato tutti bene, mostrandoci più squadra che in altre situazioni. Dobbiamo mantenere questa mentalità, lottare su ogni pallone perché i play-off sono così, tutti i palloni sono decisivi, tutti possono cambiare una partita. Sono i dettagli a fare la differenza in queste gare e dobbiamo continuare ad essere concentrati e lucidi nei momenti importanti della gara. Questi play-off hanno dimostrato come sia importante rimanere sempre punto a punto, sempre sul pezzo per poter raggiungere l’obiettivo. Ad Aversa mercoledì sera serviranno gli attributi. Loro venderanno cara la pelle, quanto a noi posso solo dire che daremo il massimo, il 100%, perché questa città merita palcoscenici più importanti».

Omicidio Caloiaro, assolto l’unico imputato del delitto

COSENZA – La Corte d’Assise di Cosenza ha assolto Gabriel Costantin Sercaianu, cittadino rumeno di 34 anni, finito sotto processo perché ritenuto responsabile dell’omicidio di Giuseppe Caloiaro, di Carlopoli, scomparso il 16 marzo 2005. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, sin da subito coordinate dal pm Bruno Antonio Tridico e dirette dal procuratore capo di Cosenza, Dario Granieri, Caloiaro sarebbe stato ucciso dopo una rapina. A dicembre del 2014 si arrivò a rintracciare Sercaianu ritenuto responsabile del delitto. Nell’immediatezza del fatto erano emersi elementi a carico di quattro romeni che vivevano nel centro di accoglienza dell’Oasi francescana, i quali, però, già la mattina del 17 marzo, quando ancora non era stata trovata l’auto della vittima, erano fuggiti verso il nord Italia, facendo perdere definitivamente le loro tracce. L’auto di Caloiaro era stata trovata il 18 marzo 2005 in località “Ganci” di Dipignano. La vettura, una Mercedes bianca, priva di targhe, era stata parzialmente incendiata, ma al suo interno erano presenti evidenti tracce di sangue. Il pm aveva chiesto la condanna dell’imputato a 14 anni di carcere. Ma il presidente della Corte, Giovanni Garofalo, dopo una camera di consiglio durata circa due ore ha assolto l’imputato per non aver commesso il fatto. Subito dopo il delitto, i carabinieri avevano accertato che Caloiaro, dopo avere accompagnato la madre all’ospedale civile dell’Annunziata, dove era ricoverato il cognato, si era recato nei pressi del ponte Mancini di Cosenza, dove aveva un appuntamento con i romeni i quali gli avrebbero dovuto procurare una badante.

Oggi l’inaugurazione del Santa Chiara. Soddisfatto il consigliere Bartucci

RENDE (CS) – È arrivato il giorno del gran ritorno del cinema Santa Chiara fra proiezioni, dibattiti e aneddoti legati alla lunga vita di questo piccola sala nel borgo antico di Rende. L’inaugurazione, in stile molto “cinephile” a partire dalle 17, sarà aperta dai saluti istituzionali; a seguire Italo e Orazio Garofalo, ultimi testimoni del legame che unisce la loro famiglia al Santa Chiara dal 1925, anno in cui aprì i battenti. Sarà la giornalista Simona De Maria a intervistare i due Garofalo in una specie di amarcord rendese.

Durante l’incontro saranno proiettate alcune immagini tratte da “Voyage dans la lune” di Georges Meliés e il trailer di “Corri uomo corri” di Sergio Sollima, ultima pellicola vista dal pubblico del Santa Chiara. Correva l’anno 1979.

A seguire un montaggio di pochi minuti con scene tratte dal “Secondo tragico Fantozzi” e dalla “Corazzata Potemkin” di Sergej Eisenstein. Una sequenza che darà il via al secondo momento di cinema raccontato. “Perché la Corazzata Potemkin non è un cagata pazzesca?”. Questo il titolo dell’intervista di Alfonso Bombini a Paride Leporace, giornalista e direttore della Lucana film commission.  La “Corazzata”, al pari del cinema Santa Chiara, compie 90 anni in questo dicembre del 2015.CINEMA SANTA CHIARA- esterno

Poi spazio alla visione “tout court”. Buio in sala per “Casablanca” di
Michael Curtiz, film simbolo del periodo aureo del cinema classico
americano con un immortale Humphrey Bogart. Un cult movie completamente
restaurato e regalato ai cittadini del centro storico di Rende.

