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Cosenza, cercasi infermieri disposti a trasferirsi in Germania

COSENZA – Il Centro per l’Impiego di Cosenza dialoga, attraverso il portale europeo della mobilità professionale Eures, con il servizio di collocamento internazionale della Germania, offrendo così una concreta opportunità occupazionale in due ospedali di Luneburgo, centro ubicato nella regione nord del paese tedesco, a una cinquantina di chilometri da Amburgo.

Il 21 novembre prossimo, negli uffici di Vaglio Lise, saranno effettuati colloqui selettivi finalizzati all’assunzione stabile di dieci infermieri professionisti da destinare a diversi reparti, tra cui chirurgia, ortopedia, medicina interna, cardiologia, terapia intensiva, geriatria.

Per candidarsi è necessaria la laurea in scienze infermieristiche conseguita in qualunque paese comunitario. Maggiori informazioni disponibili sul sito del centro per l’impiego.

Ospedale di Cosenza, Fausto Sposato chiede nuovi infermieri

COSENZA – Preoccupante situazione di collasso all’ospedale di Cosenza, Sposato, Presidente degli Infermieri chiede nuovo personale o aperture di concorsi. 

L’ospedale dell’Annunziata di Cosenza rischia il collasso. Urge personale al più presto. Gli infermieri e gli Oss, insieme ovviamente a medici e paramedici, non riescono a fronteggiare emergenze e turni massacranti.

<<Il sistema sanità è al collasso. Ci chiediamo cosa si aspetti, ancora, per procedere alle assunzioni e ai concorsi. Servono e non sono più rinviabili, almeno per far rifiatare tutto il personale che, oggettivamente, non riesce più a sostenere ritmi altissimi e condizioni drammatiche>>.

Fausto Sposato, presidente dell’Ipasvi di Cosenza, a nome di tutti gli infermieri, lancia un grido d’allarme che merita attenzioni.

Il clima torrido e la calura estiva; le ferie legittime di alcuni ( <<altri invece non riusciranno a “fermarsi”) e la mancanza cronica di personale ( sempre sottonumero, da anni) stanno <<facendo morire il nostro ospedale: è lui il vero malato>>, scrive proprio Sposato in un comunicato stampa. Gli infermieri <<continuano a soffrire e sono impossibilitati a svolgere appieno le loro mansioni perchè troppo carichi di lavoro>>, aggiunge il presidente.

Stesso discorso, o quasi, anche per il settore privato e per le strutture sanitarie presenti sul territorio. <<Oltre al danno anche la beffa, se vogliamo: in tutta la Calabria la situazione è pressochè identica. A Reggio era stato indetto il concorso e solo pochi giorni prima rinviato. Qui, a Cosenza, neppure si conoscono tempi e modalità. Auspichiamo, al tempo stesso, che si applichi la legge Madia e che si dia l’avvio alle stabilizzazioni dei colleghi, quantomeno>>, spinge Sposato.

Il Collegio Ipasvi, ad ogni modo, specifica che la loro azione <<incisiva>> continuerà su tutto il territorio senza soste. <<Fin quando non otterremo risposte concrete da chi di dovere.

Un esempio? Può mai essere possibile che nella commissione Ecm non vi sia la presenza di un solo infermiere? É mai possibile che si è ancora in attesa degli altri concorsi, quelli relativi ai servizi delle professioni sanitarie?

Qualche settimana fa è stata qui in Calabria la nostra presidente nazionale, Barbara Mangiacavalli. A lei, in una bella e partecipata iniziativa a Lamezia dove l’intero coordinamento regionale ha ricevuto complimenti e incoraggiamenti, abbiamo notificato i nostri problemi e con lei ci siamo impegnati a trovare soluzioni per tutti. Oppure dobbiamo aspettare e decretare la morte dell’Annunziata?>>.

