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Cosenza, Polizia rintraccia latitante iracheno

COSENZA – Durante un posto di controllo svolto nei giorni scorsi in Piazza Autolinee a Cosenza, personale della Squadra Volante della Questura di Cosenza ha rintracciato G.K.G. iracheno, classe 1989, su cui pendeva un mandato di arresto europeo  emesso dalla Francia perché componente di un’ organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Francia e nei paesi UE.

Il provvedimento, emesso ed inserito nelle banche dati nel mese scorso, prevede una condanna ad una pena di 10 anni.

L’iracheno, per sfuggire alla giustizia si era poi stabilito in Cosenza dove si era munito di un alias mediante cui aveva tentato di eludere il controllo dei poliziotti che gli avevano chiesto i documenti per l’identificazione. Il suo atteggiamento, però, ha insospettito gli operatori di Polizia che  con ulteriori accertamenti riuscivano a ricostruirne la posizione.

G.K.G., così come previsto dalle norme internazionali, è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Cosenza a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Medico romano latitante dagli Usa, arrestato dai carabinieri a Gerace

Negli Usa si faceva chiamare “Jimmy Palma”.il suo vero nome è Luigi Palma, medico romano che ieri è stato fermato ad un normale posto di blocco mentre era in auto a Gerace da i carabinieri della Compagnia di Locri.

Su di lui pendeva un mandato di esecuzione della Corte d’Appello di Roma del 20 maggio 2020, in riferimento al decreto di estradizione verso gli Stati Uniti, emesso dal ministro della Giustizia il 7 agosto 2019.

Negli Usa, insieme ad un altro medico italiano, gestiva due cliniche, in Florida e nel Tennessee, che hanno dispensato illecitamente antidolorifici: ossicodone, ossimorfone e morfina che, secondo l’indagine dell’Fbi che ha portato alla sua condanna, ha garantito a Jimmy Palma e ai suoi soci un giro d’affari di 21 milioni di dollari in nero. Il medico oculista 54enne è accusato di “Pills Mills” che, letteralmente, può essere tradotto come “mulino per pillole”. È l’espressione che in Usa, da 20 anni, descrive una struttura illegale che somiglia a una normale clinica del dolore, ma prescrive antidolorifici (narcotici) senza anamnesi, monitoraggio medico o documentazione.

L’inchiesta dell’Fbi è del 2018, quando nel mirino sono finiti oltre 100 spacciatori collegati a gruppi di pazienti che si presentavano nelle cliniche gestite dalla “Urgent Care & Surgery Center Enterprise”, la società dei medici romani Luigi Palma e Luca Sartini. Il sistema era semplice e prevedeva che i pazienti, il più delle volte tossicodipendenti, tenessero una parte dei farmaci loro prescritti dando il resto agli spacciatori che avevano pagato le loro visite mediche.

Gli oppiacei finivano così nel mercato nero e “circa 700 pazienti aziendali UCSC sono morti – è scritto nell’atto d’accusa – e una percentuale significativa di quei decessi, direttamente o indirettamente, sono stati il risultato di un sovradosaggio di stupefacenti prescritti”. Nel 2017 Palma aveva lasciato la Florida ed era rientrato a Roma dove era stato arrestato nel 2018. Scarcerato per decorrenza dei termini, dal maggio scorso si era reso irreperibile, quando era stato spiccato nei suoi confronti il nuovo ordine d’arresto dalla Corte d’Appello capitolina. Irreperibilità finita con l’arresto dei carabinieri.

San Luca, latitante da 7 anni arrestato in Romania

SAN LUCA (RC) – È finita dopo 7 anni di latitanza la fuga del ricercato Lacatus Viorel, di 53 anni, romeno. Viorel, ricercato in Italia per riduzione in schiavitù, maltrattamenti e ricettazione, è stato arrestato in Romania dal servizio investigazioni criminali rumeno.

Decisive le indagini dei Carabinieri di San Luca, che hanno portato all’emissione di un mandato d’arresto europeo della Procura di Reggio Calabria.

Il blitz è scattato giovedì scorso su indicazione dei militari di San Luca, che hanno localizzato Viorel a Reteag Bistrida Nasau al termine di indagini svolte con la collaborazione della polizia rumena e il supporto di Sirene, l’ufficio del Ministero dell’Interno che assicura il raccordo con le polizie estere. L’uomo era irreperibile dal 2014, quando la Procura reggina aveva emesso un ordine di esecuzione per la carcerazione unificando una serie di pene per un totale di oltre sei anni. Al termine delle procedure di estradizione, l’ex latitante rientrerà in Italia per scontare la condanna.

‘ndrangheta, arrestato latitante vibonese

VIBO VALENTIA – I carabinieri hanno arrestato il latitante Gregorio Giofrè, di 57 anni, ricercato dal dicembre scorso nell’ambito dell’operazione Rinascita-Scott, condotta dal Ros e dal Comando provinciale di Vibo Valentia e coordinata dalla Dda di Catanzaro contro le maggiori cosche di ‘ndrangheta del Vibonese e che ha portato all’arresto di oltre 300 persone.

Per l’accusa Giofrè sarebbe un esponente apicale della locale di San Gregorio d’Ippona, imparentato con Rosario Fiarè, storico capo locale, attualmente ai domiciliari.

