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Sequestro prodotti ittici, erano stipati in due autovetture

GIOIA TAURO (RC) – Oltre un quintale di prodotti ittici privi della documentazione necessaria. È questa la quantità di pescato sequestrata dalla Capitaneria di Porto di Gioia Tauro. Il tutto era a bordo di due automobili in transito sulla strada che collega Palmi con la località Tonnara.

Dopo gli accertamenti di rito, a carico dei conducenti dei mezzi, sono state inflitte agli stessi sanzioni amministrative per un totale di 3mila euro. Il pesce sequestrato, vista la non commestibilità, accertata dal Servizio sanitario dell’Asp reggina, ha provveduto alla sua distruzione.

(foto ansa.it)

 

Droga, sequestrati 55 chili di cocaina nel porto di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (RC) – Gli uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria, insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, hanno individuato e sequestrato un altro ingente carico di cocaina purissima nel porto di Gioia Tauro. Lo stupefacente è stato rinvenuto all’interno di un container, che trasportava caffè, proveniente dal Brasile e destinato in Libano. Le attività sono state eseguite attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche a mezzo di sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane ed unità cinofile della Guardia di Finanza. La cocaina sequestrata, suddivisa in 50 panetti, per un totale di 55,47 chilogrammi avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa 11 milioni di euro. L’attività svolta dalle Fiamme Gialle in sinergia con l’Agenzia delle Dogane, si inserisce nell’ambito della più generale intensificazione delle attività di controllo volte al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti nel porto di Gioia Tauro che ha portato, nell’anno in corso, al sequestro di oltre 836 chilogrammi di cocaina purissima.

Droga, sequestrati 309 chili di cocaina per un valore di 62 milioni

GIOIA TAURO (RC) – Oltre 309 chili di cocaina, suddivisa in 269 panetti, sono stati sequestrati nel porto di Gioia Tauro dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria, insieme ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane-Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della procura della Direzione distrettuale antimafia. La droga, che avrebbe fruttato con la vendita al dettaglio circa 62 milioni di euro, è stata trovata in un container, che trasportava noci, proveniente dal Cile e diretto in Turchia. «Per dare un’idea dell’enorme quantitativo di cocaina sequestrato – osserva in una nota la procura di Reggio Calabria della Direzione Distrettuale Antimafia – si tratta di una striscia ininterrotta di oltre 46 chilometri, più della distanza da Roma a Tivoli, tolta dalla circolazione e dallo spaccio». La cocaina è stata scoperta dentro un container, che trasportava noci, proveniente dal Cile e destinato in Turchia. Il carico di stupefacente è stato tracciato attraverso una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche con apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane e con unità cinofile della Guardia di Finanza.

Lastre e pezzi di eternit abbandonati per strada, l’Arpacal scrive al comune

GIOIA TAURO (RC) – Con una nota inviata ieri, il direttore del Dipartimento provinciale Arpacal di Reggio Calabria, dr.ssa Giovanna Belmusto, ha posto all’attenzione dell’amministrazione comunale di Gioia Tauro l’esito di un sopralluogo che i tecnici del Servizio Suolo e rifiuti, diretto dalla dr.ssa Angela Cardile, hanno svolto il 6 giugno scorso. In quella data, infatti, in occasione di indagini effettuate nel comune di Gioia Tauro «si riscontrava – è detto nel verbale di sopralluogo – un abbandono di rifiuti ai margini della strada comunale in località Marrella; precisamente in prossimità dell’ex discarica comunale, si notavano, in stato di abbandono, cumuli sparsi di rifiuti vari e mucchi di lastre ondulate in “eternit” (cemento-amianto) rotte con pezzi ai margini della strada. Tenendo conto di quanto visivamente osservato, sopra riportato e documentato in parte con rilievi fotografici, i cumuli sopracitati devono essere rimossi. In particolare – prosegue il verbale Arpacal trasmesso al Comune di Gioia Tauro – le lastre ed i pezzi in eternit con i pezzi di condotte tubolari in eternit, classificabili come rifiuti speciali pericolosi e individuati con il codice CER 17 06 05*, visto lo stato di degrado in cui versano, devono essere, con urgenza, smaltiti mediante raccolta, trasporto da parte di ditta specializzata (iscritta all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella Categoria 10) e conferimento in tipologia di discarica per rifiuti non pericolosi, dedicata o dotata di cella mono dedicata per i rifiuti individuati con il codice sopra menzionato».

