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Intelligence, Enzo Cotroneo al master Unical: «L’Islam va conosciuto evitando i luoghi comuni»

RENDE (CS) – Quando si parla di Islam è necessario «correggere la rotta, individuando e riducendo i luoghi comuni e i pensieri standardizzati della comunicazione internazionale». È quanto ha sostenuto Enzo Cotroneo, del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria durante la lezione tenuta ad Arcavacata al Master in Intelligence diretto da Mario Caligiuri. 

Studiare le tappe della storia dell’Islam per sottolineare le radici del sistema islamico

Nel corso della lezione, Cotroneo ha sostenuto la necessità di capire che l’Islam non è solo una fede ma anche un sistema giuridico e quindi politico ed economico. E proprio in questo modo l’Islam gestisce le popolazioni, inglobando al suo interno un processo religioso totalizzante, tale da orientare centinaia di milioni di persone ormai in tutti i continenti. Cotroneo ha quindi ripercorso le principali tappe della storia dell’Islam per sottolineare le radici del sistema islamico, a partire dalla predicazione del profeta Muhammad e della diffusione dei primi califfati. Sono stati così analizzati i vari Islam vigenti oggi nel mondo, dalla Costa d’Avorio alle isole della Malacca. Dalla geopolitica dell’Islam si è poi passati a questioni più aderenti all’Intelligence, vale a dire come riuscire ad individuare la giusta chiave interpretativa per una corretta analisi delle organizzazioni terroristiche che si richiamano all’Islam: dai mujaheddin afghani degli anni ’80 del secolo scorso fino ad Al Qaeda e all’Isis. Alla parte teorica della lezione hanno poi fatto seguito interessanti verifiche pratiche, caratterizzate dalla visione di video e finalizzate da una parte allo studio delle tecniche di comunicazione audiovisiva e dall’altra all’analisi degli elementi storici, sociali, ed economici dell’Isis.

Le considerazioni di Cotroneo

La lezione di Cotroneo è inserita nell’ambito del modulo delle lezioni del Master in Intelligence denominato “Le minacce planetarie”, che ha già visto le lezioni del geografo Franco Farinelli e dell’esperto di economia cinese Antonio Selvatici. 

«Sono felice di aver visto degli studenti interessati che hanno partecipato in maniera attiva. Quest’occasione di studio e di confronto è stata per loro importante per correggere una terminologia sbagliata e per costruire il proprio punto di vista analitico sulla materia che sicuramente potrà essere loro utile per le loro attività future. L’Intelligence serve a questo: a spogliare i concetti delle informazioni superflue e a costruire scenari in cui si diano risposte», ha concluso Cotroneo.

Franco Farinelli e le contaminazioni fra intelligence e geografia

 
 

RENDE (CS) – Una lezione fuori dall’ordinario quella tenuta nell’ambito del Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Introdotto dal Direttore del Master Mario Caligiuri, è intervenuto Franco Farinelli, Presidente dell’Associazione dei Geografi italiani, professore presso l’Alma mater studiorum di Bologna e nelle più prestigiose università del mondo, da Berkeley negli Stati Uniti alla Sorbona in Francia.

Con chiarezza espositiva e ricchezza di contenuti, Farinelli ha ripercorso le nuove minacce globali e l’importanza delle scienze geografiche quale metodo di incontro e di sintesi delle scienze umane in un processo di conoscenza e di Intelligence.

«Assai spesso si pensa che una mappa sia la copia della Terra senza accorgersi che è vero il contrario: è la Terra che fin dall’inizio ha assunto, per la nostra cultura, la forma di una mappa. Per questo, spazio e tempo hanno guidato il nostro rapporto con il mondo». Da questa affermazione è nato l’ampio ragionamento di Farinelli che – sul modello proposto dai filosofi dell’antichità – ha individuato la geografia quale prima forma concreta del pensiero occidentale. All’inizio si è imposta la cartografia che è però «la riduzione della conoscenza alla descrizione della rappresentazione geografica sulla carta».

Nella geografia, invece, sono stati introdotti non solo i principi fondamentali della cartografia, ma si ampliano e si assimilano le regole della geometria euclidea. In tale quadro, si definisce il ruolo fondamentale dello spazio e del tempo, che per secoli ha accompagnato non solo le scienze geografiche ma che ha fondato la modernità, costruendo il mondo così come lo abbiamo conosciuto. Oggi, ha spiegato il professore, è andato in crisi il sistema fondato sulla interpretazione dei fenomeni.

