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Michele Caccamo racconta le “Lamentazioni prima dell’amore”

TAURIANOVA (Rc) – È stato appena pubblicato il libro “Lamentazioni prima dell’amore” di Michele Caccamo per la casa editrice Elliot che sarà presentato a Taurianova in Piazza Italia, sabato 19 settembre alle ore 18.30. 

Un libro che racchiude in sé la sofferenza e il dolore della società per pensiero e voce di un solo uomo.

L’autore porta la denuncia umana a una sorta di confessione quotidiana. Piccole o grandi riflessioni su ciò che siamo diventati, su ciò che potremmo essere. L’opera si snoda su due binari, il primo rivolto alla realtà imposta e subita l’altro a una immaginaria vita fatta di amore e sentimento. Una forma di lotta sentimentale dove non sempre l’amore riesce a sconfiggere il male. 

«Le lamentazioni sono i soliloqui di un uomo esiliato dalla propria vita, bruciato dalla rabbia verso un’umanità brutale e farisea, violato nell’innocenza dell’amore. Espressioni di un dolore sacro e iconoclasta – afferma Michele Caccamo – questi vortici della mente si trasformano, attraverso un gioco introspettivo, in pensieri d’amore, ribaltando continuamente il punto di vista per dare un nuovo senso alla vita».

La scrittura pittorica di Caccamo costruisce immagini che sfidano la percezione del reale per trasformare la banalità del quotidiano in indizi di verità. 

È un lavoro di denuncia sociale, un richiamo forte alle nostre responsabilità. 

Organizzata dalla Consulta delle Associazioni di Taurianova nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti, la presentazione sarà l’occasione per ripercorrere con l’autore in dialogo con Filippo Andreacchio, Presidente della Consulta, il suo lavoro sottile, distinto tra fasi di collera e di elevazione spirituale. Una scrittura poetica ma anche e soprattutto rabbiosa.

In libreria “Lockdown – Vite in quarantena”, 12 storie di italiani ai tempi del Covid-19

COSENZA – Un medico, un amore finito, un attore, una nascita, una laurea e tante, tante case. Si può comprimere un’intera vita in una casa? Si possono contenere sogni, progetti, ricordi, legami? E come fare a custodirli senza perderli? 

Queste sono le voci di alcune persone che tra marzo e aprile del 2020 hanno vissuto la quarantena forzata a causa della pandemia di Covid-19.

Tutte queste storie sono state vissute in Italia, in diverse regioni e sono il frutto di video-interviste registrate, scritte e raccolte da Armando Canzonieri e Mirko Perri in questo libro che si chiama “Lockdown – Vite in quarantena”.
Dodici storie, dodici punti di vista ma soprattutto dodici persone che hanno raccontato la loro personale quarantena causata dal Covid-19.
Hanno aperto la finestra del loro mondo, dove gli autori hanno guardato dentro, ascoltato e raccolto e nel farlo hanno scoperto che ogni storia, nella sua particolarità, stava raccontando qualcosa che rimbalzava e si amplificava nella vita degli altri, di essere connessi nel provare le stesse paure, nel vivere le feste in modo simile, nel reagire alle perdite, nel trovare la forza per ridere e ricominciare.

Il racconto dei protagonisti è stato, tra marzo e aprile del 2020, il loro paracadute.

Dodici narrazioni che rispondono a un canovaccio di domande ma soprattutto fotografano un momento di vita, il suo legame con il passato e con il futuro.
Alcune storie contengono al loro interno dei riquadri nei quali i due autori riportano pensieri, ricordi e riflessioni avvenute durante le video-interviste.
Ciascun racconto è accompagnato da un “consiglio di ascolto” suggerito dai protagonisti, ascoltabile grazie a un “QR-code” che rimanda a quel brano, che farà da sottofondo alla lettura del capitolo.
Oltre ai brani, gli intervistati hanno spesso indicato un libro e un film (o una serie tv) che li ha accompagnati in questi mesi a casa e una fotografia rappresentativa del loro racconto.

