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Progetto “Aiutaci a crescere, regalaci un libro”: consegnati 2000 testi

COSENZA – Oltre 2000 libri andranno ad arricchire le biblioteche di 21 Istituti comprensivi della provincia di Cosenza. I pacchi sono stati distribuiti, evento aiutaci a crescere. regalici un libro provincia di cosenzaquesta mattina, grazie al progetto “Aiutaci a crescere, regalaci un libro”, della libreria Giunti al Punto in collaborazione con la Provincia di Cosenza. I clienti della libreria, nel mese di agosto, hanno generosamente acquistato e regalato un libro da donare alle biblioteche degli Istituti della provincia di Cosenza che ne hanno fatto richiesta. Da Paola a San Sosti, da Acri a Fuscaldo, i 21 delegati degli Istituti comprensivi, insieme ad alcuni alunni, hanno partecipato questa mattina alla consegna, svoltasi nel Salone degli stemmi della Provincia di Cosenza. Alla cerimonia di consegna erano presenti la dirigente del Settore politiche culturali Anna Viteritti, il consigliere provinciale Lino Di Nardo, la responsabile del Progetto della libreria Giunti Donatella Salituro e la presidentessa dell’Abio (Associazione bambini in ospedale) Alessandra Filice, alla quale sono stati donati un centinaio di libri per arricchire la biblioteca del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Cosenza.

Le donazioni, quest’anno sono state particolarmente ricche, raddoppiando il numero dei testi raccolti, ben duemila rispetto ai mille dello scorso anno. I donatori hanno potuto apporre anche una breve dedica all’interno del libro, scelto per rendere più personale il loro regalo.

 

Cosenza, è tutto pronto per il “B-Book Festival”

COSENZA – I prossimi 20, 21, 22 e 23 aprile, presso la Città dei Ragazzi del Comune di Cosenza, avrà luogo la seconda edizione del “B-Book festival, un b-book festivalmondo di arte e letteratura per bambini e ragazzi”, promosso da Cooperativa delle donne, Cooperativa Don Bosco, Teca srl, società che gestiscono la Città dei Ragazzi del Comune di Cosenza, con il sostegno di Save the Children, organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti. L’evento, così come nella sua prima edizione, è frutto di un lavoro condiviso e partecipato con il territorio, attraverso il coinvolgimento di tutte le realtà locali e nazionali che, nel loro quotidiano, intessono azioni e pratiche educative volte a garantire la crescita culturale dei cittadini più giovani.

Il festival sarà aperto, mercoledì 20 aprile, alle ore 16.00, da una festosa carovana di pacifici: i bambini della Scuola Primaria “Plastina Pizzuti” di Cosenza e dell’Istituto Comprensivo di Mendicino faranno partire i loro piccoli pacifici, portatori di un messaggio di pace in un mondo dilaniato da violenza e conflitti. A seguire, alle ore 17.00, “Leggere al sud” un momento di riflessione che parte dai dati forniti dall’Atlante dell’infanzia “Bambini senza”, pubblicato da Save the Children, secondo il quale quasi il 70% dei bambini calabresi nello scorso anno non ha letto nemmeno un libro, a fronte del 47,9% su scala nazionale. Nel corso delle tre giornate, con lo scopo di instaurare un rapporto diretto tra scrittori e piccoli lettori, si susseguiranno diversi incontri con autori della letteratura per l’infanzia che avranno il compito, attraverso molteplici strumenti, di coinvolgere i giovani lettori nella meraviglia della nascita di un racconto, di una poesia, di una filastrocca, di una illustrazione.

Nel corso del festival avranno luogo seminari educativi rivolti ad insegnanti, educatori, genitori, finalizzati all’apprendimento di tecniche sempre nuove e adatte ai diversi contesti educativi e volte a conciliare la didattica ludica con l’animazione alla lettura. Grande spazio alle attività laboratoriali con atelier di lettura, laboratori di arte, di costruzione di burattini, di teatro, filosofia e costruzione del libro rivolti alle scuole e alle famiglie.

