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E-LABORA: mille gli studenti che hanno partecipato a laboratori e seminari

CATANZARO 27 SET 2014 – Studenti, giovani laureati e senior, tutti a caccia di un’opportunità: avvicinarsi al mondo del lavoro per cogliere le potenzialità a disposizione, partendo dalla necessità di puntare sulla formazione. Sono stati oltre 929 i colloqui di lavoro effettuati dalle aziende che hanno aderito alla quarta edizione del Forum “e-LABŌRA – Laboratori per l’orientamento, la formazione e il lavoro”, promosso dall’Amministrazione provinciale ed organizzata dal Settore Lavoro della Provincia di Catanzaro in collaborazione con “Monster Italia”, negli stand allestiti da giovedì 25 settembre ad oggi all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea a Catanzaro.
“E’ sempre più evidente – ha commentato il commissario straordinario della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro al termine della tre giorni – che si debba colmare quella distanza che esiste tra le opportunità lavorative offerte dalle aziende, e la mancanza di figure professionali adeguatamente formate. Puntare sull’orientamento diventa una sfida prioritaria, soprattutto in un mercato del lavoro in continua evoluzione, che richiede professionalità e attitudini sempre diverse. Occorre per questo rafforzare la sinergia con le Università, con il mondo dell’istruzione e della formazione, con le realtà imprenditoriali. Anche la formazione deve puntare, come chiede l’Unione europea, su settori che diano reali opportunità occupazionali, come l’agroalimentare, il turismo, la green economy”.
“Grazie ad e-Labora, su cui anche quest’anno c’è stato il grandissimo impegno del settore Lavoro diretto da Filippo Pietropaolo – ha proseguito Wanda Ferro -, siamo riusciti a dare a tantissimi giovani provenienti da tutto il Sud Italia una concreta possibilità di trovare un lavoro, grazie anche alla proficua collaborazione con Monster Italia. Credo che l’esperienza sia stata preziosa anche per i giovani che non sono riusciti a superare le selezioni, perché ad esempio hanno avuto la possibilità di comprendere come meglio approcciarsi ad un colloquio di lavoro o hanno avuto suggerimenti su come compilare un curriculum o su come muoversi su internet alla ricerca di opportunità. Inoltre grazie ai tanti seminari e ai laboratori abbiamo dato a centinaia di studenti informazioni utili ad orientare le scelte verso percorsi formativi realmente spendibili sul mercato del lavoro, e sui settori che offrono maggiori opportunità di trovare occupazione o di intraprendere con successo un’attività di impresa. Alle istituzioni il compito di creare le opportunità, ai giovani l’impegno di studiare e formarsi per acquisire le necessarie competenze, per essere competitivi e diventare davvero protagonisti del proprio futuro”.
I risultati del Forum sono stati illustrati da Filippo Pietropaolo, dirigente del settore Lavoro della Provincia di Catanzaro, e da Alessandra Lupinacci di “Monster Italia”, la multinazionale leader mondiale nel favorire l’incontro tra persone e opportunità di lavoro che ha contribuito alla realizzazione del “Job Day”, cuore pulsante dell’intera iniziativa, al termine del terzo laboratorio organizzato nell’ambito del Forum.
“Sono stati affrontati dei temi che speriamo siano stati apprezzati anche dai ragazzi, abbiamo volutamente scelto di dare ai lavori un taglio molto pratico – ha esordito Pietropaolo -. Forse il dato più eclatante che emerge è il gap tra la necessità e le esigenze del mondo del lavoro e la formazione. Abbiamo avuto molte persone che si sono accreditate per tempo alle vacancies offerte dalle 36 aziende che hanno partecipato all’attività gestita da Monster e dai nostri Centri per l’impiego”. Molti di questi ragazzi, però, non avevano i requisiti richiesti dalle aziende, e dei 1.700 candidati invitati a partecipare nei tre giorni di colloquio hanno preso parte all’attività di recruiting circa mille persone. “Si tratta di un buon risultato, sia dal punto di vista degli studenti che hanno partecipato ai laboratori che da quello delle persone che hanno partecipato ai colloqui con le aziende – afferma ancora Pietropaolo -. Però bisogna guardare anche all’altra faccia della medaglia: le mille persone che non avevano i requisiti, e le 500 persone che non hanno ritenuto di venire a svolgere i colloqui, ci portano a chiederci con quale spirito si sono approcciati ai colloqui: o non hanno capito le competenze richieste dalle aziende, oppure le competenze richieste non le hanno. Questa discrasia è da colmare. Le istituzioni, l’Università e la scuola devono puntare ad una programmazione in termine di formazione, altrimenti dovremo assumerci la responsabilità del fatto che ci sono molti ragazzi che non troveranno lavoro né qui né altrove”.
