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Parte su Lac “Gli Intoccabili” di Klaus Davi, docureality sulla criminalità organizzata

ROMA – E’ stata presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa presso la Sala del Mappamondo della Camera dei Deputati, il nuovo format televisivo ‘Gli Intoccabili’, la trasmissione condotta dal giornalista Klaus Davi e prodotta da LaC production, che sarà trasmessa dal 22 maggio sul canale 19 del digitale terrestre in Calabria, e sul web in streaming su www.lactv.it. Screenshot (22)

Alla conferenza stampa di presentazione sul nuovo format, che assume i tratti di un vero e proprio docureality sulle mafie, sono intervenuti Stefano Dambruoso, Onorevole Questore della Camera dei Deputati, Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Federico Cafiero de Raho, Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia, Alfonso Sabella, Magistrato, Giudice del Tribunale di Napoli, Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria e Giovanni Tizian, giornalista de L’Espresso.

A margine dell’incontro un’interessante tavola rotonda sul silenzio mediatico che sembra avvolgere il fenomeno della ‘ndrangheta: ‘Uscire dal cono d’ombra’. A moderare il tutto il giornalista e autore del format Klaus Davi.

Questo il trailer del nuovo programma di punta dell’emittente televisiva.

 

 

 

 

Lombardo: «L’antimafia sociale andrebbe disciplinata»

REGGIO CALABRIA – «Nella fase chiave che stiamo vivendo l’antimafia cosiddetta “sociale” deve avere un ruolo di divulgazione, di agevolamento della comprensione dei fenomeni mafiosi, di individuazione anche di linguaggi nuovi che non si limitano ai classici organi di informazione. Questo ruolo però andrebbe disciplinato. Nel senso che se siamo tutti convinti che l’opera di divulgazione della stampa sia importante, allora è bene fissare delle regole». Lo ha detto il pm della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo intervistato da Klaus Davi per il programma “Gli Intoccabili”, in onda dal 22 maggio sul canale 19 dell’emittente calabrese LaC e in streaming sul sito Lactv.it. «Per “disciplinare” – ha aggiunto – non intendo limitare in maniera restrittiva il modo di fare antimafia. Intendo l’individuazione di macro-categorie all’interno delle quali operare: chi ha in mente per esempio fa delle attività formative nelle scuole si deve muovere all’interno di linee guida indicate dal Ministero dell’istruzione. Non ci possono essere passi falsi perché gli errori rappresentano un vantaggio per le organizzazioni mafiose. Un assist pazzesco alle mafie. Il caso Maniaci non mi è piaciuto. Bisogna evitare che si ripeta».

Elezioni Cosenza, nel dibattito anche il massmediologo Klaus Davi (AUDIO)

COSENZA – Si accende la campagna elettorale a Cosenza dove nelle prossime ore potrebe essere ufficializzata la candidatura di Vittorio Sgarbi alla carica di consigliere comunale. L’ex Sottosegretario in ogni caso proporrà una sua lista a sostegno di Mario Occhiuto. Intanto il Pse di Enzo Paolini ha ribadito di non avere alcun interesse ad essere ripescato nella coalizione di centrosinistra mentre Presta continua a serrare le porte al Nuovo Centro Destra di Gentile. Una situazione fluida ed in rapida evoluzione che sta portando la corsa a Palazzo dei Bruzi sotto i riflettori della stampa nazionale. Di Lucio Presta, Vittorio Sgarbi e Mario Occhiuto ha parlato il noto massmediologo Klaus Davi ospite questa mattina del giornalista Salvatore Bruno al Sound Café.

Appello di Lucio Presta e Klaus Davi: Calabria in ginocchio, Roma non dimentichi

Twet Presta DaviROMA – Calabria in ginocchio, Roma non dimentichi. Lucio Presta e Klaus Davi insieme per sensibilizzare le istituzioni ad intervenire a sostegno delle popolazioni colpite dal maltempo di questi giorni. “Con l’amico Lucio Presta rivolgiamo un appello a ministri, senatori, parlamentari e intellettuali, affinché laCalabria non sparisca tra tre giorni dall’agenda politica e non sia dimenticata da Roma. La ferita che sta subendo in questi giorni è profondissima. Nelle prossime ore sarò giù per stare vicino ai cittadini calabresi e documentare il disastro avvenuto” scrive Klaus Davi. Immediato il retweet dell’agente delle star e candidato alla poltrona di sindaco di Cosenza Lucio Presta: “Sia io che il mio movimento Amo Cosenza siamo pronti a fare. I calabresi stanno sempre a testa alta”.