Una raccolta da leggere tutta d’un fiato, la fotografia di un preciso momento tanto sconosciuto quanto umanamente straordinario , in cui ricorderemo di certo nel prossimo futuro, di essere stati tutti legati da una storia collettiva composta da tutte le nostre storie da “cameretta”.

Parte del ricavato del libro infine scritto e realizzato anche grazie al sostegno dell’Associazione “Che cosa sono le nuvole APS”, andrà devoluto a due realtà territoriali dal forte valore sociale: La Terra di Piero (Cosenza) e l’Associazione Solidale Maliana (Brindisi).

Per info: viteinquarantena@gmail.com

 

Rossana Muraca presenta “Il mio Mark Caltagirone (sotto l’albero)”

COSENZA – “Il mio Mark Caltagirone (sotto l’albero)”, il primo libro della giornalista calabrese Rossana Muraca, nasce come naturale conseguenza di una rubrica nata per gioco sui social network. Sulla scia del caso televisivo “Pamela Prati e Mark Caltagirone”, i racconti del prontuario sentimentale, diventano lo specchio di una società traballante, precaria nelle relazioni, che si muove tra filtri e finzioni, tra app ed apparenze, che viaggia su due binari: reale e virtuale.

La presentazione del volume si terrà venerdì 20 dicembre 2019, alle 17 e 30 al Talent Garden Cosenza.

L’autrice dialogherà insieme al giornalista della Gazzetta del Sud Antonio Sergi.

I racconti natalizi analizzano i tanti Mark in versione Babbo Natale, e rappresentano la base di un progetto che nasce con l’obiettivo più ampio di parlare in maniera stimolante e riflessiva di Amore e di nuovi linguaggi. All’interno del volume, infatti, è possibile trovare anche il glossario: “Parlami d’Amore”, raccolta di termini e modi di dire, tratti dai linguaggi emotivo-sentimentali della NET generation e venuti fuori dagli identikit dei Mark Caltagirone di turno, nelle due stagioni della rubrica.

Il mio Mark Caltagirone (sotto l’albero)” edito da Teomedia, mette insieme in un’edizione speciale, 22 racconti, di cui 11 inediti, accompagnati dalle illustrazioni di Arianna d’Agostino, in arte Aria. Il libro è inoltre sostenuto dalla prefazione della mediatrice familiare, Mariacristina Ciambrone, ironizza sì sugli uomini ma mette in discussione anche le donne sempre più in carriera e determinate ma pur sempre sognatrici alla ricerca di un Mark, non in versione “principe blu digitale” ma in versione “principe verde speranza”. 

Sull’autrice

Rossana Muraca, giornalista made in Calabria, originaria di Bianchi (CS). Nella storica tv di Metrosat, poi diventata Prima Tv, ha mosso i suoi primi passi nel giornalismo video, conducendo Tg e format come: “Curiosità 2.0” e “Calabria che lavora”. Successivamente è stata corrispondente e videoreporter, da Cosenza e provincia, per la tv calabrese: LaC Tv. Ha collaborato inoltre, e tuttora collabora, con la società di produzioni televisive WDI. Tante le collaborazioni come redattrice per quotidiani, giornali on line e blog: da ottoetrenta.it, a: “iO Donna”, il femminile del Corriere della Sera per finire a MBenessere, blog dedicato al mondo della salute e della bellezza. Appassionata anche di arte, costume e moda ha curato la comunicazione ed i contenuti di due blog di “Cose Belle Festival 2017” e “Cosenza Fashion week 2018”. Rossana Muraca, dalla personalità versatile, divoratrice di musica e bellezza, si definisce una “giornalista-creativa”. Attualmente ideatrice e redattrice della rubrica social: “Il mio Mark Caltagirone”, racconta con ironia e realismo, il mondo maschile alle prese con l’Amore e i social network. La rubrica social ha anche un suo spazio in radio su RLB Radioattiva, nel contenitore “Taxi Driver”.

