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Ritrovare gusti perduti: il sapore antico delle cicerchie

COSENZA – Cibo e cultura è l’abbinamento che hanno scelto da Otra Vez per un originale e stuzzicante aperitivo. Il primo appuntamento tematico, quello di ieri, è stato dedicato alla cicerchia. Un pomeriggio gustoso che non è semplice degustazione di un prodotto, ma che parte dall’esigenza di riscoprire antichi sapori e tradizioni del nostro territorio che stanno scomparendo sotto il peso della massificazione dei gusti e dei consumi.

A Valentina Oliveri del ristorante L’Elibelinde Cibo Cultura è stato affidato il compito della preparazione dei piatti, ma soprattutto ha avuto il merito di spiegare ai presenti la storia e l’utilizzo di questo antico legume.

Una coltivazione che la tradizione contadina conosce ed utilizza da tempi arcaici, ma che ha avuto una sorte decisamente sfortunata. Legata ai periodi di siccità e carestia, perché ha un buon rendimento quando le altre colture falliscono, la cicerchia è sempre stata associata all’idea della scarsità e della fame. I prodotti importati dal continente americano dopo la scoperta del nuovo mondo e – in tempi più recenti – l’inserimento di monocolture nei processi di produzione agricola ne hanno causato pian piano la scomparsa dalle nostre diete. Un oscurantismo che sembra trovare oggi una regressione, soprattutto grazie all’attività di salvaguardia della biodiversità delle coltivazioni e all’estro creativo di alcuni chef di successo che hanno riportato, nei campi e sulle tavole, la cicerchia.

Ad accompagnare le storie gustose di Valentina l’esperienza della cooperativa Terre Joniche-Libera Terra di Crotone, che per voce della sua presidentessa – Raffaella Conci – ha portato la testimonianza di uno dei primi nodi della filiera, ovvero i produttori agricoli. Un punto di vista, però, particolare, che ben si sposa con la dimensione culturale della serata. I prodotti della cooperativa Terre Joniche, infatti, veicolano un elevato valore sociale, poiché nascono da terreni confiscati alla mafia. Un’attività che è un’autentica scelta di vita, nella direzione di un’economia che garantisca la lotta alle disuguaglianze e alle ingiustizie, il rispetto dei lavoratori, la salvaguardia ambientale, l’attenzione verso il prossimo, lo sviluppo delle comunità di appartenenza.

Passa dunque dal palato e dalla gola l’invito a modalità di consumo e di acquisto più consapevoli. L’appuntamento è al prossimo prodotto da riscoprire.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

Esperienze di legalità: Summer School GIA’ Libera 2013

SAN LEONARDO DI CUTRO (KR) – Nell’attuale contesto socio-economico che caratterizza il meridione con alti tassi di disoccupazione e di emigrazione dei giovani, ed un potere forte e opprimente delle organizzazioni mafiose che condiziona lo sviluppo, c’è ancora chi ha il coraggio di levare una voce contraria, una voce che da speranza. Con la Summer School GIA’ (giovani, imprenditoria, innovazione) Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie intende fornire strumenti per lo sviluppo di idee, per dare gambe ai sogni.

Dopo la tappa siciliana e prima di quelle campana e pugliese, in questi giorni, dal 23 al 29 settembre è il turno della Calabria. Una decina di ragazzi e ragazze sono riuniti presso il Centro educazione legalità ed ambiente, in località San Leonardo di Cutro (KR), per provare a costruire insieme un pezzo del loro futuro. Ad un passo dal mare stanno vivendo una settimana intensa di convivenza e formazione per stimolare la loro creatività imprenditoriale. Momenti di approfondimento e di studio sulle tematiche legate alla progettazione e al riutilizzo dei beni confiscati si intrecciano alle esperienze concrete e tangibili di realizzazione di un’idea. Tra gli esempi virtuosi i giovani hanno infatti la possibilità di vedere e conoscere le attività del Progetto Policoro o della cooperativa Terre Joniche, realtà attive sul territorio calabrese che riescono a coniugare i valori di giustizia e legalità con capacità produttive e commerciali. La dimostrazione che può esserci un’alternativa alla fuga dalle proprie comunità o all’asservimento al potere costituito.

