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Stragi mafiose e attentati ai carabinieri, arrestati i boss Graviano e Filippone

REGGIO CALABRIA – Sono il capo mandamento del rione Brancaccio di Palermo Giuseppe Graviano, fedelissimo di Totò Riina, e Rocco Santo Filippone, legato alla potente cosca di ‘ndrangheta dei Piromalli di Gioia Tauro, i due boss arrestati nell’operazione della Polizia di Stato quali mandanti degli attentati ai danni dei carabinieri compiuti nel 1994 a Reggio Calabria. Giuseppe Graviano, capo del mandamento mafioso di Brancaccio, coordinatore delle cosiddette “stragi continentali” eseguite da Cosa Nostra, è attualmente detenuto in regime di carcere duro. Rocco Santo Filippone, di 77 anni, di Melicucco, era a capo del mandamento tirrenico della ‘ndrangheta all’epoca degli attentati ai carabinieri. A quest’ultimo, la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria contesta anche il reato di associazione mafiosa per essere ritenuto, anche attualmente, l’elemento di vertice della cosca Filippone, direttamente collegata alla più articolata e potente cosca Piromalli di Gioia Tauro. A Filippone, secondo l’accusa, sono demandati compiti di particolare rilievo come quello di curare le relazioni e incontrare i capi delle altre famiglie di ‘ndrangheta al fine di dare esecuzione alle decisioni di maggior rilevanza criminale deliberate dalla componente riservata dell’organizzazione mafiosa calabrese. Tra queste anche quelle di aderire alla strategia stragista di attacco alle istituzioni dello Stato, attuata in Calabria, negli anni ’93 e ’94, in sinergia con Cosa Nostra attraverso il compimento degli omicidi e tentati omicidi dei carabinieri, materialmente eseguiti da Giuseppe Calabrò e Consolato Villani.

Pietro Grasso ospite di Trame, il festival dei libri sulle mafie

LAMEZIA TERME (CZ) – Pietro Grasso sarà uno dei tanti illustri ospiti della VII edizione di Trame, il festival dei libri sulle mafie che si terrà a Lamezia Terme dal 21 al 25 giugno. Il presidente del Senato sarà protagonista dell’incontro dal trame-festivaltitolo “Ricordi di mafia, un dialogo con il pubblico” che si terrà giovedì 22 alle ore 18, presenterà il suo libro “Storie di sangue, amici e fantasmi”, edito da Feltrinelli.

Assieme al direttore artistico di Trame, Gaetano Savatteri, ripercorrerà a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio i tragici eventi che hanno portato all’uccisione dello Stato per mano della mafia di cui tratta il libro. In quasi trecento pagine il Giudice Grasso racconta, con ritratti dal vero grazie alla conoscenza in prima persona, la sua storia professionale e dell’impegno contro la criminalità organizzata che dalla guerra sanguinosa lo hanno portato a conoscere figure come Borsellino e Falcone o il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il quale ne ha redatto la prefazione.

Questo e altri appuntamenti popoleranno il festival a Lamezia dalla durata di 5 giorni, intitolato “Io non ho paura”. Come quello con Nicola Gratteri, in cui il magistrato e procuratore della Repubblica di Catanzaro sarà protagonista di un dibattito, moderato sempre da Savatteri, sul libro scritto a quattro mani con Antonio Nicaso, “Padrini e Padroni. Come la ‘ndrangheta è diventata classe dirigente” edito da Mondadori.

Tra gli ospiti di Trame ci saranno inoltre il magistrato Piercamillo Davigo, il magistrato Raffaele Guariniello, lo studioso Isaia Sales, il regista Carlo Carlei, la criminologa Anna Sergi (scampata miracolosamente all’attentato del 3 giugno scorso sulla London Bridge) e Giovanni Impastato, fratello del giornalista ucciso il 9 maggio 1978 a Cinisi dal clan di Gaetano Badalamenti. Grande anche l’attesa per il reading in anteprima nazionale di “L’inganno delle parole”, nato dalla collaborazione dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani col festival stesso e che vedrà la partecipazione straordinaria dell’attrice e cantante napoletana Lina Sastri.

