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Intelligence, i complimenti del Presidente Mattarella alla collana dell’Unical e della Rubbettino

TORINO – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso il più vivo apprezzamento per la collana editoriale sull’Intelligence pubblicata dalla Rubbettino e dall’Università della Calabria.

Il Capo dello Stato ha infatti fatto pervenire una lettera al direttore della collana Mario Caligiuri e all’editore Florindo Rubbettino.

Avviata, nel 2009 con il volume “Intelligence e ‘ndrangheta”, la collana rappresenta la prima e finora più numerosa esperienza del settore, con testi dei più importanti studiosi italiani e con la valorizzazione dei lavori di ricerca degli studenti del Master in Intelligence dell’Università della Calabria (confluiti nei volumi denominati “Studi di Intelligence”), fondato, primo in Italia, nel 2007 su sollecitazione di Francesco Cossiga. La collana intende infatti rappresentare un’occasione per promuovere gli studi scientifici sull’intelligence in Italia, valorizzando i contributi di esperti del settore e degli studenti dell’Università della Calabria che svolgono questo tipo di studi.

Pubblicati finora 37 volumi che affrontano il tema dell’intelligence in una prospettiva multidisciplinare, intesa come punto d’incontro dei saperi.

Del Comitato scientifico della collana fanno parte Derrick De Kerckhove, Alberto Felice De Toni, Umberto Gori, Paolo Savona, Antonio Teti e Antonio Felice Uricchio.

Intanto al Salone del Libro di Torino, venerdì 19 maggio, sono stati presentati i testi “Enrico Mattei e l’intelligence”, curato da Mario Caligiuri che lo ha illustrato insieme con il giudice Vincenzo Calia, e “Sorvegliata speciale. Le reti di condizionamento della Prima Repubblica” di Romano Benini e Vincenzo Scotti.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a San Demetrio Corone il 7 novembre

SAN DEMETRIO CORONE (CS) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, congiuntamente al Presidente della Repubblica d’Albania, Ilir Meta, già capo del Governo e ministro degli esteri, parteciperanno alla cerimonia commemorativa del 550mo anniversario dell’eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Skanderberg a San Demetrio Corone. Una visita storica da parte del Capo dello Stato, giorno 7 novembre, che onorerà della sua presenza non solo le comunità albanesi ma la regione intera.

La scelta di San Demetrio Corone

Il sindaco della cittadina albanofona, Salvatore Lamirata, ha motivato la scelta da parte del Presidente Meta, affermando come lo stesso abbia voluto proprio celebrare l’evento in Italia, insieme a Mattarella. Mentre per quanto riguarda nello specifico, ovvero la scelta di San Demetrio Corone, è stato tutto dettato dalla figura del Collegio Italo Albanese di Sant’Adriano, icona del legame tra comunità arbëreshë e italiana, ma ancor di più, vero e proprio monumento del Risorgimento Italiano e Albanese.

Pantaleone Sergi consegna il suo romanzo a figlia di Mattarella

MONTEVIDEO (URUGUAY) – Il giornalista e scrittore Pantaleone Sergi, a Montevideo per presentare il suo romanzo nella sede del quotidiano italiano “La Gente d’Italia”,  ha avuto modo di incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita di Stato. Lungo la via 25 de Mayo, all’uscita della Casa di Garibaldi, Sergi ha avuto un breve colloquio con il Presidente accompagnandolo verso il Mercato del Porto nella Ciudad Vieja, consegnando poi alla figlia Laura il suo romanzo, nella Casa degli Italiani, dove Mattarella è stato accolto dalla collettività italiana.

