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Anche al TAU apprezzato l’esperimento dei suoni e delle immagini del Castello di Vogelod

RENDE (CS) – Claudio Santamaria, Marlene Kuntz ed “Il castello di Vogelod”, capolavoro del cinema muto, anno 1921, del regista e sceneggiatore tedesco Friedriche Wilhelm Murnau, ovvero musica rock, cinema e teatro dentro una “bolla”, rinchiusi “claustrofobicamente” sul palcoscenico del teatro ma tutti e tre assolutamente percepibili.

E’ l’esperimento tra parole e immagini firmato da Fabrizio Arcuri che vede l’attore Claudio Santamaria dare voce all’originale senza sonoro tratto dal romanzo di Rudolf Stratz. Dare voce, suoni interpretando donne e uomini della pellicola drammatica dove fa da sfondo un thriller che tiene fino alla fine inchiodati alle poltrone.

Si apre ufficialmente la stagione del Teatro Auditorium dell’Unical con un esperimento ben riuscito, nonostante la sensazione, a volte e soprattutto nei primi tre dei cinque atti del film, che il rock dei Marlene Kuntz non riesca ad esplodere totalmente per mostrare tutta la sua potenza. Accade invece la magia ed il telo trasparente, che divide e filtra al pubblico presente i suoni e le immagini provenienti dal palcoscenico, viene attraversato vigorosamente e magistralmente dalle vibrazioni della chitarra, dalle tastiere e dalle percussioni nelle mani dei tre musicisti Godano, Tesio e Bergia.

Atmosfere neogotiche che oggi, a tratti, potrebbero sembrare bizzarre, sono invece enfatizzate dal talento di Santamaria che nel doppiaggio non manca di rappresentare, oltre i protagonisti principali, anche lo sfogliare del giornale, una sigaretta che si accende insieme ai sentimenti angoscianti ed angosciosi dei protagonisti.

Un dramma interessante anche oggi giorno, un giallo tedesco che racconta una storia di passione, di delitti e di racconti che avvengono all’interno del castello tedesco di Vogelod musicalmente reinterpretato ed accentuato dove Santamaria Marlene e film muto rimangono in perfetto equilibrio, con i tempi scanditi e rincorsi senza sovrapposizioni o, peggio ancora, sbilanciamenti.

Con questo esperimento viene restituito ai Marlene lo scettro di uno dei più grandi gruppi rock italiani, sempre che qualcuno glielo avesse mai tolto ma ricordarlo non guasta mai, soprattutto se a richiamarlo alla nostra memoria è stato il cinema muto del 1921 ed un Santamaria che, tra suoni e parole, restituisce un’altra grande prova del suo talento.

Fiorenza Gonzales

Il castello di Vogelod, al TAU Claudio Santamaria e i Marlene Kuntz

ARCAVACATA DI RENDE (CS) – Debutto ufficiale della nuova stagione di prosa e musica del Teatro Auditorium Unical, che il prossimo 27-28 novembre porterà in scena, in esclusiva regionale, uno strepitoso viaggio musicale nella pellicola di Murnau, tra parole e immagini.
La colonna sonora e la sonorizzazione live è affidata ai Marlene Kuntz, formazione granitica fra le importanti dell’alternative rock italiano.

Con il loro suono hanno marchiato a fuoco la scena indipendente del Belpaese e scritto dischi come “Catartica”, “Il vile”, “Ho ucciso paranoia” che li hanno consacrati come band di culto dagli anni ’90 ad oggi.

Ad accompagnare con la sua voce e a condurci ne “Il castello di Vogelod” insieme ai Marlene sarà Claudio Santamaria, uno degli attori più talentuosi della sua generazione. Intenso e credibile nei progetti cinematografici, teatrali e televisivi. Da “Paz” a “L’ultimo bacio”, da “Diaz” a “Lo chiamavano Jeeg Robot”.

