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Gabriele Muccino ospite durante la Social Media Week, oggi in uscita il film

ROMA – Social Media Week e Gabriele Muccino. Un connubio inedito, al pari delle storie che il regista confeziona  con grande talento e introspezione, per il pubblico italiano. Da oggi, in tutte le sale, l’ultimo film “L’estate Addosso”: al centro un viaggio di maturandi, le loro angosce, i loro melodrammi, i primi amori estivi e quei mutamenti, repentini e assoluti, tipici di un’età che ritorna a farsi sentire solo nei ricordi, generalmente ricchi di nostalgia. Marco, il giovane protagonista interpretato da Brando Pacitto, al seguito di un risarcimento ottenuto dall’assicurazione, parte per una vacanza a S. Francisco e qui si ritrova, suo malgrado l’odiata compagna di classe, Maria, con la quale però tutto è destinato a mutare. Una storia in cui i protagonisti, come sottolinea Muccino, “si bastano” fino a non sentire più il bisogno di trascorrere del tempo su quei social tanto odiati, riscoprendo il valore della conversazione verbale, del confronto e della vicinanza fisica.

Un dialogo e una riflessione, quella legata al mondo web, evidenziati in occasione della Social Media Week romana, l’evento digital più famoso al mondo, durante il quale, lo scorso lunedì, presso la casa del cinema, è stato ospite lo stesso regista insieme ai suoi attori principali  (Pacitto e Matilda Lutz) per discutere del criptico rapporto che i ragazzi della generazione attuale hanno con il mondo rete e con i social network in particolare. In un’era in cui tutto diventa materiale cibernetico e qualsiasi sentimento tende a subire una deformazione, teneramente Pacitto e la Lutz dichiarano di usare i social in modo mai eccessivo e spontaneo, mantenendo più possibile la sfera del privato e della scelta personale.  L’ intervista incentrata sulle aspirazioni degli attori, sul difficile rapporto tra la vanità degli artisti e il loro bisogno di evasione e privacy e persino sulla capacità, amplificata dalla rete, di scoprire talenti, dura circa un’ora e analizza, chiacchiera dopo chiacchiera, il mondo del cinema e le sue trame alla luce delle inevitabili evoluzioni della società 2.0. Assente solo l’interazione con il pubblico, capace di aggiungere, forse, un tantino di brio e di curiosità in più a quello che si preannuncia un successo già conclamato.

Lia Giannini

 

 

 

 

La Grotta dei desideri: trionfa la sensualità di Ileana Colavitto

gdd 2AMANTEA (CS) – Ci sono linguaggi che solo la moda riesce a veicolare. La sua capacità di generare messaggi, mistici e differenti,  talvolta spiazzanti, talvolta misteriosi, a volte persino nostalgici, è ciò che fa del fashion, un patrimonio nazional popolare. Chiunque, uomo o donna che sia, professionista del settore o meno, di fronte ad un abito, ad una collezione, sembra ammutolire e cedere all’emozione che finisce col tradursi in successo quando ci si trova al cospetto di eventi come quello de”La grotta dei desideri”.

Lo scorso 4 Agosto, tra le stelle del Parco La Grotta, la suggestiva cornice amanteana che da anni racchiude i sogni di giovani stilisti di tutta Italia, si è conclusa la dodicesima edizione del suddetto concorso. Una serata che, nonostante la durata, ha visto la partecipazione attenta ed entusiasta di un’ inaspettata folla, durante la quale alla consueta bellezza delle creazioni, si sono alternati momenti comici ed interviste. Madrine dell’evento,  le attrici Milena Miconi e Anna Falchi, entrambe particolarmente amichevoli e alla mano, che si sono lasciate andare a confidenze e racconti della propria vita, privata e professionale. Proprio la Falchi, ultimamente poco presente nella tv di servizio, ha anticipato l’avvento di un programma, nel prossimo autunno, che la vedrà, sul digitale, alle prese con il mondo delle donne e delle spose. Donne che, ancora una volta, hanno finito con l’essere protagoniste assolute dell’ intero concorso. A loro e alle loro versatili capacità di adattamento, alle mille condizioni quotidiane, alle sfaccettature proprie del mondo femminile alla luce della società multietnica in cui viviamo, si sono ispirati Ma Shè, Maria Ambroggio, Elena Vommaro e Sara Neglia, Benedetto Talarico, Carmelo Mazzuca, Angela Pia Caterino e Angela Rago, Immacolata Greco, Enrica Benedetta Vadalà, Tiziana Pansino, Francesco Lorenti, Ilenia Barone, Maria Mineo, Maria Gaeta, Alessandra Rossi, Clorinda Toscano, Rossella Isoldi, Ina Bordonaro, Stefano Montarone, Rocco Fusillo, Giovanni Cirillo, Ilaria Blanda, Ileana Colavitto, Rossana Pane, Alessandro Torti e Sara Nicolucci. gddgdd 4

