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Unical,conferita laurea a Karl Otto Apel e premio per la filosofia a Reinhard Hesse

laudatioRENDE(CS)-L’assenza dettata da motivi personali non ha impedito lo svolgimento dell’evento preannunciato nei giorni scorsi.In mattinata, presso l’Aula magna “Beniamino Andreatti” dell’Università della Calabria, si è svolta la cerimonia di assegnazione della laurea magistrale ad honorem in Scienze della Formazione Primaria a Karl Otto Apel. Dopo i saluti del pro-rettore Guerino D’Ignazio e l’intervento di Antonella Valenti, coordinatrice del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, Pio Colonnello,ordinario di filosofia teoretica del corso di studi in Scienze filosofiche e Scienze storiche, dopo aver attestato la propria stima nei riguardi del «magistero intellettuale che Apel ha consegnato alla scienza», si sofferma sull’accostamento del filosofo tedesco alla ricostruzione della linea di sviluppo dell'”idea” di lingua da Dante a Vico.Dopo la “svolta linguistica” novecentesca-dice Colonnello- ad esser messa in discussione è la tradizione moderna del versante razionalistico secondo il quale il linguaggio si riduce a un sistema di segni.L’Unica mediazione è rappresentata dalla tradizione umanistica italiana. Dalla rilevanza del De vulgari eloquentia come scoperta della lingua nazionale, passando poi per rinascimento e  il barocco, si arriva a Vico che valorizza la trascendentalità del logos.È poi la volta di Reinhard Hesse, ordinario di Filosofia e Etica presso l’Università di Freiburg, il quale dopo i saluti, affida a Michele Borrelli il compito di tenere la tradizionale laudatio.Con voce commossa parla Michele Borrelli.Il suo è un breve viaggio all’interno del poliedrico pensiero apeliano. Partendo dalla trasformazione semiotica dell’a priori Kantiano da intendersi come linguaggio, Borrelli poi si sofferma sul saggio del 1988, Discorso della responsabilità,  in cui  si tenta di coniugare la prospettiva trascendentale con la svolta linguistica. Secondo Apel, chi parla avanza sempre di fatto pretese di comprensibilità, di verità , di veridicità e di giustezza, pretese che forniscono le condizioni formali per garantire, dal punto di vista procedurale, la comunicazione ideale. Spetta a Raffaele Perrelli,direttore del Dipartimento di Studi Umanistici,la lettura della formula di conferimento di laurea e la consegna della pergamena a Reinhard Hesse.

hesse Dopo uno scrosciante applauso, ha avuto inizio il secondo step di quella che potrebbe esser definita la “mattinata apeliana”,con il conferimento del Premio Internazionale per la Filosofia Karl-Otto Apel.Ad aggiudicarsi la vittoria, è stato Reinhard Hesse, collega di Apel e autore di testi tradotti in più lingue.L’etica del discorso tra economia e politica  è il titolo della lectio magistralis in cui si discute di economia e politica in riferimento alla attuale situazione  sulla base dell’etica del discorso. Seguendo il maestro Karl-Otto Apel, Hesse colloca la ricerca della verità nella buona riuscita della comunicazione, consapevole che comunicare con successo presuppone il reciproco riconoscimento di diritti e doveri tra tutti i partecipanti.

Dopo la premiazione applausi, strette di mano e la consapevolezza di aver assistito ad un evento unico.

