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Trebisacce, Premio “Il Bastione” 2016

TREBISACCE (CS) – Il Bastione, l’antica cinta muraria risalente al XVI secolo che incornicia il centro storico del paese, per la città di Trebisacce, è da sempre più di una semplice vestigia del passato. E’ un simbolo, pieno di significati.

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Quando, in epoche passate, pirati e invasori che giungevano dal mare, guardavano verso la costa, ne scorgevano l’imponenza e sceglievano spesso di desistere dai loro intenti bellici.

Il Bastione ha rappresentato per tanto, da sempre, il simbolo materiale della visibilità, anche da luoghi lontani, di Trebisacce. La prima testimonianza dell’esistenza della nostra terra che veniva percepita, era dunque un’immagine di compattezza, di forza, di unione.

Al tempo stesso il Bastione rappresentava, per chi ne percorreva le strade, per coloro che sfruttavano la sua ombra per riposare, e per gli abitanti del luogo, sicurezza, conforto, sostegno, certezza di futuro.

A queste emozioni, a queste sensazioni del passato, si ispirano i criteri con cui quest’anno un comitato di cittadini ha assegnato il Premio Il Bastione – Edizione 2016, riconoscimento attribuito dall’Amministrazione Comunale di Trebisacce, organizzatrice del premio, ai figli di Trebisacce e della Calabria che si sono distinti come eccellenze nel mondo, la cui arte, il cui talento, il cui genio è testimonianza, ad ogni latitudine e in ogni latitudine, del valore degli uomini che in quel fertile fazzoletto di terra che è Trebisacce affondano le proprie radici.

I vincitori dell’Edizione 2016 del Premio Bastione sono:

  • Premio Il Bastione 2016 Leonardo Odoguardi

  • Premio Il Bastione 2016 – Alla memoria – Saverio De Gaudio

 

  • Premio Il Bastione 2016 – Figli della Calabria – Arnaldo Caruso

La città di Trebisacce si incontra e si unisce per celebrare le sue eccellenze, i suoi uomini e le sue donne che con il proprio lavoro, la propria opera, il proprio ingegno hanno reso gloria e onore alla propria terra.

La Serata di Premiazione avrà luogo mercoledi 17 Agosto, alle ore 21.00, presso Piazza della Repubblica, a Trebisacce.

L’evento sarà allietato dall’arte e dalle voci di alcuni dei più giovani talenti trebisaccesi e si concluderà con il concerto dei Sudamaro.

All’Unical continua l’incontro con la Lis

RENDE (CS) – Si è svolto ieri pomeriggio nella sala informatica del cubo 18c dell’Unical, il secondo appuntamento del “Laboratorio Lis: Diamo un segno”. L’incontro è stato tenuto dall’interprete Loredana Mendicino, dalla Docente Donata Chiricò, con l’ulteriore supporto di Alessia Mendicino, sorella di Loredana, nonchè interprete Lis. Sono state analizzate le modalità di composizione di una domanda e, a tal proposito, l’interprete Loredana ha spiegato come si determina la risposta, la quale necessita di un’affermazione positiva o negativa attraverso l’utilizzo delle sopracciglia. La discussione si è poi indirizzata verso la spiegazione delle quattro tipologie di parametri formazionali della lingua dei segni: il luogo, lo spazio, l’orientamento e il movimento.

Al variare di uno o più di questi parametri, durante l’atto del “segnare”, si può determinare un cambiamento del significato attribuito ad una parola. È stata mostrata la composizione di una frase e la scelta dei tempi verbali al suo interno, a seconda se si parla di un’azione svolta nel passato, nel presente e nel futuro: nel primo caso la mano verrà indirizzata verso la parte posteriore del corpo, nel secondo sarà protesa verso il basso (per indicare che l’azione si sta svolgendo adesso), nell’ultimo verrà proiettata in avanti. Inoltre agli studenti presenti in sala è stata insegnata la modalità con cui “segnare” i giorni della settimana. Per quanto riguarda la comunicazione si è messo in risalto la grande capacità di comunicare con i gesti senza alcuna difficoltà, persino in un luogo straniero, in maniera molto più semplice ed efficace rispetto alla comunicazione verbale. In conclusione le due interpreti hanno deciso, con la collaborazione di alcuni loro studenti venuti all’incontro, di sostenere una conversazione, in modo da poter permettere a chi li osserva, di comprendere come si sviluppa un dialogo attraverso la lingua dei segni.

Alessandro Artuso