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Intelligence, all’Unical seminario sulla Relazione al Parlamento su politica dell’informazione per la Sicurezza

RENDE (CS) – L’Università della Calabria ha organizzato per giovedì 28 marzo alle ore 12 presso la Sala A dell’Aula magna “Beniamino Andreatta” un seminario di studi per approfondire la Relazione al Parlamento sulla politica dell’informazione per la Sicurezza 2018. L’iniziativa è stata promossa dal Laboratorio sull’Intelligence dell’Ateneo calabrese. Introdurrà il Direttore del Master in Intelligence Mario Caligiuri che approfondirà il tema del disagio sociale come minaccia alla sicurezza nazionale.

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Interverranno poi i ricercatori del Laboratorio sull’Intelligence Roberta Calderazzo, Luigi Barberio e Rossella Cerbelli che affronteranno i temi della cyber security e dell’intelligence economica con particolare riferimento alle politiche energetiche e agli accordi commerciali con la Cina.

Seguiranno l’evento Radio Radicale e CalNews. Sarà possibile seguire la manifestazione anche  in diretta streaming attraverso il seguente link https://www.facebook.com/Intelligence-Lab-746623852166806/ 

Unical, Bruno Pellero al Master in Intelligence

RENDE (CS) – «Il lavoro dell’ intelligence si basa sull’acquisizione mirata di informazioni ciascuna delle quali deve essere opportunamente verificata così come la sicurezza nazionale si persegue con le competenze (che fortunatamente in Italia abbiamo e buone) e i fatti, non con i proclami, neanche quando in gioco c’è l’acquisizione di tecnologie straniere».

Così Bruno Pellero, uno dei massimi esperti europei di sicurezza delle comunicazioni, al Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri.

«In base all’articolo 15 della Costituzione italiana, le comunicazioni, sono segrete e possono essere violate solo con motivato provvedimento dell’autorità giudiziaria. Ciò indipendentemente dalla nazionalità degli interlocutori. Non in tutti i paesi, anche tra i più democratici, è così. Possiamo essere fieri di questo esempio di democrazia, tuttavia, il concetto di comunicazione si è evoluto moltissimo da quando i padri fondatori hanno siglato la Costituzione ed occorre rendersi conto dell’esistenza di un mondo virtuale, parallelo al mondo reale, in cui forte si sente il bisogno di sicurezza. In questa epoca cibernetica dove pedofili e criminali trovano facile anonimato, occorrono strumenti nuovi per garantire la sicurezza degli internauti e per l’individuazione dei criminali. Qui, insieme alle norme intervengono le tecnologie».

Pellero ha quindi affrontato il tema dell’analisi del traffico delle comunicazioni dove, «nell’ambito giudiziario è strumento che serve per individuare colpevoli e complici così come per scagionare innocenti, mentre a livello di intelligence può essere utilizzato per comprendere l’insorgere di fenomeni complessi e identificare minacce, cause e responsabili». 

Pellero ha poi detto che «l’odierno processo di intelligence si giova della fusione di molteplici fonti, dalle comunicazioni alle immagini all’analisi delle fonti aperte. Le necessità degli investigatori spaziano dall’intercettazione delle telecomunicazioni, all’analisi del traffico telefonico e telematico. Queste capacità sono fondamentali e devono essere garantite pur nello sviluppo di nuove tecnologie». «Nell’ultimo trentennio, la liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni ha creato, a velocità crescente, grossi problemi per gli investigatori».

«Con la creazione di  nuovi modelli di business, la diminuzione dei costi e degli obblighi regolamentari, con le comunicazioni prepagate e anonime i criminali hanno potuto accedere a eccezionali strumenti per la commissione di vecchi e nuovi reati. Per bilanciare tali problemi è occorso e tuttora occorre sviluppare sofisticatissime tecnologie». «La situazione si complica quando si affrontano i vari livelli del web, dalla superficie – ormai familiare a tutti i navigatori – fino al web più “oscuro”. E’ sbagliato criminalizzare gli strati profondi del web, occorre invece fare un distinguo in base alle finalità di utilizzo: il deep web è infatti sia strumento per la sicurezza delle comunicazioni di organizzazioni industriali e governative, sia strumento per il crimine organizzato. Occorrono dunque regole e strumenti che consentano di distinguere ciò che è lecito da ciò che non lo è, a tutela della privacy degli utenti di buona volontà e a garanzia delle funzioni d’istituto delle agenzie di intelligence».