Rita Pellicori

Unical.Laurea hanoris causa a Karl Otto Apel

Locandina_1-page-001RENDE(CS)-Lunedì, 19 ottobre, alle ore 10:00, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi della Calabria, il Dipartimento di Studi Umanistici conferirà la laurea magistrale honoris causa in Scienze della Formazione Primaria al filosofo tedesco Karl-Otto Apel, una figura centrale della filosofia contemporanea a livello mondiale. Congiuntamente a Jürgen Habermas ha elaborato l’etica del discorso (o della comunicazione), un approccio nuovo in filosofia,che Apel configura come terzo paradigma della filosofia prima,passando dalla filosofia dell’essere (Aristotele) e dalla filosofia del soggetto (Kant) alla filosofia intersoggettiva o dell’argomentazione.In completa controtendenza rispetto alle filosofie del postmoderno,da Foucault a Derrida e Rorty, insiste sulla possibilità di un’etica universalmente condivisibile. Quel che Apel cerca sono le condizioni di un’etica minima universalizzabile che sappia rispondere alle sfide di un mondo globalizzato e in dipendenza dalla tecnica. Come rispondere ai rischi  di un mondo globalmente tecnicizzato senza un’etica comune,condivisa o condivisibile? Per Apel, la risposta a questa domanda può avvenire solo spostando la filosofia tradizionale sul piano della comunicazione e dell’argomentazione, perché è la comunità comunicativa, nella sua forma intersoggettiva e argomentativa, che apre alle condizioni di un’etica condivisibile universalmente e vincolante per tutti nel mondo. E di un’etica del genere abbiamo bisogno, soprattutto oggi in un’epoca in cui regna sovrana la tecno-scienza con tutti i suoi vantaggi ma anche con tutti i suoi incommensurabili svantaggi.La società del rischio esige un’etica della responsabilità, minima, universalizzabile, nell’interesse non solo delpresente ma anche del futuro dell’umanità. Come giungere ad un’etica che possa essere condivisa globalmente? Apel, nella sua teoria dell’etica del discorso, dimostra che i presupposti di un’etica valida universalmente non sono da cercare in nuove filosofie o in rinvio alle tante filosofie del passato. I presupposti dell’etica sono già sempre costituiti nel discorso filosofico stesso. Nel momento in cui ci rimettiamo seriamente al discorso, siamo già all’interno di alcune pretese universali di validità che abbiamo, già sempre, riconosciuto:1) la pretesa di senso ; 2) la pretesa oggettiva di verità; 3) La pretesa soggettiva di franchezza; 4) La pretesa intersoggettiva morale di giustezza .Per Apel, se queste pretese vengono soddisfatte siamo nella situazione discorsiva ideale, cioè all’interno di un modello di società giusta che coincide con la comunità comunicativa democratica di uomini uguali e liberi che dialogano sui problemi e cercano di risolverli razionalmente. Queste pretese rendono il discorso strutturalmente etico. Se, come propone Apel, ci rimettiamo a quest’etica, abbiamo un orizzonte comune,normativo, intersoggettivo, valido non solo per cogliere le sfide del mondo globalizzato, ma per trovare, nella ricerca comune, anche le giuste risposte.

 

La Fondazione dell’Etica e la Responsabilità per il Futuro

L’agile testo che si offre al lettore, non solo specialistico, è composto da contributi di Karl-Otto Apel, Michele Borrelli, Holger Burkhart e Raúl Fornet-Betancourt, elaborati intorno alla domanda di fondazione dell’etica, oggi. Ovviamente un tema classico della filosofia occidentale, ma presente nella sua radicale attualità nel mondo contemporaneo con alcuni interrogativi che esigono una risposta: quale etica per quale futuro? È pensabile ancora un linguaggio comune capace di dare fondamento all’etica? E quali i possibili criteri per una simile fondazione? O conviene parlare, solo ancora, di etiche, come suggeriscono i molti linguaggi della filosofia postmoderna?
Nell’era della globalizzazione, che non è solo era della possibile globalizzazione della comunicazione e della cultura, ma anche era della possibile devastazione e distruzione di ogni forma di vita sulla terra – tale è il potenziale tecnico-scientifico a disposizione dell’uomo –, l’etica non è una istanza percorribile o meno e a piacimento, ma l’istanza ineludibile e, quindi, categoriale di cui la paideia dialogica o del discorso deve farsi carico pienamente per la sopravvivenza dello stesso pianeta terra.

Anno edizione: 2013
Prezzo: €12,00