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Le “Voci contro le mafie” di “Giornalisti d’Azione” e “Pedagogia della R-Esistenza” .

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – “Il giorno prima del processo, mi sono state mostrate le chiavi della macchina, in modo che io capissi di avere due possibilità: o prendere la macchina e lasciare il mio paese, oppure accettare di restare e di vivere sotto scorta. Io mi sono letteralmente catapultato su quelle chiavi, le ho prese, le ho messe in tasca. Sapete perché? Perché sono loro (i mafiosi, ndr) che se ne devono andare, non io”.  È stato Rocco Mangiardi, l’imprenditore che con le sue denunce ha permesso alla giustizia di imprimere un duro colpo alle cosche lametine, a pronunciare queste parole davanti ad oltre 400 studenti dell’Università della Calabria, stamattina. Mangiardi è stato uno dei tre protagonisti dell’incontro sul tema “Voci contro le mafie. Comunichiamo assieme la legalità”, organizzato dal movimento “Giornalisti d’Azione” e dal Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, laboratorio di Pedagogia della R-Esistenza, diretto dal professore Giancarlo Costabile.

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 Ed è stato proprio il docente ad introdurre i lavori manifestando apprezzamento per la partecipazione di tanti studenti e sottolineando che “il paradigma dell’Italia meridionale silente e complice delle mafie esiste solo per una certa parte del Paese, mentre, da anni, in Calabria si sperimentano iniziative per la formazione delle coscienze”.  Un dibattito a più voci, moderato dal giornalista Piero Muscari, che si è avvalso dei contributi dello scrittore Giacchino Criaco, di Africo, autore del libro “Anime nere”, da cui è stato tratto l’omonimo film, e del luogotenente dei Carabinieri di Vibo Valentia, Cosimo Sframeli, anch’egli scrittore.  Antimafia, vera e presunta, la vita ed il destino condizionati di quei giovani che nascono in determinati paesi, la necessità di non demordere mai e di non allentare la promozione della cultura della legalità; ma anche come vive un testimone di giustizia, come lotta lo Stato in Calabria contro la ‘ndrangheta. Il dibattito ha preso le mosse dal libro di Criaco “che affronta senza ipocrisia una realtà che esiste. Io  – ha detto lo scrittore – parto dall’Aspromonte e  mostro senza ipocrisia il male che quei ragazzi fanno, ma anche il cinismo della società. A chi dice che io ho dato un’immagine negativa della Calabria col mio libro, rispondo che nel mio scritto c’è il racconto vado a scoprire gli angoli bui della società in tutto il mondo, nell’uomo. E in questi angoli cerco di portare la luce. E per sollevare discussioni, critiche costruttive, alimentare riflessioni”.  Dal luogotenente Sframeli un appello agli studenti a puntare sulla libertà “che non è la legalità, che è una cornice vuota senza giustizia e verità. Le ingiustizie si ricevono dalle mafie, certo, ma, talvolta, anche da alcuni rappresentanti dello Stato. È una vita che sento dire che combattiamo la ‘ndrangheta e, talvolta, sento ancora dire che è più forte di prima. Allora mi domando dove sia l’errore nel meccanismo di contrasto alla criminalità organizzata”. La ribellione alle mafie è un dovere di ogni cittadino perbene, hanno detto tutti. E Mangiardi, sollecitato dalla domanda di una studentessa sulla valutazione della sua scelta di denunciare il sopruso, ha risposto con un eufemismo: “Io vorrei alzarmi in piedi per farvi capire che io sono alto appena 1’60. La definizione di “testimone di giustizia” non mi piace. E non mi piace che se uno fa la cosa giusta, il proprio dovere debba passare per un eroe.  Nel 2006, quando sono stato chiamato a testimoniare, io avevo denunciato cinque persone, ma , nelle trascrizioni, ne è saltata una. È successo che una mattina ho letto sul giornale la notizia di un ragazzo ucciso con un colpo di pistola e bruciato vivo. Ecco, se io tornassi indietro insisterei sulla denuncia di quel ragazzo che era saltato nelle trascrizioni. Perché gli avrei salvato la vita. Non è colpa di questi ragazzi se vivono nell’illegalità. E sono convinto che possono essere salvati. Se potessi  tornare indietro, rifarei quello che fatto. Senza nessun dubbio”. Mangiardi, Sframeli e Criaco sono stati sollecitati dalle domande poste loro dai giornalisti Salvatore Audia, Direttore di “Esperia Tv”, Pietro Comito, de “LaCTV”, Alessandro De Virgilio, responsabile Agi Calabria, Saveria Gigliotti, vice presidente di “Giornalisti d’Azione”, Sergio Tursi Prato, Direttore di “Telitalia”, Mario Vetere, di Radio Touring 104. Il Rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, ha portato i saluti dell’Ateneo, insieme al direttore ed  al vice direttore del Dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione, Franco Altimari e Luciano Romito. Il dibattito è andato in onda in diretta streaming grazie all’impiego della “Component Produzioni tv” coordinata  dal giornalista Marcello Le Piane.