Per approfondimenti:

http://b-bookfestival.blogspot.it/

https://www.facebook.com/B-Book-Festival

staffbbook@gmail.com

Segreteria organizzativa: T.3473943852

 

Ph. www.webalice.it

Fondazione Lilli, al via la dodicesima edizione del Convegno scientifico

COSENZA (CS) Si rinnova anche quest’anno il  Convegno Scientifico della Fondazione Lilli, arrivato alla sua dodicesima edizione.
Il tema del Convegno, che si terrà presso la sala “M. Quintieri” del teatro “A. Rendano” nei giorni 4 e 5 marzo, è
“L’ASSISTENZA AL MALATO ONCOLOGICO”.
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Il convegno sarà preceduto il giorno 3 marzo dalla presentazione del libro del prof. Giulio Maira “TI REGALO LE STELLE” presso la libreria di Cosenza alle ore 17.30. Infine,  giorno 8 marzo, la Ristora Biocatering ha organizzato presso la sala Taormina di Laurignano (Cs) , in occasione della festa della donna, una serata i cui proventi saranno devoluti alla Fondazione

Bovalino, dopo le “Anime nere” arriva “Il saltozoppo” di Giocchino Criaco

BOVALINO (RC) – Ieri presso il Caffè Letterario “Mario La Cava” si è svolta la presentazione del nuovo romanzo dell’autore calabrese di Africo Gioacchino Criaco, già autore del fortunato “Anime nere”, dal titolo “Il saltozoppo”, edito dai tipi di Feltrinelli. A moderare l’incontro, cui ha preso parte un numeroso pubblico, la giornalista Maria Teresa D’Agostino. Il romanzo, insieme ad altri quattro lavori, è tra i finalisti al premio della Città di Rieti, per il prossimo mese di settembre. Una presentazione letterario un po’ fuori Il Saltozoppodagli schemi quella che ha visto un Gioacchino Criaco raccontare e raccontarsi, come fosse egli stesso un personaggio del romanzo della sua vita.

“Il saltozoppo” è una “favola nera” che mette in luce una Calabria dalla natura selvaggia e inquietante. Protagonista è una donna, la Ninfa, che in ogni modo di tenta di cambiare il suo destino, insieme a quello del suo innamorato. Il personaggio di Agnese, come ha rivelato lo stesso Criaco, non è del tutto inventato ma prende spunto dalla storia di una ragazza di molti secoli fa che i suoi familiari volevano “donare” in sposa un uomo, ricco però anziano contro il suo stesso volere: un esempio di donna forte in ul libro che, secondo l’autore, tutte le donne calabresi dovrebbero leggere. Del resto, lo scrittore ha voluto anche precisare che, nei suoi romanzi, non è la Calabria a dominare, bensì il mondo intero, di cui la Calabria non è che una stazione, come quelle che nel romanzo in questione partono, dall’Aspromonte e dalla Cina, per poi intreciarsi attraverso anni e anni di storia, in un incontro di etnie sullo sfondo di un cielo noir. Nel paesaggio delle piane dell’Allaro Julien Dominici e i gemelli Agnese e Alberto Therrime crescono insieme  e si legano in un amore contrastato dalle famiglie che spinge gli uomini a uccidere e uccidersi e le donne a partire con i figli.

 

Il Capodanno libresco della Libreria Ave

REGGIO CALABRIA – A Reggio si è festeggiato un Capodanno particolare… in libreria. L’idea è stata diLibreria Ave un libraio indipendente che, noncurante della tendenza che vuole il monopolio sul mercato delle grandi catene editoriali, ha voluto proporre un veglione alternativo. Così, grazie anche all’impegno dell’associazione SpazioTeatro, la prima notte dell’anno 2016 si è potuta svolgere tra i libri, secondo l’idea del coraggioso libraio, Fabio Saraceno, che ha voluto proporre lettura di brani, più conosciuti e non, di classici e contemporanei. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la clientela è accorsa numerosa e neppure una leggera pioggia è riuscita a farla desistere. Un Capodanno che, secondo qualche avventore, potrebbe regalare alla città dello stretto un primato che qualche classifica ha ingiustamente tolto. Tra una lettura e l’altra, gli avventori hanno, quindi, potuto bere qualche bicchiere di spumante e aggirarsi tra gli scaffali alla ricerca dei testi protagonisti del reading.