La storia del Santa Chiara si intreccia con l’emigrazione e il ritorno nel
paese natale. Fu Pietro Garofalo, tornato dall’America del Nord, a portare
per primo, nel lontano 1925, il cinematografo in provincia di Cosenza.
Pietro riceverà dal Presidente della Repubblica, Giovanni Leone la medaglia
d’oro per I 50 anni di attività nel 1975. Ad accompagnarlo in questo lungo
viaggio è stato il figlio, Italo Costantino. Fino a quel 1979 in cui il Santa Chiara ha chiuso i battenti. Ma domani torna a vivere come in quel dicembre del 1925.

“Un’emozione grande ed un accavallarsi di ricordi legati ad uno dei luoghi della memoria collettiva, simbolo del centro storico che oggi ritorna a disposizione dei cittadini con l’augurio che possa essere l’inizio di un rilancio vero del vecchio borgo, rilancio atteso da tanto, troppo tempo. Intere generazioni di noi rendesi sono legate al Santa Chiara e grati alla famiglia Garofalo che con impegno e grande passione hanno gestito quello che per lungo tempo ha rappresentato l’unico momento di svago e spensieratezza, ma anche di socializzazione e crescita culturale per i cittadini di Rende”, cosi il consigliere comunale Mario Bartocci che ha proseguito ringraziando “l’impegno e la determinazione dell’amministrazione Manna che ha sempre posto il centro storico tra le priorità della sua azione amministrativa.”

“Giovanni Grillo, da Melissa ai Lager”, libro antidoto a guerre e ‘ndrangheta

ROSSANO (CS) La follia che muove gli attentati di oggi è la stessa che ha mosso i fatti contenuti nel libro di Gennaro COSENTINO “Giovanni GRILLO, da Melissa ai Lager –la vicenda di un deportato calabrese”. Perché atrocità del genere non accadano più è importante che le nuove generazioni siano invitate ad una riflessione più
ampia attraverso la conoscenza dei documenti. La scuola in primis, ma anche il cinema e la letteratura, giocano un ruolo fondamentale. La cultura era e resta l’antidoto contro ogni guerra, contro la stessa ‘ndrangheta e contro chi minaccia la libertà e la democrazia, faticosamente guadagnate dai nostri soldati, eroi silenziosi.No ad un approccio museale della storia; sì alla ricerca nel strumenti che impediscano il ripetersi di fatti
simili. –Riscoprire le piccole storie che hanno contribuito a fare la grande Storia è lo sforzo pedagogico sul quale dobbiamo sentirci impegnati tutti. Il Presidente della Commissione Bilancio regionale On.Giuseppe AIETA ha ricordato anche la figura di Lea GAROFALO, vittima della mafia, intervenendo ieri, giovedì 19, nel corso del convegno STORIE DI LAGER E DI LIBERTÀ: IL SACRIFICIO DEI CALABRESI NELL’EPOPEA DELLA  LIBERAZIONE promosso dall’Associazione I Rossanesi nel Mondo–Gennarino SCORZA, Croce al Merito di Guerra e Medaglia d’Onore, dalla Fondazione NENNI e dal Liceo classico SAN NILO di Rossano.

