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Post di minacce al sindaco di Cosenza, «Denuncerò alle autorità competenti»

COSENZA – Un post di minacce su Facebook in cui si prende di mira il primo cittadino di Cosenza Mario Occhiuto, recita così: «E quanto non scappi ad aspettarlo sotto casa buttarci una bomba ma non una di natale ma un candelotto di dinamite addosso…»

Il sindaco di Palazzo dei Bruzi, sempre dal suo profilo social ha replicato scrivendo «Sono questi i risultati scellerati di coloro i quali alimentano di continuo un clima di odio e di violenza nei confronti di chi ha il compito di amministrare, di scegliere e decidere. Denuncerò alle autorità competenti tali insulsi comportamenti, che sono la conseguenza di campagne mirate di delegittimazione e del populismo sfrenato e dell’ignoranza. Mi si accusa in particolare della chiusura di una strada, che non dipende neanche dal Comune ma dalla Regione. Senza tenere in nessun conto del lavoro straordinario e degli enormi passi in avanti compiuti dalla nostra città in questi ultimi anni». 

Diversi sono stati i messaggi di solidarietà giunti ad Occhiuto.

Estorsione, minacce, violenze e danneggiamenti, arrestato un cosentino

COSENZA Nel pomeriggio di ieri,  a conclusione di una serrata attività di indagine, personale della Squadra Mobile ha dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione della Misura Cautelare degli arresti domiciliari,  dal G.I.P. presso il Tribunale di Cosenza, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un giovane, F.R., 29enne di Cosenza, per i reati p. e p. dagli artt. 56, 629 co.2 (tentata estorsione), 110, 513 c.p. (illecita concorrenza con minaccia o violenza) nonché 110 e 424 c.p. (danneggiamento seguito da incendio).

La ricostruzione dei fatti

Da un mese a questa parte, due fratelli commercianti nel settore dell’abbigliamento specialistico sono stati ripetutamente vittima di gravi episodi di danneggiamento e di incendio: il primo episodio è avvenuto la sera del 18 novembre in  Via Padre Giglio quando ignoti dopo aver effettuato un buco nella parete esterna di un box di proprietà di uno dei due fratelli lo hanno dato alle fiamme con liquido infiammabile causandone la completa distruzione.

Il danno cagionato ammontava a oltre euro 40.000

Successivamente, la mattina del giorno 28 novembre, il fratello del proprietario del box di cui sopra, anch’egli commerciante, all’atto di prendere la propria autovettura, carica di indumenti e merce da lavoro, ha constatato come ignoti avessero tentato di darla alle fiamme senza però riuscirci. Il giorno dopo, il 29 novembre, questo stesso commerciante ha subito il tentativo di incendio del proprio box adibito alla vendita di prodotti commerciali anch’esso ubicato in Via Padre Giglio. La notte tra il giorno 10 e l’11 dicembre u.s. lo stesso box era oggetto di un ulteriore tentativo di incendio domato però dai VV.FF.

Infine, in una escalation di azioni delittuose, la mattina del giorno 12 dicembre, il proprietario dello stesso box all’atto di aprirlo ha constatato come ignoti avessero lasciato dei materiali in stoffa verosimilmente per darlo nuovamente alle fiamme.

La conseguente attività di p.g. subito effettuata dalla Squadra Mobile  attraverso una complessa ricostruzione di immagini provenienti da servizi di videosorveglianza si è concentrata sul settore lavorativo delle vittime, quello del commercio di abbigliamento specialistico, e ha consentito in breve di accertare come nelle vicinanze dei box delle vittime insistesse un altro box adibito alla vendita di medesimi prodotti, concorrente agli stessi.

E proprio il figlio del proprietario di quest’ultimo box, il soggetto di cui sopra, veniva immortalato dalle telecamere e riconosciuto dagli uomini della Squadra Mobile come l’autore dell’incendio perpetrato la notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso.

Le fonti di prova sono state così raccolte e compendiate in un’informativa di reato alla locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Capo dott. Mario Spagnuolo, che dopo averle attentamente valutate ha qualificato l’evento dell’11 dicembre come tentata estorsione e illecita concorrenza con violenza o minaccia, atteso che dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile si rilevava in modo inequivocabile come l’azione delittuosa fosse mossa proprio dall’invidia e dal proposito di impedire la regolare attività di commercio alle due vittime in un atto di concorrenza sleale.

Questo, unitamente agli altri riscontri raccolti nel corso delle investigazioni, ha costituito a carico dell’indagato un quadro indiziario grave ed univoco in ordine alla sua responsabilità per i reati perpetrati, per cui la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza ha richiesto ed ottenuto al Giudice per le Indagini Preliminari un provvedimento di applicazione di misura cautelare che è stato eseguito nel pomeriggio odierno mediante sottoposizione dell’uomo al regime degli arresti domiciliari.