Un successo il Capodanno della Libreria Ave, un successo a cui Saraceno quasi non riusciva a credere: “Quando ho visto arrivare tutta questa gente non ho creduto ai miei occhi, soprattutto perché nel momento in cui ho immaginato un Veglione di Capodanno nella mia libreria fatto di reading non sognavo di certo una partecipazione simile. Vedere tutta questa gente che preferisce delle letture di libri a una festa in qualche bel locale mi spinge a continuare: questa è la strada giusta!”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Gaetano Tramontana, direttore di SpazioTeatro che ha commentato entusiasta il risultato della serata, come “la dimostrazione che i cittadini sono aperti verso proposte nuove e originali”.

I brani oggetto del reading sono stati sceltui dallo stesso Tramontana e da altri componenti dell’associazione.

Presentato il libro sui desaparecidos italo-argentini

DA sx, Luigi Pandolfi, Claudi Di Benedetto, Vincenzo Marino, Rossella Tallerico, Mario Occhinero e Michele Merante @ Ph. Giulio Greco
DA sx, Luigi Pandolfi, Claudi Di Benedetto, Vincenzo Marino, Rossella Tallerico, Mario Occhinero e Michele Merante @ Ph. Giulio Greco

PENTONE (CZ) – Storie di una tragedia ancora aperta, apparentemente lontane ma legate anche all’Italia e alla Calabria, di una sofferenza così grande e atroce che stenta a esprimersi in parole umane: sono raccontate nel libro ‘Impossibile gridare, si ulula. Storie di desaparecidos italo-argentini’. Il volume è stato presentato presso la sala consiliare del Comune di Pentone alla presenza di molti cittadini pentonesi e non solo. Dopo i saluti del sindaco, Michele Merante, oltre all’autrice, Rossella Tallerico, sono intervenuti Luigi Pandolfi (giornalista), Mario Occhinero (membro dell’associazione 24 marzo) e Claudio Di Benedetto, figlio di Filippo Di Benedetto, lo “Schindler” calabrese. Ha moderato il professore Vincenzo Marino.

Il libro dà un quadro della dittatura di Videla in Argentina, della cosiddetta Guerra Sucia, guerra sporca, un piano sistematico di repressione dell’opposizione mediante la pratica della desaparición. Ma dà spazio anche ai singoli, ai loro ideali e alle loro sofferenze attraverso l’analisi dei processi celebrati a Roma e la ricostruzione delle storie di vittime italiane e calabresi. L’interesse per il dramma dei desaparecidos, ha raccontato l’autrice, è nato quando, da adolescente, ha contribuito a una raccolta firme promossa da Amnesty International. Su questo tema si è focalizzata la sua tesi che, arricchita e ampliata, si è trasformata nel libro pubblicato. All’inizio è stato difficile leggere e ascoltare, ma poi Rossella Tallerico ha proseguito nel suo lavoro di ricerca. «La pratica della desaparicion merita di essere studiata, quale esempio storico tra i più esecrabili di violazione dei diritti e della dignità delle persone», scrive nel libro.

Nell’introdurre la serata, Vincenzo Marino ha rilevato che «dietro ogni numero e ogni storia, c’è una vita, una tragedia che non finisce con la fine della dittatura argentina, ma che continua ancora oggi». Il sindaco ha citato il ruolo degli altri paesi. Luigi Pandolfi ha fissato alcuni punti. Tra gli altri, il fatto che si ritrovino nomi italiani sia tra gli eroi come Filippo Di Benedetto sia tra gli antieroi (i militari), la coltre di silenzio poi rotta dal presidente Pertini, il peso delle motivazioni economiche, la necessità di riprendere questi temi e di farli conoscere soprattutto alle nuove generazioni. Secondo il giornalista, il libro di Rossella Tallerico «è un libro di storia e un libro di storie, ben documentato e ben scritto».