La Summer School diventa così un momento di aggregazione in cui mettere sotto la lente d’ingrandimento i propri desideri e conoscere gli strumenti più indicati per poterli toccare con mano. Una cassetta degli attrezzi di nozioni teoriche e buone prassi che, utilizzata con determinazione e coraggio, può restituire fiducia a quanti si lasciano frenare dagli ostacoli che trova sul proprio cammino. Un mettersi alla prova con la convinzione di non essere soli, ma di poter contare su una fitta rete di relazioni. A partire magari dalle amicizie che si instaurano in questi giorni di vita in comune: scambiarsi pensieri ed esperienze tra un letto da rifare e una pentola da lavare.

Ad incoraggiare questo percorso di approfondimento sono funzionali anche i partner dell’iniziativa. Università, Prefettura, Camera di Commercio, Unioncamere, organizzazioni di terso settore sono soggetti attivi in questo processo di ricostruzione della speranza.

Perché una terra che si svuota delle mani e delle menti dei propri cittadini è destinata ad un impoverimento irreversibile. Togliere il potere economico dalle mani della criminalità per trasferirlo in quelle di giovani capaci, volenterosi e ben formati è l’unica strada da imboccare per uno sviluppo effettivo e duraturo.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

1° motoraduno “Su due ruote per Roberta”

COSENZA – La Fondazione Roberta Lanzino di Rende e il Coordinamento Libera Cosenza organizzano il 1° motoraduno “Su due ruote per Roberta” a 25 anni dalla scomparsa di Roberta Lanzino.

Il raduno si terrà venerdì 26 luglio, a partire dalle ore 17.30 presso il Motor England, in Via Milano, n. 28, a Castrolibero.

Alle 18.00 è prevista la partenza e il corteo attraverserà Cosenza e Rende. Alle 19.00 si terrà una Messa per Roberta, presso la Chiesa Sant’Antonio di Padova, a Commenda di Rende e alle 21.00 si svolgerà un incontro testimonianza con i genitori di Roberta presso il salone conferenze de La Casa di Roberta in Via Verdi, a Rende.

“I Sentieri della Memoria”: ricordare insieme, verso Pietra Cappa

BOVALINO (RC) – Sull’Aspromonte, nel mese di luglio, da qualche anno, si percorre una Marcia speciale. É la Marcia “I Sentieri della Memoria” che da Bovalino arriva a Pietra Cappa, ripercorrendo il tragitto utilizzato per ritrovare il corpo di Lollò Cartisano dieci anni dopo la sua scomparsa. Un percorso impervio e selvaggio tracciato prima dai criminali che lo hanno sequestrato, ucciso e abbandonato e segnato oggi dai passi del riscatto e del ricordo.

É un posto suggestivo, che intimorisce da un lato per la sua bellezza e dall’altro per la crudeltà delle storie che custodisce. Lungo i sentieri che salgono per la montagna, infatti, il cammino è segnato da molti nomi di persone che si sono rese scomode allo stato di cose imposto dalla mafia per aver scelto l’onestà. Ogni tappa della Marcia è una vita stroncata, una testimonianza da raccontare e da ricordare: Gianluca Congiusta, Giuseppe Tizian, Vincenzo Grasso, Celestino Fava, Giuseppe Correale, Rocco Gatto, Massimiliano Carbone e Giuseppe Luzza.

Una Via Crucis di cittadini e cittadine, associazioni e comitati locali, ragazzi e ragazze dei campi di volontariato organizzati da Libera, che si stringono intorno al dolore dei parenti delle vittime di mafia per costruire un nuovo cammino lastricato di giustizia e di onestà. Un percorso che nel tempo è diventato momento di condivisione e di riflessione. Un tragitto costituito non solo da passi e parole lungo l’Aspromonte, ma che si è delineato come viaggio per aprire varchi nelle coscienze.

E per coinvolgere ulteriormente le comunità locali a prendere consapevolezza dell’importanza di alzare la testa, quest’anno l’appuntamento del 22 luglio si arricchisce di nuovi incontri. Lunedì 15, alle 18 a Gioiosa Jonica si è inaugurato il bene confiscato dedicato a Vincenzo Grasso – imprenditore barbaramente ucciso a Locri dalla ‘ndrangheta il 20 marzo 1989 – dato in concessione all’associazione Don Milani onlus per attività di accoglienza di gruppi e famiglie. Mercoledì 17, alle 10 nella sala consiliare del Comune di Gioiosa Jonica, viene presentato il Campo di Volontariato E!state Liberi dedicato quest’anno a Lollò Cartisano. Venerdì 19, alle 9:30 a Siderno, i partecipanti al Campo Estate Liberi provvederanno alla pulizia del monumento dedicato a Gianluca Congiusta e a tutte le vittime innocenti di ’ndrangheta. Sabato 20, alle 21 a Bovalino, presentazione del libro Io parlo di Francesca Chirico, con il giornalista Pietro Melia, Raffaella Rinaldis di FimminaTV, Deborah Cartisano, don Andrea Bigalli, referente di Libera Toscana. Infine lunedì 22 alle ore 8 appuntamento a Bovalino, al bivio di S. Luca – SS 106 per la X Marcia “I Sentieri della Memoria”.

