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Cosenza, debutta al Teatro dell’Acquario lo spettacolo “Anch’io sono Malala”

COSENZA – Tutto pronto per il debutto di “Anch’io sono Malala. Storia di una ragazza come me” sul palcoscenico del Teatro dell’Acquario di Cosenza. Lo spettacolo, ideato e portato in scena dalla compagnia Rossosimona, è in programma per il prossimo venerdì 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La pièce porta in scena la storia di una ragazza e della sua lotta contro una dittatura oscurantista per garantire alle donne del suo paese l’istruzione. Lei è Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace nel 2014, e lo spettacolo è stato tratto dalla sua autobiografia: «Un progetto – ha spiegato l’autrice e regista Dora Ricca – he si pone l’obiettivo, attraverso la giocosità riflessiva della rappresentazione scenica, di parlare del ruolo della donna in società differenti e di sottolineare l’importanza dell’istruzione come arma di contrasto consapevole per combattere forme diffuse di oppressione». Si tratta di un progetto che Rossosimona ha immediatamente sposato, perché coerente con il percorso artistico della compagnia, attenta e rivolta sin dagli esordi al teatro di impronta sociale. Prodotto da Rossosimona e patrocinato da Unicef, Women’s Studies Milly Villa UniCal e What woman want, la pièce ha come interpreti le attrici Noemi Caruso e Alma Pisciotta e una parte del ricavato dello spettacolo verrà devoluta alla sezione regionale dell’Unicef. Dopo il debutto, “Anch’io sono Malala” verrà rappresentato in alcuni istituti scolastici del territorio calabrese, e non solo. Il 27 novembre sarà a Filadelfia (VV), il 29 a Pedivigliano (Cs), l’1 dicembre a Potenza, l’11 a Vibo Valentia e il 12 nuovamente al Teatro dell’Acquario. Altre date sono in via di definizione. «L’idea di questo dialogo interattivo – aggiunge Dora Ricca – in cui il personaggio si rivolge direttamente al pubblico dei ragazzi, teatralizzato in un unico atto e arricchito da scene e costumi, è di porre l’attenzione sulle tante problematiche che, ancora oggi, persistono in alcune realtà, dal Pakistan ai retaggi culturali di casa nostra».

 

 

Femminicidio e violenza sulle donne, a Pentone (Cz) conclusa la tre giorni ‘Mai più…’

Pentone, scalinate chiesa

PENTONE (CZ) – Il passaggio è stato repentino: prima la musica, poi il silenzio. Assoluto nonostante la chiesa fosse piena. Per una fiaccolata conclusa con una sorta di ragnatela umana, quasi a disegnare visivamente uno spazio di apertura e di speranza. È stato questo uno dei momenti della tre giorni ‘MAI PIù…’, dedicata al femminicidio e alla violenza contro le donne. Dallo sport all’arte, dal teatro all’incontro con gli operatori, dalla S.Messa alla scuola, tutte le attività hanno avuto l’obiettivo di sensibilizzare su un problema spesso sottovalutato. Si è riflettuto su quanto la violenza contro le donne sia una questione di atteggiamento mentale: la violenza è un fatto quotidiano, diffuso, nascosto anche nel modo in cui la donna viene molte volte considerata, un essere al servizio dell’uomo, impossibilitata a decidere di sé e della sua vita.

Decine e decine di donne e uomini di tutte le età hanno lavorato fianco a fianco per organizzare la manifestazione ‘MAI PIù…’: il problema sollevato ha coinvolto e mobilitato  tutti. L’evento è stato patrocinato dalle associazioni locali Carpe Diem, Proloco, InvictaPalestina, comitato civico ‘’l’arco’, associazione bandistica Pentone, Avis, protezione civile ‘Angeli della Sila’, dall’ASD Explorers di Catanzaro, dalla parrocchia e dall’amministrazione comunale.

Nel fine settimana, nei bar sono state esposte le opere dei giovani artisti Movie Rush, Nicoletta Macrì, Rossana Scarfone, Kenny e Simona Esposito. Inoltre, grazie alla vendita di ciclamini e di oggetti e dolci fatti dalle donne pentonesi, sono stati raccolti dei fondi a favore del ‘Centro Aiuto Donna’-Città Solidale onlus di Catanzaro. Per sostenere chi ha le competenze per supportare le donne vittime di violenza.

La manifestazione si è aperta sabato con la ‘pedalata contro la violenza’. «Quasi un’Eroica», l’ha definita uno dei partecipanti. Pioggia o grandine e sole, montagna e vista sul mare, papà e figli:le differenze hanno accompagnato il percorso affrontato (Pentone-Termine-Cafarda-Pentone). Ma il contrasto più importante è quello che ha lanciato la volata alla manifestazione: il no alla violenza contro le donne. All’arrivo, esibizione acrobatica e gimkana per i più piccoli a cura dell’ASD Explorers.

