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Scena Verticale, al More doppio appuntamento con Saverio La Ruina

COSENZA – Al Teatro Morelli di Cosenza arriva l’immancabile appuntamento delle festività natalizie con Scena Verticale: la doppia replica – 26 e 27 dicembre, ore 20.30 – vedrà in scena Saverio La Ruina nel suo ultimo lavoro, “Masculu e fìammina”. Terza data in cartellone per il More, la stagione di teatro contemporaneo diretta dalla compagnia di Castrovillari, con il partenariato del Comune di Cosenza, della Regione Calabria e del MiBACT.

“Interprete sensibile” e “autore dal tocco profondo e emozionale, antropologo culturale e dei sentimenti” (Corriere della Sera) acclamato in tutta Italia, Saverio La Ruina sarà in scena al Morelli per la prima volta con questo spettacolo.

La trama

In “Masculu e fìammina” un uomo semplice parla con la madre. Una madre che non c’è più. Lui la va a trovare al cimitero. Si racconta a lei, le confida con pacatezza di essere omosessuale, “o masculu e fìammina cum’i chiamàvisi tu”, l’esistenza intima che viveva e che vive.               
Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto. Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, per lui, scatta un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi, dai timori di preoccupare. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio, delicatezza.          
E affiorano memorie e coscienze di momenti anche belli, nel figlio, a ripensare certi rapporti con uomini in grado di dare felicità, un benessere che però invariabilmente si rivelava effimero, perché le cose segrete nascondono mille complicazioni, destini non facili, rotture drammatiche.     
Nei riguardi di quella madre, pur così affettuosa e misteriosamente comprensiva, si percepisce comunque qualche rammarico, qualche mancata armonia. Ma tutto è moderato, è fatalistico, è contemplativo. In un meridione con la neve, tra le tombe, finalmente con la sensazione d’essere liberi di dire.

 

La stagione del More prosegue con “Acqua di colonia”

COSENZA – “Acqua di colonia” è un piccolo capolavoro di ironia. Candidato al Premio Ubu 2017 come miglior nuovo testo italiano, lo spettacolo della compagnia Frosini /Timpano andrà in scena per il secondo appuntamento del “More – La scena contemporanea a Cosenza” giovedì 21 dicembre alle 20,30 al Teatro Morelli.
Ideata e diretta da Scena Verticale in partenariato con il Comune di Cosenza, la Regione Calabria e il MiBACT, la stagione del More continua con proposte sempre attente al contemporaneo e alle compagnie emergenti. Nell’epoca dei migranti “Acqua di colonia” non è di certo una soluzione di oli eterici, bensì un viaggio nella storia del colonialismo e nella nostra dilagante ignoranza che rompe le barriere del perbenismo e i falsi miti. Una storia rimossa e negata, che dura 60 anni, inizia già nell’Ottocento, ma che nell’immaginario comune si riduce ai 5 anni dell’Impero Fascista. Cose sporche sotto il tappetino, tanto erano altri tempi, non eravamo noi, chi se ne importa. È acqua passata, acqua di colonia, cosa c’entra col presente? Eppure ci è rimasta addosso come carta moschicida, in frasi fatte, luoghi comuni, nel nostro stesso sguardo. Vista dall’Italia, l’Africa è tutta uguale, astratta e misteriosa come la immaginavano nell’Ottocento; Somalia, Libia, Eritrea, Etiopia sono nomi, non paesi reali, e comunque “noi” con “loro” non c’entriamo niente; gli africani stessi sono tutti uguali. E i profughi, i migranti che oggi ci troviamo intorno, sull’autobus, per strada, anche loro sono astratti, immagini, corpi, identità la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente. Come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, e ci piomba addosso come un macigno.

 

 

 

Ritorna al Morelli Scena Verticale con il progetto More

COSENZA – Scena Verticale ritorna in città con More, la stagione del Teatro Morelli dedicata alla scena contemporanea che a dicembre ripartirà con la nuova programmazione. Attivo dal 2012, ilProgetto More è un punto di riferimento per la scena teatrale di Cosenza ed è letteralmente “qualcosa di più”: la compagnia di Castrovillari, da sempre attenta ai linguaggi coevi e agli artisti emergenti, propone un ampio cartellone dedicato non solo al teatro, con artisti di rilievo nazionale ed internazionale, ma anche alla musica e alle attività formative, sempre nella prospettiva del contemporaneo. Occuparsi del contemporaneo significa imparare a leggere la nostra società. Una necessità del teatro che non si ferma all’intrattenimento ma si rivolge all’indagine e alla considerazione dell’epoca che viviamo, del luogo che abitiamo.

