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[#SDCC] Marvel, annunciati la Fase 4 e l’arrivo di X-Men e Fantastici 4

Grandi annunci da parte della Marvel al Comic-Con International di San Diego.

In un emozionante panel nella Sala H del Convention Center di San Diego, Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, ha fatto chiarezza sul futuro del Marvel Cinematic Universe.

Con Endgame come epica conclusione dell’Infinity Saga, i fan della Marvel si sono posti moltissime domande su cosa sarebbe accaduto nel MCU. Inoltre, con l’acquisizione della Fox da parte di Disney sono arrivati i diritti per poter sfruttare appieno le potenzialità degli X-Men e dei Fantastici 4. Senza dimenticare il futuro lancio della piattaforma streaming Disney+ che segnerà il debutto degli eroi del Marvel Cinematic Universe nel mondo delle serie tv. Tanti personaggi e tante storie ancora da raccontare, ma a San Diego, questa notte, sono arrivate le prime, entusiasmanti risposte.

In un’ora e mezza di panel sono saliti sul palco attori, registi e produttori, volti noti e volti nuovi, tra sorprese e gradite conferme. Marvel celebra il grandioso passato, gli scorsi 10 anni di successi ed emozioni, ma guarda avanti. Si lancia in una nuova fase, la Fase 4 e rivela una line up ricchissima per i prossimi 2 anni e anche oltre.

Vediamo gli annunci nel dettaglio.

BLACK WIDOW

Già confermato e in fase di realizzazione, Black Widow, stand-alone dedicato alla Vedova Nera di Scarlett Johansson. La pellicola, diretta da Cate Shortland, vedrà nel cast anche David Harbour (Hopper in Stranger Things),  Florence Pugh, O-T Fagbenle e l’attrice Premio Oscar Rachel Weisz. Il film sarà un prequel e vedrà Taskmaster come villain principale. Tuttavia, non si escludono, sulla base dei fotogrammi mostrati a porte chiuse nel corso del panel, rimandi e riferimenti agli accadimenti successivi.

L’uscita è fissata per il 1 maggio 2020.

THE FALCON AND THE WINTER SOLDIER

Anche qui un progetto già annunciato che ha ricevuto conferma. Si tratta della prima serie tv targata Marvel Studios che vedrà la luce sulla prossima piattaforma streaming Disney+. The Falcon and the Winter Soldier sarà diretta da Kari Skogland (The Handmaid’s Tale) e nel cast dovrebbero figurare, oltre a Sebastian Stan e Anthony Mackie, che riprenderanno i loro ruoli di Bucky Barnes e Sam Wilson, anche Daniel Bruhl e Emily Van Camp, nei ruoli di Zemo e dell’Agente 13. Zemo inoltre molto probabilmente indosserà finalmente la sua iconica maschera viola da Barone Zemo. La serie sarà composta da 6 episodi e sarà ambientata dopo i fatti di Avengers: Endgame e probabilmente vedremo Falcon raccogliere il testimone lasciato da Capitan America.

L’uscita è fissata nell’autunno 2020.

THE ETERNALS

Il primo titolo annunciato è The Eternals, su cui molto si era già vociferato. Il film di Chloe Zhou riguarda gli Eterni, esseri sovrumani creati da Jack Kirby nel 1976. Manipolati geneticamente dagli enigmatici Celestiali, con abilità fisiche e mentali superiori a quelle degli umani, gli Eterni sono in lotta con le loro controparti, i Devianti. Nel cast del film troviamo: Angelina Jolie che sarà Thena, Richard Madden (Robb Stark in Game of Thrones e Cosimo de’ Medici nella serie I Medici) nei panni di Icarus, Kumail Nanjiani che vestirà i panni di Kingo, Lauren Ridloff come Macary, Brian Tyree Henry in PhatosSalma Hayek che interpreterà Ajax, Lia McHugh nei panni di Sprite, Don Lee nel ruolo di Gilgamesh.

Niente Keanu Reeves come rumoreggiato e, tra i nomi, non compare neppure quello di Millie Bobby Brown che aveva comunque messo un freno alle voci. Della sceneggiatura si occuperanno i fratelli Matthew e Ryan Firpo.

L’uscita è fissata al 6 novembre 2020.

SHANG-CHI E LA LEGGENDA DEI 10 ANELLI

Shang-Chi, il Maestro del Kung-Fu, creato da Steve Englehart (testi) e Jim Starlin (disegni) nel 1973, poi unitosi agli Avengers, avrà una pellicola a lui dedicata e sarà il primo protagonista asiatico del Marvel Cinematic Universe: Shang-Chi e la leggenda dei 10 anelli. Il titolo del film e i 10 anelli ci svelano che nella pellicola vedremo tornare il vero Mandarino, nei fumetti acerrimo nemico di Ironman e di cui già ci era dato sapere qualcosa in Ironman3, interpretato da Tony Leung. Il protagonista sarà, invece, interpretato da un volto poco noto: Simu Liu, a cui i Marvel Studios hanno concesso una grande opportunità. Nel cast troveremo anche Awkwafina, già scritturata dalla Disney per il live-action de La Sirenetta. A dirigere la pellicola sarà Destin Daniel Cretton.

L’uscita è fissata al 12 febbraio 2021.

WANDAVISION

Oltre che al Marvel Cinematic Universe, Marvel Studios ha pensato di rimpolpare anche la programmazione di Disney+. Da qui, l’annuncio di WandaVision, serie tv dedicata a Wanda Maximoff (Scarlet Witch) e Visione. Questa serie sarà collegata al sequel relativo a Doctor Strange in cui il personaggio di Elizabeth Olsen avrà un ruolo primario. Nel cast, ovviamente, troveremo la stessa Olsen, Paul Bettany e la new entry Teyonah Parris. La serie, che ci permetterà di conoscere più a fondo questi personaggi, sarà ambientata dopo i fatti di Avengers: Endgame, il che ha sollevato, da parte dei fan presenti al panel, numerose domande circa la presenza di Visione, domande che sono state sviate.

L’uscita è fissata nella primavera 2021.

LOKI

Come già trapelato in precedenza, Marvel Studios hanno confermato la serie tv Loki. A interpretare il dio dell’inganno tornerà ancora una volta l’amato Tom Hiddleston. Kevin Feige ha ribadito che non vedremo il Loki “migliorato” di Endgame, bensì il Loki del primo Avengers, quello manipolatore. Finalmente, per rispondere ai dubbi dei fan, la serie spiegherà cos’è accaduto dopo che il dio si è impadronito del Tesseract nella scena indietro del tempo di Endgame. Lo stesso Hiddleston ha scherzato col pubblico e ha dichiarato: “Avete visto Avengers, giusto? È ancora quel tipo… E giusto ieri sera è stato preso a botte da Hulk. C’è ancora un bel po’ di evoluzione psicologica da fare! Kevin Feige mi ha mostrato i piani generali, non posso parlarvene ma posso dirvi che è una delle migliori opportunità creative che mi siano mai capitate. È un nuovo territorio, un nuovo mondo”.