 Per Pellero, gli smartphone e i tablet rappresentano la prima superficie di attacco in quanto sono gli utilizzatori stessi che accordano l’accesso ai loro dati più riservati ai costruttori degli smartphone e del tablet e ai fornitori di sistemi operativi e app. In questo marasma cibernetico gli utilizzatori, che auspicano severe misure a tutela della privacy nei confronti di quegli enti governativi che, al momento opportuno, chiameranno a tutelare la loro sicurezza e incolumità, allo stesso tempo concedono impunemente l’accesso ai propri dati più riservati a soggetti privati, spesso fuori dell’Europa e irraggiungibili dal GDPR, la norma europea a tutela della privacy.

Pellero ha infine affermato che che l’accesso alle tecnologie innovative, il diritto alla riservatezza e il diritto alla sicurezza sono beni fondamentali ma molto difficili da contemperare. Si è quindi soffermato sulle recenti vicende relative alla sottoscrizione di un Memorandum of Understanding tra l’Italia e la Cina, a proposito del quale sono stati paventati rischi tanto grandi quando ingiustificati connessi con l’utilizzo di tecnologie cinesi. I rischi derivanti dall’utilizzo di prodotti cinesi, ha continuato Pellero, «sono identici a quelli che derivano dall’utilizzo delle tecnologie dei Paesi occidentali. Il rischio dunque non è nel paese di provenienza delle tecnologie ma nella nostra capacità di individuare quali siano i settori strategici, di verificare e certificare i prodotti e, quando serve, imporre l’impiego di soli prodotti certificati e personale fidato nelle componenti critiche delle infrastrutture strategiche». «Il nostro Paese, per anni non ha incentivato a sufficienza lo sviluppo e la produzione di sofisticate tecnologie in Italia, tuttavia il nostro paese è dotato di risorse umane di elevatissima competenza, sia nell’industria che nel settore dell’intelligence che saranno capaci di elaborare una adeguata strategia per il nostro paese senza il bisogno di accettare imposizioni dall’estero, né di tipo commerciale né di tipo diplomatico».

 

Intelligence, Mario Caligiuri all’International Master in Security, Intelligence and Strategic Studies dell’Università di Dublino

RENDE (CS) – L’Università della Calabria e l’Università di Dublino si incontrano sulla via dell’Intelligence. Infatti, il prossimo lunedì 25 febbraio 2019, il professor Mario Caligiuri, direttore del Master in Intelligence dell’Ateneo calabrese, terrà una lezione in videoconferenza all’International Master in Security, Intelligence and Strategic Studies dell’Università di Dublino, coordinato dal Giangiuseppe Pili, Assistant professor in Intelligence analysis in theory and practice

L’intervento di Caligiuri, inserito all’interno della più ampia lezione su “Intelligence studies today – Italian and UK-USA perspective in comparison“, avrà come tema “Italian intelligence today”, mentre da Dublino il prof. Pili relazionerà su “Intelligence studies today – USA & UK”. 

L’evento è dunque più di uno scambio culturale ed internazionale, che ha come obiettivo l’interazione e il dibattito tra gli studenti dei percorsi di studi, e mira ad un gemellaggio tra i due master.

Oltre a Caligiuri, dall’ateneo calabrese interverrà inoltre la dott.ssa Valentina Cuzzocrea, ricercatrice del Laboratorio sull’Intelligence, che integrerà e coordinerà la lezione.

Gli interventi di Mario Caligiuri, Valentina Cuzzocrea e degli altri studenti avverranno in lingua inglese ed in diretta video dal Laboratorio sull’Intelligence del’Ateneo calabrese, situato al cubo 18 b (ponte P. Bucci), dalle 12.00 alle 14.00 ore italiane (le ore 11.00 – 13.00 in Irlanda).

