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Movimentazione vitelli, Molinaro: «Mercato al collasso»

COSENZA – Gli allevatori sono costretti a ritardare il rientro dalla transumanza poiché stanno facendo i conti con una brutta sorpresa. «Il mercato dei vitelli destinati all’ingrasso è al collasso, a causa del perdurare del blocco della movimentazione imposto dalle misure di restrizione conseguenti alla Blue Tongue. Pertanto non si possono vendere fuori dalla Calabria i vitelli nati in transumanza e gli allevatori non hanno, in pianura, spazi sufficienti e non possono affrontare ulteriori costi economici per mantenerli. La denuncia è di Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria. «Ancora una volta – dice scrive Molinaro in una nota – la zootecnia è costretta a fare i conti con i ritardi e le inefficienze della task-force veterinaria ed a pagarne le conseguenze è il comparto bovino che basa la propria economia sulla vendita dei vitelli da ristallo nei centri di ingrasso della penisola, in particolare Puglia e Veneto. Vi è una forte preoccupazione – aggiunge Molinaro – perché  non c’è il vaccino per il Sierotipo2 degli animali appartenenti alle specie sensibili e questo appunto – spiega – non consente, la libera movimentazione dei capi. Una batosta insomma  – ribadisce Molinaro – a meno che, la soluzione – afferma ironicamente – non sia inserita all’interno del protocollo con il Giappone che pare essere il cavallo di battaglia della Task- force veterinaria. Chiediamo – conclude – che il problema venga affrontato e risolto immediatamente . Da parte nostra stiamo procedendo ad una ricognizione dei dati e ci riserviamo di chiedere alla Regione Calabria di pagare i danni subiti e subendi agli allevatori».

Proroga Bandi Psr, Molinaro esprime la sua preoccupazione

Molinaro: mancata semplificazione amministrativa, digitalizzazione complicata e inadeguatezza di qualcuno penalizza la competitività dell’agricoltura calabrese

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«Il Commissario Europeo alle Politiche Regionali, Cretu, nell’ultima dichiarazione è perentoria e mette direttamente il dito nella piaga. Accelerare sull’attuazione della capacità amministrativa, processo di certificazione e di audit delle spese e poi a corollario afferma: alcune regioni (tra queste la Calabria) non crescono nonostante tutti i soldi che ci spendiamo. Vogliamo capire i motivi del perché questo accade». Dichiarazioni – afferma Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che fanno tremare le vene e ci riportano alla nuda e cruda realtà. Evidentemente, nonostante molto spesso si tende ad esaltare, non siamo i primi. Anzi! Si esulta quando si scrive e approva il programma (leggi PSR 2014-2020), ma poi quando si va nel concreto, ci si imbatte in farraginosità, con la permanente lentezza nella fase operativa. Ad ammetterlo – prosegue è sia l’Autorità di Gestione del PSR  che il Dipartimento Agricoltura che nei decreti di proroga di questi giorni testualmente scrivono : «che il termine di presentazione delle domande scade a ridosso del periodo estivo con notevoli difficoltà a predisporre la documentazione richiesta per la partecipazione al bando»; ed ancora: «il persistere delle esigenze di questa Amministrazione di dare riscontro alle innumerevoli richieste di chiarimento presentate a mezzo FAQ da parte dei potenziali beneficiari». Il balletto delle proroghe che il Dipartimento Agricoltura e Autorità di Gestione stanno decretando – chiarisce Molinaro – si poteva evitare se solo ci fosse stata l’umiltà di accettare i suggerimenti fatti sin dall’ inizio della programmazione e fino al Comitato di Sorveglianza (febbraio 2016)  e se con continuità si fosse fatto ricorso a tavoli tecnici con i soggetti portatori di interesse. Con le proroghe – continua – certamente qualche giovane non potrà accedere ai finanziamenti, Coldiretti aveva proposto la domanda semplificata come peraltro fatto da qualche  regione. I nodi si sa, vengono sempre al pettine ed a pagare un prezzo salatissimo sono i giovani appunto ma anche le imprese che non possono programmare gli interventi con rischi forti di eleggibilità della spesa e il risultato di rinviare nel tempo la realizzazione delle opere e i relativi pagamenti.  Prorogare scadenze già fissate è indicativo del cattivo funzionamento: gli impegni presi non si riescono a rispettare nei tempi previsti e si chiede un rinvio. Anzi, è la spia di una scarsa efficacia che, nemmeno l’elevato numero di incontri promozionali sul PSR (circa 90) è riuscita a colmare. Forse accentuare le riunioni del partenariato socio-economico, (non si riunisce da febbraio) avrebbe impedito un siffatto atteggiamento che ha comportato scelte infelici quali il business-plan di Ismea che come avevamo detto in tempi non sospetti era complicato.  Ma si sa, si è più propensi ad accettare suggerimenti nell’orecchio piuttosto che frutto di un confronto! Oltre alle proroghe allora – conclude Molinaro – invitiamo la Regione che nell’interesse generale si intervenga per eliminare le criticità che rischiano di indebolire la competitività del sistema agroalimentare calabrese».

