Archivi tag: Giuseppe Ferraro

Bohème, un successo esplosivo lo spettacolo condotto da Simona Ventura

ACRI (CS) – E’ stata una serata esplosiva e ricca di emozioni, intrisa di energia, colore,  grazie alla danza, alla musica, al talento espresso in “Bohème” l’attesissimo spettacolo della Art Show Dance Academy scritto e diretto da un giovane talento calabrese, Giuseppe Ferraro, che ne ha curato anche le coreografie, con il supporto della maestra Lucia Amodio, andato in scena domenica 30 giugno 2019 nell’Anfiteatro di Acri in provincia di Cosenza gremito in ogni ordine di posto da oltre 5000 persone. A rendere l’atmosfera ancora più magica e dare ulteriore valore al lavoro artistico di fine anno dell’accademia è stata la presenza della regina della televisione italiana, Simona Ventura che ha condotto, lo spettacolo insieme a Francesco Capodacqua con delle incursioni molto apprezzate, della madrina, la coreografa Alessandra Celentano e del padrino il coreografo Fabrizio Mainini.

Quello tra Art Show Dance Academy e Simona Ventura è un sodalizio nato lo scorso anno con “ Il più grande spettacolo dopo il Big Bang” successo indiscusso dell’estate 2018. Migliaia, dunque le persone che hanno gremito l’anfiteatro per assistere ad uno show attesissimo, apprezzato attraverso lunghi applausi che hanno scaldato ogni momento della lunga serata di inizio estate. Simona Ventura avvolgente, ironica e generosa con gli allievi e con  il pubblico ha condotto la serata con la sua naturale e consolidata professionalità, supportata da uno showman di livello come Francesco Capodacqua, che ha trascinato e coinvolto un  pubblico attento e divertito, attraverso gag e momenti di musica. Ma i veri protagonisti sono stati i 160 allievi dell’Art show dance Academy che attraverso 67 quadri coreografici hanno costruito uno spettacolo di oltre due ore e mezzo di grande effetto. Ben strutturate e mai banali le coreografie eseguite con grande coordinazione, sincronismo e buona tecnica da tutti gli allievi.

Bohème nasce dall’ispirazione del coreografo Giuseppe Ferraro in riferimento al movimento artistico francese. Il termine bohémien fu usato  per descrivere lo stile di vita  degli artisti, marginalizzati e impoveriti delle maggiori città europee. E i suoi allievi danzatori, definiti da Ferraro Stesso piccoli bohémien hanno regalato grande energia al pubblico, attraverso frammenti coreografici ispirati a Dorian grey, alla leggenda dei Qeen e alla favola della Bella addormentata nel bosco, solo per citarne alcuni. «Sono felice ed entusiasta di essere qui ad Acri stasera, C’è un’atmosfera magica e migliaia di persone rendono davvero unico questo momento. L’anno scorso ho immediatamente notato il livello eccellente del  lavoro dell’Art Show dance Academy diretta da Giuseppe Ferraro -– ha detto la Ventura durante le interviste con i giornalisti – Giuseppe ha una grande talento ed una immensa passione per la danza che trasferisce chiaramente ai suoi allievi. La Calabria è una terra meravigliosa ed è un immenso orgoglio per me essere qui» – ha concluso la conduttrice.  

Lo spettacolo  “Bohème” è stato supportato da un impeccabile squadra di maestranze: oltre 50 persone tra tecnici di palcoscenico e assistenti che hanno permesso la messa in scena di uno Show da ricordare.

Simona Ventura presenta “Bohème” lo spettacolo di Art Show Dance Academy

ACRI (CS) – Fantasia, immaginazione, talento, arte nella sua forma più pura e fuori da ogni schema,  tutto questo è  “Bohème” l’attesissimo spettacolo della Art Show Dance Academy scritto e diretto da un giovane talento calabrese, Giuseppe Ferraro, che ne ha curato anche le coreografie e che si terrà domenica 30 giugno 2019 alle ore 21.00 nell’Anfiteatro di Acri in provincia di Cosenza.

