Archivi tag: legge

Aggressione medico, Misiti «Ddl sicurezza diventi subito legge»

ROMA – «C’è un Disegno di legge che aspetta di diventare legge, ma quante altre aggressioni agli operatori della sanità si dovranno ancora verificare prima che il percorso si concretizzi?». Il deputato calabrese del Movimento 5Stelle, Massimo Misiti, esprime il suo disappunto sulla lentezza con cui si sta affrontando il problema della sicurezza negli ospedali ed in particolare nei pronto soccorso del nostro Paese.

A scatenare il commento piccato del parlamentare, egli stesso medico chirurgo ortopedico, l’aggressione di ieri, a Crotone, alla dottoressa del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio”. «Solo per una fatalità e per il provvidenziale e coraggioso intervento di un venditore ambulante maghrebino – continua Misiti – non si è dovuto registrare un omicidio. È intollerabile che un professionista debba rischiare la vita nell’esercizio del proprio dovere. Penso che il Ddl debba seguire un iter diverso. La sanità non può essere solo malasanità, ma ci si deve occupare anche della tutele di medici e di pazienti. Come Movimento 5Stelle abbiamo affrontato più volte il tema della sicurezza degli operatori sanitari, e lo abbiamo fatto pure qualche settimana fa con un apposito incontro alla sala “Tatarella” del Palazzo dei Gruppi parlamentari, con, tra gli altri, il presidente del Collegio italiano dei chirurghi, Filippo La Torre».

Il Ddl che, lo ricordiamo, introduce disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie nell’ambito dell’esercizio delle loro funzioni, licenziato dal Consiglio dei Ministri ad inizio agosto, aveva già ricevuto il parere favorevole da parte della Conferenza Stato Regioni. Tra gli articoli previsti c’è anche un’integrazione dell’art. 61 del codice penale che disciplina le circostanze aggravanti nei confronti di chi commette reati con violenza o minacce in danno degli operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni. «Mi domando – conclude Misiti – se dobbiamo attendere che ci scappi un morto, un altro, prima di dare un’accelerata al percorso di trasformazione del Ddl. Spero proprio di no!».

Legge sulle persone con disturbi autistici, le dichiarazioni di Giuseppe Giudiceandrea

CATANZARO –  «Mi dispiace leggere che il Comitato Uniti per l’autismo Calabria dica che il consiglio regionale si sia dimenticato delle persone con disturbi dello spettro dell’autismo. Non è assolutamente così. Il tema è importante e delicato e posso rassicurarli confermando che l’iter per la legge in merito sta andando avanti». A dirlo è il capogruppo in consiglio regionale di Democratici e Progressisti Giuseppe Giudiceandrea.
«Ci siamo impegnati, come Terza commissione Sanità, attività sociali, culturali e formative di cui sono segretario – continua Giudiceandrea – per la realizzazione di una legge, la 57/10, che proponga interventi per l’assistenza a favore di persone con disturbi autistici e dello spettro autistico dall’età evolutiva a quella adulta. La legge sta per essere approvata – rassicura il capogruppo di Democratici e Progressisti – Conosciamo, come consiglieri regionali componenti della Commissione, la sensibilità del presidente Mirabello che è stato il primo firmatario e promotore di una normativa che possa aiutare le famiglie delle persone con disturbi di spretto dell’autismo. Allo stesso tempo siamo al fianco di tutte le associazioni che compongono il Comitato Uniti per l’autismo Calabria per valutare le problematiche connesse alla vicenda e sono sicuro che il presidente Mirabello si metterà in moto per risolvere ogni tipo di ostacolo. Il testo della legge 57/10 è stato approvato dalla Terza commissione, attende il parere della Seconda commissione, e abbiamo ritenuto doveroso ascoltare le associazioni che si occupano del tema. Abbiamo accolto i suggerimenti delle associazioni e adesso bisogna seguire l’iter tecnico che porti all’approvazione della legge. Migliorare il lavoro già fatto e non stravolgerlo è la parola d’ordine con cui dobbiamo procedere. Stiamo, inoltre, tenendo conto delle risorse economiche da destinare alla legge e del commissariamento per il piano di rientro della Sanità. Si sono aspettati, purtroppo, venti anni per avere una legislazione sulla questione ma adesso siamo in dirittura d’arrivo – rassicura Giuseppe Giudiceandrea – Affrettare i tempi e fare normative claudicanti non va bene, bisogna fare la migliore legge possibile. Capiamo la necessità e l’urgenza dei componenti del Comitato Uniti per l’autismo Calabria e vogliamo che la normativa sia perfetta. Mi sento, inoltre, di dire a tutti loro che non li lasceremo soli».

