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Dopo Nextv, Ricomincio da Te..o: una giornata con Teo Mammucari tra ironia e verità

Teo Mammucari palcoUn eterno combattimento tra il bisogno di sentirsi libero e l’impossibilità di esserlo del tutto. E’ il ritratto, neanche troppo complesso, di un conduttore/attore sui generis come Teo Mammucari che ieri, in occasione del penultimo incontro di NexTv al Teatro dell’Acquario e successivamente nello spettacolo serale Ricomincio da Te..o, si è raccontato senza freni, senza peli sulla lingua ad un pubblico a dir poco inebetito da un mare di risate. Un’ora e mezza di sketch, tra frammenti di finzione e stralci di verità che ha riportato alla memoria i bei tempi di “Libero”, il programma che di Mammucari ha offerto in assoluto l’immagine più veritiera, quella di un uomo che grazie all’esperienza ha imparato a contare sul suo lavoro senza prenderlo mai troppo sul serio e soprattutto senza prendere troppo sul serio il pubblico che gli si pone davanti.

Una prima serata, quella dedicata alla città di Cosenza, che è arrivata a registrare posti in piedi e ha davvero provocato risate fino al mal di pancia. Un’occasione, per certi versi inaspettata, durante la quale il conduttore/attore si è divertito abilmente a coinvolgere la platea della prima fila in particolare, rea, di avere contatti diretti con il suo manager Lucio Presta, punto di riferimento personale e professionale dell’attore. Inizialmente guardingo, il pubblico cosentino, raramente abituato a spettacoli dal piglio così colorito e nel contempo esilarante, si è lasciato ben presto coinvolgere totalmente dagli episodi di vita personale che Teo ha voluto portare sul palcoscenico di una città che lui stesso ha definito “di grande dignità”. Un luogo, il teatro, in cui è apparso a suo agio più che in qualsiasi trasmissione tv, probabilmente perché capace di rendergli invisibili le maschere a cui inevitabilmente le luci del grande schermo lo costringono.

Del resto se è vero che “di volgare c’è solo la falsità”, come lui stesso ha affermato prima di dar vita al suo show, Mammucari è un maestro di raffinatezza, la cui eleganza è direttamente proporzionale a quel bisogno innato di dire sempre  e comunque  la verità.

 

Ph: Lucio Presta

Lia Giannini

 

 

Aspettando S. Valentino: Ironia e leggerezza accompagnano l’Amore cantato da Brunori nel segno della ricerca

Brunori sasVerve, leggerezza, ironia. Dario Brunori  più che con la voce, colpisce e attira consensi grazie alla simpatia. Che si trovi in un teatro come il Rendano o in una semplice balera, per questioni di puro diletto o per motivi ben più seri come quelli celebrati ieri, nel concerto di S. Valentino organizzato dall’Asit (Associazione Sud Italia Trapiantati), a favore della donazione degli organi, il suo spirito goliardico e lo humor che lo caratterizza restano invariati.  Quasi due ore di musica per cantare l’amore a tutte l’età, secondo una mission che vuole sensibilizzare il pubblico, soprattutto dei più giovani, all’importanza di donare gli organi come scelta consapevole.

Una tematica, legata all’amore per l’altro nella sua forma più sublime, che come ha sottolineato la Presidente dell’ ente no profit, Rachele Celebre, attecchisce con difficoltà soprattutto tra i ragazzi e nella cui diffusione, gioca un ruolo estremamente rilevante proprio la musica. Capace di parlare d’amore, di unire, alimentare passioni e alleviare dolori, ancora una volta, essa si è rivelata strumento efficace alla persuasione, quantomeno a giudicare dalla folla intervenuta. Brunori,  che per natura celebra l’autoironia, ha aperto il suo concerto, accompagnati dalla Brunori Sas e dalla piacevole voce di Simona Marrazzo, intonando cover di artisti famosi secondo la costruzione di un percorso a tappe. “Poiché pare che le cellule del nostro corpo si rinnovino ogni sette anni, abbiamo deciso di dedicare una canzone secondo le fasce d’età. Proseguiremo fino a 230 anni visto che questa è quella a cui auspichiamo di arrivare”. In realtà dopo l’esordio con il brano “Kiss Me Licia”, il percorso d’amore che doveva essere preceduto da una lettera per ogni canzone, (” ma poi ho pensato che non sono capace. Voi vi immaginereste mai Frida Kahlo che utilizza le D al posto delle T e parla con accento cosentino?”) è proseguito con una serie di battute esilaranti fino al settantesimo anno, per poi concludersi con la messa in musica dei suoi brani più conosciuti. E così, il cantautore, con la passione tipica della gioventù, ha ripercorso, secondo i dettami dell’esperienza, evergreen del calibro di Piccolo Grande Amore, Un estate Fa, Amandoti, L’animale, Wuthering Heights, Male di Miele e tante altre, al punto da non far rimpiangere persino l’inizio del Festival di Sanremo che, ha dichiarato candidamente, “semplicemente non mi chiama”.

