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“Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna presentato a Bisignano

BISIGNANO (CS) – Sala gremita per “Il cacciatore di meduse” (edito da Falco editore), romanzo di successo di Ruggero Pegna, presentato giovedì scorso nel chiostro del convento di Sant’Umile per il secondo appuntamento di “Libri in scena”.
Con la moderazione del cantante locale Carlo Falco e dopo i doverosi interventi di sindaco, vice sindaco e assessore alla cultura, i quali hanno ribadito con forza che la rinascita di Bisignano debba partire dal rinascimento culturale, è intervenuta dapprima Rita Adamo, in rappresentanza del collettivo “Le Seppie” presentando alla platea il lavoro svolto con gli immigrati a Belmonte l. A seguire l’editore Michele Falco che oltre lodare l’amministrazione per il suo impegno in «un deserto per la cultura», ha definito un romanziere colui che è capace di portare gli uomini nel proprio animo. Sulla stessa scia ha concluso, ringraziando il pubblico per la grandiosa pazienza, l’autore stesso. «Il compito di un romanziere – ha spiegato Pegna – è quello di addentrarsi dentro l’uomo e insegnare l’empatia. Un’empatia che si dimostra naturale quando si giunge a guardare in faccia la morte, come lui stesso che a 24 ore dal matrimonio scoprì di avere solo qualche giorno ancora di vita». E’ lì che ricevette l’aiuto dell’amore e dell’amicizia. Ed è quello che vuole trasmettere: «Vedere quei barconi pieni di neri ci impedisce di vedere gli uomini che stanno sfidando la sorte. Che rischierebbe la propria vita se non per una situazione limite? Come possiamo pensare che l’umanità si fermi di fronte una barriera? Dobbiamo vedere gli uomini. Da qui la mia volontà di scrivere questo romanzo: volevo essere un bambino dell’Africa, al di là dei neri del giornale, volevo essere l’umano». Con la sua saggezza ha concluso, a mezzanotte inoltrata, regalandoci un’ultima perla: «La sofferenza ci fa amare di più, ci unisce di più. E’ la fraternità a far comprendere meglio la sofferenza.»
Non c’è allora da stupirsi se “Il cacciatore di meduse” è stato inserito nella lista dei 13 romanzi consigliati dalla World Social Agenda alle scuole nel 2017. Doveroso citare infine Michele Falco: «La bellezza non ha tempo. Il cacciatore di meduse non ha tempo».

Alfredo Arturi

Alfredo Arturi

Pegna

Ruggero Pegna presenta “Il cacciatore di meduse” nella sua Lamezia

LAMEZIA TERME (CZ) – Dopo numerose presentazioni regionali e nazionali e passaggi televisivi, oltre alla presentazione della versione in braille a cura dell’Uici di Vibo Valentia e l’aggiudicazione di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il “Premio Antonio Proviero Città di Trenta 2015” per la Narrativa Edita e la menzione d’onore al “Premio Michelangelo Buonarroti” di Seravezza,  “Il cacciatore di meduse”, il nuovo romanzo di Ruggero Pegna, arriva a Lamezia Terme, città dell’autore. A sei mesi dalla pubblicazione della casa editrice Falco, domenica 3 gennaio alle ore 18.30 l’attualissimo e commovente romanzo sarà infatti presentato dalla giornalista e scrittrice Rosalba Baldino negli “Incontri con l’autore” della Libreria Tavella, promotrice di numerose iniziative culturali della terza città calabrese. LocandinaTavella

In questi mesi, l’accoglienza per questo romanzo è stata calorosa, in un momento segnato dalle tragedie dell’intolleranza, dell’odio e del fanatismo terroristico. Il dramma dei migranti, spesso prime vittime di questi estremismi, in questo emozionante romanzo diventa una grande storia d’amore con finale da autentica e commovente fiaba moderna. Il tema scottante dell’immigrazione è toccato per la prima volta dall’altro punto di vista, con gli occhi di un bambino somalo che diventerà scrittore della sua stessa storia e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo. La storia di Tajil convince, infatti, per la capacità di dare voce agli stessi migranti, alle sofferenze e ai sogni di chi è bisognoso o diverso, discriminato per il suo stato di povertà o per il colore della pelle. Un romanzo che racconta la dura realtà dei nostri giorni attraverso il quotidiano e la sensibilità di un bambino, tra episodi drammatici e sfumature fiabesche.

Ho accolto con piacere l’invito di Gioacchino Tavella – afferma Ruggero Pegna – perché mi ha detto di averlo deciso dopo la lettura del romanzo. Un invito sincero e convinto al quale ho dato la mia disponibilità, nonostante mi imbarazzasse parecchio presentarlo nella mia città.

Dal suo canto, Tavella conferma il parere di chi ha già letto il libro: “Un romanzo molto bello, che mi è piaciuto e mi ha emozionato. Ho subito pensato che fosse giusto presentarlo anche a Lamezia, visto che, tra l’altro, a scriverlo è stato un lametino”.

La struggente storia di Tajil, un bambino nero che non sapeva di essere diverso perché nel suo villaggio a Chisimaio tutti avevano il suo stesso colore della pelle, offre l’unica soluzione possibile ai dilemmi e drammi di questi giorni, aprendo ai sentimenti, al rispetto degli altri e delle loro infinite diversità, usando la chiave della bontà e degli affetti. La narrazione cattura il lettore, incanta, anche grazie a descrizioni di una natura aspra ma meravigliosa, come quella dei luoghi dell’infanzia in Africa, la sua terra a forma di grande cuore, delle traversate del deserto e del mare o degli splendidi angoli di Sicilia che lo accoglieranno. Il cacciatore di meduse trasporta in un’atmosfera di vibrante umanità con l’identificazione e la proiezione nel personaggio principale, di cui si condividono amarezze e delusioni, ma anche speranze, attese e desideri, fino alla sorprendente conclusione.