Per cinque giorni Lamezia Terme diventerà dunque il centro nevralgico di un confronto tra scenari italiani ed europei, puntando la lente d’ingrandimento su avvenimenti che hanno segnato la storia del nostro paese.

 

Alfredo Arturi

‘ndrangheta, e il bacio fra il boss e il senatore diventa spot

Sfondo bianco e contorni neri che definiscono in modo inconfondibile gli insoliti testimonial. Si tratta di Paolo Rosario de Stefano, super boss della ‘Ndrangheta, la mafia più potente del mondo, e del senatore della Repubblica Antonio Caridi, secondo le accuse, uno dei tanti interlocutori della criminalità organizzata calabrese nello Stato. Sulla scia già tracciata dal colosso Benetton, a puntare ora su queste immagini forti è il giornalista Klaus Davi che si è affidato al pluripremiato creativo Pasquale Diaferia, coordinatore della realizzazione del concept realizzato per mano della nota artista di Zurigo Patrizia Pfenninger, la quale ha prestato volentieri la propria opera su questo tema. La campagna avrà una versione virale sul web e sono in programma anche una serie di affissioni in Calabria, a Roma e a Milano. Non è la prima volta che Klaus Davi e il suo coautore Alberto Micelotta si affidano ai guru del marketing per operazioni completamente autofinanziate. Qualche settimana fa, infatti, dei poster giganti invasero Milano con i nomi dei boss calabresi residenti nel capoluogo lombardo. Ora è il canovaccio degli annunci a spiegare la motivazione di questa nuova iniziativa: «A Reggio Calabria si celebra un processo epocale, denominato Gotha, al quale lavora da anni un magistrato coraggioso come Giuseppe Lombardo, secondo cui l’abbraccio mortale Stato e Mafia ha coinvolto anche membri molto influenti delle Istituzioni. Tra gli indagati il senatore Antonio Caridi che, secondo numerosi accertamenti, è stato uno degli ‘angeli custodi’ della latitanza del boss Paolo Rosario de Stefano. Uno dei tanti episodi di contaminazione fra organi istituzionali e crimine organizzato. L’evento giudiziario, però, si svolge nel quasi più totale silenzio mediatico, grazie al patto ‘Ndrangheta-Massoneria-Politica che sembra condizionare interi pezzi dei mezzi di comunicazione».

Klaus Davi si dice deciso ad andare avanti su questa strada: «Sono inviso ad alcuni politici perché ricordo che la ‘Ndrangheta condiziona e orienta la loro agenda. Ma non temo ritorsioni. Per quanto possano tentare di soffocare una voce, ci sarà sempre un canale aperto attraverso il quale dare spazio alla verità. Confido, infatti, nelle parti sane della Repubblica che fortunatamente conservano la loro integrità».

Ndrangheta, è online il corto di Klaus Davi su clan Labate

REGGIO CALABRIA – Il corto di Klaus Davi, realizzato con il network regionale calabrese Rtv è visibile on line da questa mattina all’indirizzo https://youtu.be/j9QdeL6r9cc

Il documentario racconta del viaggio del massmediologo di Biel (Svizzera) nel quartiere Gebbione di Reggio Calabria, controllato dal clan Labate, una delle famiglie più feroci  della ‘Ndrangheta. “Dove passano loro non cresce più l’erba” dichiarò un pentito agli atti dei vari processi.

Tra le varie ‘gesta’ , si fa per dire, del clan,  si distingue l’efferato omicidio di Concettina Labate, ammazzata solo perché aveva lasciato il marito mafioso http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/01/12/lascio-il-marito-scelto-dal-clan-la.html.

“Grazie all’impegno di un magistrato testardo e determinato come Stefano Musolino al clan sono stati confiscati numerosi beni anche in questi giorni. “ dice Klaus Davi.

Davi, accompagnato da Alberto Micelotta, si è recato prima a casa del boss Nino, secondo alcune inchieste, attuale reggente della cosca.

Non trovandolo, ha individuato il negozio dove opera Mimmo Foti -già autista del boss storico e attualmente detenuto Pietro Labate – e ora presunto collettore di una rete di usura gestita in combutta con Orazio Assumma ,altro peso da novanta del crimine, che attanaglia intere zone della città. 