Sono in corso indagini per risalire agli altri compici.

Minacce ed estorsioni ai danni dell’ex convivente, arrestato un 54enne

COSENZA – Stamattina, il personale della Squadra Mobile della Questura di Cosenza ha eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica di Cosenza diretta dal Procuratore Capo dott. Mario Spagnuolo, nei confronti di R.P. di anni 54, disoccupato, di Cosenza.
La misura cautelare trae origine dalle attività investigative condotte dal personale della Squadra Mobile a seguito della denuncia di una donna con la quale R.P. aveva intrattenuto una relazione sentimentale.
In particolare, le indagini hanno accertato che l’uomo, per un arco temporale di quasi due anni, minacciando ripetutamente di morte la donna ed i suoi familiari, riusciva ad estorcere numerose somme di denaro alla donna ormai terrorizzata dalle sue minacce.
L’aguzzino, inoltre, poneva in essere una serie di reiterate condotte finalizzate a atterrire la vittima, fra cui gravi epiteti ingiuriosi e diffamatori con scritte anche presso l’abitazione della donna.

 

 

 

Eccessiva gelosia, appostamenti e minacce, denunciato un 36enne

COSENZA – Personale della Polizia di Stato appartenente alla Squadra Mobile ha eseguito, nei confronti di M. R. di anni 36, l’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale del “Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, con prescrizione di non comunicare con la stessa in alcun modo, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Cosenza.

La misura cautelare trae origine dalle attività investigative condotte dal personale della Squadra Mobile a seguito della denuncia di una donna con la quale M. R. aveva intrattenuto una relazione sentimentale.

In particolare le  indagini hanno accertato che l’uomo, al termine della relazione sentimentale con la donna, a causa dell’eccessiva gelosia metteva in atto una serie reiterata di condotte illegali quali numerose telefonate, invio di molteplici messaggi, minacce ed appostamenti anche sul posto di lavoro, tali da cagionare alla sua ex compagna un perdurare stato d’ansia e paura oltre che il fondato timore per la propria incolumità.

 

 

Busta con proiettili alla madre di Giuseppe Luzza, vittima di mafia

VIBO VALENTIA – Una busta con una lettera anonima e con all’interno tre proiettili e una foto del figlio defunto (Giuseppe Luzza) è stata fatta recapitare ieri a Teresa Lochiatto, madre dell’uomo, vittima innocente di mafia e di Matteo, ora responsabile regionale del settore memoria Libera Calabria. La busta è stata fatta recapitare alla donna presso la sua abitazione, ad Acquaro attorno al primo pomeriggio di ieri. Teresa Lochiatto ha subito denunciato l’accaduto ai carabinieri che hanno immediatamente avviato le indagini. Il figlio Giuseppe fu barbaramente ucciso nel gennaio del 1994 quando aveva poco più che vent’anni. Dopo essere stato stordito dai suoi aguzzini fu gettato in una buca e cosparso di benzina. Il suo corpo fu fatto bruciare assieme a tappeti di gomma.

 

 

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Perseguita l’ex moglie, divieto di avvicinamento per un uomo di Rossano

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Gli agenti del commissariato di Rossano guidati da Giuseppe Massaro, hanno eseguito la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex moglie, nei confronti di A.L. di anni 42 di Rossano, richiesta dal Procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla e disposta dal Gip Teresa Reggio. Il provvedimento si è reso necessario per i reiterati comportamenti persecutori e vessatori dell’uomo consistenti in ingiurie e appostamenti sotto l’abitazione della vittima, caratterizzati anche da calci al portone d’ingresso, tali da terrorizzare la donna e la figlia.

Minacciava e picchiava violentemente i suoi dipendenti, un arresto ad Acri

ACRI (CS) – Una storia terrificante quella verificatasi nelle campagne di Acri, dal mese di maggio 2017 ai primi di gennaio del 2018.

La storia di tre giovani, due cittadini afghani (in possesso del permesso di soggiorno per motivi umanitari) e un cittadino rumeno, i quali, in stato di indigenza, per 8 mesi hanno dovuto subire le angherie e le minacce del loro “datore di lavoro”, un 52enne di Acri, titolare di un’azienda edile, il quale, approfittando del loro stato di bisogno, li sfruttava quotidianamente facendoli lavorare per 14 ore (7 giorni su 7, dalle 5 del mattino alle 19 di sera, con una sola pausa verso le ore 13 per consumare un frugale pasto adagiati a terra).

Le indagini dopo un’aggressione

Le indagini sono state avviate a seguito dell’aggressione subita da uno dei due ragazzi afghani, un 23enne, il quale, nel pomeriggio del 6 gennaio 2018, si era recato presso l’abitazione del suo datore di lavoro chiedendo la paga spettante. L’uomo, non tollerando la sfrontatezza del ragazzo nell’avanzare la  richiesta, rispondeva con insulti, minacce e, successivamente, all’insistenza del giovane, si armava di badile e lo aggrediva violentemente colpendolo al cranio e lasciandolo esanime in una pozza di sangue.