Progetto More nasce nel 2012 da un’idea di Scena Verticale, in partenariato con il Comune di Cosenza, e da allora ospita all’interno del Teatro Morelli alcuni tra i massimi esponenti del teatro contemporaneo d’autore nazionale e internazionale. Dal 2013 al 2015, grazie al sostegno del Comune di Cosenza e della Regione Calabria, diventa residenza teatrale con un progetto triennale ampio che, oltre a spettacoli, concerti, incontri e workshop, ha visto nascere la Scuola di Teatro diretta da Dario De Luca. Dal 2015 al 2017 prosegue il progetto di residenza con il cofinanziamento del MiBACT e della Regione Calabria.

Il Progetto More oggi recupera la sua essenza e la sua vocazione al contemporaneo con l’obiettivo di creare occasioni di incontro e confronto tra scena e platea, tra il teatro e la città.
Realizzato in collaborazione con il Comune di Cosenza, il MiBACT, la Regione Calabria e lo storico festival Primavera dei Teatri, il nuovo cartellone del More – La scena contemporanea a Cosenza, inserito nella programmazione unica di Cosenza Cultura, verrà a breve presentato in conferenza stampa. Tra i nomi in cartellone artisti di rilievo come Ascanio Celestini e i Motus.

 

Svolta la conferenza “Catanzaro, il sogno di una città che vive”

CATANZARO – Si è svolto mercoledì 28 giugno nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili, sede del Comune di Catanzaro, l’evento dal titolo “Catanzaro, il sogno di una città che vive”. All’iniziativa, durante la quale sono stati resi noti i risultati del progetto didattico “Baco da seta”(svolto con il supporto del Comune di Catanzaro), hanno preso parte: Angela Rubino, presidente dell’associazione “CulturAttiva”; Miriam Pugliese, vice presidente della Cooperativa “Nido di seta” ed Emanuela Bianchi, attrice e presidente dell’associazione culturale “Confine Incerto”.

L’obbiettivo della conferenza stampa è stato quello di partire dal racconto dell’esperienza del progetto didattico basato sull’antica arte della seta e giungere ad una riflessione sul grande potenziale della città di Catanzaro in termini di cultura, storia e patrimonio etno-antropologico da sfruttare come concreto volano di sviluppo in uno scenario che vede un sostanziale mutamento delle tendenze del turismo internazionale e nel contempo vede la Calabria tra le mete consigliate dalle principali testate giornalistiche del mondo.

Il progetto didattico “Baco da seta”, che ha coinvolto migliaia di studenti provenienti da tutta la Calabria e anche da fuori regione, si è basato su delle attività mirate a coinvolgere i  visitatori, rendendoli protagonisti di una vera e propria esperienza e non semplici spettatori.

Dopo una mattinata immersi nella cornice rurale di Nido di seta, ad apprendere la storia della gelsibachicoltura e le tecniche  di produzione della seta, cimentandosi in prima persona in attività come: l’allevamento dei bachi, la trattura della seta, la raccolta delle more; i ragazzi hanno visitato l’antica capitale europea della seta: Catanzaro. Accolti nel cuore più antico della città, gli studenti e i loro accompagnatori sono stati condotti alla scoperta di un mondo ricco di misteri legati alla storia dei luoghi, alla storia della seta, ma anche al proprio essere, alla propria di storia. Mediante un laboratorio di teatro interattivo e sensoriale, infatti, i visitatori hanno potuto sperimentare le proprie attitudini sensoriali, immersi in prima persona nello scenario creato ad hoc dall’attrice Emanuela Bianchi.

«Ciò che ha reso vincente la formula del progetto, che è riuscito a portare in città quasi 900 persone tra aprile e giugno – ha dichiarato la Rubino – è il fatto di aver creduto nel potenziale della città, che ha saputo affascinare i visitatori mostrando il suo volto più semplice.