Infermieri, il Censis premia la categoria calabrese

COSENZA – «Siamo veramente orgogliosi del lavoro svolto finora tra le corsie. In Calabria ed a Cosenza. Gli infermieri godono di una fiducia enorme da parte dei pazienti e dei cittadini». Fausto Sposato esulta, dopo aver letto tutti i risultati del sondaggio Censis confezionato per la categoria. Dati e numeri che premiano, appunto, il lavoro degli infermieri. «L’84% degli italiani dichiara di fidarsi di noi; ad avere più fiducia gli ultra settantenni e le famiglie con minori. Anche se emergono dati preoccupanti per il lavoro sommerso, sempre più persone si rivolgono a non professionisti per cure nelle loro abitazioni e questo non va per nulla bene», afferma Sposato. Il presidente poi rilancia sulle questioni più attinenti alla provincia bruzia ed alla federazione di Cosenza: «Alla luce di quanto emerso e considerate le tante elezioni amministrative in corso in queste ore auspichiamo la presenza nelle competizioni e nelle compagini di governo di tanti infermieri che, con la loro esperienza, sono in grado di apportare novità importanti anche per i singoli territori, al di là delle mura ospedaliere. Nella nostra nuova sede ospitiamo, non a caso, idee progetti e condivisioni strategiche per la professione a 360 gradi. Tanto che il motto che ci contraddistingue è “rinnovamento” inteso come entusiasmo, passione,sviluppo della professione e crescita degli infermieri tutti. Siamo soddisfatti, questa è la novità. Un lavoro che da qualche anno sta trovando conferme nei sondaggi e soprattutto nei cittadini, pazienti che sono tenuti in grande e assoluta considerazione da tutti noi», assicura Sposato. Ipasvi

La rabbia degli infermieri: «In Calabria solo 54 assunzioni su 600»

COSENZA – «Siamo assolutamente indignati», esordisce così Fausto Sposato, presidente del Coordinamento Regionale Ipasvi e di tutti gli infermieri calabresi. Le 600 assunzioni previste nel decreto 50, che stanno vedendo in queste ore una guerra senza mezzi termini tra Scura, Fatarella e Urbani, anziché «favorire gli infermieri, peggiorano una situazione sanitaria già di per sé catastrofica e per certi versi drammatica». Sposato, a nome e per conto di tutti gli infermieri, non accetta per nulla le decisioni adottate in merito. Sono circa 54 gli infermieri, sulle 600 assunzioni, che avranno riconosciuti i loro diritti. «E tutti gli altri?», si chiede il presidente in una nota stampa. «Il problema è proprio questo, per l’intera categoria: Noi non siamo contro le assunzioni, di qualunque profilo, necessarie per una buona sanità. Ma così facendo, escludendo a priori gli infermieri, come si pensa di assicurare e garantire i cosiddetti Lea? La normativa europea, in questo, è chiarissima: occorrerebbero circa altre mille unità per coprire adeguatamente i turni, e garantire la sicurezza delle cure e delle prestazioni e quindi dei cittadini e dei pazienti. Per non parlare degli operatori di supporto. Questi numeri emergono – insiste Sposato – da studi mirati effettuati dalla nostra federazione nazionale. Da una parte quindi si spinge verso straordinari non più sopportabili che sforano il tetto previsto dalle stesse aziende e dall’altra si escludono tutte le possibilità per far entrare altri infermieri. C’è oggettivamente qualcosa che non quadra”. Sposato, tra l’altro, racconta di numerosi incontri avvenuti con Massimo Scura che lasciavano “ben sperare, auspicando buone possibilità affinchè tutto potesse cambiare: oggi invece assistiamo ad una inversione di tendenza preoccupante e noi non ci stiamo, con il nostro orgoglio e la nostra professionalità». All’Asp di Cosenza, tanto per rimanere in tema «non è prevista nessuna assunzione, neanche una sola unità infermieristica». Né si parla più di “stabilizzazioni dei precari”, ci sono aziende che hanno bandito i concorsi per stabilizzare i precari altre ancora ferme al palo. Per il Presidente Sposato non è più possibile avere sistemi sanitari diversificati sul territorio regionale. «Siamo tutti compatti, in tutte le province calabresi sorge un malumore indecifrabile per cui chiediamo a gran voce che vengano ampliati i posti per le figure che forniscono assistenza alla persona, gli infermieri in primis perché nel nostro territorio l’assistenza è quella che manca. Sposato cita anche il Dca 130 che inquadra, non a caso, proprio le professioni sanitarie e gli infermieri nello specifico con la creazione di un Servizio delle Professioni Sanitarie e la nomina dei dirigenti in tutte la aziende calabresi ma che ancora non si capisce come mai le aziende non ne tengono conto e continuano a propinare soluzioni per nulla in linea con quanto previsto dallo stesso DCA 130. Ed in quest’ottica, così come sta purtroppo accadendo, ogni ente si muove per fatti propri e senza cognizione di causa. Il nostro plauso va all’A.O. di Cosenza che ha chiesto l’autorizzazione all’assunzione di un Dirigente Sitros. Evidentemente hanno capito l’importanza dei processi assistenziali. Siamo delusi, invece, per quanto succede in altre realtà anche perché abbiamo rispettato i tempi ed abbiamo capito il momento facendo un ultimo sforzo con la speranza che i nostri giovani ed i precari potessero vedere risolti i loro problemi. Ci saremmo aspettati un cambio di rotta, che mettesse al centro i bisogni dei pazienti e dei cittadini con il coinvolgimento di chi i bisogni li conosce e li risolve quotidianamente ed invece rieccoci qui a riscrivere di palesi ingiustizie e mortificazioni verso la categoria infermieristica. Non è questa la strada e non erano questi gli accordi e di sicuro faremo arrivare il nostro malessere nelle sedi opportune. Non è questa la sanità che vogliamo e che meritiamo anche perché stiamo pagando un prezzo altissimo come categoria. L’Ipasvi è sempre stata disponibile al confronto per la ricerca di soluzioni ottimali ed abbiamo fatto le nostre proposte ed invitiamo le istituzioni a dare un segnale importante ad una categoria che ha a cuore la salute dei cittadini e non le proprie ambizioni. Si assumano le figure che servono realmente, utili a modificare i processi e si punti verso una sanità di qualità. Ma per fare questo ci vuole coraggio. Forse ciò che manca a tanti ma non agli infermieri».