“Quello che abbiamo potuto cogliere nel corso dei colloqui – ha spiegato Alessandra Lupinacci –è l’accentuata disponibilità alla mobilità specie nei ragazzi giovani, e la pecca della conoscenza delle lingue, che ormai è indispensabile. L’approccio al web e la predisposizione ad utilizzare internet per ricerca di lavoro è ancora in divenire. Cercare un lavoro è un lavoro: chi si approccia alle aziende dovrebbe partire dal presupposto che è importante conoscere le aziende e le figure professionali ricercate. Il termine usato dai responsabili delle aziende che hanno effettuato i colloqui è ‘disorientamento’, ci sono stati candidati che non si sono proposti bene. Ma ci sono molte aziende che porteranno avanti la selezione, andando oltre i colloqui conosciti, e altre che hanno già proceduto all’assunzione”.
Sono stati 79 gli annunci di lavoro pubblicati, 2.635 le candidature complessive ricevute, 1780 i candidati idonei, oltre 25 mila le visualizzazioni raggiunte sul web, mentre 301 sono i profili ricercati dalle 36 aziende presenti, vale a dire: Sadal Italia srl, Seat Pagine Gialle, Green Power, Sintesi Spa, NTE Italia New techonoly Engineering, Lidl srl, McDonald’s, Park Hotel Tyrrenian, Gdl Italia srl, H&M, Studio Rubino& Partners, Sir Meccanica, Gen-Art srl, Aubay Italia Spa, Griffe&Stock Multistore srl, Gruppo Scai, Spezzano Trasporti, Anmic riabilitazione, Matribbart, Gipstech srl, Posytron, Meg Service srl, Primi sui Motori, Altran, D-link, Esprinet, Errebian, Costa Crociere, Ergo, Conte.it, Mondo Convenienza, Dooc, Prisma engineering.

I LABORATORI.
La mattinata si è aperta con il laboratorio sul tema “Turismo culturale per il rilancio dell’economia”. Si può fare un buon turismo solo in un ambiente competitivo e con una dotazione di infrastrutture e di servizi notevoli. L’ambiente è il filo conduttore dei laboratori che si sono tenuti nell’ambito della quarta edizione di e-LABŌRA e che si sono occupati di trasmettere informazioni sui tre settori individuati come fondamentali per lo sviluppo della Calabria: l’Agroalimentare, la Green economy e l’innovazione, e il turismo culturale. Romano Benini, giornalista economico e scrittore, ha moderato il confronto introdotto dagli “scenari futuri” di Fabrizio Coccetti di K_Shift, società specializzata in analisi, progettazione e servizi per il mercato del lavoro, con l’ausilio grafico di Fabrizio De Monaco. “La convinzione è che quella del turismo culturale sia la più grande industria al mondo, ma soprattutto in Calabria, la cultura deve coniugarsi con la qualità – ha affermato Benini -. Si possono creare tante opportunità che però non hanno a che fare solo con il territorio ma anche con l’identità di questa regione. “Il sistema del turismo culturale è una nicchia all’interno del sistema turistico in generale. La Calabria ha dei valori molto importanti da questo punto di vista, ma a fronte di questo – afferma Coccetti – non ha un numero di arrivi e di offerta coerente con la ricchezza di questa destinazione. E’ un settore in crescita in tutto il mondo. L’Italia è la nazione che ha l’85 per cento delle risorse culturali al mondo, siamo un museo a cielo aperto. C’è la tendenza alla specializzazione del turismo culturale: dalle forme tradizionali, come le visite ai musei e la partecipazione ad eventi, stanno emergendo forme di turismo culturale più innovative”. Innovazione e tradizione, cultura alta e cultura locale, insomma, si coniugano disegnando la figura di un consumatore culturale maggiormente attento e protagonista, grazie al web dove si informa e riesce anche a costruire itinerari. “Il consumatore del turismo culturale – spiega ancora Coccetti – da ‘visitatore’ diventa ‘visit-attore’ e ‘visita-autore’. Una componente importante di questo tipo di turismo ce l’ha anche l’ambiente rurale: sta nascendo un turismo cultu-rurale. Gli scenari sono aperti. La Calabria, la Provincia di Catanzaro, con le sue competenze potrebbe puntare a costruire uno di questi scenari”.