Mariacristiana Guglielmelli

 

Giovani e legalità: divertirsi imparando a rispettare le regole

COSENZA – Proprio in questi giorni in cui si fa memoria delle vittime di mafia e si parla tanto di legalità, c’è chi interviene con gesti concreti e legati alla quotidianità.

Un impegno che ha visto oggi i suoi frutti alla Città dei Ragazzi con la manifestazione conclusiva del progetto “Giovani e Legalità. La rete amica… nel mare della legalità” realizzato nelle scuole della provincia da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie con la collaborazione della Prefettura di Cosenza, della Camera di Commercio, dell’Ufficio Scolastico Provinciale, della Fondazione Carical, delle associazioni Proteo Fare sapere e Ludus in Fabula Onlus.

Un percorso che si è snodato nell’arco di un anno scolastico di attività e ha coinvolto bambini e bambine, ragazzi e ragazze dalle scuole primarie agli istituti superiori. Un’analisi attenta e partecipata che ha guidato i giovani protagonisti nei meandri della nostra carta costituzionale e del vivere civile secondo le regole e le leggi. Un cammino di riflessione vivace e puntuale supportata da strumenti utili ed efficaci, come il gioco da tavolo “Cittadini. La sfida quotidiana alla legalità” e l’opuscolo illustrato di Anna Sarfatti “La Costituzione raccontata ai bambini”.

Circa 700 gli alunni e le alunne che, in rappresentanza delle proprie scuole, hanno riempito e ravvivato gli spazi della Città dei Ragazzi, dividendosi nei tre cubi colorati in base alle attività da svolgere.

Il cubo giallo ha ospitato la tavola rotonda istituzionale a cui hanno partecipato i rappresentanti degli enti coinvolti nel progetto, tra cui il prefetto Cannizzaro, il presidente della Camera di Commercio Gaglioti, il coordinatore calabrese di Libera Nasone, nonché il presidente della Fondazione Carical Bozzo, il presidente di Confidustria Mazzuca, il responsabile dell’Ufficio Scolastico Provinciale Penta, il vicepresidente di Proteo Fare sapere Lopez, coordinati da Arcangelo Badolati.

E mentre nel cubo giallo gli adulti si confrontavano sui temi della legalità e del rispetto delle leggi, sviscerando l’importanza di educare le nuove generazioni e trasmettere loro le basi fondamentali per una società più giusta, gli altri due cubi sono stati invece teatro delle performance preparate dai veri protagonisti di questa iniziativa e del progetto intero.

Il cubo azzurro infatti è stato dedicato ai più piccoli e alla mostra “I diritti e i doveri raccontati dai bambini”, ovvero disegni, scritti, lavori artistici realizzati dagli studenti delle scuole primarie sulla Costituzione. Il cubo rosso invece è stato attrezzato per un avvincente torneo interscolastico: 6 tavoli da gioco, 18 squadre e un unico obiettivo vincere la sfida della legalità di “Cittadini”. Presentato anche il blog nato dalla realizzazione del progetto.

Tanta la partecipazione e tanto anche l’entusiasmo, a dimostrazione che i gesti concreti e l’esempio visibile delle buone opere valgono più di molte parole. Perché l’educazione alla legalità passa attraverso l’educazione delle coscienze e formare le coscienze delle nuove generazioni significa costruire società più libere e più consapevoli.

 

 Mariacristiana Guglielmelli

 

 

 

Apre lo sportello S.O.S Giustizia contro l’usura

CATANZARO – E’ immediatamente operativo lo sportello della Legalità della Camera di Commercio di Catanzaro, che anticipa, prima in Italia, la convenzione nazionale che l’Associazione Libera, diretta da don Ciotti, ha stipulato con Unioncamere. Lo sportello, precisamente denominato ”S.O.S. Giustizia – Servizio di ascolto di assistenza agli imprenditori”, sarà aperto nei pomeriggi di martedì e giovedì nella sede della Camera di Commercio di Catanzaro.