L’A3 sta superando lo stress – test del turismo 2016

CATANZARO – «La Calabria ha bisogno di essere scoperta, ne ha tutte le potenzialità e l’autostrada A3 rappresenta uno slancio vero verso la Regione. Non solo le banche si sono sottoposte allo stress-test. In questi giorni anche l’autostrada A3 Sa-RC sta superando brillantemente lo stress-test del turismo 2016 e si può ben dire che si sta guadagnando nel rating la tripla A una fascia di voto elevata». Con questa analogia, Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria, commenta il superamento di tante e troppe criticità che hanno accompagnato in questi anni, più del dovuto, l’ammodernamento di questa importante arteria.

«E’ necessario però che si continui a vigilare – prosegue -, è troppo importante evitare rigidità e attuare invece una efficace metodologia che valorizzi l’intera Calabria che è una regione che ha l’urgenza di essere scoperta. Ci crediamo molto! Proprio un anno fa – riferisce- in occasione di Expo Milano avevamo fatto una sorta di scommessa e  lanciato il tema “A3 Sa-Rc, 32 porte per connettersi con la Calabria”. A3 Sa-Rc le 32 porteUn’idea progettuale che partiva  dalla Calabria con grande forza per invertire luoghi comuni, per fare sinergia tra infrastrutture e sviluppo economico reale, per presentare ai viaggiatori il volto migliore di una regione antica, autentica e accogliente  e che dispone di un immenso patrimonio agroalimentare ed enogastronomico che sempre di più va fatto conoscere. Adesso – ribadisce Molinaro –dobbiamo passare alla fase della maturità e collegare le 32 uscite dell’autostrada che, sulla sponda tirrenica, collega il Pollino allo Stretto di Messina, alla nuova frontiera turistica  fatta dai beni culturali, della natura tutelata, della media montagna, dell’agricoltura di qualità, dei territori dotati di grande e irripetibile identità, dell’agroalimentare d’eccellenza e dell’enogastronomia, è un’idea che continueremo a realizzare e che ci piace perché parla di una Calabria positiva, di una Calabria che lavora e che rivendica la propria identità con orgoglio e che deve avere sempre di più certezze e non incertezze. In fondo queste sono le nostre  risorse in termini di Pil e occupazione. Possiamo stravolgere la geografia del turismo aprendo nuovi scenari con grandi possibilità di espansione».

A Corigliano la seconda tappa del tour di Coldiretti, “La Regione e le Ragioni del cuore”

CORIGLIANO CALABRO (CS) – Prosegue con la seconda tappa, prevista per lunedì 11 luglio dalle 17,30 a Corigliano Calabro, il Tour Coldiretti 2016, “La Regione e le Ragioni del cuore”. Il secondo appuntamento, dopo l’apertura a Castrovillari, si svolgerà presso il Centro di Eccellenza di via Machiavelli e rientra in un ambizioso progetto destinato a toccare i territori calabresi, per «incontrare 10mila soci ma anche cittadini, sindaci e  rappresentanti delle istituzioni ad ogni livello», ha voluto precisare il Presidente Molinaro.