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Ospitato nell’Auditorium del Liceo Scientifico di Rossano, l’evento, moderato da Lenin MONTESANTO,  ha visto la partecipazione e gli interventi, oltre che dell’On. AIETA, anche della Dirigente scolastica Adriana GRISPO, dell’Ispettore emerito del MIUR Francesco FUSCA, del Sindaco di Melissa Gino MURGI, di Stella PIZZUTI, assessore comunale uscente alla pubblica istruzione,Mario e Titti SCORZA, rispettivamente Presidente e Vicepresidente dall’Associazione I Rossanesi nel Mondo–Gennarino SCORZA, Croce al Merito di Guerra e Medaglia d’Onore e di Daniele GAROFALO, docente di storia e filosofia del liceo San Nilo che ha guidato gli studenti nello studio e nella ricerca dei documenti che attestano la partecipazione ed il contributo alla Resistenza, del territorio.
Continua l’impegno del sodalizio guidato da SCORZA per mantenere sempre aperta la finestra identitaria sulla grande Storia consolidando un rapporto privilegiato con il mondo della scuola e le nuove generazioni. Particolarmente apprezzata soprattutto dagli studenti l’appassionata e lucida relazione di Michelina GRILLO, Dirigente del Ministero del Tesoro e figlia del deportato Giovanni GRILLO. –Siate sentinelle di democrazia e militanti della memoria. È l’invito che la figlia del soldato di Melissa deportato in un campo di concentramento tedesco, ha rivolto ai numerosi studenti.I documenti, quando la testimonianza viene meno, sono di vitale importanza.Se non ci fossero state le lettere, la corrispondenza, le cartoline, le foto, oggi non si sarebbe potuta raccontare questa come tante altre storie di piccoli eroi, che hanno contribuito a fare la grande Storia.Muore solo chi non viene ricordato –ha sottolineato –raccontare e ricordare è un dovere civile. Chi dimentica la storia è
condannato a riviverla. In piedi e in silenzio, ascoltando La Marsigliese, l’inno nazionale francese, e intonando “Fratelli d’Italia”, l’inno nazionale. Studenti, docenti, ospiti e organizzatori hanno voluto commemorare così le vittime dei recenti fatti di Parigi. La mattinata di approfondimento in un gremito e attento Auditorium è stato
impreziosito dagli intermezzi musicali a cura della scuola del Maestro CAMPANA e degli studenti del Liceo Classico San Nilo.

Pronto il manifesto del 56esimo Carnevale di Castrovillari

CASTROVILLARI (COSENZA) – Il manifesto del cinquantaseiesimo Carnevale di Castrovillari sarà reso noto il primo Febbraio, alle ore 10.30 nella Sala Convegni “Don Carlo de Cardona”, in via Alfieri a Rende. Lo hanno annunciato alcune autorità: il sindaco Domenico Lo Polito, il consigliere comunale con delega alla Pro Loco Armando Garofalo, il direttore artistico e il Presidente della stessa Pro Loco Gerardo Bonifati e Giovanni Amato.

Garofalo e Lo Polito hanno inoltre aggiunto: “L’importante  momento, a cui porterà il saluto il Presidente  della BCC Mediocrati Nicola Paldino, è per illustrare il poster che preannuncia una delle più significative kermesse folcloriche di Calabria che viene offerta dalla Zona del Pollino, durante l’Inverno, alla regione ed al Mezzogiorno, tra peculiarità, antiche tradizioni, consuetudini, usi e costumi e, soprattutto, grazie alla tenacia di chi, continuamente, rende questo appuntamento unico per l’incontro tra culture ed etnie e per affermare sempre il ruolo propositivo del nostro patrimonio per la crescita integrata delle vocazioni.”

Una domenica salutare per la De Seta Cosenza

Difficilmente poteva e potrà esserci avversario più morbido. Difficilmente la De Seta Casa Conad Vena Cosenza chiuderà una partita in meno di un’ora e un quarto. In questa domenica di pallavolo difatti, gli uomini del tecnico Marano hanno schiacciato la Pallavolo Martina Franca tre set a zero (25-16; 25-12; 25-13), in una delle partite più monotone e intuibili della stagione. Basterebbe rivedere la maggior parte dei servizi e degli attacchi delle due squadre, per rendersi conto di quanto i pronostici pre-gara siano stati veritieri. I cosentini, a parte il bulgaro Galabinov, non forzavano il servizio e bucavano la difesa avversaria con tenera superiorità. I pugliesi, eccetto Sarpong, appoggiavano in palleggio il loro terzo tocco e battevano in “flot”, con la preoccupazione di non sbagliare. Qualche loro pallonetto è stato beffardo per la linea mediana cosentina.

La partita è servita al coach Marano per ruotare gli uomini, per incentivare chi gioca meno e sperimentare eventuali trovate tecnico-tattiche. Neanche per un minuto, sarebbe falso sostenere il contrario, ha temuto i suoi giovanissimi e impreparati avversari. Neanche per un minuto, sul suo viso si sono avvicendate espressioni di deconcentrazione. Guardarlo dalla tribuna è pedagogico: lui è costantemente parco di consigli e cazziatoni. E se il dovere di un cronista è quello di essere smaliziato, bisognerà fargli notare che in ricezione si vedono ancora ingenuità innocue (se l’avversario è piccolo), ma obbligatoriamente risolvibili se si vuole salire di categoria.

