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Cosenza, domani il Pd potrebbe sciogliere il rebus Primarie

COSENZA – L’assemblea provinciale del Pd di Cosenza, che doveva svolgersi quest’oggi, è slittata a domani. Ufficialmente all’ordine del giorno ci sono gli adempimenti per consentire lo svolgimento delle elezioni primarie convocate dal segretario Guglielmelli per il prossimo 6 marzo. Ma, nonostante la comunicazione ufficiale dei vertici locali del partito, c’è ancora chi nutre forti dubbi sull’effettivo svolgimento della consultazione. Intanto non è chiaro se saranno primarie del Pd o primarie di coalizione. E se saranno primarie di coalizione, a quali partiti saranno allargate? Parteciperà anche il nuovo centro destra, che ha rinsaldato l’alleanza a Roma con Renzi dopo la nomina di Gentile a sottosegretario? Al momento le uniche candidature certe per le primarie sono quelle di Enzo Paolini in quota Pse e Marco Ambrogio in quota Pd. In predicato di partecipare anche Franz Caruso per il Partito Socialista, Bianca Rende, per il suo movimento What Woman Want, Giacomo Mancini se dovesse esserci un allargamento della coalizione all’Ala verdiniana, un rappresentante di Calabria Terra Libera, il movimento degli ex parlamentari Cinque stelle Barbanti e Molinari. Un vero rebus che domani dovrebbe essere risolto. Ma Cosenza potrebbe anche diventare il laboratorio politico del Partito della Nazione. Questa ipotesi potrebbe spazzare via le Primarie e far convergere su un unico candidato tutte le sfere politiche che intendono far parte di questo incubatore. E domani mattina ci sarà anche la conferenza stampa convocata da Lucio Presta.

Incarnato sulle Primarie: non accettiamo soluzioni preconfezionate dal Pd

Luigi incarnatoCOSENZA – Lo spostamento dell’assemblea del Pd a sabato, nella stessa giornata della conferenza stampa annunciata da Lucio Presta, torna a mettere in dubbio lo svolgimento delle Primarie convocate dal segretario provinciale di Cosenza dei democrat, Luigi Guglielmelli. Intatnto Luigi Incarnato, segretario regionale del Partito Socialista e coordinatore del tavolo di coalizione lancia un monito: no a soluzioni preconfezionate. In calce l’audio intervista

 

Cosenza, con la caduta dell’amministrazione cambia lo scenario politico

consiglio comunale cosenzaCOSENZA – Inizialmente era primarie sì, primarie no. Nel giro di poche ore poi, il leit motiv è cambiato in sfiducia sì, sfiducia no. Adesso che sono state raccolte le 17 firme utili per mandare a casa il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto e porre fine alla sua amministrazione con una manciata di settimane di anticipo, la sostanza restituisce comunque un quadro assai miserabile della politica nostrana, che accetta di determinare le sorti di una consiliatura in base al prezzo stabilito in cambio dell’apposizione di una firma in calce ad un pezzo di carta.

Ufficialmente, la mozione di sfiducia e la conseguente caduta dell’amministrazione si sono rese necessarie per scongiurare il rischio che a Palazzo dei Bruzi potesse arrivare la commissione d’accesso, in relazione all’inchiesta sul voto di scambio condotta dal Pm Pierpaolo Bruni della Dda di Catanzaro.

In realtà si tratta di un escamotage per indebolire Occhiuto, sottrargli con un colpo solo la gestione del Comune e della Provincia, ed evitare che possa manovrare le leve del potere alla vigilia del voto. La mozione di sfiducia ha preso forma ed è diventata una prospettiva concreta dopo la convocazione ufficiale delle Primarie del centrosinistra. Era una condizione necessaria posta da Enzo Paolini e dai consiglieri che fanno riferimento alle sue posizioni. L’avvocato con la passione del rugby, allontana così l’imposizione di Lucio Presta quale candidato di superamento. Ma la decisione di procrastinare al 20 febbraio la data di presentazione delle candidature, lascia tuttavia ancora qualche dubbio sulla effettiva intenzione del Pd di procedere alle Primarie. Anche perché all’annuncio di Guglielmelli, i vertici calabresi del partito non hanno propriamente reagito con salti di gioia e, questo silenzio, autorizza clamorosi colpi di scena.

