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The Summit, il docufilm proiettato a Cosenza sul significato di Genova nelle lotte

COSENZA – Il 20 luglio alle 20.30 sarà proiettato il  docufilm The Summit- I tre giorni della vergogna di F. Fracassi (2013). 20/07/2001- 20/07/2016, sono passati 15 anni dai fatti del g8 e dalla morte di Carlo Giuliani. Il film e il dibattito che seguiranno non saranno un ricordo ma una riflessione collettiva sul significato di Genova nelle lotte, nelle pratiche e nelle rivendicazioni dal basso attuali.
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Il 21 luglio sarà il turno del dibattito a più voci: Fortress Europe, storie di denunce e accoglienze, ovvero cosa sappiamo mettere in campo sul nostro territorio nelle pratiche di accoglienza, cosa non va nel sistema? Cosa succede ai confini dell’Europa e negli altri continenti? Ne parleremo con alcuni operatori e attivisti locali: Pino FabianoElma Battaglia,Emanuela GuzzoLuigi Ferraro, emilia corea. Ad aiutarci a dare uno sguardo più globale a tutto il contesto, ci penserà Giacomo Zandonini, giornalista freelance, firma e voce ricorrente su Repubblica on line, Radio Vaticana, Internazionale, Left, esperto di migrazioni e autore di numerosi reportage dentro e fuori la Fortezza Europa. A moderare il dibattito, il puntuale e attivissimo giornalista Francesco Cangemi

Si è concluso il primo Corso di Formazione di “Giornalisti d’Azione”

CATANZARO – «Sarà superfluo dirlo, ma le immagini, nel giornalismo televisivo, hanno una grammatica ed una sintassi. Si pensi allo stand up che non può essere messo a caso in un servizio, ma deve seguire una logica di comunicazione: lo si può usare per parlare di qualcosa quando non si hanno le immagini pertinenti, ma anche per legare due parti di un servizio oppure per testimoniare la presenza del giornalista e dell’emittente in quel determinato posto». Sono queste le parole di Annabruna Eugeni, programmista regista della sede Rai per la Calabria, dal 1978 nel mondo della Comunicazione, prima con le tv private e poi con la rete pubblica regionale, già docente all’Università della Calabria, durante il corso di formazione teorico – pratico su “Il linguaggio delle immagini nel giornalismo televisivo” organizzato dal movimento Giornalisti d’Azione che si è svolto a Catanzaro.

Il primo incontro tenuto, appunto, da Eugeni è stato completato con la lezione di ripresa e montaggio digitale tenuta da altri due professionisti della tv privata e pubblica, Marcello le Piane, direttore della società di produzioni tv Component, da anni al servizio di Rai e Mediaset in Calabria, e da Massimiliano De Lio, tecnico di montaggio della sede regionale della tv di Stato. «Perché oggi – dice il presidente di Giornalisti d’Azione Mario Tursi Prato – al giornalista viene chiesto di saper usare anche telecamera e software di montaggio, perché le aziende editoriali hanno necessità di ottimizzare le risorse economiche e considerano un inutile dispendio l’investimento su quelle che, fino a qualche tempo fa, erano le tre figure professionali di giornalista, operatore di ripresa e montatore che andavano a comporre la troupe. Ritengo – continua – che si perda in qualche modo di qualità optando per la figura unica, ma, d’altro canto, mi rendo perfettamente conto che il futuro non si può arrestare. E i giornalisti calabresi hanno il dovere di arricchire il loro bagaglio professionale per poter offrire risposte concrete alle esigenze del nuovo mercato editoriale, che significa anche web oltre che tv e carta stampata». Il corso è stato il primo esperimento dell’associazione dei giornalisti calabresi. «Crediamo – dice il vicepresidente di Giornalisti d’Azione Francesco Montemurro – di avere intercettato un’esigenza reale, concreta, offrendo ai colleghi una conoscenza divenuta ormai indispensabile, come dimostra l’ampia ed entusiastica partecipazione che abbiamo registrato». Il Direttivo del movimento, intanto, annuncia già che è già pronto un nuovo appuntamento formativo. Stavolta l’attenzione sarà rivolta all’uso degli Iphone per confezionare servizi radiotelevisivi e l’utilizzo delle piattaforme social Facebook e Instagram.

