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Boss play boy o omosessuali? Gratteri e Nicaso pubblicano “La rete degli invisibili”

COSENZA – Crolla un mito, quello del mafioso sciupa femmine e play boy veicolato da tanta letteratura e cinematografia d’antan. E a dirlo due esperti ai massimi livelli.

«Numerosissime intercettazioni dalle quali risulta che alcuni affiliati alla ‘Ndrangheta (con vari ruoli all’interno delle famiglie) sono omosessuali. Si va da quelli che frequentano locali di scambisti a Milano a quelli che, a Reggio Calabria, bazzicano la zona della Villa Comunale in cerca di trans, a quelli ancora che, di ritorno da un viaggio sulla costa ionica per acquistare droga, si fermano lungo la Ionio-Tirreno e consumano un focoso amplesso omosessuale». È quanto si legge nell’ultimo libro scritto da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso dal titolo “La rete degli invisibili” e pubblicato da Mondadori.

Un intero capitolo del libro è dedicato al rapporto boss e omosessualità e con precisione gli autori ricordano i numerosi episodi nella storia della ‘Ndrangheta.

In primis le lettere molto affettuose che il picciotto Sebastiano Musarella rivolse a Giovanni De Stefano. Molto spazio viene dedicato al caso di Ferdinando Caristena, trucidato da un commando di mafiosi nei primi anni novanta a causa di una sua relazione col fratello del boss di Gioia Tauro. Ci sono stati boss che, nei periodi di lunga detenzione, non hanno esitato ad avere rapporti sessuali con altri detenuti, senza che tali relazioni abbiano mai messo in discussione la loro autorità. Erano tempi in cui si chiudeva un occhio sulle relazioni attive a scapito dei cosiddetti «femminelli».

Storie che affiorano anche in talune indagini del passato, nelle quali si trovano riferimenti a boss e picciotti di «dubbie frequentazioni».

Ma ormai la trasgressione contagia quelle che vengono definite nuove leve. E sono frequenti gli episodi anche di pesi massimi coinvolti in storie non convenzionali, osservano Nicaso e Gratteri.

 

Operazione anti ‘ndrangheta, 28 arresti

CATANZARO – È in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione contro la ‘ndrangheta della piana lametina. I carabinieri di Catanzaro e di Lamezia Terme hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 28 persone, tra affiliati e contigui della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri.

Il gruppo criminale è accusato di traffico di stupefacenti ed è responsabile di una aggressiva e violenta attività estorsiva nei confronti di commercianti e imprenditori di Lamezia Terme.

Il provvedimento cautelare è stato emesso su richiesta della Procura del capoluogo calabrese, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri, che ha coordinato le indagini dei carabinieri.

Traffico di droga, blitz dei carabinieri, 24 arresti, anche minorenni

CATANZARO – Un blitz è partito all’alba di oggi tra le province di Catanzaro, Reggio Calabria e Milano.

Ventiquattro le persone raggiunte dall’ordine di arresto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.

Le accuse sono traffico droga aggravata dal metodo mafioso, dall’ingente quantitativo e dall’aver anche indotto dei minorenni a commetterlo.

Nell’operazione che vede coinvolti oltre 200 carabinieri, sono in corso delle perquisizioni e il relativo sequestro di beni per un valore di oltre mezzo milione di euro.

I dettagli saranno resi noti nel corso di una conferenza che si svolgerà alle 10.30 presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Immagini di repertorio

«La cultura si schieri con Gratteri», il messaggio dei docenti Costabile e Pupo

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – «Esprimiamo forte preoccupazione – dichiarano Spartaco Pupo e Giancarlo Costabile, docenti del Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria – per il clima di isolamento e indifferenza nei confronti delle recenti inchieste giudiziarie condotte dalla Procura della Repubblica di Catanzaro in materia di corruzione e infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione».

