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Contraffazione, le fiamme gialle sequestrano oltre 10mila giocattoli

GIOIA TAURO (RC) – Maxi sequestro di prodotti contraffatti al Porto di Gioia Tauro. Le fiamme gialle, insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro, hanno individuato due container, provenienti dalla Cina, contenenti giocattoli contraffatti delle più note marche. L’operazione, condotta dalla procura di Palmi, ha consentito, dopo una serie di incroci documentali e successivi meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito al porto di Gioia Tauro, di individuare due carichi illeciti imbarcati nel porto cinese di Shantou e destinati, secondo la documentazione doganale esibita, in Montenegro e in Croazia. Complessivamente, sono stati sottoposti a sequestro 10.524 giocattoli, per un valore di circa 52mila euro.

Truffa all’Inps, falso invalidi percepisce 70mila euro non dovuti

COSENZA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno scoperto una truffa aggravata ai danni dell’INAIL messa in atto da un soggetto che ha percepito indebitamente oltre 70 mila euro a titolo di pensione d’invalidità, a seguito di un simulato “infortunio in itinere”, una fattispecie a tutela del lavoratore che garantisce in caso di incidente occorso durante il viaggio tra abitazione e luogo di lavoro e che riconosce al soggetto sia un’indennità temporanea che una rendita vitalizia mensile. A seguito di un incidente stradale l’uomo aveva dichiarato falsamente che stava rientrando dal lavoro. Per trarre in inganno l’Inail, aveva inoltre comunicato falsi orari di servizio e prodotto false autocertificazioni. Prova regina era stata fornita da un falso testimone, indicato all’Inail dal soggetto beneficiario all’insaputa dello stesso testimone. Gli accertamenti eseguiti sia presso il datore di lavoro che presso il presunto testimone oculare, hanno evidenziato che gli orari di servizio erano in realtà differenti, non esisteva alcuna autorizzazione all’utilizzo del mezzo privato da parte del dipendente e, soprattutto, che il testimone oculare non era presente sul luogo dell’incidente. L’intervento delle Fiamme Gialle ha consentito all’Inps di procedere alla sospensione dell’erogazione delle indennità e l’avvio delle procedure di recupero di quanto indebitamente erogato. Il soggetto è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Traffico di gasolio, 133 denunce. Base logistica in Calabria

UDINE – Trasportavano di notte gasolio in contrabbando dal nord Europa indicandolo, nei documenti di accompagnamento, come olio lubrificante. Il sequestro di un’autocisterna che trasportava l’anomalo prodotto petrolifero ha dato il via alle indagini che si sono concluse con la denuncia di 133 persone, di cui 7 tratte in arresto, e con la ricostruzione di una imponente frode, all’Iva e alle accise, per complessivi 37 milioni, conseguente all’illegittima immissione in consumo di più di 38 milioni di litri di “pseudo gasolio”. Il sodalizio, attivo in tutta Italia e forte di manovalanza reclutata tra i vari Paesi dell’Unione, aveva la sua direzione in Svizzera e varie basi logistiche, sparse tra Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. A conclusione delle indagini il Gip ha disposto il sequestro preventivo di somme e beni per 19,5 milioni. Le attività, condotte sull’intero territorio nazionale, hanno, ad oggi, portato al sequestro di beni per un controvalore di oltre 5milioni di euro, di cui 23 conti correnti, 17 tra depositi titoli e polizze assicurative, quote societarie, oltre 60 automezzi e, naturalmente, immobili, ben 182 tra terreni e fabbricati, tra cui alcuni immobili di pregio.

Sequestrate 12 società con 14 arresti per fittizia attribuzione aziende (VIDEO)

PAOLA (CS) – La Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti 14 persone ritenute responsabili di aver attribuito fittiziamente la titolarità di beni e aziende per eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniali. All’effettivo titolare dei beni e delle attività, pluripregiudicato, è stata applicata la misura della custodia in carcere. Per 13 persone, considerate i “prestanomi”, sono stati disposti gli arresti domiciliari e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Come fa sapere la procura di Paola sono state sottoposte a sequestro: le quote sociali di 12 società; complessi aziendali, beni mobili, autovetture ed immobili e disponibilità finanziarie delle stesse aziende; disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari ad oltre 2 milioni di euro. In particolare, le indagini effettuate dalle Fiamme Gialle hanno consentito di ricostruire la storia societaria e finanziaria di 12 imprese attive nei settori dei supermercati, abbigliamento e pubblicità, tutte riconducibili all’uomo finito in carcere, di fatto di proprietario e gestore, attraverso compiacenti prestanome legati da vincoli di parentela, di amicizia e pregressi rapporti di lavoro. Le attività commerciali venivano avviate ed operavano di fatto per uno o due anni, durante i quali però contraevano ingenti debiti nei confronti di fornitori e, soprattutto, dell’Erario, per poi essere abbandonate, poste in liquidazione o dichiarate fallite. I complessi aziendali, quindi, venivano ceduti ad altri soggetti economici di nuova costituzione, sempre riconducibili all’effettivo titolare, attraverso i prestanome. Un flusso di denaro, soprattutto contante, che come spiega la procura di Paola «serviva per finanziare la catena delle diverse attività, producendo ulteriore ricchezza illecita, condizionante il tessuto finanziario, economico e produttivo».

