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Ragazze Sporting Locri in campo, Tavecchio: “Ha vinto lo sport”

calcioa5locriLOCRI (RC) – “Le ragazze di Locri hanno vinto ed ha vinto lo sport. Noi abbiamo sempre rispettato il calcio femminile”. Questo è stato il commento a caldo del Presidente della Figc, Carlo Tavecchio, nel vedere le ragazze dello Sporting Locri scendere normalmente in campo per l’undicesima partita del campionato di calcio a cinque femminile di serie A. L’ingresso delle formazioni dello Sporting Locri e della Lazio è stato accompagnato da un fragoroso applauso del Palazzetto dello sport di Locri, felice di ritrovare le ragazze in campo dopo le intimidazioni subite e l’annuncio di voler ritirare la squadra.

Contro le minacce domani la Sporting Locri in campo. In tribuna Tavecchio

Carlo TavecchioLOCRI (RC) – Domani, domenica 10 gennaio, per la ripresa del campionato di serie A di calcio a cinque femminile, la Sporting Locri tornerà in campo, per dire no a qualsiasi forma di minaccia e intimidazione. Il match in programma domani vedrà le altlete dello Sporting affrontare le avversarie della Lazio: l’appuntamento è alle 18,00 al Palazzetto dello sport, ma la partita sarà anche trasmessa in diretta su Rai Sport e, in tribuna, sarà presente anche Carlo Tavecchio, presidente della Figc. Il ct Willy Lapuente ha dichiarato: “Siamo sereni e vogliamo solo concludere il campionato”.

 

Minacciato il sindaco di Bianco. Ernesto Magorno esprime la propria solidarietà

ernesto magornoBIANCO (RC) – Il segretario regionale del Partito democratico calabrese, on. Ernesto Magorno, esprime solidarietà e vicinanza al vice sindaco di Bianco, Pasquale Ceratti, per le minacce ricevute. “Ci troviamo dinanzi all’ennesimo gesto vile ai danni di un amministratore che cerca quotidianamente e con fatica di occuparsi della cosa pubblica – afferma Magorno -. Un gesto, espressione dell’arroganza e della prepotenza di chi cerca di piegare amministratori trasparenti e onesti alla legalità e alla correttezza, che va condannato assolutamente. Sono certo che proseguirà il proprio impegno con ancora maggiore coraggio e determinazione. Confido anche in una immediata reazione da parte della comunità che ora deve stringersi in maniera compatta intorno a Ceratti per continuare ad affermare la cultura della legalità e difendere la democrazia. L’errore più grande sarebbe quello di restare indifferenti o, peggio, mostrarsi rassegnati dinanzi a questi episodi ormai frequenti e preoccupanti perché cercando di minare nel profondo i processi democratici”.

Lo Sporting Locri sarà in campo il 10 gennaio. Anzi no

sporting locriLOCRI (RC) – “Il 10 gennaio, contro la Lazio, le ragazze saranno in campo”. L’annuncio nel corso della mattinata è stato rilanciato  tamburo battente da tutte le agenzie di stampa nazionali, che hanno citato l’intervista che il presidente dello Sporting Locri Ferdinando Armeni, ha rilasciato a Repubblica. Poi però, parlando alla Rai, Armeni ha compiuto un passo indietro. “Le mie parole sono state travisate – ha detto – Per quello che mi riguarda non ho più l serenità d’animo necessaria a continuare la mia avventura alla guida dello Sporting Locri. Ma non intendo interrompere questa bella avventura sportiva. Per questo sono  pronto a cedere gratuitamente la società proprio per consentire la prosecuzione del campionato”. In altre parole, se entro il 10 gennaio qualcuno si farà avanti per rilevare la squadra, il campionato proseguirà regolarmente. Altrimenti nisba. Con il clamore mediatico che ha sollevato la vicenda, comunque, c’è da scommettere che ci sia già la fila di imprenditori pronti a subentrare ad Armeni. Nella stessa intervista a Repubblica, il presidente dello Sporting Locri, definisce “offensive” le parole del presidente della Lazio Valerio Piersigilli, il quale ha detto di aver paura di giocare a Locri: “Mi ha molto ferito quell’affermazione e anche per questo dobbiamo scendere in campo. Locri è una città civile. Ha espresso solidarietà, le sue giocatrici hanno fatto tante telefonate alle nostre ragazze, questa sua uscita però è incomprensibile. Tra l’altro per sapere di questa terra – prosegue il presidente dello Sporting Locri – gli basterebbe chiedere alle sue atlete, alcune di loro sono della provincia di Reggio Calabria e altre hanno giocato tante volte anche a Locri. Dovrebbe informarsi meglio. Anche per questo dobbiamo giocare, dobbiamo far vedere quanto è bella e civile la nostra realtà, e questo a prescindere dalla presenza di una minoranza di criminali ignoranti”. A proposito della minacce, Armeni afferma di non avere una idea sui reali motivi: “So che i carabinieri stanno facendo il loro lavoro con cura ed io ho piena fiducia nelle istituzioni. Non posso fare altro che collaborare con gli investigatori e attendere l’esito delle indagini. Tendo ad escludere che i clan si interessino di una piccola realtà come la nostra”.