Le “Voci contro le mafie” di “Giornalisti d’Azione” e “Pedagogia della R-Esistenza” .

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – “Il giorno prima del processo, mi sono state mostrate le chiavi della macchina, in modo che io capissi di avere due possibilità: o prendere la macchina e lasciare il mio paese, oppure accettare di restare e di vivere sotto scorta. Io mi sono letteralmente catapultato su quelle chiavi, le ho prese, le ho messe in tasca. Sapete perché? Perché sono loro (i mafiosi, ndr) che se ne devono andare, non io”.  È stato Rocco Mangiardi, l’imprenditore che con le sue denunce ha permesso alla giustizia di imprimere un duro colpo alle cosche lametine, a pronunciare queste parole davanti ad oltre 400 studenti dell’Università della Calabria, stamattina. Mangiardi è stato uno dei tre protagonisti dell’incontro sul tema “Voci contro le mafie. Comunichiamo assieme la legalità”, organizzato dal movimento “Giornalisti d’Azione” e dal Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, laboratorio di Pedagogia della R-Esistenza, diretto dal professore Giancarlo Costabile.

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 Ed è stato proprio il docente ad introdurre i lavori manifestando apprezzamento per la partecipazione di tanti studenti e sottolineando che “il paradigma dell’Italia meridionale silente e complice delle mafie esiste solo per una certa parte del Paese, mentre, da anni, in Calabria si sperimentano iniziative per la formazione delle coscienze”.  Un dibattito a più voci, moderato dal giornalista Piero Muscari, che si è avvalso dei contributi dello scrittore Giacchino Criaco, di Africo, autore del libro “Anime nere”, da cui è stato tratto l’omonimo film, e del luogotenente dei Carabinieri di Vibo Valentia, Cosimo Sframeli, anch’egli scrittore.  Antimafia, vera e presunta, la vita ed il destino condizionati di quei giovani che nascono in determinati paesi, la necessità di non demordere mai e di non allentare la promozione della cultura della legalità; ma anche come vive un testimone di giustizia, come lotta lo Stato in Calabria contro la ‘ndrangheta. Il dibattito ha preso le mosse dal libro di Criaco “che affronta senza ipocrisia una realtà che esiste. Io  – ha detto lo scrittore – parto dall’Aspromonte e  mostro senza ipocrisia il male che quei ragazzi fanno, ma anche il cinismo della società. A chi dice che io ho dato un’immagine negativa della Calabria col mio libro, rispondo che nel mio scritto c’è il racconto vado a scoprire gli angoli bui della società in tutto il mondo, nell’uomo. E in questi angoli cerco di portare la luce. E per sollevare discussioni, critiche costruttive, alimentare riflessioni”.  Dal luogotenente Sframeli un appello agli studenti a puntare sulla libertà “che non è la legalità, che è una cornice vuota senza giustizia e verità. Le ingiustizie si ricevono dalle mafie, certo, ma, talvolta, anche da alcuni rappresentanti dello Stato. È una vita che sento dire che combattiamo la ‘ndrangheta e, talvolta, sento ancora dire che è più forte di prima. Allora mi domando dove sia l’errore nel meccanismo di contrasto alla criminalità organizzata”. La ribellione alle mafie è un dovere di ogni cittadino perbene, hanno detto tutti. E Mangiardi, sollecitato dalla domanda di una studentessa sulla valutazione della sua scelta di denunciare il sopruso, ha risposto con un eufemismo: “Io vorrei alzarmi in piedi per farvi capire che io sono alto appena 1’60. La definizione di “testimone di giustizia” non mi piace. E non mi piace che se uno fa la cosa giusta, il proprio dovere debba passare per un eroe.  Nel 2006, quando sono stato chiamato a testimoniare, io avevo denunciato cinque persone, ma , nelle trascrizioni, ne è saltata una. È successo che una mattina ho letto sul giornale la notizia di un ragazzo ucciso con un colpo di pistola e bruciato vivo. Ecco, se io tornassi indietro insisterei sulla denuncia di quel ragazzo che era saltato nelle trascrizioni. Perché gli avrei salvato la vita. Non è colpa di questi ragazzi se vivono nell’illegalità. E sono convinto che possono essere salvati. Se potessi  tornare indietro, rifarei quello che fatto. Senza nessun dubbio”. Mangiardi, Sframeli e Criaco sono stati sollecitati dalle domande poste loro dai giornalisti Salvatore Audia, Direttore di “Esperia Tv”, Pietro Comito, de “LaCTV”, Alessandro De Virgilio, responsabile Agi Calabria, Saveria Gigliotti, vice presidente di “Giornalisti d’Azione”, Sergio Tursi Prato, Direttore di “Telitalia”, Mario Vetere, di Radio Touring 104. Il Rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, ha portato i saluti dell’Ateneo, insieme al direttore ed  al vice direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, Franco Altimari e Luciano Romito. Il dibattito è andato in onda in diretta streaming grazie all’impiego della “Component Produzioni tv” coordinata  dal giornalista Marcello Le Piane.