Torna a presentare lo spettacolo una delle signore più amate della televisione italiana, l’esplosiva e  graffiante Simona Ventura. Un sodalizio nato lo scorso anno con “ Il più grande spettacolo dopo il Big Bang” successo indiscusso dell’estate 2018 ancora una volta a cura della Art Show Dance Academy . La conferma di Simona Ventura, presentatrice dalla carriera sfavillante e in continua ascesa, arricchisce il valore dello spettacolo che giunge alla sua quattordicesima edizione. La madrina sarà per il nono anno consecutivo la maestra Alessandra Celentano, autorevole coreografa del programma Mediaset “Amici”,  il padrino Fabrizio Mainini apprezzato coreografo nelle più importanti trasmissione del panorama televisivo nazionale, e nelle vesti di co-conduttore si conferma il poliedrico e brillante Francesco Capodacqua anch’egli talento scoperto da Maria De Filippi. In “Bohème” sono previsti ben 67 quadri coreografici con il coinvolgimento dei  150 allievi – ballerini della scuola, seguiti anche da Lucia Amodio insegnante e coreografa, grazie al suo instancabile lavoro ha seguito in ogni passo tutti i giovani danzatori. Lo spettacolo  “Bohème” è supportato da un impeccabile squadra di maestranze: oltre 50 persone tra tecnici di palcoscenico e assistenti che permetteranno la messa in scena di uno Show da ricordare. 50 è anche il numero di truccatori e parrucchieri a cura dell’AME Aura Mediterranea di Cosenza che si occuperanno del look di tutti gli artisti in scena.

«Ho voluto intitolare lo spettacolo Bohème in riferimento al movimento artistico francese. Il termine bohémien fu usato  per descrivere lo stile di vita  degli artisti, marginalizzati e impoveriti delle maggiori città europee. Nella mia interpretazione Bohème esula da qualunque definizione di tipo ideologico o scolastico per riferirmi  a quegli artisti  di genio che vivono la lacerazione fra sé in quanto artista, e dunque individuo, e la società, a causa dell’incomprensione da parte di quest’ultima del valore della propria arte, ma in generale per il valore dell’arte di ogni artista”» ha affermato il direttore artistico Giuseppe Ferraro, pronto ed emozionato per il grande evento.  «Dunque questo spettacolo nasce dalla volontà di contrapporsi ad ogni superficiale convenzione della moderna società, un singolare modo per ritrovare una forma di libertà e dare sfogo all’immaginazione, alla fantasia ed in generale all’arte »ha concluso Ferraro.

 

“Il prefetto e i briganti”, di Giuseppe Ferraro. A Paola la presentazione del volume

PAOLA (CS) – Il tema dell’unificazione italiana suscita attenzione e dibattiti sempre più frequenti nell’opinione pubblica. Spesso emergono letture diverse e contrapposte su un processo storico politico di centrale importanza per gli italiani anche di oggi.

Proprio su questo tema relazionerà giorno 29 marzo 2019 alle ore 18.30 a Paola il prof. Giuseppe Ferraro, dottore di ricerca presso l’Università degli studi della Repubblica di San Marino e Deputato di storia patria per la Calabria.

L’iniziativa si terrà presso la Sala riunioni della Chiesa Santa Maria degli Angeli di Paola, in via Sant’Agata, ed è stata organizzata dalla Biblioteca parrocchiale “Mons. Giuseppe Vairo” e dal Centro di cultura per l’educazione permanente. Giuseppe Ferraro ha dedicato a questi temi numerosi lavori storiografici, tenuto corsi di formazione per docenti e realizzato percorsi didattici per le scuole.

Tra i suoi lavori ricordiamo La Calabria e l’unificazione italiana, Crolli e conflittualità nella Calabria post-unitaria, Diplomazia di carta, alcune voci biografiche dei principali protagonisti della storia risorgimentale italiana pubblicate nel Dizionario biografico degli italiani della Treccani. Alcuni sue ricerche, su questi temi, hanno ricevuto importanti premi come il Premio nazionale “Spadolini 2016”.

“Il più grande spettacolo dopo il Big Bang” con l’esplosiva Simona Ventura

TORANO CASTELLO (CS) E’ stata una serata esplosiva e ricca di emozioni, grazie alla danza, alla musica, al talento di due coreografi, Giuseppe Ferraro e Lucia Amodio  che con il varietà “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, lavoro artistico di fine anno accademico, hanno acceso di luci e colori una fresca notte d’estate. A rendere l’atmosfera ancora più magica e dare ulteriore valore al progetto curato dall’Art show dance Academy, di Torano Scalo (Cs) la regina della televisione italiana, Simona Ventura che ha presentato lo spettacolo insieme a Francesco Capodacqua con delle incursioni molto apprezzate, della madrina, la coreografa Alessandra Celentano. Migliaia le persone che hanno gremito la piazza per vedere uno show attesissimo, apprezzato attraverso lunghi applausi che hanno scaldato ogni momento della lunga serata.