Dorina BIanchi plaude alla grande affluenza per la Giornata commemorazione vittime della mafia

ROMA –  “La grande affluenza nelle piazze italiane per questa XXI giornata di commemorazione delle vittime della Mafia, come attestano i numeri diffusi dall’associazione Libera, è un fatto positivo. Negli italiani c’è la piena consapevolezza che bisogna continuare a lottare senza sosta per estirpare questo vero e proprio cancro della nostra società. Commemoriamo ogni giorno il ricordo di quelle vittime con l’impegno delle istituzioni, delle forze di polizia della magistratura e soprattutto con il coraggio dei cittadini onesti”. A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario ai Beni Culturali e deputato calabrese del Gruppo Area Popolare (Ncd-Udc). “Il Governo – conclude – è in prima linea nel contrasto alla criminalità organizzata con una serie di norme approvate volte a facilitare l’azione di contrasto. Negli ultimi tempi è stato effettuato un elevato numero di misure di custodia cautelare con cui sono state decapitate numerose cosche della malavita. Nel solo 2015 sono stati effettuati 655 arresti e catturati 7 latitanti. Sono risultati importanti che ci danno coraggio e imprimono fiducia nell’andare avanti”.

“Non so se ponte sullo Stretto sia utile”. Parola di Raffale Cantone, presidente dell’Anticorruzione

ROMA – L’argomento è di quelli che da lungo tempo scuotono e dividono l’opinione pubblica e stavolta ad esprimersi in proposito è Raffaele Cantone, capo dell’Authority anticorruzione. Si tratta della grande opera pubblica del ponte sullo Stretto, circa il quale Cantone stesso ha parlato di una “scelta politica” ma, del resto, ha aggiunto egli stesso, “non si possono non fare le opere pubbliche per paura del rischio di infiltrazioni della criminalità. Non saremmo uno stato credibile. Mi chiedo però se sia utile”. Cantone ha rilasciato tale affermazione a Sky, all’interno della rubrica “L’intervista di Maria Latella”. In ogni caso, ha concluso Cantone, “fare il ponte di Messina non avrebbe senso senza un impianto infrastrutturale nella zona, con la Salerno-Reggio Calabria che non è finita” e a dirlo è proprio un meridionale.

Luigi Lombardi Satriani tra antropologia e politica

Luigi Maria Lombardi SatrianiRENDE(CS)-Antropologo e senatore.Una vita dedicata alla ricerca e alla politica coronata dal conferimento della laurea honoris causa in filologia moderna. Prima della cerimonia di conferimento della laurea, il Professore Luigi Lombardi Satriani ci ha concesso un’intervista che traccia alcuni aspetti salienti della  sua carriera di antropologo ed esponente del mondo politico.

D- Antropologo ed esponente del mondo politico. Esiste un filo che lega le due attività?