“Storia del popolo Albanese”, Ettore Marino parla della sua ultima opera letteraria

RENDE (CS) – “Storia del popolo albanese” è un libro che indaga i fatti e rievoca una cultura, un sentimento. Ettore Marino pubblica per Donzelli la sua ultima opera. Non svolge un semplice lavoro sulla lingua, ma indaga la realtà albanese, balcanica e d’Italia, da svariate prospettive. Marino pubblica nel 2014 Un giovane trifoglio tra le spine. Meditazione sull’albanesità”. Vanta collaborazioni con “Isolas”, con ”Il Serratore”, con alcune testate internazionali.

Uomo dottissimo e appassionato, colpisce la foga con cui si scaglia contro la pratica dell’editing.

Marino dice infatti: “Benedico le dita del revisore quando m’hanno corretto qualche svista, soppresso noticine inutili, resi chiari tre periodi che non lo erano. Le maledico quando m’hanno guastato lo stile o infiacchito il pensiero stuprando “vanire” in “svanire, “morrà” in “morirà”, “uggia” in “antipatia”, “panciuti” in “corposi”, “dopo lungo combattere” in “dopo un lungo scontro”; o quando m’hanno sbrodolato l’andamento giambico di “rispose ch’eran ciance” nell’esametrico “rispose che erano ciance”, e mi fermo”. L’autore prosegue dicendo che:”Lo stile, e il ritmo, che ne è parte, è come il timbro della voce. O non s’accorgono che costringere il prossimo a parlare, sia pure se qua e là, con una voce non sua, è mala, malissima, villanissima prassi, funesta all’atto letterario?”

 

Marino spiega perché il lettore dovrebbe interessarsi alla sua opera:

“Altro è l’Albania balcanica (Shqipëria), altro la nostra (Arbëria). Quella ha patito e patisce mestizie da greci, serbi, montenegrini. Questa è una vecchia, placida, svampita signora che, prossima a dare, e per cause naturali, l’ultimo suo respiro, finge di morire strozzata da chissà quali dita assassine. La lingua (più propriamente, sporade di dialetti) è un rio che sempre più s’interra poiché i parlanti la sentono inutile, estranea, o addirittura impaccio. I pochi che ne soffrono vanno fantasticando di pozioni buone a rifarla gagliarda e fertile fanciulla, pronta magari a scodellare una stirpe di albanissimi eroi… A chi mi chiede come salvare la lingua rispondo che occorre far di tutto senza scordare mai che non servirà a nulla. A chi, costringendomi al ruolo dell’oste, vuol sapere perché debba leggermi, vanto il mio vino col dire che, se storia e lingua d’Arbëria sono oggetto di chissà quanti studi severi, lo studio mio è severo e frizzante, né all’Arbëria si limita. Ma fermiamoci ad essa. La riflessione vi ha preso il posto del morente irriflesso. Anche il costume femminile è morto. Ne godiamo l’elegante squillanza d’ori e crome in un giusto museo, lo celebriamo col gioioso funerale pagano delle rassegne ad esso dedicate. Viva è però l’Arbëria nei suoi canti. Il Festival di San Demetrio è un luogo tutto d’oro. È simbolo e sorgente. Di canti nuovi, dico. Il popolo li ascolta. Li fa suoi. Li ricanta. Ve n’è di leggiadrissimi. E voci vi sono, specie voci di donna, che con possente grazia danno corpo ai canti, anima alle parole, eternità all’eterno fluire. Ecco la giovinezza d’Arbëria.”

 

 

 

Boss play boy o omosessuali? Gratteri e Nicaso pubblicano “La rete degli invisibili”

COSENZA – Crolla un mito, quello del mafioso sciupa femmine e play boy veicolato da tanta letteratura e cinematografia d’antan. E a dirlo due esperti ai massimi livelli.

«Numerosissime intercettazioni dalle quali risulta che alcuni affiliati alla ‘Ndrangheta (con vari ruoli all’interno delle famiglie) sono omosessuali. Si va da quelli che frequentano locali di scambisti a Milano a quelli che, a Reggio Calabria, bazzicano la zona della Villa Comunale in cerca di trans, a quelli ancora che, di ritorno da un viaggio sulla costa ionica per acquistare droga, si fermano lungo la Ionio-Tirreno e consumano un focoso amplesso omosessuale». È quanto si legge nell’ultimo libro scritto da Nicola Gratteri e Antonio Nicaso dal titolo “La rete degli invisibili” e pubblicato da Mondadori.