«Gli studi sull’Intelligence sviluppati nel nostro ateneo stanno avendo riconoscimenti internazionali evidenziando l’importanza di questo settore sempre più strategico nella società del XXI secolo», ha commentato il Rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci .

Intelligence, da Toronto il prof. Nicaso, «Investire per contrastare le mafie»

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – «E’ sbagliato investire sul terrorismo e non sul contrasto alle mafie. Occorre intervenire contemporaneamente in entrambi i settori». E’ quanto ha sostenuto Antonio Nicaso, professore universitario e uno dei massimi esperti mondiali di criminalità organizzata, intervenendo in video conferenza da Toronto al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, introdotto dal Direttore del Master Mario Caligiuri e alla presenza del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri con il quale ha scritto numerosi volumi, tra i quali il recente “Storia segreta della ‘Ndrangheta”, edito da Mondadori.

«Le mafie – ha argomentato – sono un fenomeno complesso in quanto non esprimono solo una mentalità ma sono anche il frutto di un organizzazione che ha inventato un’ideologia,
creando una potente miscela tra tradizione e innovazione. Senza ampie connivenze ed estese collaborazioni – ha spiegato – non si spiegherebbe il successo delle mafie a livello globale».

In tale quadro, Nicaso ha sottolineato il fondamentale ruolo dell’Intelligence per prevenire e contrastare il fenomeno a livello nazionale e globale, con contatti strutturati ed efficaci. «Per quanto riguarda la sicurezza – ha evidenziato – le istituzioni politiche attendono risultati immediati che non sempre sono possibili. E quando si è in presenza di risorse economiche limitate si compiono delle scelte, privilegiando, come sta accadendo in questo momento, la lotta al terrorismo rispetto a quella contro la criminalità organizzata. Nicaso ha poi detto che «l’Italia è più avanti rispetto agli altri paesi per l’esperienza maturata nel corso degli anni nel contrasto al terrorismo politico e alla criminalità organizzata».

Infine, Nicaso ha espresso la sua disponibilità a coordinare il costituendo Comitato intelligence e contrasto alle mafie globali che si sta organizzando all’interno del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria.

Unical, Cotroneo al Master in Intelligence: «Trump strizza l’occhio alla Cina e all’intelligenza artificiale»

RENDE (CS) – «Il presidente Trump sta abbandonando l’Afghanistan lasciando i contractors, per concentrare l’attenzione sulla Cina e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale». È questa la considerazione che Vincenzo Cotroneo, esperto di diritto islamico e docente universitario, ha svolto in occasione della lezione che ha tenuto al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, introdotto dal Direttore Mario Caligiuri.

Punto di partenza è stata l’interpretazione dell’Islam dal punto di vista culturale, secondo l’impostazione di Bernard Lewis.

«Non esiste – ha spiegato il docente – una comunità uniforme ma plurale e frastagliata». Cotroneo ha quindi illustrato i pilastri, le origini e le tradizioni dell’Islam, partendo dalla notte del destino del 26 e 27 del mese di Ramadan quando l’arcangelo Gabriele rivelò al Profeta Muhammad il messaggio di Allah. Il successo della nuova fede derivò dalla circostanza che fu un’occasione di razionalità normativa, con poche regole comprensibili, semplici e condivise. Infatti il Corano è un testo giuridico e non solo religioso, che non è modificabile ma adattabile ai tempi moderni.