L’uscita è fissata nella primavera 2021.

DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS

Anche qui un titolo previsto, considerato il successo del primo capitolo, ma è il sottotitolo quello che veramente è accativante, così come il fatto che accanto allo Steven Strange di Benedict Cumberbatch troveremo la Wanda Maximoff di Elizabeth Olsen. Scott Derrickson, riconfermato alla regia, ha promesso che: “Sarà il primo cinecomic terrificante dell’Universo Cinematografico Marvel!”. La presenza di Scarlet Witch e il fatto che la pellicola sia collegata alla serie WandaVision potrebbe forse spiegare con la teoria dei Multiversi il ritorno di Visione che, come ricordiamo, è stato ucciso da Thanos in Infinity War.

L’uscita è fissata per il 7 maggio 2021.

WHAT IF…?

What if…? sarà la prima serie animata prodotta da Marvel Studios ed è destinata alla piattaforma Disney+. Come il titolo suggerisce, e come i fumetti ci insegnano, la serie tv esplorerà storie alternative dell’Universo Marvel.

Interessante il fatto che a doppiare i vari personaggi saranno proprio gli attori che ad essi hanno prestato il volto nel MCU, tra questi Killmonger (Michael B. Jordan), Dr. Abraham Erskine (Stanley Tucci), Winter Soldier (Sebastian Stan), Thanos (Josh Brolin), Hulk (Mark Ruffalo), Loki (Tom Hiddleston), Nick Fury (Samuel L. Jackson), Thor (Chris Hemsworth), Peggy Carter (Hayley Atwell), T’Challa/Black Panther (Chadwick Boseman), Nebula (Karen Gillan), Clint Barton/Hawkeye (Jeremy Renner), Scott Lang /Ant-Man (Paul Rudd), Hank Pym (Michael Douglas), Dum Dum Duggan (Neal McDonough), Howard Stark (Dominic Cooper), Kraglin (Sean Gunn), Jane Foster (Natalie Portman), Kurt (David Dastmalchian), Korg ( Taika Waititi), Arnim Zola (Toby Jones), Korath (Djimon Hounsou), il Gran Maestro (Jeff Goldblum), Yondu (Michael Rooker) e Taserface (Chris Sullivan). Ad essi si aggiungerà Jeffrey Wright (Westworld)  che interpreterà un iconico personaggio della Marvel, l’Osservatore.

Sembra che uno degli episodi vedrà Peggy Carter trasformarsi nel super-soldato al posto di Steve Rogers, altre ambientazioni sicure riguardano il mondo di Thor e Ant-Man, quello dei Guardiani della Galassia e il Wakanda.

L’uscita è fissata nell’estate 2021.

HAWKEYE

Confermata anche Hawkeye, la serie tv su Occhio di Falco. Jeremy Renner tornerà a indossare i panni (e le frecce!) di Clint Burton. L’attore è salito sul palco, visibilmente emozionato, e ha spiegato ai fan: “Ciò che farò nella serie sarà formare un nuovo personaggio, una versione migliore di me. Occhio di Falco è un supereroe senza superpoteri, e quindi posso insegnare questa cosa a qualcun altro”. Dunque, la serie introdurrà finalmente il personaggio di Kate Bishop, ma ancora non si conosce il nome dell’attrice che le presterà il volto. Dalla grafica del titolo, inoltre, scopriamo un altro dettaglio sulla serie e cioè che sarà basata sulla run a fumetti di  Matt Fraction e David Aja.

L’uscita è fissata nell’autunno 2021.

THOR: LOVE AND THUNDER

Veniamo alla conferma della notizia degli ultimi giorni: Thor 4 si farà. E a San Diego ecco svelato il titolo che sarà Thor: Love And Thunder. Questo nuovo capitolo, per cui è stato riconfermato alla regia Taika Waititi (Thor: Ragnarok), sarà basato sulla run al femminile di Jason Aaron. Assisteremo, quindi, al ritorno della Jane Foster di Natalie Portman, con una probabile sorpresa: potrebbe impugnare il martello vista anche la scenetta mostrata al Comic-Con. Nella run di Aaron, Jane Foster è diventata Thor per un breve periodo. Naturalmente, a reimpugnare Stormbreaker e Mjolnir tornerà Chris Hemsworth, affiancato dalla Valchiria di Tessa Thompson.

L’uscita è fissata per il 5 novembre 2021.

BLADE

A sorpresa, quasi alla chiusura del panale, il presidente di Marvel Studios Kevin Feige ha annunciato un film del tutto inaspettato: Blade. Marvel aveva finalmente ottenuto i diritti per sfruttare il personaggio, ma nessuno dei fan pensava che sarebbe accaduto così presto. Il personaggio del cacciatore di vampiri era stato già portato al cinema con una trilogia da Wesley Snipes. Questa volta il ruolo di Eric Brooks sarà affidato al due volte Premio Oscar Mahershala Ali (Moonlight, Green Book). Non si conoscono ancora ulteriori dettagli.

Non è ancora stata fissata una data d’uscita.

X-MEN E FANTASTICI 4

Altra sorpresona alla fine del panel in Sala H: Marvel Studios è ufficialmente al lavoro sui film dedicati ai Fantastici 4 e agli X-Men, dopo l’acquisizione dei diritti da parte di Fox. Non sono stati rilasciati ulteriori dettagli su come e quando questi iconici personaggi entreranno a far parte del Marvel Cinematic Universe, ma una cosa è certa: accadrà.

FILM NON CONFERMATI MA IN SVILUPPO

Nel corso del panel, tuttavia, sono mancati annunci relativi a pellicole che erano state date per certe all’interno di questa Fase 4. Kevin Feige stesso ha citato questi film, sostenendo che il tempo a disposizione per poterne parlare fosse poco. Molto probabilmente, sono sorprese che resteranno in serbo per il prossimo D23 Expo di agosto. Le pellicole in lavorazione, oltre alle citate, sarebbero:

  • Black Panther 2
  • Capitan Marvel 2
  • Guardiani dela Galassia Vol. 3
  • Un film sui Fantastici 4
  • Un film sui Mutanti (X-Men come tutti si aspettano o Nuovi Mutanti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[#NerdReview] Avengers Endgame: La fine è parte del viaggio – SPOILER

Dopo 11 anni e 21 film, Avengers Endgame è il capitolo finale di una lunga e pazzesca epopea.