Formazione e strategie di crescita incontro tra IPASVI e i vertici dell’ospedale

COSENZA – L’IPASVI di Cosenza, rappresentata dal presidente provinciale Fausto Sposato, ieri mattina ha incontrato il direttore dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Achille Gentile. L’incontro, ritenuto da entrambi, cordiale e proficuo,è stato fortemente voluto dalle parti per focalizzare l’attenzione sull’attuale fase sanitaria nella nostra provincia.  I concorsi per infermieri; il personale di supporto ( gli Oss); il ruolo dei coordinatori e dei capisala; il percorso formativo, il tutoraggio e gli studenti e, per ultimo, il pronto soccorso del nosocomio cittadino. Questi i punti tracciati e le argomentazioni discusse. «Il dottor Gentile è stato molto cordiale e disponibile. Ha ascoltato e accolto le nostre preoccupazioni ed i nostri intenti. Gli infermieri sono fondamentali per una buona sanità, affinchè tutto possa funzionare a dovere», ha affermato Sposato, in una nota, a margine dell’incontro. « Il dirigente ha palesato la stima nei nostri confronti e ci ha assicurato che su tutte le tematiche messe sul tavolo sarà premura dell’Azienda ospedaliera trovare sintesi e soluzioni. Per questo motivo ci sentiamo di ringraziarlo,a nome di tutta la categoria». L’incontro tra Gentile e Sposato, tra l’altro, è stato anche occasione di confronto sul pronto soccorso cittadino e sulla reale possibilità di cambiare con urgenza l’iter in essere. Da tempo sosteniamo che occorre cambiare, per i cittadini e per tutti quei colleghi che quotidianamente sono costretti a lavorare male ed in affanno per via dei troppi interventi. «Inoltre – ha aggiunto sempre Sposato – abbiamo discusso anche dei coordinatori facenti funzione che vanno legittimati, sulle unità operative dotate, tutte, di un organico ottimale e sulla importante richiesta alla regione Calabria di una deroga per il concorso da dirigente Sitros».

