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Guercino e Mattia Preti a confronto per il rilancio dell’arte calabrese

TAVERNA (CZ) – All’indomani della presentazione della mostra sul Codice Carratelli, il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha concluso i lavori del convegno di presentazione del progetto “Guercino e Mattia Preti a confronto. La nuova linea dell’arte barocca”, ospitato nella Chiesa Monumentale di San Domenico di Taverna.
All’incontro sono intervenuti, oltre al Sindaco Sebastiano Tarantino, la delegata comunale alla cultura Clementina Amelio, il direttore del Museo Civico di Taverna Giuseppe Valentino, John Thomas Spike, curatore capo del Muscarelle Museum of Art (Williamsburg, Virginia), Mario Pagano, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per la provincia di Catanzaro, Cosenza e Crotone e il deputato del Pd, Nicodemo Oliverio. La mostra-evento sui due grandi pittori, che sarà inaugurata ad agosto, si prospetta come uno dei principali appuntamenti culturali in programma quest’anno in Calabria.

Guercino e Mattia Preti, le parole del presidente Oliverio

«Per troppo tempo – ha detto Oliverio – abbiamo inseguito una concezione distorta dell’uso e della modernizzazione del nostro territorio che ha prodotto solo guasti e disastri. Ora dobbiamo ripartire dalla nostra storia, dalle nostre identità non per mettere in piedi un’operazione nostalgica, ma per rilanciare il nostro grande patrimonio culturale, unico al mondo, inimitabile, irripetibile e incommensurabile. Questa iniziativa, che vede gemellati i comuni di Cento e Taverna – ha concluso il presidente della Giunta regionale – va in questa direzione. A quattro anni dall’esposizione della sua “Incredulità di San Tommaso”, concessa dai Musei Vaticani nel 2013, per il quarto centenario della nascita di Mattia Preti, torna in Calabria, a Taverna, cittadina natale del Cavalier calabrese, Giovanni Battista Barbieri, detto il Guercino».

A fare da cornice all’evento espositivo, uno dei più importanti del 2017, ad agosto, una mostra straordinaria su “Guercino e Mattia Preti a confronto” ideata in occasione del venticinquennale della fondazione del Museo civico della cittadina del catanzarese. Un connubio, quello tra i due pittori, tra i massimi esponenti del seicento italiano, che consentirà la comparazione tra le personalità artistiche dei due protagonisti. Un evento importantissimo per Taverna e per l’intera Calabria che noi sosterremo con tutte le nostre forze perché crediamo fortemente che, attraverso momenti come questi, la luce, di cui Mattia Preti è stato un grande precursore, possa di nuovo illuminare questa terra.

Francesco Farina

Museo Civico di Rende, ritorna il Soldato di Mattia Preti

RENDE (CS) Il “Soldato” di Mattia Preti, opera tra le più celebri dell’artista di Taverna, ritorna al museo Civico di Rende dopo il prestito alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma in occasione della mostra “Mattia Preti: la giovinezza” a Palazzo Corsini.
Stamane, infatti, il dipinto è stato ricollocato all’interno della pinacoteca.
“La cessione temporanea del “Soldato” -ha affermato l’assessora al centro storico, Marina Pasqua – è stata concessa per valorizzare e condividere il nostro patrimonio culturale in altri luoghi d’arte. È stata occasione importante per dare massima visibilità all’artista calabrese e alle sue opere nell’ambito di una mostra di respiro internazionale.”.
“Stiamo lavorando in questa direzione – ha proseguito Marina Pasqua- per diffondere sempre più la conoscenza del nostro patrimonio artistico e la richiesta arrivataci dal prof. Giorgio Leone, direttore della Galleria, ci dice che stiamo ben operando nell’ambito della valorizzazione delle nostre risorse culturali. E’ questo un preciso disegno che consolida la volontà di fare sistema e rafforza l’identità non solo della città, ma diviene simbolo della nostra identità nazionale”.