Abbiamo visto nascere il Primo Vendicatore, Tony Stark rivelare al mondo di essere Ironman, il Dio del Tuono rendersi degno di impugnare Mjolnir. Abbiamo affrontato gli inganni di Loki e l’invasione dei Chitauri, parteggiato per i Vendicatori nella Civil War. Siamo stati avvertiti dell’ineluttabilità del Destino e alla fine è arrivato e abbiamo sofferto.

Avengers Endgame è questo: un cerchio che si chiude, storie che si riallacciano e insieme tendono verso uno snodo che, inesorabile, attendeva che il tempo facesse il suo corso. Quello snodo agognato e risolutore che, quando arriva, ha il sapore agrodolce delle cose che finiscono, perchè così dev’essere, e si dissolvono, restituendo tutto quello che è stato dato. Avengers Endgame è il Destino che si compie.

Nonostante sia solo il penultimo film della Fase 3 del Marvel Cinematic Universe, Endgame è in realtà stato concepito come il coronamento di 11 anni di lavoro. È l’epilogo alle molteplici storie che i 21 film precedenti hanno aperto e sviluppato ed è qui che gli eroi che abbiamo conosciuto e imparato ad apprezzare in questi anni si ritrovano, forse per un’ultima volta. È giunto il tempo che facciano i conti con se stessi e con gli altri, mettendo da parte per un momento l’essere eroi e confrontandosi con il loro essere uomini prima di tutto. Perchè anche i supereroi hanno il diritto di cadere sulle proprie ginocchia e sanguinare.

DOPO INFINITY WAR

Ed Endgame parte proprio da questo punto: gli Avengers, per la prima volta, sono stati sconfitti. Hanno lottato, si sono battuti, ma hanno perso: la battaglia, la loro unione, le persone amate. L’amarezza della perdita si mescola con il gusto pungente del fallimento e il tormento del rimorso. Nel momento fatale dello schiocco di Thanos, quattro dei Vendicatori originali si trovano in Wakanda, Occhio di Falco si è ritirato con la sua famiglia, Tony è su Titano, devastato dalla consapevolezza dell’annientamento.

Nell’intenzione, Infinity War ed Endgame sono stati pensati come parti di un’unica, gigantesca storia. A conti fatti, però, la pellicola numero 22 del MCU è quanto di più diverso possibile dalla precedente. Infinity War è una pietra miliare nel settore del cinefumetto, avendo riscritto i canoni del genere. Per la prima volta, gli eroi protagonisti sono vittime di uno scacco non previsto: il cattivo ha vinto e la distruzione si è abbattuta, feroce, sull’universo. Metà delle forme viventi sono scomparse, polverizzate. Stupore, ammirazione e sbigottimento le sole sensazioni possibili di fronte a un’opera simile, unica nel suo genere. Dal punto di vista prettamente cinematografico, Endgame è allo stesso livello? In tutta sincerità, no. La pellicola non è esente da difetti, sbavature, piccole note stonate. Nella visione non passano inosservate. Eppure, tutto ciò non ha la minima importanza.

AVENGERS ENDGAME RESTERÀ NELLA STORIA: È UN FILM MASTODONTICO, IMPONENTE, AMBIZIOSO.

Probabilmente, finora nessuna pellicola è stata attesa con tali aspettative e inquietudine e la pubblicità che l’ha avvolta è stata incontenibile, come il film stesso. Ogni cosa in Endgame è oltre misura. Una battaglia epica, molte risate, emozioni che sgorgano, tantissima commozione e ricordi e riferimenti al passato che, in un flusso irrefrenabile, riaffiorano nel bacino dell’emotività individuale. L’impresa non è stata facile e forse anche per questo si perdonano le imperfezioni che costellano qua e là la pellicola.

Quel che è certo è che i registi Anthony e Joe Russo, insieme agli sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, sono riusciti nello sforzo immane di riannodare i fili dipanatisi in 21 film, per 11 anni. Tre ore per dare una degna conclusione alla Saga dell’Infinito e andare incontro al destino di ogni personaggio, senza perdere di vista la coerenza, le storie e le aspirazioni di ciascuno. Endgame è un film plurale e corale: più storie, più personaggi, più emozioni, tutto quanto insieme, in quella che è una celebrazione dell’universo Marvel e un caldo abbraccio a tutti i fan che in quell’universo ci hanno creduto.

ENDGAME FUNZIONA ED EMOZIONA

In tre ore non si avverte mai il peso della lentezza, nonostante ritmo incalzante e azione siano concentrati perlopiù verso il finale. I tre atti della pellicola rendono veloci i 181 minuti. Si inizia lì dove si era rimasti con Infinity War e, ancora una volta, osserviamo sullo schermo gli effetti devastanti dello schiocco di Thanos.

Tuttavia, Endgame sceglie di non riallacciarsi con la scena dopo i titoli di coda di Captain Marvel e non vediamo le prime interazioni tra gli Avengers sopravvissuti e Carol Danvers. Ed è qui che apprendiamo che i fratelli Russo non avevano mentito completamente: la maggior parte delle scene mostrate nei trailer erano davvero tratte dalla primissima parte del film. Quella stessa parte che si svolge come un’elaborazione del lutto. Metà della popolazione mondiale è improvvisamente scomparsa, i governi sono in crisi, le città sono desolate: è possibile accettare l’accaduto e continuare a vivere?

ALCUNE PERSONE VANNO AVANTI… MA NOI NO

I Vendicatori non riescono a darsi pace. Il peso del fallimento è grave sulle loro spalle. Natasha è preoccupata per Clint, che ha appeso al chiodo gli abiti da Occhio di Falco per assumere l’identità di Ronin, assuefatto dal dolore della perdita. Tony non riesce a perdonare Steve: gli Avengers funzionano solo se uniti. Però bisogna agire, è a fatto compiuto che intervengono gli Avengers e in una manciata di minuti Thor è lì con Stormbreaker in pugno e ci colpisce in pieno petto. Il film è già finito? No, è appena l’inizio e succede l’inaspettato. Un unico, intenso momento d’azione in una prima parte “parlata” e tutta assorta nella sua dimensione “umana”. I Vendicatori hanno perso e, pur cercando di andare avanti per quanto possibile, supportando i rimasti, monitorando pericoli, rifugiandosi nella famiglia, niente è ritornato come prima.

Ogni cosa è immobile, fino al successivo colpo di scena che apre lo spazio al secondo atto della pellicola. Un po’ tutti avevano previsto i viaggi nel tempo e il ruolo determinante del Regno Quantico ma, per quanto la trovata non sia stata così originale, sorprendente è il modo in cui viene messa in atto, sebbene il finale della pellicola porti con sè alcuni dubbi.