Salvaguardia della biodiversità agraria, approvata la legge regionale

CATANZARO – Oggi, 22 maggio 2018, ricorre la giornata Nazionale della Biodiversità Agraria, istituita con la legge nazionale n.194 del 2015. La Regione Calabria ha un motivo in più per ricordare questo evento, in quanto nella seduta di ieri del Consiglio Regionale è stata approvata la proposta di legge, a firma del Consigliere Mauro D’Acri, “Tutela, conservazione, valorizzazione della diversità del patrimonio di varietà, razze e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare del territorio calabrese”.

Con l’approvazione della legge, la Regione Calabria si è dotata di uno strumento normativo sul tema in questione già affrontato dalla maggior parte delle Regioni Italiane nel corso dell’ultimo ventennio, e di recente dal Governo nazionale, con l’approvazione della legge nazionale sulla biodiversità Agraria n. 194 del 2015.

Nonostante il vuoto normativo, la Regione Calabria, ancor prima della Convenzione di Rio del 1992 e del trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche del 1994, ha attuato con l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ex ARSSA e ex ESAC), programmi regionali e interregionali che hanno permesso la tutela e la salvaguardia di razze autoctone, come il suino nero e la vacca podolica, e specie vegetali a rischio di estinzione, ancora oggi conservate nei Centri Sperimentali Dimostrativi dell’Azienda.

La Regione Calabria, con l’attuazione di questa legge, nel rispetto degli obblighi nazionali e internazionali, intende promuovere e garantire l’utilizzazione collettiva di tutto il patrimonio calabrese di varietà vegetali, razze animali e ceppi microbici, attraverso l’istituzione di strumenti regolatori della materia quali il Registro Regionale della Biodiversità Agraria, le commissioni tecnico-scientifiche, di cui fanno parte a pieno titolo le OO.PP.AA, che hanno il compito di individuare e certificare la biodiversità agraria da iscrivere al predetto registro e in quello istituito con la legge nazionale, le modalità di funzionamento delle strutture per la conservazione della biodiversità agraria.

Importante il ruolo dell’ARSAC

Un ruolo centrale sarà svolto dall’ARSAC che, oltre a proseguire nell’opera di conservazione ex situ, secondo le linee guida ministeriali, avrà il compito di gestire il Registro regionale di biodiversità di interesse agrario e la Rete di conservazione, tutela e salvaguardia della biodiversità.

 

La legge copia-incolla presentata da Orlandino Greco

REGGIO CALABRIA – La tentazione del copia incolla è forte anche tra la politica nostrana, soprattutto quando si tratta di assolvere alle funzioni legislative di consigliere regionale. Non ha saputo resistervi Orlandino Greco. Il capogruppo di Oliverio Presidente da giorni va sbandierando ai quattro venti di una sua proposta normativa (clicca qui per scaricare la proposta di Orlandino Greco) recante l’introduzione di incentivi per la diffusione dei veicoli elettrici in Calabria. Nobilissima intenzione se non fosse che il testo è praticamente identico a quello depositato a Montecitorio nel marzo del 2016 dal gruppo dei Cinquestelle alla Camera dei Deputati (clicca qui per leggere la proposta dei Cinquestelle). Si coglie qua e là qualche timida differenza, ma l’impianto del dispositivo è analogo a quello dei pentastellati. Nulla di male nel condividere la medesima idea su un argomento, quello della riduzione di emissioni inquinanti, al quale l’opinione pubblica è particolarmente sensibile. Né in politica si può parlare di plagio. Ma correttezza istituzionale avrebbe imposto all’ex sindaco di Castrolibero, di fare riferimento al documento originale da cui la proposta regionale è stata evidentemente attinta. Se Sparta piange Atene non ride: assurdo che una tale evidenza, colta dal cronista nel giro di pochi minuti, sia sfuggita alla pattuglia calabrese di deputati grillini.