“La Comunicazione è una cosa seria”: prende il via la campagna di “Giornalisti d’Azione”

Uno spot, trasmesso da radio e televisioni regionali calabresi già in questi giorni, si assume il compito di framepromuovere la figura del giornalista: in questo modo prende avvio la campagna realizzata da “Giornalisti d’Azione”.

A farsene portavoce nello spot è il Presidente dell’associazione, Mario Tursi Prato, il quale esordisce senza preamboli sostenendo che “la Comunicazione è una cosa seria”. L’intento della campagna è quello di “far prendere coscienza a chiunque abbia necessità di comunicare qualcosa che esiste una figura professionale ben definita, quella del giornalista, abilitata, ex lege, a svolgerla. E che se la Costituzione italiana garantisce, certo, l’espressione del libero pensiero a tutti noi, questo non significa che chiunque possa improvvisarsi giornalista o comunicatore. Anzi, come dicevo, esiste una legge che punisce, alla stregua di qualunque altra professione, l’esercizio abusivo della professione giornalistica. Lo voglio ricordare a chi, evidentemente, non lo abbia ancora ben chiaro: per giornalista s’intende, ovviamente, un iscritto agli albi, sia esso pubblicista o professionista. Non è più immaginabile né sopportabile che i comunicati stampa vengano redatti da persone che non sono iscritte a questi albi o che la Comunicazione di enti, di associazioni, di eventi venga affidata a chi non è giornalista”.

“Giornalisti d’Azione”, prima associazione di giornalisti in Italia, non è nuova a iniziative del genere: già lo scorso anno aveva fatto ricorso a una campagna pubblicitaria per promuovere la nascita del movimento sorto dall’esigenza “di (ri)dare dignità ad una professione che è sempre più svilita da pressappochismo, abusivismo ormai generalizzato e, talvolta, anche da vera incapacità professionale”. La necessità di favorire l’impiego di professionisti, iscritti regolarmente agli albi è parte di un problema generalizzato che riguarda tutta l’editoria calabrese che, come quella nazionale, sta attraversando un momento di stallo evidente.

Gli spot “aiutano a creare una nuova cultura di stima e di rispetto verso la figura del giornalista” afferma Tursi Prato, ma tante sono le iniziative previste dal movimento, volte anche alla ricerca pratica di nuovi sbocchi occupazionali. “Nei mesi scorsi abbiamo incontrato i dirigenti scolastici del Cosentino, per cominciare, e abbiamo proposto loro dei laboratori di giornalismo da tenere sotto l’egida di “Giornalisti d’Azione”. Per questo stiamo redigendo appositi progetti in cui il valore aggiunto va identificato nella nostra capacità di fare rete, di mettere insieme strutture e colleghi su tutto il territorio regionale. Stiamo lavorando, anche, ad un progetto da sottoporre alle agenzie di convegnistica e agli enti pubblici e privati, e qualcuno dei colleghi aderenti al movimento ha già potuto godere del lavoro di promozione e di relazione che stiamo svolgendo. Certo, non pensiamo assolutamente di trovare la panacea della disoccupazione, ma, in Calabria ci sono quasi 3000 giornalisti, tra professionisti e pubblicisti, la cui stragrande maggioranza è inoccupata come giornalista o disoccupata; le aziende editoriali non posso accogliere tutti, evidentemente; cercare, tentare di percorrere nuove strade occupazionali, seppure provvisorie, a tempo, precarie ci pare il minimo che un’associazione di categoria debba fare”.