Calcio a 5.Informativa dei Carabinieri al vaglio del Pm

www.lametino.it
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LOCRI(RC)-L’informativa di reato redatta dalla compagnia dei carabinieri del Gruppo di Locri circa le minacce rivolte alla squadra di calcio a 5 che hanno indotto alla decisione di chiusura della società,  è stata trasmessa alla Procura della Repubblica. L’informativa è adesso al vaglio del pm di turno della Procura, che valuterà se aprire formalmente un’inchiesta per accertare il movente delle minacce ed identificarne il responsabile.

Minacce di morte per due giornalisti e un avvocato. Tutti i messaggi di solidarietà

Proiettile minacceVIBO VALENTIA Come regalo di Natale hanno trovato tre buste contenenti esplicite minacce di morte e altrettanti proiettili calibro 7.65. Si tratta di Pietro Comito, direttore responsabile della testata giornalistica LaC News 24, di Francesco Mobilio, giornalista della redazione vibonese de Il Quotidiano del Sud e di Marco Talarico, avvocato, già presidente del consiglio comunale di Vibo Valentia. Le tre missive sono state recapitate ai rispettivi indirizzi e, nel caso dei due giornalisti, alla sede delle redazioni d’appartenenza. Le buste, del tipo imbottite per la spedizione di cd, identiche nell’aspetto e nel formato, avevano anche il medesimo contenuto. In tutti e tre i casi, infatti, all’interno delle buste è stato rinvenuto lo stesso ritaglio di un titolo del Quotidiano del Sud del primo dicembre scorso, inerente la demolizione del cosiddetto “Palazzo della vergogna” a Vibo Valentia,; un proiettile calibro 7.65, un foglietto dattiloscritto in dialetto contenente minacce di morte e firmato “i frati 7.65”. Nel testo di legge: «Pi mo u iettasti… A scordata… i frati 7,65… Mu ti guardi sempre».

Il fatto è stato prontamente denunciato ai carabinieri e sull’episodio è alta l’attenzione del prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno, il quale se ne occuperà lunedì al rientro in sede in un apposito Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Un analogo episodio, nel 2009, aveva visto oggetto di minacce gli stessi Mobilio e Talarico e Giuseppe Baglivo, allora giornalista di Calabria Ora. Anche in quell’occasione il riferimento esplicito era alla demolizione del Palazzo della vergogna.

Ai colleghi Comito e Mobilio e all’avvocato Talarico la solidarietà della redazione di ottoetrenta.it

ALTRE REAZIONI

CARLO PARISI, segretario generale aggiunto della Fnsi: “Esprimere piena e convinta solidarietà ai colleghi Pietro Comito e Francesco Mobilio ed alle redazioni de LaC e del Quotidiano del Sud, oltre naturalmente all’ex presidente del Consiglio Comunale di Vibo Valentia, Marco Talarico, è un atto scontato e doveroso, ma non basta più. Il ripetersi della medesima intimidazione a distanza di sei anni ripropone, in tutta la sua drammaticità, il fenomeno dell’impunità di coloro che, a vario titolo e nelle più svariate forme, attentano alla libertà personale di quanti sono quotidianamente impegnati ad affermare e diffondere la cultura della legalità soprattutto in territori, come quello vibonese, particolarmente influenzati dal condizionamento mafioso. Territori nei quali c’è ancora chi pensa che basti spedire un proiettile in una busta per tappare la bocca o spezzare la penna ai giornalisti seri e impegnati a svolgere semplicemente il proprio mestiere. Episodi come questo devono indurre seriamente a riflettere giornali e giornalisti sul valore della professione che non può e non deve essere gestita con superficialità, né tantomeno affidata a giovani ed inesperti cronisti mal pagati o non pagati affatto a fronte del rischio della vita o, nella migliore delle ipotesi, del far vivere nella paura le proprie famiglie. Non è possibile, non è accettabile che dopo sei anni il responsabile o i responsabili di un episodio circostanziato come questo non abbiano ancora un nome. La Prefettura di Vibo Valentia, sempre sensibile ai problemi dei giornalisti, stimoli, quindi, forze dell’ordine e magistratura a fare piena luce sull’episodio e ad assicurare i responsabili alla giustizia. Non è, inoltre, possibile che validi e stimati giornalisti siano costretti a chiedersi se valga veramente la pena rischiare la vita senza la certezza di uno stipendio a fine mese. E quanto sia giusto dover combattere con un altro ‘nemico’ che non impugna la pistola, ma ti toglie comunque il sonno e la dignità: l’editore che ti paga a singhiozzo o non ti paga affatto mentre continui, con serietà, professionalità e coraggio, a tenere alta la bandiera della qualità dell’informazione e della libertà di stampa”.