In un primo momento, vedendo arrivare Davi,  i collaboratori hanno chiuso le cancellate della rivendita con tanto di catene e piede di porco . Poi, con l’arrivo del presunto boss, le porte sono state riaperte. “Vattinni,ammazzati” continuavano a ripetere.

Foti ha negato ogni addebito: “lavoro 15 ore al giorno, mi faccio un mazzo cosi. Non sono un mafioso”. Lo speciale sara anche visibile in Streaming oggi alle 16.15  sempre sulle frequenze di RTV .

Gratteri e Nicaso: No a film sulla mafia

La presentazione dell’ultimo libro di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso “L’inganno della mafia”, edito da Rai Eri, è stato un vero e proprio evento che la Rai ha voluto celebrare nella giornata nazionale del libro e dell’anniversario della strage di Capaci.

L’incontro organizzato nella sede di via Marconi, a Cosenza, dal direttore della sede Rai Calabria Demetrio Crucitti con la collaborazione del caporedattore centrale dell’agenzia della TgR Pino Nano.

Sono intervenuti autorita’, forze dell’oridine e studenti di alcune scuole della Calabria.

A fare gli onori di casa il direttore Crucitti che ha moderato l’evento intervistando il procuratore capo di Catanzaro e lo scrittore-giornalista. Nel suo intervento Nicola Gratteri ha spiegato in motivo che lo ha portato a scrivere il libro insieme a Nicaso “Tutto e’ iniziato quando abbiamo visto ragazzini delle scuole medie emulare protagonisti di fiction e film sulla mafia. Non sono esperto di cinematografia, ma alcune cose sono evidenti”. “In pieno periodo fascista – ha documentato una studentessa che si e’ laureata con me – e’ emerso già il ruolo della mafia che uccideva i bambini. Noi abbiamo voluto accendere un faro e riflettere se conviene continuare a produrre questi film”. Per Nicaso inoltre “per troppo tempo sono stati sottovalutati gli effetti della mafia. Non abbiamo mai voluto combattere la mafia con la cultura ma sempre con le manette e le sentenze”. Lo studioso dei fenomeni criminali ha analizzato anche il ruolo dei film sulle mafie alcuni dei quali – come Il Padrino – sono stati oggetto di suoi studi. “Le mafie – ha detto Nicaso – sono fenomeni delle classi dirigenti”.

Cosenza, commemorazione dell’anniversario di Giovanni Falcone

COSENZA – “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”.

Tra le frasi più celebri di Giovanni Falcone si ricorda anche questa breve analisi che racchiude la speranza nel futuro in cui a trionfare è il bene.

Proprio nel segno della speranza, martedì 23 maggio alle 11, a palazzo dei Bruzi, l’Amministrazione comunale ha promosso una cerimonia per onorare la memoria del compianto magistrato italiano nel 25esimo anniversario della tragica scomparsa.

Su forte impulso del sindaco Mario Occhiuto e del vice sindaco Jole Santelli, nell’ambito dell’incontro che vedrà la presenza delle autorità, saranno principalmente i giovanissimi alunni delle scuole cittadine a trasmettere il racconto di questa figura emblematica che ha condizionato la nostra storia recente.

«Questo uomo ha dedicato e sacrificato la sua vita per salvaguardare la legalità dalla mafia – afferma il sindaco Occhiuto in vista della giornata di commemorazione – Si batteva ogni giorno con tutte le sue forze per evitare che le nostre istituzioni fossero sopraffatte dal malaffare.

Sapeva che correva in ogni momento il rischio di essere assassinato ma, ciò nonostante, continuava a testa alta la sua battaglia. Non tutti – dice Occhiuto – possiamo essere eroi come Falcone, e non tutti abbiamo il coraggio e la forza di sacrificare la nostra vita per un nobile scopo.

