Archivi tag: ministero

Regione, difesa ambiente e territorio, ieri incontro al ministero

ROMA – Si è svolto, nella sede il ministero dell’ambiente, il primo incontro tra le Regioni e il ministro Sergio Costa per trattare tutte le problematiche inerenti la difesa dell’ambiente e del territorio.

Alla presenza del presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, l’assessore Donatella Spano, nella qualità di coordinatrice degli assessori all’ambiente, ha consegnato al ministro un nutrito dossier che riassume le tematiche afferenti i rifiuti, la tutela delle acque, la qualità dell’aria, la tutela del suolo e assetto idrogeologico, le procedure di valutazione ambientale, i cambiamenti climatici e l’agenzia italiana meteo.

La Regione Calabria è stata rappresentata dagli assessori Antonella Rizzo e Franco Rossi.

L’assessore Rizzo ha relazionato sulla problematica delle infrazioni comunitarie trattando nel dettaglio la questione sulle bonifiche dei SIN e sull’accelerazione  per l’eventuale nomina del commissario. Il secondo argomento trattato dall’assessore all’ambiente ha riguardato l’individuazione dei criteri di priorità di accesso presso gli impianti di incenerimento e la necessità di assicurare la priorità di accesso ai rifiuti urbani prodotti nel territorio regionale. In terza battuta la Rizzo ha evidenziato l’esigenza di rispettare il principio di autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi e dei rifiuti derivanti dal loro trattamento in ambiti territoriali ottimali, al fine di evitare che anche nella nostra regione, come in altre, vengano conferiti rifiuti urbani pretrattati al fine di farli diventare speciali.

L’esponente della Giunta della Regione Calabria ha poi illustrato il programma di interventi previsti dal decreto Italia sicura mettendo in evidenza, la tempestiva ripresa del percorso avviato con il passato governo, per arrivare alla definitiva approvazione degli accordi di programma.

Infine l’assessore Rizzo ha affrontato il problema tanto caro al ministro Costa: plastica free, con l’illustrazione del lavoro svolto dalla Regione Calabria in tema di microplastiche in mare, attraverso il programma Marine strategy e la possibilità di firmare accordi con le capitanerie di porto e le cooperative della piccola pesca per avviare una campagna di raccolta dei rifiuti in mare.

Il Ministro ha espresso grande apprezzamento per il lavoro svolto dall’assessore Rizzo e dall’intero dipartimento ambiente e ha richiesto uno specifico dossier al fine di calendarizzare un incontro per affrontare nello specifico le problematiche esposte.

L’assessore Rossi ha illustrato i contratti di fiume evidenziando come gli stessi siano uno strumento di programmazione strategica e negoziata, per la tutela, la gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree. In tal senso Rossi ha rimarcato come risulti strategico codificare normativamente il processo dei contratti di fiume, definendo apposite azioni di supporto e affiancamento ai territori. Tali azioni dovranno coinvolgere il coordinamento delle Regioni ed individuare risorse finanziarie dedicate.Il ministro Costa si è complimentato con l’assessore Rossi per l’attività portata avanti su una tematica che svolge il duplice ruolo di tutela e sviluppo dei territori. Ha inoltre chiesto all’assessore Rossi di fornirgli il dettaglio del lavoro finora svolto perché a livello centrale si possa coordinare un’azione sinergica che, attraverso un’apposita previsione normativa, dedichi specifiche risorse alle regioni che portano avanti tali problematiche.La riunione si è conclusa con un aggiornamento per il prossimo  mese di settembre.

Elezioni Unical, Orsomarso, «Con Crisci democrazia sospesa»

COSENZA – «Mi sento in dovere di intervenire in merito alla questione, e alle relative polemiche, riguardanti il rinvio delle elezioni universitarie per il rinnovo della componente studentesca dell’Università della Calabria, previste per  il 16 e il 17 maggio». E’ quanto afferma in una nota il consigliere regionale Fausto Orsomarso

«Stiamo, invero, assistendo ad una vera e propria sospensione della democrazia da parte del Rettore Crisci. Pertanto, posto che tale situazione risulta inaccettabile, lo invito al rispetto delle regole e, soprattutto, della libertà degli studenti. È la seconda volta dall’inizio del suo mandato, infatti, che il Rettore interviene a gamba tesa sulle elezioni degli studenti, come già avvenne nel novembre 2015.Sono pronto ad affermare che, in caso di immotivato rinvio, avvieremo in tutte le sedi competenti, a partire dal Parlamento, le dovute richieste di chiarimento, anche attraverso una ispezione del Ministero».