Salvatore Magarò scrive a Klaus Davi

Targa affissa a Longobucco (Cs)COSENZA(CS)«Da qualche settimana sto seguendo con vivo interesse lo svolgimento della campagna “100 comuni contro le mafie” avviata a Trezzano sul Naviglio in Lombardia insieme all’ANCI, pronta per essere esportata anche in Calabria.Probabilmente resterà sorpreso nell’apprendere che, in realtà, già da qualche anno sulla porta di ingresso della maggior parte dei comuni calabresi, è affissa una targa recante la dicitura Qui la ‘ndrangheta non entra».Così Salvatore Magarò si rivolge a Klaus Davi, in una lettera aperta che l’ex consigliere regionale della Calabria ha indirizzato al noto massmediologo. «Ho ideato e promosso questa campagna di sensibilizzazione a partire dal 2010 nella mia qualità di presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del consiglio regionale, riscuotendo apprezzamenti a livello istituzionale, ma anche nel mondo cattolico, dalle associazioni e in alcuni settori della società civile.Non cerco primogeniture, mi creda. Al contrario. Il fatto che anche Klaus Davi si sia reso protagonista di una iniziativa analoga a quella condotta dalla mia più modesta persona, è una piccola rivincita nei confronti di alcuni settori della stampa locale e nazionale che non hanno mancato di criticare aspramente la mia attività.Si figuri: sull’argomento c’è chi ha scritto addirittura l’intero capitolo di un libro, inciampando in una serie di errori dettati dalla fretta e dalla disinformazione.Del resto, il tempo è galantuomo. La ‘ndrangheta si nutre anche di simboli, di simboli del potere ai quali ho cercato di contrapporre alcuni semplici oggetti di consumo quotidiano in cui racchiudere un pensiero, un breve ragionamento, anche dal tono di voce umoristico e spesso utilizzando il dialetto.Tra questi – spiega Magarò – anche una pillola, la pasticca antindrina: una scatolina dal packaging molto simile a quello dell’aspirina con all’interno una bustina di dischi di cioccolato ed un particolare bugiardino farmaceutico contenente alcuni appunti di tipo sociologico rivolti agli studenti calabresi. Un modo per ricordare che la ‘ndrangheta si propaga alla stregua di un virus e che le manette e le sentenze non sono sufficienti a debellare il morbo. Bisogna scuotere le coscienze, in particolare dei nostri giovani.Un altro prodotto bistrattato a queste latitudini e riabilitato dalla misericordina del Papa.Giocando sul significato metaforico della parola, abbiamo prodotto anche un particolare tipo di pasta: il pacchero alla ‘ndrangheta, che poi si è trasformato in un premio, il “pacchero d’argento” di cui tra pochi giorni, il 18 settembre, celebreremo la sesta edizione.Certamente una targa non sconfigge la ‘ndrangheta, qualsiasi sia il messaggio che contiene.Ma ogni cerimonia di affissione ha coinvolto nei vari comuni le istituzioni, le scuole, la parte sana della società civile. Ed è servita per ribadire da quale parte deve stare lo Stato: dalla parte dei giusti, degli onesti, delle persone perbene.C’è poi anche il rovescio della medaglia, come la vicenda di un sindaco che quella targa se l’è tenuta per oltre un anno in un cassetto, finché non l’hanno arrestato proprio per i suoi rapporti con la ‘ndrangheta.Tutto questo per dirle che sottoscrivo in pieno l’iniziativa che sta portando avanti con l’ANCI. Continuo a battere il terreno della legalità attraverso l’associazione Più di Cento – Tana per la legalità.Non mi reputo – conclude Magarò – un professionista dell’antimafia e forse gli otto colpi di pistola che qualche buontempone ha fatto esplodere contro il portone della mia segreteria, dovrebbe dissuadermi.Ma lo devo alle persone che mi hanno sostenuto ed ai miei collaboratori, coloro che hanno partorito buona parte delle idee che hanno contraddistinto il mio percorso, a cominciare proprio dalla targa contro la ‘ndrangheta. Persone che, probabilmente, e lo dico con una punta di amarezza, se avessero avuto la fortuna di nascere e vivere a Milano forse oggi sarebbero validi collaboratori del suo staff invece di andare ad ingrossare le fila dei disoccupati in Calabria».