Inoltre è piaciuta molto l’esperienza proposta, che è stata costruita grazie alla collaborazione tra professionalità diverse, ognuna con un bagaglio specifico di conoscenze nel campo di riferimento: Miriam Pugliese, esperta nella lavorazione della seta; io, autrice del volume “La seta a Catanzaro e Lione” (Rubbettino, 2007) e di numerosi articoli sull’argomento, pubblicati anche su testate nazionali ed Emanuela Bianchi, antropologa ed attrice, interprete, tra l’altro del monologo teatrale “La Magara”, nel quale riprende un altro importante filone della nostra storia, senza trascurare l’aspetto antropologico, sapientemente mescolato al racconto storico in chiave artistica.

Insomma – prosegue la presidente di “CulturAttiva”, abbiamo ampiamente superato i limiti delle logiche di individualismo e competitività, che purtroppo ancora prevalgono nella nostra regione ed abbiamo vinto la nostra scommessa».  

Durante il proseguimento dei lavori, Miriam Pugliese ha approfondito la conoscenza della realtà di San Floro che «ormai da anni riesce a calamitare l’attenzione di migliaia di visitatori, tra scolaresche e turisti da tutto il mondo, ai quali viene fatta conoscere un pezzo importantissimo della storia di Catanzaro e della Calabria tutta: la seta e la sua filiera, dall’allevamento dei bachi alla creazione del filato con antichi telai.

Tutto questo grazie ad una profonda passione che spinge un gruppo di ragazzi sotto i trent’anni a credere nel grande potenziale della propria terra».

In seguito, Emanuela Bianchi ha spiegato le grandi potenzialità di «una forma innovativa di linguaggio teatrale che spinge i protagonisti dell’esperienza a sperimentare in prima persona il potere dei cinque sensi e come esso possa divenire un importante strumento d’apprendimento, presentato sotto forma di gioco». L’attrice si è soffermata anche sulla necessità che «iniziative come quella del progetto “Baco da seta” siano adeguatamente e pienamente supportate dalle istituzioni, alle quali spetta anche il compito di mantenere quel decoro urbano fondamentale per la corretta riuscita di ogni iniziativa che riguardi la promozione del territorio».

Ultimo spettacolo per la rassegna More Young con Leopardi “in scena”

COSENZA – Si chiude il sipario su “MoreYoung”, la rassegna del “Progetto More” dedicata a giovani artisti emergenti e under 35. E’ ancora uno spettacolo, vincitore del premio Teatri del Sacro 2015, a calcare il palcoscenico di via Oberdan:  “De Revolutionibus. Sulla miseria del genere umano”, su testi originali di Giacomo Leopardi, dalle due Operette Morali: Il Copernico e Galantuomo e Mondo, diretto e interpretato da Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi. L’appuntamento è venerdì 18 marzo alle ore 21.00.

Dopo il successo di Due passi sono, presentato al More nel 2013, ecco il nuovo lavoro del duo messinese. Uno spettacolo di grande semplicità formale, una partitura raffinata di gesti e parole, un’amara e ironica riflessione sulla natura dell’uomo. I due autori-attori, in scena con un improbabile Carro di Tespi, quasi due funamboli, artisti di strada d’altri tempi, raccontano e recitano intorno a una tematica “difficile” trasformandola, seppure con grande rispetto, in un’occasione ironica e divertente di riflessione. Un Leopardi ‘inedito’, in due atti unici definiti dagli autori “operetta infelice e per questo morale” e “operetta immorale e per questo felice.”

«Rivoluzione e miseria sono parole che riempiamo d’una natura ambigua e paradossale, nell’unica certezza di volerci aggrappare al teatro, fatto di piccole e povere cose, ma capace di grandissime riflessioni sul potere dell’uomo di ribellarsi e dunque ritrovarsi – affermano Carullo e Minasi. Passeggiando con il Maestro della più amara e saggia ironia, ci disperdiamo giocando con scenari che danno largo all’immaginazione, sperando di far scivolare il pubblico nella finestra di questo “oltre” che ancora in vita ci rimane e che può, con i suoi scherzi, renderci partecipi rivoluzionari del Sentimento del Sublime.»