Un intero capitolo del libro è dedicato al rapporto boss e omosessualità e con precisione gli autori ricordano i numerosi episodi nella storia della ‘Ndrangheta.

In primis le lettere molto affettuose che il picciotto Sebastiano Musarella rivolse a Giovanni De Stefano. Molto spazio viene dedicato al caso di Ferdinando Caristena, trucidato da un commando di mafiosi nei primi anni novanta a causa di una sua relazione col fratello del boss di Gioia Tauro. Ci sono stati boss che, nei periodi di lunga detenzione, non hanno esitato ad avere rapporti sessuali con altri detenuti, senza che tali relazioni abbiano mai messo in discussione la loro autorità. Erano tempi in cui si chiudeva un occhio sulle relazioni attive a scapito dei cosiddetti «femminelli».

Storie che affiorano anche in talune indagini del passato, nelle quali si trovano riferimenti a boss e picciotti di «dubbie frequentazioni».

Ma ormai la trasgressione contagia quelle che vengono definite nuove leve. E sono frequenti gli episodi anche di pesi massimi coinvolti in storie non convenzionali, osservano Nicaso e Gratteri.

 

Rigenerazione urbana e il caso Cosenza, domani la presentazione a Montecitorio

ROMA – «È possibile rigenerare le città italiane? E, soprattutto, possono finalmente esistere una Calabria ed un Sud diversi?»

La presentazione del volume di Rossana Galdini, “Percorsi di rigenerazione urbana – Il caso Cosenza”, edito da Pellegrini, dà lo spunto per affrontare l’argomento che riguarda tanto la politica quanto i cittadini.

Della straordinaria trasformazione della città di Cosenza avvenuta negli ultimi anni con una ben precisa e complessiva visione progettuale, parleranno a Roma mercoledì 24 luglio alle 15 nella sala Aldo Moro di palazzo Montecitorio  il sindaco Mario Occhiuto, Alessandro Bianchi (direttore della Scuola di Rigenerazione Urbana e Ambientale e Rettore dell’università Telematica pegaso), Veronica Nicotra (segretario generale Anci), Jole Santelli (vice sindaco di Cosenza e vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia), Mara Carfagna (vicepresidente della Camera dei Deputati). Modera l’incontro il giornalista Francesco Sisci.

 

WhatsApp Marketing, da Cosenza un nuovo strumento per il business

COSENZA – Sono due cosentine, Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, esperte in comunicazione e digital marketing, a realizzare la prima e unica guida per la chat come strumento di business.

“WhatsApp Marketing – Strategie ed esempi per utilizzare la chat come strumento di business”, edito da Dario Flaccovio che pubblica il libro all’interno della sua collana WebBook, una raccolta di libri sulla comunicazione aziendale tramite le nuove tecnologie, uscirà l’11 luglio 2019 e sarà disponibile all’acquisto in tutte le librerie fisiche tra cui Feltrinelli, Mondadori, Giunti e quelle on line come Hoepli e IBS (già in pre-order su Amazon, libreriauniversitaria.it e unilibro.it).

Il viaggio volto alla scoperta dell’applicazione dal fumetto verde parte da una breve panoramica sull’evoluzione e sulla crescita della messaggistica istantanea, universo in cui WhatsApp trova ampio spazio non solo a livello nazionale, ma mondiale. Questo manuale risulta unico e originale nel suo genere, non sono presenti in Italia opere simili che affrontano l’argomento nella sua totalità.

«Questo libro è consigliato a tutte le persone che vogliono scoprire come sfruttare al massimo le potenzialità di WhatsApp –raccontano le autrici Alessandra e Maria Rosaria – per aggiungere valore al proprio brand e creare un rapporto di fiducia con la propria audience. La formula scelta per la presentazione del libro è quella del workshop, ritenendola più efficace al fine di testare nell’immediatezza i possibili utilizzi dell’applicazione da un punto di vista strategico. Il 21 settembre saremo all’Open Milano, un workshop gratuito organizzato dalla Flaccovio>>.