Per Mario Occhinero, «chi non ricorda il passato, è condannato a ripeterlo». Secondo l’esponente

Dipinto di Salvador Gaudenti (immagine copertina)
Dipinto di Salvador Gaudenti (immagine copertina)

dell’associazione 24marzo, è molto importante parlare dei desaparecidos in una sede istituzionale perché si tratta di vittime di terrorismo di Stato. Occhinero ha menzionato l’opera di sensibilizzazione fatta insieme a Rossella Tallerico per la riapertura di un caso. É giunto all’attualità dicendo che quanto ha fatto in 20 giorni dall’attuale presidente dell’Argentina comincia a destare preoccupazioni e che sta per cominciare un altro processo. Ha letto, inoltre, un saluto della sorella di Bellizzi, la cui storia è stata ricostruita nel libro.

Il volume comprende anche la storia di Filippo di Benedetto, lo “Schindler” calabrese che, insieme al console Calamai, aiutò molti italiani: un esempio di come il singolo possa fare la differenza rispetto a eventi che sembrano inevitabili. La sua storia è stata ripercorsa dal figlio, Claudio Di Benedetto. Il padre «fin da giovane è stato un idealista». Si impegna nelle lotte sindacali antifasciste che gli fanno conoscere il carcere di Castrovillari, nel 1947 diventa sindaco di Saracena. Nel 1952 emigra in Argentina come artigiano, ma «la sua passione è la politica». Negli anni della dittatura, del Piano Condor «studiato dalla CIA americana,» insieme al console Calamai, l’unico che in Ambasciata lo ascolti, ha salvato centinaia e centinaia di giovani facendoli espatriare, nascondendoli in luoghi sicuri e denunciando. Rischiando la sua sicurezza e quella dei suoi familiari.

Il libro ‘Impossibile gridare, si ulula’ è uscito a settembre 2015 nella Miscellanea di Studi storici del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria, per i tipi di Aracne. È corredato dalla prefazione di Carlos Cherniak, ministro plenipotenziario per la politica, la cooperazione e i diritti umani – Ambasciata della Repubblica argentina in Italia. Geraldina Colotti (Il Manifesto/Le monde diplomatique) lo ha considerato un «accurato lavoro, un prezioso contributo al dovere della memoria».  In copertina, un dipinto di Salvador Gaudenti, Prohibido olvidar (proibito dimenticare).

Classe 1989, Rossella Tallerico nel 2013 ha completato gli studi universitari conseguendo la laurea magistrale in Filologia moderna. Nel 2015 ha vinto il Premio di Laurea Acat (Azione Cristiana per l’Abolizione della Tortura). Attualmente collabora con l’Ambasciata della Repubblica argentina in Italia e con l’Associazione “24 marzo”.

 

Durante i lunghi mesi di prigionia ho spesso pensato a come riferire il dolore provocato dalla tortura. E ho sempre concluso che non è possibile riuscirci. È un dolore privo di punti di riferimento, di simboli rilevatori, di segnali d’indicazione. L’uomo viene spostato così rapidamente da un mondo all’altro che non ha modo di attingere a una riserva d’energia per far fronte a tanta scatenata violenza. È questa la prima fase della tortura: cogliere l’uomo di sorpresa, senza consentirgli nessuna difesa. All’uomo, le mani vengono chiuse dai ferri, dietro la schiena; gli vengono bendati gli occhi. L’uomo viene sommerso da una gragnola di colpi. Viene buttato a terra e qualcuno conta fino a dieci, ma, non viene ucciso. L’uomo viene condotto a quella che potrebbe essere una branda, o un tavolo; viene denudato, irrorato d’acqua, legato alle estremità della branda o del tavolo, braccia e gambe allargate. E comincia l’applicazione delle scariche elettriche. È impossibile gridare, si ulula. Quando comincia il lungo ululato dell’uomo qualcuno con morbide mani gli controlla il cuore, qualcuno ficca una mano nella sua bocca per estrarne la lingua e impedire che l’uomo soffochi. Qualcuno introduce un pezzo di gomme nella bocca dell’uomo per impedire che si morda la lingua o che si distrugga le labbra. Una pausa breve. E poi tutto comincia daccapo. Questa volta accompagnato da insulti. Una pausa.