Cotroneo ha poi effettuato un confronto delle diverse visioni politiche, sociali e culturali, soffermandosi in particolare sul concetto del tempo, che nell’Islam non è rigido mentre nell’Occidente è precisamente strutturato. Cotroneo

Si è quindi soffermato sulle diverse scuole giuridiche e sui modelli politici prevalenti: quello della penisola araba (radicale), iraniano (tradizionale) e turco (coniugare Islam e democrazia). Cotroneo ha quindi illustrato i pensieri dell’estremismo islamico, dal wahabismo al salafismo e al takfirismo, che utilizzano la religione come pretesto per affermare la prevalenza politica del potere. Il docente si è soffermato, poi, sulla trasformazione del concetto del Jihad, nella sua veste di teoria combattente determinata dal pensiero di Abdullah Yussuf Azzam, agente della CIA e fondatore dei mujahidin per contrastare l’invasione dei russi in Afghanistan, per la cui liberazione si mobilitarono oltre un milione e mezzo di combattenti islamici. Questo, nella sua interpretazione, è stata la premessa di Al Qaeda e dell’ISIS. Cotroneo, infine, anche attraverso la proiezione di video, ha molto approfondito l’efficacia della strategia comunicativa del fondamentalismo islamico, caratterizzata da un ricorso alle tecnologie social e web promuovendo la radicalizzazione e l’estremismo religioso con immagini e messaggi fanatici e violenti.

Nicola Gratteri al prossimo appuntamento

Il prossimo appuntamento del Master in Intelligence è previsto per sabato 9 febbraio 2019 presso l’aula “Caldora” con le lezioni del del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria Giuseppe Battaglia, del procuratore sella Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e del professore Antonio Nicaso.  

Intelligence, istituito all’Unical l’Osservatorio sulla Sicurezza Marittima

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Si rafforzano all’Università della Calabria le attività sulla cultura dell’intelligence come strumento per la salvaguardia degli interessi nazionali. Infatti, nell’ambito del Laboratorio sull’Intelligence dell’Ateneo calabrese, diretto da Mario Caligiuri, è stato istituito l’Osservatorio sulla Sicurezza Marittima (O.S.M.).

Presidente è stato nominato l’ammiraglio in ausiliaria Francesco Chiappetta, Coordinatore lo studioso di sicurezza Andrea Sberze e responsabile della segreteria scientifica l’assistente di  ricerca Francesca Sterzi. Hanno accettato di fare parte del Comitato Scientifico l’ammiraglio ispettore in riserva Fabio Caffio, il professore dell’Università della Calabria Domenico Talia, il Direttore Generale di Confitarma Luca Sisto, il Vice Presidente Esecutivo dell’European Center for Advanced Cyber Security Paolo Lezzi, il saggista e docente universitario Antonio Selvatici e l’armatore e Presidente di Terminal Napoli Salvatore Lauro.

«L ’Italia  è un Paese  marittimo per natura, economia, storia e cultura – ha dichiarato Mario Caligiuri –   ma molto spesso non riusciamo a valorizzare in modo compiuto questa vocazione nell’interesse nazionale.

Appunto per questo anche le Universitá devono svolgere il proprio ruolo e noi intendiamo farlo approfondendo questo tema alla luce dell’intelligence, che è una disciplina nella quale il nostro ateneo è all’avanguardia. Infatti, in termini di sviluppo economico e sicurezza globale il tema del mare e della portualità  sono centrali per il nostro Paese e la nostra regione».

Anche il Rettore  Gino Crisci ha inteso apprezzare questa iniziativa ringraziando il Presidente, il coordinatore e i componenti del Comitato Scientifico dell’Osservatorio e spiegando che «l’università della Calabria si lega sempre di più alle necessità del territorio e alle tendenze di sviluppo economico e sociale a livello globale».

Per il direttore del Dipartimento di Culture, Educazione e Società  Roberto Guarasci «questo ulteriore tassello rafforza la ricerca e l’offerta formativa sull’Intelligence che sta avendo nel Master di Secondo livello e nel corso di laurea magistrale in intelligence e analisi del rischio i suoi punti di forza».

Nelle prossime settimane è prevista una manifestazione di presentazione dei programmi operativi.