In un crescendo di collezioni talvolta esageratamente eccentriche e di sicuro non proprio usuali, a spuntarla, in cima agli altri, tre giovanissime designers: Ilenia Barone, terza classificata, vincitrice di 300 euro, Immacolata Greco, arrivata seconda a cui è toccata una borsa di studio di 700 euro e Ileana Colavito, vincitrice assoluta, a cui è andato un premio in denaro, finanziato da Banca Mediolanum, pari a 1500 euro. I suoi abiti, eleganti ma mai troppo sui generis, hanno fatto innamorare la giuria, che ne ha premiato, probabilmente, la ricercatezza dei tessuti, la pregiatezza dei tagli, la creatività e la sartorialità. Una mini capsule dedicata alle donne arabe, concepite secondo un’ ideale libertà di espressione che le vede lontane da qualsivoglia forma di sottomissione e capaci di coniugare una sensualità, mai volgare, ad una  femminilità spesso repressa. Una collezione, intrisa di fascino e seduzione, almeno quanto quella presentata in apertura da Graziano Amadori, i cui abiti in pizzo, tra il nero e l’oro, hanno estasiato la platea. Abiti intrisi di stile e di passione, carichi di una trasgressione mai esagerata, tra un vedo-non vedo che piace tanto al popolo femminile. A completare il quadro di una piacevole serata, il trio comico, direttamente da Colorado, composto da Enzo Polidoro, Claudia Borroni e Didi Mazzilli, che, soprattutto nel finale, è riuscito  a coinvolgere il pubblico, nonostante la tarda ora, smuovendo risate a crepapelle da vero mal di pancia. Un’organizzazione, in definitiva,  curata nel dettaglio, precisa a dispetto dei tanti eventi di ben più ampia fama , degna dimostrazione di una volontà e di un talento, anche quello, che spesso poco ha a che fare con le dinamiche economiche. Del resto i sogni son desideri, ce lo insegna  Cenerentola.gdd 5

Ph: Settimio Martire

Lia Giannini

Anteprima “La Grotta dei desideri”: la figura della donna al centro della dodicesima edizione

gddCAMPORA SAN GIOVANNI (CS) – Quattro serate dedicate alla moda, alla bellezza, ma soprattutto all’impegno e al talento. “La Grotta dei desideri”, il concorso calabrese per fashion designer ha aperto ufficialmente ieri, a Campora, le danze della sua dodicesima edizione. Una serata, la prima di quattro imperdibili appuntamenti,che ha preannunciato sorprese e novità ma anche il persistere dei tradizionali momenti del concorso che, nel tempo, ne hanno decretato il suo successo. Un evento, come ci tiene a ripetere più volte il suo direttore artistico Ernesto Pastore, volutamente realizzato senza il minimo aiuto da parte della Regione e della Provincia. Senza fondi, senza bandi. Solo la caparbia, l’impegno, la volontà e la convinzione di quanti, anni or sono, hanno sposato un progetto che come tanti, punta alla valorizzazione del talento giovanile nella speranza di offrire loro un futuro degno di tale nome, e continuano, anno dopo anno, a lavorarci duramente. Durante la serata di anteprima, preludio del tanto atteso Gala nel Parco della Grotta di Amantea previsto per il 4 Agosto,  che sancirà i vincitori del concorso al quale andranno rispettivamente due borse di studio, l’una, per il primo classificato pari a 1.500 euro, l’altra a 700, 25 stilisti hanno dato un assaggio delle loro creazioni, raccontando e raccontandosi ad un pubblico attento e interessato.