 

Teatro in Calabria, approvate norme per sua programmazione e sviluppo

COSENZA – IL 12 maggio è stata approvata  dalla Giunta Regionale la legge sul Teatro, che ha lo scopo di tutelare e difenderne lo sviluppo. A darne notizia, l’Assemblea permanente del Sistema Teatrale Calabrese, che ha espresso la sua soddisfazione per il raggiungimento di questo obiettivo.

Il testo, che abroga e sostituisce la legge 3 del 2004, accoglie in pieno, nella sua versione finale,  tutte le istanze di questo coordinamento.

Su sollecitazione del Presidente Oliverio e inaugurando una prassi virtuosa, questa Assemblea – che rappresenta oltre 500 persone tra artisti, tecnici, organizzatori e maestranze varie – attraverso un lungo percorso, condiviso ed appassionato, conscia dalle specificità e delle potenzialità del territorio, ha provato a immaginare un sistema teatrale regionale articolato, maturo, professionale, capace di generare un complessivo sviluppo sul lungo termine oltre che ricadute ad ampio raggio.

 

Approvata la legge sui minori non accompagnati, Roccisano: «Giorno positivo»

CATANZARO – L’assessore regionale al welfare Federica Roccisano interviene nel merito della nuova legge sui minori stranieri non accompagnati e parla di «un giorno positivo per i minori e per chi di minori si occupa». E aggiunge: «La Camera dei deputati ha, infatti, oggi approvato la proposta di legge sulle ‘Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati’ che va a riformare il sistema di accoglienza e protezione per i minori stranieri non accompagnati. Si tratta di una legge altamente positiva e che colloca l’Italia quale primo Paese in Europa che sceglie di pensare ai minori stranieri non accompagnati non più come emergenze, ma prima di tutto e sopra ogni cosa quali bambini e adolescenti. È positiva questa legge perché va oltre la mera fotografia della realtà e di chi vorrebbe limitarsi a fornire solo l’immagine dell’emergenza dei flussi umani che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste. È positiva perché mette l’umanità al centro scegliendo di occuparsi di quei bambini che necessitano di cure e affetto e non solo di supporto emergenziale, ma anche di chi, come le famiglie, le associazioni, gli esperti del settore, si possono occupare di loro.

Grazie alla spinta propulsiva e propositiva di realtà come Save the Children, la Camera oggi approva un testo che prevede un forte coinvolgimento del mondo del sociale oltre che delle istituzioni, cambiandone gli asset e mutando anche le tempistiche e che interesserà anche il sistema esistente oggi in Calabria e che grava pesantemente sulle prefetture e sui Comuni. La prima accoglienza avrà durata limitata a 30 giorni, in modo da evitare fughe di giovani e inutili parcheggi. I tribunali dei minori avranno un ruolo centrale: essi dovranno aprire un albo di tutori volontari, affinché ciascun minore abbia un tutore e gli albi si potranno costruire a partire anche da gruppi di cittadini, formatisi appropriatamente, che decidono di diventare “adulti di riferimento” dei nuovi giovani cittadini.

Infine, l’aspetto più importante è quello che coinvolge e attiva le famiglie che potenzialmente possono diventare affidatarie dei minori. In tal senso, concordemente con il Garante dell’Infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, intendiamo convocare a breve il tavolo degli affidi per ragionare insieme ai componenti del tavolo sulle modalità di collaborazione sui territori, al fine di attivare gli albi e gli elenchi delle famiglie presso i Comuni, con la certezza che al futuro migliore dei minori stranieri non accompagnati potrà contribuire ognuno di noi».