Davanti a un capolavoro del cinema muto si resta ammaliati dal rigore delle immagini e dalla capacità del cinema puro di investigare gli sguardi e le azioni. Questa pellicola in particolare e’ estremamente teatrale per l’intreccio e per la claustrofobia che riesce a creare sempre rimanendo al chiuso di quattro pareti. Tratto dal romanzo omonimo di Rudolf Stratz, il film ha in sé il potere di far credere allo spettatore che il confine fra il sospetto e la sicurezza non sia mai netto e che qualcosa o qualcuno sia sempre in grado di confonderli. Una regia che è un occhio onnisciente, che riprende gli alberi e le montagne nell’insieme e che li contrappone a inquadrature claustrofobiche di interni, perché lo sguardo di Murnau si annida ovunque la sua pupilla indagatrice possa carpire i segreti delle sue storie. Mettendo a fuoco le espressioni di certe facce, si sfrutta al massimo l’uso dello spazio a livello psicologico, teso a delineare significati su ciò che sta succedendo ai personaggi dentro il maniero. È in questo modo che l’orrore penetra dall’esterno e dall’interno, ma anche dal presente come dal passato (si fa largo uso di flashback). Le scenografie, a tal proposito, sono naturali, ed è invece più artificiale la luce, che sembra provenire da un passato lontano, rompendo la tranquillità dei personaggi e mettendoli in relazione gli uni con gli altri. Alla regia del film si sovrappone una regia teatrale che aumenta e potenzia la tensione grazie alla colonna sonora dei Marlene Kuntz gruppo rock italiano noto per la loro sensibilità e la ricercatezza delle sonorita’ ruvide e al tempo stesso melodiche , a una scenografia semovente fatta di oggetti concreti e di schermi che consente al film uno spazio tridimensionale per fare in modo che lo spettatore intraprenda un viaggio all’interno della pellicola, e infine grazie alla voce e all’interpretazione di Claudio Santamaria che si fa narratore del- la vicenda ma anche attore agente sulla scena. Il film a tratti prende corpo reale per tornare a perdersi nella virtualità delle immagini in un contrappunto costante di verità e finzione, un gioco di specchi all’infinito per potenziare al massimo la vocazione thriller di questa pellicola che da’ il via a quei filoni cinematografici che poi imbastiranno un vero e proprio genere i cosiddetti “gialli”, sempre molto apprezzati dal pubblico (anche contemporaneo).

Trama del film

Riuniti in un castello, dove si erano radunati per partecipare a una caccia, alcuni uomini di società sono costretti a passare al chiuso il loro tempo a causa delle pessime condizioni atmosferiche. Al gruppo si aggiunge anche il conte Johann Oetsch, che non fa parte degli invitati e che è evitato da tutti perché corre voce sia il responsabile della morte del fratello. Una voce alimentata da un giudice in pensione. Al castello giunge la baronessa Safferstätt, la vedova del morto che ora si è risposata. La contemporanea presenza di Oetsch e della baronessa imbarazza gli ospiti, ma la baro- nessa decide di restare in attesa dell’arrivo di padre Faramund, il consigliere spirituale del suo ex marito, cui vuole confessarsi. Nei giorni seguenti, Oetsch, la baronessa e suo marito, Safferstätt, si accusano a vicenda dell’omicidio. Fino a quando la baronessa confessa che il suo precedente matrimonio si stava rivelando un fallimento, con il marito sempre più interessato ad argomenti spirituali che non a lei. Una sera, in presenza di Safferstätt, amico di lunga data del marito, lei ave- va espresso il bisogno di qualcosa di trasgressivo che la allontanasse dai buoni sentimenti. Il suo desiderio era stato interpretato da Safferstätt come una volontà di liberarsi del ma- rito, così il barone aveva ucciso l’amico. Finalmente libera, la donna si era risposata con Safferstätt, per poi scoprire che quello che la legava al nuovo marito non era nient’altro che il vuoto dei sentimenti. Alla fine della sua confessione, padre Faramund si toglie la finta barba e la parrucca, rive- lando di essere in verità il conte Oetsch. Che può così ribadire la sua innocenza. Al barone Safferstätt non resta che il suicidio, mentre al castello giunge il vero padre Faramund.