Bilancio positivo per IPASVI, un anno importante per gli infermieri

 

sposato

COSENZA – <<Anche quest’anno abbiamo deciso di presentare il bilancio su ciò che il Collegio IPASVI della provincia di Cosenza ha fatto. Colgo l’occasione per ringraziare tutto il Consiglio Direttivo ed i Revisori dei Conti per il lavoro svolto mettendoci la passione di sempre. Non è stato un anno facile per la situazione in cui versa tutta la sanità calabrese e per i tantissimi episodi in cui molti nostri colleghi, loro malgrado, sono stati coinvolti>>. Questo l’incipit del presidente degli infermieri cosentini, Fausto Sposato, che traccia un consuntivo dell’anno appena trascorso. <<Il collegio ha continuato a portare avanti una politica fatta di trasparenza e professionalità che ci ha consentito di dire la nostra su molte questioni. Certamente l’obiettivo più importante è stato l’acquisto della nuova sede che ci verrà consegnata nei primi mesi dell’anno e che permetterà, a tutti gli iscritti, di poterne usufruire al meglio. È stato un traguardo importante ed una scelta coraggiosa, ma avremo finalmente una sede dignitosa come la categoria merita. Abbiamo offerto la PEC gratuitamente e, francamente, dispiace che siano ancora pochi i nostri iscritti che ne fanno richiesta. Stiamo procedendo con la cancellazione dei morosi con comunicazione al datore di lavoro e con tutti i rischi che ne deriveranno. È stato un atto dovuto ed abbiamo tutta l’intenzione di continuare su questa strada, chi non è in regola non può esercitare la professione e non è assolutamente vero, come già precedentemente ed ampiamente spiegato, che devono essere le aziende a provvedere. L’iscrizione è un obbligo ed è obbligo del professionista essere in regola. Abbiamo sviluppato percorsi ECM con i quali abbiamo coinvolto tantissimi colleghi raggiungendo tutti i territori della provincia e proponendo una formazione di qualità con relatori e docenti esperti nelle varie tematiche trattate. È stato un nostro pallino spostarci sul territorio e lo abbiamo fatto anche con un progetto regionale dal titolo “Il Camper degli Infermieri” incontrando i cittadini calabresi ed i colleghi ed ascoltando le loro opinioni>>, spiega Sposato in una lettera aperta alla categoria. <<Abbiamo raggiunto un accordo con un quotidiano regionale per la pubblicazione di argomenti inerenti l’assistenza e dal mese di Gennaio 2017 saremo presenti per spiegare ai cittadini che anche gli infermieri hanno le competenze su temi importanti che riguardano la salute dei cittadini. Siamo stati presenti negli incontri istituzionali presso la Regione e presso la struttura commissariale alla ricerca di soluzioni per tutelare i nostri colleghi. Nel mese di Novembre, per la prima volta, si è tenuto in Calabria il primo “ Forum Nazionale sulla formazione degli Infermieri” dove hanno partecipato tutti i Presidenti dei Collegi di Italia ed i maggiori esperti di formazione universitaria. Abbiamo fatto partire due Master di I° livello in convenzione con L’Università della Calabria: uno sulla ricerca infermieristica e l’altro sull’algologia e terapia del dolore. Anche questo è frutto di un progetto ben definito che ha portato l’Ipasvi di Cosenza ad essere parte attiva nella formazione e nei processi gestionali>>. Un bilancio in positivo, dunque. <<Riteniamo di avere attirato le attenzioni dell’opinione pubblica che riconosce nell’Ipasvi un interlocutore privilegiato quando si tratta di assistenza. Questo ha fatto in modo che gli organi di informazione ci dessero lo spazio giusto. Vogliamo ringraziarli tutti per il contributo. Come gli altri anni abbiamo fornito consulenze legali e amministrative a moltissimi colleghi risolvendo situazioni ataviche. Ci siamo aperti alla convenzione con una società di assicurazione per dare la possibilità ai tanti colleghi di potere strappare le migliori condizioni in tema di assicurazione professionale. Molte altre cose sono state fatte e molte ancora ne faremo. Tutto con la massima trasparenza e correttezza. La coesione di un gruppo di infermieri che hanno creduto nel progetto e nel programma previsto ci ha portato fin qua. Per noi non è un punto di arrivo ma un punto di partenza verso nuovi obiettivi che hanno come primo pensiero il bene della collettività professionale. Lasciatemi ringraziare tutti indistintamente perché se abbiamo conseguito questi risultati ognuno ha fatto la propria parte. Ci attende un altro anno di impegno, di passione, di sacrificio e dobbiamo essere pronti e concentrati ad affrontare le sfide che il sistema ci impone. Per adesso vogliamo augurare a tutti i nostri iscritti un buon anno con la speranza che tutti possano realizzare ciò che desiderano>>, la chiosa.

