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Caporalato, controlli nel reggino, scoperti lavoratori irregolari

REGGIO CALABRIA –  Alcune aziende agricole di Oppido Mamertina, San Ferdinando, Rosarno e Terranova Sappo Minulio, sono state controllate da personale interforze nell’ambito dei servizi di contrasto al caporalato organizzati, su indicazione del prefetto Michele di Bari, dalla Questura di Reggio Calabria. Gli investigatori hanno proceduto ad una preliminare attività di osservazione e pedinamento dei furgoni con a bordo i cittadini extracomunitari diretti nelle campagne.

controllate le ditte proprietarie dei terreni.

In tre delle quattro aziende, è stata accertata la presenza di 8 lavoratori, sia italiani che extracomunitari, che svolgevano attività senza regolare contratto. Ai titolari delle tre aziende sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo pari a oltre 90.000 euro. Complessivamente, dal 2015 sono state controllate 897 aziende e elevate sanzioni amministrative per tre milioni e 822.187 euro per la violazioni della normativa sul lavoro e denunciate 88 persone.

Fonte e foto Ansa

Ventuno lavoratori irregolari scoperti nel cosentino

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Eseguiti nella sibaritide numerosi controlli a contrasto del fenomeno del “lavoro nero” rilevando la presenza di 21 lavoratori irregolari. Diversificate le attività interessate da lavoro irregolare che vanno dalla ristorazione alla vendita al minuto e all’edilizia.

L’attività si inserisce nell’ambito di un piano d’interventi promosso e coordinato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza finalizzati a tutelare gli operatori economici corretti dalla concorrenza sleale esercitata dalle imprese che non rispettano le regole e si avvalgono di lavoratori dipendenti assunti in nero o comunque in modo irregolare. Le violazioni riscontrate sono state oggetto di verbalizzazione al fine di applicare le sanzioni previste dall’art. 3 del D.L. 12/2002, il quale, alla luce delle modifiche introdotte dal D.lgs. 151/2015 attuativo del Jobs Act, stabilisce che in caso di impiego di lavoratori senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro, si applica una sanzione amministrativa che va da 1.500,00 euro a 9.000,00 euro per ciascun lavoratore irregolare che non abbia superato, però, i 30 giorni di effettivo lavoro. Nel caso in cui i lavoratori irregolari siano stati impiegati da più di 60 giorni effettivi di lavoro le sanzioni possono arrivare fino a 36.000 euro per ciascun lavoratore.

Vengono quindi sviluppate indagini al fine di ricostruire la posizione complessiva del singolo lavoratore con riferimento sia al periodo lavorativo svolto che alla corrispondenza delle retribuzioni percepite rispetto alle norme stabilite dai contratti collettivi.

Le aziende irregolari controllate sono state “diffidate”, così come previsto dall’art. 13 del D. Lgs. 124 del 2004, alla regolarizzazione delle inosservanze riscontrate, entro i previsti termini e i lavoratori riconducibili a tali imprese dovranno essere assunti – come previsto da tale normativa – per almeno 3 mesi. Le norme in materia di regolarità del rapporto di lavoro sono molto severe e contrastano l’utilizzo di lavoratori “alla giornata” sprovvisti di un rapporto di lavoro, irregolarmente pagati ed esposti a possibili rischi di incolumità fisica nei luoghi di lavoro.