Per Obbedienza, la storia del santo Giuseppe da Copertino per More Young

COSENZA – “Per obbedienza“, opera teatrale andata in scena venerdì sera al teatro Morelli di Cosenza per il penultimo appuntamento con la rassegna More Young, racconta la storia di un piccolo uomo in uno scenario semplice. La storia di un Santo, un uomo martoriato che sopravvive ad una vita difficile e piena di ostacoli. Il Giuseppe da Copertino, interpretato dall’autore e regista Fabrizio Pugliese e dalla sua compagnia “Ura Teatro“, emoziona e colpisce il suo pubblico, mostrando le fasi estatiche del protagonista in una dimensione in cui il corpo e lo spirito si esprimono su di un umile sgabello, senza separarsi.
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Una storia picaresca, comica, commovente e al tempo stesso raccapricciante: una vita complicata, un padre sciocco e truffato dagli amici, quattro fratelli morti, una madre indurita dalla fatica e da una fede arida. Lo scenario è ambientato nel primo Seicento, in un’età sfarzosa e sudicia, dove trionfano malattie gravi, infezioni, una giustizia ingiusta, una Chiesa onnipotente, ma soprattutto una vocazione sublime, l’amore bellissimo e assoluto di un giovanetto al limite dell’autismo che si innamora perdutamente della mamma sua: la Madonna.
Una storia che ha spinto gli autori Fabrizio Pugliese e Fabrizio Saccomanno a perseguire una ricerca attenta sulla vita del santo, che potesse portare una rappresentazione godibile, da un lato comica e pittoresca e dall’altro grottesca. Viene rappresento un mondo che Giuseppe stesso non comprende, ma che ci lascia un punto forte di riflessione: il soffermarsi a guardare realmente ciò che abbiamo intorno.

Un’opera che si conferma degna della vittoria del premio I Teatri del Sacro 2015,  festival biennale che prevede il debutto in anteprima nazionale di spettacoli incentrati sui temi del sacro e dell’inquietudine contemporanea.

Miriam Caruso

Il successo di “Io, Mai niente con nessuno avevo fatto” sul palco del teatro Morelli

vucciria teatro1Si è tenuto ieri sera il tanto atteso spettacolo di Vuccirìa Teatro, compagnia teatrale indipendente di recentissima formazione, che ha portato sul palco del teatro Morelli il suo “Io, mai niente con nessuno avevo fatto”.

Il progetto non nasce dalla volontà di indagare su tematiche come la violenza, l’omofobia, la malattia, ma di raccontare una storia pura dove tutto ciò diventa contorno. Tematiche che corrono spesso il rischio di divenire una moda, un manifesto “rivoluzionario” che finisce  per restare ordinario e soprattutto autoreferenziale.

“Io, mai niente con nessuno avevo fatto” narra la storia di Giovanni, personaggio che rappresenta l’incarnazione dell’ingenuità e della passione allo stato puro, dell’innocenza che supera tutte le barriere della conoscenza e dell’ignoranza: un pezzo unico di anima che dice tutto quello che pensa e arriva credere a tutto quello che gli viene detto. La scelta è quindi quella di raccontare il “come” e non il “perché”, nel tentativo di mettere a nudo un’anima, spogliata da ogni sua infrastruttura, per crearne un modello di riferimento che, attraverso il personaggio di Giovanni, sia valido per tutti e non solo per quelle categorie che si riconoscono nell’omosessualità o nella malattia o nell’ignoranza, in uno scenario bruto, crudo, violento e forte di una Palermo senza filtri.vucciria teatro2

Il regista e drammaturgo Joele Anastasi ci racconta della sua volontà di creare in questo progetto “uno spettacolo che si possa fondare sull’emozione, negando il giudizio e puntando diritto al rapporto empatico che abbiamo con lo spettatore, cercando così di salvare il passaggio dal confronto con la morale.”

In scena abbiamo potuto apprezzare la performance di Joele Anastasi, Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano che hanno fatto vivere al pubblico un’atmosfera brutale e istintiva, compiendo azioni spinte dal volere del proprio corpo e non della ragione, conducendo i propri personaggi su binari paralleli, senza punti d’incontro.

Lo spettacolo per il suo impegno a favore della sensibilizzazione e dell’informazione su tematiche sociali importanti come AIDS, diversità e tolleranza, è stato patrocinato da ROMA CAPITALE Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, N.P.S. Italia (Network PersoneSieropositive), dalla LILA Catania, (Lega Italiana Lotta contro l’Aids), GAYCS ITALIA, ARCI GAY CATANIA, STONEWALL, GAY CENTER, ANDOS, DI’GAY PROJECT, CIRCOLO MARIO MIELI.