R- Sì, esiste una connessione perché già la riflessione sulla cultura, sull’uomo, sulla cultura dell’uomo nella sua diversa concretazione, nelle diverse dislocazioni, è una riflessione di ordine politico ed è una riflessione particolarmente utile in un periodo in cui l’intolleranza, la visione dell’altro come nemico sta portando devastazione e morte:pensiamo agli attentati di Parigi e anche alla reazione aggressiva nei confronti di tutto il mondo islamico unificato, come se un mondo così variegato fosse riducibile ad alcuni fenomeni esecrabili di terrorismo. Esiste questa connessione di fatto, ma è anche vero che la politica non può fare a meno dell’antropologia perché ne ha bisogno per l’agire.

D- Il suo percorso scientifico si è spesso soffermato sull’analisi del sacro. Quale significato attribuisce al culto dei santi e alla santità nella società contemporanea?

R- La santità è un discorso che attiene ad una scelta confessionale precisa, altro è la sacralità. La santità è un fenomeno che riguarda i cattolici in quanto cattolici  ed è un discorso relativo a questi ma ,la sacralità investe tutta la dimensione dell’uomo . L’uomo pensa e ricarica le sue azioni  di significati ulteriori.C’è una sacralità nell’amore, una sacralità  nel dolore, una sacralizzazione della famiglia, molte volte abbiamo persino una sacralizzazione della violenza, si pensa che la violenza sia necessaria perché un qualche Dio vorrebbe questo , ed è una visione negativa e degenerata della sacralità. Sacralità è una maniera di guardare il mondo e di investire il mondo di significato ulteriore, sacralità è anche l’ invito di Papa  Francesco a guardare con compassione, con misericordia l’altro. Il rapporto Io-altro è fondamentale per ‘antropologo, per la vita di ciascuno.  L’Io ha bisogno di confrontarsi con l’altro senza temerlo come nemico ma rapportandosi all’altro come diverso sa sé che però arricchisce  chi guarda, come l’altro viene arricchito dall’esperienza dell’osservante, dell’Io, quindi recuperare  questa diversa dialettica identità-alterità, ritrovare le ragioni di un comune dialogo, superare la frammentazione dell’Io rapportandosi con amorevolezza al Tu in modo da essere trascesi Io e Tu nel Noi , questo è il compito dell’antropologia critica che non rinuncia ad essere scienza che contemporaneamente assume l’etica come suo orizzonte imprescindibile.

D- In veste di senatore ha fatto parte della commissione sull’organizzazione mafiosa. Nella mafia di oggi, quanto è rimasto di “cultura mafiosa” e quanto invece è legato all’interesse economico?

R-È l’uno e l’altro, non si può fare un discorso di proporzione. Certo la mafia prospera anche perché si traduce in una mentalità, un atteggiamento, un insieme di valori e questo molte volte educa le giovani generazioni ad un sentire mafioso, ad una reattività   di tipo mafioso che darà poi i suoi frutti perversi successivamente. È anche vero che questo però non può prescindere nella mafia e in nessun altro fenomeno dalle situazioni economiche e storico-sociali nelle quali si trova a svilupparsi e quindi certo l’economia,le condizioni di marginalità, la volontà di emergere in uno spazio in cui scarseggiano le possibilità di emergere, ha contribuito al sorgere della mafia :pensiamo alla condizione degli emigrati per esempio a New York e al fatto che il banditismo di New York deve molte volte la sua origine proprio agli emigrati calabresi, questo non per giustificare- perché poi l’uomo è sempre responsabile delle sue azioni- ma perché noi dobbiamo comprendere che anche l’economia condiziona il sorgere della mafia e d’altro canto la mafia prospera utilizzando il concetto di affari e l’accumulo enorme di ricchezza in maniera illegale. quindi,sono fenomeni strettamente intrecciati che vanno indagati  con pazienza, non si possono fare analisi antropologiche frettolose, so che oggi la velocità sembra essere un valore assoluto, ma l’analisi scientifica ha bisogno anche dei tempi dell’osservazione, del reperimento dei dati, della riflessione. Tutto questo è un processo lungo e non si può velocizzare in nome del ricatto della  moda culturale attuale e bisogna recuperare la pazienza dell’ascolto e della ricerca.