L’attività fisica nelle prescrizioni mediche, presto una proposta di legge

RENDE (CS) La Calabria potrebbe dotarsi, presto, di una legge che prevede la possibilità, per i medici, di prescrivere, in ricetta, l’attività fisica ai pazienti, al pari di terapie, pillole e cicli antibiotici come rimedio all’obesità, al diabete, alle malattie cardiovascolari e neurologiche. È quanto emerso dal convegno, promosso dall’Arcifisa, dal Circolo ACLI di Rende “Raffaele Amerise” e dal Circolo ACLI Cosenza “Deus caritas est”, che si è svolto nei giorni scorsi a Rende. Il consigliere regionale, Giuseppe Giudiceandrea, ha accolto la proposta delle tre associazioni mettendosi a disposizione per preparare il testo di legge, condividerlo con i colleghi del Consiglio regionale e depositarlo in Commissione sanità e attività sociali della Regione. La Calabria, ha sottolineato Antonio Gradilone dell’Associazione Medici Sportivi, è tra le regioni con più giovani in Italia, ma anche quella con i cittadini più pigri. Diventa, dunque, importante investire in prevenzione, sensibilizzando soprattutto le nuove generazioni ad assumere uno stile di vita sano. In Piemonte una recente proposta di legge regionale consente ai medici di prescrivere l’attività fisica, mentre in Veneto ed in Emilia Romagna sono già una realtà le palestre della salute in cui sono partiti progetti sperimentali a scopi preventivi e terapeutici. Per Giovanni Misasi di Biologi Senza Frontiere è necessario promuovere, oltre allo sport, anche una corretta alimentazione e valorizzare, nel contempo, i borghi calabresi attraverso il progetto “Borghi della salute” in cui dieta mediterranea, bellezze territoriali e attività fisica, insieme, favoriscono la cultura del benessere nell’individuo. «Come Forum Terzo Settore di Cosenza e hinterland – ha affermato il portavoce, Antonio Tiberi – siamo disponibili a sostenere questa iniziativa coinvolgendo tutta la nostra rete”. Entusiasta anche Francesca Stancati, delegata provinciale CONI Cosenza che ha sottolineato il ruolo importante dello sport per bambini e ragazzi». Arcifisa e i circoli ACLI, insieme ai rappresentanti dell’Associazione Medici Sportivi, del CONI, di Biologi senza Frontiere, del Forum del Terzo Settore e di Maurizio Alfano, capo struttura del consigliere Giudiceandrea, si sono dati appuntamento per i prossimi giorni al fine di mettere insieme idee e proposte e lavorare al testo di legge.

Centri storici: disegno di legge regionale per la loro salvaguardia

REGGIO CALABRIA – Sui centri storici, i consiglieri regionali Carlo Guccione del Pd e Giuseppe Giudiceandrea dei Democratici Progressisti, hanno presentato una proposta di legge per la loro valorizzazione. Si tratta di un provvedimento – è detto in un comunicato – in grado di innescare un cambio di rotta in relazione alle politiche di recupero e valorizzazione dei centri storici. Il cambio di passo segna una differenza rispetto alle logiche del passato. I centri storici non possono essere considerati soltanto “gioielli incastonati” nel nostro territorio. Sono soprattutto “fabbriche” di ricerca, innovazione, lavoro e nuova occupazione: meritevoli, pertanto, sia degli investimenti che il Por Calabria e le più recenti norme statali riservano alla prevenzione del rischio sismico e alla valorizzazione del patrimonio culturale, ma anche di quelli destinati all’efficienza energetica e alla mobilità sostenibile, alla promozione dell’occupazione, alla capacità istituzionale, alla ricerca ed all’innovazione, all’attrazione ed alla competitività del sistema produttivo. Partendo dalla possibilità di accedere ai benefici del Sisma Bonus 2017, potranno essere detratti dal 50% all’80% delle spese sostenute per l’adeguamento sismico di prima o seconda casa, di immobili adibiti ad attività produttive, di condomini. «La città antica – afferma Guccione – ha bisogno in primo luogo di essere conosciuta sin nelle sue pieghe più recondite: negli strati sociali che la abitano; nei monumenti che la popolano; nella sua geologia e morfologia; nello stato delle proprietà pubbliche e private; nelle necessità di intervento più immediate; nelle attività produttive che ancora vi si svolgono. Probabilmente la possibilità di godere di questi beni di eccezionale valore sarà una eredità che lasceremo alle future generazioni; ma questo deve essere avvertito non come un limite, ma piuttosto come uno sprone. Ai nostri giorni, bisogna prendere atto che abbiamo bisogno di tempo e di dedizione, di studi, di progetti sensati. Sarà però un tempo fertile: trasformare i centri storici in “grandi fabbriche” all’interno delle quali impiegare professionisti, operai, artigiani li renderà il cuore vivo e palpitante delle realtà urbane di cui fanno parte. E’ un’inversione culturale attraverso la quale il risultato non sarà l’ennesima opera pubblica più o meno bella ancorché ininfluente, ma il lavoro incessante di misurazioni, indagini, conoscenza e progettualità: il fine ed i mezzi dovranno finalmente saldarsi tra loro, liberati dall’affanno del tempo e dall’assillo del risultato immediato».