Fiamme Gialle, scoperti nel cosentino 24 lavoratori irregolari

SCALEA (CS) – Scoperti dalla Guardia di Finanza di Scalea 24 lavoratori irregolari in quanto impiegati in
parte in “nero” ed in parte attraverso l’utilizzo improprio di contratti di appalto di servizi. Coinvolte due società calabresi che si erano accordate al fine di impiegare manodopera attraverso la stipula un apparente contratto di appalto di servizi che, tuttavia, nascondeva una effettiva somministrazione di lavoro. I lavoratori, seppur formalmente assunti da una società di Lamezia Terme, prestavano di fatto irregolare attività lavorativa presso un’altra società dell’Alto Tirreno cosentino, in forza della sottoscrizione di un “appalto di servizi”: forma contrattuale molto diffusa tra le aziende in quanto consente di snellire le incombenze burocratiche legate all’assunzione e di fruire, al contempo, della prestazione lavorativa del dipendente. Se, però, da un lato questa procedura presenta evidenti vantaggi per l’azienda che usufruisce della manodopera, dall’altro può prestare il fianco ad abusi a danno dei lavoratori, quali: il mancato rispetto del minimo salariale, della normativa in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavori, la mercificazione della prestazione lavorativa, etc., a causa della separazione tra la titolarità formale del rapporto di lavoro e l’effettiva fruizione della prestazione. Ed è proprio finalizzata a garantire la massima tutela dei lavoratori ed evitare eventuali usi distorti della particolare forma contrattuale la previsione del legislatore di richiedere espressamente che gli appalti di servizi non si riducano alla mera somministrazione di manodopera, ma prevedano un’opera compiuta, un servizio complesso, mediante l’impiego di organizzazione, mezzi e strumenti di proprietà dell’appaltatore; per cui, qualora il cedente la manodopera si limiti a conferire la mera prestazione lavorativa dei suoi dipendenti si è in presenza di una mera somministrazione di lavoro che deve essere autorizzata attraverso l’iscrizione della società ad apposito albo detenuto presso il Ministero del Lavoro. L’azione ispettiva sviluppata dalla Fiamme Gialle ha consentito di fare emergere chiaramente la non corrispondenza della forma contrattuale sottoscritta alle caratteristiche previste dalla legge, rivelandosi un caso di somministrazione di lavoro compiuta in maniera abusiva in quanto la società, non essendo iscritta presso l’albo ministeriale, non offriva le dovute garanzie di tutela ai lavoratori.

I Finanzieri hanno quindi proceduto alla contestazione nei confronti di entrambe le società
responsabili delle sanzioni amministrative per € 145.000. Il rispetto delle norme in materia di regolarità del rapporto di lavoro è oggetto di un costante controllo da parte delle Fiamme Gialle, al fine di contrastare la diffusione dell’illegalità e garantire, agli imprenditori e ai datori di lavoro onesti, forme di equità sociale.

Lavoro nero, scoperti a Tropea 17 “irregolari”

VIBO VALENTIA – La Tenenza della Guardia di Finanza di Tropea, sotto la direzione del Comando Provinciale di Vibo Valentia, nell’ambito dei servizi istituzionali mirati a fronteggiare il fenomeno del lavoro irregolare e/o in nero nel settore delle costruzioni, ha effettuato numerosi accessi e controlli sui cantieri edili per l’esecuzione di interventi di manutenzione o realizzazione di fabbricati ubicati nel territorio del Comune di Tropea e nelle località limitrofe. La campagna di controlli è stata preceduta da un’attività di acquisizione di dati presso gli Enti competenti al rilascio di autorizzazioni o permessi in ambito edilizio, finalizzata alla individuazione mirata dei soggetti da sottoporre a controllo sulla base di una specifica analisi degli indici di “rischio”. I riscontri operativi hanno messo in evidenza una rilevante mole di “sommerso di lavoro”, che tende ad accentuarsi durante la stagione estiva. I controlli, che hanno interessato circa 10 cantieri edili, di cui due in Tropea, hanno portato alla scoperta di circa 20 lavoratori in nero ed all’irrogazione, nei confronti delle imprese edili che li hanno utilizzati, di sanzioni amministrative sino a 51 mila euro. Molti dei cantieri ispezionati erano stati allestiti per la realizzazione di strutture di accoglienza ricettiva a conduzione familiare (“Bed and Breakfast”). L’attività, finalizzata a prevenire e reprimere l’impiego di manodopera in nero (spesso senza adeguate garanzie per la sicurezza dei lavoratori) alla quale fanno ricorso imprese che, abbattendo i costi del personale, di fatto, falsano la leale concorrenza di mercato, danneggiando anche i numerosi imprenditori che operano nell’osservanza della normativa di settore, continua senza sosta.