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Celebrazioni in Calabria per il IV centenario della nascita di Mattia Preti

 REGGIO CALABRIA – Mattia Preti, esponente di primo piano del Seicento calabrese, è stato celebrato, in occasione del IV° centenario della sua nascita, in Calabria e non solo, con mostre e approfondimenti di ampio respiro.

Salvatore Patamia, direttore del Segretariato Regionale MiBACT per la Calabria, esprime soddisfazione per le tante iniziative, finanziate dalla Regione Calabria nell’ambito del programma degli eventi celebrativi per il IV° centenario della nascita di Mattia Preti, che hanno fatto conoscere ad un pubblico ancora più vasto Mattia Preti, noto anche come il Cavalier Calabrese. Mattia Preti - San Sebastiano

A Cosenza , al Palazzo Arnone, la mostra, a cura di Fabio De Chirico, Giovanni Gasparro versus Mattia Preti, promossa dalla Regione Calabria e dal Segretariato Regionale MiBACT per la Calabria con il coordinamento scientifico del Polo Museale della Calabria, della Galleria Nazionale di Cosenza e della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria, ha raffrontato l’arte pittorica di Mattia Preti con quella di un giovane pugliese, appunto Giovanni Gasparro.

 A Crotone, Castello Carlo V e a Reggio Calabria – Palazzo Foti, a cura di Nella Mari e di Giuseppe Mantella, è stata proposta l’interessantissima mostra Mattia Preti dipinge San Sebastiano. Promossa dalla Regione Calabria e dal Segretariato Regionale MiBACT per la Calabria con il coordinamento scientifico del Polo Museale della Calabria e della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria, l’esposizione ha presentato quattro dipinti raffiguranti San Sebastiano provenienti dalla Galleria Nazionale di Cosenza, dalla chiesa di San Domenico di Taverna, dalla chiesa dell’Immacolata Concezione di Maria, detta di Sarria di Floriana a Malta e dal Museo civico di Taverna.

Al Museo Archeologico di Reggio Calabria la mostra Un ponte tra Calabria e Malta. Il Cavalier Mattia Preti ed il Gran Maestro Gregorio Carafa, a cura di Maria Teresa Sorrenti e Sante Guido, ha riscosso un notevole interesse ed ha aperto nel migliore dei modi le celebrazioni dedicate al grande Maestro calabrese.

Al Museo Diocesano di Oppido Mamertina (Rc)  è stata esposta  «La Santissima Trinità» di Mattia Preti, a cura di Paolo Martino, Stefania Russo e di Sante Guido e Giuseppe Mantella.  Il dipinto, giunto da Malta ed esposto per la prima volta in Italia, fu realizzato nel 1671 per l’altare dedicato a  San Luca nella Chiesa dei Francescani Minori a La Valletta.

A Roccella Jonica, nel convento dei Minimi, sono stati presentati, a cura di Sante Guido, Giuseppe Mantella e Maria Teresa Sorrenti, il dipinto di Mattia Preti San Gregorio taumaturgo ed il ritratto del gran maestro Gregorio Carafa e tesori di committenza Carafa.

Nel reggino inaugurazione della mostra dedicata a Mattia Preti

OPPIDO MAMERTINA (RC) – Mercoledì 4 novembre 2015, alle ore 17.00, nel Museo diocesano di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) verrà inaugurata la mostra “La SANTISSIMA TRINITÁ”. Un raro dipinto autografo di Mattia Preti da Malta”, che avrà prosecuzione fino al 10 dicembre 2015.

Il dipinto di Mattia Preti, giunto da Malta ed esposto per la prima volta in Italia, appositamente restaurato da Sante Guido e Giuseppe Mantella, fu realizzato nel 1671 per l’altare dedicato a San Luca nella Chiesa dei Francescani Minori a La Valletta, edificio di culto che venne interamente riedificato e decorato per volontà Gran Maestro Gregorio Carafa. trinità