 

Oliverio: «A Gioia Tauro la prima Zona Economica Speciale»

CATANZARO – «Il decreto sul Sud approvato dal Consiglio dei Ministri costituisce un importante strumento finalizzato a sostenere la crescita, il lavoro e l’imprenditoria giovanile nel Sud e nella nostra regione». Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. «L’istituzione di zone economiche speciali (Zes) nel Sud ed il sostegno ai giovani, per aiutarli a fare impresa – prosegue Oliverio – sono due scelte strategiche per la crescita dei nostri territori. Sono state destinate risorse importanti che avranno un effetto positivo per attrarre investimenti, per creare opportunità di lavoro, per rafforzare le tendenze di ripresa registrate in questo ultimo periodo. L’impegno del Governo ad istituire la Zes a Gioia Tauro espresso dal ministro De Vincenti nel suo ultimo incontro nella sede della nostra Regione, alla presenza delle forze sociali calabresi, ha imboccato la strada della concretezza e della realizzazione. Bisogna dare atto al ministro del Mezzogiorno De Vincenti che anche oggi illustrando il provvedimento del Governo ha riconfermato che Gioia Tauro avrà la prima Zes appena sarà concluso l’iter legislativo del provvedimento assunto ieri dal Consiglio dei Ministri. La nostra Regione, infatti – conclude Oliverio – è la prima ad avere avanzato al Governo e al Parlamento una proposta di istituzione della Zes i cui contenuti sono stati verificati anche in sede nazionale ed europea».

Smantellata associazione di narcotrafficanti. Tredici le persone indagate

CATANZARO – Dalle prime luci dell’alba, a Catanzaro, Borgia, Vallefiorita e Rosarno, militari del Comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 indagati (6 in carcere, 4 ai domiciliari e 3 all’obbligo di firma).

L’attività, condotta dal nucleo investigativo, ha permesso di smantellare un’associazione dedita all’acquisto di ingenti quantitativi di stupefacente (cocaina, hashish e marijuana) dall’area di Gioia Tauro (RC) e Vibo Valentia (VV) per poi rivenderli al dettaglio tra il capoluogo catanzarese e comuni della fascia ionica.

Due provvedimenti in carcere sono stati eseguiti unitamente a militari del Nucleo di polizia tributaria – Gico della Guardia di finanza di Catanzaro in quanto soggetti comuni ad altra indagine.

L’organizzazione, secondo l’accusa, si riforniva nelle Serre vibonesi e nella piana di Gioia Tauro, approvvigionandosi di droga, in particolare cocaina, che veniva smerciata anche a Catanzaro grazie ad una rete di spacciatori che aveva il suo quartier generale nella zona di via Lucrezia della Valle. Fra loro gli indagati parlavano in codice per tentare di sfuggire alle forze di polizia durante i loro “summit”. Nel corso delle operazioni è stato sequestrato oltre un chilogrammo di cocaina e, a testimonianza della pericolosità dell’organizzazione, anche una pistola e una bomba a mano prodotta nell’est Europa. Tre degli arrestati sono stati sorpresi in flagranza di reato. Tra la “manodopera” impiegata dall’organizzazione anche cittadini stranieri.

Il procuratore capo Nicola Gratteri ha parlato di una “forte accelerazione” delle operazioni nel campo della repressione del traffico di stupefacenti, resa possibile anche dall’adeguamento degli organici della spessa Dda e delle forze dell’ordine che consente “un target” qualitativo e probatorio delle indagini “di altissimo livello”. Gli inquirenti, nel corso di un incontro con i giornalisti, hanno parlato di un consumo di droga “dilagante”, capace di arrivare anche davanti alle scuole.