E come un viaggio nel tempo troppo rapido, Endgame va verso il suo epico, gigantesco atto finale: una battaglia spettacolare ed entusiasmante, in cui azione ed emozioni si fondono in una cosa sola, in cui i supereroi combattenti sono uomini che abbracciano il loro destino, tornato inesorabile, che hanno combattuto, sono caduti, si sono rialzati e ancora continuano a combattere. A qualunque costo.

UNA FINE INELUTTABILE

Dal punto di vista scenico, è una sequenza memorabile per quanto confusa e le sorprese si susseguono l’una dopo l’altra. Quel fugace momento in Age of Ultron l’aveva preannunciato, ma nessuno mai avrebbe immaginato di vedere Thor salvato da Mjolnir impugnato da un Capitan America ormai degno. Il tuffo al cuore nel veder ritornare sulla scena tutti gli eroi che erano spariti allo schiocco del Titano pazzo. L’abbraccio paterno tra Tony e Peter Parker, l’ultimo. L’arrivo di Pepper Potts con la sua armatura da Rescue. Il grido di battaglia di Black Panther e dei Wakandiani.

Più volte si trattiene il fiato, più volte un brivido di eccitazione percorre la schiena, fino a quel momento, quando la battaglia sembra volgere ancora una volta a sfavore degli Avengers. Sono poche le battute affidate a Benedict Cumberbatch e al suo Dr. Strange, ma quello sguardo scambiato con Tony, il secondo dopo quello in Infinity War, il gesto con la mano a ricordargli che di quei 14.605.000 finali solo uno era quello vittorioso. È un attimo, letteralmente uno schiocco di dita e la battaglia è finita. Vinta. Ma a quale prezzo?

IL POTERE DI UN CINECOMIC

Buchi nella trama, battute comiche nello stile Marvel più esasperato, Professor Hulk che ha perduto il vigore delle mazzate dell'”Hulk spacca!” rendendosi fin troppo innocuo, Thor immerso fino in fondo nella sua umanità più degradata che ne fa una versione macchiettistica del grande Lebowski, i paradossi dei viaggi nel tempo, un momento girlpower esageratamente forzato. Potremmo discutere a lungo di cosa non ha funzionato in Endgame, ma la verità è che non dobbiamo e non vogliamo farlo. Questo film poteva essere perfetto? Certo, ma forse non era necessario. Endgame non ha puntato sulla perfezione,  ma ha scommesso sulla potenza, sulla meraviglia, sull’emozione. Puristi e snob del cinema potranno gridare con tutto il loro fiato alla poca qualità artistica, alla comicità più blanda, all’intrattenimento “infantile” di questo e di tutti gli altri cinecomics… non importa.

Avengers Endgame non è solo un film, è un fenomeno culturale, un’epopea contemporanea, il mito che si incarna nella modernità. Il giro di boa di un progetto lunghissimo, disseminato negli anni, curato in ogni dettaglio, in ogni sua precisa parte, ciascuna legata all’altra da un filo, come tanti pezzi di un grande puzzle che, passo dopo passo, tornano al loro posto, rivelando un disegno più grande, superiore.

In 11 anni, molti sono cresciuti –  o tornati bambini – con questi film, compiendo passi falsi, commettendo errori, inciampando, di pari passo col percorso degli eroi, quasi come se gli eroi ricordassero di essere uomini e gli uomini imparassero a sentirsi eroi della vita di tutti i giorni. E questi stessi eroi forse hanno avuto qualcosa da insegnare nel solco della loro epica contemporanea: l’unione, la volontà, la caduta, la sconfitta, la rassegnazione, la speranza, il sacrificio.

IO SONO IRONMAN

Abbiamo imparato che la famiglia, quella di sangue o quella che hai scelto di avere intorno, è quanto di più prezioso al mondo, ci sarà sempre per te, nonostante tutto. Abbiamo imparato che il fallimento è parte della vita, di ogni vita, perchè senza fallire non si cade mai, se non si cade non si apprende mai l’arte paziente della speranza. E perfino nel buio più cupo della disperazione, abbiamo imparato che può balenare in nostro soccorso la comprensione che non sempre tutto è perduto. Se a volte bisogna lasciarsi alle spalle il passato, altre volte bisogna rinunciare a un presente appena assaporato e a un futuro ancora auspicato. È in questa dolorosa consapevolezza che abbiamo appreso che, talvolta, invece, occorre farsi da parte, con la speranza che questo messaggio resterà sempre un’eredità per le nuove generazione e tutti quelli che verranno dopo.

Perchè Endgame è anche questo, non solo botte ed eroi in armatura e calzamaglia: un insegnamento, in cui l’ironia ne stempera delicatamente la gravosità. Un messaggio di rinuncia nella speranza. Il lascito di un padre ai propri figli, la sofferenza del sacrificio che si fa possibilità di un futuro migliore. Cosa è disposto a fare un padre per i suoi figli? Tenerli per mano, dare tutto di sè, immolarsi. Questo film, al culmine di una strada irta, ci lascia andare, dopo averci cresciuti e, come un padre, ci lascia la mano, perchè quel padre siamo pronti a lasciarlo andare, anche con la tristezza nel cuore.

E così come tutto è iniziato nel 2008, Endgame ci coccola, con un ultimo malinconico abbraccio, e nelle orecchie riecheggia, incalzante, il suono sordo del martello che batte sull’acciaio in una lontana e semibuia caverna nel cuore dell’Afghanistan… Come non pensare alle parole di Steve Rogers a Tony Stark nel primo Avengers: “Non sei il tipo votato al sacrificio”. Fanno male 3000. Gli eroi sono diventati più forti, gli uomini sono maturati. E quando il Destino arriva, è tempo di salutarsi.

Un addio, o forse un arrivederci, un ultimo saluto a quegli eroi che ci hanno accompagnati in questi anni, che ci hanno fatto ridere, entusiasmato, che ci hanno uniti, e adesso ci hanno fatto piangere… questo addio è forse un preludio a qualcosa di nuovo, ma per quanto doloroso possa essere

LA FINE È PARTE DEL VIAGGIO.

Francesca Belsito

E’ morto Stan Lee, il mondo del fumetto piange il suo supereroe

E’ di pochissimi minuti fa la notizia della morte di Stan Lee, padre dei supereroi di casa Marvel.

A renderlo noto la rivista TMZ, che ha ricevuto la notizia direttamente dalla figlia di Lee. Scrittore, editor e produttore televisivo, negli ultimi tempi aveva accusato numerosi problemi di salute. Stan Lee si è spento all’età di 95 anni.