Una serata, quella di esordio,  ben costruita, che ha dato prova, nonostante l’atipicità del contesto, di un livello piuttosto elevato dal punto di vista sartoriale e creativo. Suddivisi in cinque blocchi, ciascuno secondo il mood di ispirazione, per ogni designer ha sfilato un abito della mini capsule. Tessuti fluttuanti, sete, pizzi, pelle, trasparenze e colori, senza alcun limite creativo, hanno fatto capolino in una piazza di certo nuova alla bellezza della moda che, come sempre, affascina, emoziona, irretisce e cattura. Tema portante di tutta l’edizione, l’immagine della donna, ora sensuale, ora austera, ora libera e determinata, ora geisha e un po’ orientale. Ad aggiudicarsi il primo di una serie di premi stanziati dal concorso, quello di 300 euro messo in palio dalla società “Calabria’s”, Ilaria Blanda sulla quale le culture etniche dimostrano di esercitare un certo fascino e che ha voluto proporre un abito elegante, dai ricami sofisticati dietro i quali si nascondono fantasie e messaggi del futuro. Abiti da sogno per tutti i gusti ma anche tante chiacchiere quelle al centro dell’ Anteprima,scandite dal giusto ritmo e spesso invise di emozioni e ricordi.gd1

gd2Ospite speciale il ciclista Claudio Chiappucci. L’ex diablo, collezionista di vittorie al Tour De France e al Giro D’italia, si è raccontato, senza troppi filtri, con entusiasmo e garbo. A fare da cappello alla sua intervista, il defilè di costumi di Anna Calviello e gli splendidi occhiali di Vision Ottica Muto. Stasera sarà la volta della Fashion Dinner, un’occasione per esaltare il connubio tra moda e gusto e per dare la possibilità ad una delle signore che prenderanno parte alla serata, di vincere un abito su misura. Seguirà, domani, il dibattito “Dalla parte delle donne” che esplora l’emergenza del femminicidio, in attesa di rifarsi nuovamente gli occhi durante l’ultimo appuntamento, quello del Gala’, il 4 Agosto ad Amantea.

 

Lia Giannini

 

 

 

A San Lucido, i cento anni di Nonna Ida

cento anniSAN LUCIDO (CS) – La vita è un’imprevedibile sorpresa. Ciò che ti toglie, spesso, te lo restituisce con interessi. Lo sa bene Ida Carbonaro, vedova Caruso, nota a tutti come “nonna Ida” che oggi, anzi sarebbe meglio dire, ormai, ieri, ha compiuto esattamente 100 anni. Un traguardo atteso e agognato dall’  adorabile bisnonna che ai suoi occhi ormai affaticati, antepone la vista più bella, quella del cuore. Continua a ripetere, a chi emozionato la saluta e le fa gli auguri, che è tutto troppo per lei e che non se lo merita. In onore del suo compleanno, San Lucido, un grazioso paesino sul mare della costa tirrenica, in Calabria, si è mosso per festeggiarla. Una cerimonia iniziata tra gli applausi come per una sposa, una targa di commemorazione, il ricordo dei nipoti e della figlia, una festa alla presenza di tutto il paese, tra dolci e fotografie. Lei che non smette di ringraziare il Signore, nonostante la vita le abbia spesso regalato dolori e fatiche. Lei che senza il suo mare si sente persa e moribonda, lei che pranza ogni giorno con un bicchiere di vino e continua a benedire chiunque le passi d’avanti. Lei, che della dolcezza e della tenerezza ha fatto il suo modus vivendi  A renderle omaggio, amici, parenti e tutti coloro che le vogliono bene. Persino Rai Uno, accorsa da lontano, le ha preparato un servizio “speciale”. Qualcuno le augura altri cento anni mentre nonna Ida dichiara commossa, che il suo obiettivo, lei, lo ha già raggiunto. Per anni ha continuato ad invitare tutti al suo centesimo compleanno, quasi come se in cuor suo già sapesse, la gioia che quel Dio che prega così tanto, le avrebbe regalato. Sarà per quei debiti avuti con la vita che, dopo averle tolto un marito e una figlia, aveva davvero da farsi perdonare. La sua è una storia di umiltà e generosità, di quelle che andrebbero raccontate ai bambini, quando si vuol far loro bene all’anima e al cuore e che un giorno potrebbe davvero cominciare così: “C’era una volta una dolce nonnina…”.