 

Lia Giannini

 

 

 

Sabato 13 Febbraio Lucio Presta incontra i giornalisti

Cosenza-La campagna elettorale non è ancora ufficialmenLucio-Presta-Copia-630x300te cominciata ma a Cosenza politici e aspiranti sembrano muoversi già da tempo, sullo sfondo di una città che, mentre tenta di capire i prossimi risvolti, si lascia andare a visioni, elucubrazioni ed ipotesi di qualsivoglia natura.

In tutto ciò Lucio Presta, candidato a sindaco con la lista civica “Amo Cosenza” annuncia un incontro con i giornalisti, al fine di fornire nuovi ragguagli e aggiornamenti in merito. L’appuntamento è previsto per sabato 13 febbraio alle ore 11.00, presso la sede di Amo Cosenza.

L.G

Alessandra Amoroso al centro commerciale metropolis: in diecimila disposte a file di ore pur di “Vivere a Colori”

ale amoroso metropolis 2Rende (CS)-Sono state capaci di restare in piedi, in fila per più di otto ore, solo per quel suo sorriso sincero e scanzonato che fa davvero venir voglia di abbracciarla. Oggetto di un sacrificio tanto grande è Alessandra Amoroso, ex vincitrice del talent tv “Amici”  e oggi artista a tempo pieno e i protagonisti del sacrificio sono le oltre diecimila persone che, in una domenica già difficile per quanti non abbiano troppa familiarità con il Carnevale, hanno deciso di rimanere ore ed ore davanti alle porte del centro commerciale Metropolis di Rende (Cs) ad attendere la cantante, solo per un autografo e una foto a mezzo busto.

Regola di base, infatti, per poter incontrare la loro beniamina, il possesso del suo ultimo cd “Vivere a colori” , uscito di recente e già disco d’oro e il possesso di una buona dose di pazienza. Del resto, se c’ è una cosa che proprio non manca ad Alessandra Amoroso, oltre alla voce, è l’umiltà. La sua aria amichevole, il suo atteggiamento da “una di noi”, la gioia che sprizza in ogni abbraccio, in ogni bacio, in ogni firma che fa al suo pubblico, è ciò che la rende soggetta a tanta devozione.  Voce a parte, naturalmente. Questo, almeno, è quanto dichiarano le giovani ragazze in fila dalle 9 del mattino (qualcuna anche da prima), sorridenti e instancabili tanto quanto il loro idolo. Alla domanda “Che cosa ha Alessandra che altri non hanno”,  non esitano un istante e rispondono, coralmente, ” umiltà ed allegria”. ale amoroso metropolis

E la Amoroso non si smentisce. Niente boria, mai un sospiro di noia di fronte ad un pubblico entusiasta e insaziabile che è disposto a sacrificare la propria domenica, solo per stringerle la mano. Ha l’aria di chi è perfettamente consapevole di chi è realmente responsabile del suo successo e l’atteggiamento, ilare e divertito, di chi quel lavoro lo ama davvero. Le sue canzoni “Immobile, Stupida, Stupendo fino a qui, Fuochi D’artificio” sono inni d’amore che fanno sognare,  piangere e  sperare, come solo le adolescenti sanno fare. L’arrivo, previsto per le 17.30, sbalza di un’ora avanti ma nulla sembra scalfire la gioia di quante contano i minuti per vederla. In lei rivedono loro stesse, la possibilità  di assomigliarle pur venendo da piccole realtà, da mondi fatti di lavori semplici, nei quali nessuno conosce nessuno per arrivare fino a lì. Gli unici ad apparire insoddisfatti sono i clienti dei negozi, che si trovano a dover fare i conti con problemi di passaggio, affluenze estreme, spintoni e coriandoli. Effetti di un pomeriggio decisamente ” a colori”.