E poi le domande. Una pausa. E poi parole di speranza. Una pausa. E poi insulti. Una pausa. E poi, le domande

Testimonianza di Jacobo Timerman (giornalista, sopravvissuto alla dittatura)

Il Festival del giallo e del Noir alla sua giornata conclusiva

COSENZA (CS) Per la sua giornata conclusiva, in programma sabato 28 novembre, a partire dalle ore 16,00, al Chiostro di San Domenico, gli organizzatori del Festival del giallo e del noir, promosso dal Comune e dalla Provincia di Cosenza, insieme all’Associazione di promozione sociale “Prospettiva Avvenire”, hanno scelto altri importanti scrittori del panorama nazionale. Ad aprire la giornata conclusiva, coordinata da Pino Sassano, il poliedrico scrittore bolognese Gianluca Morozzi che ha raggiunto il grande pubblico grazie al romanzo “Blackout”, un thriller interamente ambientato all’interno di un ascensore. La sua poliedricità è emersa da diversi romanzi e numerosi racconti  che fanno subito notare la sua fede calcistica, quella per il Bologna, e la sua passione per la musica. La sua passione ha ispirato il tema della conversazione “Giallo Rossoblù”.

“Giallo della Rabbia” è invece il tema dell’incontro con Mimmo Gangemi, lo scrittore calabrese, di Santa Cristina d’Aspromonte, autore de “Il giudice meschino”, “Il patto del giudice” e “Il prezzo della carne”, oltre che del più recente “Un acre odore di aglio”. Gangemi dialogherà con Amelia Nigro.  Vito Bruschini, giornalista, scrittore e sceneggiatore, ospite sabato 28 novembre del Festival del giallo e del noir di Cosenza parlerà della sua più recente produzione “I Cospiratori del Priorato”.

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 “Giallo Cospirazione” sarà il tema della conversazione di Bruschini con Pier Francesco Bruno. Autore di molti romanzi per Newton Compton, Vito Bruschini ha incontrato il successo per “The Father”, tradotto in nove paesi, e “Vallanzasca”, romanzo non autorizzato sulla criminalità negli anni della strategia della tensione Spazio alla scuola partenopea del giallo nel penultimo incontro della giornata conclusiva del Festival che vedrà protagonisti gli scrittori Antonio Menna e Stefano Piedimonte. L’ultimo suo libro è “Il mistero dell’orso marsicano ucciso come un boss ai Quartieri Spagnoli”, pubblicato nel gennaio di quest’anno, ma la sua popolarità Antonio Menna, giornalista e collaboratore de “Il Mattino” di Napoli, la deve ad un libro del 2012, nato da un post pubblicato sul suo blog, dal titolo “Se Steve Jobs fosse nato a Napoli”, dato alle stampe da Sperling & Kupfer e arrivato alla quinta edizione. Menna ha scritto, inoltre, i romanzi “Cocaina & Cioccolato” (2007), “Baciami molto” (2009) e “Tre terroni a zonzo” (2013). Stefano Piedimonte si è occupato, nelle testate per le quali ha lavorato, prevalentemente di cronaca nera. Tra i suoi libri, “Nel nome dello Zio” (2012), “Voglio solo ammazzarti” (2013) e il più recente “L’assassino non sa scrivere”. Menna e Piedimonte dialogheranno nel Chiostro di San Domenico con Silverio Curti e Brunella Solbaro.