Simona Ventura avvolgente, ironica e generosa con gli allievi e con  il pubblico ha condotto la serata con la sua naturale e consolidata professionalità, supportata da uno showman di livello come Francesco Capodacqua, che ha trascinato e coinvolto un  pubblico attento e divertito, attraverso gag e momenti di musica. Ma i veri protagonisti sono stati i 120 allievi dell’Art show dance Academy diretti dal coreografo e danzatore Giuseppe Ferraro, che attraverso 30 coreografie hanno costruito uno spettacolo di oltre due ore e mezzo di grande effetto. Ben strutturate e mai banali le coreografie eseguite con grande coordinazione, sincronismo e buona tecnica da tutti gli allievi.

Diverse quest’anno le ispirazioni artistiche del coreografo Ferraro, che hanno spaziato dai favolosi anni 90, con tutti i personaggi ed i momenti cult  di quel periodo, al musical Nerone fino a giungere ad un quadro coreografico dedicato agli anni d’oro di Broadway.

«Ho accettato la conduzione di questo spettacolo perché sono rimasta molto colpita dalla qualità e dal livello dello spettacolo – ha detto la Ventura durante le interviste con i giornalisti – Giuseppe ha una grande talento ed una immensa passione per la danza che trasferisce chiaramente ai suoi allievi. La Calabria è una terra meravigliosa a cui io sono molto affezionata ed ogni volta per me è un piacere tornarci» – ha concluso la conduttrice.  

Nella costruzione dello spettacolo nulla è stato lasciato al caso, le luci, i video che hanno accompagnato le coreografie amplificando l’impatto visivo ed emotivo, e i costumi originali e ben costruiti.

«Abbiamo lavorato tanto e con grande dedizione. Sono davvero soddisfatto di aver avuto presentatori di spessore come Simona Ventura e Francesco Capodacqua che hanno reso lo spettacolo ancora più bello».

Simona Ventura a Torano per “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”

TORANO CASTELLO (CS) Arriva nel cosentino il varietà più atteso dell’estate, annunciato dal titolo stesso dell’evento: “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, scritto e diretto da un giovane talento calabrese, Giuseppe Ferraro, che ne ha curato anche le coreografie. Ferraro, grazie alla sua intensa e lunga carriera di danzatore in Italia, attraverso importanti partecipazioni a noti programmi televisivi quali “Domenica In”, “Mattino in Famiglia” e “Mezzogiorno in Famiglia”, ha maturato una significativa esperienza che sta trasferendo ai suoi allievi sin dal 2005.

“Il più grande spettacolo dopo il big bang” si terrà il 29 giugno 2018 a Torano Scalo, in via Nazionale (200 metri a destra dallo svincolo autostradale A2, nell’ampio spazio esterno alla scuola) alle ore 21.00. In caso di pioggia la location sarà il Teatro A. Rendano di Cosenza.

PRESENTA SIMONA VENTURA

A presentare l’evento sarà l’esplosiva e graffiante Simona Ventura, uno dei volti più conosciuti e apprezzati del panorama televisivo nazionale, che ha accettato con entusiasmo la conduzione della serata, resasi conto della qualità del progetto artistico, insieme a Francesco Capodacqua, uno dei protagonisti delle passate edizioni di “Amici” di Maria De Filippi, ottimo animatore, oltre che bravissimo cantante.

“Il più grande spettacolo dopo il big bang” sarà uno straordinario varietà con ben trenta coreografie che vedranno in scena 120 allievi danzatori. Saranno loro che, grazie anche agli sfavillanti costumi sartoriali, creeranno uno spettacolo di grande effetto.

MADRINA DELLA SERATA ALESSANDRA CELENTANO

A dare ulteriore qualità alla serata, sarà la maestra e coreografa della storica trasmissione televisiva delle reti Mediaset “Amici” Alessandra Celentano, da anni un punto di riferimento ed una risorsa per la scuola di danza diretta di Giuseppe Ferraro, che segue in ogni passo gli allievi della Art Show Dance Academy.