‘ndrangheta, sequestrati beni per 2,5 milioni a imprenditore

REGGIO CALABRIA – La Guardia di Finanza coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, ha eseguito una misura di prevenzione patrimoniale che dispone il sequestro di una ditta individuale, 6 immobili, 3 auto e numerosi rapporti finanziari riconducibili a Giuseppe Stefano Tito Liuzzo e al suo nucleo familiare. Il valore complessivo stimato dei beni sottoposti a sequestro ammonta a 2,5 milioni di euro. Il provvedimento focalizza l’attenzione su uno dei più noti imprenditori edili a suo tempo attivi nella provincia di Reggio Calabria, attualmente detenuto poiché tratto in arresto per associazione mafiosa nell’operazione “Araba Fenice”, condotta dalla Guardia di Finanza nel 2013. Dalle indagini svolte, in particolare, era emersa, spiegano i finanzieri, «l’appartenenza di Liuzzo alla cosca di ‘ndrangheta Rosmini, per conto della quale, come anche confermato dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, aveva curato gli illeciti interessi economici, soprattutto nel settore dell’edilizia privata». Nell’ambito delle indagini è stata inoltre accertata la riconducibilità di fatto a Liuzzo di diversi beni formalmente intestati a soggetti terzi e, in particolare, alla compagna e al fratello di questa, anche lui destinatario di provvedimento restrittivo della libertà personale nell’operazione “Araba Fenice”. Il provvedimento di sequestro rappresenta l’epilogo delle ulteriori indagini condotte in materia di misure di prevenzione dal Gico del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria nei confronti dello stesso Liuzzo.

Sequestrati 80 mila articoli di carnevale pericolosi

LAMEZIA TERME (CZ) – Oltre 80 mila articoli di carnevale pericolosi sono stati sequestrati dai baschi verdi della Guardia di finanza di Lamezia Terme in un’attività commerciale gestita da un cittadino cinese. Nel corso del controllo nel negozio, che vende abbigliamento, articoli casalinghi ed accessori, tutti importati dal mercato asiatico, i finanzieri hanno trovato numerosi prodotti di carnevale privi delle informazioni obbligatorie per il corretto utilizzo. Sono state sequestrate bombolette di stelle filanti, costumi e maschere di carnevale e altri accessori in quanto carenti di sufficienti indicazioni di sicurezza, provenienza e istruzioni d’uso. Il responsabile è stato sanzionato e segnalato all’autorità amministrativa competente.

Quattro arresti a Verona. Coinvolti imprenditori calabresi

VERONA – I Finanzieri di Verona hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di quattro persone in relazione ad una rapina aggravata. I quattro sono stati arrestati nelle provincie di Prato, Reggio Emilia e Crotone. Le indagini hanno permesso di far luce su una rapina avvenuta a Verona ad opera di persone di origine calabrese, con interessi radicati nella provincia scaligera, nei confronti di altri tre calabresi ed un siciliano operanti nel settore dell’edilizia nelle provincie di Prato e Reggio Emilia. L’azione investigativa è nata dalle risultanze delle precedenti indagini “Premium deal” e “Goodfellas”, che avevano portato a numerosi arresti per estorsione e usura, durante le quali erano stati raccolti elementi per ricostruire anche questo episodio. L’ideatore del piano, che si era fatto passare per imprenditore edile con base in provincia di Verona ma con commesse anche all’estero, era riuscito a convincere altri costruttori calabresi del fatto che fosse in atto un “affare” per il quale era necessario anticipare una cospicua somma di denaro. Organizzato l’incontro, per la consegna in contanti della somma pattuita, quelli che pensavano di essere “investitori” si sono trovati invece costretti in un ufficio di una società riconducibile alla famiglia dell’uomo, in provincia di Verona, e minacciati con le armi dai suoi complici, a volto coperto. Gli arrestati, una volta sottratto il denaro in contanti, si erano dati alla fuga.