Farinelli ha richiamato, quindi, la profezia di Immanuel Kant, che insegnava peraltro geografia, il quale ipotizzava il futuro di questa scienza nell’analisi «dello spazio buio della nostra mente». In un continuo rimando alla storia, alla letteratura, ai simboli, ai miti e alla filosofia, oltre che ai modelli tolemaici e ai concetti di spazio, tempo e prospettiva, il docente ha accompagnato gli studenti in un affascinante viaggio alla scoperta del mondo. Per Farinelli «se la geografia è Conoscenza, allora ad essa bisognerebbe ritornare per poter tentare di seguire i fenomeni della globalizzazione che ha scardinato le tradizionali certezze».

A riguardo, ha ricordato la nascita della Rete, nell’estate del 1969 che ha radicalmente trasformato le concezioni di tempo e di spazio, di soggetto e territorio, per ritrovare nel concetto di “Paesaggio” l’elemento unificante che più avvicina alla comprensione della realtà, rappresentando un efficace modello cognitivo. Per il docente infine «se la geografia è la forma originaria del sapere occidentale e per analogia la mente funziona come una carta geografica, forse proprio in questa scienza possiamo rinvenire il seme del pensiero del futuro».

«Intelligence come libera formazione del consenso», Violante all’Unical

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – «L’intelligence oggi nelle democrazie ha una funzione enorme: quella di consentire la libera formazione del consenso, difendendo il principio di verità e svelando la manipolazione dell’informazione». È quanto ha affermato il Presidente emerito della Camera dei Deputati Luciano Violante durante la sua lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria dove è stato introdotto dal Direttore Mario Caligiuri. Violante ha svolto un’articolata analisi storica relativa alle due leggi che hanno regolamentato il settore, quella del 1977 e la riforma del 2007, che lo hanno visto entrambe come protagonista. Nel primo caso per avere eccepito, da magistrato a Torino, l’eccezione di costituzionalità e il conflitto di attribuzioni in relazione all’opposizione del segreto di Stato in occasione del procedimento giudiziario che vide coinvolti tra gli altri Randolfo Pacciardi ed Edgardo Sogno. La vicenda comportò poi un pronunciamento della Corte Costituzionale nel 1977 che aprì la strada nello stesso anno alla prima regolamentazione dei Servizi. Dopo trenta anni, fu ancora Violante il relatore della legge di riforma, che ha regolamentato in modo diverso le responsabilità e i compiti degli organismi di intelligence, prevedendo anche le garanzie funzionali e definendo tempi e modalità sul segreto di Stato. Secondo Violante in questi quarant’anni si è passati da un clima di “sfiducia preventiva” a una più ampia condivisione della funzione dei Servizi da parte dell’opinione pubblica. «In definitiva – ha sostenuto – l’intelligence deve fornire le informazioni adeguate a chi decide nell’interesse della collettività». Ha quindi ipotizzato che la prossima riforma del settore potrebbe riguardare il coordinamento delle politiche di sicurezza europea che però sarà estremamente difficile fino a quando non si realizzerà una comune politica estera e della difesa. Violante ha infine risposto per quasi due ore alle numerose domande degli studenti.

Ripartono all’Unical le lezioni del Master in Intelligence

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Riprendono le lezioni del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, il primo ad essere attivato in un ateneo pubblico italiano nel 2007. Domani sabato 13 gennaio, presso l’Aula “Caldora” dalle 8.30 alle 17.30, verrà affrontato il tema “Intelligence, diritto e Costituzione” con lezioni tenute dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre, dal Questore della Camera dei Deputati Stefano Dambruoso e dal Presidente Emerito della Camera dei Deputati Luciano Violante. In particolare Baldassarre si soffermerà sul rapporto intelligence, sicurezza e Costituzione; Dambruoso sul contrasto al terrorismo islamico e alle conseguenti politiche di deradicalizzazione; Violante della legislazione italiana sui Servizi di informazione e sicurezza. I relatori verranno salutati dal Rettore dell’Ateneo Gino Crisci e introdotti dal Direttore del Master Mario Caligiuri.