Lo spot di “Giornalisti d’Azione”è realizzato dalla cosentina “GB Production Photography”, ed è programmato da quasi tutte le emittenti televisive calabresi, regionali e locali, tranne alcune eccezioni, e da molte emittenti radiofoniche e da svariati siti web. Naturalmente, è possibile vedere lo spot anche sulla piattaforma youtube, all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=Ro-U_E7gmG8, e su Facebook. Non manca il passaparola tramite mail destinato ad enti, associazioni e Comuni.

Giornalismo #unlavoroarischio: stasera il talk

sandro ruotoloL’auditorium delle Terme Sibarite, diventa protagonista di un talk condotto dal direttore del Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni, e ripreso dalle telecamere di Viva Voce Tv, domenica 27 settembre, ore 18,30, grazie alla presenza di Sandro Ruotolo, giornalista sotto scorta. Una riflessione seria e concreta sul lavoro rischioso del giornalista, dopo le minacce del capo del clan dei Casalesi, Michele Zagaria, allo stesso Ruotolo.
Un appuntamento, questo, di grande spessore e delicatezza per via dei contenuti, fortemente voluto e apprezzato dal Presidente delle Terme Sibarite, Mimmo Lione, sempre disposto alla crescita della struttura e del territorio, ancora una volta, coinvolto nella lavorazione di una programmazione di eventi di qualità.
“Terribili le minacce di Zagaria rivolte all’inviato di Servizio pubblico. Parla in maniera disinvolta perché convinto di non essere ascoltato.
Le “cimici”, gli uomini del Ros, le hanno piazzate in una cella diversa dalla sua. Il boss pensa che quella sia un’area non contaminata dalle microspie autorizzate dai magistrati – recita così un pezzo del Corriere della Calabria di pochi giorni fa – Ma ancora più raccapriccio crea ascoltare dal vivo le parole del boss, il tono accidioso che accompagna l’impegno a «squartare» quel «Ruotolo di merda» che seguita a dire della Terra dei fuochi, che continua a indagare sul campo, che si ostina a portare le telecamere sui luoghi dove i macellai della camorra e quelli dei Servizi deviati hanno interrato veleni capaci di uccidere intere comunità – prosegue l’articolo – Capisce così, Sandro Ruotolo, che questa volta la scorta non gli viene “offerta” ma “imposta”. In passato è riuscito a “trattare” e a evitarla, non gli piace andare in giro con la “blindata” e con angeli custodi armati. Ruotolo – conclude il pezzo – assieme a Pollichieni, ripercorrerà episodi editi e inediti della sua vita che si intreccia indissolubilmente con la sua carriera di giornalista”.
Un appuntamento, dunque, a cui non si può proprio rinunciare e in cui, ancora una volta, le Terme Sibarite, assumono un ruolo di centralità e di spessore intellettuale e culturale.

Calabria e Sicilia, il difficile mestiere del giornalista

Rosy BindiROMA – Dal 2006 al 31 ottobre 2014 gli atti di ostilità nei confronti dei giornalisti sono stati 2.060. Nei primi 10 mesi del 2014 si è registrato un nuovo picco, con 421 atti di violenza o di intimidazione, quasi tre ogni due giorni. I dati sono stati riportati nella relazione della commissione Antimafia sui giornalisti minacciati dalle mafie. A oggi, i giornalisti ora sotto scorta sono 20, mentre 11 sono stati quelli uccisi dalle mafie e dal terrorismo. Difficile fare informazione libera in Calabria e Sicilia.