 

 

Enzo Bruno incontra i lavoratori e rilancia l’impegno per la vertenza al ministero

CATANZARO- Aumentare i posti dei tirocinanti della Giustizia in Calabria, non per alimentare forme di assistenzialismo, ma per dare il giusto seguito al percorso intrapreso dal Ministero della Giustizia e far rispettare gli impegni precedentemente assunti con i lavoratori. Incontrando  ancora una volta i tirocinanti della giustizia, in sala Giunta, ieri pomeriggio nel corso di una riunione organizzata dal sindacato Cisal, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, si è impegnato a riproporre all’attenzione dei tavoli nazionali competenti questa delicata vertenza, in attesa di definizione normativa da troppo tempo.
Il presidente della Provincia, che è anche segretario provinciale del Partito democratico di Catanzaro, ha ascoltato nuovamente le preoccupazioni dei tirocinanti, rilanciando gli impegni assunti in occasione del primo confronto dei tirocinanti con il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, e del successivo incontro con il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Luca Lotti. In quella occasione – maturata nella Sala Giunta della Provincia grazie all’intermediazione del presidente Bruno -, sindacalisti e tirocinanti hanno ribadito la necessità di arrivare all’aumento considerevole dei posti nella Regione Calabria, in previsione del Bando ministeriale. La Cisal ha posto l’attenzione su un importante dato nazionale: in regioni in cui il numero di tirocinanti è stato sempre molto basso sono stati messi a bando un numero elevato di posti, viceversa nelle regioni con un numero elevato di tirocinanti le posizioni disponibili sono state bassissime. La richiesta  dell’aumento dei posti nella Regione Calabria, utilizzando i circa 330 posti rimasti scoperti nelle altre regioni, ha assicurato Bruno, sarà rilanciata al Governo e riproposta ai sottosegretari Lotti e Ferri entro la fine di maggio. “I tirocinanti nel corso degli ultimi anni, grazie alla formazione specialistica acquisita, hanno garantito con il proprio lavoro il funzionamento degli Uffici Giudiziari italiani – conclude Bruno -.  In una regione come la nostra dove le strutture giudiziarie hanno bisogno di essere potenziate, nel rispetto delle professionalità maturate non possiamo non tener conto del diritto dei lavoratori ad avere risposte”.
 f6eaf51c-f775-43ab-b6cf-38b1b8cdbc51

Francesco Molinari presenta un’interrogazione sul caso di padre Fedele

COSENZA – Francesco Molinari ha presentato al Ministero della Giustizia un’interrogazione Parlamentare in merito al caso che ha coinvolto padre Fedele Bisceglia. Il problema dell’interrogativo riguarda anzitutto “l’ingiusta giustizia” che ha visto l’annullamento della vita del frate, nonostante sia stata già chiarita la sua posizione. Nella premessa dell’interrogazione vengono ripercorse le tappe del processo in cui il francescano, accusato di violenza sessuale ai danni di una suora, è stato, successivamente,  pienamente assolto per la palese falsità delle accuse. Non prima però che una prima sentenza , del 2011, confermata in Appello, lo avesse condannato a 9 anni e 3 mesi di reclusione. La sentenza nel 2015 è stata annullata dopo che la presunta vittima venne considerata inattendibile.

Padre-Fedele

E’ su quest’aspetto che si sofferma il senatore Molinari, sul rinvenimento da parte della difesa, presso l’archivio del Tribunale di Cosenza, di un fascicolo contenente l’archiviazione non lusinghiera di procedimenti penali che avevano visto la stessa suora al centro di episodi analoghi a quelli che avevano visto condannato il frate. Fascicolo archiviato dal gip Luigi Branda dopo essere passato al vaglio del titolare delle indagini, Claudio Curreli, senza essere mai stato acquisito, nonostante l’evidente legame con il troncone principale del processo che avrebbe visto condannato Bisceglia, e da cui emergeva con chiarezza l’inattendibilità della parte lesa, posta a sostegno della decisione della Cassazione.

Il 12 marzo 2015  il Giudice per le indagini preliminari di Salerno, in ordine alla notizia di reato aperta per indagare l’operato dei due magistrati, pur disponendo  l’archiviazione degli atti per infondatezza della notizia di reato, ha comunque espresso significative perplessità sull’operato dei magistrati.

Ciò che ci si chiede  è se il Ministro non ritenga necessario intervenire con i suoi poteri ispettivi e disciplinari nei confronti dei magistrati citati per dare sostanza a quei motivi di perplessità oggettivamente accennati dal Giudice per le indagini preliminari di Salerno nel suo decreto di archiviazione.

Ricordando che Padre Francesco Bisceglia è stato assolto da tutti i reati a lui ascritti per  «l’incongruenza e l’illogicità di ogni episodio, caratterizzato da tratti anche fantasiosi e per  il contenuto delle denunce senza riscontro delle violenze presentate», nonostante la gogna mediatica a cui è stato sottoposto per tutti questi anni, ci si chiede se il gioco delle parti in un processo debba essere porto franco di comportamenti il cui valore etico sia altamente discutibile.