Intelligence, discusse le tesi della VI edizione del master Unical

RENDE (CS) – Dal cyberspazio negli equilibri globali alla radicalizzazione in carcere, dalle politiche linguistiche per i richiedenti asilo alla guerra economica attraverso le informazioni, dalle relazioni profonde tra sport e intelligence al rapporto necessario tra intelligence e turismo, dall’intelligence del Terzo Millennio alla necessità di ridefinire legislativamente la privacy, dal ruolo decisivo dell’Intelligenza artificiale nel nuovo ordine mondiale all’utilizzo dei social media per contrastare i movimenti islamici. Sono questi i temi che sono stati discussi nelle tesi del Master in Intelligence nell’aula “Caldora” dell’Università della Calabria di Rende. La Commissione era composta dal Comitato Scientifico del Master Mario Caligiuri, Alberto Ventura e Luciano Romito, oltre a Domenico Talia che è stato relatore di alcuni lavori.

Aumentano gli studi in Intelligence

Il direttore del Master Mario Caligiuri ha evidenziato che tutti i temi trattati hanno messo in evidenza le qualità e l’approfondimento scientifico dei singoli partecipanti. «Le tesi – ha sostenuto – sono state originali, innovative e interessanti e verranno inviate alla Scuola del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza che ogni anno valuta le migliori ricerche accademiche». «I lavori – ha proseguito – sono il risultato degli stimoli delle lezioni e del confronto costante con i docenti e i componenti del comitato a scientifico. Caligiuri ha altresì evidenziato che le sintesi delle varie ricerche confluiranno in un volume che verrà pubblicato nella collana del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria edita da Rubbettino. «La lettura dei lavori – ha ribadito Caligiuri – può rappresentare uno spaccato significativo per capire dove si stanno orientando oggi gli studi sull’intelligence». «Avere ascoltato durante la giornata – ha concluso – l’esposizione delle tesi ha rappresentato di fatto la sintesi di un vero e proprio corso di laurea in intelligence, confermando l’approccio multidisciplinare e l’importanza di approfondire questi studi a livello scientifico nell’interesse della sicurezza dello Stato e dei cittadini».

Tra gli studiosi anche una redattrice di Ottoetrenta.it 

Fra le tesi discusse c’era anche quella della nostra redattrice Andreina Morrone, cronista sportiva, che ha conseguito il titolo con l’elaborato finale dal titolo “Sport e Intelligence. Dalla diplomazia agli Analytics“. Il lavoro, volto ad evidenziare lo stretto legame passato e presente fra sport e intelligence, si conclude con il capitolo sui recenti studi sull’analisi dei dati nel mondo dello sport in generale, e del calcio in particolare. La tesi, nella sua appendice più pratica, si avvale anche della collaborazione del Rende Calcio 1968 srl. Insieme alla dott.ssa Morrone, hanno conseguito il titolo nella seduta del 22 dicembre anche i dottori Luigi Barberio, Christian Costantino, Valentina Cuzzocrea, Carmelo Idà, Giuseppe Naccarato, Antonio Sapio, Alessandra Speranza, Giuseppe Torchia, Antonello Troya.

In corso la settima edizione del master

La settima edizione del Master in Intelligence è iniziata lo scorso 2 dicembre con una lectio magistralis di Derrick De Kerckhove che ha trattato il tema “Intelligence e intelligenza artificiale”. Le lezioni riprenderanno il 13 gennaio per concludersi il 5 maggio 2018.

