Archivi tag: Mario

Mario Oliverio a Sant’Agata d’Esaro: Immigrazione grave problema

SANT’AGATA D’ESARO (CS) – Il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio è intervenuto oggi ad un convegno nella città di Sant’Agata D’Esaro dal tema “Accoglienza, buone prassi, integrazione” promosso dal Pd cittadino. “La Calabria terra di emigrazione ma anche di approdo e di accoglienza per eccellenza, ha necessità, più di altre regioni, di accendere i riflettori su una problematica importante, che è quella dell’accoglienza e dell’integrazione di quanti, disperati e perseguitati, sono costretti a fuggire dai loro paesi per trovare una speranza, un rifugio ed un futuro altrove” : con queste parole il Presidente Oliverio ha analizzato una delle vicissitudini che stanno attanagliando la Penisola Italiana, geograficamente definita come il corridoio d’accesso all’Europa. Bisogna dare forma ad un adeguato progetto di accoglienza, non concepito come la sola ed esclusiva offerta temporanea di ricovero ma, come un sistema volto all’integrazione dell’individuo ed al rispetto dello stesso.

Il Presidente Mario Oliverio a Sant'Agata D'Esaro
Il Presidente Mario Oliverio a Sant’Agata D’Esaro

Queste popolazioni cariche di disperazione, per le vicissitudini dei loro Paesi – afferma Oliverio – sono costrette a fuggire. Ma c’è un’altra problematica da non sottovalutare: questi “viaggi della speranza”, i quali non sempre vanno a buon fine per varie cause, sono sotto il controllo della criminalità organizzata la quale sfrutta e tratta in maniera disumana le migliaia di persone che si apprestano alla fuga dalla terra d’origine.

All’incontro hanno partecipato numerosi esponenti dell’ambito politico e di quello umanitario, tutti concordi nel raggiungimento di un unico obiettivo: aiutare queste popolazioni in difficoltà, sperando di ricevere l’aiuto dovuto e numerose volte richiesto invano dalla Comunità Europea.

Yara: l’autore delle scritte ha un’identità

Gli investigatori impegnati nella risoluzione del caso “Yara Gambirasio”, la ragazza uccisa la sera del 26 Novembre 2010 a Brembate di Sopra, non sono al punto di svolta. L’ultima pista seguita, la scritta “da qui è passato l’assassinio di Yara” trovata su un quaderno di preghiere della Cappellina ospedaliera di Rho, ha solamente dato modo di introdurre nelle cronache giudiziarie un nuovo personaggio. Il suo nome è Domenico De Simone, sessantenne originario di Longobucco, autore dei messaggi (firmati “Mario) che teoricamente avrebbero potuto aiutare la giustizia a trovare un assassino.

L’uomo, interrogato dagli inquirenti, ha comunque cercato di dare il suo contributo. Ha specificato di non essere lui il colpevole dell’omicidio della ragazza, consigliando agli investigatori di considerare il Pronto Soccorso di Ponte San Pietro, dove pare abbia sentito due donne parlare di un braccialetto perso da Yara. Al momento nessuno gli crede, neanche gli avvocati della famiglia Gambirasio e “Mario” viene descritto come una persona confusa, un mitomane.

Il suo passato giudiziario però non è rispettabile. Nel 1989 fu arrestato per associazione a delinquere e qualche anno più tardi gli vennero contestati i reati di furto, rapina e spaccio. Collaborò con la giustizia per un’ indagine legata al traffico di stupefacenti e nel 2000 si incatenò  per protesta al Municipio di Bergamo perché aveva perso ogni protezione giuridica.

L’aspetto più umiliante del caso di Yara è il cannibalismo mediatico. Pur di raccontare un fatto di cronaca nera, di cui il popolo italiano è ghiotto, si specula e si invade il dolore intimo di una famiglia. Anche se non ci sono notizie rilevanti, nuovi indizi, un manipolo di giornalai non perde l’occasione per sbraiatare sulla disgrazia, per avventurarsi in stupide ricostruzioni criminali e psicologiche. Non si fa più giornalismo, ma si spettacolarizza impunemente ogni lacrima, ogni pianto o speranza al solo scopo di fare audience, alzare lo share e ricavare grosse somme dalla pubblicità. In Italia siamo purtroppo abituati ai plastici di Vespa, al finto dispiacere costruito sul volto di Barbara D’Urso e non abbiamo ancora chiesto scusa.

Alessandro Bergonzoni chiedeva che tutti quei giornalisti irrispettosi verso la morte, camminassero con il cartello “nuoce gravemente alla salute”. Difficile non condividere il suo pensiero.

Il sindaco Mario Occhiuto favorevole ad accorpamento Province Cosenza e Crotone

“Per fattori di continuità geografica oltre che per affinità storico-culturali, credo di poter esprimere il sentire comune dei cittadini cosentini e dell’intero territorio extra urbano, manifestando massimo apprezzamento per l’ipotesi che vede il probabile accorpamento della provincia di Crotone con quella di Cosenza”.

Il sindaco Mario Occhiuto si inserisce nel dibattito in atto sulla riorganizzazione degli enti locali, ponendo in evidenza ragioni più specificamente culturali che porterebbero a una naturale unione dei confini di Cosenza e Crotone.

“Alla luce di quanto potrebbe disporre il Governo – aggiunge Occhiuto – ritengo giusto accogliere con favore un’eventuale fusione fra le province di Cosenza e di Crotone. Certo, saranno gli abitanti di Crotone a dire la loro, ma sia Cosenza che la città di Pitagora vantano tradizioni importanti: entrambe sono state patria di filosofi, matematici, letterati, personaggi illustri, e un’unione istituzionale in tal senso a mio parere sarebbe logica e ben accolta. Auspico dunque che la scelta definitiva sia improntata valutando in maniera attenta e profonda queste motivazioni”.