D- Le verrà conferita la laurea honoris causa in filologia moderna. Cosa rappresenta per lei ricevere questo riconoscimento?

R- Mi sembra una manifestazione di stima, di affetto che mi onora e che, ricevendola in una facoltà nella quale ho insegnato per diversi anni, in cui ho avuto e continuo ad avere molti amici , persone con cui ho condiviso o condivido orizzonti di ricerca, tutto questo rende questa cerimonia di oggi particolarmente significativa  e per me motivo di grandissima soddisfazione.

Rita Pellicori      

“Strumenti di Contrasto alle mafie e voto di scambio”

COSENZA (CS) Il 14 novembre, alle 17:30,  nella sala conferenza ” Italiana Hotels” di Via Panebianco, si svolgerà il  dibattito pubblico sul tema  ” Strumenti di contrasto alle mafie e voto di scambio” promosso dall’associazione politico – culturale” Calabria Terra Libera”.

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RELAZIONERANNO :
Sen. Francesco Molinari -componente della Commissione Parlamentare Antimafia e Presidente ” Calabria Terra Libera”
 Sen. Loredana De Petris- Presidente Gruppo Misto e componente  Commissione Affari Istituzionali
Sen. Francesco Campanella- Vice Presidente Gruppo Misto e Componente Commissione Affari Istituzionali
Dott. Romano De  Grazia -Presidente Aggiunto Onorario Suprema Corte di Cassazione e Presidente ” Centro Studi Lazzati”
 Dott. Cesare Loizzo- Presidente Regionale Labdem

“Nessuno limiti GOEL”: vicinanza all’agriturismo “A Lanterna” dopo le intimidazioni mafiose

Logo_GoelBioAncora un’intimidazione di mafia per l’azienda agrituristica “A Lanterna”, appartenente al gruppo cooperativo “GOEL”, che da anni rappresenta un faro nell’ambito delle imprese etica, volte ad innovare nel territorio calabrese a dispetto della criminalità che vige. Il gruppo cooperativo GOEL si dichiara intollerante a qualsivoglia forma di intimidazione che rallenti la voglia di crescere e limiti le iniziative di tutti quei giovani che contribuiscono all’annullamento della povertà.

Siamo vicini a Vincenzo Linarello e a tutti i cooperatori del gruppo GOEL – dice Camillo Nola, Presidente di Confcooperative Calabria – dopo l’ennesimo attacco mafioso, che siamo certi non scalfirà la voglia di crescere e innovare insita in GOEL. La piena fiducia nell’opera e nella resilienza della cooperativa, non devono essere però un modo per sentirsi la coscienza a posto. I cooperatori di GOEL non vanno lasciati soli; il solo agriturismo “A Lanterna” ha subito sette attacchi dal 2009 ad oggi. Dunque, il Governo deve impegnarsi per garantire la sicurezza dei lavoratori e maggiori tutele.” Alle parole del presidente regionale fanno eco quelle del direttore, Vincenzo Cané: “Dopo questo ennesimo atto, che nel corso di questo anno, colpisce ancora una cooperativa, valuteremo assieme a tutti gli aderenti cosa fare e come dare un segnale forte all’intera regione e a quel sistema mafioso che vede nella buona cooperazione un pericolo. Sicuramente non lasceremo da sola GOEL in questo momento e assieme a Vincenzo e agli altri cooperatori ci attiveremo per dare una scossa vera e sensibile a questo territorio, affinché i cori di solidarietà si trasformino in atti concreti adeguati a sterilizzare il rischio di assuefazione ad intimidazioni orientate a fermare il cambiamento etico della nostra regione. Per raggiungere questo obiettivo, infine, chiediamo ancora una volta alla Regione Calabria un impegno forte e uno strumento di supporto per le imprese che operano nella legalità e sono oggetto di intimidazioni e danneggiamenti, affinché le parole possano essere complementate da atti concreti, che diano risposte in tempi certi.

