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Mobilitazione europea contro l’austerità, la Calabria si fa sentire

COSENZA –  «A cosa servono queste manifestazioni? Tutto resta come prima», una liceale motiva così la mancata adesione alla mobilitazione. Nel frattempo, in Piazza XI Settembre, un signore  molto avanti negli anni srotola la bandiera. «Perché è qui?». «Per scioperare! Per scioperare!». Studenti, docenti, cittadini e qualche rappresentante dei sindacati di base protestano. Contro l’austerità, per il lavoro e la solidarietà. Come in tutta Italia e in 23 dei 27 paesi europei. La Calabria ha aderito alla giornata europea dell’azione e della solidarietà convocata dalla Ces (Confederazione Europea dei Sindacati). Nella città bruzia, sotto la sigla ‘Occupamu Cusenza’, collettivi studenteschi e universitari e movimenti come il ‘Coordinamento calabrese acqua pubblica’ e il Coordinamento calabrese scuola pubblica, hanno manifestato in piazza. La Cgil ha indetto uno sciopero generale di quattro ore. Secondo il sindacato, oltre il 50% dei lavoratori ha aderito.

Non tutti partecipano alle iniziative. Un docente Unical si è chiesto che cosa avrebbe sottratto agli studenti non facendo una lezione che non avrebbe più potuto recuperare. Alla fine ha deciso di entrare in aula perché in questo modo avrebbe fatto la sua parte nella comunità, garantendo la formazione degli studenti. «Gli studenti sono già penalizzati, non ho voluto sottrargli tempo- ha commentato – questa è una forma di protesta analoga allo sciopero di cui condivido le motivazioni». La piazza è stata il modo eclatante per chiedere attenzione ai governi e offrire solidarietà ai paesi più colpiti dall’austerity. Ma non basta per reclamare – oltre alla quadra dei conti – il buon vivere. O almeno: il vivere.

Il corteo è partito da Piazza Fera per raggiungere Piazza XI Settembre. Qui, l’assemblea pubblica: ragazzi e adulti si avvicendano al megafono. Sulle scalinate gli studenti ascoltano e commentano. Nella piazza i lavoratori. Si raccontano la precarietà quotidiana. Due studentesse del Liceo Classico di Rende spiegano che la partecipazione alla protesta si aggiunge alle attività delle scorse settimane: «abbiamo occupato, abbiamo fatto incontri e ci siamo resi conto che una lezione alternativa ci dà di più rispetto alla lezione canonica».

Nello stesso momento, gli autobus circolano come ogni giorno. E come ogni giorno, gli studenti se ne servono per raggiungere l’Università. Sul ponte si alternano passi lenti e passi affrettati. In molti non sanno della giornata di mobilitazione europea. «Non siamo stati informati». Qualcuno ne è a conoscenza, ma non partecipa: le lezioni o altri impegni personali. «La solita scusa per non entrare a scuola», commenta una ragazza. In una scuola della città, la protesta è nota: un manifesto, con tanto di slogan in lingue diverse, campeggia sul cancello. In parecchi sono dentro. Chi perché ha fatto troppe assenze, chi «per studiare», chi perché tanto non cambia niente. Chi perché «siamo a Cosenza: chi sente la nostra voce?».

Rita Paonessa