Migrante perde le gambe, appello degli infermieri del Pugliese-Ciaccio

CATANZARO – Gli infermieri dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro hanno lanciato un appello alle istituzioni per aiutare Aruna, un ragazzo di 18 anni giunto in Italia dal Burkina Faso in condizioni gravissime per le violenze subite mentre era a bordo del barcone su cui ha attraversato il Mediterraneo. Il giovane ha avuto un attacco di panico sulla barca per la paura del mare e gli scafisti gli hanno legato mani e piedi così stretti da provocargli ferite tali che una volta giunto nell’ospedale catanzarese, i medici sono stati costretti ad amputargli gli arti inferiori. Il giovane, ricoverato nell’Unità operativa di Malattie Infettive, è arrivato in Calabria dalla Sicilia ed è stato accolto al centro polifunzionale della Polizia di Stato da padre Benedetto, dell’associazione Piccola famiglia dell’esodo di Decollatura, che lo ospiterà una volta uscito dall’ospedale. «Il nostro è un lavoro non solo scientifico e tecnico ma prima di tutto emozionale – racconta per l’Ipasvi di Catanzaro l’infermiera Maria Rosaria Costantino – per questo tutti gli infermieri sono scesi in campo per Aruna nel prenderlo in cura, nel vedere le condizioni in cui versava quando è arrivato qui all’ospedale, difficili da raccontare. Abbiamo subito pensato di attivare la macchina degli aiuti per prima cosa attraverso un bollettino postale. Lui è un ragazzo coraggioso. Per noi è come un figlio. Gli altri ospiti della Onlus che già è pronta ad ospitarlo, che parlano lingua francese, fanno i turni in ospedale per fargli compagnia, a loro Aruna ha voluto parlare e raccontare la sua storia». Gli infermieri, oltre ad aprire una sottoscrizione, hanno rivolto, con una lettera aperta, un appello a tutte le istituzioni calabresi, dal Comune di Catanzaro, alla Provincia, alla Regione. «Ci saranno da sostenere, tra le altre cose – dicono – le spese per le protesi e per la riabilitazione per questo ragazzo qui completamente solo».

