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Inflazione in Italia: Catanzaro è fra i capoluoghi di regione con meno rincari

CATANZARO  – L’Istat ha reso noti oggi i dati dell’inflazione relativi al mese di maggio delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita. In testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care – spiega l’associazione – Bolzano dove l’inflazione annua, pari a +9,1%, la più alta d’Italia, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua equivalente, in media, a 2419 euro. Al secondo posto Trento, dove il rialzo dei prezzi del 9% determina un incremento di spesa pari a 2355 euro per una famiglia media. Sul gradino più basso del podio Bologna, dove il +7,9 genera una spesa supplementare pari a 1971 euro annui per una famiglia tipo. Al quarto posto Brescia (+7,3%, +1925 euro), poi Verona (+8,1%, 1885 euro) e in sesta posizione Milano (+6,8%, +1846 euro).

 Chiudono la top ten due città siciliane: Palermo e Catania, entrambe a +8,8%, pari a 1747 euro.La città più virtuosa è Campobasso, con un’inflazione del 5,8% e una spesa aggiuntiva per una famiglia tipo pari a “solo” 1062 euro. Seguono Ancona (+5,6%, +1113 euro) e Catanzaro (+6,2%, +1158 euro). In testa alla classifica delle regioni più costose, con un’inflazione annua a +9%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 2339 euro su base annua. Segue la Lombardia, dove la crescita dei prezzi del 6,6% implica un’impennata del costo della vita pari a 1715 euro, terza l’Emilia Romagna, +7%, con un rincaro annuo di 1665 euro.La regione più risparmiosa è il Molise, +5,8%, pari a 1062 euro, seguite da Puglia (+7,2%, +1166 euro) e Marche (+6%, +1170 euro). 

Prefettura di Cosenza e Istat, Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni

COSENZA – Al via, già dallo scorso mese di ottobre, le operazioni di rilevazione dell’indagine del Censimento Permanente della Popolazione e delle Abitazioni, effettuate dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), in sinergia e collaborazione con tutte le Prefetture e i circa 3.000 Comuni campione sparsi sul territorio nazionale.

Il nuovo Censimento permanente è in grado di restituire informazioni, sempre aggiornate e con forte dettaglio territoriale, rappresentative di tutta la popolazione, grazie all’integrazione dei dati raccolti attraverso due rilevazioni con quelli provenienti da altre fonti amministrative.

Il Censimento permanente non coinvolge più, quindi, tutte le famiglie nello stesso momento, come accadeva nel censimento di tipo tradizionale, ma annualmente solo un campione di esse. I principali vantaggi introdotti dal nuovo disegno censuario sono un forte contenimento dei costi della rilevazione e una riduzione del disturbo a carico delle famiglie.

La preziosa collaborazione di queste famiglie, assicurando la buona riuscita della rilevazione, arricchisce il patrimonio comune di dati statistici utili alla collettività.

Per l’indagine relativa al 2019, nella provincia di Cosenza poco più di 10.300 famiglie (nel capoluogo e in altri 42 comuni campione) hanno ricevuto la lettera di partecipazione al Censimento, inviata loro dal Presidente dell’Istat, contenente anche le credenziali per compilare autonomamente on line il questionario tramite l’apposito portale https://raccoltadati.istat.it/questionario

Per ricevere ulteriori informazioni e/o per richiedere assistenza, anche in caso di difficoltà o impossibilità a utilizzare la compilazione on line, le famiglie possono:
– contattare il numero verde Istat 800 188 802  (attivo tutti i giorni, fino al 20 Dicembre 2019, dalle ore 9:00 alle 21:00);

– consultare il sito web https://www.istat.it/it/censimenti-permanenti/popolazione-e-abitazioni;

– oppure rivolgersi al Centro Comunale di Rilevazione (CCR), istituito presso l’Ufficio Censimento (UCC) del proprio comune, dove possono essere assistite nella compilazione on line da operatori qualificati, tramite apposita postazione. I riferimenti del CCR (indirizzo, numero di telefono, orari di apertura) possono essere reperiti tramite il numero verde oppure consultando il sito web.

