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Maria Grazia Fontana da Tale e Quale Show ancora a Cosenza per una nuova masterclass

COSENZA – È tutto pronto per il secondo step della Masterclass propedeutica dedicata ad attori, cantanti e ballerini, con Maria Grazia Fontana, vocalist e vocal coach, già docente di “Amici di Maria De Filippi” e attualmente coach in “Tale e Quale Show”. Un percorso iniziato a marzo scorso e che 13 e 14 giugno vedrà tornare protagonisti gli artisti che vogliono perfezionarsi nelle principali tecniche di formazione tradizionale, per un approccio scenico completo.

Il coach di “Tale e Quale show” ritorna a insegnare nuovamente a Cosenza, nelle sale del Dance studio di Mirella Castriota, per riprendere il percorso lasciato in standby a marzo, che ricomincia con un corso finalizzato alla messa in scena di uno spettacolo inedito, costruito ad hoc sui partecipanti, dopo il percorso formativo.

È quanto avviene già in altre città d’Italia e prima d’ora mai realizzato in Calabria: in scena giovani artisti, prima formati e poi diretti da Maria Grazia e Attilio Fontana (attore, cantante e compositore, già conosciuto come membro dei “Ragazzi Italiani” e attualmente in teatro con “Actor Dei”). Da qui nasce la volontà di Francesco Mastroianni – attore e cantautore cosentino, reduce dalla tournée europea del musical “Jesus Christ Super Star” – «creare una nuova realtà di formazione professionale costante, ancora non presente sul territorio calabrese, dedicata agli artisti che vogliono specializzarsi e che aspirano a lavorare nel mondo dello spettacolo».

Stavolta ad affiancare Maria Grazia Fontana sarà la coreografa Anna Gargiulo che vanta un curriculum di tutto rispetto tra tv, cinema e teatro.

Nelle due giornate formative del 13 e 14 giugno, si lavorerà non a caso sulla percezione del corpo, la consapevolezza e l’utilizzo di esso come mezzo espressivo. Un lavoro simbiotico, sulla musica, tra la coreografa e la vocal coach, uno step preparatorio alla messa in scena di uno spettacolo inedito.

«Questi step, o meglio i lab, avvengono prima ancora di mettere mano al copione – spiega Maria Grazia Fontana –  toccando diverse aree, da quella che è la recitazione, al canto, alla consapevolezza dello strumento corpo». Quest’ultima infatti può essere magari meno spiccata per un cantante che per un ballerino; viceversa, per un cantante o un attore è più accentuata la sfera emotiva. «Andiamo così a strutturare i ragazzi da tutti i punti di vista in questo primo periodo dedicato ai lab, per imparare gli alfabeti dell’artista a 360 gradi e non lavorare a compartimenti stagni. Solo dopo si andrà ad agire sull’opera».

«Abbiamo trovato terreno fertile per iniziare un percorso che rappresenta una nuova occasione per gli artisti di questa regione», avevano annunciato a marzo Attilio e Maria Grazia Fontana.

«La promessa di andare in scena sarà assolutamente onorata – afferma oggi Maria Grazia – i tempi li testeremo di volta in volta man mano che i ragazzi faranno progressi. Anche perché una volta in scena vogliamo tutelare questi artisti, vogliamo che facciano tutti un buon lavoro, per restituire loro la luce che meritano e per la quale hanno lavorato».

Tutto ciò avverrà sfruttando al massimo le potenzialità degli artisti che si cimenteranno in questo percorso. E «una volta formata la “compagnia” – conclude Maria Grazia Fontana – li porteremo avanti fino alla messa in scena dell’opera».

 

I Miserabili: di scena al Garden la compagnia Skanderberg, tra miseria e patriottismo

00717.00_00_07_20.Immagine001RENDE (CS)  – Formare giovani artisti completi. ‘E diventato questo l’ obiettivo di quella che un tempo nacque come scuola di danza ed oggi è, a tutti gli effetti, un luogo in cui ballo, canto e recitazione si intrecciano, in un unico grande abbraccio, per dar vita a quadri e musical di grande intensità:la scuola d’arte di Mirella Castriota. Come ogni anno, a ridosso del saggio finale, la compagnia Skanderberg, nata nel 1985 e fucina di talenti per moltissimo tempo (ultimo il giovanissimo Renato Capalbo, oggi nel corpo di ballo del celebre Notre Dame De Paris), si cimenta nella realizzazione del classico musical. Per la chiusura dell’ anno accademico 2015/2016, Luca Ziccarelli e Mirella Castriota, registi dello spettacolo, hanno scelto di riesumare la celebre versione de “I Miserabili” ispirata al film musicale di Tom Hooper (tratto dall’omonimo musical) e andata in scena al Teatro Garden di Rende.

Un’ opera particolarmente complessa, attraversata da temi forti, a tratti pericolosamente pedante, nei quali libertà, giudizio, povertà, patriottismo, amore e disperazione trovano il loro spazio. Cadute e risalite, peccati e redenzioni, sono stati il centro dell’interesse del regista  e protagonista assoluto, che nel ruolo di Jean Valjean, ha interpretato un uomo, appena uscito di prigione e in cerca di redenzione. Perseguitato, dopo aver fatto fortuna come imprenditore e sindaco di provincia, dal perfido Javert (Gianmarco Marcianò), è costretto a fuggire nuovamente portando con sé la piccola Cosette, (Elena Panza-da bambina e Sara Froio), che alleva come una figlia. Lo spettacolo, che racconta una Parigi post resurrezione, nell’arco di vent’anni, riflette, come davanti ad uno specchio, i problemi sociali e le vite della parte più disperata del mondo, quella, appunto dei miserabili  e tocca le corde di anime che assistono, più ad un dramma immaginario che reale.

Ad applaudire, incurante delle inevitabili quanto perdonabili imprecisioni, un pubblico entusiasta e gremito. A spiccare, tra i giovanissimi attori, una simpaticissima Maria Assunta Castellano, nei panni di un’ opportunista  Madame Thenardier  e la bella Giada Cosenza, le cui doti canore risaltano tanto quanto la recitazione. Un plauso speciale alla piccola Cosette, alias Elena Panza, garbatamente emozionante nonostante l’età giusta per sbagliare. Apprezzabili le scenografie di Alessia Lucchetta e i costumi di Patrizia Castriota. Nel complesso, l’intera rappresentazione funziona, più negli assoli che nei quadri corali, dove è la danza in quanto tale, ad emergere meno rispetto al passato e a dare, certamente, meno brividi di ciò che potrebbe.

 

Lia Giannini