Locri, scritte offensive sui muri. Mattarella telefona a don Ciotti

LOCRI (RC) – La ‘ndrangheta lancia la sua sfida allo Stato. A poche ore dalla visita a Locri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’incontro con i familiari delle vittime innocenti delle mafie ed il suo duro monito contro le cosche, ed alla vigilia della Giornata del ricordo e dell’impegno di Libera, mani ignote hanno voluto attaccare don Ciotti chiamandolo “sbirro” con chiaro intento dispregiativo. “Don Ciotti sbirro, più lavoro meno sbirri”, “Don Ciotti sbirro, siete tutti sbirri”, “Don Ciotti sbirro e più sbirro il Sindaco”. Queste le scritte vergate con una bomboletta spray nero su tre muri non scelti a caso: il Vescovado, dove è ospitato in questi giorni don Ciotti, una scuola media e il centro di aggregazione giovanile. Un messaggio in stile tipicamente ‘ndranghetista, è la lettura del procuratore antimafia di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, che non può fare a meno di definire «ignoranti chi interpreta queste scritte come una verità e non come un’enorme truffa della ‘ndrangheta. Sono le cosche a far fuggire le imprese che il lavoro lo danno». Don Ciotti – raggiunto da una telefonata di vicinanza del presidente Mattarella che proprio ieri aveva definito i mafiosi senza onore e coraggio – preferisce non commentare direttamente ed affida ad una nota congiunta con Libera il suo pensiero: «Siamo i primi a dire che il lavoro è necessario, anzi che è il primo antidoto alle mafie. Ma che sia un lavoro onesto, tutelato dai diritti, non certo quello procurato dalle organizzazioni criminali». E aggiunge che gli “sbirri”, «che sono persone al servizio di noi tutti, sarebbero meno presenti se la presenza mafiosa non fosse così soffocante». Poi, in serata, officia la messa in suffragio di una delle vittime innocenti delle mafie, Vincenzo Grasso, senza fare cenno alla vicenda. Messaggio, quello di don Ciotti, rilanciato dal vescovo di Locri mons. Francesco Oliva: «noi il lavoro non lo vogliamo dalla ‘ndrangheta». Il messaggio del Capo dello Stato – è la lettura che viene dato in ambienti inquirenti – è stato molto forte ed ha colpito nel segno. E con le scritte – subito cancellate dal comune – le cosche cercano di riaffermare il loro dominio sul territorio. Ma la città non ci sta. Tutti i consiglieri comunali, con in testa il sindaco Giovanni Calabrese, si sono ritrovati davanti al centro di aggregazione giovanile per esporre la loro risposta ai mafiosi, un cartello con la scritta “Orgogliosamente sbirri per il cambiamento”. E per le strade si sente qualcuno parlare di gesto offensivo per tutta Locri. Adesso sono i carabinieri a cercare di dare un nome alla mano anonima che ha vergato i messaggi, ma soprattutto capire chi sia il mandante. Al vaglio degli investigatori le immagini degli impianti di videosorveglianza della zona – dove si vedrebbero due persone a bordo di un’auto – ma anche quelle della visita di Mattarella. Una delle ipotesi prese in considerazione è che proprio a quella manifestazione possa avere assistito qualcuno a cui potrebbe essere riconducibile il gesto della notte scorsa. Messaggi di solidarietà sono giunti a don Ciotti da tutta Italia, dal presidente del Senato Pietro Grasso e dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, che domani saranno insieme a lui a Locri per la Giornata della memoria e dell’impegno, al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, a politici di tutti gli schieramenti. E domani, in piazza, sono attese migliaia di persone per ricordare le vittime innocenti della mafia, ma adesso, dopo l’ennesima sfida delle cosche, per ribadire una volta di più il no convinto ad ogni forma di criminalità e di sopraffazione.

Mattarella a Locri, Oliverio: «Giornata indimenticabile»

LOCRI (RC) – «La presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi, a Locri, fa di questa una giornata indimenticabile». Lo afferma, in una dichiarazione, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. «Una giornata – aggiunge – che assume un’importanza particolare per la Locride e per tutta la Calabria ed il cui ricordo rimarrà indelebile in ognuno di noi. Ringrazio l’Associazione “Libera” e don Ciotti per aver scelto Locri come luogo in cui organizzare quest’anno la XXII Giornata della memoria e dell’impegno per ricordare tutte le vittime delle mafie. La scelta del Capo dello Stato di essere insieme a noi è stata una scelta importante, fortemente desiderata e voluta. Egli è venuto qui non solo per testimoniare e ribadire la sua vicinanza ai familiari delle vittime innocenti della mafia, questa piovra tentacolare e spietata di cui egli stesso ha conosciuto la tracotanza e la spietatezza per aver perso il fratello Piersanti, ucciso da “cosa nostra” il 6 gennaio del 1980, e la cui prematura e tragica scomparsa ha segnato profondamente la sua vita e quella dei suoi familiari, ma per invitarci a tenere alta la testa e a difendere caparbiamente, con orgoglio, la nostra storia, la nostra libertà e la nostra dignità. Quella di Mattarella oggi a Locri – dice ancora Oliverio – è stata, quindi, una presenza tutt’altro che formale o istituzionale. Essa ha rappresentato un segnale forte e carico di speranza per una terra che non sempre ha avvertito la vicinanza dello Stato e delle istituzioni. Mattarella ha scelto di essere oggi, qui, in una città e in un comprensorio che hanno sofferto molto e pagato con il sacrificio dei suoi figli migliori la lotta contro le mafie. Questo territorio rappresenta una parte importante della nostra regione per le risorse che esprime, per la storia e le antiche radici culturali ma, soprattutto, perché qui vive una comunità aperta ed accogliente che, nella stragrande maggioranza, è composta da uomini e donne oneste e laboriose, pronte a perdere la vita per difendere la propria dignità. Questa comunità, che ha potenzialità enormi per rialzarsi e riprendere il cammino, ha pieno diritto di guardare con speranza e fiducia al futuro».