Miriam Caruso

[#MarvelNews] Disney Play, in arrivo la serie tv su Soldato d’Inverno e Falcon

Sorprese in casa Marvel: in lavorazione una serie tv su Soldato d’Inverno e Falcon.

Marvel in fermento: Variety ha rivelato in esclusiva in queste ore che la Disney avrebbe avviato la lavorazione di una serie live action dedicata a Soldato d’Inverno e Falcon. La serie tv è destinata alla nuova piattaforma streaming della casa di produzione di Topolino, il cui debutto è previsto per il prossimo anno.

IL RITORNO DEGLI ATTORI ORIGINALI

La vera chicca è che i protagonisti saranno interpretati dagli attori originali, Sebastian Stan e Anthony Mackie che indosseranno nuovamente i panni di Bucky Barnes e Sam Wilson. Lo show entra a far parte del Marvel Cinematic Universe: la produzione è infatti targata Marvel Studios e non Marvel Tv. Gli episodi previsti sono otto e pare che la sceneggiatura sia stata affidata a Malcom Spellman, già sceneggiatore di Empire.

CONTINUITY CON LE PELLICOLE?

Sicuramente è una notizia che farà felici molti fan di questi supereroi, ma resta da capire dove, come e quando si svolgeranno le storie e in che modo saranno legate alle vicende delle pellicole, soprattutto in attesa di scoprire cosa succederà dopo Infinity War. Quel che è quasi certo, però, è che Kevin Feige, produttore e presidente dei Marvel Studios, sarà direttamente coinvolto nella realizzazione del progetto.

 

SERIE TV ANCHE PER LOKI E SCARLET WITCH

La serie live action su Soldato d’Inverno e Falcon, si aggiunge alle miniserie televisive dedicate a Loki e Scarlet Witch, entrambe interpretate dagli attori originali. Gli show con protagonisti Tom Hiddleston ed Elizabeth Olsen dovrebbero essere in continuity con i film. Non sono previste partecipazioni di altri membri degli Avengers in queste prime produzioni. È assodato che l’intenzione della Disney sia quella di realizzare in futuro nuove miniserie incentrate su altri personaggi secondari del Marvel Cinematic Universe.

In attesa di ulteriori notizie e di poter vedere queste serie sulla nuova piattaforma Disney, non resta che iniziare una mega maratona Marvel prima dell’uscita nei cinema del nuovo film sugli Avengers.

[#NerdNews] Strage Netflix in casa Marvel, cancellata Luke Cage

NETFLIX CONTINUA LA STRAGE DI SERIE TV TARGATE MARVEL.

Ad appena 24 ore di distanza dal rilascio dell’attesissima terza stagione di DAREDEVIL, che pare stia riscuotendo un certo consenso da pubblico e critica, dal colosso americano di streaming Netflix arriva l’ennesima, pessima notizia per un altro dei membri della squadra dei DEFENDERS.

Stavolta vittima della strage é LUKE CAGE, il cui protagonista è interpretato da Mike Colter. Attraverso un comunicato ufficiale, Marvel e Netflix hanno annunciato la cancellazione della serie tv sull’ex detenuto con poteri sovrumani. E ricordiamo che la seconda stagione era stata rilasciata appena lo scorso 22 giugno.

“Sfortunatamente, Marvel’s Luke Cage non tornerà per una terza stagione. Tutti noi alla Marvel Television e Netflix siamo grati allo showrunner, agli scrittori, al cast e alla troupe che hanno dato vita all’eroe di Harlem nelle ultime due stagioni. E a tutti i fan che hanno supportato la serie.”

Luke Cage segue quindi lo stesso funesto destino toccato ad IRON FIST, altra serie Marvel sviluppata per Netflix, cancellata poco più di otto giorni fa. Riguardo le sorti di Danny Rand, l’esperto di arti marziali e detentore del mistico Pugno d’acciaio, interpretato da Finn Jones, Marvel e la piattaforma di streaming avevano annunciato la fine della produzione tramite una dichiarazione rilasciata a Deadline.com, aggiungendo che

La serie su Netflix è finita ma l’immortale Iron Fist continuerà a vivere!”.

Parole, queste, che lasciavano intuire un possibile team up con lo stesso Luke Cage.  Adesso che anche la serie dedicata a Luke Cage è stata cancellata, cosa ne sarà dei due supereroi di New York?  Vedremo i due ritornare in una possibile seconda stagione della miniserie The Defenders, insieme a Matt Murdock e Jessica Jones?

AL MOMENTO, NON ESISTONO CERTEZZE: NON RESTA CHE ASPETTARE E DEDICARSI ALLA VISIONE DEI NUOVI EPISODI DI DAREDEVIL.

 

 

 

[#CiNerd] Ant-Man and The Wasp, la recensione

Dopo il trauma da schiocco di “Avengers: Infinity War”, tornare al cinema per un cinecomic Marvel ha richiesto forza di volontà e un coraggio non indifferente, che solo i veri supereroi possono vantare.

Fortunatamente, ho abbastanza audacia per affrontare queste sfide e, purtroppo, una curiosità sproporzionata che presto mi farà finire come metà dell’universo: in polvere. Vi assicuro che vedere Ant-Man And The Wasp è un’esperienza piacevole e, usciti dalla sala, non sarete disperati. 

Nessuna domanda vi frullerà in testa… beh, forse qualcuna sì.

LA TRAMA

Innanzitutto, in che tempo si colloca la storia diretta da Peyton Reed?

Ant-man-and-the-Wasp-Scott-Lang-and-Hope - marvel - cinematic universe - recensione

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il film è il tassello mancante tra i fatti di Capitan America: Civil War e quelli narrati nell’ultimo, epico cinecomic dei fratelli Russo.

Scopriamo, perciò, che dopo l’aiuto prestato a Steve Rogers, Scott Lang è finito agli arresti domiciliari per aver violato gli accordi di Sokovia. Da allora sono passati due anni e, colpevole di aver preso parte allo scontro nell’aeroporto di Lipsia, l’ex ingegnere elettronico non ha più avuto alcun contatto con Hank Pym e sua figlia Hope van Dyne, costretti alla fuga perché ricercati dall’FBI. Leitmotiv della pellicola, e questa è la grande differenza con gli altri film del MCU, è la famiglia.

Sì, avete capito bene!