La Confcommercio presenta il “documento” sull’informazione commerciale in Calabria

Screenshot_2015-07-10-22-15-40-1Il 20 luglio, ore 18,30 sarà presentato a Corigliano, Cs il libro del giornalista, Mario Logullo, presso la sede della Confcommercio, edito da editoriale Progetto 2000 dell’editore Demetrio Guzzardi e dal titolo “informazione e comunicazione commerciale in Calabria”.

Lucia De Cicco

L’intervista: Mario Logullo conferimento commissione cultura per il Giornalismo e Autori calabresi

20150608_185740«Voglio ringraziare pubblicamente il presidente della Confecommercio, Klaus Algieri e il direttore Maria Cocciolo per la loro disponibilità a organizzare l’evento che si terrà nei primi giorni del mese di Luglio proprio nella sede della Confcommercio di Corigliano. Per la verità, tenevo molto a questa collaborazione per tantissimi motivi, in primis, la grande amicizia che mi lega al Presidente Algieri ma anche al gruppo che rappresenta. Sono stati per tanti anni tra i miei migliori clienti in tv ma anche al giornale e li ringrazio ancora per tutta la fiducia. C’è stata poi una bella parentesi di lavoro anche con la Confcommercio, diverse le iniziative e un grande successo con la trasmissione Confcommercio Informa». Queste sono le parole scritte in fecebook da un giornalista della prima guardia che ha reso grande la Tv Calabrese, Mario Logullo, la presentazione cui si riferisce è del testo “Informazione e comunicazione commerciale in Calabria”, la sua opera che ha spaziato con tanti nomi la tv calabrese di qualche anno fa, ha ricevuto il riconoscimento della Commissione cultura della città di Cosenza, nei giorni scorsi, per il suo impegno e l’amore per il territorio attraverso non solo l’informazione ma, anche, per il potenziamento commerciale della stessa, tutto questo oggi sembra essersi disciolto per la crisi certo, ma forse per condizioni ambientali e qualche scelta sbagliata? Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare il perché della quasi scomparsa di questa grande realtà e per ripercorrere assieme le tappe più importanti e narrate nel testo. Un testo, cominciato a prendere vita proprio su facebook e che ha attenzionato l’editore Guzzardi.20150608_185727

Da che cosa nasce questo libro?

Il libro era un sogno che avevo da qualche tempo. Discutendone con l’editore Demetrio Guzzardi, mi sono deciso, da questa pubblicazione è tornato l’amore per il giornalismo. La storia di questo libro non fa che raccontare tutto ciò: scrivere è stato il mio esordio prima di passare alla Tv, tante le esperienze, radio cartaceo, tele3, Gazzetta del Sud e Tele1.  Con il Giornale di Calabria è finito il sogno di diventare Giornalista professionista, perché ha chiuso sei mesi prima che potessi conseguire i crediti necessari. Ho lavorato anche con Giornali nazionali, insomma una bella esperienza di scrittura.

Che cosa è mutato nel fare giornalismo, riguardo al tuo settore?11258834_1609633652617066_2201408811004372704_n

Tecniche diverse, ma sostanzialmente è rimasto identico nella mentalità. C’era più passione prima si lavora di più e si guadagnava poco. Sono però nati tanti bravi giornalisti in quell’ambiente. Perché erano la passione e l’amore a spingerci. Io stesso ho contribuito, tramite la mia attività, a mettere in piazza tante belle menti giornalistiche. Oggi c’è più sfruttamento dell’attività giornalistica e diciamo che l’informazione con i mezzi mediatici ha un poco esaurita l’attività di scrittura.

I passaggi più importanti del testo?

Il libro è stato scritto tutto al positivo, di una stagione bellissima, che si è vissuta per la Tv Calabrese.

11391487_1617907888456309_1442600517294897249_nLa passione giornalistica quando nasce?

Nasce da giovanissimo, ho fatto di tutto per realizzare il mio sogno. Ci sono riuscito vivendo dei momenti bellissimi con le tv. Fino al 1980 l’ho fatto per passione, poi è diventato un lavoro serio. Arrivarono la prima esperienza importante con Gazzetta del Sud con i “Cent’anni del progresso Italo-Americano”, i primi speciali da Castrolibero e tutta la Provincia. Poi la grande esperienza con Cinque Stelle che ha realizzato anche dei servizi con la trasmissione domenicale condotta da Pippo Baudo. Una grande televisione, con tanti operatori, eravamo cento persone. Molti accreditati con l’ordine dei Giornalisti di Milano. Poi l’esperienza a Metrosat, la Provincia cosentina.