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Tanti Auguri Nonna Ida

Lia Giannini

 

Torano si trasforma in una “fabula” grazie a Cristina D’Avena

FB_IMG_1468411713446TORANO (CS) – Non avrebbero desistito neanche se Cristina d’Avena, la regina dei cartoni animati più belli di tutti i tempi, ieri ospite a Torano,  fosse arrivata con un giorno di ritardo. Sorriso smagliante, voce e aspetto fisico inalterati nel tempo, la cantante ha condotto verso le battute finali, il saggio di fine anno dell’Art Show Dance Academy, la scuola di danza e spettacolo  diretta da Giuseppe Ferraro, Lucia Amodio e Mafalda Ferraro , che da anni, oramai, raccoglie successi e consensi dentro e fuori dalla Calabria. Tre sedi fisse, undici anni di spettacoli e un corollario di riproduzioni  che, nel tempo, hanno accresciuto il valore dell’Accademia al punto da favorirne la partecipazione ad alcune trasmissioni televisive nazionali.

Proprio ieri, nella storica piazza di  Torano Scalo, davanti ad un pubblico gremito degno di un concerto di Vasco Rossi, per più di quattro ore, è andato in scena “Fabula”, il cui obiettivo, dichiaratamente espresso da Ferraro, è stato quello di “traghettare gli adulti in  un sogno magico, aiutandoli a sentirsi, almeno per una sera, ancora un po’ bambini”. Un intento perfettamente riuscito, seppure  nei tempi decisamente lunghi e con qualche problematica di organizzazione, legata all’assenza di controllo nel pubblico che, in alcuni casi,  incurante delle proteste dei presenti seduti per visionare lo spettacolo, ne ostruiva la vista davanti al palco. Inconvenienti del mestiere, direbbe qualcuno, segno tangibile, quantomeno, dell’interesse e dell’attenzione che questa scuola professionale, riesce a raccogliere. A stupire, nel corpo di ballo, i più piccoli. Originali, musicali, precisi e talentuosi, hanno dato prova di grande professionalità, aspetto spesso lesinante nelle scuole di danza del sud, altra testimonianza della passione e della precisione che anima i  docenti,invece, dell’accademia. Magici i costumi e frizzanti le coreografie, soprattutto quelle dedicate al mondo delle fiabe, tra le quali  Peter Pan” e Maleficent. Cris D'avena

Un successo acclamato e previsto, data la fama dell’ Art Show Dance e il gran numero di iscritti presenti, amplificato dal desiderio, esploso anche sui social, di incontrare la beniamina di tutti i tempi, Cristina D’Avena. Un modo in più per tornare bambini, un desiderio persino più evidente negli adulti che nei fanciulli. L’icona di grandi e piccini  ha regalato attimi di spensieratezza e sorrisi, in un viaggio indietro nel tempo, intonando le note di “Jhonny, Memole, Pollon, Sailor Moon, Lady Oscar, Dragon Ball, Doraemon, Occhi di gatto, Kiss me Licia, Rossana” e tante altre ancora. Per lei solo applausi e cori da stadio, proprio come in ogni fabula che si rispetti.