Le attività fatte a scuola questa mattina, sotto la guida di alcune operatrici di Città Solidale onlus, hanno chiuso la tre giorni.

 

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Malala Yousafzai (Eleonora Pugliese)

Teatro e vita – Sabato pomeriggio, il momento teatrale a cura dell’associazione Carpe Diem. Quattro sedie, un tavolino e uno schermo e l’altare della chiesa si è trasformato nello studio di un programma televisivo. La finzione ha fatto da cornice a storie vere, storie di speranza e di cambiamento tra Oriente e Occidente fino a Pentone. La finta trasmissione è stata condotta da Aurelio Miriello.

E’ stata proiettata l’intervista fatta a una ragazza nigeriana: una vittima dello sfruttamento della prostituzione. Nell’introduzione, la giornalista Antonia Marino ha spiegato alcuni passaggi: partita dalla Nigeria con l’illusione di trovare un lavoro, la ragazza diciannovenne è stata in Libia prima di arrivare in Italia. Un approdo fortunato il suo, perché è stata l’unica a salvarsi da un naufragio. Non altrettanto fortunato il seguito della sua storia: la ragazza è stata costretta a prostituirsi.

Dall’Africa si è passati all’Asia. Eleonora Pugliese ha impersonato Malala Yousafzai, la ragazza nota a livello mondiale per aver avuto il coraggio di fronteggiare i talebani affermando il diritto all’istruzione delle donne. Aurelio Miriello le ha fatto un’ideale intervista per raccontare la sua storia, il suo coraggio, la possibilità del cambiamento.

Dopo la conoscenza di storie apparentemente lontane, il ritorno a Pentone con la proiezione del minidossier/spot antiviolenza realizzato dai giovani del comitato ‘MAI PIù…’ (montaggio di Sebastiano Basile). Maria Emanuela Marino ha spiegato che i ragazzi hanno voluto intervistare alcune donne della comunità pentonese, donne positive, lontane dalla violenza, fiere di essere donne.

 

Un convegno per conoscere – Domenica la S.Messa è stata animata dai membri del comitato ‘MAI PIù…’. Nel

Da sx Stefania Figliuzzi, Ornella Procopio, Caterina Salerno e Romina Ranieri

pomeriggio si è tenuto il convegno sul tema ‘violenza di genere’, moderato da Caterina Salerno, assessore alle politiche sociali del Comune di Catanzaro.

L’assessore alla cultura del comune di Pentone, Francesco Citriniti ha ricordato le donne vittime di mafia. La riflessione del parroco, Don Gaetano Rocca, tra filosofia e letteratura medico-scientifica, ha trattato il binomio odio-amore.

A tratteggiare caratteristiche, conseguenze devastanti della violenza, difficoltà a uscirne, Ornella Procopio del ‘Centro Aiuto Donna’-Città Solidale onlus di Catanzaro e  Romina Ranieri del centro regionale antiviolenza ‘Mondo Rosa’. Stefania Figliuzzi dell’associazione contro la violenza alle donne ‘Attivamente coinvolte – onlus’ ha relazionato sui profili giuridici e le novità legislative per tutelare dagli abusi e dalle violenze.

Le tre relatrici hanno, inoltre, descritto i servizi dei centri di cui fanno parte: il convegno ha fatto conoscere non solo che cosa sia la violenza, ma anche che cosa si possa fare e a chi ci si possa rivolgere nel caso in cui si subisca violenza.

Nell’introduzione, Antonella Accorinti ha ringraziato quanti hanno collaborato e ha ricordato che la giornata internazionale del 25 novembre è stata istituita a seguito dell’omicidio di tre sorelle. In conclusione, Gesuita Pugliese ha dato un premio a «due donne che hanno dato la luce nella vita privata» dedicando la vita alle proprie figlie, Grazia Critelli e Rosa Fava. A ritirare i premi, i figli delle due donne, Maria Critelli e Salvatore Fava.

«Ti do il capo del filo poiché mi fido di te!» – La fiaccolata è stata fatta in chiesa per il maltempo. Mafalda Fava, Maurizio Veraldi, Anna Rita Marino, Fiore Caroleo, Marianna Spadafora,Vincenzo Capicotto hanno drammatizzato tre declinazioni della violenza (stalking, violenza domestica, costrizione della donna a essere quello che non è esemplificata da una ragazza costretta a portare il burqa). Ma l’ultima scena è stata all’insegna della speranza e dell’apertura: è stata fatta una sorta di ragnatela umana. Per lanciare un messaggio: «ti do il capo del filo poiché mi fido di te!».

 

Rita Paonessa