Inizia il declino televisivo delle tv calabresi e del cartaceo…come vede il futuro del Giornalismo Calabrese?

Vedo un periodo buio, il problema di non essere pagati è la prima piaga. C’è un declino generale, scende la distribuzione delle copie cartacee, scendono i primati televisivi e cominciato nel passato con la concorrenza nazionale, che imponeva i suoi standard.

 

11406710_1619980101582421_4548814429392744401_oSul libro: Ci sono mille modi per raccontare la Calabria, Mario Lo Gullo – da quaranta anni una presenza in giornali, radio e tv calabresi – con il suo libro «Informazione e comunicazione commerciale in Calabria» ci presenta il suo punto di vista. Un’autobiografia a 360 gradi in cui sono raccontate esperienze sul campo, con nomi, storie, traguardi raggiunti, ma anche tante delusioni. Il racconto di Mario Lo Gullo inizia dal desiderio di un ragazzo di sedici anni con il “pallino” della comunicazione, che riesce a diventare il corrispondente de “il Giornale di Calabria” di Piero Ardenti, per il suo paese: Sartano di Torano Castello. Ma, a metà degli anni Settanta del Novecento nascono anche le prime radio libere, e così con alcuni suoi amici si “inventano” Radio Sartano 99 fm, un modo per essere protagonisti di uno “spicchio” di storia.

Dopo la radio le prime esperienze nelle tv locali: Cosenza Teletre, Teleuno, Telespazio; ma anche la grande avventura nazionale del circuito Cinquestelle e poi Metrosat e Calabria Tv. Mario Lo Gullo nel suo libro racconta anche tanta carta stampata: dalla Gazzetta del Sud, alla Provincia cosentina, per finire a L’Ora della Calabria.11393184_1618768075036957_6007828089707088676_n

Un volume che come scrive il professore Fulvio Stoja nella presentazione al testo: «lo si può leggere tutto d’un fiato», dove l’autore presenta sia i mezzi della comunicazione dove ha lavorato, ma anche i tanti imprenditori che hanno scelto i giornali, le radio e le televisioni rappresentate da Logullo per i loro comunicati commerciali, un binomio: informazione e comunicazione commerciale che non sempre è capito ed apprezzato.                                                                                                          

 

Lucia De Cicco

 

 

In Commissione Cultura Antonio Sergi, autore del libro “Assoggettati”

Screenshot_2015-06-11-19-37-55-1In Commissione Cultura Comune di Cosenza, il giornalista Antonio Sergi. Lunedì 15 giugno, alle ore 18,00 al Chiostro di San Domenico. Presieduta da Claudio Nigro, assegnerà il riconoscimento all’autore per il  libro “Assoggettati”, pubblicato da Comet con la postfazione dello scrittore Fulvio Abbate. Il riconoscimento ad Antonio Sergi rientra nell’ambito della rassegna “Autori di Calabria” attraverso la quale la Commissione Cultura ha aperto, da tempo, una significativa finestra su alcuni scrittori e poeti calabresi, tra i quali si annoverano anche alcuni giovani e interessanti talenti. Nel corso dell’incontro con Sergi, ricercatore sociale e scrittore, nato a Cosenza, ma cresciuto a Reggio Calabria (attualmente lavora per la rete televisiva regionale “Telemia” e collabora con “Gazzetta del Sud”, “il Giornale” e “il Giornale OFF”) si tornerà a parlerà del volume, caratterizzato da elementi sociopolitici, narrativi, tecnici ed emozionali. Un libro senz’altro intimista, ma nel quale sono analizzati, da prospettive non convenzionali, i nuovi modelli biopolitici, anche rispetto alle più moderne forme di biopotere. Al centro della pubblicazione, la crisi economica, che si tramuta in crisi di sentimenti, perdita dell’Identità, sottomissione nel mondo del lavoro e accettazione di tutte le pratiche contemporanee. Problematiche, che l’autore tenta di sviscerare con la forza dolce della cooperazione e quella pratica delle idee, che diventano azioni. In “Assoggettati” sono analizzati numerosi temi: il principale è quello della precarietà nel lavoro, che genera quella dei sentimenti. A differenza del passato il nuovo assoggettamento opera sulle coscienze prima ancora che sui corpi, è rimossa la concezione del futuro come ambito progettuale. Screenshot_2015-06-11-19-34-23-1E’ un libro provocatorio che può apparire politicamente scorretto, ma in realtà si oppone semplicemente al trionfo del pensiero unico, ai luoghi comuni, al neoliberismo selvaggio, che privatizza le anime, alienandole.

