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Intervista a Jessica Marano. La fotografia dal ritratto al wedding

COSENZA – Jessica Marano, classe ’85 e cosentina doc, è una fotografa eccezionale che ha trasformato la sua passione in vero e proprio lavoro. La sua professionalità, accompagnata da studio matto e disperatissimo e dalla furente creatività, le ha fatto raggiungere mete ambite da tutti i fotografi. Il suo viaggio è seminato da successi e nuove avventure e i suoi scatti, che spaziano dai ritratti al wedding, hanno ottenuto riscontri positivi e riconoscimenti.

Jessica, nonostante i suoi successi lavorativi, è una ragazza semplice e dai saldi principi; la sua timidezza regna sovrana e, più che essere protagonista, ama “nascondersi” dietro l’obiettivo e lasciare che siano i suoi scatti a parlare per lei.

Ed è proprio attraverso le suo foto che oggi ripercorriamo la sua storia.

 Sei riuscita, con dedizione e fatica, a trasformare l’amore per la fotografia in un vero e proprio lavoro. Ma raccontaci com’è nata questa viscerale passione?

Vero! Questa è per me una viscerale passione che è esplosa circa tre anni fa, prima di allora quasi ignoravo l’esistenza delle Reflex, nonostante fin dall’adolescenza ero sempre in compagnia della Minolta compatta di mio padre o delle “usa e getta” Kodak, durante le feste di compleanno, le gite scolastiche e il “pranzo dei cento giorni”. Per spiegarvi come è nata questa  passione devo citare una frase che spesso tira fuori mio marito in modo scherzoso, cioè: “ti ho inventato io” con un tono alla Pippo Baudo per intenderci! Scrivo questo proprio perché è stato grazie a lui che mi sono avvicinata a quest’arte, guardandolo armeggiare con la sua prima e tanto desiderata Canon 400d. È così che ho scoperto questa grande passione, un po’ per gioco, un po’ per curiosità, la stessa curiosità che ancora oggi mi spinge a sperimentare e a scoprire tecniche e mezzi nuovi. Con un po’ di fantasia qualsiasi oggetto può trasformarsi in un valido strumento  da utilizzare nella fotografia.

In molti sperano di poter diventare bravi fotografi, in pochi ci riescono. Per far capire a questi molti quanta dedizione richiede la fotografia puoi parlarci della tua formazione?

Bella domanda! Credo che un po’ tutti in cuor proprio pensano di essere più bravi degli altri, indubbiamente il livello di auto convincimento è direttamente proporzionale al livello di autostima. Questo a volte aiuta, magari a rapportarsi con la gente, il famoso “sapersi vendere” mentre a volte no. Chi sta leggendo queste righe e mi conosce sa benissimo che purtroppo o per fortuna non appartengo a questa categoria. Il mondo della fotografia e delle arti in generale è davvero un mondo complesso, perché diciamocelo, molti credono che basta procurarsi una macchina fotografica costosa, un’attrezzatura all’avanguardia per auto eleggersi fotografi all’ultimo grido, ma personalmente resto dell’idea che non è l’abito a fare il monaco, cioè non conta tanto l’attrezzatura costosa ma conta più che altro come si usa ogni singolo mezzo in proprio possesso. Per quanto riguarda la mia formazione, beh, per certi versi mi definisco autodidatta, sono laureata in DAMS e per anni ho collaborato con delle agenzie pubblicitarie, dove ho avuto modo di approcciarmi fin da subito all’ambiente del lavoro e ai programmi di grafica e d’impaginazione. In realtà sin da piccola sono sempre stata attratta dalle immagini, dalla moda e dalle arti visive in generale, mentre per quanto riguarda le tecniche base della fotografia, di grande aiuto è stato per me frequentare il gruppo dell’allora appena nata associazione fotografica “Ladri di luce” dove ho avuto modo di conoscere fotografi professionisti e amatori con un grande bagaglio di esperienza che mi ha permesso di apprendere  la tecnica e la meccanica che sta alla base dello scatto. Quello che mi sento di consigliare a coloro che si stanno affacciando a quest’arte, è di coltivare costantemente questa passione, sperimentando, studiando ed aprendo la mente a correnti nuove. Bisogna essere spugne, capaci di assorbire stimoli e influenze diverse in modo da sviluppare col tempo uno stile proprio che li faccia distinguere dalla massa e di non smettere mai di esser curiosi. Questo è anche quello che auguro per me.

