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“Muori cornuto”. Mazzotta e Badolati raccontano la vita del calabrese che tentò di uccidere Roosvelt

COSENZA – “Muori cornuto”: è questo il titolo del volume scritto da Peppino Mazzotta, attore di cinema, televisione e teatro, fra i protagonisti de “Il commissario Montalbano” con Luca Zingaretti – in cui interpreta l’ispettore Fazio – e da Arcangelo Badolati, giornalista e scrittore, considerato uno dei maggiori esperti di criminalità organizzata italiana.

Il libro, edito dalla “Pellegrini” (255 pagine) racconta in forma letteraria e teatrale la storia di Giuseppe Zangara, il calabrese che tentò di uccidere il presidente degli Stati Uniti, Franklyn Delano Roosevelt e ferì mortalmente il sindaco di Chiacago Anton Cermak.

L’attentatore era nato a Ferruzzano, in provincia di Reggio Calabria, all’interno di una famiglia costretta a vivere in un’area molto povera del nostro Paese. Rimasto orfano a soli due anni perchè la madre muore di parto, Giuseppe è costretto sin da bambino a lasciare la scuola ed a lavorare nei campi. Il padre, che più tardi si risposerà, lo tratta come uno schiavo non mostrandogli mai affetto e benevolenza. Zangara, accudito dalla nonna materna, sarà chiamato a combattere sul fronte del Carso durante il primo conflitto mondiale e, dopo essere rientrato sano e salvo nella terra di origine, a 21 anni sarà richiamato sotto le armi per prestare il servizio militare. Compiuto il periodo di leva, deciderà di emigrare negli Stati Uniti, dove già era sbarcato uno zio materno, Vincenzo, prendendo dimora a Paterson, nel New Jersey. Costretto, dunque, come milioni di altri calabresi a cercar fortuna all’estero, Giuseppe non riuscirà tuttavia a fare fortuna in America. La condizione di sostanziale infelicità che lo accompagnerà lungo il corso di tutta l’esistenza, lo convincerà perciò che il mondo è dominato solo dai ricchi e dai capitalisti, pronti ad approfittare della gente povera e sfortunata. Per questa ragione deciderà di assassinare il Presidente degli Stati Uniti, Franklyn Delano Roosevelt, massimo rappresentante, a suo avviso, del capitalismo mondiale. Nell’attentato teso a Miami all’uomo politico, sbaglierà però bersaglio ferendo il sindaco di Chicago, Anton Cermak, che in seguito morirà. La circostanza farà finire Giuseppe Zangara sulla sedia elettrica. Il calabrese verrà giustiziato nella prigione di Raiford nel 1933. Pure nel momento della esecuzione, quest’uomo mostrerà una dignità e un coraggio senza eguali denunciando pubblicamente le ingiustizie subite nel corso della vita; egli spirerà inneggiando a tutti i poveri del mondo.

La sua vicenda è ricostruita in questo volume sulla base del diario che il condannato scrisse nei giorni di detenzione.

Nel racconto sia letterario che teatrale vi sono elementi di fantasia e personaggi che arricchiscono le vicende di colore e di sfumature. L’intento della pubblicazione è di far conoscere la figura di questo “ribelle” che interpreta il disagio profondo di milioni di persone che, nel secolo scorso, hanno subito soprusi e ingiustizie sociali. Per molto tempo, infatti, nell’ambito di contesti statuali diversi, le speranze di riscatto coltivate dalle popolazioni non hanno mai trovato concreto sbocco.

“Commedia all’italiana” di Mazzotta entusiasma il Rendano

COSENZA – Risate a scena a perta e lunghi applausi per il secondo appuntamento della “Rassegna L’AltroTeatro”. “Commedia all’Italiana” ha letteralmente conquistato il pubblico del Teatro Rendano. L’ultima produzione scritta, diretta e e interpretata da Max Mazzotta.

Commedia all’Italiana” è un divertissement, nello stile mazzottiano. Un gioco teatrale in cui cinema, teatro e vita si fondono.

Anche in questa ultima opera, firmata da Libero Teatro, tornano i temi cari al regista e attore Max Mazzotta e la sua originale cifra stilistica. Lo spunto, questa volta, è il cinema. O meglio, il confronto con il glorioso (e decisamente ingombrante) passato della “Commedia all’Italiana” e la profonda crisi che vive oggi. Mazzotta (nei panni del regista Tommy Mix) dirige una troupe “sgarrupata” che ha come unica missione tornare al linguaggio e alla magia che rese grande nel mondo il Neorealismo italiano. Con Tommy Mix il fedelissimo aiuto regista Gigi e il direttore della fotografia Renè. E poi, gli attori (dagli echi felliniani) Lello, Cassandra e Polly. Una tenera “Armata Brancaleone” che non si ferma di fronte a nulla pur di finire il loro film. Il produttore abbandona l’impresa e così mano a mano le maestranze (macchinisti, ciackisti, truccatori, comparse) spariscono inevitabilmente.

Il set diventa il palco di un teatro povero surreale in cui la finizione si mescola alla vita reale.