Giornalismo che passione: l’Incontro con Giornalisti d’Azione

20150519_165549Si è tenuto il 19 maggio, presso, L’Istituto Comprensivo  di Castrolibero, Cs nella serata, l’incontro di “Giornalisti d’Azione”, libera e gratuita associazione di giornalisti Tv, carta stampata e web, dal titolo. “Giornalismo, che passione!”, ossia un progetto posto all’attenzione di quei Dirigenti scolastici, di scuola di I grado secondaria e di II grado, che intervenuti volessero affiancare, ai loro già esistenti giornalini scolastici o che ancora non ci avessero pensato, un giornalista professionista di quelli iscritti alla rete di Giornalisti d’Azione, responsabile Mario Tursi Prato con numerosissimi iscritti e 100, che hanno sottoscritto l’atto costitutivo. Dopo il saluto della dirigente dell’istituto, la professoressa Iolanda Maletta, a introdurre l’incontro è stato il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Cosenza, Luciano Greco, sotto la cui egida è presentata l’iniziativa dell’associazione di giornalisti calabresi. A illustrare il progetto, il presidente del movimento, Mario Tursi Prato, Livia Blasi caposervizio della sede Rai per la Calabria, Sergio Tursi Prato, direttore di Telitalia, Paolo Giura, di Calabria Tv. Sono seguiti alcuni interventi. Il progetto consiste dalla voce di tutti i giornalisti, che hanno spiegato, l’affiancamento al docente d’Italiano di un professionista della notizia, che possa preparare il ragazzo già a quella che è la metodologia dello svolgere la professione, che si distingue da settore a settore e che non corrisponde al fare il corrente tema d’Italiano. Il linguaggio, dalle parole della giornalista Livia Blasi, cambia anche nei vari modi di compiere la professione, dalla carta stampata (quotidiano, periodico e settimanale) alla TV e ancora al giornale online, al web e radio. Tanti modi per approcciarsi nel modo più adeguato ad un mondo difficile, dove dalle parole di Sergio Tursi Prato, sono davvero pochi i giornalisti, 20150519_165517che possono vantare il poter vivere di questo, perché l’ambiente non permette a tutti di poter emergere o svolgere la professione, ma con qualche nozione di base può promuovere uno scatto in avanti, mettendo a disposizione delle nuove generazioni ciò che si è potuto apprendere con esperienza e competenza. I laboratori prevedono diversi livelli di apprendimento: dalla lezione teorica alla pratica espressiva del Giornalismo, che per un professionista si consuma soprattutto sul campo e che nel tempo ha permesso di potersi avvalere di numerose forme di trasmissione news, circa il 90% delle emittenti televisive, una decina di emittenti radiofoniche e diversi siti web. Il laboratorio deve essere fatto però nella pratica, uscire dai confini dei banchi, ed eseguire una serie di servizi, che possano riguardare proprio il mondo della scuola, il rapporto tra docente e ragazzo, avvenimenti delle loro attività, dove, però è presente la NOTIZIA. Ma per fare ciò è necessaria una costante presenza del giornalista nella scuola, che possa seguire le attività della stessa, dai convegni ai dibattiti e insegnare a costituire un vero e proprio Ufficio Stampa di promozione e informazione.

                                                                                                                                                      Lucia De Cicco