Operai “alla giornata” e senza tutele, diffidata un’impresa di costruzioni

AMANTEA (CS) – Dopo una serie di sopralluoghi sono scattate le ispezioni da parte dei finanziari di Paola e Amantea nei confronti di un’azienda di costruzioni. In totale 16 gli operai irregolari, sprovvisti di documentazione obbligatoria e utilizzati dunque “in nero”. Per gli operai, che prestavano la loro opera “alla giornata”, non era infatti stata trasmessa da parte dell’azienda alcuna comunicazione preventiva di instaurazione del rapporto di lavoro previsto dalla legge.  La società è stata diffidata a regolarizzazione le inosservanze entro i termini previsti: i lavoratori dovranno essere assunti per almeno 3 mesi.

Operai in “nero”, scoperti nel cosentino undici lavoratori irregolari

COSENZA – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza, nel corso delle ordinarie attività di controllo economico – finanziario del territorio, ha scoperto presso un cantiere e presso i locali utilizzati da una società che si occupa di trasporto merci, la presenza di operai non risultanti da alcuna documentazione obbligatoria prevista ai fini del loro impiego. I controlli delle Fiamme Gialle sono stati effettuati in una località dell’Alto Tirreno cosentino ove i militari della Guardia di Finanza, accedendo con i loro poteri ispettivi presso la sede di due società individuate mediante precedenti
sopralluoghi, hanno scoperto 11 lavoratori impiegati completamente “in nero” da 2 imprese che non avevano provveduto ad alcuna preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. Dopo l’accesso presso cantieri e i locali societari, le violazioni riscontrate sono state oggetto di verbalizzazione al fine di applicare le sanzioni previste dall’art.
3 del D.L. 12/2002 il quale, alla luce delle modifiche introdotte dal D.lgs. 151/2015 attuativo del Jobs Act, stabilisce che in caso di impiego di lavoratori senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro, si applica una sanzione amministrativa che va da 1.500 euro a 9.000 euro per ciascun lavoratore irregolare che non abbia superato, però, i 30 giorni di effettivo lavoro. Le sanzioni, invece, possono arrivare fino a 36.000 euro per ciascun lavoratore, se impiegato per oltre 60 giorni di effettivo lavoro. Le società controllate, inoltre, sono state “diffidate”, così come previsto dall’art.13 del D.Lgs. 124 del 2004, alla regolarizzazione delle inosservanze riscontrate, entro i previsti termini e i lavoratori riconducibili a tali imprese dovranno essere assunti per almeno 3 mesi.
Le norme in materia di regolarità del rapporto di lavoro sono molto severe e contrastano l’utilizzo di operai “alla giornata” sprovvisti di un rapporto di lavoro, che vengono spesso sfruttati e mal pagati. Per tali motivi, il rispetto della disciplina in materia di regolarità del rapporto di lavoro è oggetto di un costante controllo da parte delle Fiamme Gialle al fine di contrastare la diffusione dell’illegalità fiscale e garantire, agli imprenditori e ai datori di lavoro onesti, forme di equità sociale

Vibo, scoperti 14 lavoratori in nero. Venivano pagati due euro l’ora.

GUARDIA DI FINANZA AUTOVIBO VALENTIA – A seguito di un controllo effettuato dai militari della guardia di finanza di Vibo Valentia, sono stati scoperti quattordici lavoratori irregolari, privi di qualsiasi copertura assicurativa e previdenziale, impiegati all’interno di un esercizio commerciale di notevoli dimensioni ubicato presso la zona industriale. Ai lavoratori, che osservavano turni di circa sessanta ore settimanali, veniva corrisposta una retribuzione di due euro l’ora. Il titolare dell’attività commerciale è di nazionalità estera. Le fiamme gialle hanno incontrato notevoli difficoltà nell’individuare i lavoratori poiché, durante i controlli, per dissimulare il loro status di addetti all’esercizio, gli impiegati si vestivano e si comportavano come normali clienti. Si è dunque resa necessaria un’attenta osservazione da parte dei finanzieri. I dipendenti in nero sono sia italiani che extracomunitari. A carico del titolare dell’attività commerciale sono state elevate sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di circa cinquantamila euro. Il servizio si inquadra nella costante azione di contrasto al fenomeno del lavoro nero svolta dalla Guardia di Finanza, finalizzata, da un lato, a garantire il recupero delle imposte e dei contributi evasi e, dall’altro, a tutelare la manodopera regolare e la leale concorrenza tra imprese.