È molto difficile per noi comportarci eroicamente allo stesso modo, difatti la storia ci consegna personaggi di tale spessore molto raramente. Però tutti noi possiamo almeno seguire un principio che ha sempre ispirato Giovanni Falcone: il rispetto. Rispetto per le persone, rispetto per le istituzioni, rispetto per la nostra città. La mafia rappresenta la massima mancanza di rispetto verso le istituzioni pubbliche, e non solo. Tutti, nel nostro piccolo, possiamo batterci per essere almeno persone più rispettose. Uno dei motti del grande Giovanni Falcone era: Possiamo sempre fare qualcosa».

Società civile e cultura della legalità contro le mafie e la criminalità organizzata

PAOLA (CS) La Città di Paola ospiterà il prossimo 29 aprile la decima edizione del Premio Società Civile e Cultura per la Legalità organizzato dalla Presidenza del Consiglio Comunale della Città, dall’Associazione Don Pino Puglisi di Rogliano di Pino Ceresia e dalla PUBLIEPA di Cosenza di Pino De Rose. Dopo Rogliano, Cosenza e Reggio Calabria, sarà la Città di Paola ad ospitare le Personalità che una Commissione Nazionale, di anno in anno, premia, individuandoli tra quelli che quotidianamente da anni combattono con la loro professione, con il loro coraggio e con il loro esempio, la criminalità organizzata. L’Evento vuole dare uno spunto importante di discussione e ulteriore riflessione su un fenomeno che impedisce e condiziona lo sviluppo del territorio. Una criminalità, quella calabrese, che ha assunto dimensioni nazionali ed internazionali veramente preoccupanti. La Manifestazione, quindi, si svilupperà nel pomeriggio con un momento di riflessione e un momento più istituzionale con la consegna dei Premi riservati a personalità ed enti distintisi nell’impegno contro le mafie. I premi saranno dedicati alle Vittime della mafia. Al convegno, che avrà inizio alle ore 17,00 presso l’auditorium del Palazzo di Città di Paola, parteciperanno personalità impegnate nella diffusione della Cultura Antimafia ed esperti del mondo delle Istituzioni e della Società Civile.

Due saranno i momenti della serata, una prima parte dopo il saluto di Basilio Ferrari, Sindaco della Città, introdurrà i lavori Emira Ciodaro, Presidente del Consiglio Comunale  e che aprirà l’ intervento di Luigi Riello, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Napoli.

Nella seconda parte il giornalista Gianfranco Bonofiglio, presenterà i premiati di questa edizione:

Premio impegno alla Legalità a Romano De Grazia, Presidente Emerito della Suprema Corte di Cassazione – Promotore Legge Lazzati;

Premio Paolo Borsellino a Calogero Germana’, già Questore di Piacenza e stretto collaboratore di Paolo Borsellino, forse unico servitore dello Stato sopravvissuto ad un attentato di mafia;

Premio Caduti di Nassiriya alla Brigata Bersaglieri “Garibaldi” , il premio sarà consegnato al Col. Francesco FRANZA;

Premio impegno alla Legalità a Michele Di Nunno, T. Col. Nucleo di Polizia Tributaria Catanzaro della Guardia di Finanza – Comandante Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata;

Premio impegno alla Legalità a Ciro Corona, Fondatore e Presidente dell’Associazione Resistenza Anticamorra;

Premio Giovanni Falcone a Giorgio Grandinetti, Procuratore De Repubblica di Reggio Emilia;
Premio Carlo Alberto dalla Chiesa ad Andrea Rispoli, Generale di Brigata – Comandante della Legione Carabinieri Calabria;

Premio impegno alla Legalità a Ferruccio Martucci, Dirigente del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica per la Calabria di Reggio Calabria;

Premio Boris Giuliano a Luigi Carnevale, Direttore del Servizio Polizia Scientifica presso la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato;

Premio Mario Bignone a Gianfranco Minissale, Vice Questore Aggiunto, Dirigente Sezione Criminalità Organizzata Squadra Mobile di Palermo;

Premio Agnese Piraino in Borsellino a Federica Angeli, Cronista di nera e giudiziaria per Repubblica;
Premio Don Pino Puglisi ad Antonio Stagliano’, Vescovo di Noto.

L’iniziativa ha ricevuto anche quest’anno il Patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero della Difesa, della Giunta della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza.