La composizione de La SANTISSIMA TRINITÁ raffigura Dio Padre che sorregge il corpo morto di Cristo; entrambi sono vegliati dalla colomba dello Spirito che scende dall’alto portando la luce della Grazia. Nel comporre l’immagine Mattia Preti si servì di un taglio diagonale, creando un cono prospettico che enfatizza la drammaticità della scena; le braccia aperte di Dio accolgono Cristo con un gesto che è insieme la rassegnata presa d’atto degli eventi, ma anche mostra santissima trinitàl’affettuosa condivisione del destino del Figlio. La costruzione in tralice consente, inoltre, di modulare gli effetti della luce con il digradare dei piani verso il fondo. Il volto del Padre o il busto ignudo di Cristo appaiono così investiti da un chiarore diffuso, mentre suggestivi effetti di chiaroscuro caratterizzano la mano destra di Dio, che quasi si perde nell’ombra, o il volto di Gesù reclinato su un lato.
La Santissima Trinità, appare dunque come un capolavoro assolutamente compiuto della maturità dell’artista e una “possente meditazione sui misteri del sacrificio e redenzione di Cristo” come ebbe a scrivere nel 1999 John Spike, il più attento studioso della materia, nel fondamentale catalogo generale delle opere del pittore calabrese.
Le recenti operazioni di restauro hanno confermato l’autografia del dipinto sia per la rilevanza della qualità pittorica, che grazie al rinvenimento dell’acronimo FMP sul retro della tela (che sta per Fra’ Mattia Preti).

Presentata a Roma la mostra su Mattia Preti

ROMA – L’Assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo è intervenuta, a Roma, alla

Antonella Rizzo
Antonella Rizzo

presentazione della mostra, finanziata dalla Regione Calabria, intitolata “È Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio”, allestita nelle prestigiose Sale di Palazzo Corsini, sede della Galleria Nazionale di Arte Antica e della Biblioteca dell’Accademia dei Lincei.

L’esposizione – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta – ideata da Vittorio Sgarbi e curata da Giorgio Leone, comprende ventidue opere della produzione giovanile del “Cavaliere Calabrese”, provenienti da musei e collezioni italiane e straniere e s’inserisce nelle iniziative delle celebrazioni per il IV Centenario della nascita di Mattia Preti.

Dopo l’introduzione ai lavori dei rappresentanti ministeriali, Vittorio Sgarbi ha ringraziato la Regione Calabria per il sostegno finanziario ed operativo e ha svolto una relazione sulla formazione romana di Mattia Preti sulle orme del Caravaggio e altri maestri dell’arte italiana. L’Assessore Rizzo ha sottolineato la valenza della mostra anche per la sinergia creatasi tra diverse Amministrazioni ed Istituti culturali.

“Questa Giunta regionale, guidata dal Presidente Oliverio, intende impegnarsi nel proseguire – afferma l’Assessore Rizzo – il proficuo lavoro di collaborazione con le altre Istituzioni partner per lo studio e la divulgazione della cultura calabrese, ben oltre i confini regionali, grazie ad iniziative di alto livello qualitativo come quella inaugurata a Palazzo Corsini”.

L’allestimento è stato possibile grazie ai prestiti di alcune prestigiose istituzioni come il Musée de Beaux-Arts di Carcassone, gli Uffizi, Palazzo Barberini, la Galleria Nazionale di Cosenza, la Pinacoteca di Brera e collezioni private non solo italiane, ma anche londinesi e svizzere. La mostra rimarrà aperta dal 28 ottobre fino al 18 gennaio 2016 e si svolgerà, in contemporanea, con altre esposizioni dedicate a Mattia Preti che si terranno a Crotone e Reggio Calabria.