Foto: Shian M. Cuzzocrea

L’Intelligence nella difesa della sicurezza nazionale, Caligiuri a Paestum

PAESTUM (SA) – «L’attività di intelligence e la tutela dei beni culturali trovano il loro punto di incontro nella difesa della sicurezza nazionale». È quanto ha dichiarato il Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria Mario Caligiuri, intervenendo a Paestum al convegno “La tutela del patrimonio culturale, la difesa dell’arte e il ruolo dell’intelligence”, che ha rappresentato l’evento conclusivo della XX edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico organizzata da Ugo Picarelli.  Caligiuri è intervenuto insieme a Tsao Cevoli direttore del Master in Archeologia Giudiziaria del Centro Studi Criminologici di Viterbo, Stefano De Caro direttore generale dell’Iccrom, Paolo Matthiae Archeologo e Direttore della Missione archeologica in Siria dell’Università “La Sapienza” di Roma, Rossella Muroni presidente di Legambiente e  Fabrizio Parrulli comandante del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri. Caligiuri ha iniziato il suo intervento partendo dalle definizioni di beni e attività culturali e di intelligence, evidenziando i vari ambiti dove questi si incrociano. Quello più ovvio – ha spiegato – è rappresentato dalle  azioni delle organizzazioni terroristiche e criminali, che utilizzano i proventi del traffico illecito dei beni culturali come fonte di finanziamento delle proprie attività; forme di riciclaggio ed evasione fiscale;  iniziative di investimento, che riguardano anche lo sfruttamento del paesaggio attraverso i parchi eolici. Ha poi ricordato che L’uso politico dell’arte e della cultura è stato evidente anche durante la guerra fredda quando CIA e KGB sostenevano secondo le loro ideologie diverse iniziative, dal cinema all’arte contemporanea. La tutela dei beni culturali, ha poi evidenziato Caligiuri, è un’emergenza internazionale tanto che sono stati costituiti i “caschi blu della cultura” su proposta dell’Italia sotto l’egida dell’ONU e con l’Arma dei Carabinieri in primo piano. Ha quindi illustrato  che le guerre del XXI secolo saranno economiche e culturali, prevalentemente combattute attraverso il web e a base di informazioni. La cultura ha sottolineato Caligiuri rappresenta l’identità di un popolo, per cui vanno considerati nella giusta prospettiva il fenomeno dell’immigrazione e la strategia cinese della nuova  via della seta. Ha poi precisato che la raccolta, l’utilizzo e lo scambio delle informazioni attraverso i beni culturali si possono sviluppare attraverso diverse direzioni: dal recupero delle opere d’arte alle attività di formazione e assistenza. Tutto ciò potrebbe consentire un punto di partenza per acquisire fonti informative in zone di conflitto coltivandole poi in tutte le direzioni. Caligiuri ha infine evidenziato il bisogno quindi di formazione mirata sull’Intelligence verso il settore, evidenziando che la disciplina dovrebbe essere riconosciuta  e insegnata nelle scuole. Ha però anche evidenziato, nel contempo, che l’insegnamento dell’educazione artistica nelle scuole è stata ridotta al lumicino ma ancora più importante è l’educazione di base che consente di apprezzare la cultura e le opere d’arte. In definitiva, ha concluso, la formazione sull’Intelligence consente di distinguere la realtà dalla perfezione della realtà condizionata dai media che hanno dato vita – ha concluso – a una vera e propria società della disinformazione.

“Intelligence e Magistratura”, Caligiuri all’Emporium Café di Rossano

ROSSANO (26.10.2017) – Oggi pomeriggio alle ore 18, all’Emporium Cafè, appuntamento con il secondo Caffè letterario dell’Associazione. L’incontro culturale si terrà nella splendida location del neonato Emporium Cafè, sito in  Piazza Duomo, nel cuore del centro storico bizantino.  Ad essere presentato, questa volta è l’ultimo libro del poliedrico Mario Caligiuri “INTELLIGENCE E MAGISTRATURA.  Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria”, edito da Rubbettino cia prefazione di Carlo Mosca.
Cornice accogliente e sempre più rodata l’Emporium cafè. Concept e atmosfera suggestiva realizzata da Rossano Purpurea, l’associazione che ha voluto fortemente la nascita del caffè letterario.
EMPORIUM CAFE’: OSPITI E INTERVENTI
A partecipare al Caffè letterario e discutere con l’autore domani 26 ottobre saranno il Sindaco della Città di Rossano, Stefano Mascaro; Vincenzo Luberto, Magistrato presso la Procura distrettuale di Catanzaro; Letizia Benigno, Magistrato presso il Tribunale di Castrovillari e Angelo Antonio Genise, Docente della sezione internazionale della Scuola Superiore della Magistratura. Per l’Associazione Rossano purpurea interverrà l’avvocato Caterina Celestino, che ha curato e organizzato l’evento con la responsabile artistico-culturale dell’Associazione, Francesca Sapia, che coordinerà la tavola rotonda dalle ore 18.
EMPORIUM CAFE’: MARIO CALIGIURI
Caligiuri è docente di prima fascia dell’Unical, dove ha dal 2007 promosso, con Francesco Cossiga, e da allora dirige, il Master in Intelligence; è stato tra i primi a introdurre lo studio scientifico dell’intelligence negli atenei italiani e, dopo aver teorizzato, nelle sue precedenti pubblicazioni, lo statuto della intelligence come disciplina accademica per il XXI secolo, all’interno delle Scienze umane, e indagato sul difficile conflitto tra libertà e sicurezza, in Cyber Intelligence, ecco che ora si sofferma sul ruolo e l’importanza dell’intelligence sia in quanto strumento difensivo utile a sventare attentati alla vita democratica di un paese o, ancora peggio, attentati terroristici tout-court, sia come importante strumento conoscitivo e di vantaggio economico competitivo.
L’autore ripercorre, con un linguaggio chiaro adatto anche ai non addetti ai lavori, le tappe del rapporto tra i servizi e la magistratura. “Rapporti per la verità”, osserva Caligiuri, “non sempre facili anche per via del diverso approccio alla soluzione dei problemi. Laddove infatti per la magistratura è fondamentale la pubblicità degli atti, per l’intelligence è cruciale la riservatezza. Questo ha fatto sì che si creasse una diffidenza reciproca che ha portato spesso l’intelligence ad essere vista dalla magistratura come un’attività potenzialmente illegittima ed eversiva, il classico lato oscuro del potere.”
EMPORIUM CAFE’, CALIGIURI: INTELLIGENCE, ATTIVITA’ SEMPRE PIU’ NECESSARIA
Dalle pagine del suo libro emerge, invece, come l’intelligence sia un’attività necessaria più che mai, specie in una società come la nostra che vive in una perenne tempesta di informazioni. L’intelligence diventa strumento per interpretare la realtà di fronte alla possibile manipolazione della stessa attraverso il dominio dell’informazione. E per svolgere al meglio questo suo compito essa necessita sempre più delle scienze umane. Proprio di quelle discipline che molti oggi, in un mondo dominato dalla tecnica, considerano un feticcio da biblioteca o da museo.

