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Insulti omofobi contro l’attivista Davide Sgrò “sono scosso e amareggiato”

CATANZARO –  “Sono scosso e amareggiato. Non ho parole questo perseguitare in continuazione solo per la mia libertà di parola e di espressione non ho paura continuerò a parlare a parlarne di omofobia”. Così denuncia sui social l’attivista catanzarese Lgbt, Davide Sgro, ha denunciato l’accaduto sui social, destinatario di scritte offensive con cui ignoti hanno imbrattato la sua macchina. Nei giorni precedenti, l’attivista aveva criticato le affermazioni del presidente della Regione, Nino Spirlì, contro il Ddl Zan. “Io vi ringrazio – prosegue Sgrò sui social – scusate se non vi rispondo ma mi sento male dentro perché non comprendo questa cattiveria”.

Arci Catanzaro “ci batteremo sempre contro le discriminazioni”

 
“Gli insulti miseri nei confronti di Davide Sgró sono l’umiliazione più grande che può subire la
Comunità catanzarese”, scrive in una nota Rosario Bressi Presidente Arci Catanzaro. “Sappia, certa gente, che la miseria di questi gesti non potrà scalfire la determinazione di quanti si battono e si batteranno perché le discriminazioni vengano sempre più relegate nella viltà di chi li compie. La stessa viltà di chi ha bisogno di gesti infami e di una bomboletta spray per sentirsi protagonista e campione della gara a chi è più codardo.
La comunità catanzarese si ridesti dall’oblio e faccia sentire a Davide e a tutti quanti come questi gesti vili non attecchiscono e mai attecchiranno. Da catanzarese mi vergogno.  Da catanzarese sarò sempre in prima linea a combattere discriminazioni e la codardia di piccoli, piccoli esseri umani”.
 
“Per tutte queste ragioni Arci Catanzaro – conclude la nota – sosterrà qualsiasi iniziativa che vada nella direzione di dare visibilità all’impegno sui diritti civili e alla lotta all’omofobia. La proposta del Gay Pride, pertanto, non solo ci convince, ma la riteniamo necessaria. L’Arci è stata e sarà in prima linea”.

Insulti e minacce di morte al virologo Bassetti, denunciato un cosentino

LIGURIA – Per gli insulti via social arrivati al direttore di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova Matteo Bassetti, sono stati denunciati due 50enni, uno residente a Cosenza e l’altro a Trieste.

Bassetti era stato attaccato, minacciato e insultato dopo che a fine anno aveva spiegato sui social di essere stati vaccinato sottolineando l’importanza del vaccino per arginare la pandemia. Il risultato furono oltre 800 commenti, tra cui decine di insulti, offese e minacce più o meno velate: “Ignorante”, “bugiardo”, “cafone”, “decerebrato”, “venduto” ma anche “devi morire insieme ai vaccini”.

Non solo: Bassetti avrebbe anche ricevuto telefonate di minacce e lettere anonime.

Il noto infettivologo aveva sporto denuncia alla Digos e le due denunce sono le prime di una serie che è destinata ad allungarsi. Le abitazioni dei due denunciati sono state perquisite dalla Digos e i telefoni sequestrati. 

 

Insulti razziali e lesioni contro senegalese, individuati i due aggressori

CATANZARO – Hanno rivolto insulti a sfondo razziale ad un cittadino senegalese di 26 anni ed uno lo ha anche aggredito. Adesso i due sono stati identificati dagli agenti del Commissariato di Lamezia Terme della Polizia di Stato ed uno dei due segnalato alla Procura per lesioni personali con l’aggravante della finalità di discriminazione razziale.

Il fatto è accaduto martedì scorso su un bus di linea a Lamezia.
L’uomo è stato avvicinato da due individui che lo hanno aggredito fisicamente e verbalmente e che sono fuggiti quando si sono resi conto che la vittima aveva chiamato il 113. L’uomo è stato soccorso dai medici del 118 e giudicato guaribile in 7 giorni. Quindi ha sporto denuncia alla polizia. Gli agenti sono poi risaliti ai due soggetti, rintracciandoli su un autobus per recarsi al Sert dell’ospedale. Si tratta di due lametini, entrambi pregiudicati, di 24 e 43 anni. Dalle indagini, solo a carico del 24enne, C.G., sono emersi indizi di colpevolezza per l’aggressione e per questo è stato segnalato.

Fonte Ansa

Immagini di repertorio

«Insulti dei tifosi veronesi», l’assessore De Cicco non ci sta

COSENZA – «Ho letto il comunicato stampa del Sindaco di Verona, Federico Sboarina. Difronte ad insulti quali “nero africano” “terone” “sporche bestie” “simmie” (lo scrivo in dialetto veneto) ed altri improperi di cui ho riscontri nei messaggi privati che i tifosi e cittadini veronesi mi hanno inviato, io purtroppo non conosco altri termini da usare per definirli, se non quelli di “razzista”». E’ quanto scrive l’assessore di Palazzo dei Bruzi Francesco De Cicco sul suo profilo facebook dopo essere stato preso di mira – pare- da alcuni tifosi veronesi
«Sono termini razzisti e offensivi, lontani mille miglia dal senso di sportività e rispetto delle persone.
Se il calcio non è più quello di una volta, è anche colpa di questi atteggiamenti che invece di essere stigmatizzati, vengono addirittura difesi con un comunicato stampa diffuso da una Istituzione della Repubblica Italiana, rappresentata dal Tricolore che ci unisce sotto un’unica comunità, da Nord a Sud. Quel Sud ricco della gloriosa civilità greco-romana, che ha creato l’Italia e arricchito tutti gli italiani. La storia è storia». 

«Il campo era praticabile fino alle 16.30, – prosegue ancora De Cicco- divenuto poi misteriosamente impraticabile alle 18. Prima ancora di saper giocare a pallone, bisogna essere sportivi, giocando le partite sul campo senza cercare sotterfugi per ottenere vittorie a tavolino. Prendete lezione da due squadre del Sud, Lecce e Salernitana, che ieri hanno dimostrato di volersi sfidare sul campo, anche se impraticabile.
Un Sindaco prima ancora di essere un amministratore, deve essere un buon padre di famiglia e sgridare i suoi ragazzi se questi sbagliano.  Federico Sboarina ha perso questa occasione».