IPASVI, giornata nazionale a Feroleto Antico

www.nurse24.it
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FEROLETO ANTICO (CZ) – Per  la prima volta tutta la categoria degli infermieri d’Italia, giungeranno  a Feroleto Antico, per la giornata nazionale sulla Formazione. Presenti, per l’occasione, il presidente nazionale Ipasvi Barbara Mangiacavalli e la senatrice Annalisa Silvestro, anima per anni dell’Ipasvi. Con loro ospiti e personalità nazionali, regionali e della sanità più in generale. Qual è  l’obiettivo della giornata calabrese? «Delineare lo stato dell’arte della formazione accademica dopo oltre 20 anni dall’ingresso di infermieristica in università. Punti di forza, debolezza e criticità del percorso formativo. Analizzare e dibattere su possibili e attuali ridefinizioni della formazione infermieristica nel contesto formativo dell’Unione europea, dell’attuale formazione accademica post base, dell’evoluzione dei bisogni di salute, del mercato del lavoro nazionale ed europeo. Presentare ed analizzare il documento della Federazione nazionale Ipasvi sull’evoluzione delle competenze per la formazione infermieristica- anticipa il presidente Mangiacavalli». L’importante appuntamento nazionale verterà anche sull’impatto sul sistema professionale e sulla risposta alla domanda di salute dei cittadini, prospettive evolutive delle competenze e della disciplina infermieristica, cercando di capire la fattibilità nell’attuale regolamentazione universitaria. Molto orgoglioso ovviamente Fausto Sposato, coordinatore del Collegio Ipasvi Calabria, «Per la prima volta il nostro Ordine arriva in Calabria per una manifestazione così importante. Insieme a tutti i presidenti provinciali siamo felici di poter dare il benvenuto ai nostri colleghi e aprire una discussione, certamente proficua, anche per questa nostra terra che ha bisogno di buona sanità. Abbiamo i numeri, le capacità e la forza di poter cambiare rotta. E gli infermieri, come sempre, sono in prima fila».

Cosenza, la denuncia degli infermieri sotto stress in ospedale

COSENZA – Fausto Sposato, presidente Ipasvi, l’Ordine degli infermieri calabresi,  urla tutta la rabbia della categoria per una situazione al quanto disastrosa dell’ospedale bruzio. Infermieri sotto stress, turni massacranti, poca turnazione e assunzioni che tardano ad arrivare. «Le criticità del Pronto Soccorso di Cosenza sono evidenti e durano da tempo. Il primo fattore è un ricorso sconsiderato delle persone che si rivolgono al Pronto Soccorso anche per codici bianchi o verdi ( dunque non gravi) che sono il 70% dell’utenza. Casi non gravi dunque, ma il cittadino si rivolge comunque all’Hub di Cosenza perchè convinto che abbia tutti gli strumenti specialistici, sottovalutando di fatto gli altri presidi che di conseguenza sono vuoti o destinati a chiudere. Qui si vede il fallimento del modello Spoke e Hub troppo statico e non accompagnato da un sistema perchè gli utenti non si ‘fidano’ degli ospedali cosiddetti “minori” e dunque si riversano al Pronto Soccorso di Cosenza convinti di ricevere maggiori risposte». C’è però anche altro, per Sposato. «La congestione alla struttura ospedaliera di Cosenza è certamente la chiusura dei Nuclei di Cure Primarie che in qualche modo riducevano gli accessi di codici bianchi o verdi al Pronto soccorso», spiega. Medici, infermieri e operatori non hanno gli strumenti e i tempi per dare risposte, a volte anche verbali. «Ecco perché in molti paesi europei si sta puntando molto sul concetto di “alfabetizzazione sanitaria, ovvero spiegare agli utenti le dinamiche della sanità per coinvolgerli ed evitare situazioni incresciose. Oggi  non ci si rende conto dello stress cui vengono sottoposti gli operatori che vengono aggrediti verbalmente e, molte volte,  anche fisicamente. Il senso civico dei cittadini è importante in tutti i settori, dall’ambiente alla sanità fino al rispetto del lavoro degli altri». Cosa fare allora?  Per ovviare ai casi meno urgenti, la medicina territoriale «andrebbe riorganizzata puntando sull’assistenza territoriale. La gente  chiede meno medicina e più assistenza. Anche gli infermieri che io rappresento -spiega Sposato – non riescono più ad instaurare quella relazione di aiuto a cui il cittadino ha diritto e che lo stesso cittadino chiede. L’80% degli operatori sanitari – insiste Sposato –  soffrono della sindrome di Burnout che è in pratica l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti  impegnati in attività che implicano le relazioni interpersonali. Si procede alla nomina di dirigenti ma, nonostante le linee guida regionali lo prevedano, non sono stati nominati i Dirigenti del Servizio delle professioni sanitarie e sociali. Sarebbe un passo importante verso la soluzione dei tanti problemi legati all’assistenza ed alla gestione delle risorse. Si parla spesso ed a sproposito di casi di malasanità ma fino ad ora nessuno ha avuto il coraggio di dire che molti dei problemi non sono legati all’azione degli operatori sanitari, ma spesso riguardano i settori amministrativi, dirigenziali, di gestione, di servizi tecnici. Non si fa in tempo a nominare un qualsiasi responsabile o dirigente che subito si provvede ad eliminare la vecchia modulistica ed a  fare stampare quantitativi di modulistica nuova quando basterebbe stampare un unico modello sovrapponendoci semplicemente il timbro del responsabile o dirigente. Eppure ogni anno si buttano via migliaia di euro per narcisismo ed autocelebrazione senza sapere che non sono i titoli che fanno le persone e né la carta intestata. Io sono dell’idea che in Calabria esistano delle eccellenze e c’è una sanità che funziona; allora prendiamo quei modelli ed esportiamoli su tutto il territorio regionale. Ma per fare questo si deve avere il coraggio di cambiare e gli infermieri sono pronti, già da tempo, al cambiamento».

