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“U Siarvu e ‘ra Patruna”: una commedia tratta dalla “Locandiera”

MONTALTO UFFUGO (CS) – La Compagnia Teatrale “ I Pagliacci “ di Montalto Uffugo presenta “U Siarvu e ‘ra Patruna”di Paolo Guglielmelli”( liberamente tratto da “ La locandiera “ di C. Goldoni )

LOCANDIERA

Personaggi ed interpreti

Mirabella…………………………………………Denise Ubbriaco

Fiorenzo………………………………………………Luigi Magnelli

Il Marchese…………………………………..Paolo Guglielmelli

Il Conte………………………………………. …..Antonello Gallo

Il Cavaliere…………………………………………Roberto Bruno

La Baronessa………………………………………..Daria Caruso

La Contessa………………………….Maria Giovanna Lauria

Il servo…………………………….………..……….. Enzo leonetti

Prima popolana…………….…………….Pina D’Alessandro

Seconda popolana…………………………….……Anna Valia

La zingara……………………………….…………Maria Grisolia

Regia di

Paolo Guglielmelli

Siete pronti a trascorrere una serata all’insegna del divertimento? Allora, non potete mancare alla messa in scena della commedia “U Siarvu e ‘ra Patruna”, liberamente tratta da “La Locandiera” di Carlo Goldoni, a cura della compagnia teatrale “I Pagliacci”. L’appuntamento è questa sera, alle ore 21:00, a Marano Marchesato. Accorrete numerosi!

“La Locandiera” di C. Goldoni, uno dei classici della letteratura italiana, viene riproposta in vernacolo calabrese. Un progetto di Paolo Guglielmelli, volto alla rivisitazione, alla trasformazione del grande veneziano, in dialetto calabrese riadattando personaggi e situazioni alla nostra realtà provinciale. I componenti della Compagnia Teatrale “I Pagliacci” di Montalto Uffugo hanno accettato con grande impegno ed entusiasmo l’allestimento dell’opera, portata in scena sui palcoscenici più prestigiosi della nostra provincia. Occorre ricordare in merito che si tratta di attori “amatoriali”, ognuno con la propria professione, che si ritrovano di sera per preparare gli spettacoli e coniugare la passione per la recitazione al gusto di stare insieme per creare una realtà che, da oltre dieci anni, si cimenta in rappresentazioni teatrali nella nostra provincia. In particolare, sono da ammirare i ricercati costumi d’epoca creati dagli stessi componenti della Compagnia e l’allestimento della scenografia che riproduce in maniera fedele il mondo della Commedia dell’Arte. Le musiche sono originali, eseguite appositamente dal M.stro Arturo Intuire (docente e concertista di fama internazionale).

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Paolo Guglielmelli ha dichiarato: “Nell’ultima rappresentazione messa in scena in occasione della seconda rassegna teatrale della città di Rovito (CS), i componenti della compagnia hanno dimostrato dimestichezza delle tavole del palcoscenico offrendo un’interpretazione schietta e spontanea, confermando anche la loro ecletticità nell’affrontare momenti di glissaggio del testo o situazioni sceniche impreviste. Al debutto su questa piece il presidente dell’associazione, Enzo Leonetti, nei panni di un servitore. L’interprete principale Mirabella (Mirandolina di Goldoni) è interpretata con grande padronanza dalla fresca e prorompente Denise Ubbriaco che con cipiglio altero ha saputo tenere a bada tutti i maschi che le imponevano il corteggiamento.

Denise Ubbriaco ha invece confessato: “Il mondo del teatro è fatto di meraviglia, di intensità, di poesia, di pura magia. L’atmosfera che si crea prima di andare in scena è unica… Luci soffuse, la sala gremita di gente, si apre il sipario, si vive il copione, ci si immerge e identifica nel ruolo ricoperto, si coglie la curiosità del pubblico nello scoprire cosa accadrà nella scena successiva. Una scarica di adrenalina allo stato puro! Mirabella, il ruolo che interpreto, è un personaggio eclettico, seducente, accattivante. Ogni spettacolo messo in scena è come se fosse il primo debutto. Amo la libertà del palcoscenico. Una passione che smuove imperterrita l’anima.”

 

 

 

Al Rendano la Locandiera di Goldoni: il successo di Nancy Brilli

È un esordio brillante quello della stagione di prosa cosentina. Sabato 15 dicembre il Rendano ha ospitato La Locandiera di Goldoni, diretta da Giuseppe Marini che, per la prima volta alle prese con l’opera goldoniana, ne firma la regia e accoglie anche il consenso della città bruzia, unica tappa calabrese della tournée. La scenografia di Alessandro Chiti fa la differenza e salta subito all’occhio. La “trovata” dei pannelli girevoli, rigorosamente bianchi sullo sfondo nero, consente un fluire costante degli ambienti che, di fatto, variano solo sensibilmente sulla base di una scena fissa. L’attualità dell’opera è vivacizzata anche dai costumi disegnati da Nicoletta Ercole: fedeli all’epoca di Goldoni eppure vicini ai vezzi contemporanei. L’incedere è costante, ma privo di ansie. Nancy Brilli, nei panni di Mirandolina dopo otto anni di assenza dalle scene, incarna fedelmente, con le dovute modulazioni del caso, quella modernità concepita dal librettista veneziano. È una donna strategica e narcisista che gode dell’ammirazione maschile e non può farne a meno. È cinica, calcolatrice e si compiace del corteggiamento “utile” e insistente del Marchese di Forlipopoli e del Conte di Albafiorita. Il primo (interpretato da un Fabio Bussotti che piace particolarmente) cerca di conquistarla con l’altisonanza di parole e maniere “ridicole” tra finta protezione e tirchieria che imprimono all’opera la vena più comica. Il secondo, invece, (che sulla scena è Maximilian Nisi), punta tutto sullo sperpero ostentato: cosparge la locandiera di doni preziosissimi ai quali lei, ovviamente, non si sottrae. L’equilibrio viene spezzato dall’arrivo del Cavaliere di Ripafratta. La misoginia del Cavaliere (Claudio Castrogiovanni) stuzzica l’orgoglio della locandiera che non accetta l’indifferenza e i modi rustici di un uomo che non ha mai amato una donna. «Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, vagheggiata, adorata» ammette la donna che ancora una volta escogita e colpisce. Si insinua nella debolezza del tenebroso, si fa complice di lui nella “crociata” verso la libertà priva di legami. E il Cavaliere abbocca. Ma una volta appagata la fame di vanità, Mirandolina “soffre” i suoi stessi inganni: la locanda si scalda con uno scontro tra uomini innamorati e una donna astuta che li dirige abilmente. L’ingannevole groviglio si sbroglia, solo formalmente, con una promessa: per proteggere se stessa e i propri affari, alla fine la donna concede la mano a Fabrizio (Andrea Paolotti) il cameriere sempre presente, gelosissimo e tormentato. La borghesia avanza, la nobiltà decade, ma la decisione è amara: la locandiera, in fondo, non sarà sposa per amore e la guerra tra i sessi non ha vinti né vincitori.

 

Beatrice Anna Perrotta