 

Lia Giannini

 

 

 

 

Piste da sci chiuse ma aperte agli slittini. Mancati controlli o semplice menefreghismo?

neve silaCamigliatello (Cs)-E’ domenica. E’ il 24 gennaio. Tre giorni fa, in Calabria, a quote molte basse, raccontavamo i disagi e i blocchi autostradali dovuti ad una neve preannunciata ma, pare, per molti imprevista. Oggi, la neve continua ad essere protagonista, ma di un’altra triste e disagevole situazione. Imprevista anche questa? A Camigliatello, ridente meta turistica della Sila cosentina, le piste da sci non esistono più. O meglio, esistono per chi di sciare proprio non vuole saperne dal momento che, come documenta la foto, sono diventate meta preferita per giochi e divertimento per quanti hanno pensato bene di lasciarsi andare con buste e slittini, noncuranti di rovinare l’unico terreno disponibile per gli sciatori. Colpa degli impianti ancora chiusi? Dell’assenza assoluta di sicurezza e controllo? Della voglia, irrefrenabile, di fare ciò che si vuole senza tener conto di limiti ambientali? Dell’inesperienza, dell’ignoranza?

La Calabria non è nuova a certe situazioni. A turisti o pseudo tali che sono convinti di poter fare ciò che vogliono senza alcun controllo, rovinando l’ambiente e quel poco di territorio che si presterebbe al marketing territoriale. Vige il pressapochismo, la noncuranza, l’ignoranza, d’estate sulle coste, d’inverno in montagna. Feroce la rivolta di una gruppo di sciatori e di professionisti del settore che sulla neve ci lavorano.

A.A.A cercasi responsabili e responsabilità.

 

Lia Giannini

 

Tra bellezza e opere d’arte A Pois presenta “Percorsi di Moda Al Mab”

le sei modelle del calendario con le sorelle falconeUna cornice nuova per un successo che si ripete. Cresce l’interesse della cittadinanza verso le tante iniziative dell’ agenzia A Pois, pilastro locale tra le agenzie di hostess e modelle che ieri, 10 gennaio, nella sala dell’ Enoteca Provinciale, ha presentato il calendario “Percorsi di Moda al Mab”, girato nei giorni scorsi per le vie di Cosenza, in linea con una serie di iniziative che vedono la città al centro, almeno dal punto di vista architettonico e culturale,  dell’attenzione di giovani energie creative.

Protagoniste del calendario, le sei giovani aspiranti modelle che, lo scorso anno, si sono dibattute il titolo di “Miss Ciak si sfila” insieme alla reginetta di bellezza Federica Florio, vincitrice di quest’ultimo. Un concorso, fortemente voluto dalla sua organizzatrice di punta, Giada Falcone, che a proposito dell’ultimo appuntamento ha dichiarato:”La molla che ha fatto scaturire il tutto è stata l’esigenza di  istituire un singolare connubio tra l’arte, di cui sono espressione le opere del MAB e gli scatti fotografici del calendario, ma anche fornire un ulteriore stimolo di conoscenza a chi già conosce il museo all’aperto ed incuriosire chi viene a scoprire per la prima volta questo enorme patrimonio artistico che rappresenta per la città di Cosenza un valore aggiunto.”

La serata, condotta dalla giornalista Federica Montanelli, ha visto sfilare le collezioni di Sandro Ferrone e  un defilè ispirato al cinema degli anni trenta con gli abiti dell’ Accademia New Style che ha realizzato in esclusiva anche quelli indossati dalle modelle per il calendario.  Abiti basati su una libera interpretazione di alcune tra le più importanti opere d’arte, rivisitati e, nel contempo, ancorati al periodo storico e artistico in cui sono state concepite. ( Nel dettaglio: Miriam Belluscio  è affiancata a “Ferro Rosso” di Pietro Consagra, Martina Colla a “San Giorgio e il Drago” di Salvador Dalì, Federica Florio a “La rinascita della cultura” di Mimmo Rotella, Maria Francesca Palermo a “Le Tre colonne” di Sacha Sosno, “Alessandra Crocco a “Testa di Cariatide” di Amedeo Modigliani e Manuela Caruso a “Il Grande Metafisico” di Giorgio De Chirico. Nella copertina, ancora Federica Florio posa accanto a “Testa di medusa”  di Giacomo Manzù.

Gli scatti sono di Luca Di Biase che ha curato anche la grafica del calendario, mentre il simpatico back stage finale è frutto dell’impegno di Settimio Martire. A concludere, nel rispetto della cornice che li ha ospitati, una degustazione di vino e prodotti tipici calabresi che ha reso ancora più tangibile l’ottimo lavoro condotto dall’agenzia, capitanata appunto da Giada e Selene Falcone.