Non ci sono Thanos a cui mirare alla testa o Ultron da distruggere. Scott Lang ha solo tre giorni di domiciliari da scontare prima di essere libero di trascorrere le giornate fuori casa con sua figlia Cassie ed è disposto a tutto pur di comportarsi da bravo recluso e non combinare pasticci. Ovviamente, nulla andrà secondo i piani. Come ricorderete dal primo capitolo, infatti, Scott Lang è stato protagonista di una toccata e fuga nel misterioso Regno Quantico e, nel corso di questo breve ed entusiastico soggiorno, ha stabilito una sorta di legame con Janet van Dyne, moglie di Hank e madre di Hope, dispersa tra le molecole oltre trent’anni prima. Per questa ragione, padre e figlia hanno bisogno di un incredulo Scott per rintracciare la donna perduta, quasi un modo per farsi perdonare i tafferugli di Lipsia. A uno Scott che proprio non riesce a tenersi lontano dai guai e una missione di salvataggio improbabile quanto rischiosa, aggiungiamo un paio di villain e i fidati collaboratori di Lang, capitanati da un Luis in grande spolvero: ecco confezionato un cinecomic d’intrattenimento ma non insipido.

IL COMMENTO

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Le aspettative per il primo cinecomic Marvel post Infinity War, gargantuesco nella sua carica epica e nella cifra stilistica imponente, erano ridimensionate, diciamo a grandezza formica. Peyton Reed nella sua pellicola rinuncia a appesantire le scene di un eroismo da leggenda, consapevole che qualsiasi tentativo avrebbe rischiato di essere la caricatura di una grandiosità raggiungibile solo da un lungometraggio capace di tessere insieme pezzi di stoffa ricavati in dieci anni di storia, quale quello dei fratelli Russo, che sulle spalle hanno avuto l’arduo compito di incastonare storyline e personaggi complessi. Tuttavia, il merito di Ant-Man and The Wasp è proprio quello di incastrarsi nelle battute finali della Fase 3 del MCU, ormai avviata a conclusione, distendendo lo spettatore dopo il duro colpo inferto da Thanos e prima di quello che si preannuncia come un punto d’arrivo straordinario.

Se la famiglia è il leitmotiv della pellicola, ciò che invece la caratterizza è la spensierata ironia ma, fermi tutti, siamo ben lontani dalle battute trash di Thor: Ragnarok (ancora la ferita è aperta, dopotutto).

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La sceneggiatura, scritta a più mani da Chris McKenna, Erik Sommers e Paul Rudd stesso, è leggera e divertente, ma non banale né fine a se stessa. Più di una volta scappa la risata e, qualcuno deve pur dirlo, un bel merito va a Michael Peña, interprete di Luis, la spalla comica ideale per Scott Lang. Sebbene il gusto della risata domini la pellicola, non mancano i momenti di tensione drammatica, affidati a uno dei due villain del film, Ghost (interpretata da un’ottima Hannah John-Kamen) – un cattivo donna, uno dei pochissimi del MCU, sebbene la controparte fumettistica sia di sesso maschile –. Certo, in sincerità, nessuno dei due antagonisti si può definire come personaggio ben articolato e temibile; anzi, se Sonny Burch (trafficante di nuove tecnologie e secondo antagonista) riassume lo stereotipo del miliardario criminale e capriccioso, Ava/Ghost disperde il proprio carisma di cattiveria in una spirale di rabbia cieca e frustrazione – giustificata da una particolare condizione fisica, per altro –.  

Però, lo scopo del film non è tanto aprire la strada a nuove storie e nuovi personaggi, bensì intrattenere e nel contempo fare luce su un pezzo di storia non ancora nota, ma non così cruciale. Merito della buona riuscita del film va anche al cast, affiatato e dinamico: brevi ma intense le performance di Michael Douglas e Michelle Pfeiffer, altrettanto quella di Laurence Fishburn, che ha appeso al chiodo gli occhialetti da Morpheus e ha deciso di insegnare fisica all’università. Innegabile la chimica tra i due protagonisti, Evangeline Lilly e Paul Rudd e, lasciatemelo dire: il ruolo sembra cucito addosso a Paul Rudd, un Ant-Man perfetto, ironico, buon padre, coraggioso, quasi un eterno bambino.

DUE PROTAGONISTI E DUE MONDI CHE SI INCONTRANO

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I due protagonisti dividono e condividono molte scene del film, complementari l’uno all’altra: da una parte Hope, precisa, intelligente e pungente, dall’altra Scott Lang, scanzonato, un po’ romantico e casinista. La pellicola, del resto, si sviluppa all’insegna del dualismo: due i protagonisti principali, due i villain, due i piani della materia, due dimensioni, con il risultato di duplicare le storyline che, però, si riallacciano sempre a una sola, in maniera lineare e senza scarti tra una sequenza e l’altra. E se nel primo capitolo centrale era la figura del padre, con Hank Pym che quasi fa di Lang un suo erede ideale, un genitore che trasmette al figlio un’eredità, in questa pellicola l’attenzione si sposta sulla figura della madre, quella perduta da troppo tempo e che va ricercata con urgenza. Il film si svolge, così, come una corsa contro il tempo, letteralmente: l’arco temporale è di soli tre giorni e, come è necessario muoversi velocemente nel Regno Quantico per rintracciare Janet, così Scott ha fretta di tornare a casa e terminare la propria reclusione in maniera irreprensibile.

IN CONCLUSIONE

Questi elementi fanno di Ant-Man and The Wasp una godibile action comedy che, soprattutto nelle scene finali, si sviluppa in corse sfrenate lungo le strade a saliscendi di San Francisco e nei vischiosi anfratti del Regno Quantico. Le scene qui ambientate sono poi visivamente accattivanti e mirabili, grazie a un uso magistrale degli effetti grafici, in un’esplosione di colori e forme che, come in un flash, sembra richiamare le atmosfere spaziali dei Guardiani della Galassia. Come in ogni film Marvel che si rispetti, anche in questo caso non mancano le due scene dopo i titoli di coda, una delle quali si riallaccia agli eventi di Infnity War, lasciando con il fiato sospeso… ma niente spoiler! Certo, in questo secondo capitolo viene meno la novità che tanto aveva sbalordito nella pellicola precedente: ormai abbiamo imparato a conoscere Ant-Man, sappiamo cosa aspettarci da lui, eppure nessuna scena risulta mai noiosa o fuori contesto. Non servono la ricchezza di Tony Stark, l’intelligenza di Bruce Banner o l’ascendenza divina di Thor:

Scott Lang insegna che anche un uomo comune, goffo e imperfetto, può essere un supereroe.