Fino a oggi, in provincia di Cosenza hanno già collaborato positivamente, compilando il questionario dell’indagine  (direttamente o tramite assistenza dell’UCC), circa 5.500 famiglie campione.

Le famiglie che non hanno ancora partecipato alla rilevazione, non essendo nelle condizioni di compilare da sole il questionario on line e/o non avendo la possibilità di recarsi presso il CCR, dall’8 novembre scorso stanno ricevendo la visita a domicilio di un rilevatore inviato dall’UCC, fornito di apposito cartellino di riconoscimento, che effettua l’intervista tramite tablet.

Il termine per compilare il questionario on line – autonomamente o presso la postazione internet messa a disposizione dal CCR – scadrà il prossimo 13 dicembre.

A partire dal 14 dicembre e fino al 20 dicembre 2019 sarà possibile eseguire la compilazione esclusivamente tramite intervista con rilevatore, a domicilio o presso il CCR.

La partecipazione al Censimento permanente è un obbligo di legge, come sancito dal DPR 20 maggio 2019 di approvazione del Programma statistico nazionale 2017-2019 – Aggiornamento 2018-2019 e dell’allegato elenco delle indagini che comportano l’obbligo di risposta per i privati.

Pertanto, in caso di violazione dell’obbligo di risposta, è prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria, ai sensi degli artt. 7 e 11 del decreto legislativo n. 322/1989 e del medesimo DPR 20 maggio 2019.

Tutte le informazioni raccolte attraverso il Censimento sono trattate nel rispetto della normativa in materia di tutela del segreto statistico e di protezione dei dati personali (art. 9 D.lgs. n. 322/1989/ Reg. UE 2016/679 e D.lgs 196/2003), e, pertanto, non sarà possibile risalire ai soggetti cui si riferiscono in quanto i risultati saranno diffusi in forma aggregata.

L’ISTAT promuove Cosenza, «città sempre più turistica e accogliente»

COSENZA – «Le rilevazioni ISTAT su arrivi e pernottamenti nelle strutture alberghiere dell’area urbana confermano l’interesse e l’apprezzamento che l’offerta della città di Cosenza vanta ormai nel variegato e competitivo segmento della domanda del week end turistico». Il sindaco Mario Occhiuto e l’assessore al Turismo Rosaria Succurro esprimono la propria soddisfazione di fronte al sorprendente dato che vede addirittura una crescita di oltre 109mila presenze alberghiere nell’area urbana di Cosenza nel 2016 rispetto alle rilevazioni del 2015.

I DATI ISTAT E LA DESTINATION COSENZA

Secondo i dati ISTAT, infatti, nel comprensorio Cosenza-Rende si è passati dalle 223.981 presenze del 2015 alle 332.204 del 2016 con un saldo positivo pari a 109.000 presenze. Un nuovo enorme bacino di domanda alberghiera,  di consumi turistici e di servizi di accoglienza. La destination Cosenza tra eventi, manifestazioni culturali e percorsi enogastronomici conferma, insomma, l’intuizione dell’azione amministrativa del Comune di Cosenza:  un’offerta turistica di qualità riesce sempre a creare una domanda e soprattutto a consolidare una reputazione nelle scelte di   consumo anche in momenti di raffreddamento congiunturale della spesa turistica. Al dato complessivo di arrivi e pernottamenti va infatti affiancato il dato sui consumi indotti dalle presenze, a vantaggio dell’offerta commerciale e di servizi dell’area urbana Cosenza-Rende.

La soddisfazione del sindaco Occhiuto

Il sindaco Occhiuto, nel ribadire ancora una volta l’importanza che assume una strategia turistica condivisa di distretto dell’intera area urbana, auspica una ripresa degli investimenti da parte degli operatori nella direzione del potenziamento dell’offerta alberghiera in termini di posti letto e di nuove strutture, soprattutto nella città di Cosenza. «La strada è ormai tracciata – afferma Occhiuto – e sono certo che tra il ponte San Francesco di Paola firmato da Santiago Calatrava, il Planetario di prossima apertura e le nuove imminenti realizzazioni della nostra Amministrazione comunale, le prossime rilevazioni ISTAT in materia di presenze turistiche riserveranno nuove belle sorprese ai cittadini dell’area urbana».