 

Cariati dice no alle mafie con il flash mob della solidarietà

CARIATI (CS) – Bambini, mamme, papà. Striscioni, slogan e qualche applauso emozionato. Anche Cariati ieri ha detto no alle mafie e ha voluto ricordare le vittime della criminalità organizzata con un flash mob davanti al piazzale della chiesa Cristo Re.«Non tutti sarebbero riusciti a raggiungere Locri – ha commentato la sindaca Filomena Greco – , così abbiamo deciso di fare la nostra parte da qui, con i nostri bambini e le nostre famiglie. Era un momento troppo importante, soprattutto per i più giovani: devono sapere che la violenza non è mai la scelta giusta».E riuniti per celebrare insieme la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, oltre alle famiglie e alla sindaca, c’erano anche il parroco don Mosè Cariati e la vicaria Maria Viteritti, in rappresentanza della dirigente scolastica. Don Mosè ha ricordato ai bambini e ai ragazzi che dire no alla criminalità è sempre un’occasione di libertà. Mentre Maria Viteritti li ha invitati a riflettere sul fatto che la violenza non è solo uccidere e che anche il bullismo è una forma di abuso e di crudeltà. Un fenomeno contro il quale, secondo Viteritti, scuola e famiglia possono e devono fare tanto. E quando è stato chiesto ai più piccoli di dare una definizione di mafia, tutti i commenti sono stati lucidi e sorprendenti. «Io non so cosa è la mafia, ma ho capito che fa male a tutti», ha detto un bimbo. «Per me invece la mafia è una cosa che uccide e che deve essere eliminata», ha aggiunto un altro. Tutti, e come solo i bambini sanno fare, sventolavano bandierine, saltavano, si stringevano e poi ridevano per gioco, imbarazzo e divertimento. «Dovremmo imparare da voi – ha detto loro la Sindaca – , dal vostro sorriso, che è spontaneo e sa accogliere. Vedete, la mafia non è facile da individuare. Uccide, ma non solo con le armi. Sa farlo anche con le parole, con le calunnie, con le lettere anonime. Ed ha un complice, che è forse ancora più crudele: il silenzio. La vostra purezza e i vostri sorrisi genuini, che noi adulti in genere perdiamo, sono le cose che possono cambiare il mondo. Cercate di non dimenticarlo. Siete voi i nostri luoghi di speranza e i nostri testimoni di bellezza».

‘ndrangheta, donna arrestata a Polistena per associazione mafiosa

POLISTENA  (RC) – Una donna che deve scontare una condanna per associazione mafiosa è stata arrestata a Polistena (Reggio Calabria), dai carabinieri, che hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale di Reggio Calabria. Maria Rosa Grimaldi, 51 anni, considerata esponente della cosca Longo-Versace, era già agli arresti domiciliari ed è stata trasferita in carcere per la condanna ad una pena di un anno e un mese di reclusione. Francesco Pirillo

Mattarella a Locri, per la Bianchi un passo importante

ROMA  –  «La presenza del Presidente Mattarella oggi a Locri con le famiglie delle vittime delle Mafie è particolarmente significativa. Infatti, non solo dimostra la presenza e la vicinanza dello Stato a chi ogni giorno lotta con coraggio contro la criminalità organizzata, ma è egli stesso testimonianza del dolore di quelle famiglie». A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato di Alternativa Popolare.

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«Iniziative come quelle dell’associazione Libera – aggiunge – dimostrano che la società sta reagendo alle Mafie, si stanno creando gli anticorpi e che stiamo sconfiggendo l’omertà e la paura. Dobbiamo continuare la nostra battaglia soprattutto attraverso l’educazione alla legalità, l’istruzione, il radicamento di una cultura sana e onesta, a cominciare dalle scuole. Lo Stato – conclude – è in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata con una serie di norme approvate volte a facilitare l’azione di contrasto. Negli ultimi tempi sono stati raggiunti risultati importanti che ci danno coraggio e imprimono fiducia nell’andare avanti: come diceva Falcone la Mafia è un fatto umano e come tutte le cose umane è destinata a finire».