«Saranno affrontati  gli obiettivi strategici della filiera agricola italiana strettamente legati alla vocazione agricola ma anche turistica e paesaggistica del territorio con un focus particolare sulla cooperazione in agricoltura che deve riscoprire sempre di più la mutualità verso soci e cittadini.  In primo piano ci sarà il dissesto idrogeologico, la cura e gli interventi sul territorio,  che appena un anno fa con una violenta alluvione  ha messo a dura prova il sistema economico e la sicurezza dei cittadini e poi la ristrutturazione degli agrumeti.  Ed ancora: la redditività delle imprese agricole, la tutela delle produzioni con in testa il prodotto principe IGP Clementina di Calabria, la tracciabilità e l’etichettatura dei prodotti, il PSR 2014-2020. I dirigenti della Coldiretti Calabria e i vertici del Consorzio di Bonifica di Trebisacce in modo significativo affronteranno nel cuore del distretto agroalimentare della Sibaritide, con una forte specificità agrumicola e olivicola questi temi. Con un “faccia a faccia” serrato – ha concluso Molinaro – indicheranno la strada da seguire per portare la Calabria agricola e agroalimentare ad essere sempre di più innovativa e competitiva sui mercati internazionali, tutti aspetti che sono concrete traiettorie di futuro  per i giovani nei processi produttivi ed imprenditoriali».

Coldiretti sui Piani di Bonifica, le impressioni di Molinaro

 CATANZARO – Un invito determinato e perentorio, ma motivato quello contenuto in una lettera che il presidente della Coldiretti Calabria Pietro Molinaro ha inviato al Presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto e ai Capigruppo consiliari: approvare velocemente in Consiglio Regionale i “Piani di Classifica” degli undici Consorzi di Bonifica nell’interesse degli agricoltori e dei cittadini calabresi. L’inerzia attuale è inspiegabile e oltre a generare preoccupazione alimenta qualche sospetto. Non vorremmo  – si legge nella lettera –  -che il Consiglio Regionale fosse ostaggio di qualche “potere forte” che evidentemente non vuole il bene della Calabria, e che ad esempio non gradisce che, a seguito dell’approvazione dei Piani di Classifica, siano censiti e obbligatoriamente autorizzati, come previsto dall’art. 23 punti 3 e 4 della L.R. 11/2003, gli scarichi per non far sapere chi lo fa e cosa si scarica nei canali consortili? Una vecchia massima chiosa Molinaro – recita che a pensar male qualche volta si indovina!

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L’approvazione dei Piani di Classifica, è una questione certamente non corporativa ma importante che interessa la collettività, poiché intercetta anche vicende di natura ambientale che tanto male hanno fatto e continuano a fare alla Calabria. In questi giorni poi, in occasione del Consiglio Nazionale dell’ANBI che si è svolto in Calabria alla presenza dei Dirigenti Nazionali dell’Associazione Bonifiche, dei Presidenti dei Consorzi di tutte le Regioni, di sindaci e Consiglieri Regionali, con la partecipazione di Mauro Grassi direttore della Struttura di Missione #italia sicura presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – riferisce – ho avvertito, ed insieme a me molti altri, un certo disagio quando è emerso che i nostri Consorzi di Bonifica, unico caso in Italia, non sono ancora dotati dei nuovi Piani di Classifica predisposti, a suo tempo, in stretta collaborazione con l’ANBI e la Regione. I tempi sono ormai maturi –continua – e la situazione attuale, chiama direttamente in causa il Consiglio Regionale poiché, prima la Giunta Regionale e poi la IV Commissione Consiliare hanno approvato i Piani di Classifica degli undici Consorzi, rispettivamente nelle date 4 agosto e 30 dicembre 2015 e del 2 febbraio 2016; sembra però che questi importanti strumenti, frutto di una democrazia compiuta, di funzionamento di una Istituzione quali sono i Consorzi consapevolmente o inconsapevolmente, ma comunque inspiegabilmente, siano stati messi in “frigorifero” e quindi non portati all’o.d.g. del Consiglio Regionale per la definitiva approvazione. Pur comprendendo le continue emergenze e gli impegni del Consiglio Regionale, – insiste – se non si procede a completare la definitiva approvazione dei Piani di Classifica, qualche sospetto evidentemente si ingenera soprattutto in chi, con tutte le forze, dopo ben 13 anni dall’entrata in vigore della L.R. 11/2003, ha fatto di tutto per completare velocemente l’iter amministrativo cosa che in Calabria non è frequente. L’iter amministrativo seguito, lo testimoniano gli atti, è incontestabile e ha i crismi della massima trasparenza e pubblicità. Non affrontare il problema, o rinviarlo “sine die”, – conclude Molinaro – oltre a mortificare la classe dirigente e tecnica dei Consorzi, non permetterà a cittadini e consorziati di avere criteri e indici più equi che permetteranno di quantificare con maggiore trasparenza il grado di beneficio, diretto, indiretto e potenziale che ogni terreno, riceve grazie all’opera del Consorzio di Bonifica».