Operazione nel vibonese, in manette politici e imprenditori – VIDEO E NOMI

VIBO VALENTIA – Dalle prime ore di questa mattina il Comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia, il Ros e il Comando provinciale carabinieri di Catanzaro, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di 9 indagati per minaccia ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione, peculato, turbativa d’asta ed abuso d’ufficio. Coinvolti il consigliere regionale Nazzareno Salerno e l’imprenditore di Vibo Valentia Gianfranco Ferrante. Indagato Vincenzo Spasari di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia. Tra gli arrestati anche il consigliere comunale di Lamezia ed ex presidente di Calabria Etica, Pasqualino Ruberto, Vincenzo Caserta, ex dirigente generale del Dipartimento Politiche sociali della Regione Calabria, Ortenzio Marano, di Belmonte Calabro (Cs), ex amministratore delegato della Cooperfin spa, Giuseppe Avolio Castelli, Bruno Della Motta, Claudio Isola, già componente della Struttura speciale dell’assessorato al Lavoro della Regione Calabria.

Il provvedimento riguarda esponenti politici, imprenditori e amministratori pubblici della Regione Calabria, nonché 2 soggetti contigui alla cosca Mancuso di Limbadi (VV). Le indagini hanno documentato l’ingerenza mafiosa della potente cosca ‘ndranghetista dei Mancuso nella gestione dei fondi della Comunità Europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà. In particolare, l’attività ha accertato l’esistenza di un comitato d’affari che distraeva i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private, anche all’estero. E’ in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di circa 2 milioni di euro. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle 11, alla Procura della Repubblica di Catanzaro.

Scoperto furto identità, un uomo denunciato

CROTONE – Si è recata dal medico di famiglia ed ha scoperto di non essere più assistita dal servizio sanitario nazionale. E’ accaduto a una donna napoletana che si è vista negare l’accesso alle prestazioni sanitarie di base a causa del trasferimento del suo domicilio fiscale in provincia di Crotone. Un trasferimento che l’interessata non aveva mai richiesto. E’ stata la Guardia di Finanza a far luce sulla vicenda su delega della Procura della Repubblica di Crotone, scoprendo che la malcapitata non poteva più usufruire della copertura sanitaria presso la Regione Campania in quanto intestataria di un numero di partita Iva relativo ad un’impresa con sede nella provincia di Crotone. I successivi approfondimenti svolti hanno consentito di accertare che era stata presentata, a insaputa della vittima, una dichiarazione di inizio attività per un’azienda di fatto inattiva, mediante il servizio telematico dell’Agenzia dell’Entrate, ad opera di un “procacciatore d’affari” crotonese già noto alla giustizia per simili precedenti. A conclusione dell’indagine, l’agente di commercio è stato denunciato per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e per illecito trattamento di dati personali.

Truffa all’Inps, scoperte false assunzioni. Sono 316 le persone denunciate

COSENZA – La guardia di finanza di Castrovillari ha scoperto una truffa ai danni dell’Inps, perpetrata da un’impresa tramite 315 false assunzioni di dipendenti, con un danno alle casse dello stato per 1.140.000 euro. L’impresa presentava all’ente previdenziale falsi contratti – riconducibili a ignari e completamente estranei – nonché fasulle denunce aziendali e trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai, al fine di consentire l’indebita riscossione di indennità di disoccupazione, malattia e maternità. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno acquisito informazioni anche dai soggetti estranei al contesto e falsamente indicati dal responsabile dell’impresa al centro delle indagini, riscontrando la mancata conoscenza delle false dichiarazioni inoltrate all’Inps e dei contratti fasulli redatti. L’analisi documentale ha evidenziato la falsa dichiarazione e comunicazione dal datore di lavoro per 42.981 giornate lavorative mai effettuate. E’ stato accertato, inoltre, che la cooperativa aveva emesso ed annotato nella propria contabilità fatture per operazioni inesistenti inerenti prestazioni di servizi resi a terzi per un importo complessivo per oltre mezzo milione di euro. Al termine delle indagini, il titolare dell’impresa è stato denunciato alla procura della Repubblica di Castrovillari per truffa ai danni dell’ente previdenziale, falso ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, mentre, i 315 falsi operai per il reato di truffa, in concorso con il fittizio datore di lavoro.