«Il lavoro condotto dalla magistratura antimafia in Calabria, e in modo particolare da Nicola Gratteri, sta evidenziando un contesto di diffusa illegalità che, pur in attesa dei doverosi approfondimenti e riscontri processuali, mette già in risalto la drammatica condizione in cui versa il tessuto socio-economico della nostra regione e, di conseguenza, la tenuta complessiva delle istituzioni e dell’ordine democratico.  Se non si interviene in questa fase, il rischio – continua la nota dei docenti dell’Unical – è di dover rassegnarci a convivere con apparati politico-istituzionali gravemente inquinati, attraversati da poteri paralleli e occulti, secondo un modello di organizzazione delle relazioni sociali di stampo tipicamente sudamericano, più che europeo. Le minacce e le diffide al procuratore Gratteri rendono ancora più urgente una presa di posizione netta da parte della società civile e culturale di questa terra, a partire dalle università, che non possono scegliere come registro il silenzio, ma devono piuttosto trovare il coraggio di far sentire la propria voce a sostegno di chi, come Gratteri, è impegnato in prima linea non solo nei confronti della repressione dell’apparato militare delle cosche, ma anche verso la destrutturazione di quelle dinamiche di corruzione e feudalità che attraversano la storia delle classi dirigenti locali Il voto di scambio tra politica e mafie, ad esempio, come denunciammo in un convegno tenutosi ad Arcavacata già nel novembre 2016, è la prova inconfutabile della storica vocazione delle classi dirigenti calabresi al rapporto con i poteri occulti deviati e massomafiosi, una tendenza che va compiutamente messa in discussione e stigmatizzata pubblicamente con prese di posizione ufficiali, senza ambiguità e reticenze di sorta, per costruire, nello spazio pubblico e della convivenza civile, una vera “cultura dello Stato”, come amava chiamarla il giudice Paolo Borsellino. Il compito delle università, soprattutto in Calabria, non è solo quello di laureare i nostri giovani ma è anche quello di promuovere un percorso di formazione critica delle coscienze in grado di farsi educazione alle regole e acquisizione dei princìpi e valori fondanti dello Stato. La legittimazione, sotto ogni forma, tacita o palese, dell’anti-Stato, in una terra in cui lo Stato, attraverso i suoi uomini migliori, cerca di affermarsi come potere civilizzatore, non è più ammessa»

 

 

LeS Polizia di Stato, anche il sindacato esprime solidarietà a Nicola Gratteri

CATANZARO – «Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza al procuratore Nicola Gratteri in merito alla vicenda, ultima in ordine di tempo, relativa all’esposto presentato nei suoi confronti al Csm da parte dell’ex consigliere regionale Nicola Adamo, il quale lamenta un atteggiamento condizionante da parte della Procura».

E’ quanto scrivono congiuntamente Renato Guaglianone Segretario Generale Nazionale Vicario LeS e Alessandro Caroleo, Segretario Provinciale LeS Catanzaro.

«Gratteri – si legge nelle nota del Sindacato di Polizia Libertà e Sicurezza – è un uomo al servizio dei cittadini,  che quotidianamente si batte per la giustizia con profondo senso morale, civico e sociale. Riconosciamo al procuratore Gratteri l’ottimo lavoro che da anni sta portando avanti, con grande spirito di abnegazione, nella nostra regione. Un lavoro assai delicato e non semplice a tutela sempre della verità e dell’onestà, un lavoro improntato sulla trasparenza e sulla legalità».

«Sono diversi gli attestati di stima e solidarietà che in questi giorni stanno giungendo a Nicola Gratteri  per il suo operato in una terra difficile e affranta da logiche partitiche che tentano ancora di condizionare il buon andamento della cosa pubblica. Noi di LeS, che ogni giorno prestiamo servizio per garantire sicurezza e rispetto delle regole, non possiamo esimerci dal voler pubblicamente affermare il nostro apprezzamento ad un uomo dai grandi valori umani, profondamente legato alla  Calabria, della quale, siamo fermamente convinti, ne continuerà a difendere le sorti, a discapito di chi invece, con prevaricazione e arroganza prosegue nell’opera mistificatrice di distruzione e disuguaglianza».

Gratteri a Cassano: «Non voglio candidarmi». E ai giovani «Ribellatevi per cambiare la Calabria»

CASSANO ALLO JONIO (CS) – Nicola Gratteri, intervenendo a Cassano allo Jonio, nel corso della cerimonia in cui gli è stato consegnato il premio “Giorgio La Pira”, chiude alla possibilità di candidarsi alle prossime elezioni regionali. «Io non voglio candidarmi. Io amo il mio lavoro e voglio continuare a fare il Procuratore di Catanzaro. Un lavoro che mi sta dando tante soddisfazioni», ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro rispondendo alle domande dei giornalisti.

«Non è importante vivere, ma come si vive», ha aggiunto il magistrato rispondendo ad un’altra domanda sulle minacce di morte rivoltegli dalla ‘ndrangheta.

«Io nella mia vita – ha detto ancora Gratteri – ho avuto tanto e soddisfazioni inimmaginabili. Quindi, anche se morissi domani, per me non sarebbe un problema. Cercherò, comunque, di vivere il più possibile perché ho voglia e fretta di fare tante cose. Ma non mi fermo, sia chiaro, a non fare le cose per paura di essere ammazzato».