Mattarella a Locri: «La mafia ruba il futuro»

LOCRI (RC) – Un lungo applauso ha colto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, allo stadio comunale di Locri, in occasione della XXII Giornata della memoria e dell’impegno, promossa dall’associazione Libera e da Avviso Pubblico, e che si svolge in contemporanea in 4mila luoghi in tutta Italia. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con Rai Responsabilità Sociale, Conferenza Episcopale Calabra, con il patrocinio del Comune di Locri e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato, è locri giornata memoria delle vittime della mafia - 7una delle vittime di mafia il cui nome è stato letto dai familiari delle vittime innocenti di mafia in apertura della manifestazione. Anche il vescovo di Locri-Gerace Francesco Oliva, nel suo intervento, ha fatto riferimento al presidente come familiare di vittima delle mafie. «Le Chiese di Calabria – ha detto il presule – sono vicine a lei, signor presidente, e alla sua personale sofferenza per la perdita di suo fratello Piersanti, vittima anch’egli dell’arroganza criminale. Come Chiese di Calabria – ha aggiunto il vescovo di Locri – abbiamo accolto l’invito di Papa Francesco ad essere fermento di una società animata dal Vangelo che s’impegna quotidianamente nella lotta alla ‘ndrangheta e nella formazione ai valori della legalità, della solidarietà e della partecipazione civile. Questa terra, presidente – ha aggiunto il presule – guarda a lei con fiducia. Vede in lei la presenza dello Stato e delle istituzioni, dalle quali si attende sempre maggiore attenzione. Con lei diciamo no alle mafie e a tutte le forme di associazione criminale. Diciamo no alla ‘ndrangheta, che, insieme alla corruzione, rappresenta una delle cause più gravi della crisi sociale del nostro tempo». Il presidente di Libera don Luigi Ciotti ha lanciato una forte provocazione: « La nostra Costituzione è il primo dei testi antimafia. Le mafie – ha aggiunto – non uccidono solo con la violenza ma vittime sono anche le persone a cui le mafie tolgono la speranza e la dignità. Il lavoro, la scuola, la cultura, i percorsi educativi i servizi sociali, restano il primo antidoto alla peste mafiosa. Uomini e donne delle mafie – ha poi concluso don Ciotti – diteci almeno dove avete sepolto le vittime di queilocri giornata memoria delle vittime della mafia - 10 familiari che non hanno avuto neanche la possibilità di piangere sulle loro tombe». Lungo e articolato l’intervento di Mattarella: «Come diceva Giovanni Falcone, la lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza, la lotta alla mafia deve coinvolgere l’intero palazzo. All’opera del muratore deve affiancarsi quella dell’ingegnere. La repressione dell’illegalità – ha aggiunto – è inseparabile dalla resistenza civile. La lotta al fenomeno mafioso non avrebbe potuto raggiungere livelli così alti senza una profonda consapevolezza dei nostri concittadini, senza un forte cambio di mentalità, senza la promozione di una nuova cultura della legalità. I giovani e le associazioni della società civile, come Libera, e tante altre, sono stati tra i motori di questo radicale e indispensabile cambiamento».

Mattarella a Locri per incontrare i familiari delle vittime della mafia

LOCRI (RC) –  Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 19 marzo incontrerà a Locri i familiari delle vittime innocenti delle mafie in occasione della XXII Giornata della memoria e dell’impegno che si svolgerà il 21 marzo nella stessa Locri e in altri 4000 luoghi d’Italia. Ad annunciarlo don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ed il vescovo di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva. «Il Presidente Sergio Mattarella – hanno reso noto – ci ha confermato la sua presenza a Locri il 19 marzo, dove incontrerà le centinaia di familiari delle vittime innocenti delle mafie che arriveranno da ogni parte d’Italia, nella tappa verso la XXII Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie che si svolgerà il 21 marzo a Locri e in oltre 4000 luoghi d’Italia».