In questo libro le autrici vogliono guidare passo dopo passo alla scoperta di WhatsApp Business, dall’impostazione dell’account all’integrazione della app in una strategia di mobile marketing. Un viaggio alla scoperta dei vantaggi e dei possibili utilizzi della piattaforma, per svelare come approcciarsi al meglio allo strumento e sfruttarne appieno le enormi potenzialità. Alessandra e Maria Rosaria Gallucci analizzano i principali casi di successo di piccole e grandi aziende al fine di fornire spunti utili da cui trarre ispirazione per pianificare una strategia vincente. L’obiettivo, al termine della lettura, è di mettere in grado il lettore di dare vita a una campagna efficace e vincente.

Il libro di Franco Bartucci presentato a San Vincenzo La Costa

SAN VINCENZO LA COSTA (CS) – La Festa del laureato UniCal a San Vincenzo La Costa alla scoperta delle nuove prospettive di sviluppo dell’Università della Calabria

«L’Università della Calabria, grazie a dei fondi regionali ed europei intercettati, ha modo di ampliare le sue strutture a Nord dell’asse attrezzato ponte Bucci per estendersi fin sul territorio del Comune di Montalto Uffugo, avvicinandosi a quel progetto Gregotti scelto nel 1974 grazie al concorso internazionale indetto dal Rettore Beniamino Andreatta per la realizzazione della sede dell’Università dopo il complesso dell’edificio polifunzionale, della mensa universitaria e delle maisonnettes».

Lo ha detto il Rettore, prof. Gino Mirocle Crisci, ieri pomeriggio nella sala consiliare del Comune di San Vincenzo La Costa, dove la stessa Amministrazione comunale, con sindaco l’avv. Gregorio Iannotta, nonchè l’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”, diretta dalla prof.ssa Patrizia Piro, hanno organizzato una manifestazione di presentazione del libro di Franco Bartucci “L’avventura di Andreatta in Calabria – Un Campus per competere nel mondo”, della Luigi Pellegrini Editore, presenti i sindaci di Montalto Uffugo, Pietro Caracciolo, di San Fili, Antonio Argentino, di Castrolibero, Giovanni Greco; mentre le amministrazioni comunali di Rende e di Castiglione Cosentino sono state rappresentate rispettivamente dal Presidente del Consiglio, Gaetano Morrone, e dal Vice Sindaco, Francesco Maria Alberto.

Una buona occasione per ritrovarsi insieme, come amministrazioni comunali, e condividere interessi e progetti mirati alla valorizzazione dell’area urbana attorno alle città di Cosenza e Rende per avviarsi verso la realizzazione di quella unica grande città come indicato dai padri fondatori dell’Università della Calabria agli albori della sua nascita, raccontata da Franco Bartucci nel suo libro dedicato alla figura del primo rettore, prof. Beniamino Andreatta.

Così dopo venti anni riprende il cammino per portare a compimento il disegno progettuale pensato dal gruppo degli architetti, guidato da Vittorio Gregotti, per dare all’Università della Calabria il villaggio dello sport, dove poter svolgere le universiadi, la stazione ferroviaria di Santa Maria di Settimo sul tracciato ferroviario Cosenza-Paola-Sibari, con possibilità di collegamento alla metropolitana leggera Cosenza- Università, lo svincolo autostradale della A2 in località Settimo di Montalto Uffugo con la realizzazione di un ponte sul fiume Settimo per meglio collegarsi al campus universitario, il tutto per finire con l’ubicazione di un complesso strutturale di insediamento di un polo tecnologico grazie alla NttData che si è impegnata ad incrementare il numero dei ricercatori laureati dell’Università della Calabria nelle propri attività lavorative di alte tecnologico.