Lia Giannini

 

 

I Miserabili: di scena al Garden la compagnia Skanderberg, tra miseria e patriottismo

00717.00_00_07_20.Immagine001RENDE (CS)  – Formare giovani artisti completi. ‘E diventato questo l’ obiettivo di quella che un tempo nacque come scuola di danza ed oggi è, a tutti gli effetti, un luogo in cui ballo, canto e recitazione si intrecciano, in un unico grande abbraccio, per dar vita a quadri e musical di grande intensità:la scuola d’arte di Mirella Castriota. Come ogni anno, a ridosso del saggio finale, la compagnia Skanderberg, nata nel 1985 e fucina di talenti per moltissimo tempo (ultimo il giovanissimo Renato Capalbo, oggi nel corpo di ballo del celebre Notre Dame De Paris), si cimenta nella realizzazione del classico musical. Per la chiusura dell’ anno accademico 2015/2016, Luca Ziccarelli e Mirella Castriota, registi dello spettacolo, hanno scelto di riesumare la celebre versione de “I Miserabili” ispirata al film musicale di Tom Hooper (tratto dall’omonimo musical) e andata in scena al Teatro Garden di Rende.

Un’ opera particolarmente complessa, attraversata da temi forti, a tratti pericolosamente pedante, nei quali libertà, giudizio, povertà, patriottismo, amore e disperazione trovano il loro spazio. Cadute e risalite, peccati e redenzioni, sono stati il centro dell’interesse del regista  e protagonista assoluto, che nel ruolo di Jean Valjean, ha interpretato un uomo, appena uscito di prigione e in cerca di redenzione. Perseguitato, dopo aver fatto fortuna come imprenditore e sindaco di provincia, dal perfido Javert (Gianmarco Marcianò), è costretto a fuggire nuovamente portando con sé la piccola Cosette, (Elena Panza-da bambina e Sara Froio), che alleva come una figlia. Lo spettacolo, che racconta una Parigi post resurrezione, nell’arco di vent’anni, riflette, come davanti ad uno specchio, i problemi sociali e le vite della parte più disperata del mondo, quella, appunto dei miserabili  e tocca le corde di anime che assistono, più ad un dramma immaginario che reale.

Ad applaudire, incurante delle inevitabili quanto perdonabili imprecisioni, un pubblico entusiasta e gremito. A spiccare, tra i giovanissimi attori, una simpaticissima Maria Assunta Castellano, nei panni di un’ opportunista  Madame Thenardier  e la bella Giada Cosenza, le cui doti canore risaltano tanto quanto la recitazione. Un plauso speciale alla piccola Cosette, alias Elena Panza, garbatamente emozionante nonostante l’età giusta per sbagliare. Apprezzabili le scenografie di Alessia Lucchetta e i costumi di Patrizia Castriota. Nel complesso, l’intera rappresentazione funziona, più negli assoli che nei quadri corali, dove è la danza in quanto tale, ad emergere meno rispetto al passato e a dare, certamente, meno brividi di ciò che potrebbe.

 

Lia Giannini

ModaMovie spegne venti candeline. Curiel incanta il Rendano

applausi x Curiel‹‹ Scegliete un lavoro che amate e per il quale siete disposti a mettervi in gioco ogni giorno, migliorandovi. Studiate, studiate, studiate. Osservate ogni cosa, soprattutto qualora provenga dal passato e non pasticciate: rispecchiate il corpo della donna, sempre››. ‘E il 2016, internet e la rete hanno cambiato il modo di approcciarsi alla moda, di conoscerla, di acquistarla. Esistono i designer e poi le fashion blogger. La creatività, in materia di fashion, implica la sperimentazione, l’errore, l’inusuale. Molto, troppo forse. Perché se osservando una collezione come quella di Raffaella Curiel, haute couture storica dell’Altamoda ci si incanta ancora a sognare, vuol dire che non tutto è davvero così cambiato. Il compleanno di ModaMovie è appena passato. Vent’anni. L’età in cui ci si sente grandi abbastanza da poter osare e rischiare qualsiasi cosa ma ancora troppo piccoli per farlo fino in fondo. Una riflessione che accompagna l’età umana ma che si adatta benissimo anche ad un festival diventato così importante in una terra del Sud, dove di moda e di cinema si parla sempre di rado. Un tema difficile quello stabilito dalla commissione, “Nel Presente”, interpretato nelle più disparate maniere dai venti designer provenienti da tutta Italia e non solo, pur di accaparrarsi uno degli importanti stage messi in palio dal concorso volto a premiare il talento. Talmente difficile da rischiare, forse, di andare un po’ oltre le righe, travalicando un limite che rischia di togliere spazio all’ eleganza. O almeno, quella è l’impressione che dilaga tra gli interni di un  teatro che ormai raggiunge i suoi livelli di overbooking senza troppo sforzo.