Un merito importante è da riconoscere anche a Lucia Amodio, insegnante e coreografa della scuola per il suo instancabile e puntuale lavoro con gli allievi.

«Ho intitolato il varietà ‘Il più grande spettacolo dopo il big bang’ perché è la nostra più importante produzione artistica, che ha richiesto tanto lavoro e tanta ricerca, dalla scenografia, alle coreografie, agli abiti di scena, con un’unica parola d’ordine: qualità!” ha affermato il direttore artistico Giuseppe Ferraro, pronto ed emozionato per il grande evento. “Nonostante i tanti spettacoli della Art Show Dance, che ogni anno hanno visto giungere qui artisti di fama nazionale – ha concluso Ferraro – questo è sicuramente il migliore in assoluto».

 

Ancora riconoscimenti per i Briganti di Giuseppe Ferraro

COSENZA – Un nuovo importante riconoscimento per lo storico calabrese Giuseppe Ferraro e il suo recente volume Il prefetto e i briganti. La Calabria e l’unificazione italiana, Quaderni storici fondati da Giovanni Spadolini, diretti da Fulvio Cammarano, Mondadori, 2016. 

Questo lavoro di ricerca  era stato già insignito a Ravenna del premio nazionale “P.P. D’Attorre”, A Firenze “Spadolini 2016” e del Troccoli Magna Graecia. Questa volta la giuria della XXXIII edizione del Premio Sele d’Oro ha deciso di conferire alla ricerca, poi volume, una menzione speciale. Da oramai quasi trent’anni, il Sele d’Oro rappresenta una delle voci di quel Sud che ha voglia di crescere, promuovendo percorsi di riflessione e di approfondimento sui temi meridionalistici.

Nato per offrire un contributo fattivo alla diffusione di una nuova idea di meridionalismo, che – pur rimanendo costantemente attenta all’ analisi dei problemi e delle questioni che frenano o rallentano lo sviluppo – intende anche sottolineare ed esaltare le potenzialità dei territori del Mezzogiorno, i percorsi di sviluppo intrapresi, i risultati positivi conseguiti in campo sociale, economico e culturale, il desiderio di cambiamento espresso dalle giovani generazioni.

Altri premi e riconoscimenti sono stati conferiti a Claudio De Vincenti, Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno; Anna Giunta e Salvatore Rossiper il volume Che cosa sa fare l’Italia. La nostra economia dopo la grande crisi”, di , Laterza ed. – 2017; Massimo Milone, responsabile RAI vaticano, “per l’attività giornalistica, dapprima nella sede Rai di Napoli e ora nella veste di responsabile RAI del Vaticano; Emilia Brandi, autrice del programma di giornalismo “Cose Nostre” – Rai 1; Sylvain Bellenger: dir. Museo Naz.le di Capodimonte; Mauro Felicori: dir. Reggia di Caserta; Paolo Giulierini: dir. Museo Archelogico Naz.le di Napoli; Gabriel Zuchtriegel: dir. Parco Archelogico di Paestum. 

Il libro di Giuseppe Ferraro nei giorni pscorsi era stato anche tra la cinquina nazionale dei finalisti del premio Opera prima indetto dalla SISSCO (Società italiana per lo studio della storia contemporanea) Ogni anno infatti il Consiglio direttivo della Sissco attribuisce questo premio a libri editi in Italia su temi di storia contemporanea.

Premio “Troccoli Magna Grecia”, insignito il ricercatore Unical Giuseppe Ferraro

RENDE (CS) – Tra i premiati della XXXI edizione del Premio letterario nazionale “Troccoli Magna Graecia” figura anche il giovane storico Giuseppe Ferraro con questa motivazione «quale personalità che ha degnamente onorato e rappresentato il Mezzogiorno e l’Italia attraverso le opere e gli studi condotti». Giuseppe Ferraro è nato a Longobucco in provincia di Cosenza, due lauree, ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di San Marino e da anni è attivo nella didattica e ricerca universitaria presso l’Unical oltre alla docenza nei licei. Numerose sono le sue pubblicazioni sulla Prima guerra mondiale, l’Unificazione italiana, il brigantaggio, il fascismo. Recentemente era stato insignito anche del premio “Spadolini” 2016. Il suo ultimo libro pubblicato da Mondadori si intitola Il Prefetto e i briganti. La Calabria e l’Unificazione italiana.