L’uomo è stato arrestato nella notte nel corso di un intervento in un’abitazione rurale nella campagne di contrada Batia di San Gregorio d’Ippona dai carabinieri del Ros, del Comando provinciale di Vibo e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria coordinati dalla Dda di Catanzaro. L’abitazione in cui si era nascosto il latitante è di proprietà di un soggetto ritenuto vicino alla cosca ed era munita di un complesso dispositivo di video-sorveglianza.

Arrestato latitante Domenico Romeo

Carabinieri e finanzieri hanno arrestato il latitante Domenico Romeo, di 40 anni, ricercato dal luglio scorso dopo essere sfuggito alla cattura nell’operazione “Buon vento genovese” condotta dalla Guardia di finanza del capoluogo ligure e coordinata dalla Dda genovese.

L’uomo, accusato di traffico internazionale di droga aggravato dalle finalità mafiose, è ritenuto dagli investigatori il contabile della ‘ndrina degli Alvaro di Sinopoli che gestiva il traffico. Romeo è stato bloccato Sant’Eufemia d’Aspromonte.

Arrestato boss latitante Domenico Crea

REGGIO CALABRIA – La polizia ha arrestato il latitante Domenico Crea, 37 anni, di Cinquefrondi (Rc), capo della cosca di Rizziconi e zone limitrofe, collegata ed imparentata con la potente famiglia Alvaro di Sinopoli.

Crea era ricercato dal 2015 quando fu emessa una misura cautelare per associazione mafiosa e estorsione dopo la condanna in primo grado a 15 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Palmi.

Da allora è stato colpito da numerosi provvedimenti per associazione mafiosa ed estorsione ed è stato condannato in via definitiva a 21 anni di reclusione. Crea, il cui nome era inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi, è stato arrestato a Santa Domenica di Ricadi (VV), dove era in compagnia della moglie e delle due figlie minori, da personale della Squadra mobile di Reggio Calabria, supportato da personale del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e della Squadra mobile di Vibo Valentia.

Catturato il latitante Giuseppe Iaria. Era appena atterrato da Zanzibar

MILANO – I carabinieri del Nucleo investigativo di Reggio Calabria hanno arrestato nell’aeroporto di Milano Malpensa Giuseppe Iaria, di 38 anni, latitante dal marzo del 2016, condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per avere favorito la latitanza dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Iamonte, ai vertici dell’omonima cosca della ‘ndrangheta.

L’arresto è stato fatto in stretta collaborazione con i carabinieri della Compagnia di Gallarate e con gli agenti della Polizia di frontiera aerea. Iaria é stato bloccato subito dopo il suo arrivo nello scalo milanese con un volo proveniente da Zanzibar, via Dubai, località dove ha trascorso l’ultimo periodo della sua latitanza.
Sul conto di Iaria pendeva un ordine di carcerazione emesso dal Procuratore generale di Reggio Calabria, Bernardo Petralia.
Le ricerche di Iaria sono state coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri.

Fonte Ansa

Catturato nel cosentino il latitante Francesco Strangio

ROSE (CS) – La scorsa notte i carabinieri di Reggio Calabria e Cosenza hanno arrestato il latitante Francesco Strangio, definito dagli stessi militari “pericoloso”. Strangio, in fuga da un anno, è stato rintracciato a Rose, piccolo centro del cosentino.

Si nascondeva in un appartamento all’ultimo piano di un condominio nel centro abitato.

Francesco Strangio, il latitante arrestato la scorsa notte a Rose dai carabinieri, viene definito dai militari un “pluripregiudicato” e ritenuto contiguo alla cosca Strangio-Janchi di San Luca.

Strangio deve scontare una condanna a 14 anni di reclusione per narcotraffico internazionale per avere negoziato e gestito l’importazione di ingenti quantità di cocaina dal Sudamerica.

Nell’operazione che ha portato all’arresto di Strangio sono stati impiegati anche i carabinieri dello Squadrone Cacciatori di Vibo Valentia.

 

‘Ndrangheta, rintracciato e arrestato latitante a Lamezia

LAMEZIA TERME (CZ) – Francesco Costantino Mascaro ritenuto elemento vicino alla cosca di ‘ndrangheta Iannazzo, attiva nella Piana, è stato arrestato dalla polizia di Lamezia Terme.

L’uomo, 44 anni, era latitante dal 13 marzo scorso ed è stato rintracciato lo scorso venerdì. Il 9 luglio 2018 Mascaro era stato condannato a 8 anni e due mesi di carcere in quanto vicino, secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, a Pietro Iannazzo, esponente di spicco della criminalità locale e coinvolto in attività di estorsione e detenzione di armi.

 

 

 

 

 

 

Arrestato latitante legato a cosca Nirta

SAN LUCA (RC) – I carabinieri del Gruppo di Locri hanno arrestato a San Luca il latitante Antonio Callipari, di 25 anni, legato per vincoli di parentela alla cosca dei Nirta. Callipari nel settembre del 2017 era sfuggito all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Milano, su richiesta della Dda, nell’ambito dell’operazione “Ignoto 23”, condotta dal Nucleo investigativo del Comando provinciale del capoluogo lombardo.

È accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Quando è stato scoperto, Calipari, che si nascondeva in un’abitazione privata, ha tentato di allontanarsi dal retro ma é stato subito bloccato dai militari.

Il giovane era in possesso di documenti d’identità contraffatti che avrebbe utilizzato nel periodo della latitanza. Nella casa in cui si nascondeva, i carabinieri hanno trovato 80 mila euro in contanti.