Legge Delrio, riunione dell’Osservatorio regionale

CATANZARO – Si è riunito oggi, nella sede della Cittadella regionale a Catanzaro, l’Osservatorio per l’applicazione della legge “Delrio”, composto dai presidenti delle Province, dal Capo di Gabinetto della Giunta Gaetano Pignanelli e dal Vicepresidente della Regione Antonio Viscomi, tutti accompagnati dai rispettivi dirigenti, al fine precipuo di riprendere l’azione di indirizzo e di governo per la più adeguata e funzionale attuazione, in sede regionale, delle riforme che hanno coinvolto gli assetti provinciali a seguito della legge 56 del 2014. In effetti – informa una nota dell’ufficio stampa della giunta -, l’attività dell’Osservatorio era stata in qualche misura congelata dall’approvazione parlamentare della riforma costituzionale e dallo svolgimento del referendum del 4 dicembre, i cui esiti negativi hanno confermato il ruolo delle Province come enti costitutivi della Repubblica e chiedono ora, a livello centrale, un affinamento complessivo del processo riformatore avviato da qualche anno. Al riguardo, in apertura della seduta, il Vicepresidente Viscomi ha evidenziato la complessità della situazione attuale, per il convergente effetto di una duplice circostanza: da un lato, la riduzione delle risorse disponibili, imposta dalle politiche di governo, che riguarda sia le regioni che le province; dall’altro lato, l’urgenza di trovare soluzioni ai bisogni dei territori tenendo conto di una distribuzione di competenze a volte poco chiara. Da qui l’esigenza, espressa dal Vicepresidente, di riprendere con immediatezza il dialogo bilaterale tra Regione e singola Provincia al fine di definire in modo condiviso lo stato dei rapporti di credito-debito relativi alle risorse finanziarie e strumentali per l’esercizio sia delle funzioni trasferite sia delle funzioni rimaste, per varie ragioni, in un limbo operativo. Tutto ciò al fine di stabilire uno scenario ordinato su cui innestare incisive azioni di riforma della geografia amministrativa regionale, tenendo conto della condizione oggettiva ma anche delle potenzialità degli enti locali. Il Presidente dell’UPI e presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, ha evidenziato lo stato di estremo disagio finanziario delle Province richiamando l’attenzione, in particolare, sull’esercizio delle funzioni c.d. residuali o non fondamentali, non ricomprese dalla legge regionale fra quelle oggetto di trasferimento alla regione e che incidono in maniera significativa sulla qualità della vita delle comunità locali. Il Vicepresidente della Provincia di Vibo Valentia, Pasquale Fera, ha richiamato l’importanza di una collaborazione più stretta tra gli uffici amministrativi degli enti al fine di completare velocemente il lavoro dei tavoli bilaterali sullo stato dei rapporti di credito-debito, avanzando anche la proposta di utilizzare unità di personale proveniente dalle province e inserito nei ruoli regionali in funzione di affiancamento e supporto per gli uffici provinciali. Il Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, ha richiamato l’attenzione sull’urgenza che la Regione riconosca nelle Province leali collaboratori istituzionali promuovendo una significativa devoluzione a loro favore di attività progettuali, gestionali ed operative. Infine il Presidente della provincia di Crotone, Nicodemo Parrilla, ha rimarcato l’esigenza di definire con chiarezza i rapporti con la Regione anche per quanto riguarda il personale regionale ancora operante nelle sedi di pertinenza provinciale. In relazione ai temi trattati, il Vicepresidente Viscomi ha condiviso l’esigenza di ragionare sempre in chiave di sistema ed in una prospettiva di leale collaborazione tra istituzioni chiamate tutte a dare risposte ai bisogni, spesso primari, dei cittadini. Ha poi rimarcato il valore strategico dei tavoli bilaterali chiamati a definire le questioni da tanti anni rimaste in sospeso – per i quali ha chiesto ai dirigenti di tutti gli enti presenti, compresa la Regione, la massima collaborazione – ma anche ad individuare e selezionare i punti reali di incertezza da risolvere sul piano politico, fermo restando che l’obiettivo da sempre espresso dal Presidente Oliverio è quello di una regione snella, di programmazione e non di gestione. Anche in questa logica, il Vicepresidente ha auspicato che dall’Osservatorio stesso possa derivare un utile impulso al processo riformatore anche sul piano legislativo, atteso che le regole di gestione del bilancio impongono di percorre, per alcune questioni specifiche e soprattutto per l’attribuzione di risorse finanziarie, proprio la via dell’intervento legislativo. In questa logica, i partecipanti all’Osservatorio hanno concordemente deciso di convocarsi per il prossimo quattro aprile, al fine di accelerare e monitorare l’intero processo riformatore.