Il tema, e non poteva essere diversamente, sarà “Giallo Partenope”. Chiuderà il ciclo degli incontri, infine, la scrittrice ravennate Alda Teodorani i cui racconti si sono rivelati fonte di ispirazione per diversi film. La conversazione tra Alda Teodorani e Vincenzo Montisano sarà sul giallo pulp. Simpatica appendice del Festival del Giallo e del Noir, domenica 29 novembre, alle ore 10,00, al Bar Due Palme di viale degli Alimena dove alcuni degli scrittori ospiti della manifestazione si presteranno a fare colazione con i lettori e gli appassionati del genere. Sabato, nel corso della giornata conclusiva, sarà, invece, riproposta la degustazione degli arancini di Montalbano preparati dagli allievi e dai docenti dell’Istituto Alberghiero “Mancini” di Cosenza, in omaggio al personaggio protagonista dei racconti e dei romanzi di Andrea Camilleri.

“Com’è bella la nebbia quando cade” è l’ultimo lavoro di Tania Piazza

 Un mix tra finzione e realtà sospeso fra cielo e mare. Difficile da dimenticare. Impossibile smettere di leggerlo. Un romanzo destinato ad occupare i comodini di fianco ai letti di tutta Italia.cop

Com’è bella la nebbia quando cade (Casa Editrice Kimerik, pp. 164), è il secondo romanzo della scrittrice vicentina Tania Piazza, autrice, nel 2013, del romanzo La cura delle parole (EdizioniSì).

 Il romanzo ruota attorno alla storia, complicata e tormentata, di Miriam, Ludovico e Catherine, rispettivamente moglie e marito i primi due e l’incarnazione di un amore mai dimenticato il terzo personaggio. Il giorno del loro anniversario di matrimonio Ludovico riceve in regalo dalla moglie un pacco di lettere a lui indirizzate, risalenti a più di cinquant’anni prima, che Miriam non ha mai avuto il coraggio di spedire. Ludo è costretto a ricordare il periodo della sua vita nel quale ha conosciuto Catherine, docente universitaria inglese in visita nell’ateneo italiano in cui lui stesso tiene le lezioni. L’incontro tra i due diventa ben presto amore e Ludo la segue in Inghilterra. Qui, ha inizio una relazione che porta alla gravidanza di Catherine e al sogno di una nuova vita a tre. Miriam, innamorata di Ludo senza esserne ricambiata, comincia a frequentarlo proprio nel periodo precedente al suo viaggio, si illude di potergli vivere a fianco per sempre e decide di volare in Inghilterra e di incontrare Catherine, mettendo in atto un piano basato sulla menzogna per riportare a casa l’uomo che ama, a sua insaputa.

Il Sud deve diventare adulto. Massimiliano Capalbo a Lamezia tra eresie e confronto

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Foto di Maria Elena Saporito

Perché se il Sud possiede tutte queste risorse non riesce a trasformarle in valore? E come può farlo?”. Questa è la domanda delle domande, quella alla quale tutti noi tentiamo di rispondere giorno dopo giorno, alla quale spesso ci sottraiamo comprendendone dolorosamente le molteplici implicazioni (e complicazioni). E proprio intorno a questo rilevante quesito è accaduto qualcosa di altrettanto importante la sera di martedì 6 ottobre, a Lamezia Terme, presso Palazzo Nicotera, sede della biblioteca comunale. L’attivo e puntuale collettivo Manifest. ha messo insieme, grazie a inviti tempestosi e tempestivi, un

Foto di Maria Elena Saporito
Foto di Maria Elena Saporito

gremito uditorio che ha partecipato con interesse e trasporto alla presentazione del libro di Massimiliano Capalbo dal titolo ‘La terra dei recinti’. Oltre all’autore, ‘imprenditore eretico’ e fondatore di Orme nel Parco, la discussione è stata alimentata dall’introduzione di Valeria D’Agostino, blogger di Manifest., e dallo scrittore e avvocato Francesco Bevilacqua, impegnato attivamente nella promozione del territorio con le sue Cliniche dei risvegli, luoghi nei quali si “fanno circolare le eresie per svegliare i nostri paesi”, come egli stesso ha affermato.