La Calabria ospiterà il San Giovannino di Caravaggio

CATANZARO  – “Il più grande pittore di tutti i tempi e’ Caravaggio, ma finora in Calabria non abbiamo mai avuto esposto un suo quadro. L’8 di febbraio 2015, proveniente dalla Galleria Nazionale di Palazzo Corsini, verrà ospitato il San Giovannino di Caravaggio a Taverna, la patria di Mattia Preti. La tela si potrà ammirare fino a fine marzo nella splendida cornice del Museo Civico di San Domenico, in un ideale colloquio con la Predica di San Giovanni di Mattia Preti, che e’ effigiato in basso a destra con i simboli della sua vita e del suo destino: il pennello di pittore e la spada di Cavaliere di Malta”. Con queste parole  l’Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri ha comunicato durante una conferenza stampa a Taverna questo importante evento culturale. Caligiuri, ha inquadrato questo importante appuntamento nell’ambito delle manifestazioni sui 400 anni della nascita di Mattia Preti, iniziate nel 2013, proseguite nel 2014 e che continueranno anche nel 2015 con una serie di attività: dalla mostra sul Nudo nell’arte al Museo nazionale di Reggio Calabria, dove tele di San Sebastiano di Mattia Preti verranno messe a confronto con i bronzi di Riace su un tema eterno dell’arte, alla mostra sugli anni giovanili di Mattia Preti a Roma presso Palazzo Corsini. Inoltre Caligiuri ha anche collocato le iniziative pretiane nel contesto delle iniziative culturali sviluppate dalla Regione Calabria in questi anni che hanno determinato nel 2013, come studiato dalla Banca d’Italia, l’apporto delle attivita’ culturali pari al 15 della ricchezza prodotta annualmente in Calabria. “E si tratta – ha detto Caligiuri – di un dato destinato a crescere, quando gli ingenti investimenti già effettuati nella scuola, nella ricerca e nei beni culturali dispiegheranno maggiormente i propri effetti”.

Per il IV centenario della nascita di Mattia Preti al Marca il San Luca dipinge la Madonna con il Bambino

CATANZARO – Rimarrà esposta al MARCA, il Museo delle Arti di Catanzaro, dal 13 al 21 del mese di marzo, “San Luca dipinge la Madonna con il Bambino”. La tela, realizzata nel 1671 per l’altare dedicato a San Luca in occasione dell’istituzione della Confraternita dei pittori, scultori ed indoratori, costituisce uno dei rarissimi lavori firmati e datati dall’artista. In basso a destra, infatti, insieme allo stemma del pittore quale cavaliere di Malta, si legge: F(ra’) M(atthia) P(reti)F(ecit) – 1671.
Il dipinto, proveniente dal museo de La Valletta, che secondo la tradizione riconosce nell’Evangelista il “patrono dei pittori”, appare ricco di riferimenti simbolici: dal bue, emblema del Santo, alla figura del putto che gli porge la penna e l’inchiostro in ricordo del suo Vangelo. Sul fondo, oltre alla figura di san Carlo Borromeo in adorazione viè la statua della ninfa Igea, figlia di Esculapio e personificazione della salute, a ricordare che Luca, prima di seguire Cristo, esercitava la professione di medico. Il tema iconografico venne più volte utilizzato dal pittore sebbene mai, come in questo caso, con così grande ricchezza di figure e articolazione della scena.

Oggi, lunedì 17 marzo, alle ore 17,30, presso la sala conferenze del Marca, avrà luogo un incontro di approfondimento sul lavoro esposto: parteciperanno il commissario straordinario della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, Giovanna Capitelli storico dell’arte Unical, Gino Mirocle Crisci rettore Unical, Sante Guido storico dell’arte e restauratore, Giuseppe Mantella restauratore, Manuela Alessia Pisano storico dell’arte, Giovanna Sorrenti Sovrintendenza regionale ai beni culturali.

Arte: a Cotronei la mostra itinerante OMAGGIO a MATTIA PRETI

La mostra omaggio al pittore calabrese “Mattia Preti” a cura della pittrice Wilma Pipicelli, farà tappa a Cotronei dal prossimo 18 gennaio;

Dopo Taverna, (cittadina natale di Mattia Pre
ti),  Torino (nell’ambito del Salone del libro), San Giovanni in Fiore, Catanzaro, Pizzo Calabro e Reggio Calabria,  la mostra che ha fatto ufficialmente parte delle iniziative collaterali del quarto centenario della nascita del grande pittore, sarà ospitata presso la dimora storica del Palazzo Verga, nel cuore del centro storico di Cotronei.