Tornando alla vicenda delle dimissioni, che le cose si stessero mettendo male per il sindaco architetto, lo si è intuito quando Magorno ha diffuso una nota in cui puntava il dito sulla crisi amministrativa della città e sulle presunte irregolarità nella gestione dei conti di Palazzo dei Bruzi. «Si utilizzano risorse finanziarie pubbliche, postazioni dirigenziali e consulenze per esercitare vere e proprie pressioni al fine di preservare una maggioranza consiliare di tipo numerico, dopo il fallimento della sua maggioranza politica ed elettorale. E a tale scopo è stato piegato il funzionamento della macchina amministrativa del Comune ed anche della Provincia- ha tuonato Magorno – La città di Cosenza non può più essere mortificata dal ricorso spregiudicato ad una quotidiana pratica di illegalità e favoritismi. Indubbiamente, la realtà che sta emergendo, perfettamente visibile agli occhi di tutti, è inquietante e preoccupante. Soprattutto nel settore dei lavori pubblici, delle manutenzioni e di alcuni servizi, in questi anni, il ricorso agli affidamenti diretti e clientelari, in violazione della legge, è stata una prassi usuale. E’ necessario che questa nefasta esperienza amministrativa si concluda anzitempo». Un modo per provare a spiegare alla città i motivi che, di lì a qualche ora, avrebbero condotto al commissariamento.

Occhiuto e MorroneE se l’opposizione fa il suo mestiere, a pesare sono state le firme dei consiglieri organici alla maggioranza. Come quella di Roberto Bartolomeo, che non ha mai digerito la mancata conferma alla guida della Commissione elettorale, ma soprattutto quella determinante di Luca Morrone. Non tanto e non solo per le immediate conseguenze politiche che questo gesto implica, ma per il travaglio personale vissuto dal presidente del Consiglio che ha vissuto un profondo conflitto interiore prima di cedere agli affetti familiari e di seguire la strada indicata dal padre, da tempo in rotta con Occhiuto. Luca Morrone ha immediatamente rassegnato anche le dimissioni da coordinatore provinciale di Forza Italia, il partito di cui è espressione il sindaco che ha appena contribuito a mandare a casa.

Il quadro politico a Cosenza, profondamente ridisegnato dalla nomina al governo di Antonio Gentile, si apre di fatto ad una solida alleanza tra il centrosinistra ed il nuovo centro destra. Un patto di ferro per scongiurare il rischio che Occhiuto possa essere rieletto a sindaco, arrivando magari nel 2019, a proporsi per la poltrona di presidente della regione. Ma da qui a pensare che l’Ncd parteciperà alle primarie, ce ne corre. Più verosimile che si presenti ai nastri di partenza con un proprio candidato a sindaco (Giacomo Mancini?). Se si tratta di fantapolitica, sarà il tempo a dirlo. E Occhiuto? Proseguirà a lavorare per chiedere ai cosentini di essere riconfermato. Ma anche l’ormai ex primo cittadino deve fare anche ammenda dei tanti errori commessi. Ha cominciato ad indebolirsi nel momento stesso in cui si è piegato ai ricatti di chi lo ha sostenuto solo per convenienza e che non ha esitato a mollarlo appena è spuntata all’orizzonte una nuova e più sicura prospettiva.