L’unificazione d’Italia attraverso il brigantaggio, a Morano il libro di Ferraro

MORANO (CS) – “Il prefetto e i briganti. La Calabria e l’unificazione italiana” pubblicato da Mondadori/Le Monnier nella prestigiosa collana dei Quaderni storici fondata da Giovanni Spadolini e diretta da Fulvio Cammarano. Questo è il titolo dell’ultimo lavoro di Giuseppe Ferraro (Dottore di ricerca in Storia presso l’Università di San Marino e docente di filosofia e storia). Il libro sarà presentato il 28 dicembre 2016, ore 17.30, a Morano Calabro presso il Museo di Storia dell’agricoltura e della pastorizia (Palazzo Salmena). Un lavoro frutto di anni di ricerca, che già nelle sue fasi preparatorie, era stato insignito di due premi nazionali: a Ravenna nel 2015 per “la ricchezza e l’originalità delle fonti archivistiche” e nel 2016 a Firenze con il premio “Spadolini-Nuova Antlogia”. Nel libro vengono affrontate questioni molto importanti come il crollo del Regno delle due Sicilie e l’unificazione italiana, avvenimenti che segnarono per le province meridionali un periodo di diffusa instabilità. Vecchie e nuove problematiche si fusero rendendo l’amministrazione di gran parte di questo territorio difficile per i primi governi italiani. La classe dirigente liberale cercò di rimediare alla diffusa instabilità e conflittualità inviando nel Mezzogiorno prefetti, funzionari, militari di origine settentrionale per rafforzare in tal modo l’unificazione appena raggiunta. In questo contesto, nell’aprile 1861 venne nominato prefetto della provincia di Cosenza (Calabria Citra) il valtellinese Enrico Guicciardi. Proprio la vicenda appassionante di Guicciardi e l’utilizzo, tra le altre, di fonti storiche inedite, custodite in archivi pubblici e privati, hanno permesso all’autore di raccontare i primi anni dell’unificazione italiana in Calabria, con particolare attenzione al brigantaggio, alla questione della terra, alla conflittualità tra potere politico e militare sul territorio, in uno dei momenti più critici della storia d’Italia. Ferraro riesce a coniugare la storia del territorio con la grande storia a livello nazionale e internazionale. Nel volume ci sono delle vere e proprie chicche storiche come la narrazione degli incontri tra autorità e briganti tra i boschi della Sila per pianificare il loro arresto. Certamente quella più gustosa che Ferraro racconta riguarda l’incontro tra il prefetto di Cosenza, il nobile valtellinese Guicciardi, e il brigante Palma di Longobucco tra le montagne della Sila. Una delle vicende della bella storia raccontata in questo libro che sembra uscire dalla pagine dei lavori di Walter Scott. All’interessante iniziativa, curata dall’Associazione Tracce di Storie, interverranno il professor Vittorio Cappelli, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università della Calabria con una relazione dal titolo I briganti e l’Unità, tra mito e realtà; il Dottor Leonardo Ferraro che relazionerà su Morano nel periodo del brigantaggio. I lavori saranno coordinati dal Prof. Lorenzo Carmine Curti.

Dialogo tra editoria e didattica con i briganti di Giuseppe Ferraro

CROTONE – Si è tenuto presso l’Istituto paritario Benedetto XVI di Crotone una interessante iniziativa dal titolo Incontro con l’Autore. Un’attività che mira a far dialogare la didattica con l’editoria e la ricerca, per valorizzare le competenze, le abilità degli studenti, con un osservatorio privilegiato verso il territorio dove la scuola opera. Dopo i saluti del coordinatore didattico Dottoressa Carmela Mantegna e la presentazione da parte di Sua Eccellenza Mons. Domenico Graziani, arcivescovo di Crotone Santa Severina, gli studenti e i docenti hanno dialogato con Giuseppe Ferraro giuseppe-ferraroautore del recente volume Il prefetto e i briganti. La Calabria e l’Unificazione italiana, edito dalla casa editrice Mondadori/Le Monnier, nei Quaderni storici fondati da Giovanni Spadolini. Nel libro vengono affrontate questioni molto importanti come il crollo del Regno delle due Sicilie e l’unificazione italiana, avvenimenti che segnarono per le province meridionali un periodo di diffusa instabilità. Vecchie e nuove problematiche si fusero rendendo l’amministrazione di gran parte di questo territorio difficile per i primi governi italiani. La classe dirigente liberale cercò di rimediare alla diffusa instabilità e conflittualità inviando nel Mezzogiorno prefetti, funzionari, militari di origine settentrionale per rafforzare in tal modo l’unificazione appena raggiunta. In questo contesto, nell’aprile 1861 venne nominato prefetto della provincia di Cosenza (Calabria Citra) il valtellinese Enrico Guicciardi. Proprio la vicenda appassionante di Guicciardi e l’utilizzo, tra le altre, di fonti storiche inedite, custodite in archivi pubblici e privati, hanno permesso all’autore di raccontare i primi anni dell’unificazione italiana in Calabria, con particolare attenzione al brigantaggio, alla questione della terra, alla conflittualità tra potere politico e militare sul territorio, in uno dei momenti più critici della storia d’Italia.