Unical, conclusa la VII edizione del master in intelligence

RENDE (KR) – Sono state discusse  ieri le tesi dei partecipanti alla settima edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

Temi interessanti e innovativi

La Commissione, presieduta dal Direttore del Master Mario Caligiuri collaborato dai professori Alberto Ventura e Domenico Talia, ha esaminato i lavori di ricerca degli studenti che sono stati considerati «interessanti e innovativi, confermando come l’intelligence rappresenti sempre di più un punto di incontro di molteplici saperi finalizzati alla comprensione della realtà e al perseguimento della sicurezza».

Gli argomenti delle ricerche hanno spaziato dagli interessi nazionali relativi alla nuova via della seta alla necessità di riconoscere la fonetica forense quale materia di studio, dalle schede sul rischio dei paesi africani all’elaborazione di un innovativo algoritmo per individuare il fenomeno dei missing trader, dal futuro dei microstati alla sicurezza informatica nazionale, dal concetto di sicurezza positiva che include i cittadini alla sicurezza marittima con particolare riferimento al porto di Gioia Tauro, dalla dottrina italiana dell’intelligence economica all’analisi predittiva delle fonti aperte americane sull’avvento del fascismo, dai limiti dell’analisi di  intelligence tra percezione e bias cognitivi alla funzione del ciclo dell’intelligence per integrare tecnologie e fattore umano, dalle conseguenze dei cambiamenti climatici nell’ordine mondiale alla gestione dell’informazione in occasione della scomparsa di Sergio Marchionne, dalla sicurezza cibernetica sempre più decisiva nell’ambito marittimo alla funzione delle operazioni psicologiche come forme sempre più utilizzate di conflitto.

intelligence Tra i docenti  del master che hanno seguito le tesi Lucio Caracciolo, Paolo Messa, Marco Valentini, Alfredo Mantici, Antonio Teti, Alfio Rapisarda, Domenico Talia, Luciano Romito e Francesco Chiappetta.

I lavori verranno trasmessi al Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica per partecipare al Premio “Una tesi per la sicurezza nazionale”. L’università della Calabria si sta distinguendo in Italia per gli studi sull’Intelligence.

In settimana sono terminate le lezioni del primo semestre della prima annualità del Corso di laurea magistrale in Intelligence e Analisi del rischio mentre le lezioni dell’ottava edizione del Master in Intelligence riprenderanno sabato 12 gennaio 2019 con le lezioni del Presidente Emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre e del magistrato e deputato Cosimo Ferri.

Unical, senatore Caruso: «Corso di laurea in Intelligence scommessa vinta»

RENDE (CS) –  Lo scorso 1 ottobre ha preso il via il nuovo Corso di laurea magistrale in Intelligence e Analisi del rischio dell’Università della Calabria, primo in assoluto di questo tipo in Italia.

La proposta di attivazione del nuovo corso è stata congiuntamente proposta dal Prof. Roberto Guarasci, direttore del DICES (ex LISE) e dal Prof. Franco Rubino, ex direttore del DISCAG che con lungimiranza, nonostante le numerose critiche, hanno creduto in questo progetto.

Ad esprimere la sua soddisfazione è il Senatore Accademico in quota RèF Nicola Caruso, che insieme al suo collega Michele Leonetti ed al Consigliere d’Amministrazione Domenico Tulino, furono tra i primi sostenitori della proposta di attivazione del nuovo corso di laurea. «Nonostante le perplessità
di alcuni – dice Caruso – il nuovo Corso di laurea ha ricevuto più del doppio delle domande di iscrizione rispetto ai posti disponibili ma il dato più interessante è che vi sono, tra queste, domande pervenute da fuori Regione». «La nostra Università – continua Caruso – non può limitarsi ad essere l’Università dei calabresi, ma deve necessariamente essere attrattiva per tutti gli studenti, anche per quelli fuori regione.” Secondo il Senatore Caruso “E’ opportuno istituire delle commissioni che valutino, in base alle esigenze in continuo divenire del mondo del lavoro e delle risorse disponibili del nostro Ateneo, l’istituzione di nuovi corsi di laurea».

Il bando di ammissione prevedeva 20 posti disponibili e le domande pervenute sono state ben 44 ed in virtù di queste ragioni, il Prof. Guarasci tramite il Decreto Direttoriale n°169 del 26/11/2018, propone di aumentare di ulteriori 6 posti le ammissioni al suddetto Corso di studi.