prima classificata vertModamovie è da sempre un’occasione d’oro  per Cosenza e lo è stata anche quest’anno. Nonostante le difficoltà a confrontarsi con un mood fin troppo ampio, da qualcuno interpretato alla luce delle recenti evoluzioni tecnologiche, da qualcun altro  letto nel suo senso di disagio e di turbamento volutamente riflesso nelle creazioni. Ad aggiudicarsi il premio della ventesima edizione un’incredula Margherita Maria Marchioni da Gorizia, i cui tessuti artigianali si alternavano a taffetà colorati generando un effetto Africa molto apprezzato dalla giuria. Abiti ecologici dalle forme geometriche ottenute modellando il rame. Un tocco di inusual in una platea di luci a led e ispirazioni futuristiche che sembra aver convinto la giuria, forse un po’ meno il pubblico, particolarmente favorevole alla seconda classificata, l’avellinese Valentina Iannone che ha presentato due abiti “trasformisti”, capaci di passare dal candore del bianco al colore dei graffiti con un semplice tocco di mano. A lei è riservato lo stage presso un altro straordinario atelier, quello di Sabrina Persechino. Terzo posto, invece, per Maria Gisella Sapienza e per i suoi abiti dal sapore essenziale nel quale confluiscono Oriente ed Occidente in un mix minimal. Un posto speciale è toccato, invece, a Claudia Micheli, che nonostante il mancato posizionamento è riuscita ad aggiudicarsi uno stage presso la fondazione Ferrè e, come da consuetudine del Festival, all’altrettanto talentuosa Teresa Mutuale che con l’originalità dei suoi abiti, ispirati alla psicologia dei tempi moderni, ha conquistato la giuria Junior. Una gara faticosa, entusiasmante, a cui si è frapposto il sogno, l’eleganza e il romanticismo della collezione di Raffaella Curiel. A lei e ai suoi abiti fluttuanti e colorati, gli applausi più scroscianti. Un giardino di tessuti e di toni in cui nulla è lasciato al caso, incluso l’incarnato delle modelle. Giallo, rosa, verde e corallo i toni predominanti per una stilista che, nonostante gli anni di esperienza, ancora si emoziona. ModaMovie parla al talento, ma è l’arte la vera sposa del cuore.

ph: Francesco Farina

Lia Giannini  

Il “Gusto del Sud”. ModaMovie celebra, con un convegno, il connubio tra moda e gusto

gusto del sudModa e cinema ma anche turismo e gusto.  Modamovie valorizza il talento ma soprattutto il territorio. Ieri, nonostante una ridente giornata festiva, il festival è entrato nel vivo con uno degli appuntamenti più attesi: il convegno “Il Gusto del Sud”. Un’occasione per approfondire e discutere, grazie all’apporto e all’intervento di esperti del settore, il tema dell’enogastronomia e l’importanza di fidelizzare i turisti, operando in termini di marketing territoriale, affinché la genuinità della Calabria venga riconosciuta e apprezzata in tutto il mondo. A discuterne sono stati i docenti Michele De Luca e Magda Antonioli, il Direttore del Dipartimento di Farmacia e Scienze della Salute dell’ Università della Calabria, Sebastiano Andò, la nutrizionista Achiropita Curti, Vittorio Caminiti e lo chef Antonio Salituro.