In questa domenica pallavolistica inoltre, lo schiacciatore cosentino Costantino Garofalo ha salutato compagni e città. Poche ore prima della partita, un comunicato stampa ha informato i tifosi della sua partenza per la Puglia. “La media statura che fa il verso ai giganti” giocherà in B2 con la Virtus Tricase. Di comune accordo, come ha specificato una nota societaria. Dall’abbraccio con gli atleti della De Seta, dal balzo che gli hanno fatto fare dal centro del parquet, si va a cena con immagini più emozionanti della partita stessa e con una domanda.

La De Seta Casa Conad Vena Cosenza ripeterà il fantastico girone di andata ?

Anno nuovo e nuova vittoria per la DeSeta: 3 a 1 contro la Falchi Salento Lecce

Il grosso dispiacere di questo nuovo anno è non vedere un Pala Ferraro gremito per la partita fra la DeSeta Casa Conad Vena Cosenza e la Falchi Salento Lecce. Eppure, con la pallavvolo la patria italica si è comportata, in un senso meno sanguinario, come l’Impero Romano: ha dominato ad Occidente ed Oriente. Il peccato originale di questo sport che ha allenato soldati e guerrieri, è allora quello di non aver un reparto comunicativo ed educativo così potente da spezzare il monopolio del Calcio. Ma ogni tipo di constatazione o di paragone interessa relativamente agli atleti cosentini e salentini che giocano nel fine settimana.

DeSeta Casa Conad Vena Cosenza e Falchi Salento Lecce sono scesi in campo colmi di motivazioni. Il primo set del loro duello è cominciato in maniera grossolana: tre servizi sbagliati consecutivamente. Errori gratuiti a parte, questa prima frazione di gioco è stata vinta dai cosentini per 25 a 19. Il cambio di marcia è avvenuto dopo il terzo timeout (i locali erano avanti 18 a 16), dopo il servizio fortunato di Lotito che ha piegato il nastro e si è adagiato nella prima linea avversaria. La De Seta ha fatto però notare una ricezione insicura e un attacco in continuo funzionamento. I Salentini, dal livello tecnico discreto, hanno  poi vinto il secondo set 26 a 24. La difesa cosentina non si  è dimostrata un reparto abbastanza scaltro ed adattabile agli schemi offensivi degli uomini di Calareva. In questa parte della gara, è rientrato lo schiacciatore bulgaro Galabinov e il pubblico si è scaldato. L’ innesto, giunto nel momento in cui i cosentini stavano recuperando ed allontanando lo scollamento e il divario nel punteggio, non è stato utile per portarsi due set a zero.

Sono state utilissime al contrario, le strigliate e le richieste di supporto al pubblico che coach Marano ha esibito nel terzo set. Il tenente Kojak della squadra cosentina sapeva di dover aggiustare la sua squadra e sapeva anche che nel terzo set non si poteva crollare. La sua tenacia è stata ripagata dalla sua squadra. 25 a 22 per la De Seta. Galabinov, glaciale e disciplinato atleta, ha abbattuto muro e difesa della Falchi Salento Lecce. Garofalo, uno di media statura che si libra verso il cielo e scendendo fa il verso ai giganti, ha completato il sorpasso. Il pubblico locale, che ha assaggiato il timore degli avversari, ha fischiato troppe volte i servizi dei salentini e l’assistente del direttore di gara per alcune opinabili decisioni. Questa è  stata l’unica manata di anti-sportività di un pubblico che si è divertito ad applaudire e a suonare trombette.

I fischi e gli applausi hanno preannunciato, tuttavia, l’allegria con cui i cosentini hanno chiuso il quarto ed ultimo set, 25 a 13 e il ritorno in campo di Di Fino, altro pezzo validissimo dell’attacco. Un minuto dopo il tg delle venti la partita si è conclusa, cedendo il posto a commenti a caldo: i lupi hanno un attacco spaventoso, migliorando l’organizzazione difensiva e coprendo con più rigore le zone della seconda linea finiranno nelle prime tre posizioni della classifica.