MARIO OLIVERIO – Presidente della Giunta Regionale della Calabria: “Sono certo che anche questo tentativo di intimorire uomini che amano la verità e il proprio lavoro, sarà respinto e rispedito al mittente. La Calabria che vuole tenere alta la testa e la schiena dritta, le istituzioni democratiche ed i cittadini perbene, che in questa regione sono la maggioranza e non vogliono cedere alla paura, sono profondamente vicini e solidali a quanti come Mobilio, Comito e Talarico si oppongono ai soprusi e ad ogni tipo di prevaricazione mafiosa. La nostra regione ha bisogno di liberarsi definitivamente dalla piaga della criminalità e diventare, finalmente, una regione ‘normale’, una terra libera da paure e minacce. Mi auguro che i responsabili di questo ennesimo, vile atto intimidatorio siano individuati al più presto e consegnati alle autorità competenti”.

GIORNALISTI D’AZIONE: “Dopo le vili minacce ai due giornalisti Pietro Comito, direttore di LaC News 24, e Francesco Mobilio, della redazione vibonese de Il Quotidiano del Sud, il movimento “Giornalisti d’Azione” esprime disprezzo per la parte «malata» della Calabria, quella della ‘ndrangheta, del malaffare, delle minacce a chi svolge il proprio lavoro e piena solidarietà ai colleghi. “Giornalisti d’Azione” esprime, dunque, rabbia per questi gesti vili che soffocano la democrazia, la libertà,i progetti e i sogni di chi lavora per costruire una Calabria nuova, diversa. Pertanto, il movimento si augura che i fautori di questo gesto vengano assicurati alla giustizia e, soprattutto, auspica che questo episodio possa finalmente essere occasione di mettere in atto una operazione di pulizia anche della cosiddetta «zona grigia», capace, cioè, di isolare coloro i quali pur non avendo la «patente» di mafiosi, e dunque pur non usando fucile e pistola, condizionano le persone in ogni ambito sociale, soffocando, nei fatti, ogni tentativo di cambiamento reale”.

SEBASTIANO BARBANTI – Deputato: “I giornalisti che hanno subito il grave atto intimidatorio hanno bisogno soprattutto delle istituzioni, non solo della solidarietà. Siamo alle solite: due giornalisti fanno il loro lavoro nell’amara terra di Calabria e le cosche, non appena hanno il sentore che siano emarginati dalle istituzioni, colpiscono. In questi casi è giusto che le istituzioni diano solidarietà a chi subisce questi atti meschini, ma ritengo che sia necessario soprattutto far sentire la presenza delle istituzioni con atti concreti, magari con la copertura politico-istituzionale delle indagini giornalistiche che hanno punto sul vivo le cosche. Detto questo sono disponibile nel supportare le loro future indagini giornalistiche e quelle in corso ed auspico che la politica tutta faccia seguire alla solidarietà azioni concrete affinché queste azioni deprecabili non abbiano più niente a che fare con la nostra terra e la nostra cultura”.

DORINA BIANCHI (deputato e componente della Commissione Parlamentare Antimafia): “Qualcuno avrebbe voluto rovinare il loro natale, ma non c’è riuscito perché la forza delle idee e della verità è più forte di qualsiasi minaccia ed intimidazione. Piena solidarietà ai due giornalisti Pietro Comito, direttore responsabile dell’emittente televisiva La C, e Francesco Mobilio, del Quotidiano del Sud per il grave atto intimidatorio perpetrato nei loro confronti. Un atto di violenza che ferisce la coscienza democratica della città e di tutti coloro che credono nei valori e nei principi della democrazia, della convivenza civile e della verità”. Auspichiamo dunque che, anche alla luce di quest’ultimo episodio di intimidazione di chiara matrice ndranghetista, le indagini della magistratura e delle forze di polizia possano imprimere quella svolta necessaria per assicurare alla giustizia i responsabili delle organizzazioni malavitose e della criminalità in Provincia di Vibo Valentia”.

