RENDE (CS) – Profonda tristezza e commozione ai funerali della famiglia Giordano. Il mesto pellegrinaggio è iniziato già un’ora prima della celebrazione delle esequie. C’è incredulità tra amici e parenti per la tragica vicenda. Il rito è celebrato nella chiesa del Gesù Redentore in Contrada Santo Stefano di Rende dal parroco don Michele Buccieri, insieme a Padre Emanuele della Chiesa Deoniana e Don Domenico Sturino. Presente il sindaco Marcello Manna che ha proclamato per oggi il lutto cittadino.
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Polifunzionale Unico di Polizia, Spadafora e Bruno sollecitano le istituzioni
Delitto di Cetraro: il cognato della vittima confessa ai carabinieri. Poi fa scena muta davanti al magistrato
PAOLA (CS) – Ha reso una piena confessione ai carabinieri, ma davanti al magistrato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Paolo Di Profio, 47 anni, è l’infermiere indagato per l’omicidio del medico Anna Giordanelli, uccisa ieri a Cetraro mentre faceva jogging. Il cerchio si è rapidamente chiuso intorno a lui quando le indagini hanno accertato che l’uomo covava un odio profondo nei confronti della vittima. Di Profio e la Giordanelli erano cognati. L’infermiere aveva sposato la sorella del medico cetrarese. Poi però i rapporti della coppia si sono incrinati ed è arrivato un divorzio difficile per il quale il Di Profio riteneva Anna Giordanelli responsabile. Per questo ieri sera, quando l’ha incrociata lungo quella stradina davanti al mare, dove la dottoressa amava correre, l’ha affrontata, ha impugnato un piede di porco e l’ha colpita, mortalmente, lasciando lì il corpo riverso in una pozza di sangue. I primi soccorritori hanno pensato inizialmente ad un pirata della strada, ma l’arrivo degli inquirenti e del medico legale hanno chiarito che si trattava di un omicidio consumato con un colpo contundente. L’arma del delitto è stata rinvenuta questa mattina. Nel frattempo il procuratore capo del tribunale di Paola, Bruno Giordano, dopo aver escluso la violenza sessuale e l’aggressione per rapina, si è concentrato sui rapporti familiari. Arrivando rapidamente alla soluzione del caso. Messo alle strette Paolo Di Profio è stato condotto nella caserma dei carabinieri per un interrogatorio. Ed è crollato davanti alle domande rivoltegli dai militari dell’arma. Ha raccontato dei suoi rapporti burrascosi con la moglie e con la cognata, Anna Giordanelli, la vittima. Ed ha confessato. poi però, assistito dall’avvocato Sabrina Mannarino, davanti al Pm si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’infermiere, dunque, secondo quanto riferito dal suo legale, non ha confermato davanti al magistrato le ammissioni circa le sue responsabilità nell’omicidio che aveva fatto, secondo quanto riferito dagli investigatori, con i carabinieri. Ammissioni che, secondo l’avvocato Mannarino, non sono utilizzabili per formalizzare l’accusa a suo carico perché non confermate davanti al magistrato. Di Profio, comunque, è ancora trattenuto per accertamenti nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Paola che conducono le indagini sotto le direttive della Procura della Repubblica. «Il fermo del mio assistito è solo identificativo – ha detto l’avvocato Sabrina Mannarino – A carico di Di Profio, dunque non è stato emesso al momento, né tanto meno è stato eseguito, alcun provvedimento di fermo da parte della Procura della Repubblica. Il mio assistito, dunque, allo stato, riveste soltanto la qualità di indagato».
Cetraro, medico assassinato con un colpo alla testa
CETRARO (CS) – sono in corso le indagini dei carabinieri per accertare le circostanze in cui è stata uccisa a Cetraro Anna Giordanelli, medico di 53 anni, aggredita per strada mentre passeggiava in una via della periferia del paese e colpita alla testa con un corpo contundente. La morte della donna è stata istantanea. Sul movente dell’omicidio, al momento, non si esclude alcuna ipotesi. Indaga il procuratore della Repubblica di Paola, Bruno Giordano. Secondo una prima ricostruzione, Anna Giordanelli, nel momento dell’aggressione e del conseguente omicidio, stava facendo jogging ed era da sola. La donna è stata colpita alla testa con una pietra o con un altro tipo di corpo contundente. Non si capisce al momento, ed e’è questo il dubbio principale che stanno tentando di sciogliere i carabinieri e la Procura della Repubblica di Paola, se il movente dell’aggressione sia legato ad un tentativo di rapina o ad altri motivi. Secondo quanto ha riferito il procuratore Giordano, sull’asfalto, all’altezza del punto del marciapiede in cui è stata aggredita la dottoressa, sarebbero state trovate tracce di pneumatici che potrebbero appartenere all’automobile dell’aggressore. La Procura di Paola, per accertare le modalità di quanto accaduto, ha disposto l’autopsia sul cadavere della donna. “Dobbiamo valutare tutti gli elementi possibili – ha detto il procuratore Giordano – prima di poter formulare ipotesi complete sulla natura di questo omicidio, che al momento appare indecifrabile. Prima di poter dire qualcosa di concreto, dunque, dobbiamo aspettare l’informativa dei Carabinieri e l’esito dell’autopsia”. L’omicidio di Anna Giordanelli ha suscitato sgomento a Cetraro, dove la dottoressa era conosciuta e benvoluta”.
Tragedia a Buonvicino, bimba muore intossicata dalla stufa difettosa
BUONVICINO (CS) – Sarebbe deceduta per intossicazione da ossido di carbonio la bimba di sei anni morta questa mattina mentre dormiva nel lettone dei genitori accanto alla madre a Buonvicino, centro montano del Tirreno cosentino. A compiere la terribile scoperta è stato il cognato della donna che ha subito allertato il 118. I sanitari giunti sul posto non hanno potuto far altro che accertare il decesso della bambina, mentre la madre, Romina Maiolina, 36 anni, è stata trasferita all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in stato di semincoscienza, in condizioni critiche con l’elisoccorso. Nell’abitazione dove si è consumato il dramma, oltre alla piccola e sua madre, si trovavano il cognato e i nonni paterni e materni. Sul posto si sono recati i carabinieri della stazione di Diamante e il pm di turno Maria Camodeca che assieme al procuratore capo del tribunale di Paola, Bruno Giordano, stanno coordinando le indagini. Dalle prime analisi compiute dal medico legale sul corpicino della piccola non emergerebbe alcun segno di violenza mentre sarebbero visibili gli effetti dell’intossicazione da esalazioni di ossido di carbonio. Per questo gli inquirenti propendono come causa di morte l’incidente domestico legato appunto all’impianto di riscaldamento. Prima di disporre l’autospia gli investigatori attendono che la madre riprenda coscienza per comprendere l’esatta dinamica dell’incidente. In corso sull’impianto di riscaldamento anche le verifiche tecniche da parte dei vigili del fuoco del distaccamento di Scalea. Secondo le prime ipotesi, a provocare il dramma sarebbe stato il malfunzionamento dell’impianto stesso che serve tutto il palazzo dove vivono anche gli altri parenti della donna. L’impianto è allacciato ad un bombolone di Gpl esterno all’abitazione.