Il laureato dell’Università della Calabria ha trovato nel corso della serata, alla presenza del presidente dell’Associazione Internazionale “Amici dell’Università della Calabria”,Patrizia Piro, il momento della sua celebrazione e festeggiamento con la consegna ai laureati del Comune di San Vincenzo La Costa, che hanno conseguito il titolo accademico nel campus universitario di Arcavacata, un distintivo della loro università ed una pergamena attestato di merito e appartenenza, sottoscritta dallo stesso Rettore, Gino Crisci, e dal Sindaco, Gregorio Iannotta, molto gradita dagli interessati, a cominciare dalla dott.ssa Concetta Serpe, che per prima raggiunse tale importante meta nella prima sessione di laurea  del 1977 della Facoltà di Scienze Economiche e Sociali, avendo fatto parte del primo nucleo di seicento studenti che si immatricolarono al primo anno accademico 1972/1973 dell’Università della Calabria.

Un evento che troverà nei prossimi mesi dei momenti di riflessione e festeggiamento negli altri Comuni dell’area urbana cosentina e non solo, per come hanno manifestato all’autore del libro su Beniamino Andreatta gli attori sindaci che hanno partecipato all’incontro di San Vincenzo La Costa. (In allegato foto della manifestazione)

Educazione base della democrazia. Presentato a Cosenza il libro “Introduzione alla società della disinformazione. Per una pedagogia della comunicazione”

COSENZA – Grande partecipazione alla presentazione del libro di Mario Caligiuri “Introduzione alla società della disinformazione. Per una pedagogia della comunicazione”, edito da Rubettino, che si è tenuta lunedì scorso a Cosenza presso la sede provinciale dei Consulenti del lavoro.

Nel corso dell’evento l’autore Mario Caligiuri, professore ordinario di Pedagogia della Comunicazione all’Università della Calabria, ha affermato che «oggi la cultura ha subito una trasformazione profonda. Prima per cultura si intendeva la conoscenza del passato ora invece è la giusta preparazione al futuro. 

L’educazione, nonostante tutti i limiti, è ancora oggi fondamentale per costruire la democrazia.

Bisogna investire sull’educazione in quanto per ogni problema che si presenta, dalla mafia ai problemi ambientali, dai rischi dell’intelligenza artificiale allo sviluppo economico, si invoca sempre la ricetta di una maggiore educazione». 
 
L’autore ha sostenuto inoltre che «alla crisi della democrazia bisogna rispondere con una maggiore democrazia ed alla crisi dell’educazione che appare evidente, bisogna rispondere con una maggiore educazione. La disinformazione è l’emergenza educativa e democratica più grave di questo tempo.
L’istruzione è alla base della convivenza civile e del progresso, ma è sempre più in crisi in quanto in un mondo che cambia sempre più velocemente c’è bisogno di inediti riferimenti pedagogici. Oggi le basi dei processi educativi sono messe pesantemente in discussione, poichè nei paesi occidentali a un numero crescente di diplomati e laureati non corrisponde un progresso sociale che attenui le disuguaglianze, che aumentano sempre di più.
Di fatto stiamo assistendo al più grande spreco della storia: quello del capitale umano per il quale non vengono create le condizioni di un proficuo utilizzo, nonostante l’accessibilità al sapere tramite le tecnologie sia alla portata di tutti.
Mai come adesso abbiamo un’abbondanza di informazioni gratuite, ma il sovraccarico dei dati non genera maggiore conoscenza ma confusione. Tutto questo non fa aumentare il livello culturale, nè fa migliorare la democrazia o la convivenza sociale.
Di fronte alle varie emergenze sociali del nostro paese e dell’Occidente, dall’’immigrazione ai rischi ambientali, dall’intrusione delle criminalità alla crisi della democrazia, dai pericoli del cyberspazio all’avvento dell’intelligenza artificiale che è destinata a sostituire, in gran parte, il lavoro dell’uomo, è necessaria maggiore educazione.
Nell’era in cui è connessa più di metà dell’umanità la comunicazione rappresenta sempre di più una fonte di potere. La disinformazione e dell’informazione manipolata si collega con la trasparenza della democrazia e della comunicazione. Per fronteggiare la società della disinformazione è necessario partire dalla ricostruzione delle scienze dell’educazione basata sulla pedagogia della comunicazione».