Il Ministro Giannini premia il giovane storico cosentino Giuseppe Ferraro

FIRENZE – Lo scorso 18 novembre si è svolta presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Firenze la cerimonia di conferimento del Premio Spadolini-Nuova Antologia 2016, promosso dall’omonima Fondazione sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Il riconoscimento, alla ventesima edizione. Dopo gli interventi del rettore Luigi Dei e il presidente della Fondazione Spadolini – Nuova Antologia Prof. Cosimo Ceccuti, è stato lo stesso Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini a premiare i vincitori tra cui il calabrese Giuseppe Ferraro, originario di Longobucco in provincia di Cosenza per la sua tesi di dottorato discussa nel 2015 presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino (la commissione del premio era composta dai professori Gabriella Ciampi, Angelo Varni, Cosimo Ceccuti, Sandro Rogari) Ferraro, è laureato presso l’Università della Calabria e ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulla Prima guerra mondiale, la storia delle deportazioni, il Risorgimento e il brigantaggio. I risultati raggiunti nella sua tesi di dottorato sono ora pubblicati nel recente volume “Il prefetto e i briganti. La Calabria e l’unificazione italiana” per i tipi Mondadori/Le Monnier nella prestigiosa collana dei Quaderni storici fondata da Giovanni Spadolini e diretta da Fulvio Cammarano. Un lavoro frutto di anni di ricerca, che già nelle sue fasi preparatorie, era stato insignito di un altro prestigioso premio nazionale a Ravenna nel 2015 per “la ricchezza e l’originalità delle fonti archivistiche”. Finalmente quella ricerca ora si offre sia agli specialisti, ma anche al vasto pubblico. Nel libro vengono affrontate questioni molto importanti come il crollo del Regno delle due Sicilie e l’unificazione italiana, avvenimenti che segnarono per le province meridionali un periodo di diffusa instabilità. Vecchie e nuove problematiche si fusero rendendo l’amministrazione di gran parte di questo territorio difficile per i primi governi italiani. La classe dirigente liberale cercò di rimediare alla diffusa instabilità e conflittualità inviando nel Mezzogiorno prefetti, funzionari, militari di origine settentrionale per rafforzare in tal modo l’unificazione appena raggiunta. In questo contesto, nell’aprile 1861 venne nominato prefetto della provincia di Cosenza (Calabria Citra) il valtellinese Enrico Guicciardi. Proprio la vicenda appassionante di Guicciardi e l’utilizzo, tra le altre, di fonti storiche inedite, custodite in archivi pubblici e privati, hanno permesso all’autore di raccontare i primi anni dell’unificazione italiana in Calabria, con particolare attenzione al brigantaggio, alla questione della terra, alla conflittualità tra potere politico e militare sul territorio, in uno dei momenti più critici della storia d’Italia.  Ferraro riesce a coniugare la storia del territorio con la grande storia a livello nazionale e internazionale. Nel volume ci sono delle vere e proprie chicche storiche come la narrazione degli incontri tra autorità e briganti tra i boschi della Sila per pianificare il loro arresto. Certamente quella più gustosa che Ferraro racconta riguarda l’incontro tra il prefetto di Cosenza, il nobile valtellinese Guicciardi, e il brigante Palma di Longobucco tra le montagne della Sila. Una delle vicende della bella storia raccontata in questo libro che sembra uscire dalla pagine dei lavori di Walter Scott.