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Grande partecipazione alla presentazione del testo Diamo un segno, Per una storia della sordità

COSENZA – Si è svolta ieri pomeriggio, presso la Libreria Ubik di Cosenza, la presentazione del testo Diamo un segno, Per una storia della sordità della docente Donata Chiricò. La discussione sul libro è stata aperta dalla giornalista Carla Monaco, la quale ha elogiato il grande lavoro prodotto dall’autrice. Successivamente, il primo intervento è stato quello dell’Insegnante ed esperta di Pedagogia Vincenza Costantino, rimasta entusiasta dalla lettura di questo testo. Un libro ed un saggio teorico-scientifico – ha lisdichiarato la Costantino – di immenso significato. Attenzione particolare è stata rivolta ad un’analisi della società moderna e alla forza maggioritaria della lingua verbale nei confronti della lingua dei segni, analizzando anche il difficile rapporto tra la collettività e la sordità: un percorso pieno di insidie e di ostacoli. Un libro dalla grande facilità di lettura, un romanzo affascinante dove il protagonista – afferma Vincenza Costantino – è un’umanità fatta di tante persone e vittime (citando Antonio Cuppello). In questo testo vi sono i carnefici, personalità celate dietro le leggi e i congressi, ma non mancano i pionieri, studiosi e medici che hanno compreso il significato della Lis come L’Èpèe.

Successivamente la parola è passata al Dirigente Scolastico Assunta Morrone che ha sottolineato il proprio approccio al testo di Donata Chiricò non avendo moltissime conoscenze in merito all’argomento trattato. È stato proprio il desiderio di conoscere che l’ha portata ad una lettura intensa e appassionata, una lettura mai caduta nella superficialità. Citando Ludwig Wittgenstein – afferma la Dirigente – si lis 2comprende una lingua solo se si sta al suo interno, se la si vive e conosce: la Lis è proprio come la lingua verbale. Assunta Morrone ha poi lanciato una proposta da Dirigente Scolastico: portare il testo Diamo un segno, Per una storia della sordità nelle scuole. Un’occasione per esaltare e diffondere la conoscenza sulla Lingua Italiana dei Segni. In questo caso – continua – ci sarebbe la possibilità di una forte consapevolezza nel processo di apprendimento di TUTTI gli allievi.

È stata poi la volta dell’autrice Donata Chiricò che ha ringraziato tutti i presenti e coloro i quali hanno contribuito nella realizzazione del suo testo (prefazione di Renato Pigliacampo, psicologo sordo, postfazione di Enrico Dolza Direttore dell’Istituto Sordi di Torino e la concessione del dipinto La Sordomuta, da inserire in copertina, da parte dell’artista calabrese Francomà). Il libro è stato scritto con l’obiettivo di divulgarlo nel mondo e di farlo conoscere a più persone possibili per poter creare qualcosa di proficuo: ho bisogno di sapere qualcosa – afferma Donata Chiricò – per poterci fare qualcosa. Di formazione gramsciana, l’autrice ha affermato di credere solo al sapere che è politica, analizzando lis 3successivamente le problematiche vissute dal mondo attuale come le guerre di religione in Europa e non solo. Nei confronti dei sordi, come anche delle donne, esistono dei forti pregiudizi frutto di secoli di ignoranza in merito. In seguito, l’autrice ha pienamente accettato la proposta di Assunta Morrone: “farò dei tour nelle scuole per coinvolgere più studenti e insegnanti possibili sulla Lingua Italiana dei Segni”. Parlando sempre della scuola, ha analizzato il tema della scarsa qualità di scolarizzazione italiana per i bambini sordi. La scuola in Italia è stata da sempre costruita solo per gli udenti: l’obiettivo sarà quello di un’integrazione in toto da parte dei sordi. Un piccolo fanciullo non può essere catapultato in una realtà non consona alle sue capacità: sta in classe con gli altri ma non impara nulla e non comprende tutto quello che gli sta intorno, poiché non ha i mezzi e il supporto per poterlo fare. È importante l’aiuto medico per l’acquisizione delle parole ma ciò non basta. Bisogna comprendere – afferma Donata Chiricò – che il bambino sordo non parla ma “Segna” ed è con questa tipologia comunicativa che deve confrontarsi, in caso contrario si creerà un disadattato. Nel solo Comune di Cosenza vengono stanziate 600 pensioni per i sordi – continua – ragion per cui si necessita sempre più qui, ma anche altrove, di un supporto scolastico adeguato.

Un intervento dal pubblico ha visto la discussione accentrarsi sul rapporto medico – pedagogico ad opera del Dottor Domenico Musacchio, Presidente della Onlus IPAEA (Insieme per Ascoltare e Ascoltarci) il quale ha sottolineato la necessità di collaborazione tra la linea della Medicina e quella della Lingua Italiana dei Segni. Esistono degli interventi rischiosi – ha dichiarato Musacchio – per ripristinare l’udito attraverso l’implementazione dell’impianto cocleare: un intervento pericoloso e difficile dalla non sempre riuscita. Nonostante ciò, nulla dovrà vietare l’apprendimento della Lis, una lingua nuova e uguale a tutte le altre.