Lia Giannini

 

Beppe Fiorello e Domenico Modugno: al teatro Rendano ritorna “il sogno”

13Fiorello, suo padre e Domenico Modugno. La capacità di affrontare un viaggio in tre pur essendo guidati solo e sempre da uno, all’interno di una narrazione, intrisa di ricordi, che ha i contorni e la magia del sogno. La stessa che accomuna tre anime del Sud Italia, diverse tra loro, ma tutte coraggiosamente unite dalla capacità di “volare”. E’ questo il filo conduttore di Penso che un sogno così..Omaggio a Domenico Modugno, di scena al teatro Rendano il 9 e il 10 gennaio. Una serata che, forse per la prima volta dall’inizio della nuova stagione, fa davvero registrare un tutto esaurito. Non a parole, ma nei fatti. Inizialmente sommesso, a tratti persino incomprensibile, lo spettacolo spiega ben presto le ali, condotto abilmente dal talento minore(solo anagraficamente) di casa Fiorello che, grazie alla figura di Mimì, può raccontare di sé, del suo picciriddu, così silenzioso, così sognatore, così diverso dal resto della famiglia e dell’amato padre.

Sul palco, momenti di vita familiare si alternano ai grandi inni che hanno reso celebre Domenico Modugno, La donna riccia, La Lontananza, Tu si ‘na cosa grande, Meraviglioso, con lo stesso garbo, la stessa eleganza, la stessa capacità visionaria che accompagnava il grande artista. Fiorello non esagera mai, non esce mai fuori dalle righe. Anche quando sbaglia, quando si confonde, quando si aspetta un applauso che, impaurito, tarda ad arrivare. La misura e l’emozione che lo accompagna durante lo spettacolo e che trasmette allo spettatore è ciò che ne consacra il successo a fine serata, eleggendolo vincitore. La sua bravura è una pozione segreta che mescola abilità tecniche e cuore, in un alternarsi continuo di immagini, suoni e colori, dove non è solo la nostalgia, spesso scanzonata, a farla da padrone, ma  il racconto di ciò che fu, a livello civile, il Sud Italia rispetto ad oggi. La storia personale e familiare di Fiorello diventa, così, una scusa per raccontare i cambiamenti che avvenivano all’epoca in Sicilia e in tutto il Mezzogiorno, l’avvento dell’ industria che  cancellò per sempre  “la natura”, la nascita del primo bordello legalizzato grazie a personaggi poco “raccomandabili” come “Joe Conforte”, e nel contempo, l’incapacità di riconoscere a quei sognatori come lui e Modugno, un valore che nel tempo li avrebbe aiutati a cambiare le sorti del mondo. La stessa ad unire il destino dell’attore e dei suoi due grandi punti di riferimento.

Il teatro è estasiato, nel pubblico ci sono anche giovanissimi che, per ragioni cronologiche, il vero Modugno non  l’hanno mai conosciuto ma che grazie all’ attore, possono non rimpiangerlo. Quel “Ciao” a pugno chiuso, quell’entusiasmo che si traduce in un paio di braccia aperte a mo’ di ali,  quella giacca color carta da zucchero indossata al festival di Sanremo, fanno di Beppe Fiorello davvero il “meraviglioso” erede di Modugno. Ad aiutarlo, nella resa identificativa, scenografie e pannelli che si integrano perfettamente nella narrazione, evitando buchi e pause forzate. Il risultato finale è strabiliante,al punto tale da consentire all’attore di sciogliere la tensione con qualche battuta sull’eterna inimicizia tra Cosenza e Catanzaro e l’invito, all’amministrazione comunale, a concentrare maggiore l’attenzione su un centro storico, quello cosentino, degno di nota e lasciato un po’ andare. Beppe alias Domenico saluta il pubblico promettendo di tornare, non prima di aver fatto suonare, solo per Cosenza, quei mille violini  che fanno “Volare”.

 

Ph. Fabio Santojanni

 

Lia Giannini

 

 

 

 

 

Da NexTv al cinema: Mattia Scaramuzzo e “L’abbiamo fatta grossa”

12539912_10206478496379076_660072565_n (1)E’ un paese, Acri (CS), che supera di poco i 20.000 abitanti  tra i quali si nascondono, a quanto pare, tanti giovani dotati di passione ed umiltà. Non sono ancora terminati i festeggiamenti per il grande successo di Fabio Curto, vincitore dell’ultima edizione del talent The Voice, che ecco apparire all’orizzonte, un altro giovane della provincia calabrese,  determinato a conquistare un posto di valore all’interno di quella difficile industria chiamata cinema.