Amo molto questa citazione di Bresson: “è un’illusione che le foto si facciano con la macchina…. si fanno con gli occhi, con il cuore, con la testa.” Quanto di ciò che lui dice c’è nei tuoi scatti?

Questa è una frase che andrebbe tatuata in fronte e con ciò mi riallaccio alla risposta 2, in quanto non sempre conta il mezzo ma conta come e quanto si riesce a realizzare, guardandosi nel più profondo ed esternarlo in immagine. E’ questo che provo a fare ogni volta che realizzo un mio progetto personale, è un gran lavoro che bisogna fare con se stessi ma … ci sto provando.

Hai deciso di specializzarti in foto di moda e wedding. Quanto è stato difficile farti conoscere e trovare visibilità in una terra come la Calabria che, come tutti ben sappiamo, è lontana dal fashion system e dalle folgoranti passerelle?

La realizzazione di ritratti, femminili in particolar modo ed il fashion, fanno parte della mia  specializzazione, se così posso definirla ma non è dettata da scelte pensate, anzi si è concretizzata in modo naturale ma la strada è ancora tutta in salita, infatti provo un certo imbarazzo anche nel definirmi fotografa, perché quelli veramente degni di tale nome sono davvero pochi. Mi sento in costante evoluzione e cerco di imparare dagli errori e migliorare di volta in volta, anche se non è affatto facile. Sono molto critica con me stessa e questo non so se è un bene o un male. In questi tre anni ho conosciuto tantissime persone con cui ho avuto modo di collaborare e molti di loro sono diventati miei amici, tra fotografi, organizzatori di eventi, stilisti, modelli e truccatrici e la stima è reciproca, però ti posso assicurare che non è affatto facile farsi spazio in un territorio come la Calabria.  Indubbiamente devo molto ai social network perché proprio grazie ad essi sono riuscita nel mio piccolo a farmi notare da coloro i quali fin da subito hanno creduto nelle mie capacità.

Il tuo curriculum conta moltissime collaborazioni, hai realizzato foto per Iconic Barcelona, Elisa De Bonis, Daniela De Santis, At Jewels e per i fashion designer Anna Calviello e Giuseppe Perri oltre che per tanti altri. Puoi raccontarci come hai vissuto queste esperienze professionali?

Come dicevo, in questi tre anni ho conosciuto molte persone ed ognuno mi ha trasmesso qualcosa. Amo confrontarmi con tutti, mostrare le mie idee ed ascoltare le loro, guardarli mentre con cura maneggiano le loro creazioni, parlare delle proprie esperienze. Lavorare con questi professionisti non solo ti segna a livello professionale ma anche caratteriale, soprattutto quando hai a che fare con team composti da persone di varia nazionalità, dove l’ostacolo principale è la lingua, come mi è capitato lavorando a Barcellona o a Londra. Mi viene da sorridere se ripenso alle strampalate chiacchierate fatte di gesti con la modella spagnola o la stagista del marchio di moda Iconic Barcelona, non spiccicavo una parola di spagnolo e né tantomeno loro di italiano, ma in qualche modo ci siamo capite lo stesso (smile)! Tutto questo mi ha indubbiamente aiutata ad essere un po’ più sicura di me, perché esternare (dinanzi a quelli che inizialmente sono degli sconosciuti) le proprie idee, farsi ascoltare con attenzione e alla fine del processo creativo essere ringraziati per il lavoro svolto è davvero gratificante. La possibilità di lavorare con i talentuosi stilisti citati nella domanda, mi è stata data da Ernesto Pastore e da tutto il gruppo de “La grotta dei desideri”, il quale hanno voluto donarmi un ruolo molto importante e di prestigio come il fotografo ufficiale della nona edizione.