Le Sanguigne e le terracotte dipinte a mano della Pipicelli, elogiate da tanti illustri personaggi e critici con in testa il Prof.Vittorio Sgarbi, (quale presidente del Comitato scientifico dell’evento culturale del secolo e che ha avuto come location Taverna)  potranno essere finalmente apprezzate anche a Cotronei e da tutti coloro che amano l’arte pittorica.

L’inaugurazione prevista per le ore 17,00 di sabato 18 gennaio, vedrà la partecipazione dei Sindaci dei comuni di Taverna e di Cotronei, Eugenio Canino e Nicola Belcastro, della studiosa pretiana Adalgisa Zarrella , della componente della Commissione Pari Opportunità di Cotronei Maria Rosaria Loria.

La mostra resterà allestita fino al prossimo 26 gennaio.

Mostre: a Roma omaggio a Preti, il “Cavalier Calabrese”

A 400 anni dalla nascita del grande artista Mattia Presti, quindici artisti contemporanei – ognuno dei quali appartiene a orientamenti espressivi e generazioni diverse – si ispirano alla vita e alle opere del pittore seicentesco: è quanto propone la mostra “Omaggio al Cavalier Calabrese” voluta dal Consiglio di Stato e curata da Andrea Romoli Barberini. La rassegna è ospitata a Palazzo Croce Aldobrandini di Roma e si inserisce nel cartellone di vari eventi.

 

Taverna, abiti che possono raccontare la storia. Vestiti ritrovati da salvaguardare, Lucia Portoghesi: volontariato culturale

Lucia Portoghesi

TAVERNA (CZ) –  Una camicina per bambino, ricamata con un disegno detto ‘reticello umbro’, tipico della Firenze cinquecentesca. E’ impolverata, presenta alcuni buchi: segni del tempo passato in circa quattro secoli. E’ uno dei vestiti ritrovati, nella Chiesa di Santa Maria, una decina di anni fa. Potrebbe raccontare la storia di chi l’ha indossato, della sua famiglia, di un’epoca intera: il modo di pensare, i rapporti sociali, la vita quotidiana. Ma, per questo, è necessario salvaguardare gli abiti. Lo spiega Lucia Portoghesi. «Salviamo questo tesoro – dice – rimbocchiamoci le maniche tutti insieme».

L’archeologa e storica del costume venne chiamata a Taverna, a seguire i lavori poi bloccati. Ad oggi, i vestiti si sono ulteriormente deteriorati, alcuni sono stati aggrediti dalle muffe. E’ urgente, perciò, che si proceda a una corretta conservazione. Si tratta di disinfestare gli abiti per distruggere i microorganismi che li rovinano e reidratarli. In tempo di ristrettezze economiche, Lucia Portoghesi propone il volontariato culturale. Si potrebbe istituire una scuola di restauro a Taverna. Lei insegnerebbe gratuitamente, le operazioni più semplici potrebbero essere addirittura eseguite da tutti. Nello stesso tempo si formerebbero delle professionalità (alcune sue allieve di scuole passate lavorano a Berlino e Monaco). Il progetto pensato dall’archeologa ultraottantenne, dunque, valorizzerebbe le persone e il patrimonio artistico. Anche in vista del turismo e del quarto centenario di Mattia Preti.

La Chiesa di Santa Maria

Il ritrovamento dei tessuti risale al 2004. Nella Chiesa di Santa Maria vengono eseguiti alcuni lavori. Crolla un muro: si scopre una cripta, resti umani, vestiti, scarpe. Risalgono al tempo di Mattia Preti, appartengono alle famiglie nobiliari di Taverna. Lucia Portoghesi segue gli scavi. I lavori, però, vengono stoppati. A distanza di dieci anni, «recuperare questo patrimonio è importante».

Quanto alla camicina, da ricerche successive è emerso che a Firenze, nel 1500, venivano fatte ordinazioni di tessuti dalla Calabria: solo una delle informazioni celate dagli abiti ritrovati.

 

Rita Paonessa