Miriam Caruso

Progetto More 2015-2016

 COSENZA (CS) Ritornano le serate firmate +More – La scena contemporanea a Cosenza, dirette e organizzate dalla compagnia Scena Verticale, ancora una volta giunta in cima alla graduatoria del nuovo bando sulle residenze teatrali promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Calabria. Il Progetto More, tra i quattro selezionati in Calabria e unico nella provincia di Cosenza, nasce nel 2012 in collaborazione con il Comune di Cosenza e diventa residenza teatrale nel 2013, ponendosi come punto di riferimento per la città per quanto riguarda il teatro contemporaneo. Dal mese di novembre è già attiva la Scuola di Teatro, diretta da Dario De Luca, che andrà avanti fino a maggio, mentre la nuova stagione teatrale sarà dedicata ad artisti emergenti e under 35 con lo sguardo sempre rivolto alla scena coeva del panorama nazionale.

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Quest’anno il cartellone del More si ripartirà in tre sezioni. A fare da prologo alla stagione invernale sarà  il More Christmas con  il brillante e ironico concerto Scanti di Natale domenica  26 Dicembre e martedì 29 Dicembre con lo spettacolo Cucinar ramingo- In capo al mondo, premio Dante Cappelletti 2012, di e con Giancarlo Bloise.

Ad inaugurare il nuovo anno, invece, la sezione More Young, cuore del progetto per la programmazione 2015-2016. In linea con la vocazione di Scena Verticale, il Progetto More come previsto dal nuovo bando ministeriale, dedicherà la stagione ai giovani artisti under 35 e artisti emergenti. In occasione del quattrocentenario dalla morte di William Shakespeare, saranno due gli spettacoli ispirati al capolavoro shakespeariano: l’insolito Amleto del CollettivO CineticO e Hamlet Travestie di Punta Corsara, vincitore di prestigiosi premi , tra gli altri due premi Ubu. Tra le giovani compagnie emergenti  Zaches Teatro in scena con lo spettacolo Pinocchio e Vuccirìa Teatro in Io, mai niente con nessuno avevo fatto. Le serate More Young  si concluderanno con gli spettacoli vincitori di Teatri del Sacro 2015  Per obbedienza prodotto da Ura Teatro sull’affascinante storia di Giuseppe Da Copertino e il De Revolutionibus. Sulla miseria del genere umano. Il duo messinese Carullo – Minasi  torna sul palcoscenico del Morelli con un Leopardi del tutto ‘inedito’.

Epilogo della stagione sarà il More Extra con due produzioni di Scena Verticale: venerdì primo aprile Saverio La Ruina in Masculu e Fìammina, il work in progress presentato al teatro India il settembre scorso per la rassegna Garofano Verde – Scenari di teatro omosessuale curata da Rodolfo di Giammarco e venerdì 8 aprile lo spettacolo di Dario De Luca Il principino e la rosa, liberamente tratto  da Le Petit Prince di Antoine de Saint-Exupéry. La piccola-grande epopea del Piccolo Principe si rinnova sulle tavole del palcoscenico con i ragazzi e i volontari dell’Associazione Famiglie Disabili di Castrovillari.

Totò, Vicè e il filosofeggiare nonsense

COSENZA – More ultimo atto, ultimo venerdì in compagnia di attori e prosa alla scoperta di un mondo che non smette mai di stupire, insegnare, affascinare. Come ogni venerdì la sala è gremita, si scorgono volti che ormai riconosci anche ad occhi chiusi, sono i volti di tutti gli affezionati frequentatori della “baldoria” culturale del venerdì sera.

Ultima apertura di sipario dunque per una stagione che ha riscosso enorme successo mandando a segno ogni colpo, ogni nuova proposta. Sono le 21.20 di venerdì 6 dicembre, il pubblico in sala freme tra scambi di battute, sorrisini e schiamazzi che si attenuano con l’entrata di Enzo Vetrano e Stefano Randisi che portano in scena lo spettacolo “Totò e Vicè”, uno dei capolavori di Franco Scaldati, poeta, attore e drammaturgo recentemente scomparso.