Decisamente più denso di partecipanti, il defilè che ha seguito al convegno. Uno showcase a bordo piscina come si conviene agli eventi di maggior glamour, presentato dalla conduttrice e modella Francesca Russo che ha sfilato, insieme a cinque bellissime modelle curvy, gli abiti di Elena Mirò. Ad intrattenere gli ospiti, intermezzi musicali a cura dei giovani pianisti Luigi Maria De Gaudio e Lorenzo Caravetta e del noto chitarrista Massimo Garritano. A conclusione del pomeriggio, una degustazione di  “Sapori Mediterranei”, iniziativa ormai consolidata del festival e mezzo di valorizzazione delle eccellenze locali.

Ph: Francesco Farina

Lia Giannini

 

ModaMovie festeggia 20 anni. Al via l’edizione dedicata al “Presente”


IMG_8830COSENZA – Se vent’anni fa qualcuno gliel’ avesse detto, forse non ci avrebbe creduto.  Sante Orrico, ideatore dell’evento calabrese ModaMovie, il festival che punta a valorizzare i giovani talenti del territorio nazionale in materia di moda e cinema, ha esordito, nella conferenza stampa  di apertura dell’ edizione 2016, ricordando come la Calabria sia terra ricca di risorse degne di valorizzazione a dispetto dei tanti calabresi che, spesso, le sottovalutano e maltrattano. Una provocazione, non nuova a quanti seguono con l’evento sin dai suoi albori, a cui si affiancano, però, di anno in anno,  passione ed entusiasmo, ingredienti fondamentali per portare avanti  un appuntamento che, grazie alla determinazione e all’ ingegno anche di Paola Orrico, project manager, si rinnova annualmente arricchendosi di novità al punto da rappresentare uno dei pochi fiori all’occhiello di cui la Calabria può farsi vanto.

IMG_8888Quest’anno, mood ispiratore dei bozzetti dei designer, il ” presente”, con i suoi cambiamenti legati al web e ai social media, le sue influenze digitali e il nuovo modo di concepire e vivere la moda, il cinema, e più in generale, l’arte. Del resto, l’età raggiunta da ModaMovie celebra la gioventù, a cui, come in ogni edizione, oltre alle importanti serate finali, quella del cinema il 4 giugno, che vedrà la partecipazione di  nomi del calibro di Raf Vallone e di Paolo Vivaldi, e quella della moda del  5 giugno al teatro Rendano, saranno dedicati due giornate intense di workshop con i professionisti del settore. Una chicca che si mantiene inalterata nel corso delle edizioni e che rappresenta uno degli aspetti caratterizzanti e più importanti di tutta l’esperienza. In linea con la necessaria ventata di cambiamenti che alimenta attese e partecipazioni, è stata la rassegna cinematografica “Inseparabili” volta a celebrare il connubio tra moda e cinema, il cui ricavato sarà devoluto all’ Unicef, in rappresentanza del quale erano presenti il cantautore Brunori e Paola Bianchi, nonché il convegno, previsto  per il 2 giugno all’ Ariha Hotel, “Il gusto delSud. Cibo, turismo e benessere”, a cui si accompagnerà uno showcase di moda e gusto.  IMG_8870

La conferenza, piuttosto partecipata, ha visto la presenza, tra gli altri, del sindaco di Rende Marcello Manna che ha ribadito l’importanza di fare rete, del subcommissario Giorgio Chambeyront e del Presidente CCIAA Klaus Algieri. Ultimo ma non ultimo, da annoverare, l’intervento del maestro d’arte Silvio Vigliaturo, a cui si deve il merito di una mostra, inaugurata a conclusione della conferenza e visitabile fino al 20 giugno presso il chiostro di S. Chiara, dal titolo “Allusioni e Trasparenze”. ‹‹ L’arte cammina con noi tutti i giorni attraverso la moda che si rinnova, pur attingendo dal passato, per esprimere nuova contemporaneità››. Al termine della conferenza, coordinata dalla giornalista Erminia Pietramala, il gruppo dei relatori e dei presenti si è spostato all’ingresso della Villa Vecchia per visionare la performance di street art live del duo artistico Bro (Mario Verta e Amaele Serino), per poi procedere al taglio del nastro delle   mostre, oltre a quella di Vigliaturo,  “Moda Movie Story” e “Lo stile di Audrey”.