Scoperte tre serre contenenti oltre 15 mila piante di marijuana

GIOIA TAURO (RC) – Tre serre contenenti oltre 15 mila piante di marijuana sono state scoperte in località “Bosco Sovereto” dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro insieme a quelli di Rizziconi. I militari hanno anche arrestato Girolamo Albanese, di 38 anni, incensurato, di Rosarno, per produzione e coltivazione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente del tipo canapa. I carabinieri, insospettiti dal forte odore di marijuana hanno iniziato un servizio di osservazione durante il quale hanno visto l’uomo accedere ad un podere di proprietà comunale su cui erano impiantate 6 serre. I militari hanno quindi sorpreso Albanese mentre irrigava tre serre di circa 1000 mq ognuna, contenenti le piante di canapa alte circa 1 metro, in grado di fruttare oltre 1,5 milioni di euro. Nelle serre era stato installato un sofisticato impianto di irrigazione. Nelle vicinanze è stato trovato materiale per l’essiccamento e per il taglio delle piante.

Detenevano armi clandestine in casa, arrestati padre e figli

GIOIA TAURO (RC) – Padre e due figli sono stati arrestati dai carabinieri di Gioia Tauro in sinergia con lo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria di Vibo Valentia con l’accusa di detenzione illecita di arma clandestina e munizionamento, oltre che di ricettazione e detenzione di droga. I militari, nel corso di un controllo in Contrada Bosco Selvaggio Olmolongo a Rizziconi hanno perquisito l’abitazione in cui vivono Girolamo Giardino, di 53 anni, ed i suoi figli Michele (26) e Gabriele (21). In alcune pertinenze della proprietà e in auto loro intestate, i carabinieri hanno trovato un revolver Smith & Wesson 357 magnum con matricola abrasa, una pistola di fabbricazione ceca cal. 6.35 completa di caricatore con 6 cartucce e matricola abrasa, e 1,3 chili di marijuana. I tre sono stati quindi arrestati.

Venticinque chili di cocaina purissima sequestrati a Gioia Tauro

REGGIO CALABRIA – Oltre 25 kg di cocaina sono stati sequestrati al porto di Gioia Tauro dagli uomini del comando provinciale di Reggio Calabria, insieme a funzionari dell’Agenzia delle Dogane – Ufficio Antifrode di Gioia Tauro, con il coordinamento della procura della Repubblica della Direzione distrettuale antimafia. Lo stupefacente è stato trovato all’interno di un container, che trasportava pollo congelato, proveniente dal Brasile e destinato al porto di Umm Qasr (Iraq). Il carico, fa sapere la procura, è stato scoperto grazie a una serie di incroci documentali e successivi controlli di container sospetti, anche attraverso sofisticate apparecchiature scanner in dotazione all’Agenzia delle Dogane ed unità cinofile della guardia di finanza. La cocaina sequestrata, suddivisa in 23 panetti, per un totale di 25,660 kg, avrebbe fruttato, con la vendita al dettaglio, circa 5 milioni di euro.

Gioia Tauro, sequestrati i beni di un pregiudicato vicino al clan Molè-Piromalli

GIOIA TAURO (RC) – I finanzieri del gruppo di Gioia Tauro hanno eseguito un decreto di sequestro “preventivo”, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari nei confronti di un pregiudicato del luogo, gravato da una sentenza di condanna passata in giudicato per reati in materia di stupefacenti. Il soggetto , a suo tempo, fu convolto nell’operazione “Asmara” unitamente ad altre persone ritenute vicine al clan Piromalli – Molè. Il provvedimento giunge a seguito di indagini patrimoniali, svolte dai militari nei confronti del pregiudicato e del suo nucleo familiare, dalle quali era emersa una netta sproporzione tra il tenore di vita e le ricchezze accumulate. In particolare, l’analisi accurata delle movimentazioni bancarie e postali, nonché delle possidenze immobiliari, ha evidenziato che il Genova ha dichiarato, nei diversi anni, entrate reddituali le quali non giustificavano le disponibilità economiche e finanziarie a lui riconducibili, motivo per cui è stato ipotizzato che tali ricchezze fossero, in realtà, il frutto del reimpiego di risorse accumulate illecitamente, ipotesi accolta dal Tribunale di Palmi con l’emissione del provvedimento ablativo. A conclusione dell’operazione di servizio sono stati posti sotto sequestro, ai fini della successiva confisca, valori per oltre 150 mila Euro .