Marlene Kuntz, “Lunga Attesa” sul palco del TAU

RENDE (CS) – Ieri sera il Teatro Auditorium dell’Unical ha accolto sul suo palco un gruppo che ha fatto la storia della musica rock indipendente italiana, sto parlando dei Marlene Kuntz col il loro “Lunga Attesa Tour“.

Una platea gremita di fan, in attesa del ritorno sul palco cosentino della band capitanata da Cristiano Godano, questa l’aria che si è respirata al TAU, scendendo le scale alla ricerca delle poltroncine segnate sul biglietto.
Ad aprire il concerto Giorgio Ciccarelli (ex chitarrista degli Afterhours), che ha presentato alcuni pezzi del suo primo album da solista, Le Cose Cambiano.

Giorgio Ciccarelli (17/03/16)

Una breve pausa ci ha, infine, introdotti nel mondo dei Marlene, che hanno portato sul palco tutta l’energia di artisti che in 25 anni di carriera, 22 dall’uscita di Catartica e 10 album alle spalle, hanno saputo reinventarsi, creando un progetto che potesse uscire fuori dagli schemi e nello stesso tempo rimanere fedele al loro stile.
Fecondità, Narrazione e l’omonimo Lunga Attesa, i brani del nuovo album hanno buttato sul pubblico del TAU tanta energia, incazzatura, chitarre distorte e frasi taglienti. Non sono mancati i momenti morbidi, che tanto sono cari ai fan degli MK, alcuni di questi tratti dal primo disco Catartica. La Lira di Narciso, La Canzone che Scrivo per Te (scritta per il celebre duetto con Skin) e la bellissima Nuotando nell’Aria, una platea in coro dietro ai successi che hanno consacrato la band come àncora in un panorama indie sempre più inflazionato e, a volte, scadente.

Marlene Kuntz (17/03/16)

Com’è stato portare sul palco questo nuovo disco per i Marlene? Ci risponde Godano stesso “Ci piace, ci lasciamo andare e ci viene bene. Abbiamo portato sul palco un disco tirato, intenso, distorto e ringhioso“.

Il TAU conferma ancora una volta di essere promotore di movimenti culturali e musicali di grande spessore, anche grazie alla sinergia creatasi con Archimedia Produzioni. Appuntamento allora per il 23 marzo con Il Teatro degli Orrori e il 7 aprile con la band romana I Cani.

Di seguito un piccolo estratto di uno dei momenti più emozionanti del concerto, La Canzone che Scrivo per Te.

Miriam Caruso

ph. Joe Santelli

 

Marlene Kuntz in Concerto a Cosenza per il “Lunga Attesa Tour 2016”

I Marlene Kuntz tornano in concerto a Cosenza il 17 Marzo alle 21:30 per l’unica tappa calabrese del “Lunga Attesa Tour 2016“. Il live avrà luogo presso il TAU ( Teatro Auditorium Unical) in occasione del nuovo progetto discografico dal titolo “LUNGA ATTESA“, decimo disco di una band che in 25 anni ha segnato la storia del rock italiano, bissando uno straordinario concerto che li vide nella scorsa stagione musicale del Tau festeggiare il ventennale dall’uscita di “Catartica”.

Con questo progetto, firmato dalla band anche nella produzione, i MARLENE tornano a quel rock primordiale che massimamente si è espresso sempre live sui palchi, quel rock che non li ha mai abbandonati, ma che ha semplicemente assunto forme diverse durante la loro fortunata carriera.