Infine un invito rivolto ai giovani: «Ribellatevi ed impegnatevi per cambiare la Calabria».

Oliverio indagato, la Cassazione revoca l’obbligo di dimora

CATANZARO – La Corte di Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora nel comune di residenza cui era sottoposto dal 17 dicembre scorso il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. Il provvedimento era stato emesso dal gip su richiesta della Procura di Catanzaro per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta “Lande desolate” per presunte irregolarità in due appalti gestiti dalla Regione per la realizzazione della sciovia di Lorica e dell’aviosuperficie di Scalea. L’operazione, portata avanti dalla guardia di finanza, aveva evidenziato presunti equilibri tra ‘ndrangheta, politica e pubblica amministrazione, da sempre nel mirino del procuratore Nicola Gratteri. Nell’ordinanza che aveva portato all’obbligo di dimora il presidente della Regione Mario Oliverio, figuravano appalti pubblici, ‘ndrangheta, aiuti politici, favori, giro vorticoso di denaro.

La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dai legali di Oliverio, gli avvocati Armando Veneto e Vincenzo Belvedere. «La decisione è giunta su conforme parere del Pg, che è ancora più importante, che ha definito abnorme il provvedimento. Le tesi che portavamo avanti sin dall’inizio, sin dal tribunale della libertà – ha affermato l’avvocato Belvedere – sono state finalmente accolte dalla Cassazione e, a maggior ragione, dalla Procura generale».

 

Studenti del Polo Liceale di Rossano a scuola di legalità con Gratteri. AUDIO e FOTO

CORIGLIANO – ROSSANO (CS) – Una giornata assai significativa e molto partecipata quella di sabato scorso al Polo Liceale di Rossano  (Liceo Classico, Scientifico, Artistico e Linguistico)  dove è stato presentato il libro del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri “Storia Segreta della ‘Ndrangheta” .

«Sono qui oggi per parlarvi di voi, siate sempre assennati, non seguite la massa, abbiate fiducia in voi stessi. Studiate». Si è rivolto così il procuratore Gratteri agli studenti e con loro si è intrattenuto per oltre tre ore, dalle 9.30 alle 13.00 rispondendo alle numerose domande dei giovani. L’incontro è stato salutato dal prof. Antonio Franco Pistoia, dirigente scolastico del Polo Liceale.

 

Di seguito l’intervista di Fiorenza Gonzales al procuratore Nicola Gratteri

“Lande Desolate”, indagato anche Oliverio. Per lui obbligo di dimora (TUTTI I NOMI)

COSENZA – Tra le persone raggiunte dal provvedimento cautelare emesso dal Gip di Catanzaro, con l’accusa di abuso d’ufficio aggravato dal metodo mafioso, c’è anche il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, al quale sarebbe stato notificato anche l’obbligo di dimora nel comune di San Giovanni in Fiore. L’operazione, scattata all’alba di stamane e condotta dalla Guardia di Finanza di Cosenza, vedrebbe coinvolto anche l’ex sindaco di Pedace Marco Oliverio.

L’inchiesta sugli appalti pubblici coordinata dalla Dda di Catanzaro riguarda, secondo quanto si è appreso, due appalti, uno sul Tirreno Cosentino, ed uno riguardante un impianto sciistico in Sila. Nei confronti di alcuni indagati viene ipotizzata anche l’aggravante dell’articolo 7 per avere agevolato la cosca di ‘ndrangheta Muto di Cetraro. Complessivamente le misure emesse dal gip distrettuale su richiesta della Procura distrettuale antimafia catanzarese al termine delle indagini condotte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria diretto dal colonnello Michele Merulli, sono 16, due delle quali riguardano l’ex sindaco di Pedace Marco Oliverio (obbligo di dimora) e l’imprenditore Giorgio Barbieri, già arrestato nel febbraio dello scorso anno nell’ambito di un’altra inchiesta perché accusato di essere intraneo alla cosca Muto.