 

Blitz antidroga: arresti per 44 persone e sequestro di 600 chili di cocaina

carabiniere_rosStamani i Carabinieri hanno eseguito, in diverse località del territorio nazionale e all’estero, un’ordinanza di custodia cautelarenei confronti di 44 indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Catanzaro. La cooperazione giudiziaria e di polizia con le autorità spagnole e colombiane, insieme al sostegno assicurato dalla Dcsa, ha permesso il sequestro di oltre 600 chili di cocaina. I provvedimenti scaturiscono dalle indagini condotte dal Ros nei confronti di un’organizzazione transnazionale, collegata alla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), dedita al traffico internazionale di ingenti quantitativi di cocaina provenienti dal Sudamerica e destinati ai mercati del nord Italia ed europei. Le investigazioni, che si sono avvalse di agenti sotto copertura del Ros, hanno consentito di individuare i flussi intercontinentali del narcotraffico e, in collaborazione con la direzione centrale per i servizi antidroga, identificare le componenti colombiane, venezuelane e italiane del sodalizio.

D’Ascola alla tavola rotonda: Scioglimento dei comuni per sospette infiltrazioni mafiose.. a che punto siamo?

GIUNTA PER LE ELEZIONIIl senatore Nico D’Ascola interverrà alla tavola rotonda dal titolo “Scioglimento dei comuni per sospette infiltrazioni mafiose.. a che punto siamo?”. I relatori discuteranno sul tema “Le norme, l’evoluzione della giurisprudenza e lo stato attuale. Ipotesi di interventi correttivi”. Ai lavori che saranno presieduti da  Antonio Vincenzo Lombardo, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, interverranno Domenico Vestito, sindaco di Marina di Gioiosa Ionica, Giorgio Imperitura, presidente Assemblea Assocomuni Locride, Giuseppe Strangio, presidente comitato Assocomuni Locride, Pietro Fuda, sindaco di Siderno, Giovanni Piccolo, presidente Assocomuni città della piana, Roberto Vizzari, presidente Assocomuni dello stretto, Serena Callipari, presidente Anga Locri, Mauro Ottobre, deputato. Seguiranno gli approfondimenti di Arturo Bianco, Ciom Idea – già consulente Commissione Antimafia, Ernesto Magorno, Commissione Antimafia, Antonio Le Donne, segretario generale comune di Messina, senatore Nico D’Ascola, componente Commissione giustizia Senato, Elio Costa, sindaco di Vibo Valentia. Le conclusioni saranno affidate al viceministro dell’interno Filippo Bubbico. I lavori saranno moderati da Michele Albanese, giornalista del Quotidiano della Calabria. La tavola rotonda si terrà sabato 27 giugno, presso la sala conferenze Palazzo Municipale, via F.lli Rosselli, Marina di Gioiosa Ionica, con inizio alle ore 10. L’evento è accredito presso l’Ordine degli avvocati di Locri.

Il giudice Imposimato all’Unical: “Le stragi sono di Stato”

RENDE (CS) – Stragi impunite e dissonanze in criminologia: non poteva che concentrarsi su questo la lectio magistralis tenuta ieri dal noto magistrato Ferdinando Imposimato agli studenti di Pedagogia Speciale dell’Unical, in aula Solano.

Imposimato, giudice, politico, avvocato, nonchè presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, è stato soprattutto protagonista di inchieste chiave sul terrorismo italiano. A ragion veduta ha cosi spiegato senza giri di parole, ad un’attenta platea, come nei processi spesso “l’errore sia la regola” e che a volte, e la storia giudiziaria lo dimostra, “è più facile difendersi da colpevoli che da innocenti“, Queste dichiarazioni, le più esplicite e perentorie di un intervento misurato e concreto, sulle contraddizioni e gli errori del sistema giudiziario, da parte del giudice che ha poi concluso sulle stragi terroristiche italiane dal secondo dopoguerra ad oggi, “stragi di stato” appunto.