Mario Caligiuri e Andrea Sberze e il libro sul tema dell’intelligence

VIBO VALENTIA – Così come la parola terrorismo è entrata a far parte, in maniera forte, del vocabolario quotidiano dopo la strage dell’undici settembre, così quella che si rifà al termine “intelligence” porta la data del 7 gennaio 2015. Quel giorno nel cuore della Francia, precisamente a Parigi, fu colpita la sede del giornale Charlie Hebdo. I giornali ripetono costantemente nei propri articoli questi due termini, stessa cosa dicasi nei notiziari mandati in onda sulle varie emittenti televisive. 

UN LIBRO A QUATTRO MANI

Di questo se n’è discusso al Festival Leggere&Scrivere 2017 in occasione della presentazione, in anteprima nazionale, del libro di Mario Caligiuri e Andrea Sberze Il pericolo viene dal mare. Intelligence e portualità”. Il testo è stato appena editato da Rubbettino con la prefazione di curata da Lucio Caracciolo. Secondo gli autori il ruolo dell’intelligence si intrccia con la questione sicurezza via mare. Queste le parole dei due scrittori. «Circa l’80% dei flussi commerciali globali si svolge via mare con procedure molto complesse. La movimentazione della merce su una scala così larga può essere sfruttata dalla criminalità e dal terrorismo. Tutto questo rende vulnerabili le infrastrutture portuali e agevolando l’economia e i traffici illeciti».

Il fenomeno relativo all’intelligence, sino a poco tempo fa definito argomento di nicchia, quindi per pochi, oggi la sua percezione sociale si è completamente trasformata. «Esso rappresenta uno strumento – dichiarano Caliguri e Sberze – che consente a tutti, cittadini, imprese e Stati, di comprendere la realtà e ricomporre il sapere. Il fatto che un tema come questo abbia risalto anche all’interno di un festival della letteratura è emblematico della trasformata percezione sociale. Tutto ciò si evince dalla necessità di questo strumento, che rappresenta un autentico investimento culturale. Potrebbe essere presto studiato nelle scuole e nelle università italiane, così come già avviene da tempo in tanti altri Paesi del mondo».