 

Sms di minacce al sindaco Papasso

CASSANO ALLO IONIO (CS) – Il Sindaco di Cassano all’Ionio, Giovanni Papasso, ha presentato formale denuncia di querela contro ignoti presentandosi alla Tenenza di Cassano all’Ionio, poiché in data 23 agosto ha ricevuto un sms di minacce sulla propria utenza telefonica utilizzata nell’esercizio della funzione di Sindaco pro tempore del comune delle Terme con il seguente testo: “Non pensare alla solidarietà degli altri perché quando scendi da cavallo ne avrai bisogno per te.” Il messaggio anonimo di minaccia è risultato essere stato inviato da una cabina telefonica sita in Viale Magna Grecia, n°1 a Sibari.Giovanni Papasso

“Il messaggio intimidatorio” ha spiegato il Sindaco Giovanni Papasso “è arrivato a due giorni dopo aver espresso solidarietà al collega Sindaco di Albidona, Salvatore Aurelio, e aver partecipato ad un incontro pubblico sulla legalità e la solidarietà durante il quale ho condannato pubblicamente quanto accaduto incitando i valori della legalità. Sicuramente l’ignoto mittente” ha riferito ancora il primo cittadino “non ha gradito il mio intervento ed evidentemente non apprezza nemmeno il mio lavoro a favore del rispetto delle regole e delle leggi del nostro Paese e a tal proposito posso affermare a gran voce che andrò avanti nell’esercizio delle mie funzioni senza lasciarmi intimorire da simili atti e continuerò sul solco tracciato sino ad ora sempre portando avanti i valori della legalità.”

Il Comune di Gioia Tauro vicino alla cooperativa “Giovani in vita”

Gioia_Tauro-StemmaGIOIA TAURO (RC) – L’Amministrazione comunale, in riferimento al vile atto perpetrato ai danni della Cooperativa “Giovani in Vita”, intende esprimere la più ferma condanna nei confronti degli ignoti autori e la massima solidarietà in sostegno delle vittime del gesto. Tutte le persone oneste di Gioia Tauro troveranno in questa amministrazione sostegno fattivo e non formale nella comune battaglia contro la ‘ndrangheta per il ripristino dello stato di diritto, indispensabile per instaurare una civile convivenza.

“Giù le mani da mio padre”: Guardia giurata identificata per minacce ad infermiera del P.S. triage

th (33)Nel pomeriggio di ieri 29 giugno u.s., verso le ore 19.10, personale della Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà P.S.C. di anni 32, di professione guardia giurata, per minaccia aggravata nei confronti di un’infermiera in servizio presso il “triage” del Pronto Soccorso del locale Ospedale Civile dell’Annunziata. La guardia giurata, P.S.C., di anni 32, in servizio di vigilanza presso un istituto di credito di questo capoluogo, si era presentato, in divisa, presso il pronto soccorso dell’Ospedale, ove rintracciava un’infermiera costà in servizio, minacciandola di morte perché, a suo dire, aveva intrecciato una relazione con suo padre. Il P.S.C., in evidente stato di agitazione, veniva affrontato dall’Agente della Polizia di Stato in servizio presso il locale Posto Fisso di Polizia che, dopo averlo calmato, lo accompagnava presso i locali del Posto Fisso medesimo per essere identificato; contestualmente giungevano due equipaggi della Squadra Volante che provvedevano a sequestrare l’arma e le munizioni detenute dalla guardia giurata. Il personale della Polizia di Stato intervenuto trovava l’infermiera del Pronto Soccorso in evidente stato di shock. La stessa veniva refertata; anche per la guardia giurata veniva emesso referto medico, diagnosticando uno stato di “agitazione psico-motoria”, per cui veniva sottoposto ad opportuna terapia farmacologica. L’arma ed il munizionamento sequestrato veniva preso in consegna dal personale della Polizia di Stato intervenuto sul posto, per essere custodito presso gli Uffuci della Questura, in attesa delle determinazioni da parte dell’A.G. competente.

Daspo, minacce e fumogeni

REGGIO CALABRIA – Il Questore di Reggio Calabria ha emesso 7 provvedimenti di Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive). Uno nei confronti del Presidente della Nuova Rosarnese che durante l’intervallo della partita di calcio con la squadra del San Ferdinando, si sarebbe reso protagonista di alcune minacce verso l’arbitro. Altro fermo per un giovane che nel corso della partita tra Locri e Serrese, ha lanciato fumogeni in mezzo al campo. I restanti cinque Daspo sono rivolti ai tifosi della squadra di calcio del Locri.