Approvata la legge regionale sulle professioni sanitarie. Sposato: “Svolta epocale”

Cosenza ( Cs) – “Una giornata storica per le Professioni Sanitarie e Sociali”. Non usa mezzi termini Fausto Sposato che parla a nome di tutti gli infermieri calabresi in qualità di coordinatore regionale. Lunedì è stata approvata, in Consiglio Regionale, la proposta di legge 51/X^ che è poi l’atto di recepimento della legge 251/2000 recante l’istituzione, in tutte le aziende sanitarie, ospedaliere ed universitarie del servizio delle professioni sanitarie e sociali con conseguente nomina dei Dirigenti delle Professioni Sanitarie e Sociali. “Un risultato atteso per sedici lunghi anni che ha visto la luce grazie alla tenacia degli ordini e dei collegi rappresentanti le professioni sanitarie e sociali”. A tal proposito “gli infermieri calabresi esprimono grandissima soddisfazione per il risultato del quale ringraziano il Presidente Oliverio ed il delegato Franco Pacenza per il contributo politico importante. Ma un grosso ringraziamento va ai consiglieri Giuseppe Giudiceandrea e Michele Mirabello per avere creduto, dall’inizio, nel risultato e per avere permesso questo straordinario risultato. Un ringraziamento va anche a Bruno Pascuzzo per esserci stato vicino in questo storico evento”.  La sanità calabrese, nell’ambito delle professioni sanitarie, per Sposato, “si mette alla pari delle altre regioni d’Italia ed i politici che hanno sostenuto questo percorso hanno dimostrato, con i fatti, che è in atto un cambiamento culturale nella gestione della sanità. Gli infermieri e le altre professioni sanitarie e sociali da oggi potranno dare un contributo maggiore nella pianificazione delle attività e nel raggiungimento degli obiettivi di piano. Finalmente si guarda oltre l’orizzonte dimostrando che la buona politica si può fare anche in Calabria. È un momento storico da condividere tutti insieme”, spiega Sposato. “L’Ipasvi regionale ha dimostrato di essere compatta e di volere essere parte attiva nei processi decisionali. Ne sono testimonianza il lavoro di sinergia dei singoli collegi ed i continui sforzi, anche personali, fatti da tutti i rappresentanti regionali degli infermieri. Il risultato è la dimostrazione che lavorando insieme e condividendo percorsi ed obiettivi si possono cambiare molte cose. Adesso ci aspettiamo che tutti i Direttori Generali prendano atto della proposta approvata facendo in modo che si inizi un percorso di uniformità in tutte le aziende sanitarie con l’adeguamento alla suddetta norma. Chiediamo anche al Commissario Scura di agevolare il percorso per la costituzione dei servizi delle professioni sanitarie in tutte le aziende calabresi. È tempo che si dia voce a chi rappresenta oltre la metà dei dipendenti delle stesse aziende sanitarie, sia pubbliche che private. Bisogna insistere e portare a compimento il tutto con la nomina dei dirigenti delle professioni sanitarie, siamo sicuri che daranno il loro contributo e saranno quel valore aggiunto che manca da tempo nella nostra regione”