Le attività investigative (nell’ambito della operazione convenzionalmente denominata “lande desolate”) condotte con l’ausilio di articolate indagini tecniche e rilevamenti aerofotografici, hanno consentito di ricostruire e riscontrare documentalmente plurime violazioni e irregolarita’ nella gestione e conduzione degli appalti per l’ammodernamento dell’aviosuperficie di Scalea e degli impianti sciistici di Lorica, nonchè nella successiva fase di erogazione di finanziamenti pubblici.
In particolare, le investigazioni, basate su una copiosa attivita’ di riscontro documentale e sui luoghi di cantiere, hanno fatto emergere il completo asservimento di pubblici ufficiali, anche titolari di importanti e strategici uffici presso la regione calabria, alle esigenze del privato imprenditore attraverso una consapevole e reiterata falsificazione dei vari stati di avanzamento lavori ovvero l’attestazione nei documenti ufficiali di lavori non eseguiti al fine di far ottenere all’imprenditore l’erogazione di ulteriori finanziamenti comunitari altrimenti non spettanti. Emblematica la spregiudicatezza che caratterizzava l’agire dell’imprenditore romano spinta al punto di porre in essere condotte corruttive nei confronti di pubblici funzionari, finalizzate al compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio consistenti in una compiacente attivita’ di controllo sui lavori in corso, nell’agevolare il pagamento di somme non spettanti ovvero nel riconoscimento di opere complementari prive dei requisti previsti dal codice degli appalti oltre al mancato utilizzo di capitali propri dell’impresa appaltatrice in totale spregio degli obblighi previsti dai bandi di gara.
Complessivamente, le attivita’ hanno evidenziato come l’imprenditore romano, nei confronti del quale è stata, altresì, addebitata l’aggravante dell’ “agevolazione mafiosa” di cui all’art. 7 della legge n. 203/1991, abbia impegnato poche decine di migliaia di euro a fronte di diversi milioni di euro previsti dai bandi di gara, circostanza ampiamente conosciuta ed avallata dai soggetti preposti al controllo

Le indagini hanno fatto luce su un diffuso sistema illecito che, attraverso la reiterata commissione di falsi, abusi e atti corruttivi, ha compromesso il corretto impiego delle risorse pubbliche non consentendo lo sviluppo e la crescita del territorio, l’elevazione del livello dei servizi resi al cittadino e costituendo, di fatto, un ostacolo alla realizzazione del potenziale di crescita che il
territorio e’ in grado di esprimere.

I NOMI:

MISURA CAUTELARE IN CARCERE:
1) BARBIERI Giorgio Ottavio, 42 anni – residente a Roma;

MISURA CAUTELARE DEGLI ARRESTI DOMICILIARI:
2) DE CARO Vincenzo, 66 anni – residente a Cosenza;
3) GUARNACCIA Gianluca, 43 anni – residente a Montalto Uffugo (CS);
4) GUIDO Carmine, 58 anni – residente a Rende (CS);
5) TROZZO Marco, 46 anni – residente in Cosenza Contrada Tenimento;
6) TUCCI Francesco, 63 anni – domiciliato in Castrolibero (CS);
7) ZINNO Luigi Giuseppe, 64 anni – residente in Cosenza;
MISURA CAUTELARE DELL’OBBLIGO DI DIMORA NEL COMUNE DI RESIDENZA:
8) OLIVERIO Gerardo Mario, 65 anni – residente a San Giovanni in Fiore (CS);
9) OLIVERIO Marco, 44 anni – residente in Casali del Manco (CS).

MISURA CAUTELARE DEL DIVIETO TEMPORANEO DI ESERCIZIO DELL’ATTIVITÀ
PROFESSIONALE:
10) CITTADINI Carlo, 43 anni- residente a Roma;
11) DELLA FAZIA Ettore, 58 anni – residente a Roma;
12) FALVO Gianbattista, 62 anni – residente in Mendicino (CS);

MISURA CAUTELARE DELLA SOSPENSIONE DALL’ESERCIZIO DI UN PUBBLICO
UFFICIO:

13) GUZZO Rosaria, 63 anni – residente a Castrolibero (CS);
14) LATELLA Pasquale, 54 anni – residente in Scalea (CS);
15) MELE Damiano Francesco, 52 anni – residente a Celico (CS);
16) RIZZO Paola, 49 anni – residente in Rende (CS);

 

 

 

 

Appalti pubblici, falso e corruzione. In corso operazione della Guardia di Finanza

COSENZA – E’ in corso dalle prime luci dell’alba un’operazione della Guardia di Finanza in materia di appalti pubblici, reati di falso, corruzione e frode in pubbliche forniture. Gli uomini delle fiamme gialle sono impegnati in diversi centri per l’acquisizione di materiale e contestualmente la notifica dei provvedimenti emessi a carico di vari soggetti. 

Alle 11 nella sede del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro si svolgerà una conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, presenti anche il comandante Regionale Calabria e il comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, per illustrare i dettagli dell’operazione.