E’ una lucida riflessione sul mestiere del comico e la profonda esigenza di riscatto ( non a caso il film che intende girare Tommy Mix ha proprio questo titolo) che il cinema italiano vive attualmente. Lo spettacolo che ha esordito, circa un anno fa sul palco del PTU, è decisamente maturato. Mazzotta, Antonella Carchidi, Matteo Lombardo, Paolo Mauro, Alma Pisciotta e Francesco Rizzo sono un cast efficace e ben amalgamato. Mattatori indiscussi son Mazzotta affiancato da un brillante Paolo Mauro ( nei panni di Lello il primo attore, sofisticato e un po’ capriccioso). Alma Pisciotta è un’intensa Cassandra, la prima attrice, dagli echi Masiniani. Divertenti i più giovani Antonella Carchidi, Matteo Lombardo e Francesco Rizzo. Ma il vero protagonista dello spettacolo è l’uso della proiezione e della telecamera in scena. I richiami all’origine della comicità di Baster Keaton, le gag che rendono omaggio a Totò e le atmosfere del Neorealismo di Rossellini e De Sica, trascinano il pubblico in una dimensione surreale e grottesca che rinnova e, allo stesso tempo, conferma la cifra stilista di Mazzotta. Ma è soprattutto la capacità di svelare “i trucchi di scena” del cinema sulle tavole del palcoscenico a creare l’affascinazione nel pubblico. E’ il cinema che diventa vita grazie al “quadrato magico” tanto caro a Mazzotta. Un’opera decisamente interessante che osa affrontare temi ambiziosi come la crisi dei nuovi linguaggi con lucida e disincantata analisi.

PROSSIMO APPUNTAMENTO Pannofino

Domenica 2 dicembre, ore 20.30, terzo appuntamento della “Rassegna L’AltroTeatro”. Sul palco del Teatro Rendano torna Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi con la divertente commedia sequel “Bukorosh, Mio nipote”.

Un interno medio borghese, una famiglia che vede messa in pericolo la propria presunta stabilità ed è costretta a mettersi in gioco. “Bukurosh, mio nipote” vuole essere una divertita riflessione sulla nostra società, sui nostri pregiudizi, i nostri timori, le nostre contraddizioni, debolezze e piccolezze. Lucio (Francesco Pannofino) consigliere comunale progressista e Ginevra chef in carriera e fanatica della cucina molecolare, accompagnati da Camilla, la loro figlia 17enne, Corrado, colonnello gay in pensione, Benedetta, titolare dell’erboristeria sotto casa, e infine Igli, albanese, titolare di una piccola ditta edile e Lushan, il suo giovane fratello, sono gli “eroi” de “I Suoceri Albanesi” e tornano a raccontarsi in questa nuova ed assolutamente autonoma commedia “Bukorosh, mio nipote”(ma anche sequel ideale de “I Suoceri albanesi”).

Per informazioni si può telefonare a Inprimafila al n.0984795699. Nuova sede di INPRIMAFILA Via Marconi, 140 – COSENZA

Cosenza, Rifondazione Comunista: tradimento fedelissimi di Occhiuto è prova generale del Partito della Nazione

COSENZA – “La defenestrazione anticipata di Mario Occhiuto, avvenuta non sulle tante e rilevanti vicende politiche cittadine (questione Rom, illegittime scelte amministrative,taglio dei servizi, disagio lavorativo e tanto altro!) ma con un ingiustificabile salto da un fronte all’altro di diversi consiglieri che fino a ieri erano tra i fedelissimi del sindaco,  è il frutto di un specie di prova generale cosentina del partito della nazione. A nostro avviso,  la vicenda assomiglia molto a quella dei Proci, coloro che gozzovigliavano nella casa di Ulisse (Palazzo dei Bruzi) per appropriarsi di Elena e di Itaca (il comune di Cosenza), ed a preponderare non è l’interesse generale dei cittadini ma il desiderio di conquistare o mantenere pezzi di potere e ruoli influenti nel controllo del governo della città”. E’ quanto scrivono in una nota Francesco Campolongo,  segretario circolo Prc Gullo-Mazzotta Cosenza e Francesco Saccomanno, segretario provinciale Prc Cosenza. “In questo quadro desolante, uno dei meno influenti dei Proci, un Elato qualunque, sebbene segretario regionale del Pd, pur di giustificare la sua presenza sulla scena attacca la satira, facendo quello che neanche Occhiuto, su cui pure si è fatta molta ironia, mai si era sognato di fare.  In evidente difficoltà rispetto all’opinione pubblica, costui non sa far altro che denunciare Giuseppe Febbraio per un video satirico realizzato sui congiurati-Proci: vogliamo manifestare tutta la nostra vicinanza e solidarietà a Giuseppe ed a quanti deridono questa classe politica impresentabile ed indistinguibile. Ne siamo certi: sarà una risata che la seppellirà!”

 

 

CROTONE / Riscattata la compartecipazione di Antonio Mazzotta

“Il Football Club Crotone – informa cosi un comunicato ufficiale della società – comunica di aver risolto a proprio favore l’accordo di partecipazione in essere con l’Us Lecce relativo al diritto alle prestazioni sportive del calciatore Antonio Mazzotta”.

Il difensore siciliano, 24 anni, si appresta a disputare cosi la sua terza stagione con la casacca rossoblu.