Abbiamo sentito tante, troppe, volte gente, nostri conterranei, che ci sciorinavano aneddoti più o meno edificanti su quanto sia difficile, se non impossibile, fare l’imprenditore in Calabria. C’è la ‘ndrangheta, ci sono i molteplici compromessi, ci sono i bastoni tra le ruote a ogni angolo. E poi non ci sono risorse, per accedere ai finanziamenti pubblici devi avere la raccomandazione. Insomma, metti da parte le tue idee, cercati un posto al call center di zona e stai buono buono che prima o poi una porta si apre. Intanto… aspetta. Accontentati… E mentre ti accontenti, ascolta con fiducia chi ti ricorda costantemente “quanto questi territori siano ricchi di potenzialità, di prodotti di qualità, di risorse naturalistiche, di bellezze culturali, storiche e artistiche e di come sia indispensabile puntare su di essi per rimettere in moto l’economia, creare posti di lavoro e promuovere lo sviluppo, salvo poi stilare o appoggiare programmi elettorali che vanno nella direzione esattamente opposta rispetto a quella proclamata”.

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Foto di Maria Elena Saporito
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Foto di Maria Elena Saporito

E invece no, c’è chi ha deciso di gridare che accontentarsi, continuare a essere vittime, vivere di    assistenzialismo senza sviluppi non genera alcuna gratificazione. I recinti ci tengono prigionieri, come orsi in cattività, come ostaggi con una sindrome di Stoccolma mai curata, divenendo i veri ostacoli che impediscono al Meridione, in generale, e alla Calabria, in particolare, di crescere e di offrire le proprie risorse a quanti, in questi territori, vogliano davvero mettersi in gioco per uscire sani e salvi dal turbinio arido e straniante della disoccupazione e della povertà d’iniziativa, prima che di denaro. La scossa al risveglio è quindi giunta a Lamezia Terme grazie all’impegno dei ragazzi del collettivo Manifest. che hanno chiamato a raccolta tutti gli operatori economici e culturali dell’hinterland per discutere sui rilevanti temi messi nero su bianco da Massimiliano Capalbo nel libro confrontandosi quindi, oltreché con l’autore eretico, anche con il già citato Francesco Bevilacqua, da sempre attento alle risorse e alle potenzialità della regione che spesso l’incuria della classe dirigente tende a far dimenticare.

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Foto di Maria Elena Saporito
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Foto di Maria Elena Saporito

L’incontro con Lamezia dunque è stato caratterizzato da una particolare attenzione alle iniziative imprenditoriali e socio-culturali già in corso, delle quali Manifest. e i propri partner si sono resi testimoni, oltreché protagonisti. Capalbo si è pertanto trovato al centro del discorso dove, oltre a illustrare i suoi ormai famigerati quattro responsi alla domanda delle domande, ha anche accolto con interesse e partecipazione gli interventi degli altri ‘eretici’, tra i quali spiccavano artisti, attivisti e imprenditori oltre alla gente comune, i lettore nudi e crudi accorsi per poter interagire con l’autore e udirne la viva voce dopo esser stati scossi con veemenza e calore dalla parola scritta. Dunque, in questa atmosfera densa di condivisione e confronto, si è a lungo parlato del pericolo di coma topografico, come ha inteso indicarlo Bevilacqua riferendosi alla radicata (quanto errata) credenza insita nei calabresi “di vivere in luoghi privi di valore, dei non luoghi. Il rischio è che se noi calabresi non iniziamo a prendere coscienza della valenza effettiva della nostra terra, arriverà qualcun altro più furbo, molto più ricco e con meno scrupoli ad appropriarsene e, magari, arricchendosi proprio grazie alle nostre risorse”. In sostanza, i calabresi devono finalmente diventare adulti: questo è, secondo Bevilacqua, l’unico modo per uscire dalla condizione di orsi in cattività chiusi entro i confini di uno zoo. Capalbo ha ripreso le fila del discorso, aggiungendo che la via per uscire da questo stadio comatoso è quella di abbattere il complesso di inferiorità che ci perseguita, retaggio anche di un’educazione familiare e scolastica frutto di secoli di sottomissione e accondiscendenza. “Le false credenze si sviluppano nelle famiglie”, ha dichiarato senza mezzi termini l’imprenditore. E una di queste false credenze è sicuramente il vittimismo: siamo incapaci di affrontare le difficoltà e ‘decidiamo’ quindi di essere vittime sacrificali di un qualche carnefice che ci tiene sotto giogo. “Questa è quella che definisco fragil-età, ossia l’incapacità della società di affrontare le difficoltà”. Una fragil-età che ha preso piede nella nostra regione e nel sud in generale, paralizzando i nostri arti e le nostre idee. Fare impresa in maniera eretica è, secondo Capalbo, un modo per difendere e allenare il proprio talento a partire da motivazioni che ciascuno di no11060318_1626967060885556_8868129501561902929_ni può trovare dentro di sé e stabilendo legami deboli, ossia fuori dalla cerchia di parenti e amici, andando oltre i nostri confini geografici. “L’impresa prima che economica deve essere umana. È necessario prendersi cura del proprio territorio”, ha concluso lo scrittore e imprenditore.