Cosenza, la convocazione delle Primarie apre la campagna elettorale

consiglio comunale cosenzaCOSENZA – Il segretario provinciale del Pd ha sciolto i dubbi. Anche a Cosenza, il 6 marzo, si celebreranno le elezioni Primarie. I democrat hanno avviato tutte le procedure propedeutiche allo svolgimento della consultazione da cui uscirà il nome del candidato a sindaco designato dal centrosinistra. Gli aspiranti potranno presentare le proprie candidature a partire dalle ore 10.00 di sabato 20 febbraio fino alle ore 12.00 di domenica 21 febbraio presso la Federazione provinciale di Viale Trieste a Cosenza. «Il Pd ha nel proprio Dna i valori della partecipazione e della democrazia che ancora una volta ribadiamo e confermiamo» ha detto Guglielmelli nel comunicare la novità. La scelta del Partito Democratico dovrebbe estromettere Lucio Presta, che correrà in solitudine con il suo movimento Amo Cosenza. Si vanno invece delineando le candidature della coalizione di centrosinistra. Sarà della partita Enzo Paolini, in rappresentanza del Pse, ha annunciato la candidatura Marco Ambrogio, capogruppo Pd in consiglio comunale. I socialisti pensano di proporre Franz Caruso, Calabria in Rete potrebbe puntare su Serafino Conforti, ci sarà anche un rappresentante di Cosenza Terra Libera. Non è esclusa una candidatura a sorpresa che potrebbe sparigliare le carte. Discorso diverso per il Nuovo Centro Destra. Il partito del senatore Gentile, fresco di accordo con Renzi, punterà su un proprio candidato a sindaco. Il nome più gettonato è quello di Giacomo Mancini. Il Nuovo Centro Destra, in procinto di modificare il proprio nome in Area Popolare, valuterà poi se ricongiungersi al centrosinistra in caso di ballottaggio. Completano il quadro Gustavo Coscarelli dei Cinquestelle e un candidato a sindaco che sarà designato dalla Sinistra di Paolo Palma e Massimo Veltri. Dalla parte opposta a sostegno di Occhiuto ci sarà anche una lista che fa riferimento al movimento leghista di Salvini, che ha individuato nel giornalista Gianfranco Bonofiglio il coordinatore di Cosenza. Ancora poco chiara la collocazione dell’elettorato che fa riferimento ad Ennio Morrone. Ma i bene informati parlano di una rottura insanabile tra il consigliere regionale ed il sindaco uscente.

Dichiarazioni dell’Ufficio di Presidenza della Provincia di Cosenza riguardo le accuse di presunte irregolarità sulle posizioni organizzative all’interno dell’ente

COSENZA – L’Ufficio di Presidenza della Provincia di Cosenza dichiara, rispondendo alle accuse di presunte irregolarità sulle posizioni organizzative all’interno dell’ente: “Nessuno spreco di denaro pubblico, né nessun atto illegittimo. Il segretario del Pd cosentino Luigi Guglielmelli sa bene di dire il falso sulla dotazione della pianta organica della Provincia di Cosenza. Le posizioni organizzative che erano già in essere si continuavano a pagare con le aliquote molto alte previste dalla passata amministrazione. Noi invece abbiamo voluto ridisegnare l’organizzazione, innanzitutto diminuendo il costo di ciascuna posizione amministrativa e avendo in mente l’obiettivo di dare più efficienza alla macchina burocratica. Questo anche alla luce del fatto che molti dirigenti stanno andando in pensione e la legge di stabilità non consente di sostituirli se non ricorrendo ad incarichi ad interim. Se non avessimo adottato tali misure, la macchina burocratica si sarebbe inceppata e non avrebbe continuato a funzionare in maniera ottimale, così come da indicazioni del Presidente Mario Occhiuto. Ricordiamo inoltre che le posizioni organizzative sono bandite a condizione che permangano le deleghe; se le deleghe dovessero essere, in seguito, trasferite alla Regione, le posizioni cesserebbero di esistere e quindi non ci sarebbe più nessun aggravio per l’amministrazione. Ma non si può assolutamente affermare che la Provincia, attualmente, stia perpetrando alcuno sperpero e a dirlo, in maniera inconfutabile, sono i numeri: i dirigenti sono passati da 21 a 16, e di questi 5 sono coperti da interim e le posizioni sono passate da 123 a 93. Quindi, come è evidente, c’è stata una diminuzione sia nel numero del personale, sia una ulteriore diminuzione nel costo di ogni singolo dirigente. Quindi, non c’è assolutamente nessun aggravio di 200.000 euro, come sostiene falsamente Guglielmelli, ma addirittura una riduzione di costi, rispetto alla passata amministrazione, di ben un milione e 600mila euro”.