Obiettivo del servizio è fornire prima assistenza a soggetti, imprenditori e persone fisiche, che si trovano in una situazione di indebitamento, difficoltà economica, grave crisi finanziaria, e pertanto a rischio di racket e usura, terreno privilegiato della criminalità organizzata. Lo sportello vuole anche rappresentare un anello di raccordo, e facilmente accessibile, tra i diversi livelli delle istituzioni che operano come punti di ascolto, di accompagnamento e di denuncia di un fenomeno che, incoraggiato dal persistere della crisi economica, falcidia le economie personali, familiari e aziendali. Dietro lo sportello opereranno consulenti diretti di Libera, che offriranno tutta l’assistenza normativa, di indirizzo finanziario e di appoggio psicologico alle vittime del bisogno economico e della usura.

All’incontro di presentazione alla stampa erano presenti Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio, don Marcello Cozzi, vice presidente nazionale di Libera, Antonio Reppucci, pretto di Catanzaro, Guido Marino, questore di Catanzaro, e Maurizio Ferrara, segretario generale dell’ente camerale.

“A scuola di antimafia” seconda edizione

COSENZA – L’esperienza formativa “A scuola di antimafia” è giunta alla seconda edizione. Voluta da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, ha avuto il sostegno della Camera di Commercio di Cosenza, della Prefettura di Cosenza e del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria.

Dopo il successo della prima edizione dello scorso anno, dedicata al riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, dopo il primo seminario “A scuola di antimafia. I reati ambientali”, e in considerazione delle importanti ricadute sul territorio in termini di costituzione di reti di cittadini sensibili alla questione, quest’anno si ricomincia con un corso di base, realizzato nell’ambito del Corso “Criminalità, legalità e territorio” (Laurea magistrale in Scienze delle pubbliche amministrazioni, Università della Calabria) coordinato dal prof. Ercole Giap Parini. Il Corso, oltre che agli studenti regolarmente iscritti al Corso di Laurea, è aperto a tutte le persone che intendono approfondire le tematiche relative alla presenza della criminalità organizzata sul nostro territorio.

Oggetto del Corso sarà la definizione del rapporto tra le organizzazioni mafiose e il territorio in cui esse svolgono le loro attività; particolare attenzione sarà data al caso della ʾndrangheta, con la consapevolezza dell’importanza della dimensione territoriale nella definizione stessa delle mafie. Della ʾndrangheta saranno inoltre approfonditi gli aspetti della internazionalizzazione.

Il Corso comincerà mercoledì 3 aprile. Per tutto il mese di aprile è prevista la partecipazione di un esperto di assoluto rilievo internazionale come il saggista italo-canadese, nonché consulente dell’FBI in materia di criminalità organizzata di tipo mafioso, Antonio Nicaso.

 

Cento passi con Libera verso il 21 marzo

COSENZA – Cento passi sono quelli cantati dai Modena City Ramblers nel loro tributo musicale a Peppino Impastato. Cento passi sono quelli contati dal protagonista dell’omonimo film di Marco Tullio Giordana. Cento passi sono simbolicamente quelli che guidano Libera verso la XVIII Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie, che quest’anno si terrà a Firenze il 15 e 16 marzo prossimi, dietro lo slogan “Semi di giustizia, fiori di corresponsabilità”.

Ad una settimana dall’appuntamento toscano il coordinamento cosentino di Libera ha voluto piantare il suo seme di giustizia, realizzando una manifestazione per ricordare le vittime innocenti delle mafie nel territorio provinciale. Un momento carico di emozione che ancora una volta sottolinea l’impegno dell’associazione guidata da don Luigi Ciotti lungo un importante percorso di ricostruzione della memoria. Un cammino compiuto nel ricordo di chi è stato portato via da mano mafiosa, ma soprattutto realizzato attraverso il sostegno ai familiari e a chi ancora lotta per non subire i soprusi di chi agisce nell’illegalità.