Nel suo libro Caligiuri ha quindi cercato di dimostrare la necessità di questa proposta, in quanto l’eccesso di informazioni supera la capacità umana di poterle comprendere.

La presentazione è stata organizzata e coordinata dal Vice Presidente nazionale CONFAPI, Confederazione Italiana delle Piccole e Medie Imprese Francesco Napoli, dalla Presidente provinciale dei giovani Consulenti del lavoro Fabiola Via e dal Presidente dei giovani Consulenti del lavoro Roberto Garritano.

Premio Troccoli, menzione speciale a Franco Bartucci per libro su Andreatta

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Il Premio Nazionale “Troccoli Magna Grecia”,  promosso e organizzato dal Centro Studi “Cresesm, Prospettive Meridionali e Comunicazione”,  con il patrocinio, tra gli altri, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, giunto alla trentatreesima edizione, si svolgerà sabato 18 maggio, alle ore 18,00, presso il Teatro Comunale di Cassano allo Jonio, alla presenza di rappresentanti istituzionali.

Una manifestazione che si aprirà con un Focus di approfondimento, curato dallo scrittore Pierfranco Bruni, dedicato alla figura di Francesco Grisi a venti anni dalla morte; mentre a seguire ci saranno  gli spazi per la consegna dei Premi.

Per la Sezione Saggistica verrà premiato Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia del MIBAC, per la sua attenta e innovativa ricerca nel campo delle scienze demoetnoantropologiche e il suo ruolo istituzionale di alta professionalità nel dirigere un ambito comparato e articolato  nel MIBAC.

In questo ambito ci saranno due Menzioni Speciali per Salvatore La Moglie per “Profili letterari del Novecento (Aletti), nonché per Maddalena Fanigliulo per “Ali e radici” (Mandese editore).

Per la Sezione Ricerca sarà premiata la direttrice della Biblioteca Nazionale di Cosenza, Rita Fiordalisi, per la sua promozione delle culture da un  osservatorio come la Biblioteca Nazionale di Cosenza, centro di riferimento dell’intera Calabria.

Una Menzione speciale della Giuria per la Sezione Ricerca viene assegnata al giornalista Franco Bartucci, per l’impegno ed il rigore impiegati nella scrittura del volume “L’avventura di Andreatta in Calabria: Un campus per competere nel mondo” (Pellegrini Editore). Nel libro emerge e viene raccontata la fase iniziale di insediamento e partenza dei primi tre anni accademici dell’Università della Calabria, avendo come Rettore il prof. Beniamino Andreatta, uomo del Nord che amava il Sud per la ricerca di uno sviluppo possibile della Calabria.

La Targa “Francesco Toscano – Opera prima” viene assegnata a Stefania Chiaselotti per il suo primo romanzo “Aspersa” (Pellegini Editore), ambientato a Cosenza, nel quale parla di un mondo reale, vissuto e raccontato con la delicatezza della sensibilità dei suoi personaggi.

Il Premio alla Carriera Giornalistica verrà assegnato ad Andrea Camporese, per l’impegno dedicato alla tutela del lavoro giornalistico in organismi istituzionali come l’Inpgi, Casagit ed in altri istituti europei; nonché per il lavoro giornalistico svolto in ambito di Gente Money, Affari e Finanza.

Per la Fotografia categoria amatoriale il riconoscimento verrà conferito a Iolanda Aita per aver rappresentato, attraverso originali inquadrature, antichi mestieri, riti della Settimana Santa a Cassano e contaminazioni etniche presenti della Sibaritide.

Per la Sezione “Onorare le eccellenze” per la concertistica un riconoscimento speciale verrà assegnato al Maestro Luca Lione,  originario di Cassano, per il suo particolare talento musicale attestato da numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.

La manifestazione, che si conclude con la consegna di altri riconoscimenti per la Sezione Scuola e Promozione Culturale, sarà coordinata e condotta dalla giornalista Erminia Zuccaro.