 

Istat, migliorano lavoro e istruzione in Calabria. Soddisfatta assessore Roccisano

CATANZARO – L’Assessore regionale al Lavoro Federica Roccisano  commenta i dati pubblicati dall’Istat contenuti nell’annuale rapporto “Noi Italia”, il resoconto con il quale l’Istituto fotografa l’andamento dei principali fattori riguardanti economia e società del nostro Paese. «Vi sono molti aspetti interessanti – ha detto l’Assessore Roccisano – che vanno letti con attenzione e monitorati e che concernono, sia il livello nazionale che la situazione della nostra regione. In particolare, due aspetti chiave interessano le aspettative lavorative dei calabresi e soprattutto la condizione dei giovani: il mercato del lavoro e l’istruzione. Il dato relativo all’andamento della disoccupazione di lunga durata è uno dei dati che colpisce maggiormente, specie facendo un confronto tra livello nazionale e regionale. È interessante, infatti, che in Calabria la disoccupazione di lunga durata diminuisca nell’ultimo anno del 2,5% , arrivando al -3,0% considerando il dato femminile, mentre in Italia diminuisce dello 0,4%. Ma se da un lato il tasso di disoccupazione totale in Calabria aumenta di 0,3 punti percentuali, a fronte di un decremento nazionale dello 0,2%, il dato veramente positivo è che il tasso di disoccupazione giovanile, che in Italia diminuisce del 2,6% e nel Mezzogiorno del 2,4%, in Calabria diminuisce del 6,4% , passando dal 65,1% del 2015 al 58,7% del 2016. È un dato incoraggiante, dato che la Calabria era l’unica regione italiana a superare il 60% nel 2015 e nel 2016 nessuna regione registra una variazione percentuale migliore di quella della Calabria. A fianco a questo dato, va sottolineato come anche il valore della mancata partecipazione, ovvero di chi, sfiduciato neanche prova a trovare un lavoro, sia in diminuzione sia a livello nazionale che in Calabria, dove ancora si registra la percentuale maggiore. Continuando ad analizzare la situazione dei giovani, osserviamo il dato di coloro i quali abbandonano prematuramente la scuola. L’Istat ci ricorda che la Strategia Europa 2020 fissa alcuni obiettivi sui livelli di istruzione della popolazione, tra cui vi è la quota di giovani che abbandona precocemente gli studi, che si sarebbe dovuta fissare al di sotto del 16% nel 2020. Così già è stato per il dato nazionale, sceso al 13,8% e così è stato anche per la Calabria dove la diminuzione dell’indice di abbandono dello 0,4% ha modificato il valore del 16,1% di abbandoni del 2015 al 15,7% del 2016. Il dato diventa ancora più interessante se consideriamo che 10 anni prima, nel 2006, erano il 19,6% i giovani che abbandonavano la scuola. Un altro dato positivo è quello dei giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti NEET, che erano drasticamente aumentati negli ultimi anni e che nel 2016 diminuiscono dell’1,3% in Italia e dell’1,7% in Calabria, dove si registra però ancora oggi la quota maggiore del Paese. È fuor di dubbio che i segnali di miglioramento rimangono ancora lievi, tuttavia possono contribuire a dare fiducia ai tanti giovani e meno giovani che rimangono tra le fila dei NEET o degli inattivi. È ancora tanto il lavoro da fare, e sicuramente hanno ancora effetti congiunturali, e quindi non strutturali, i risultati di quanto messo in campo negli ultimi anni dalla Giunta regionale, quali i contratti generati dal bonus occupazionale per i giovani e per i disoccupati di lunga durata, o dalle misure connesse al programma garanzia giovani, come le assunzioni del programma Fixo Yei o i contratti di apprendistato. Di certo, però, è continuando a lavorare lungo la strada della formazione, dell’occupazione e del lavoro, anche del lavoro di cittadinanza così caro a Matteo Renzi, che si potrà incidere finalmente sui dati della povertà e della condizione economica delle famiglie che in Calabria rimangono ancora allarmanti. In questa direzione gli investimenti interni alla programmazione comunitaria programmati dal Governo regionale del Presidente Mario Oliverio, permetteranno alla Calabria di raggiungere risultati sempre più ottimali».