Mattarella all’Unical: «Sud componente essenziale e decisiva del Paese»

RENDE (CS) – «Il nostro Paese e il suo Meridione, che ne è componente essenziale e decisiva per la ripresa e il progresso e la crescita, ha una quantità di energie che qui vediamo in questo territorio, manifestate dai tanti giovani che sono preparati e hanno studiato e non trovano occupazione, ha bisogno di catalizzatori per suscitare sbocchi, esiti positivi per questa ricchezza umana. Uno di questi catalizzatori è l’università e la cultura, da cui deriva non soltanto la spinta, la preparazione per impegnarsi nella vita sociale, ma anche una grande concezione rigorosa di legalità e con essa la possibilità di immaginare, progettare, suggerire indicazioni di comportamento generale alle istituzioni». Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di inaugurazione del 45esimo anno accademico dell’Università della Calabria ad Arcavacata di Rende, vicino a Cosenza. «Questa università ha molti elementi caratteristici importanti. Naturalmente non tutto funziona alla perfezione e ci sono dei problemi – ha proseguito il Capo dello Stato – E’ bene ricordare che la crisi ha segnato la nostra convivenza, particolarmente nel Meridione, e creato problemi alle università, particoalrmente al Sud. E’ bene quindi indicare con chiarezza esigenze e bisogni, ed è bene mantenere sempre l’attenzione sui risultati conseguiti, su quello che rappresenta questo ateneo».

Mattarella all’Unical, Rettore Crisci: «Ateneo presidio culturale al Sud»

RENDE (CS) – «La Calabria, prima della nascita delle sue attuali tre università, ed in particolare di questo ateneo, rappresentava una regione che potremmo paragonare ad un terreno desertico, dove non cresceva nulla per mancanza di un suolo fertile. Era necessario preparare il terreno per la semina, per offrire ai giovani la possibilità di crescere in un ambiente produttivo». Lo ha detto il rettore dell’Università della Calabria, Gino Crisci, nel suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’Anno accademico alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Crisci ha ripercorso la storia dell’ateneo ed «il suo ruolo attivo nel processo di sviluppo della Calabria e del Meridione. Un presidio culturale che ha consentito di accedere al sapere anche ai giovani delle famiglie di ceto medio-basso, in una fase storica in cui lo studio era legato al censo, come ripeteva più volte il primo rettore, Beniamino Andreatta, del quale – ha ricordato Crisci – ricorrono i dieci anni dalla scomparsa ed al quale è dedicata l’Aula magna che ci ospita. Molto si è investito nella internazionalizzazione del nostro ateneo e abbiamo assistito ad un aumento del numero di iscritti stranieri che conferma il trend costantemente positivo degli ultimi anni. Le domande di ammissione sono passate da 440 a 585, in prevalenza in arrivo dall’Asia e dall’Africa, ma anche dall’America e dall’Europa. Al di là dei numeri ognuno di questi ragazzi rappresenta una testimonianza di vita che ci arricchisce, favorendo la nostra stessa propensione allo scambio culturale». Il Rettore ha ricordato il bando realizzato insieme al Ministero degli Interni ed alla Crui, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, per mettere a disposizione 10 borse di studio per studenti con asilo politico o protezione sussidiaria. «L’Unical non è un’isola – ha sostenuto Crisci – anche nel rapporto con gli enti pubblici. E’ stato recentemente sottoscritto un accordo di programma con la Regione Calabria per un progetto strategico di alta formazione, con un investimento complessivo di 128 milioni di euro di risorse del Por Calabria 2014/2020». In chiusura il rettore ha richiamato l’attenzione del Capo dello Stato sul taglio del Fondo di Finanziamento ordinario e sulle modalità di ripartizione delle risorse che penalizzano, a suo giudizio, le università meridionali. «Una parte significativa del fondo – ha detto Crisci – continua ad essere assegnata non tanto guardando alle esigenze delle università o alla qualità della didattica e della ricerca, ma su una base “storica” rispetto alla quale gli atenei più giovani, come il nostro, risultano sistematicamente penalizzati. Non ci fa paura la competitività, né la sfida con gli altri atenei, ma una gara si fa partendo tutti dalla stessa linea e non 50 metri dietro rispetto agli altri».

Mattarella all’Unical: protesta gruppo persone: «Troppe tasse»

RENDE (CS) – Un gruppo di persone, appartenenti all’associazione Gop-Gruppo Op.Panetta e che lamentano la distanza tra istituzioni e cittadini, ha protestato questa mattina all’Università della Calabria al passaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Uno dei contestatori si è presentato in boxer e con una scritta sul torace: “Io non pago il pizzo allo Stato”. «Sono Roberto Corsi – ha detto lo stesso contestatore – e sono un imprenditore di Montalto Uffugo. Sto perdendo la mia impresa a causa dell’eccessiva pressione fiscale. Al presidente Mattarella chiedo di intervenire e di prendere provvedimenti perché sta morendo l’Italia che produce. In realtà allo Stato – ha aggiunto Corsi – pago il pizzo e non le tasse, perché la pressione fiscale è superiore alla mia capacità contributiva, in violazione della Costituzione».