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La Gdf sequestra oltre 6 chili di sostanze stupefacenti

CROTONE – I finanzieri del comando provinciale di Crotone hanno sequestrato oltre sei chili e mezzo di stupefacente di varie tipologie, in particolar modo hashish, cocaina, eroina e metadone. Tali controlli hanno portato alla segnalazione di 13 persone, di cui 2 in stato di arresto. Fondamentale è stata la collaborazione dei cani antidroga. Il loro fiuto ha infatti consentito ai militari di rinvenire lo stupefacente nei posti più disparati: intercapedini nascoste dietro finte prese per la ricarica in auto dei cellulari; dentro la lamiera al posto dell’impianto acustico; fino alla droga occultata in doppi fondi di stoffa, ricavati sugli abiti delle persone controllate. In molti casi sono stati i soggetti stessi ad insospettire le fiamme gialle, attraverso eccessivi stati di nervosismo, risposte contradditorie e chiari stati di alterazione psicofisica, nonché, nei casi più gravi, con la guida spericolata che metteva a repentaglio l’incolumità degli altri viaggiatori. Le patenti dei soggetti sono state ritirate ed in un caso è stata anche sequestrata un’autovettura, in quanto utilizzata da un corriere della droga.

Traffico internazionale di cocaina, 12 fermi tra Reggio Calabria e Napoli

Il Comando Provinciale delle Guardia di Finanza col supporto dei Reparti del Comando Regionale Calabria, del Comando Operativo Aeronavale Pratica di Mare e del Comando Provinciale di Napoli con il Coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria ha dato seguito a ben 12 fermi di indiziato di delitto. La decisione è avvenuta nell’ambito dell’operazione “Vulcano”, volta a sgominare un’associazione a delinquere, aggravata dalla transnazionalità e finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina per conto delle cosche di ‘ndrangheta Molè, Piromalli, Alvaro e Crea. L’operazione rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa che ha potuto accertare l’esistenza di un gruppo criminale dotato di elevate disponibilità finanziarie, comprensivo di squadre di operatori portuali infedel, allo scopo di reperire e acquistare all’estero (principalmentre attraverso porti panamensi) e poi trasportare in Italia mediante cargoship, ingenti quantità di cocaina destinate alla vendita. Le indagini hanno altresì permesso di appurare una nuova modalità di trasporto della sostanza, la quale veniva prelevata dai cargoship in mare aperto attraverso piccole imbarcazioni. Allo scopo, le associazioni criminali avevano assoldato anche il comandante della nave “Msc Poh Lin”, della compagnia maritima MSC, che effettua la tratta California Express, approdando ai porti panamensi di Balboa e Cristobal, centri internazionali di smistamento della cocaina. All’attracco presso il Porto di Gioia Tauro, la “Msc Poh Lin” è stata sequestrata preventivamente e perquisita.

Rinvenuti 270 mila euro e due divise della Gdf, una denuncia per sostituzione di persona e riciclaggio

FEROLETO DELLA CHIESA (RC) – I Carabinieri di Feroleto della Chiesa, nel reggino, hanno rinvenuto poco meno di 270 mila euro e due divise da ufficiale della Guardia di Finanza, una da gala e una grande uniforme storica per allievo ufficiale nel corso di una perquisizione in un edificio nella frazione Plaesano. Sia le divise che il denaro, in banconote da 50, 100 e 500 euro, erano nascoste all’interno di un armadio contenuto in un garage. I Carabinieri hanno quindi denunciato in stato di libertà il proprietario dell’immoble, C.G., un uomo di 51 anni, bracciante agricolo, incensurato, per sostituzione di persona e riciclaggio.

 

Bancarotta fraudolenta, arrestato imprenditore

COSENZA – La Guardia di Finanza di Cosenza ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore cosentino responsabile del fallimento di una società operante nel settore della compravendita di automobili di cui lo stesso era amministratore e socio unico. I finanzieri hanno acquisito ed esaminato il carteggio afferente la gestione amministrativo-contabile della società commerciale al fine di compiere mirati accertamenti sui fatti che avevano generato il fallimento della stessa. Dalle indagini è emerso che l’imprenditore si è reso responsabile di una consistente dissipazione del patrimonio della società che ha portato a una irreversibile esposizione debitoria della stessa. In particolare ha causato il depauperamento del patrimonio aziendale dal quale sono stati distratti, nel tempo, circa 9 milioni di euro senza motivazioni contabili e ha provocato un indebitamento della società nei confronti dell’erario dello Stato per oltre 32 milioni di euro.