«Auspichiamo – conclude Caruso – che il Magnifico Rettore accolga le nostre richieste affinché l’Università della Calabria acquisti sempre maggiore attrattività».

Unical, inaugurata l’ottava edizione del master in Intelligence

RENDE (Cs) –  «Fino a qualche anno fa era impensabile un’attività formativa del genere nel nostro Paese».

Con queste parole Marco Gerometta, Vice Direttore vicario della Scuola di Formazione del Sistema di Informazione per la sicurezza della Repubblica, ha introdotto la sua lezione all’inaugurazione dell’ottava edizione del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

Gerometta ha poi proseguito sostenendo che «occorre intercettare i segnali deboli per delineare gli scenari del futuro» ed ha poi approfondito gli scenari contemporanei dove l’incertezza richiede informazioni sempre più qualificate, evidenziando che sia i tradizionali canali informativi che il ciclo dell’intelligence sono destinati a mutare. La manifestazione è stata introdotta dai saluti del Rettore Gino Mirocle Crisci che ha ricordato che l’università della Calabria sta promuovendo gli studi sull’Intelligence per dare un contributo al mondo scientifico ed istituzionale di tutto il Paese. Per il Vice Direttore del Dipartimento Culture, Educazione e Società Maria Mirabelli l’ateneo calabrese sta proponendo una interessante e utile filiera formativa sull’Intelligence in cui ha aggiunto un corso di laurea magistrale al master. Giuseppe Spadafora, Presidente del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione, ha messo il rilievo che lo studio dell’intelligence può rappresentare una risorsa importante per ricostruire la democrazia rappresentativa.

L’introduzione alla giornata è stata svolta dal Direttore del Master Mario Caligiuri

«L’intelligence – ha sostenuto Caligiuri- si pone ai bordi del caos del nostro tempo, a cavallo tra comprensione e previsione, originale punto di incontro dei saperi umanistici e scientifici, che mette in crisi i tradizionali percorsi disciplinari perché parte dalle domande invece che dalla pretesa di fornire risposte».

Caligiuri ha poi ricordato le attività svolte dall’Università della Calabria dal 1999 con la finalità del riconoscimento scientifico dell’intelligence nell’ambito degli studi accademici del nostro Paese. Anche a questa edizione del Master partecipano studenti provenienti da tutta l’Italia, confermando la capacità di attrazione dell’ateneo calabrese in attività formative di grande interesse legate alle necessità sociali della sicurezza e dell’interesse nazionale. I lavori sono stati trasmessi da Radio Radicale

Sbarca a Bari il libro “Aldo Moro e l’Intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere”

RENDE (CS) – Lunedi 19 novembre 2018, alle ore 15, nell’aula magna “Aldo Cossu” dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”  verrà presentato il libro “Aldo Moro e l’Intelligence. Il senso dello Stato e la responsabilità del potere”, curato da Mario Caligiuri, direttore del master in Intelligence all’Università della Calabria.

Dopo l’introduzione del rettore Antonio Felice Uricchio ci saranno gli interventi del componente della “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro” Gero Grassi e il Direttore del Dipartimento di Informatica Donato Malerba. 

È significativo l’appuntamento di lunedì a Bari nell’università intitolata proprio allo statista, dopo che il libro è stato presentato in anteprima a Roma lo scorso 9 maggio 2018 nella sala “Aldo Moro” della Camera dei Deputati e poi lo scorso 20 ottobre 2018 a Maglie, la città natale del Presidente della Democrazia Cristiana. Con contributi diversi, il libro di Caligiuri offre un contributo significativo sul piano scientifico e diventa l’occasione per ripercorrere alcuni passaggi cruciali della vita repubblicana, mettendo in risalto come un uomo di stato non possa ignorare la funzione dell’intelligence. Gli interventi di Uricchio, Grassi e Malerba offriranno un contributo di qualità nell’illustrazione dei temi proposti nel volume.