VOTO: 8

Francesca Belsito

[#Marvel] Doctor Strange, la recensione

Gli ultimi anni sono stati sicuramente molto prolifici per quanto riguarda i cinefumetti, ormai diventati una realtà sempre più apprezzata sia dal grande pubblico che dalla critica. Si parla di intrattenimento di altissimo livello, ma non solo, ultimamente si nota la tendenza ad utilizzare attori di grandissimo talento per le produzioni cinefumettose, in particolare nel caso dei Marvel Studios. Doctor Strange è sicuramente uno di questi prodotti, con il protagonista interpretato da Benedict Cumberbatch, straordinario attore britannico, famoso soprattutto per la serie tv Sherlock. Oltre a lui abbiamo dei grandi attori di contorno come Tilda Swinton (Solo gli amanti sopravvivono, Snowpiercer), Mads Mikkelsen (Hannibal), Chiwetel Ejiofor (12 anni schiavo) e Rachel McAdams (True Detective). Questo dimostra la voglia dei Marvel Studios di elevare i loro film anche a livello recitativo.

Doctor Strange è il quattordicesimo film dei Marvel Studios, diretto da Scott Derrickson, ed è collocato nella Fase Tre del Marvel Cinematic Universe.

La trama è la seguente: Stephen Strange è un neurochirurgo di grande fama. Un giorno rimane coinvolto in un incidente che gli limita fortemente l’utilizzo delle mani, rovinando la sua carriera. Dopo aver speso tutti i suoi soldi cercando una cura, Strange scopre che potrebbe esistere un metodo mistico che gli consentirebbe di ritornare quello di prima. Il protagonista partirà dunque per un viaggio che lo porterà a Kamar-Taj, al cospetto dell’Antico.

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Partiamo subito dicendo che Doctor Strange è un film di intrattenimento veramente impressionante, sopratutto sul lato visivo. Sicuramente un film che non annoia neanche per un secondo, nonostante la parte iniziale sia piuttosto lenta, ma riesce comunque a far leva su un forte interesse per la faccenda e sulla bravura dell’attore protagonista. Purtroppo la pellicola soffre del solito difetto di ogni film dei Marvel Studios, il villain. Nonostante la bravura di Mikkelsen (che riesce a catturare l’attenzione in ogni sua apparizione), abbiamo il solito villain poco caratterizzato, con cui lo spettatore non riesce ad empatizzare a causa di una scrittura poco approfondita del personaggio. In alcuni momenti viene quasi da pensare che non ci creda nemmeno lui nei suoi ideali, perché il film non riesce a farci entrare nella sua psicologia.

L’Antico è un personaggio abbastanza interessante, interpretato con la solita naturalezza da Tilda Swinton. Fin dalla sua prima apparizione capiamo che potrebbe nascondere un qualche segreto che verrà svelato nel corso della pellicola.

Chiweter Ejiofor interpreta Karl Mordo, il personaggio che indirizzerà Strange nel mondo del misticismo. Un personaggio che subirà un’interessante evoluzione e di cui sicuramente sentiremo parlare molto nei film successivi (vi invito a restare fin dopo i titoli di coda).

Gli altri personaggi sono ben caratterizzati, in particolare Christine Palmer, interpreta dalla McAdams, e Wong interpretato da Benedict Wong, che rappresentano rispettivamente il lato sentimentale e il lato comico dell’opera.

La prova attoriale di Cumberbatch è di altissimo livello come al solito, anche se trattandosi di un blockbuster d’intrattenimento (d’autore, ma sempre intrattenimento) non ha sicuramente potuto dimostrare tutta la sua bravura. Lo attendiamo in qualche film più autoriale sul lato artistico.

Un difetto dell’opera è probabilmente una gestione dei tempi narrativi abbastanza altalenante, con delle situazioni approfondite fino all’eccesso e altre troppo sbrigative, ma questo non va ad inficiare minimamente la visione del film. Oltre a questo abbiamo qualche situazione comica leggermente fuori luogo, ma niente che non si possa perdonare alla pellicola.

Sul lato visivo il film è qualcosa di incredibile.

La regia di Derrickson è fatta di grande sapienza nella gestione degli elementi in scena, con dei movimenti di macchina veramente pazzeschi,  spostamenti di prospettiva che fanno venire il mal di mare solo a pensarci, ma che in mano al regista sembrano naturali e per niente confusi. La regia è accompagnata da un montaggio ben dosato, in cui le varie inquadrature hanno la giusta durata, lasciando ampio spazio al talento di Derrickson nel muovere la macchina da presa. Eccezionale il lavoro nel campo degli effetti visivi, con delle scene che lasciano a bocca aperta, in cui l’intera location ruota e si distorce in pieno stile Inception, lasciando quel senso di stupore che dovrebbe essere l’obbiettivo degli effetti speciali, ma che non in tutti i film riesce a venir fuori. Da questo lato deve esserci stato uno studio pazzesco da parte dei concept artists per decidere come ruotare le strade o i vari palazzi presenti sulla scena. Le musiche sono spettacolari, con sonorità epiche che esaltano la scena.

inception

Concludendo, Doctor Strange è un film che stupisce sul lato visivo. Vi consiglio di recuperarlo in sala, perché passerete due ore in cui rimarrete a bocca aperta in più di un’occasione. Non scappate via dopo l’accensione delle luci, perché ci sono ben due scene post-credits.

Antonio Vaccaro

[#Marvel] Venom, l’affascinante nemesi di Spider-Man

“La strada è buia e perfino la luna cela la sua luce ai passanti. Un solo rumore disturba il surreale silenzio della periferia: Il lento incedere di un ubriaco.

Ciò che si palesa alla vista è la piccola chiesa di quartiere verso cui l’uomo è diretto. Con lo sguardo verso il cielo, come ogni notte cerca asilo in un luogo sicuro. Il campanile dell’edificio balena nel campo visivo incerto del giovane che claudicante vi si avvicina. Qualcosa, tra le ombre delle guglie, viene colto dall’uomo. Uno sguardo alla bottiglia avvolta nella carta, il successivo al campanile, la mano libera che passa sulle palpebre ad allontanare la nebbia dell’ebbrezza. Il bourbon scadente sta giocando brutti scherzi. Passo dopo passo, l’individuo raggiunge l’interno del campanile nel suo lento incedere e si accascia in quella struttura eletta come casa per quella notte. Lo sguardo annebbiato dai fumi alcolici si appanna, le palpebre si chiudono, il sonno arriva lentamente facendo scivolare la bottiglia dalla mano dell’uomo. Un urlo, la campana rintocca, l’uomo si sveglia di soprassalto, si guarda intorno, riprende la bottiglia come arma; poi le urla si fanno più profonde, più gravi. Il silenzio. L’uomo continua a guardarsi intorno, ma niente…forse qualche uccello, sì, qualche uccello di sicuro. Niente di cui preoccuparsi. L’adrenalina scorre via dal corpo dell’uomo che ritrova la tranquillità tanto da ignorare la pioggia. La stanca figura cerca nuovamente di sprofondare in un lungo sonno chiudendo gli occhi e poggiando la fida compagna al suo fianco.