Contraffazione, centrale del falso da tessuto a prodotto finito

REGGIO CALABRIA – Dall’acquisto della materia prima alla realizzazione del prodotto finito con moderni macchinari industriali in grado di imprimere i marchi delle griffe di moda direttamente sui capi prodotti: coprivano tutte le fasi produttive i componenti dell’organizzazione che aveva messo in piedi una centrale del falso e che è stata smantellata dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con 16 arresti. L’inchiesta “Easy Brand”, coordinata dalla Dda reggina, è nata dal sequestro di migliaia di capi d’abbigliamento a carico di un cittadino senegalese, nonché dal rinvenimento di un opificio artigianale che non poteva giustificare l’enorme mole di materiale sequestrato. I Baschi verdi del Gruppo di Reggio sono così riusciti a compiere una mappatura delle aree di vendita ed a delineare compiutamente l’operatività e i ruoli dei numerosi partecipanti all’organizzazione. E’ così emerso che la materia prima “vergine” veniva acquistata direttamente in Turchia, in Cina e in diverse regioni italiane per poi essere confezionata nel prodotto finale destinato a rifornire gran parte dei mercati della Provincia oltre che ad evadere specifici ordini commissionati anche da clienti operanti fuori dal territorio cittadino. L’organizzazione – capeggiata, secondo l’accusa, da Giuseppe Spatari di 54 anni, e dal cittadino italiano di origine senegalese Lo Macouna, conosciuto come Giulio (57) – aveva impiantato diversi opifici attrezzati con macchinari industriali moderni capaci di imprimere i marchi delle griffe di moda direttamente sui capi. Alcuni degli opifici erano completamente clandestini, altri operavano in violazione delle norme sui diritti di proprietà industriale visto che erano sprovvisti di qualsiasi tipo di autorizzazione e della licenza, tanto che uno era dotato di regolare partita Iva. Così facendo, secondo l’accusa, la banda aveva creato un vero e proprio mercato “parallelo” del falso. Sono stati oltre 150mila i capi di abbigliamento ed accessori contraffatti sequestrati nel corso dell’indagine per un valore di circa 2 milioni di euro Tra i danneggiati ci sono anche i consumatori finali che hanno comprato prodotti qualitativamente scadenti e, talvolta, pericolosi per la salute.

Droga, pusher arrestato in pieno centro dai baschi verdi

REGGIO CALABRIA – I baschi verdi della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno arrestato un pregiudicato per spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare il pusher reggino, attivo per le vie del centro, è stato colto mentre vendeva una dose di marijuana ad un giovane. L’uomo è stato processato per direttissima e posto agli arresti domiciliari mentre l’acquirente è stato denunciato.

Gdf sequestra 2 kg di droga nel milanese. Due calabresi in manette

MILANO – Nascondevano la cocaina in un contenitore per il trasporto di protesi di silicone per il seno otre che nel doppio fondo della loro auto. I finanzieri della compagnia di Magenta hanno sequestrato due chilogrammi di cocaina, per un valore stimato di circa 700mila euro e il veicolo, che sotto il sedile del guidatore aveva un’intercapedine creata ad hoc per il trasporto della sostanza stupefacente. I due cittadini italiani, di 24 anni e 25 anni, che erano a bordo sono stati arrestati con l’accusa di detenzione e spaccio. L’operazione ha consentito alle fiamme gialle al termine di un lungo e accurato lavoro di indagine di individuare un box che veniva utilizzato dagli arrestati per nascondere gli stupefacenti. I finanzieri, dopo aver individuato la base logistica dello spaccio, hanno quindi aspettato il momento giusto per bloccare i due giovani a bordo della loro auto. La perquisizione del garage ha portato al ritrovamento della sostanza stupefacente nascosta all’interno del cofanetto di plastica usato per le protesi al seno. I due spacciatori arrestati, originari di Reggio Calabria e vicini alle cosche di San Luca, tenevano il “campionario” della cocaina da far assaggiare a grossisti milanesi, all’interno di contenitori per le protesi al seno di silicone. Si tratta di contenitori in grado di trattenere l’odore dello stupefacente e di passare inosservati anche in caso di controlli con i cani antidroga. I due contenitori, grandi come un porta cd, sono stati trovati dalle Fiamme Gialle nel corso di una perquisizione e in entrambi c’erano tracce evidenti di cocaina. L’ipotesi è che i due trafficanti di droga, residenti in Calabria siano arrivati in Lombardia circa un mese fa, proprio per piazzare lo stupefacente. L’auto sulla quale viaggiavano, con un doppiofondo per custodire la droga, era intestata a un negozio di Cinisello Balsamo. Dopo una mancata consegna ad Arluno, alle porte di Milano, i militari delle Fiamme Gialle hanno seguito i movimenti della coppia di spacciatori per diversi giorni, finché per loro non sono scattatte le manette. I due, raccontano gli investigatori, avevano messo in atto una serie di precauzioni per evitare di essere individuati. I loro cellulari, in particolare, erano dotati di software anti intrusione e avevano il codice Imei (un codice di 15 cifre che permette di identificare con certezza il telefonino) completamente cancellato. Anche le schede sim utilizzate dai due spacciatori erano straniere.