L’Auditorium Guarasci del Liceo Classico Telesio di Cosenza ha ospitato stamani una folta platea di studenti provenienti dalle scuole della provincia già coinvolte nel progetto “Giovani e legalità”, portato avanti in collaborazione con la Prefettura e la locale Camera di Commercio. Un pubblico curioso e attento che ha seguito con interesse gli interventi in scaletta. Al di là della retorica dell’importanza del rispetto delle regole, gli studenti sono coinvolti direttamente dalle parole pronunciate in sala. Perché le parole di don Tommaso Scicchitano (delegato “Memoria ed impegno” Libera Cosenza), Francesco Spanò (Sportello SOS Giustizia) e Matteo Luzza (Libera Memoria Calabria) sono state pensate per arrivare a scuotere le loro comodità e farli sentire vicini al problema. La mafia come qualcosa che fa parte delle loro vite, della loro quotidianità, dei loro luoghi. Non è un caso che il giornalista Arcangelo Badolati – caposervizio della “Gazzetta del Sud” – punti forte l’accento sulla necessità di avere coraggio ricordando nomi, date e modalità di esecuzione delle vittime innocenti della provincia. Ferrami, Lattuca, Panaro, Dodaro, Bruno, Cosmai, Maiorano, Lanzino sono solo alcune delle vite che scorrono nelle parole di Badolati. Storie di persone senza colpe, trovatesi magari al posto sbagliato nel momento sbagliato. O persone che consapevolmente hanno deciso di non abbassare la testa. Storie presentate agli studenti nella loro crudezza e nella loro umanità per farle sentire ancora più reali e più vicine.

L’emozione è palpabile e continua a crescere quando al microfono si avvicendano i diretti interessati, ovvero i familiari di alcune delle vittime di mafia del nostro territorio. Figli, mogli, fratelli, madri che nel dolore di una perdita così improvvisa e così inspiegabile hanno trovato il coraggio di resistere. Raccontare dei loro cari è riaprire ogni volta una ferita mai sanata, ma sono consapevoli dell’importanza del loro gesto, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni. Il buio e l’oblio che caratterizzano e rafforzano gli atteggiamenti mafiosi devono essere contrastati e sconfitti da forti fasci di luce che diano spazio agli esempi di coraggio dimostrato da tante persone. La scuola è il primo luogo in cui si viene a contatto con l’istituzione e con lo Stato ed è importante che proprio attraverso la scuola si veicolino gli elementi basilari di legalità e giustizia.

Piccoli cittadini crescono, nella speranza che dai semi di giustizia piantati nelle loro giovani coscienze germoglino fiori di corresponsabilità.

 

Mariacristiana Guglielmelli

 

 

Musica Versus Mafia, li faremo fuori con la musica

COSENZA – Un contest dove non si vince alcun premio, 50 cantanti, 4 tappe che attraversano l’Italia da Nord a Sud solo per ricordare che la mafia non è un problema solo del meridione e che la lotta non è compito esclusivo degli inquirenti e dei magistrati ma di ognuno di noi.
Questo è l’obiettivo di Musica contro le mafie un progetto a cura dell’etichetta discografica Mkrecords promotrice e produttrice dell’iniziativa nazionale, in collaborazione con il Mei – Meeting delle etichette indipendenti e Rubettino Editore.

Ieri sera nell’Auditorium Guarasci di Cosenza si è svolta la semifinale Centro-Sud presentata da un raggiante Dario Brunori che senza impaccio alcuno, in bilico tra l’ironia e il paradosso, ha indossato perfettamente le vesti, non originariamente sue, di conduttore.

Ad aprire il contest è una donna che canta di una donna, la cantastorie Francesca Prestio con la sua struggente Ballata per Lea Garofalo, in ricordo della collaboratrice di giustizia calabrese sciolta nell’acido dalla ‘ndrangheta.
L’artista afferma con forza la necessità di raccontare ai bambini le storie del nostro presente che spesso non hanno un lieto fine ma che sempre hanno dei mostri contro cui combattere e uno dei modi per sconfiggere coloro che vogliono decidere sulle sorti dei nostri finali è fare uscire la voce, squartare il silenzio, l’omertà restando uniti perché “a vita po’ cangiari”.
I secondi ad esibirsi sono Dario De Luca e Omissis Mini Orchestra che denunciano con graffiante ironia quell’intreccio diabolico tra politica e criminalità organizzata meglio conosciuto come zona grigia. Teatrali nella loro esibizione quando riescono a ricostruire un mini comizio elettorale con un finale colpo di pistola.
Il loro scopo è raccontare questa realtà attraverso la presa in giro buffonesca, svelarne l’inganno, ridere di loro per dimostrare di non temerli.
La gara continua con l’esibizione degli Operai Fiat 1100 conosciuti come la tribute band di Rino Gaetano ma che per l’occasione presentano un loro pezzo sulla misteriosa vicenda della Jolly Rosso la nave che naufragò sulle coste calabresi.
Un’occasione, spiegano, per raccontate la ragnatela che si cela dietro i rapporti tra la mafia e i sistemi deviati dello Stato.
Dopo la terza esibizione arriva il momento dei primi ospiti gli Spasulati sempre coinvolgenti nella loro alchimia tra lingua arbereshe e musica reggae.
Si ritorna alla gara con il rap di Nicola Casile che è una ferma denuncia contro chi toglie la libertà ed essere contro la ‘ndrangheta vuol dire essere per la giustizia sociale che è il solo concetto assoluto che possediamo.
E la volta dei pugliesi U Papun che cantano l’amore, quello per la propria terra ma denunciandone spietatamente tutte le nefandezze.