Prendersi cura di risorse e talenti che è infatti diventata la mission di Manifest., tant’è che proprio in questi giorni il collettivo di giovani blogger si sta attivando con i primi appuntamenti del laboratorio di lettura. Già il prossimo sabato 10 ottobre infatti i ragazzi si ritroveranno presso il Caffè Letterario – Bar del Popolo a Sambiase – Lamezia Terme a partire dalle 16, invitando quanti volgiano prender parte all’evento e ricordando di portare con sé le idee, la passione e un buon libro. Questo è il punto di partenza per portare il nostro Sud nell’età adulta. Finalmente.

 

Daniela Lucia

 

 

Per saperne di più sul libro leggi la recensione di Ottoetrenta firmata da Lia GianniniMassimiliano Capalbo: il segreto è  ‘abbattere i recinti’

 

“Estate a Casa Berto”, due serate con Carmine Abate e Mimmi Gangemi

Carmine-AbateCAPO VATICANO (VV) – In occasione dei cento anni dalla nascita del grande scrittore Giuseppe Berto che scelse la Calabria quale luogo elettivo dove vivere e riposare, la figlia Antonia ha voluto lanciare l’iniziativa denominata “Estate a Casa Berto”, invitando i due massimi rappresentanti contemporanei della letteratura italiana che nasce in Calabria, Carmine Abate e Mimmo Gangemi. Il 14 agosto alle ore 19,00 sarà il turno di Carmine Abate che nel 2012 ha vinto il premio Campiello con la “Collina del vento” del quale leggerà brani salienti unitamente ad alcuni passaggi tratti da “La festa del ritorno”. Nato a Carfizzi in provincia di Crotone, da una famiglia di origine arbereshe, dopo essersi laureato in Lettere all’ Università di Bari si trasferisce ad Amburgo in Germania per seguire il padre emigrato. Qui insegna in una scuola per figli di emigranti e inizia a scrivere i primi racconti. In questi giorni è stato inaugurato a Carfizzi un Parco Letterario intitolato al suo nome. Carmine Abate sarà accompagnato nelle sueGangemi-03web letture da giovani musicisti calabresi provenienti dal Conservatorio di Vibo. Il 17 agosto alle ore 19,00 sarà in scena Mimmo Gangemi, che vive a Palmi introdotto da Arcangelo Badolati , scrittore anch’egli e caposervizio della Gazzetta del Sud, Gangemi avrà al suo fianco Federica Montanelli e Jo Lattari che leggeranno brani dalla saga del “Giudice meschino” (tre titoli in tutto) con i quali Gangemi ha vinto diversi premi e dai quali Luca Zingaretti, che ne rimase incantato sin dalla prima lettura, ha realizzato la nota fiction prodotta dalla Rai. Ci sarà spazio anche per letture da un altro best-seller di Gangemi: “Un acre odore di aglio”.

Le due serate si concluderanno con cene tipiche calabresi esclusivamente su prenotazione (da effettuarsi entro il 13 agosto). Le cene sono a cura di Philiph Smith, marito di Antonia Berto, nonchè affermato cuoco statunitense.