Per maggiori informazioni si può visualizzare l’interrogazione di Francesco Molinari:

Interrogazione Padre Fedele (2)

Olio estero spacciato per italiano. Maxi operazione antifrode tra Puglia e Calabria

Olio 2TRANI (BA) – L’Ispettorato repressione frodi del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha condotto una vasta operazione, denominata in codice “Mamma Mia”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, in collaborazione con la Guardia di finanza, che ha portato al blocco di un vasto e collaudato sistema di frode, radicato in Puglia e Calabria, nel settore oleario. Sono otto gli indagati, accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali, connessi a un giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro, attestanti il commercio di 2mila tonnellate di olio certificato 100% italiano ma proveniente in realtà da altri paesi. La minuziosa e complessa attività di analisi degli investigatori ministeriali, ha permesso di accertare che tra il 2014 ed il 2015 oltre 2mila tonnellate di olio extravergine di oliva proveniente da Spagna e Grecia sono state commercializzate come olio 100% Italiano. Il complesso sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese pugliesi e calabresi che emettevano falsa documentazione attestante l’origine nazionale di olio extravergine di oliva. Il prodotto poi, arrivava presso ignari soggetti imbottigliatori pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato con la certificazione apparentemente regolare di made in Italy. Le persone coinvolte provvedevano poi a smaltire l’olio non italiano attraverso vendite fittizie a operatori compiacenti, anche esteri, al fine di farne perdere le tracce. Le ipotesi investigative sono state confermate anche da Organismi di controllo esteri. Alla luce di quanto emerso dalle indagini, su delega e sotto il coordinamento del dott. Antonio Savasta della Procura della Repubblica di Trani, con la collaborazione della Guardia di Finanza di Andria, Crotone e Gioia Tauro, sono stati eseguiti 16 sequestri e 12 perquisizioni. Nel corso dell’operazione è stata sequestrata un’ingente mole di documentazione e anche materiale informatico, attualmente al vaglio degli investigatori dell’Ispettorato repressione frodi. Le partite di falso olio 100% Italiano sono state rintracciate mediante la documentazione di vendita, mentre le quote ancora residue saranno ritirate dal mercato mediante un articolato sistema di richiamo dei prodotti irregolari.

Liceo Fermi, rimuovete quella preside. Interrogazione parlamentare di Fassina

Liceo Fermi 1ROMA – Torna di attualità la presunta cattiva gestione del Liceo Scientifico “Enrico Fermi” di Cosenza, sotto la lente di ingrandimento del Ministero dell’Istruzione e delle organizzazioni sindacali per una serie di presunti abusi dei diritti dei lavoratori esercitati dal dirigente scolastico. A riportare la questione all’attenzione del Governo è una interrogazione firmata dai deputati civatiani Stefano Fassina e Monica Gregori, imbeccati chissà da chi, visto che entrambi con Cosenza hanno davvero poco a che fare.

Nel documento indirizzato alla titolare del Miur, gli onorevoli Fassina e Gregori si chiedono come mai il dirigente scolastico Michela Bilotta sia stata riconfermata al proprio posto nonostante in quell’istituto “si è riscontrata unaStefano-Fassina ininterrotta serie di fatti lesivi dei diritti dei lavoratori e della loro dignità, fatti che disattendono le disposizioni contrattuali e che sono stati denunciati e documentati puntualmente dalle locali organizzazioni sindacali del settore scuola”. Stefano Fassina e Monica Gregori sottolineano che, nel luglio 2014, Michela Bilotta è stata riconfermata nella sua attuale sede “nonostante la naturale scadenza del contratto triennale. Dopo alcune ispezioni inviate dall’ufficio scolastico regionale, si è svolta, nel settembre 2014, un’ispezione collegiale inviata dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, che ha ascoltato personale docente, personale tecnico e studenti; l’ispezione – precisano i parlamentari – ha prodotto una pesantissima relazione, che ha determinato il provvedimento di sospensione del dirigente scolastico, una sospensione che, intervenendo per Monica-Gregorisoli 15 giorni, non ha certamente individuato una soluzione definitiva alle irregolarità riscontrate; ciononostante, il direttore generale dell’ufficio scolastico regionale della Calabria, a quanto consta agli interroganti, non ha preso ulteriori provvedimenti in merito”. Per tutti questi motivi i due deputati si rivolgono al Ministro Giannini per chiederle se “non intenda valutare la sussistenza dei presupposti per promuovere iniziative ispettive presso le strutture dirigenziali dell’ufficio scolastico regionale della Calabria e del liceo Fermi di Cosenza, per verificare con certezza e trasparenza le motivazioni che hanno condotto alla riconferma del dirigente scolastico, e se, al contrario, non sussistano effettive condotte irregolari tali da giustificare l’individuazioni di soluzioni alternative per la gestione del liceo Fermi Cosenza”.