Gli auguri della Coldiretti e di Molinaro al nuovo Procuratore di Cosenza

COSENZA – Dopo la nomina del dottor Mario Spagnuolo a Procuratore Capo della Repubblica di Cosenza, Pietro Molinari, presidente della Coldiretti, ha inviato allo stesso un messaggio per augurare un «buon lavoro in un impegno importante e delicato» dopo l’investitura da parte del Consiglio Superiore della Magistratura. «Conoscendo le doti umane e professionali del dott. Spagnuolo – ha detto ancora Molinaro – per la sua consolidata esperienza ai vertici della Magistratura, saprà certamente mettere a valore la sua professionalità a beneficio del territorio cosentino e della Calabria per l’affermazione sempre di più della legalità e del contrasto, anche civile e culturale a tutte le mafie ed alla criminalità».

Campagna amica a Cosenza, Molinaro: «La qualità sia indicata in etichetta»

COSENZA – Un pezzo di agricoltura calabrese approda nel centro di Cosenza. La Coldiretti espone i suoi migliori prodotti all’ombra di Palazzo dei Bruzi, ribadendo la necessità di inserire nell’etichetta la provenienza delle materie prime, per promuovere la qualità dei prodotti calabresi. Salvatore Bruno ha raccolto le parole del presidente di Coldiretti Calabria Pietro Molinaro. Sentiamo.

Made in Calabria: “Dobbiamo difendere la nostra terra”. A Cerisano un convegno su agricoltura e sviluppo

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Cerisano ( Cs) –  “Coltivare sviluppo”, ma anche idee e progetti imprenditoriali che abbiano a cuore il territorio e le ricchezze che un’economia agricola andrebbe a generare. Se ne è parlato oggi pomeriggio a Cerisano, nel corso di un’iniziativa promossa dal futuro candidato a primo cittadino Lucio Di Gioia , alla quale hanno preso parte importanti figure professionali impegnate da anni nel settore: Franco Laratta, membro dell’ ISMEA, l’organismo del governo preposto alla gestione delle risorse destinate ai giovani che vogliono impegnarsi in un settore come quello agricolo, Pietro Santo Molinaro, presidente della Coldiretti Calabria e Fortunato Amarelli, amministratore della Amarelli Fabbrica di Liquirizia. Ha moderato l’incontro il giornalista Francesco Mannarino.  Un’occasione  rilevante per la comunità cerisanese  perché per Di Gioia, il paese ha bisogno “non solo di idee per creare sviluppo, ma è fondamentale il ritorno alla terra, alle tradizione, ai profumi e sapori di un tempo, perché solo partendo da questi presupposti possiamo sperare in un rilancio sostenibile del territorio. Creare una filiera agricola è anche una grande opportunità per i giovani del nostro paese”.  Dello stesso parere anche Molinaro. “L’agricoltura è soprattutto cibo. Cibo significa produzione e commercializzazione. In questi otto anni – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Calabria-  di profonda crisi economica, quello agricolo è stato l’unico settore a rimanere attivo e a portare sviluppo. La politica ha il compito quindi non solo di garantire il minimo consumo di suolo agricolo, ma anche e soprattutto difendere il cibo “made in Italy” diminuendo l’importazione di cibi poco sicuri e non controllati”. Un’economia, quella agricola, che deve generare anche servizi per i cittadini favorendo la creazione di nuove imprese e nuovi posti di lavoro. “E l’orgoglio di essere contadini- ha concluso Molinaro-  potrebbe rappresentare un buon punto di partenza”.  “La nostra regione – ha esordito Laratta- entro il 2020 dovrà spendere in agricoltura un miliardo di euro. E’ necessario fare progettualità e cercare di rendere il processo più snello possibile. Dobbiamo, prima di tutto vincere le sfide del mercato puntando sulla qualità dei prodotti della nostra terra perché abbiamo delle eccellenze straordinarie, come il vino e come l’olio. I cittadini devono essere informati e devono pretendere di poter difendere la propria salute scegliendo solo il meglio”.  E tra i prodotti migliori per il quale la Calabria è conosciuta in tutto il mondo c’è certamente la liquirizia Amarelli, diventata un marchio di pregevolezza. Per Fortunato Amarelli è importante che vi sia una forte sinergia tra vecchio e nuovo. “L’agricoltura – ha detto- rappresenta un settore molto delicato e radicato, ma non è facile determinarsi pienamente nel settore, perché, oggi, richiede modelli nuovi e innovativi. Dobbiamo riuscire a raccontare la storia di un prodotto e a creare valore sullo stesso perché la nostra regione ha un patrimonio inestimabile di cui andare fieri”. Un dibattito al quale ha dato anche il suo contributo il sindaco di Mendicino, Antonio Palermo e molti dei presenti.