Totò e Vicè si muovono a piccoli passi stretti nei cappotti logori e sgualciti, camminano vicini con in mano una valigiona di cartone con cui trasportano la propria vita, i propri sogni; l’atmosfera è intima grazie alle candele posizionate a cerchio intorno alla panchina che accoglierà, per tutto lo spettacolo, le loro disquisizioni; la luce emanata dalle piccole fiammelle è fioca, tenue e ricorda il camino che d’inverno diviene il luogo di ritrovo più ambito, il luogo in cui la lingua si scioglie, il pensiero si spegne, il cuore si apre per ricordare le cose realmente importanti della vita come l’amicizia, l’amore, la passione, la dedizione.

Ed è proprio di amicizia che hanno parlato Totò e Vicè, quell’amicizia pura e limpida dei tempi andati, un rapporto in cui fratellanza, solidarietà e amore si mischiano continuamente dando un senso a tutto ciò che sta intorno, la fedeltà cieca che porta a capire quanto sia importante essere in due per essere realmente parte del mondo, quell’amicizia viscerale che ti spinge a chiamare continuamente il nome dell’altro per fargli capire che ci sei, sempre e comunque, nel divertimento e nel bisogno, nel bene e nel male.

Un duo ironico e amorevolmente complice che si disperde nei meandri di sogni, pensieri, ipotetiche visioni del mondo; due uomini indivisibili che si “incartano” in riflessioni filosofiche apparentemente semplici ma irrimediabilmente complesse e capaci di innescare nonsense, dubbi ed ulteriori interrogativi che, a catena, ne tirano altri e poi altri ancora all’infinito, in eterno.

Una performance piacevole e delicata quella di Vetrano e Randisi che ha goduto dei calorosi applausi del pubblico; applausi lunghi, fragorosi, incessanti tanto da emozionare gli stessi attori che, a voce bassa, hanno affermato compiaciuti “Magari fosse sempre così”.

 

Annabella Muraca

Concerto-recital con Red Basica e Patty Spadafora

COSENZA – Il palcoscenico del Morelli si apre a una ventata di novità musicali per il teatro di via Oberdan, ma la rassegna “More”, organizzata da Scena Verticale, quest’anno ha arricchito la sezione musicale e lo ha fatto con una proposta di musica di vario genere.
Mercoledì 13 novembre, alle 21.00, si presentano i Red Basica & Patty Spadafora, artista quest’ultima che ha passato una vita in una New York per molti aspetti ancora sorprendentemente legata alla sua terra d’origine, che è la Calabria, di cui la Grande Mela mantiene viva certa cultura materiale d’interesse etnografico, riveduta e corretta ovviamente alla luce di tutto ciò che nel bene e nel male il Sogno Americano ha significato nel corso degli anni.
Sono “Storiacce dal Bronx fritte in olio bollente” (titolo dello spettacolo) quelle che Patty racconta, esperienze realmente vissute, aneddoti al limite del paradossale, fatti e misfatti tra galline e statue di San Francesco di Paola in pieno Bronx, risse con i pugliesi per ragioni che non si possono svelare, confronti tra la breakfast di un italo-americano e quella di un puro sangue a stelle e strisce…e molto altro ancora.
Ad affiancarla, l’energia sonora di una band storica della scena musicale calabrese, Red Basica, fondata e capitanata da Mirko Onofrio (musiche e sax) con Giuseppe Oliveto (trombone), Gianfranco De Franco (sax), Massimo Garritano (chitarra), Giuseppe Sergi (basso) e Massimo Palermo (batteria).
Si presentano così i Red Basica, “variano tra i generi, dilagano tra i linguaggi e riescono, con una musica che si apre verso culture e orizzonti internazionali, ad emozionare chiunque lo ascolti”.
Il concerto-recital sarà accompagnato anche da un aperitivo che rientra nel costo del biglietto (5 euro).
Qualche anticipazione sulle prossime serate musicali del “More”: il rock “morbido” delle Prospettive di Gioia sulla Luna (sabato 30 novembre); due eccezionali solisti che presenteranno altrettanti progetti nuovi di zecca, Elmore Penoise (della band reggina Fjelds) e, direttamente da Nuova York, Luigi Porto, con altri musicisti d’eccezione (mercoledì 4 dicembre); in chiusura il concerto dei lametini Tomfool Project (mercoledì 18 dicembre). Mediapartner di questa rassegna sono due webzine musicali, sempre attente alla scena indipendente, che seguono e supportano le quattro
serate: Club Silencio e Calabria Sounds Rock.