Secondo ospite della serata è Cristiano Godano frontman dei Marlene Kuntz che per una notte ha abbandonato le distorsioni più sature del rock per immergersi in una dimensione dall’intimismo acustico, solo voce, chitarra e birra che sorseggiava tra un pezzo e un altro, le note correvano lente La notte, La canzone che scrivo per te, Danza, Ti giro intorno e Fantasmi, 20 minuti di semplice magia.
Gli ultimi a esibirsi sono stati gli Scarma che con il loro pezzo cantano l’assoluto dovere di credere nel cambiamento.
Il progetto Musica contro le mafie si chiuderà a Bari a fine novembre con 4 finalisti e trova la sua massima realizzazione nel Libro/Cd “La Musica che scrive le parole che si fanno sentire” prodotto da Mk Records e Rubbettino a cui hanno preso parte tutti gli artisti coinvolti cimentandosi nella forma d’arte che più li ispirava.
Tutti proventi saranno destinati all’associazione LIBERA (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie).

Gaia Santolla

Galleria Fotografica

Musica contro le mafie: viaggio sulle note della legalità

COSENZA – Arriva a Cosenza la carovana dei musicisti emergenti contro le mafie. Sarà l’Auditorium Guarasci, in piazza XV Marzo, ad ospitare venerdì 26 ottobre i concorrenti della seconda semifinale di “Musica contro le mafie”, concorso ideato da Giordano Sangiorgi e realizzato dall’etichetta discografica MKRecords, in collaborazione con il Mei e Rubbettino Editore, nonché con il patrocinio delle province di Cosenza, Roma e Ravenna.

Sei i candidati in gara per questa tappa del centro-sud: U Papun, Dario De Luca e Omissis Mini Orchestra, Francesca Prestia, Nicola Casile, Scarma e Operai della Fiat 1100. Artisti che non solo si sfidano a colpi di note e melodie, ma che si impegnano a trasmettere un forte messaggio di partecipazione e di resistenza alla brutalità della cultura mafiosa. Contrastare la voce opprimente della criminalità con l’armonia della musica e della poesia. Un’iniziativa che fornisce una ricca opportunità per raggiungere i giovani: sensibilizzarli alle tematiche dell’antimafia, incontrandoli in un contesto di divertimento e spensieratezza per veicolare l’idea che con l’apporto di tutti si può costruire una società più giusta.

Presentatore d’eccezione della serata sarà Dario Brunori della Brunori Sas, figura di spicco della musica leggera “made in calabria”. Ospiti previsti Cristiano Godano dei Marlene Kuntz e la band arbereshe degli Spasulati. Personaggi da sempre vicini e sensibili alla tematica della lotta alle mafie che coniugano con serietà e maestria la vivacità della loro arte e l’attenzione verso l’impegno sociale.

Partita da Faenza il 29 settembre la carovana ha percorso la penisola con il suo carico di energia, ma soprattutto con un importante messaggio di legalità che è stato accolto da numerosi artisti del panorama musicale italiano. Un viaggio che vedrà a Bari la sua tappa finale il 30 novembre, momento di designazione del vincitore ma soprattutto occasione per la presentazione del libro/cd “La Musica che scrive le parole che si fanno sentire” a cui hanno contribuito più di 50 artisti con aneddoti, racconti, poesie e quant’altro: oltre agli artisti che partecipano agli eventi live sono presenti nel volume interventi di Eugenio Finardi, Sergio Cammariere, Simone Cristicchi, Paolo Belli, Teresa De Sio, Roy Paci, Frankie Hi Nrg, Roberto Angelini, Marta sui Tubi, Piotta, Il Parto delle Nuvole Pesanti e molti altri. Riflessioni arricchite dalle prefazioni dei due curatori Gennaro de Rosa e Marco Ambrosi, nonché dai contributi di Carlo Lucarelli, Don Ciotti e dell’antropologo Vito Teti. I proventi ricavati dalla vendita saranno destinati all’associazione Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) che ha sostenuto la realizzazione dell’intero progetto.

 

 

Mariacristiana Guglielmelli