Alessandro Artuso

A Cosenza presentazione del testo di Donata Chiricò

 

COSENZA – Mercoledì 27 maggio alle ore 18.30 presso la Libreria Ubik di Cosenza si terrà la presentazione del libro “Diamo un segno, Per una storia della sordità” dell’autrice Donata Chiricò. La coordinatrice del dibattito sarà la giornalista Carla Monaco, a seguire ci saranno gli interventi di Vincenza Costantino, Insegnante ed Esperta di Pedagogia, e del Dirigente scolastico nonché scrittrice Assunta Morrone. Presentazione e dibattito saranno tradotti in Lingua Italiana del Segni a cura di Loredana Mendicino e Alessia Mendicino.

Diamo un segno, Per una storia della sordità” è un testo che analizza la sordità da un punto di vista della sua storia culturale. In effetti, essa ha una storia filosofica molto antica. Elementi in merito sono presenti nell’opera Historia Animalium di Aristotele, il quale spiega come la sordità sia un fattore di mutismo perché “la produzione di linguaggio verbale dipende dal buon funzionamento dell’udito”. diamo un segno alla Ubik 27 maggioMalgrado Aristotele non abbia prodotto un fattore di discriminazione nei confronti delle persone sorde, l’essere umano ha destinato a questi ultimi chiare condizioni di esclusione. È proprio analizzando la sordità partendo dal punto di vista degli udenti-parlanti (in numero maggioritario) che quest’ultima è stata definita come una disabilità da correggere. L’obiettivo dell’autrice è quello di far comprendere come l’emancipazione dei sordi sia avvenuta grazie alle possibilità di studio e di utilizzo della loro lingua: una lingua visivo – gestuale. Lo scopo primario della riflessione filosofica dell’autrice è quello di dimostrare che la sordità non è semplicemente una disabilità. I sordi, infatti, messi nelle condizioni di apprendere precocemente la loro lingua (la lingua dei segni) hanno uno sviluppo linguistico e cognitivo assolutamente normotipico.

Durante un qualsiasi dialogo tra due persone è importante che entrambi gli interlocutori abbiano uno stesso registro linguistico per poter comunicare in maniera efficace e per potersi comprendere. Tutto questo vale naturalmente anche per la lingua dei segni, la quale beneficia dell’utilizzo delle mani per “segnare” e dell’espressione labiale – facciale per poter comunicare al proprio interlocutore. La Lingua dei segni acquisì importanza durante il 1700 in Francia, con la creazione della prima Scuola Bilingue, all’interno della quale si comunicava utilizzando le parole ed anche i segni.

Donata Chiricò è una docente di Etica della Comunicazione presso l’Università della Calabria. Si occupa da molto tempo di Storia culturale della sordità e dell’influenza della funzione uditiva nella costituzione del linguaggio e dell’autocoscienza. Tra l’altro è anche traduttrice in lingua francese dello spettacolo teatrale dedicato alla poetessa Alda Merini dal titolo Fermata non richiesta.

 

Alessandro Artuso

 

All’Unical continua l’incontro con la Lis

RENDE (CS) – Si è svolto ieri pomeriggio nella sala informatica del cubo 18c dell’Unical, il secondo appuntamento del “Laboratorio Lis: Diamo un segno”. L’incontro è stato tenuto dall’interprete Loredana Mendicino, dalla Docente Donata Chiricò, con l’ulteriore supporto di Alessia Mendicino, sorella di Loredana, nonchè interprete Lis. Sono state analizzate le modalità di composizione di una domanda e, a tal proposito, l’interprete Loredana ha spiegato come si determina la risposta, la quale necessita di un’affermazione positiva o negativa attraverso l’utilizzo delle sopracciglia. La discussione si è poi indirizzata verso la spiegazione delle quattro tipologie di parametri formazionali della lingua dei segni: il luogo, lo spazio, l’orientamento e il movimento.

Al variare di uno o più di questi parametri, durante l’atto del “segnare”, si può determinare un cambiamento del significato attribuito ad una parola. È stata mostrata la composizione di una frase e la scelta dei tempi verbali al suo interno, a seconda se si parla di un’azione svolta nel passato, nel presente e nel futuro: nel primo caso la mano verrà indirizzata verso la parte posteriore del corpo, nel secondo sarà protesa verso il basso (per indicare che l’azione si sta svolgendo adesso), nell’ultimo verrà proiettata in avanti. Inoltre agli studenti presenti in sala è stata insegnata la modalità con cui “segnare” i giorni della settimana. Per quanto riguarda la comunicazione si è messo in risalto la grande capacità di comunicare con i gesti senza alcuna difficoltà, persino in un luogo straniero, in maniera molto più semplice ed efficace rispetto alla comunicazione verbale. In conclusione le due interpreti hanno deciso, con la collaborazione di alcuni loro studenti venuti all’incontro, di sostenere una conversazione, in modo da poter permettere a chi li osserva, di comprendere come si sviluppa un dialogo attraverso la lingua dei segni.