In precedenza, dopo i saluti di rito del prof. F. Altimari (direttore dipartimento LISE) e l’introduzione del prof. Francesco Bruno, Alessandro Ceci aveva dato il via ad un’interessante dibattito sul tema “Diritti della persona oggi in Italia e in Calabria. Il ruolo dell’Università”.  Cosi Ceci: “Oggi non sono negati i diritti alla persona, ma è la persona stessa ad essere negata nel momento in cui al cittadino non viene riconosciuta la cittadinanza” (con tutto quello che essa implica), e poi ancora “in questo vulnus si inserisce la criminalità organizzata” che “è interessata soprattutto al controllo della governance intesa come rete sociale dei rapporti“. Infine da Ceci l’amara, e forse già comune e – secondo qualcuno –  abusata considerazione che “le mafie si originano dove si è determinato un vuoto politico“.

Dalla criminalità organizzata al ruolo giocato dalla comunicazione nell’intervento della prof.ssa Giovannella Greco che si è interrogata sulla possibilita – ma anche sfida – di garantire maggior indipendenza alla Rete, pur tutelando i cittadini e i loro diritti. Da registrare, infine, anche la partecipazione del presidente della commissione didattica di Lingue e Scienze dell’Educazione, Luciano Romito, e di altre rappresentanze dell corpo dicenti Unical. Ha moderato l’evento il giornalista Attilio Sabato.

Andreina Morrone

Locri aderisce alla campagna “100 Comuni contro le mafie”

th (20)Il Sindaco Calabrese comunica che l’amministrazione comunale ha condiviso l’importante iniziativa “100 Comuni contro le mafie”, inviando l’adesione del Comune di Locri al delegato ANCI per la sicurezza, il Sindaco di Napoli De Magistris, per prendere parte al forum che si svolgerà il prossimo 22 maggio a Milano. La criminalità organizzata sta perseguendo una strategia di espansione nel Centro – Nord del nostro Paese, attuando dinamiche simili a quelle già utilizzate nelle altre Regioni, ed in particolar modo nei nostri territori. Già nel 2010, con l’adozione della Carta di Lamezia, l’ANCI ha lanciato l’allarme sulla necessità di far fronte ad un fenomeno di legalità debole che si presenta ormai in forma diffusa sull’intero territorio nazionale, dando il via ad un percorso di promozione della legalità e della sicurezza e prestando la dovuta attenzione alle specificità dei luoghi. Gli amministratori locali toccano con mano ogni giorno la difficoltà nel contrastare i meccanismi di infiltrazione e nel sostenere la diffusione di un’economia sana. Per il Sindaco Calabrese occorre fare fronte comune tra le amministrazioni comunali per arginare lo strapotere della criminalità organizzata che cerca di inserirsi nell’azione amministrativa locale. Ben vengano tale iniziative che servono a fare rete tra gli amministratori locali soprattutto di aree geografiche diverse vista la tendenza attuale della criminalità ad espandersi nella realtà del Nord Italia. In tale ottica urge apportare novità alle normative attualmente in vigore. Appare ormai evidente a tutti che lo strumento dello “scioglimento dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa” è da considerarsi superato, considerato che non impedisce in nessun modo l’infiltrazione mafiosa stessa, non tocca in nessun modo l’apparato burocratico di un Ente e, soprattutto, in molti casi, non sortisce gli effetti auspicati considerato che molti Enti sono stati sciolti più volte negli ultimi quindici anni (vedi Platì, San Luca, Taurianova). Gli amministratori del Sud e Nord Italia non possono essere lascati soli e con armi spuntate a contrastare gli appetiti del  potere criminale.  Sono necessarie nuove regole e nuove forme preventive di controllo nel sistema degli appalti, delle concessioni urbanistiche e  nel settore dei rifiuti che tanto interessano i potenti clan. Appare quindi necessario dare un segnale di vicinanza concreta agli amministratori locali e, soprattutto, proseguendo nel percorso già avviato, individuare proposte concrete per i territori, perché l’elemento chiave è l’adozione di misure non solo di contrasto ma di prevenzione. Fondamentale è dare vita ad un “Patto strategico tra Istituzioni e con i cittadini”, con l’obiettivo di investire sull’etica della responsabilità e sulla cultura delle regole e della trasparenza, come presupposti chiave per costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile del Paese, economico, sociale e culturale.