Il nuovo disco dei Marlene Kuntz, “Lunga attesa”, è stato anticipato da “FECONDITÁ”. Un brano che ben lunga attesaxrappresenta le sonorità del disco come raccontano gli stessi Marlene: “il suo tiro, la sua cantabilità, le sue chitarre groovy e noise al contempo, danno un’idea del tipo di attitudine del disco. Una attitudine marcatamente rock, nel senso più ampio possibile, con un suono bello, scuro, sporco. Il testo invita alla morigeratezza nell’uso delle parole, dette e scritte: viviamo in un’epoca chiassosa dove tutti, sempre più, dicono tutto. E il silenzio, così proverbialmente ricco di preziosità, latita agonizzante.”

Dopo  alcune date in Europa a fine febbraio, a marzo e aprile i MARLENE KUNTZ saranno impegnati in tutta Italia nel “LUNGA ATTESA TOUR 2016”.

La tappa calabrese del tour si inserisce all’interno della stagione del Teatro Auditorium dell’Università della Calabria. Questa stagione 2015-2016 è intitolata “Oltre la scena”, proprio perché vuole essere all’insegna del termine “oltre”, e pertanto dell’interazione tra teatro, cinema, musica.

Il gruppo, che di fatto nell’ultimo anno non ha mai staccato la spina, partirà con nuove date e una nuova scaletta, riappropriandosi di quello che è a tutti gli effetti il loro tratto distintivo, la loro matrice. Dalla formazione ad oggi, sono quasi 2000 i concerti ufficiali che li hanno visti protagonisti, perché in fondo e in definitiva è lì dove vogliono essere, sempre insieme al pubblico, nell’unico e straordinario momento da condividere, il live.

Sul palco saliranno: CRISTIANO GODANO voce e chitarra, LUCA BERGIA batteria, percussioni, RICCARDO TESIO chitarra, LUCA SAPORITI aka LAGASH basso.  

Al via la seconda edizione del Colorfest a Lamezia Terme

E’ cominciata la seconda edizione della rassegna Colorfest. Sul palco dello splendido anfiteatro del Parco Mitoio a Lamezia Terme, ieri sera, sono stati i Tomfool Project ad aprire la prima giornata di concerti.
Tantissimi i giovani accorsi al Colorfest, non solo dall’ hinterland lametino, ma anche da tutta la regione e addirittura dei gruppi provenienti dalla Lombardia e dal Lazio. Nutrito gruppo anche di giovani universitari in Erasmus in Calabria.

Alle 22 si è esibito il gruppo dei Marta sui Tubi, band siciliana apparsa al Festival di Sanremo nel 2013 e da quest’anno in un tour europeo che ha toccato alcuni palchi in Germania e Spagna. I numerosi giovani accorsi al Colorfest si sono potuti scaldare sulle note, tra le altre, di “Vorrei”, “Dispari”, “Di Vino”.

Alle ore 24 è cominciato il concerto della Brunori Sas, band calabrese che ha fatto registrare sold out a quasi tutti i concerti su territorio nazionale del tour “Il Cammino di Santiago in Taxi“. La band ha fatto sognare i giovani suonando vecchi successi come “Una domenica notte“, “Come stai?“, “Lei, Lui e Firenze” e i pezzi dell’ultimo disco come “Pornoromanzo“, “Kurt Cobain“, “Arriverderci Tristezza“.

Alle ore 2, Dj Set con Fabio Nirta e Radio Bombay, con i giovani che hanno potuto ballare fino alle prime luci dell’alba.

Appuntamento questa sera, per la seconda serata, con i Marlene Kuntz e Perturbazione. Pochi biglietti ancora disponibili presso i botteghini. I cancelli del Colorfest 2, apriranno alle ore 18.30 e prima e durante il concerto sarà possibile consumare cibi e bevande negli stand allestiti per l’evento, oltre ad acquistare il merchandising ufficiale del Colorfest 2.

 

Roberto Tarzia