 

 

Istat: Calabria, tre persone su dieci sono a rischio povertà ed esclusione sociale

CATANZARO – In Calabria tre persone su dieci sono a rischio povertà. É quanto emerge dal Rapporto dell’Istat, riferito al 2015, sulle condizioni di vita e di reddito degli italiani. La stessa percentuale, secondo l’Istat, si rileva in Campania, Puglia e Basilicata.Rispetto a queste quattro regioni sta peggio soltanto la Sicilia, dove le persone a rischio povertà sono quattro su dieci.In Calabria, inoltre, sempre secondo l’Istat, quasi 16 persone su cento vivono in una condizione di grave deprivazione materiale. Un dato che risulta più del doppio rispetto a regioni come il Piemonte e la Lombardia.

L’On. Covello: “La recessione è finita, ora serve una terapia shock per la Calabria”

ROMA – “I dati diffusi dall’Istat, premiano l’azione del governo e la sua politica economica. Il PIL del 2015 è cresciuto. A inizio del 2015 si era immaginato la crescita del +0,7%. La crescita è stata invece del +0,8%. Meglio delle previsioni. Il Governo Monti aveva chiuso con -2,3%; il Governo Letta con -1,9%. Il deficit è sceso per la prima volta da anni sotto il 3%: quest’anno si è raggiunti il 2,6% (miglior risultato degli ultimi dieci anni). E nel 2016 scenderà ancora. Il boom del JobsAct è impressionante: in quasi due anni, mezzo milione di posti di lavoro stabili in più. E INPS ricorda come siano aumentati i contratti a tempo indeterminato nel 2015 di  764.000 unità”. E’ quanto dichiarato dalla parlamentare Stefania Covello  in una nota stampa, citando i dati Istat.  “La lotta all’evasione ha portato nel 2015 14,9 miliardi nelle casse dello Stato.Si tratta delle somma più alta, mai riportata nelle casse dello Stato. Cottarelli aveva proposto 20 miliardi di spending. In due anni abbiamo fatto tagli per 24,9 miliardi, di cui la stragrande maggioranza a livello di governo centrale”. Grande quindi la soddisfazione di Stefania Covello, all’indomani dei dei dati pubblicati dal MEF. “Il 2016 – prosegue- dovrà essere l’anno in cui si avvia la riduzione delle tasse e si interverrà anche sul cuneo fiscale.
Ci attendiamo anche interventi mirati per la questione meridionale che preoccupa sempre di più. In particolare sarà necessario un intervento forte sulla Calabria che si è confermata come la regione più povera d’Italia e fra le più povere d’Europa. Questa condizione non è più sostenibile. Soprattutto per i giovani che non trovano più lavoro e sono costretti ad emigrare. Dobbiamo assolutamente fermare questo drammatico fenomeno”. 

Dati sugli incidenti stradali: aumentano gli investimenti di pedoni in Calabria

Secondo un’elaborazione del Centro Studi Continental attuato su dati istat, tra il 2008 ed il 2013 in Calabria gli incidenti stradali sono diminuiti del 17,3%, mentre sono aumentati del 18% gli investimenti di pedoni. La Calabria conta una sola provincia in cui gli investimenti di pedoni sono invece diminuiti nel 2013 rispetto al 2008: Catanzaro (-45,8%). Tutte le altre province hanno registrato un aumento considerevole, con un picco del +50% nel crotonese.