 

Laratta, Molinaro e Amarelli a Cerisano per “Coltivare lo sviluppo”. Il convegno promosso da Di Gioia

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Cerisano ( Cs) – Si terrà domenica prossima 03 aprile a Cerisano, nella sala Consiliare del Comune, a partire dalle ore 17.30, il convegno “Coltivare lo sviluppo”, ideato e promosso dal futuro candidato alla carica di primo cittadino Lucio Di Gioia. L’iniziativa si inquadra nell’ambito del prossimo programma elettorale del candidato a sindaco che vedrà il settore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale tra quelli ai quali si darà ampio rilievo. All’incontro, moderato dal giornalista Francesco Mannarino, prenderanno parte, dopo i saluti di Di Gioia, Franco Laratta, sub commissario ISMEA, Pietro Santo Molinaro, presidente della Coldiretti Calabria e Fortunato Amarelli, amministratore della Amarelli Fabbrica di Liquirizia

La Coldiretti si appella alla filiera agrumicola per garantire trasparenza e qualità dei prodotti

Cosenza ( Cs) – Il presidente di Coldiretti Calabria, Pietro Molinaro, lancia un appello a due importanti soggetti della filiera agrumicola: la Grande Distribuzione Organizzata e gli industriali delle Bibite. “Qualità,  provenienza,  non pagare sotto il costo di produzione il prodotto agricolo, – si legge in una nota- rispetto delle norme ed in particolare quelle relative ai lavoratori,  contrasto al caporalato, sono queste le materie da studiare per  lasciarsi interrogare con profitto ed ottenere non solo il 10 in condotta, ma anche la lode” . “Dopo il successo nelle scuole e Piazze d’Italia delle “Arance della salute e della legalità”  in collaborazione con AIRC e Fai S.p.A. che ha confermato la bontà della frutta calabrese ed in particolare della Piana di Rosarno – Gioia Tauro  occorre  – prosegue Molinaro nel suo appello- innestare senza indugio il valore etico di una filiera corta che ha contribuito alla raccolta di fondi per la ricerca sul cancro, confermando il rispetto delle regole in primis verso i lavoratori e agricoltori. Le cose possono cambiare in meglio e per questo, le multinazionali e la GDO, devono rivedere  alcune scelte imprenditoriali per contribuire a interrompere la catena di sfruttamento sulle arance: il segnale concreto deve esserci adesso  – ribadisce –  in piena raccolta. Chiediamo quindi coraggio e trasparenza per eliminare le evidenti distorsioni  all’interno di questa filiera, anche con più controlli nei campi e pene severe”.  “Le agromafie e il caporalato – conclude Molinaro- sono nemici del vero Made in Italy, ladri di futuro per i giovani e di ricchezza per tutti i cittadini-consumatori. ricettatori” che acquistano sotto costo e alimentano la catena