E’ Mattia Scaramuzzo, acrese d’origine, romano per adozione, che dal prossimo 28 gennaio reciterà al fianco di Carlo Verdone e Antonio Albanese, nell’ultimo film ” L’abbiamo fatta grossa“. Un’esperienza che non rappresenta un’esclusiva per il calabrese, reduce da altre collaborazioni con il noto attore romano, suo idolo, e che è solo uno dei tanti progetti a cui racconta di star lavorando.

Intervistato in esclusiva per Ottoetrenta, Mattia Scaramuzzo, che, tra le altre cose, è uno dei giovani del progetto NexTv , coordinato e ideato da Lucio Presta, ci ha rivelato curiosità ma soprattutto sogni  per il suo futuro.

“L’abbiamo fatta grossa” è il titolo del nuovo film di Verdone al quale prenderai parte. Interpreterai il proprietario di un ristorante in cui si reca Verdone. Com’è stata l’esperienza con lui?

Pur non potendo svelare nulla, vi dico che mi sono divertito molto perché lo sketch che è venuto fuori con Verdone è davvero esilarante e spero piaccia anche al pubblico. Per me l’esperienza con Carlo non è nuova. Lavorare con lui  per la terza volta significa aver modo di fare  scuola, è un maestro,  non solo di cinema ma soprattutto di vita e mi sta insegnando molte cose. E poi, c’è anche Antonio Albanese che in azione è davvero il top.

Come è nata in Mattia Scaramuzzo, giovane acrese, la voglia di fare cinema e che tipo di progetti ha per il suo futuro?

Ho avuto la passione per il cinema sin da piccolo, basti pensare che ad 8 anni guardavo i film di Totò , Mastroianni e De Sica.  Nel 2005 i miei genitori mi fecero una sorpresa, in occasione di un compleanno, mi regalarono un incontro con il regista Neri Parenti e da li in poi iniziai a frequentare i set cinematografici conoscendo tantissimi attori del nostro cinema, tra questi Verdone. Il 2015 è stato un anno positivo per me in quanto ho avuto la possibilità di lavorare con Pupi Avati nella fiction “Le nozze di Laura”, ho iniziato il corso Nextv  con  Lucio Presta  e in più ho realizzato un docufilm sulla figura di un poeta acrese di nome Vincenzo Padula, dal titolo “La Penna di Bruzio” insieme a due giornalisti,  anche essi calabresi , Giulia Zanfino ed Emilio Grimaldi. Adesso coltivo un altro progetto che mette al centro sempre la Calabria ma è ancora tutto top secret.

A proposito di NexTv, il progetto gratuito ideato da Lucio Presta per dare ai ragazzi calabresi la possibilità di conoscere da vicino il mondo dello spettacolo. Tu fai parte dei giovani che hanno avuto il privilegio di fare, in uno degli incontri, una chiacchierata a tu per tu proprio con lui. Cosa pensi del progetto e di come si sta svolgendo?

Presta ci sta dando una grande possibilità, quella di comprendere non solo il lato bello del mondo dello spettacolo ma soprattutto la parte più dura che è quella relativa ai sacrifici e allo studio. Lui ha saputo consigliarmi e io sto seguendo passo passo i suoi suggerimenti. Di sicuro, ciò che apprezzo di più di tutto e che non mi aspettavo, è l’enfatizzazione dei valori che, incontro dopo incontro, non smette di sottolineare: meritocrazia, legalità, onestà.

Tu, lo abbiamo detto, sei di Acri, terra fioriera, ultimamente, di talenti. Sembra che il luogo comune che vede la Calabria fanalino di coda in queste professioni stia andando a scemare. Cosa pensi in proposito?

Sono orgoglioso che la mia città sforni tantissimi talenti, penso non solo ai già citati ma anche a Marco Taranto e Simone Curto, due giovanissimi ragazzi  diventati pilastri della moda , uno con Trussardi, l’altro con Valentino, Armani ecc.  Per me è l’intera Calabria ad essere piena di menti , di artisti , di tante professionalità che non riescono a trovare spazio, in questo difficilissimo periodo,e io mi auguro che la nostra Regione si svegli e si dia una mossa a creare le giuste condizioni affinché ognuno di noi abbia una possibilità nella propria terra e non altrove.