Ph: Francesco Farina

Lia Giannini

 

Antonio Monda presenta “L’Indegno”: a Cosenza l’ultimo libro del critico cinematografico

monda 3COSENZA – Scrittore, giornalista, direttore artistico del Festival del cinema di Roma, critico cinematografico. Antonio Monda, l’autore del libro “L’indegno”, presentato ieri al Teatro Rendano, è un “mondo” di esperienze, realtà, personalità e sentimenti, capaci di trascendere nella scrittura con grande fascino. Insegnante di cinema alla Tisch School of the Arts della New York University, città in cui vive da oltre vent’ anni e reduce dal Festival di Cannes, ha fatto tappa a Cosenza per presentare il suo ultimo libro, il terzo di una saga, ‹‹comprensibile, però, anche da chi non ha letto gli altri››, regalando attimi di cultura ad una città che, immersa a piene mani in campagna elettorale, si è mostrata affettuosa e affascinata dalla sua poliedrica figura tanto da rinunciare, per poche ore, anche ai colori politici.

Seduti tra le prime file, candidati di Mario Occhiuto e familiari di Enzo Paolini, ascoltavano rapiti i racconti di uomo che si annovera tra le schiere dei romani dalle origini cosentine aventi  avuto grande successo. Legato alla città in quanto nipote di Riccardo Misasi, Monda dopo aver ricevuto il premio Mario Gallo, manifestazione cinematografica organizzata dalla cineteca della Calabria e sostenuta dal Ministero per i beni e le attività culturali, ha raccontato, attraverso la sua professionalità e gli aneddoti legati alla sua esperienza, i limiti del cinema italiano nella percezione americana. Protezionismo e scarsa originalità, sono i motivi per cui oggi l’esportazione cinematografica italiana non supera la percentuale dello 0,03%. Finiti gli anni dei grandi kolossal e delle pellicole piene di isole, sole, bambini che tanto appassionano, dell’Italia, il pubblico americano, restano solo i miracoli di quei registi come Sorrentino, capaci di raccontare un mondo di decadenza e frustrazione, attraverso la “bellezza”. A suo fianco nel dibattito, Pino Sassano, che con grande slancio ha sottolineato le differenze con i testi precedenti dello scrittore, dove la cornice newyorchese appare mastodontica e impositiva.monda

Nell’ “Indegno”, invece, l’esterno rimane sullo sfondo. Il testo è intimo, seppur immerso in una metropoli impossibile da ignorare, così come intime sono le difficoltà e i conflitti del protagonista, un prete ebreo, condannato tutta la vita alla lotta tra i suoi doveri di castità e la debolezza della carne. Incapace di rinunciare ad entrambe, arriva a vivere con profonda cognizione il peccato senza mai essere in grado, fino in fondo, di “uscire da sé stesso”. Un romanzo torbido, dichiaratamente sfacciato anche nel linguaggio esplicitamente erotico, come dichiara l’autore, i cui tormenti non si risolvono neanche sul finale.

A chi gli domanda la motivazione che lo avrebbe spinto verso tema del genere e se esiste, nella letteratura a cui dà sfogo, una forma autobiografica di creatività tanto quanto nel cinema, Antonio Monda risponde così: ‹‹Se lo sapessi avrei smesso di scrivere libri. Se ci sono degli elementi che accomunano il cinema alla scrittura sono senz’ altro intimità e universalità. Più scrivi di te stesso più parli al resto del mondo. Chiunque scriva, un romanzo come un film, non può fare a meno di svelarsi ››.

Lia Giannini