Secondo i dati illustrati da Coccetti, nella nostra provincia si registrano 259 mila arrivi, il 90 per cento  sono di natura balneare. Tra questi si stimano circa 67 mila arrivi di natura culturale. Si può fare ancora molto in termini di numeri ed incrementare il valore aggiunto che arriva dal settore che oggi si ferma solo al 5,5%, con la finalità principale di creare occupazione. Manca una classe imprenditoriale “formata” a lavorare nel settore dei beni culturali: le giovani generazioni devono prendere in mano il ricco patrimonio culturale a disposizione della Calabria e trasformarlo in opportunità di impresa.
Il sistema universitario gioca un ruolo importante nel processo di avvicinamento al mondo delle imprese, tanto che l’Ateneo “Magna Graecia” di Catanzaro ha istituito un master in “Management” del turismo. “Una nuova sfida – spiega il professor Rocco Reina – che punta sul concetto di integrazione tra gli operatori, andando oltre il luogo comune che il manager serve all’impresa mentre l’integrazione serve al territorio”. Di “visione di insieme” parla anche Andrea Perrotta, project manager del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo. “La concertazione è una cosa complessa, negli ultimi anni tutte le azioni della Regione hanno cercato di concordarsi con il Ministero – esordisce Perrotta -. Ma il quadro che abbiamo davanti è ancora sconfortante, basta analizzare l’esito di un recente bando pubblicato in Calabria per la valorizzazione dei beni culturali, del valore di 8 milioni di euro: su un totale di 80 partecipanti solo 28 domande sono state ammesse, e solo il 10 per cento arriva da operatori professionali, negli altri casi si tratta di start up”.
Secondo Elena Console,  della T.E.A. s.a.s, che da anni porta avanti un programma di ricerca che mira a perfezionare le tecnologie di diagnostica non invasiva e restauro virtuale dei Beni Culturali, “bisogna essere imprenditori dentro, ci vuole una grande capacità di programmare e pianificare. Questo perché fare impresa in una regione come la nostra molto spesso significa trovarsi di fronte alla necessità di superare ostacoli”. Ma “deve essere l’innovazione la spinta propulsiva di chiunque si trovi a fare impresa”. Secondo Antonio Blandi, dell’Officina delle idee, invece “imprenditori non si nasce ma si diventa. Chiunque può diventare imprenditore culturale, l’elemento focale per il turismo culturale è l’aspetto antropologico, cioè legare i luoghi alle tradizioni. Abbiamo bisogno di progetti di sistema e non di singole imprese. Non abbiamo bisogno di grandi finanziamenti – dice ancora Blandi – il turismo culturale è un turismo di emozioni, ma anche turismo di prossimità: la Calabria che deve attirare prima di tutto i flussi locali”. Da Antonio Cortese della Komedia, azienda che occupa dello sviluppo di progetti e applicazioni multimediali a carattere interattivo, arriva un monito: “La tecnologia molto spesso non è accompagnata da contenuti che hanno un certo valore, si parla sempre di innovazione però si fa poco riferimento per esempio al contenuto antropologico è tra i più importanti”. Ritorna ancora una volta nelle parole di Emilia Mazzatesta, presidente Federcultura e turismo di Confcooperative, la necessità di “puntare sulla formazione”. “La Calabria ha delle grosse potenzialità e peculiarità legate alla diversa conformazione morfologica. Abbiamo il territorio – afferma ancora – ma non abbiamo una mentalità imprenditoriale: è questo che i giovani dovrebbero riuscire a tirare fuori”.