Alessandro Artuso

Verso una storia della sordità: “Diamo un segno” di Donata Chiricò

E poi ci sono quelle donne e quegli uomini che vivono di segni. Che comunicano attraverso di essi. Che ‘sentono’ i segni e con i segni comunicano. Ci sono donne e uomini che hanno una lingua tutta indexloro, una lingua parallela che è, appunto, la lingua dei segni. Di queste donne e di questi uomini Donata Chiricò, docente di etica della comunicazione presso l’Unical, ha tentato di delineare una storia con il suo ultimo volume “Diamo un segno. Per una storia della sordità” edito da Carocci.
Un libro fondamentale per rintracciare a ritroso la storia dei segni e di chi con questi segni ha agito e continua ad agire, pur avendo vissuto ere di discriminazione e oscurità. O, per meglio dire, di lunghi silenzi.
L’opera, nei giorni scorsi, è stata oggetto di un interessante dibattito nella Capitale moderato da Valentina Valentini, al quale oltre all’autrice hanno preso parte anche Stefano Gensini, docente di filosofia del linguaggio presso “La Sapienza”, Maria Tagarelli De Monte, co-coordinatrice del Dipartimento ricerca e progettazione Istituto Statale Sordi, nonché dottoranda in linguistica presso “Roma Tre”, Dario Pasquarella, regista teatrale, e Dalila D’Amico, dottoranda in musica e spettacolo.
Abbiamo parlato di una lingua parallela che è differente da quella che ‘parliamo’ e ‘sentiamo’. È una lingua ‘segnata’, fatta di gesti, di segni che assumono l’accezione di significante così come per i ‘non sordi’ lo sono le parole. Dunque, segni come parole, come forme grafiche di una lingua viva, con una grammatica, una sintassi, ben precise regole, dei significati… Una lingua, appunto. Una lingua che si ‘parla’ e che si ‘ascolta’, ma che per i ‘non sordi’ è straniera.
I sordi o, per intenderci, i ‘nativi segnanti’, imparano questa lingua tramite un’altra lingua, quella delle parole proferite, che non appartiene alla loro natura.
Nel nostro Paese ‘la lingua italiana dei segni’ non è stata ufficialmente riconosciuta, il Parlamento deve ancora approvare una legge ad hoc e in attesa di quel momento Donata Chiricò ci racconta in che modo e seguendo quale processo il sordo ha smesso di esser considerato paziente ed è diventato finalmente individuo.

L’autrice quindi ricostruisce una storia della sordità come patologia del linguaggio.

 

 

Daniela Lucia

Obiettivo LIS

ROMA – Il Vicepresidente della Giunta regionale Vincenzo Ciconte ha incontrato a Roma, nel corso del presidio organizzato dall’ENS (Ente Nazionale Sordi – Onlus), il Presidente della sezione calabrese dell’ente Antonio Mirijello, al quale ha espresso, anche a nome del Presidente Mario Oliverio, il sostegno della Regione per il conseguimento dell’Obiettivo LIS. Lo Stato italiano, infatti, è uno dei pochi rimasti in Europa a non avere ancora riconosciuto la lingua dei segni, uno strumento di comunicazione, di relazione e quindi di vita. Ai vertici dell’Ente di rappresentanza dei sordi – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – Ciconte ha assicurato l’impegno a sensibilizzare i parlamentari affinché sollecitino Governo e Parlamento ad adeguare il nostro Paese alle risoluzioni europee e ad attuare la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Allo stesso tempo, ha anche assicurato la disponibilità  ad intensificare un proficuo dialogo e mettere in atto concrete iniziative per superare ogni forma di discriminazione e rendere possibile la piena integrazione dei sordi nel tessuto socio-economico della nostra regione.

Sportello in Lingua Italiana dei Segni per i sordomuti presto a Rossano

ROSSANO (Cs) –

Uno sportello in Lingua Italiana dei Segni (LIS), per i sordomuti, sarà presto attivato in Città. L’Amministrazione Comunale, sempre attenta e impegnata nelle politiche sociali, continua a lavorare per garantire sostegno ai progetti di inclusione e per l’affermazione e la tutela dei diritti dei più bisognosi.

È  l’impegno che ha assunto il sindaco Giuseppe Antoniotti, nella sede dell’ormai ex Circolo culturale e ricreativo dei sordomuti di Rossano, che da ieri sera è stata inaugurata come nuova sede di Rappresentanza intercomunale dell’Ente Nazionale Sordi (Ens) a Rossano. La seconda in Calabria, dopo quella di Lamezia Terme e che sarà diretta dalla delegata Elena Oranges.

All’inaugurazione, oltre al Sindaco, erano presenti l’assessore alle Politiche Sociali Giandomenico Federico, il presidente regionale dell’Ens Antonio Mirijello, i presidenti delle sezioni provinciali di Cosenza, Ugo Michele Passarelli e di Catanzaro Serafino Mazza e un consigliere della provincia di Crotone Gino Curcuglioniti.