Pioggia? L’associazione con quanto osservato prima non tarda ad arrivare. Nessuna nuvola su Manhattan questa notte. Che si sia addormentato e siano passate ore? Non è possibile. Le palpebre si aprono di scatto e gli occhi cercano una porzione del cappotto logoro e ormai zuppo. Una macchia nera, simile al petrolio, sembra ribollire sul tessuto. L’uomo sobbalza, cerca di allontanarsi  e il vecchio tesserino del Daily Globe scivola dalla giacca impattando a terra. Per la seconda volta nella notte l’ex-fotografo alza lo sguardo e, lungo le pesanti catene che sorreggono le campane, vede colare lo scuro liquido su di sé, coprendogli il volto.

La strada è buia, la luce è lontana e solo un rumore ora strazia il silenzio della periferia: due voci che urlano all’unisono.

WE ARE VENOM.”

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Cosa c’è di peggio di un ragno? Un aracnide che di zampe ne ha solo due! Un manto mutevole che sostituisce i peli, uno scala-muri mosso dal primordiale desiderio di mettere a tacere ogni voce all’infuori del suo coro. Un parassita la cui dieta è basata unicamente sulla “feniletilamina”, sostanza facilmente reperibile nei cervelli umani. Un ragno nero, figlio di un rifiuto. Questo è Venom, personaggio Marvel nato dalla mente di David Michelinie e Todd McFarlane  che è apparso per la prima volta nella sua completezza nel 1988. Dopo un inizio travagliato, trova la sua forma più conosciuta nell’ospite Eddy Brock, che troviamo protagonista nel racconto qui sopra. Seppure visto come super criminale, oltre che nemesi dell’Uomo Ragno, Venom è più assimilabile ad un Antieroe per la sua visione del mondo per estremi. Questo lo conduce a non farsi scrupolo ad uccidere qualche innocente per arrivare al suo fine, ma in generale si può dire che, nei processi psicologici, sovrasta l’intenzione di proteggere gli emarginati della società e i deboli. Questi smottamenti interiori lo rendono uno dei personaggi più contorti e complessi dell’universo Marvel in quanto il suo senso di giustizia estremista, i cambi nel tempo degli ospiti, le scissioni e le avventure lo portano ad accostarsi sempre di più ad uno psicopatico. Ha gli stessi poteri dell’Uomo Ragno, ma ne conta di nuovi per via della capacità di cambiare forma, dimensioni, forza e stato materico.

E’ stato annunciato un film su di lui dalla Marvel Entertainment che sarà rilasciato nel 2018 ed è attualmente in corsa la sua testata personale, molto famosa negli States.

Daniele Pezzolla

[MarvelMovie] X-Men: Apocalisse, il trailer del Film in uscita il 26 Maggio 2016

La 20th Century Fox ha diffuso il primo trailer di X-Men: Apocalypse (qui sotto la versione in italiano).

Nel trailer vediamo l’incubo sulla fine del mondo di Jean Grey (interpretata da Sophie Turner, la Sansa Stark di Game of Thrones). Scopriamo poi che Apocalisse (Oscar Isaac) è in realtà il primo mutante apparso sulla Terra. Egli stesso definisce gli altri mutanti come “suoi figli”. Moira McTaggert (Rose Byrne) spiega che Apocalisse ha sempre elargito potere a quattro suoi seguaci (i quattro cavalieri dell’apocalisse). Nella successiva scena un preoccupato Charles Xavier (James McAvoy) spiega che Apocalisse può controllare gli altri mutanti. Tra i quattro cavalieri sembra figurare anche Magneto (Michael Fassbender). La parte finale del trailer contiene delle belle scene d’azione e Xavier che ammette di non aver mai sentito un potere simile (probabilmente riferendosi ad Apocalisse).
Senza dubbio un trailer interessante.
Il film sarà diretto da Bryan Singer (I soliti sospetti) che ha già diretto 3 pellicole sui mutanti, tra cui lo splendido X-Men: Giorni di un futuro passato (2014). Il regista ha anticipato che il film conterrà un’altra scena con protagonista Quicksilver (Evan Peters), ma molto più complessa rispetto al precedente film. “La scena durerà 3 minuti ed è stato impiegato un mese e mezzo per girarla” ammette lo stesso Singer.
X-Men: Apocalypse vede nel cast James McAvoy (Charles Xavier), Michael Fassbender (Magneto), Jennifer Lawrence (Mystica), Nicholas Hoult (Bestia), Rose Byrne (Moira MacTaggert), Oscar Isaac (Apocalypse), Tye Sheridan (Ciclope), Alexandra Shipp (Tempesta), Sophie Turner (Jean Grey), Kodi Smit-McPhee (Nightcrawler), Ben Hardy (Arcangelo), Lucas Till (Havok), Lana Condor (Jubilee), Olivia Munn (Psylocke) ed Evan Peters (Quicksilver).
Il film uscirà il 26 maggio 2016 in Italia.

Antonio Vaccaro

Deadpool l’irriverente: Primo trailer ufficiale

deadpoolProprio come preannunciato nella giornata di ieri dal nostro “eroe” Deadpopl, con un breve video, diffuso su Twitter dal suo interprete Ryan Reynolds, oggi viene rilasciato il nuovo e attessimo trailer del film della Marvel. L’uscita nelle sale di tutto il mondo è prevista il 12 febbraio 2016, sarà diretto da Tim Miller, nel cast oltre al protagonista Ryan Reynolds, nei panni di Copycat ci sarà Morena Baccarin che tutti ricordiamo per la sua partecipazione alla serie di culto Firefly di Joss Whedon, passando per V e finendo di recente come presenza fissa in Gotham. Il film di Deadpool spazzerà via il solito mito dell’eroe ultimamente apparso sul grande schermo e introdurrà l’irriverente mercenario unico nel suo genere sul palcoscenico cinematografico.Ryan-Reynolds-Official-Deadpool-Costume-Tease Il film Basato su uno dei più anticonformisti degli anti-eroi della Marvel, racconta le origini di Wade Wilson, ex membro delle Forze Speciali diventato mercenario, il quale, dopo essere stato sottoposto a un esperimento non autorizzato che gli conferisce, tra gli altri, il potere di guarigione veloce, decide di creare il suo alter ego Deadpool. Dotato di nuove capacità e di un macabro senso dell’umorismo, Deadpool inizia la caccia all’uomo che ha quasi distrutto la sua vita.

Di seguito il nuovissimo trailer.

Fabrizio Alessi