Il tempestivo intervento dei Carabinieri della Stazione di Acri consentiva di salvare la vita al giovane che, a causa del grave trauma cranico subito, veniva sottoposto a cure intensive dai sanitari dell’Ospedale di Acri prima e di Castrovillari poi.I successivi accertamenti dei militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, portavano alla luce la grave situazione che ormai durava da mesi. Secondo quanto ricostruito a seguito delle serrate indagini, il 52enne, titolare di un’impresa individuale, dal mese di maggio 2017, sfruttava, quale manodopera in “nero”, i tre giovani impiegandoli, con orari massacranti e senza giorni di riposo, in lavori edili, nella coltivazione dei campi e nella custodia di animali, il tutto nella più totale assenza di indumenti di lavoro idonei ed apparecchiature mediche in caso di infortunio.

Per tali gravissimi fatti il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cosenza ha disposto nei confronti del 52enne la misura cautelare degli arresti domiciliari per i reati di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” e “lesioni personali aggravate”.

 

 

 

Resistenza, minacce e detenzione di stupefacenti. Due arresti nel Cosentino

ROSSANO/CORIGLIANO (CS) – Continua l’azione di contrasto al fenomeno della criminalità nell’area del comune di Corigliano-Rossano.
Nella tarda serata di ieri, il personale della Polizia Giudiziaria del Commissariato di Rossano ha intercettato un’auto con a bordo due noti pregiudicati.
Intimato l’alt, l’autista cercava di eludere il controllo con manovre improvvise e pericolose.
Dopo alcune centinaia di metri, il personale della Polizia di Stato riusciva a bloccare l’auto e procedere al controllo.
Durante la breve fuga dell’auto era stato lanciato dal finestrino dell’autovettura un involucro di colore bianco che non si riusciva a rinvenire dai successivi sopralluoghi.
Scesi dal veicolo, i due continuavano a fare resistenza ed a minacciare gli operatori, i quali, durante le perquisizioni, rinvenivano un altro involucro contenente una dose di sostanza stupefacente occultata sotto un sedile dell’auto.
I cittadini extracomunitari, S.J. di anni 30 e N.M. di anni 33 con a carico numerosi precedenti di polizia, venivano arrestati per resistenza minaccia a P.U. e detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio.
Inoltre, con l’ausilio di personale della Polizia Stradale del locale Distaccamento, l’autovettura veniva sequestrata poiché priva di assicurazione, e l’autista deferito all’A.G. per guida reiterata senza patente.
Degli arresti si dava immediata notizia al P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta da Procuratore Capo dott. Eugenio Facciolla, il quale ne disponeva gli arresti domiciliari.

 

Minaccia di morte ex compagna, arrestato

CROTONE – Un uomo di 38 anni, G.P., è stato arrestato a Crotone dalla Polizia di Stato con l’accusa di stalking e maltrattamenti in famiglia. L’uomo avrebbe messo in atto continue minacce e violenze verbali già dal 2010 nei confronti della ex compagna dalla quale ha avuto una bambina. 

La vittima, in precedenza, aveva infatti denunciato il comportamento dell’ex compagno che, dopo avere preteso di entrare nella sua abitazione per prendere con sé la figlia, l’aveva minacciata tagliare la testa a lei e a tutta la sua famiglia. L’arresto dell’uomo eseguito da personale della Squadra mobile è stato fatto in esecuzione di una misura cautelare emessa dal Gip in ragione della gravità degli elementi e delle condotte emerse a carico dell’uomo.
   

Si barrica in casa minacciando di farla esplodere con il gas

CINQUEFRONDI (RC) – Una donna di 65 anni, dopo avere minacciato alcuni vicini tra i quali un minorenne con un cacciavite, si è barricata in casa minacciando di farla esplodere, ma è stata convinta a desistere dai carabinieri. E’ successo a Cinquefrondi. I carabinieri della Compagnia di Taurianova sono intervenuti dopo diverse segnalazioni di cittadini. Alla vista dei militari la donna si è barricata in casa minacciando che se non se ne fossero andati l’avrebbe fatta scoppiare con il gas. I militari hanno chiesto l’intervento del personale sanitario, dei vigili del fuoco e della Polizia municipale ed hanno contattato la società di distribuzione del gas per interrompere la fornitura. Per evitare rischi, però, i carabinieri si sono arrampicati sul muro esterno e dopo essersi introdotti in casa dalla finestra hanno tranquillizzato la donna e fatto entrare personale medico. La donna è stata poi sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio e portata in ospedale a Polistena.