Ultima domanda. Immagina che un giorno arrivi per te il grande successo e che tu riesca a diventare famoso quanto i tuoi idoli. Che cosa porteresti nel cuore della tua terra e che cosa ti mancherebbe di più?

Uno dei miei idoli, sembrerà scontato, è proprio Carlo Verdone  perché è l’unico in Italia che ha saputo mantenere tutte le regole della commedia italiana: un caratterista unico, senza volgarità, capace di ritrarre in pieno tic e difetti di un Italia in continua evoluzione, regalando sorrisi ma nello stesso tempo denunciando quelle che sono le emergenze nella nostra nazione. Se dovessi diventare famoso  porterei tutto della mia terra, perché ne sono follemente innamorato. Inoltre la famiglia , i ricordi , gli affetti che ho radicato qui, sono indissolubili e quindi non posso pensare di farne a meno.

Lia Giannini

 

 

 

 

Muore mentre suona la batteria: un incendio alla base del decesso

vigili-del-fuoco-Taurianova (RC)- E’ deceduto, al seguito di un incendio divampato in un appartamento attiguo alla propria abitazione, un uomo di 55 anni, Giuseppe Bellantone, residente a Taurianova. Dai primi accertamenti, pare che l’uomo andasse spesso in quell’appartamento per dedicarsi ad uno dei suoi passatempi preferiti: la batteria. L’allarme è stato lanciato dalla moglie, preoccupata del mancato rientro. L’uomo è stato ritrovato semi carbonizzato dai vigili del fuoco intervenuti sul posto per soccorrerlo.

Ad oggi si sta cercando di capire le possibili motivazioni dell’incendio. Esclusa, al momento, la pista dell’incendio doloso, si attendono maggiori dettagli, dopo l’ulteriore sopralluogo previsto per la giornata di oggi dagli stessi vigili del fuoco.

L.G

Festival Della Moda: il successo della “winter edition”

12377608_1263638680318277_6616393625680866868_oModa, Natale e messaggi di speranza. Se è vero che la musica ha il potere di unire, è altrettanto vero che la moda ha quello di stupire. Lo scorso sabato 12 dicembre, la struttura di Tenuta La Contessa ha aperto le porte alla winter edition del Festival della Moda diretto e gestito da Emanuela Cozza, titolare e direttore artistico dell’evento e dell’ agenzia per modelle ADV. Una serata dedicata alle boutique, agli stilisti emergenti e non, che con  le loro collezioni dal casual alla cerimonia hanno regalato, ancora una volta, uno spettacolo molto apprezzato.  Un momento dedicato al glamour che ha dato grande spazio anche allo spettacolo a partire dall’esordio. Ad aprire, infatti, l’appuntamento, sono stati i giocolieri luminosi di “Pagliassi.it” a cui hanno seguito le creazioni di due giovanissime dell’Accademia New Style, Francesca Maccarone e Tommasina Conforto.

12370001_10206684081293921_1742330967_oNel corso della serata, condotta da Andrea De Iacovo ed Enza Magnano, che ha visto sfilare le collezioni di  Carnaby Street, Eurottica, Steven’s Hats( con la collezione di cappelli baby e sculpture) ,  Tofee e Tofee, l’intimo di Malizia e i gioielli di Scintille Montesanto, si sono distinti alcuni momenti unici. Il primo ha visto protagonisti i baby model, chicca dell’evento già dalle passate edizioni, che, in abiti romani, hanno accompagnato in passerella venti bellissime dee, mentre nel secondo momento, le modelle, vestite di romanticismo e raffinatezza, hanno interrotto la consuetudinaria sfilata iniziando a ballare su musica disco. Un momento che ha suscitato divertimento e stupore tra il pubblico.  A guarnire di eleganza il tutto, gli abiti cerimonia di Masellis Boutique e quelli da sposa di Millenium Sposa, Giusy Catapano e ancora Masellis.  A contribuire alla buona riuscita della serata, anche le coreografie della scuola Avvio alla Danza di Pamela Aloe e i ballerini del Centro danza Paganini di  Brunilda Lato e la voce di Tiziana D’angelo. 12391782_10208010121041092_6267900304208300431_n

Un evento, insomma, ben costruito, curato nel dettaglio, attento all’innovazione, che ha visto la presenza anche di professionalità di spicco quali Ermanno Reda, patron del concorso For Lady Over 33, Marcello Arnone, attore, Luigi Ripoli, consigliere del comune di Montalto, la Dott.ssa Mazzuca, biologa e nutrizionista e il Dott.Pellegrini, chirurgo plastico.

 

Lia Giannini