False pensioni sociali, indagini in 19 regioni. Denunciate 517 persone

ROMA – Scoperta dalla Guardia di Finanza una maxi truffa ai danni dello Stato, per oltre 16,5 milioni di euro. Denunciate 517 persone, fittiziamente residenti in Italia, per aver percepito in modo indebito l’assegno sociale erogato dall’Inps. Nell’ambito dell’ormai consolidato rapporto di collaborazione tra la Guardia di Finanza e l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale grazie ad una complessa attivita investigativa, denominata “Italians Out”, ha portato all’individuazione ed interruzione di un diffuso sistema di percezione indebita dell’assegno sociale: già pensione sociale. L’attivita e stata condotta sull’intero territorio nazionale ed ha permesso di scovare centinaia di cittadini italiani che, successivamente all’ottenimento dell’assegno sociale, si erano trasferiti all’estero non rispettando pertanto il requisito essenziale della stabile residenza e continuando a riscuotere illecitamente l’emolumento assistenziale attraverso l’accredito su conto corrente oppure tornando, saltuariamente, in Italia al solo scopo di ritirare le somme allo sportello. Sono stati cosi tutti denunciati all’Autorita Giudiziaria per il reato di truffa continuata ai danni dello Stato e della collettività. L’operazione ha riguardato 19 regioni e 81 province. L’azione ha permesso di accertare 511 casi irregolari; denunciare 517 persone; constatare l’indebita percezione di emolumenti per oltre 16,5 milioni di euro. Ma dato ancora piu rilevante: oltre all’avvio del recupero di quanto indebitamente percepito dai soggetti responsabili, l’attivita consentirà un risparmio alla casse dello Stato pari a circa 3 milioni di euro annui per i prossimi esercizi. Queste le Regioni dove sono stati riscontrati i maggiori picchi di irregolarità. Sicilia: indebita percezione di emolumenti pari a 3.761.647,12 euro; 123 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 115 posizioni irregolari. Campania: indebita percezione di emolumenti pari a 3.441.686,37 euro; 98 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 96 posizioni irregolari. Calabria: indebita percezione di emolumenti pari a 2.392.214,75 euro; 75 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 69 posizioni irregolari. Lazio: indebita percezione di emolumenti pari a 1.612.929,49 euro; 48 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell’accertamento di 57 posizioni irregolari. Puglia: indebita percezione di emolumenti pari a 904.495,48 euro; 29 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell¡¦accertamento di 27 posizioni irregolari. Abruzzo: indebita percezione di emolumenti pari a 837.847,90 euro; 32 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell¡¦accertamento di 34 posizioni irregolari. Umbria: indebita percezione di emolumenti pari a 553.186,60 euro; 9 soggetti denunciati alla magistratura ordinaria a seguito dell¡¦accertamento di 11 posizioni irregolari.

Inchiesta Cosenza, Pd: «Non sorprende. Cittadini voltino pagina»

COSENZA – «La notizia della perquisizione da parte della Guardia di finanza negli uffici del Comune di Cosenza nell’ambito di un’inchiesta in merito a presunte “ditte amiche” a Palazzo dei Bruzi, non ci sorprende». Lo affermano, in una nota, Ernesto Magorno, deputato del Pd e segretario regionale del partito, e Luigi Guglielmelli, segretario provinciale. «La situazione del Comune cosentino – proseguono – è stata anche oggetto di una nostra interrogazione parlamentare che è rimasta fin qui senza risposta. Siamo certi che la magistratura e le forze di polizia andranno fino in fondo con le indagini. Siamo anche sicuri che i cittadini terranno conto nel voto per  le prossime elezioni amministrative di quanto sta succedendo a palazzo dei Bruzi e volteranno pagina».

Struttura abusiva causa stop lavori pubblici, scoperta dalla Guardia di Finanza

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Da circa due anni i lavori pubblici per il potenziamento di un’arteria di collegamento stradale e la realizzazione di una rotatoria a Corigliano Calabro erano sospesi a causa della presenza di un chiosco per la vendita di alimenti realizzato abusivamente. A scoprirlo sono stati i finanzieri della sezione di Corigliano del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia. Facendo un controllo, i finanzieri hanno scoperto che l’attività, autorizzata in forma ambulante con l’uso di un mezzo, di fatto la esercitava in forma stabile avendo realizzato un box metallico di circa 10 mq fissato al suolo ed incernierato al veicolo. Il prefabbricato in metallo, adibito a magazzino dei frigoriferi e ricovero degli attrezzi, occupava abusivamente il suolo demaniale ed era collegato illegalmente ad un vicino palo di rete di distribuzione pubblica di energia elettrica. L’intervento della Guardia di finanza ha portato alla demolizione della struttura consentendo così la ripresa dei lavori pubblici.