Intelligence, il sottosegretario Ferri ha concluso l’Università d’estate

SOVERIA MANNELLI (CZ) – È stato il sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Ferri a concludere l’università d’estate sull’Intelligence svolta per tre giorni a Soveria Mannelli presso la biblioteca “Michele Caligiuri”. Introdotto dal Sindaco della Città Leonardo Sirianni e dal Direttore dell’Università d’Estate Mario Caligiuri insieme al Rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci e dal Direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’ateneo calabrese Roberto Guarasci, l’esponente del Governo ha svolto un’ampia lezione molto apprezzata da studenti provenienti da tutta l’Italia durante la quale ha evidenziato che lo studio dell’intelligence nelle università è un’idea vincente e che anche la magistratura dovrebbe aumentare la formazione su questo tema. Inoltre ha sottolineato le diverse attuali declinazioni della sicurezza che è non solo ordine pubblico ma anche tutela del benessere economico e patrimonio partecipato dei cittadini. Ha poi ribadito che la legge di riforma del settore del 2007 ha meglio definito il rapporto tra intelligence e magistratura, che occorre costantemente alimentare. Nella sua introduzione il Rettore Gino Crisci ha ribadito che occorre avere il coraggio dell’innovazione per superare il conservatorismo delle università italiane, ricordando il primato nazionale dell’ateneo di Arcavacata negli studi sull’Intelligence. Per il Direttore Roberto Guarasci una delle sfide principali delle università è di trasmettere in modo trasversale la conoscenza. A fine manifestazione, Mario Caligiuri ha definito la prima l’Università d’estate sull’Intelligence promossa in Italia “un investimento culturale”, dando appuntamento al prossimo anno per la seconda edizione. La lezione di Cosimo Ferri, terminata con il consueto dibattito con gli studenti, è seguita a quelle svolte nei giorni precedenti dai componenti del Comitato Parlamentare di Controllo per la Sicurezza della Repubblica Giuseppe Esposito e Angelo Tofalo (“l’intelligence rappresenta la stazione meteorologica di questo tempo e l’anima del Paese”) e da Antonio Selvatici dell’Università Torvergata e Giuseppe Rao della Presidenza del Consiglio dei Ministri (“la via della seta” è una strategia economica, politica e culturale della Cina che potrebbe influenzare in modo decisivo il futuro del pianeta”). Co-Direttore dell’Università d’Estate sull’Intelligence è stato Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School, mentre il comitato scientifico era composto dal Segretario Generale della CRUI e Rettore dell’Università di Udine Alberto De Toni, dal Direttore di “Limes” Lucio Caracciolo, dal Direttore del Centro Studi Americani Paolo Messa, dal professore emerito dell’Università di Firenze Umberto Gori, dal responsabile della sicurezza dell’ENI Alfio Rapisarda, dal Direttore del Laboratorio del Mediterraneo Islamico dell’Università della Calabria Alberto Ventura e dal Direttore del Laboratorio di Fonetica dell’Università della Calabria Luciano Romito. Il Master in Intelligence e la Fondazione “Italia Domani” hanno organizzato la manifestazione con la collaborazione della Rubbettino Editore e dell’associazione “Fiore di Lino”. Radio Radicale ha seguito e documentato le lezioni, insieme a Liberi.tv e al sito del Centro Studi sull’Intelligence dell’ateneo calabrese intelligencelab.org.

Intelligence, oggi giornata conclusiva della Summer school a Soveria con il sottosegretario Ferri

SOVERIA MANNELLI (CZ) – Sarà il sottosegretario di Stato alla Giustizia Cosimo Ferri a concludere stasera alle18 a Soveria Mannelli presso la Biblioteca “Michele Caligiuri” la prima università d’estate sull’Intelligence avviata giovedì scorso a Soveria Mannelli. Il rappresentante del governo interverrà su “Intelligence e magistratura: la collaborazione necessaria”. Ferri verrà presentato dal Sindaco della Città Leonardo Sirianni e dal Direttore dell’Università d’Estate Mario Caligiuri insieme al Rettore dell’Università della Calabria Gino Crisci e dal Direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione dell’ateneo calabrese Roberto Guarasci. Co-Direttore dell’Università d’Estate sull’Intelligence è Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School, mentre il comitato scientifico è composto dal Segretario Generale della CRUI e Rettore dell’Università di Udine Alberto De Toni, dal Direttore di “Limes” Lucio Caracciolo, dal Direttore del Centro Studi Americani Paolo Messa, dal professore emerito dell’Università di Firenze Umberto Gori, dal responsabile della sicurezza dell’ENI Alfio Rapisarda, dal Direttore del Laboratorio del Mediterraneo Islamico dell’Università della Calabria Alberto Ventura e dal Direttore del Laboratorio di Fonetica dell’Università della Calabria Luciano Romito. Il Master in Intelligence e la Fondazione “Italia Domani” hanno organizzato la manifestazione con la collaborazione della Rubbettino Editore e dell’associazione “Fiore di Lino”.