Sei molto timida, ami “nasconderti” dietro l’obiettivo e lasciare che siano i tuoi scatti a parlare per te. Ma cosa ispira la tua creatività?

Assolutamente vero! La timidezza è forse il mio “tallone d’Achille” e odio sentirmi al centro della scena, infatti è difficilissimo che mi si veda d’avanti l’obiettivo, preferisco passare inosservata come persona ma dare spazio alle immagini che realizzo. Combattere con la timidezza è la mia prima battaglia, ma ammetto che ho fatto dei passi da gigante proprio grazie a questo lavoro. Ci sono molti fattori che influiscono sulla mia creatività, anche se credo di non aver trovato ancora pienamente una mia strada, uno stile distintivo, ma ci sto lavorando. Tutto può ispirare la mia creatività, i colori accesi e vivaci, i contrasti forti ma anche i toni morbidi e delicati che rievocano delle immagini più oniriche. Sono una “divoratrice” di Vogue e di riviste di moda in generale, amo sfogliare e curiosare tra le immagini dei migliori fotografi di moda al mondo.

Ti occupi anche di wedding, se dovessi descrivere per immagini il sentimento che lega indissolubilmente due persone quale tra le tue foto sceglieresti?

Forse non riuscirei a scegliere una sola immagine che descriva tale sentimento perché ogni matrimonio è un’esplosione di emozioni e di gioia. Il sentimento che lega indissolubilmente due persone lo vedi tra due sposi mentre si scambiano le fedi o la complicità che scorgi dai loro sguardi, ma anche l’amore che lega una mamma o un papà verso un figlio, la gioia della nonna che non trattiene le lacrime dinanzi all’emozione di vedere la propria nipote andare in sposa.

I tuoi scatti sono stati pubblicati anche su “Sposa Poket”. Ma com’è nata questa collaborazione?

L’editore Leo Mazza, è stato uno dei primi a credere in me e ad offrirmi uno spazio sulla sua rivista Sposa Pocket. Inizialmente non mi sentivo affatto pronta a gestire una situazione prima di allora mai affrontata, ma lui mi è stato di grande aiuto, spronandomi e lasciandomi carta bianca fin da subito, dandomi solo le indicazioni sul tema da affrontare “i 7 vizi capitali”, così è nato il mio primo editoriale su Sposa Pocket. E’ stata una bellissima avventura e abbiamo coinvolto tante modelle, alcune di loro anche alle prime armi, truccatrici, atelier di sposa, accompagnando alle foto anche i video realizzati da Maria D’Angelo. Un lavoro durato mesi, che ci ha portato in giro per tutta la provincia di Cosenza. In seguito l’editore, consolidando poi quella che è diventata un’amicizia e stima reciproca, ha voluto affidarmi anche la copertina successiva della rivista, che ha visto protagoniste due modelle bellissime, vestite di immensi e sognanti abiti da sposa, immerse nel verde alla riva di un ruscello. Un’immagine molto onirica con più chiavi di lettura, quindi anche rivoluzionando un po’ quello che era l’immagine della classica sposa.

Per concludere puoi darci qualche anticipazione sui tuoi progetti futuri?

Sono molto scaramantica e non amo parlare di progetti se non a cose fatte, perdonatemi se su questo argomento resto un po’ sulle mie ma vi posso dire che di novità ce ne saranno anche a breve, alcune significative per la mia crescita. Quindi stay tuned, vi invito a seguirmi sulla mia pagina che trovate all’indirizzo http://www.facebook.com/glam.jessicamarano che viene aggiornata costantemente, quindi tutte le novità verranno pubblicate anche lì e prossimamente sul mio sito che al momento è ancora in costruzione.

Annabella Muraca