On. Graziano, le proposte e gli interventi dopo gli episodi di Melito Porto Salvo

COSENZA – «L’orrore di Melito Porto Salvo è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno sociale che, purtroppo, è diffuso nella società moderna. E che si consuma nel silenzio. La violenza non ha connotazioni sociali ed un tessuto sociale debole favorisce non solo i casi di sopraffazione ma soprattutto la difficoltà per le donne a denunciare e quindi di uscire dal vortice tenebroso dei maltrattamenti. È prioritario sostenere iniziative mirate a contrastare il fenomeno. Ecco perché, se si vuole dare un segnale forte e tempestivo, sarebbe opportuno valutare, discutere e approvare la proposta di legge, da me presentata, per istituire un fondo per le vittime ha proprio queste finalità, già al vaglio dell’apposita Commissione». È quanto dichiara il Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria, On. Giuseppe Graziano, che lo scorso luglio 2016, al termine di un lungo e attento confronto con i giovani della direzione regionale di Forza Italia, ha presentato in Regione una proposta di legge per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà.

 «Se da massima Istituzione regionale si vuole dare una risposta forte e tempestiva – dice Graziano – abbiamo gli strumenti per poterlo fare. Serve confrontarsi e rendere operativa la proposta di legge, già presentata e al vaglio degli uffici preposti. Certo, non si tratta di uno strumento che servirà a debellare completamente gli abusi e i soprusi sulle donne, ma sicuramente sarà – conclude il Segretario questore – un ottimo sostegno per denunciare le violenze e cercare un riscatto sociale.»

 Violenza

«La proposta di legge – presentata da Graziano lo scorso luglio 2016 – è dettata soprattutto dalla necessità digarantire alle donne che hanno subito violenza o maltrattamenti, il riscatto della propria vita attraverso il reinserimento lavorativo, come strumento fondamentale per ridefinire percorsi autonomi raggiungendo o recuperando un’autosufficienza economica, basilare per il recupero sociale e psichico. La proposta di legge, inoltre, integrando le politiche per le pari opportunità, della non discriminazione e le politiche per il lavoro, intende finanziare, con le risorse del Fondo sociale europeo, interventi di reinserimento sociale attraverso il lavoro. Un programma, questo, attivabile da subito attraverso il coinvolgimento diretto dei Centri antiviolenza, dei Servizi sociali e dei Centri per l’impiego territoriali, messi in rete con tutti gli operatori pubblici e privati che operano con impegno e competenza nell’ambito del contrasto alla violenza contro le donne e a sostegno delle vittime.Ancora, la nuova legge, posta all’attenzione del Consiglio regionale della Calabria, intende istituire un fondo di solidarietà per il patrocinio legale gratuito del quale possono beneficiare tutte le donne vittime di violenza e maltrattamenti che intendono sporgere denuncia per un reato consumato o tentato sul territorio calabrese. Già a partire dall’entrata in vigore della legge. Una misura importante considerato che, spesso, il fenomeno della violenza rimane sommerso, perché la mancanza di indipendenza economica in molti casi costringe le donne a subire in silenzio e a non denunciare gli aggressori.»